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  1. #211
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    Predefinito Re: Due innocenti all'ergastolo

    La comica tragica dell'ingiustizia itagliota è che per riaprire un processo occorre presentare prove nuove non considerate prima, e poi ti vietano la possibilità di acquisirle.
    In questo caso però non credo si tratti solo di uno sbaglio, ma della precisa volontà di coprire qualcosa e qualcuno.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #212
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    Predefinito Re: Due innocenti all'ergastolo

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    La comica tragica dell'ingiustizia itagliota è che per riaprire un processo occorre presentare prove nuove non considerate prima, e poi ti vietano la possibilità di acquisirle.
    In questo caso però non credo si tratti solo di uno sbaglio, ma della precisa volontà di coprire qualcosa e qualcuno.
    assolutamente così !
    "Non sei uno schiavo perchè qualcuno ti domina,ma qualcuno ti domina perchè sei uno schiavo."



  3. #213
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    Predefinito Re: Due innocenti all'ergastolo

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    da Adnkronos

    Strage Erba, da Cassazione no ad analisi su nuovi reperti
    CRONACA
    Strage Erba, da Cassazione no ad analisi su nuovi reperti
    (Foto Fotogramma)

    Pubblicato il: 18/11/2020 14:09

    La prima sezione penale della Cassazione dice no all’analisi di alcuni reperti relativi alla strage di Erba quando l’11 dicembre del 2006 vennero uccisi Raffaella Castagna, il figlio Youssef di due anni, la nonna Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. A presentare il ricorso, dopo il rigetto arrivato nei mesi scorsi dalla Corte d’Assise di Como, erano stati gli avvocati Fabio Schembri, Luisa Bordeaux e Nico D'Ascola, difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi condannati in via definitiva per la strage.


    Gli avvocati, oltre agli accertamenti su reperti trovati sul luogo dell'eccidio che non erano stati distrutti e tracce biologiche, avevano chiesto anche di accedere al server della procura di Como per poter disporre di tutte le intercettazioni telefoniche e ambientali.

    “Questa analisi era volta ad analizzare reperti mai analizzati, per noi si tratta di un accertamento tecnico di rilievo, andremo comunque avanti e presenteremo istanza di revisione a Brescia”, afferma all’Adnkronos l’avvocato Fabio Schembri, uno dei difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi. “Proprio in vista della nostra richiesta di revisione vorremmo avere in mano tutti gli elementi e senza questa analisi ci viene sottratta ‘un’arma’ importante” aggiunge.

    L'accanimento continua.
    Chissà perchè...
    italia = burocrazia + fisco + mafia.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  4. #214
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    Predefinito Re: Due innocenti all'ergastolo

    STRAGE DI ERBA, SPUNTA TESTIMONE: LA PISTA DEGLI SPACCIATORI MAROCCHINI – VIDEO
    NOVEMBRE 24, 2020 VOX LASCIA UN COMMENTO

    “LE IENE” – STRAGE DI ERBA: NUOVA CLAMOROSA TESTIMONIANZA – DA PARTE DI UN TUNISINO ARRESTATO INSIEME AI COMPONENTI DEL CLAN MARZOUK
    “Nella cantina (della casa di Azouz Marzouk, ndr.)? C’era sempre cocaina soltanto perché del fumo si occupavano i cugini fino al 2004, dal 2005-2006 era soltanto cocaina”.
    “Litighi con un vicino ma non arrivi a fare una cosa simile, poi la modalità, la velocità, il tutto… Sono 5 persone, non una o due. Guardando Olindo e Rosa, non è possibile. La corporatura di Raffaella era abbastanza forte, non è facile buttarla giù per terra”.
    “Quei marocchini erano aggressivi per il modo in cui hanno tirato fuori i coltelli, io non me lo immaginavo per di più sono anche un atleta quindi so difendermi”
    Strage di Erba: ecco una nuova clamorosa testimonianza, quella di Abdi Kais, tunisino arrestato insieme ai componenti del clan Marzouk ufficialmente residente nella casa di Azouz e Raffaella – in via Diaz 25 a Erba – e che avrebbe frequentato l’abitazione dove fu commesso il delitto, proprio nei mesi precedenti a quella che è stata definita come la più atroce impresa criminale della storia della Repubblica.
    In esclusiva ai microfoni di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti – in onda stasera, martedì 24 novembre, a “Le Iene”, in prima serata su Italia1 – le dichiarazioni inedite di un testimone mai sentito fino ad ora. L’uomo racconta di una forte rivalità tra il gruppo di tunisini vicini ad Azouz Marzouk e quello dei marocchini che spacciava nella stessa zona tra Erba e Merone, comuni in provincia di Como. Rivalità che sarebbe sfociata in una rissa con accoltellamento da parte dei marocchini ai danni di Abdi Kais, e del fratello e due cugini di Azouz Marzouk. Dalle dichiarazioni dell’uomo si evince che i tunisini avrebbero avuto la peggio con ferite di arma da taglio e che Abdi sarebbe andato in ospedale per farsi medicare. L’episodio avrebbe dato luogo ad una vera e propria faida criminale. Immediata la reazione dei parenti di Azouz che avrebbero bucato le ruote e spaccato con una bottiglia il parabrezza dell’auto dei marocchini che – sempre secondo il racconto del tunisino – abitavano nel comune di Merone, a qualche isolato da loro.
    Kais racconta che, sparita la droga dal nascondiglio del bosco di Erba, avrebbero deciso di tenerla nella cantina della casa di Raffaella e di Azouz. Sostiene inoltre che – secondo lui – non furono Rosa e Olindo a commettere la strage, perché incompatibili a quel tipo di mattanza per corporatura e preparazione fisica, a differenza dei marocchini.

    È di mercoledì scorso la notizia che la Cassazione ha rigettato la richiesta degli avvocati di Rosa Bazzi e Olindo Romano – riconosciuti come autori della strage e già condannati all’ergastolo – di analizzare reperti trovati sulla scena del crimine che, nell’arco di dodici anni (il crimine è stato consumato nel 2006, ndr.) nessuno prima d’ora ha mai esaminato. Tra questi anche gli abiti dell’unico superstite alla strage, Mario Frigerio, e del piccolo Youssef Marzouk.
    Negli anni scorsi, per tre volte, la difesa dei coniugi Romano ha chiesto alla Cassazione di poterli analizzare e, nonostante ben tre decisioni favorevoli in tal senso, le Corti di Como e Brescia, di volta in volta, non hanno acconsentito a queste analisi. Motivo per cui, per la quarta volta, la difesa di Rosa e Olindo è tornata al Tribunale Supremo. “Purtroppo è arrivata una notizia contraria” – commenta la decisione della Cassazione
    Fabio Schembri, legale dei coniugi in carcere – “C’è stato un rigetto che allo Stato impedisce l’analisi di questi reperti che sarebbe stato molto importante analizzare al fine di presentare insieme ad altri elementi la richiesta di riapertura del processo”, continua l’avvocato. “Il ricorso è stato respinto, ma rimane ancora una speranza riguardo alle motivazioni, non ancora pubblicate, che accompagneranno questa decisione. Io mi auguro e spero che nella motivazione la Corte di Cassazione possa indicare una strada tramite la quale farci analizzare questi reperti”, conclude Schembri.
    Un’eventuale analisi dei reperti potrebbe risultare decisiva per rintracciare quel Dna di Rosa e Olindo mai ritrovato sulla scena del crimine oppure a individuare tracce compatibili di estranei, che farebbero pensare alla presenza di killer sconosciuti ai quali avrebbero potuto portare le piste alternative mai indagate. Tra queste inizialmente c’era quella delle “cattive frequentazioni di Azouz Marzouk”, il tunisino con precedenti penali che quella sera ha perso ciò che aveva di più caro al mondo e che non è affatto convinto dalle conclusioni a cui sono giunti 26 giudici in tre gradi di giudizio.
    In particolare, i Carabinieri di Erba avevano considerato la concorrenzialità di diverse etnie nell’attività di spaccio tra i tunisini vicini ad Azouz Marzouk, che gravitavano nel comune di Merone, e gli albanesi di Ponte Lambro, entrambe le località in provincia di Como e poco distanti da Erba. Questa ipotesi presto fu scartata ma mai nessuno, fino ad oggi, aveva raccontato della rivalità dei tunisini con un altro gruppo che spacciava in quella zona, quello dei marocchini contro cui punta il dito il nuovo testimone Abdi Kais.
    Qui a seguire l’intervista integrale:
    Abdi Kais: Di un problema con alcuni marocchini che hanno accoltellato a me, al fratello di Azouz, Borhen il cugino, il fratello di Borhen che abita a Como…pensavo che i ragazzi quando sono stati accompagnati in caserma avevano già raccontato i problemi che c’erano per motivi di droga. Stavamo di rientro da una serata, ci siamo fermati a un chiosco che era di un ragazzo di Erba si chiama Nico, ci conosceva tutti quanti. Io e Borhen siamo rimasti in macchina e Mohammed era davanti e Il fratello di Azouz era sul lato passeggero. È sceso a prendere dei panini, alzo lo sguardo e vedo il ragazzo marocchino che lo tira, si capiva che c’era già un problema. Tempo di scendere e di arrivare da loro, mi arriva un pugno, gli rispondo e subito scendono gli altri e avevano anche dei coltelli. Quella sera mi hanno portato all’ospedale di Erba, ho fatto alcune medicazioni e poi ho dovuto scappare, perché avevo già un definitivo per l’espulsione. Nella stessa sera arrivano gli altri ragazzi che erano parenti sempre di Azouz e hanno rotto la macchina bucando con dei coltelli le quattro gomme della macchina una fiat punto verde quella è arrivato il carroattrezzi a portare perché le gomme erano bucate, il parabrezza gliel’ho rotto io con una bottiglia di birra per mettergli paura in modo che vanno via.
    Iena: Ma dove sei stato accoltellato?
    Abdi Kais: Accoltellato, dietro le costole, proprio sulla sinistra e una sotto la cintura, quella è la più profonda.
    Iena: Ma questo accoltellamento perché c’è stato?
    Abdi Kais: Voleva avere della cocaina a cui il fratello gli ha detto di no.
    Iena: Ma la voleva per consumarla o la voleva indietro perché ve l’ha data da vendere e non l’avete venduta?
    Abdi Kais: A dire il vero dovevano prendere un quantitativo a cui il fratello gli ha detto di no.
    Iena: Loro la volevano acquistare per spacciare?
    Abdi Kais: Ma sicuramente sì perché abitano dietro casa nostra e avevano qualche movimento e dopo quelle risse, noi avevamo in programma di gambizzarli proprio, soltanto che mi chiama questo ragazzo qui e mi dice guarda che i marocchini con cui vi siete litigati si trovano sotto casa e hanno dei bei coltelli. Io mi allarmo, prendo un coltello, c’era una mia ragazza, ho detto guarda non aprite la porta perché sono capaci anche di salire sopra. Sono sceso io e il marito di Marta con dei coltelli e sono scesi gli altri vicini a mettere fine.
    A questo punto della conversazione l’inviato cerca di capire quanto fosse coinvolta nei loro traffici la casa di Raffaella e Azouz dove è avvenuta la strage, dove Abdi aveva la residenza e dove veniva nascosta e spacciata la droga.
    Abdi Kais: C’era sempre cocaina soltanto perché del fumo si occupavano i cugini fino al 2004, dal 2005-2006 era soltanto cocaina…dico sempre che bisogna indagare, quei marocchini c’è capitato più volte che mancava della droga dai nascondigli che era quel bosco di fronte a Merone, perché ci pedinavano.
    Iena: Rosa e Olindo, li hai mai incontrati?
    Abdi Kais: Sì una volta la Rosa mi ha aperto la porta del cancello di fuori perché ho sbagliato citofono.
    Iena: E ha aperto lei, e poi?
    Abdi Kais: Ho sbagliato citofono, anziché cliccare sui Castagna ho cliccato su Bazzi per quello che la conoscevo.
    Iena: E ci hai litigato, si è inca**ata Rosa? Ti ha detto qualche parolaccia?
    Abdi Kais: No no assolutamente no…
    Iena: Ma tu lo sapevi che litigavano Rosa con Raffaella e Azouz?
    Abdi Kais: No, nel 2004-2005 no, finché ad Azouz quando era con me in cella, è arrivata una notifica che doveva presentarsi in tribunale, è arrivato l’appuntato che gli ha detto “Azouz hai una causa in tribunale, ti vuoi presentare?”. Mi ha detto che con le manette non si fa vedere dai vicini quindi c’è stata una proposta di dare una lezione a Olindo dopo che ha messo le mani addosso su Raffaella di rompergli la macchina. Questa proposta me l’ha fatta il fratello, poi ovviamente sono venuto a sapere che c’è stata questa lite nel quale interviene anche il padre di Raffaella, il signor Castagna, quindi ci siamo ritirati noi.
    Iena: Questi cattivi rapporti tra le due famiglie secondo lui erano tali da poter degenerare in una tragedia?
    Abdi Kais: No guarda ti dico anche per un’esperienza personale, litighi con un vicino ma non arrivi a fare una cosa simile dai, non è una cosa che la mente accetta che l’Olindo e la Rosa che per quella lite lì salgano e fanno una cosa simile e per di più c’hanno anche una causa qualche giorno dopo… poi la modalità, la velocità, il tutto… e quindi non avevano comportamenti da persone pazze… perché quello che ha fatto una cosa simile, non è una cosa normale. Sono 5 persone, non sono una o due. Guardando l’Olindo e guardando la Rosa, non è possibile. Guardando anche il corpo fisico, la corporatura di Raffaella che era abbastanza forte, non è facile buttare la Raffaella giù per terra.
    Iena: Potrebbe essere possibile pensare a quei marocchini come responsabili della strage?
    Abdi Kais: Quei marocchini erano aggressivi perché era il modo in cui hanno tirato fuori i coltelli, sono partiti e a dire il vero io non me lo immaginavo per di più sono anche un atleta quindi so difendermi.

    Strage di Erba, spunta testimone: la pista degli spacciatori marocchini – VIDEO | Vøx (voxnews.info)
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  5. #215
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    Predefinito Re: Due innocenti all'ergastolo

    Marzuk continua a dichiararli innocenti, mentre gli assassini a suo dire sono liberi.
    Ma va?

  6. #216
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    Predefinito Re: Due innocenti all'ergastolo

    I due innocenti chiedono la revisione del processo.
    L'avvocato dell'unico testimone si suicida.
    Nessun nesso.

  7. #217
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    Predefinito Re: Due innocenti all'ergastolo

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    I due innocenti chiedono la revisione del processo.
    L'avvocato dell'unico testimone si suicida.
    Nessun nesso.
    italia = burocrazia + fisco + mafia
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  8. #218
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    Predefinito Re: Due innocenti all'ergastolo

    Errore.
    MAFIA poi MAFIA poi MAFIA.
    Tutto il resto andrebbe subito a posto senza quella.

  9. #219
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    Predefinito Re: Due innocenti all'ergastolo

    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  10. #220
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    Predefinito Re: Due innocenti all'ergastolo

    Strage di Erba, "Olindo e Rosa? Errore giudiziario"/ Sostituto pg: "Riaprire il caso"
    Pubblicazione: 15.04.2023 - Silvana Palazzo

    Strage di Erba, il sostituto procuratore generale chiede di riaprire il caso: 'Olindo Romano e Rosa Bazzi vittime di un errore giudiziario'. La dura reazione dei fratelli Castagna

    La richiesta del sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser, alla procura generale è chiara: il caso della strage di Erba va riaperto, perché Olindo Romano e Rosa Bazzi “sono vittime di un errore giudiziario“. Lo scrive nel documento di 58 pagine di cui l’AdnKronos è in possesso, in cui si chiede di riaprire il fascicolo e, di conseguenza, di ritrasmettere gli atti alla Corte d’appello di Brescia. Trattandosi di una vicenda che si è chiusa 16 anni fa con sentenze definitive, la svolta potrebbe essere clamorosa. Decisivi sarebbero i nuovi atti prodotti dal pool di avvocati dei coniugi condannati per la strage del 2006.

    La convinzione di Tarfusser è che Mario Frigerio, l’unico testimone sopravvissuto alla strage che costò la vita a Raffaella Castagna, al figlio Youssef, a sua madre Paola Galli e alla vicina di casa Valeria Cherubini, ebbe una “falsa memoria” nell’identificare Olindo Romano come il suo aggressore. Il sostituto procuratore nella richiesta di revisione scrive che “moltissimi erano gli elementi che sin dal giudizio di primo grado sarebbero stati idonei, se solo valutati dai giudici, a giudicare inattendibile la prova del ‘riconoscimento’, fortemente dubbia la prova della ‘macchia di sangue’ e indotte, con modalità che definire poco ortodosse è fare esercizio di eufemismo, le ‘confessioni’, trattate invece alla stregua di prove regine“. Si sostiene, inoltre, che “le dichiarazioni auto accusatorie” di Olindo Romano e Rosa Bazzi “sono da considerarsi false confessioni acquiescenti. Tali conclusioni si fondano sui più recenti ed avanzati dati scientifici che corrispondono ai criteri che, se mancanti, rendono le confessioni, false confessioni“.

    “OLINDO ROMANO E ROSA BAZZI DEVONO ESSERE PROSCIOLTI”
    Le tre prove (riconoscimento del testimone, macchia di sangue sul battitacco dell’auto di Olindo e le confessioni dei coniugi) secondo il sostituto procuratore generale sono maturate in un “contesto che definire ‘malato’ è fare esercizio di eufemismo“. Cuno Tarfusser le definisce considerazioni e osservazioni che “se approfondite e valutate, avrebbero già sin dal giudizio di primo grado potuto portare ad un diverso esito processuale, ma che oggi probabilmente da sole non avrebbero la forza necessaria per infrangere il giudicato“. Comunque, sono in grado “di tracciare un netto punto di partenza, la base, su cui si innestano gli accertamenti tecnico-scientifici che attraverso tecniche e metodologie nuove e più sofisticate valutate unitamente agli elementi già in atti, valutati e non valutati, dimostrano che gli imputati devono essere prosciolti“. Il testimone Mario Frigerio, morto alcuni anni fa, nel corso della degenza ospedaliera manifestò “il peggioramento della condizione psichica e i deficit cognitivi manifestati“, che si aggiunge alle “errate tecniche di intervista investigativa dense di numerosissime suggestioni su di lui attuate“, così come la “palese violazione di precise e note leggi scientifiche in materia di memoria e di riconoscimento di volti dimostrano in modo incontrovertibile che la memoria riguardante Olindo Romano quale suo aggressore è una falsa memoria e che Mario Frigerio era soggetto inidoneo a rendere valida testimonianza circa i fatti avvenuti la sera dell’11 dicembre 2006“, è scritto nel documento, come riportato dall’AdnKronos. In particolare, riguardo il riconoscimento, “non si può non rilevare come questo riconoscimento abbia avuto una genesi tortuosa, sia inficiato da evidenti e gravi elementi di criticità che lo rendono estremamente dubbio ma, soprattutto, che si fonda su elementi che pur essendo in atti, mai sono stati scrutinati e valutati dalle Corti di merito“.

    SOSTITUTO PG “RIAPRIRE IL CASO DELLA STRAGE DI ERBA”
    Nella richiesta del sostituto procuratore generale di Milano si legge che, a distanza di tanti anni, la scienza ora “è fortunatamente in grado di fornire da sola, ma soprattutto in unione alle numerose criticità in atti e non in atti, comunque mai valutati, quelle certezze scientifiche idonee a fare sgretolare i tre pilastri probatori su cui fondano la condanna all’ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi“. Su input della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, è stata quindi avanzata la richiesta di revisione del processo che, stando a quanto appreso dall’AdnKronos che è entrato in possesso dell’atto, viene sollevata dal magistrato “in tutta coscienza, per amore di verità e di giustizia e per l’insopportabilità del pensiero che due persone, probabilmente vittime di errore giudiziario, stiano scontando l’ergastolo“. Essendo la Corte d’Appello di Brescia titolata a esprimersi sulla questione, si chiede ad essa di procedere rinnovando l’istruzione dibattimentale attraverso “l’esame dei 57 consulenti tecnici che hanno redatto e sottoscritto le consulenze tecniche sulle modalità, le tecnologie, gli accertamenti da loro effettuati e sui risultati cui sono giunti“. Ma si chiede anche di “disporre, previa acquisizione degli atti processuali, ogni ulteriore accertamento ritenuto utile e necessario ai fini del decidere secondo verità e giustizia“.

    FRATELLI CASTAGNA “SOSTITUTO PG CONDIZIONATO DA IENE”
    Non si è fatta attendere la reazione di Beppe e Pietro Castagna, fratelli di Raffaella e figli di Paola Galli, due delle vittime della strage di Erba. Sul suo profilo Facebook il primo ha scritto: “Siamo sopravvissuti malgrado il dolore derivante dall’efferato assassinio di nostra madre, nostra sorella e nostro nipote, l’11/12/06. Abbiamo successivamente concesso a malincuore che le spoglie di Raffaella e Jouseff finissero in Tunisia, e li abbiamo accompagnati, ospiti dei parenti di Azouz… velo pietoso… Abbiamo sopportato le incursioni di troupe televisive per settimane, fino in casa e anche durante i funerali. Abbiamo seguito attentamente tutti i processi, primo grado, secondo grado e cassazione, ripercorrendo ogni volta il martirio dei nostri cari, convincendoci senza ombra di dubbio della colpevolezza dei coniugi Romano. Non ci saremmo mai accontentati di due capri espiatori. E trovo fortemente offensivo chi lo osa pensare“. Riguardo le prove, per Beppe Castagna sono “abbondanti” e “mai confutate da nessuno in tre gradi di giudizio“. Quindi, si è rivolto al sostituto procuratore generale di Milano, “probabilmente condizionato dalla campagna mediatica assordante delle Iene“. Secondo Castagna, “se si tratterà di una persona preparata e seria, dopo aver studiato attentamente il caso non potrà fare altro che archiviare l’ennesima assurda richiesta della solita inutile ma dannosa per tutti, soprattutto per gli assistiti, difesa, coadiuvata dalla ultima, più potente sponsorizzatrice delle cause perse, trasmissione Le Iene“. Una cosa è sicura per l’uomo: “La verità è già stata abbondantemente dimostrata, i coniugi Romano sono colpevoli. E chi crede il contrario o è un demente o un farabutto. Non ci sono alternative“.

    https://www.google.com/url?sa=t&sour...QrQvhQx0oqdyXi
    Ultima modifica di Eridano; 16-04-23 alle 13:35

 

 
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