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    Pasdar
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    Predefinito 8 febbraio 1848 - 8 febbraio 2011

    Un cortometraggio sull'8 febbraio 1848 padovano

    Il cortometraggio "8 febbraio", riferendosi al primo moto rivoluzionario del 1848 in Europa, racconta un episodio significativo della storia risorgimentale italiana ed europea. La vicenda, descrive le tre giornate cruciali che videro l’accorpamento dei cittadini e degli studenti padovani contro il governo austriaco. Punto di ritrovo di questi rivoluzionari erano: il celebre Caffè Pedrocchi, il Palazzo del Bo sede dell’Università di Padova e lo storico Palazzo Papafava dei Carraresi. Il taglio della storia, illustrando l’eterogeneità delle forze politiche che si coagularono in quei giorni, evidenzia le differenti pulsioni che provocarono la rivolta. L’analisi risorgimentale dell’autrice, restando fedele alle notizie storiche riportate nell’autobiografia di Alberto Mario, evidenzia i differenti gruppi sociali cercando di raffigurare il quadro d’insieme e le sinergie che operarono all’epoca.

    Sarah Revoltella è nata a Ginevra e vive a Padova. Si è laureata a pieni voti all’Università di Padova con una tesi sulla musica nel cinema. Ha pubblicato studi viscontiani per conto di riviste universitarie specializzate quali Bianco e Nero e La Valle dell’Eden e diversi racconti per riviste letterarie (Frigidaire, Lo scorpione Letterario).

    Nel 2001 ha pubblicato il romanzo Il Cerchio rotto (Land Italia), presentato su Rai Uno e citato nel saggio L’eclissi dell’Europa (2006) dal sociologo Sabino Acquaviva come uno dei testi per interpretare il disagio giovanile. Collabora dal 2000 alla Pagina Culturale del Mattino di Padova.

    Nel 2004 ha scritto e girato in pellicola 8 febbraio, un cortometraggio in costume sul primo moto europeo del 1848 avvenuto a Padova. Nel 2005 ha curato la sezione di Videoarte per il festival del Film d’arte di Asolo.

    -Dal 2006 è consulente e docente presso il Formez, per cui ha realizzato un video sui Teatri antichi del Mediterraneo volto a dimostrare la potenzialità dei monumenti artistici come volano per lo sviluppo del territorio.

    -Nel gennaio 2010 ha pubblicato la raccolta di racconti surreali Macedonia (Zel Edizioni).

    Attualmente è in pre-produzione con la Società cinematografica “Intrigo Internazionale”, per realizzare un film tratto da Il cerchio rotto che sarà ambientato in Veneto con il sostegno della Regione Veneto, della Provincia di Padova ed è attualmente selezionato al SILE di Siviglia.

    Sarah Revoltella nel 2010 ha realizzato l’installazione artistica Polarizzazione, composta da 150 statue in ceramica, selezionata dal RAM di Padova e curata da Gino Gianuizzi della galleria Neon di Bologna.

    Il cortometraggio 8 febbraio, riferendosi al primo moto rivoluzionario del 1848 in Europa, racconta un episodio significativo della storia risorgimentale italiana ed europea. La vicenda, descrive le tre giornate cruciali che videro l’accorpamento dei cittadini e degli studenti padovani contro il governo austriaco. Punto di ritrovo di questi rivoluzionari erano: il celebre Caffè Pedrocchi, il palazzo del Bo’ sede dell’Università di Padova e lo storico Palazzo Papafava dei Carraresi. Il taglio della storia, illustrando l’eterogeneità delle forze politiche che si coagularono in quei giorni, evidenzia le differenti pulsioni che provocarono la rivolta. L’analisi risorgimentale dell’autrice, restando fedele alle notizie storiche riportate nell’autobiografia di Alberto Mario, evidenzia i differenti gruppi sociali cercando di raffigurare il quadro d’insieme e le sinergie che operarono all’epoca.

    TGPadova - Un cortometraggio sull'<br/>8 febbraio 1848 padovano RISORGIMENTO
    «Non ti fidar di me se il cuor ti manca».

    Identità; Comunità; Partecipazione.

  2. #2
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    Predefinito Rif: 8 febbraio 1848 - 8 febbraio 2011

    Citazione Originariamente Scritto da Defender Visualizza Messaggio
    Un cortometraggio sull'8 febbraio 1848 padovano

    Il cortometraggio "8 febbraio", riferendosi al primo moto rivoluzionario del 1848 in Europa, racconta un episodio significativo della storia risorgimentale italiana ed europea. La vicenda, descrive le tre giornate cruciali che videro l’accorpamento dei cittadini e degli studenti padovani contro il governo austriaco. Punto di ritrovo di questi rivoluzionari erano: il celebre Caffè Pedrocchi, il Palazzo del Bo sede dell’Università di Padova e lo storico Palazzo Papafava dei Carraresi. Il taglio della storia, illustrando l’eterogeneità delle forze politiche che si coagularono in quei giorni, evidenzia le differenti pulsioni che provocarono la rivolta. L’analisi risorgimentale dell’autrice, restando fedele alle notizie storiche riportate nell’autobiografia di Alberto Mario, evidenzia i differenti gruppi sociali cercando di raffigurare il quadro d’insieme e le sinergie che operarono all’epoca.

    Sarah Revoltella è nata a Ginevra e vive a Padova. Si è laureata a pieni voti all’Università di Padova con una tesi sulla musica nel cinema. Ha pubblicato studi viscontiani per conto di riviste universitarie specializzate quali Bianco e Nero e La Valle dell’Eden e diversi racconti per riviste letterarie (Frigidaire, Lo scorpione Letterario).

    Nel 2001 ha pubblicato il romanzo Il Cerchio rotto (Land Italia), presentato su Rai Uno e citato nel saggio L’eclissi dell’Europa (2006) dal sociologo Sabino Acquaviva come uno dei testi per interpretare il disagio giovanile. Collabora dal 2000 alla Pagina Culturale del Mattino di Padova.

    Nel 2004 ha scritto e girato in pellicola 8 febbraio, un cortometraggio in costume sul primo moto europeo del 1848 avvenuto a Padova. Nel 2005 ha curato la sezione di Videoarte per il festival del Film d’arte di Asolo.

    -Dal 2006 è consulente e docente presso il Formez, per cui ha realizzato un video sui Teatri antichi del Mediterraneo volto a dimostrare la potenzialità dei monumenti artistici come volano per lo sviluppo del territorio.

    -Nel gennaio 2010 ha pubblicato la raccolta di racconti surreali Macedonia (Zel Edizioni).

    Attualmente è in pre-produzione con la Società cinematografica “Intrigo Internazionale”, per realizzare un film tratto da Il cerchio rotto che sarà ambientato in Veneto con il sostegno della Regione Veneto, della Provincia di Padova ed è attualmente selezionato al SILE di Siviglia.

    Sarah Revoltella nel 2010 ha realizzato l’installazione artistica Polarizzazione, composta da 150 statue in ceramica, selezionata dal RAM di Padova e curata da Gino Gianuizzi della galleria Neon di Bologna.

    Il cortometraggio 8 febbraio, riferendosi al primo moto rivoluzionario del 1848 in Europa, racconta un episodio significativo della storia risorgimentale italiana ed europea. La vicenda, descrive le tre giornate cruciali che videro l’accorpamento dei cittadini e degli studenti padovani contro il governo austriaco. Punto di ritrovo di questi rivoluzionari erano: il celebre Caffè Pedrocchi, il palazzo del Bo’ sede dell’Università di Padova e lo storico Palazzo Papafava dei Carraresi. Il taglio della storia, illustrando l’eterogeneità delle forze politiche che si coagularono in quei giorni, evidenzia le differenti pulsioni che provocarono la rivolta. L’analisi risorgimentale dell’autrice, restando fedele alle notizie storiche riportate nell’autobiografia di Alberto Mario, evidenzia i differenti gruppi sociali cercando di raffigurare il quadro d’insieme e le sinergie che operarono all’epoca.

    TGPadova - Un cortometraggio sull'<br/>8 febbraio 1848 padovano RISORGIMENTO
    non conoscevo l'episodio, interessante, pensare che la rivolta francese che caccio' Re Luigi Filippo avvenne il 22-24 febbraio 1848, due settimane dopo...

    pero' se non sbaglio i moti di Messina e della Sicilia contro il Re Bomba Ferdinando II di Borbone quando poi venne proclamato Re di Sicilia un Savoia mi pare iniziarono in gennaio... o sbaglio?
    Ultima modifica di FrancoAntonio; 09-02-11 alle 15:06

  3. #3
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    Predefinito Rif: 8 febbraio 1848 - 8 febbraio 2011

    Poesie politiche - Google Libri A pagina nove c'è una poesia di G.Prati su questo episodio.
    Ultima modifica di antenoride; 10-02-11 alle 00:14
    “…che differenza c’è tra honecker e la siemens se le persone continuano a essere oggetti…”

  4. #4
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    Predefinito Rif: 8 febbraio 1848 - 8 febbraio 2011

    Articolo interessantissimo.
    "Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"


    IL DISPUTATOR CORTESE

    Possono tenersi il loro paradiso.
    Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.

  5. #5
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    Predefinito Rif: 8 febbraio 1848 - 8 febbraio 2011

    .2 giugno 1883 ( data della morte di Alberto Mario , giusto un anno dopo quella di Giuseppe Garibaldi del quale nella Camicia Rossa narrò ll'impresa dei MIlle, della quale Mario con la moglie Jessie White fu partecipe).


    ALBERTO MARIO

    Da Giuseppe Mazzini
    la tenace unità dei propositi
    Da Carlo Cattaneo
    la feconda varietà degli svolgimenti
    Da Giuseppe Garibaldi
    l’ardenza pratica dell’azione
    Dalla Storia d’Italia
    le tradizioni del governo a popolo
    Da Se stesso ebbe
    la serena intelligenza della vita
    dedicata a un ideale superiore
    nella dignità del dovere e del sacrificio

    Da quando la rivoluzione italiana
    abbracciatolo
    giovinetto oppugnatore di tirannia
    lo gittò per diversi esigli
    a oggi che la morte lo congeda

    Dal combattimento di tutti i giorni nella stampa
    propugnatore di libertà
    non mai sostò né esitò
    non mai si volse indietro o inchinò
    Egli guardava in alto
    al passato e all’avvenire

    Atene senza servi

    Venezia senza dieci

    Firenze senza frati

    Erano
    per ALBERTO MARIO
    la patria ideale
    Tutta la libertà con tutta la civiltà
    la sua repubblica

    Egli passa all’avvenire
    come il più naturalmente repubblicano
    degli italiani
    come il più artisticamente italiano
    dei repubblicani




    Giosùè Carducci dettava sulla salma dell’amico questo elogio che la vedova di Alberto Mario volle scolpito sul di lui avello




    questo spirito del Mario si era cementato nell università patavina che vide , credo sia il caso di ricordare , tra i suoi allievi anche il repubblicano Ippolito Nievo .
    Ancor oggi l'8 Febbraio è giorno di festa e di ricordo per gli studenti dell'Università patavina.
    Ultima modifica di edera rossa; 12-02-11 alle 01:47
    "E' decretato che ogni uomo il quale s'accosta alla setta dei moderati debba smarrire a un tratto senso morale e dignità di coscienza?" G. Mazzini

    http://www.novefebbraio.it/

  6. #6
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    Predefinito Rif: 8 febbraio 1848 - 8 febbraio 2011

    tra i feriti di quell'insurrezione vi fu anche il poeta , e buon conoscitore del Mario, Arnaldo Fusinato che poco dopo parteciperà alla difesa della Repubblica di Venezia l,asciandoci i toccanti versi, a tutti noti, che ne cantarono la tanto eroica quanto dolorosa fine.
    l'8 febbrio del 1892 ,(nonostante forti contrasti dettati principalmente dalla partecipazione italiana alla Triplice , per volere e tumultuar di studenti e di popolo e con il fermo a ppoggio del ministro Nicotera , memore del suo passato di mazziniano, fu incisa e posta sul fronte di quella antica università una epigrafe stesa dal padovano Antonio Tolomei:

    9 Febbraio 1848
    QUI
    alle irruente orde straniere
    studenti e popolani
    per improvvisa concordia terribili
    il petto inerme opponendo
    auspicarono col sangue
    il riscatto d'Italia


    poco più di cinquanta anni dopo quella data l'insigne latinista Concetto Marchesi ( figlio di quella Sicilia per la quale erano partiti il Mario ed altri giovani veneti,) ,da rettore della università di Padova, rivolse agli istudenti padovani, che ,con il loro "petto inerme" lo difesero dalle squadre fasciste, l'invito a far "risorgere i battaglioni della Patria". E l'Università padovana, di Meneghetti, di Opocher, e dei "piccoli maestri" Meneghello e Magagnato, tornò ad essere uno dei principal iriferimenti per tutto il Veneto nella nuova lotta di Liberazione .
    Ultima modifica di edera rossa; 12-02-11 alle 04:22
    "E' decretato che ogni uomo il quale s'accosta alla setta dei moderati debba smarrire a un tratto senso morale e dignità di coscienza?" G. Mazzini

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  7. #7
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    Predefinito Rif: 8 febbraio 1848 - 8 febbraio 2011

    Faccio i miei complimenti per l'informazione,in effetti ignoravo i fatti.
    E lodo Edera e Antenoride per le notizie di cui sono sempre ricchi.

    Vota Cavaliere Nero alla Camera

    Repubblicano Liberaldemocratico

  8. #8
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    Predefinito Rif: 8 febbraio 1848 - 8 febbraio 2011

    .«Padova capitale del Risorgimento i veneti orgogliosi di essere italiani»

    +-di Albino Salmaso
    «Padova fu una delle capitali italiane del Risorgimento grazie all'università, autentico motore ideologico e politico dell'insurrezione contro gli austriaci. La storia non si cancella e basta entrare nella sala bianca del Pedrocchi per capire cosa accadde l'8 febbraio 1848. Sul muro ci sono ancora i fori delle pallottole dello scontro in cui morirono gli studenti Giovanni Anghinoni e Giovanni Battista Ricci. La rivolta del Bo anticipò le 5 giornate di Milano e i veneti nel Risorgimento hanno avuto un ruolo decisivo non solo con la Repubblica di Venezia di Daniele Manin, ma con un movimento d'opinione d'élite che sposò gli ideali di Cavour, Mazzini e Garibaldi. Certe polemiche contro i 150 anni dell'unità d'Italia non hanno proprio fondamento». Andrea Colasio, assessore alla Cultura, ex deputato Pd e sociologo con cattedra alla Sorbona di Parigi si è presentato puntuale all'appuntamento delle celebrazioni. La prima lettera porta la data del 27 agosto 2010 ed è indirizzata ad Antonio Finotti, presidente della Fondazione Cariparo; 7 cartelle dense di appuntamenti e la richiesta di finanziamento di un volumetto da distribuire agli studenti. Missione compiuta: da domani si alza il sipario. Assessore Colasio, mentre la Provincia ha costretto il professor Mario Bertolissi a dimettersi dal comitato per i 150 anni dell'unità d'Italia, il Comune di Padova ha addirittura stampato un libro: come mai? «Perché è nostro dovere tramandare la memoria storica attraverso i luoghi, i fatti e i personaggi che hanno portato l'Italia a diventare uno stato unitario nel 1861 e poi una grande nazione democratica in Europa, dopo secoli di divisioni. Ai ragazzi vanno spiegati i nobili ideali del Risorgimento e spero che nelle scuole si avvii una riflessione critica. Le racconto un aneddoto. Nel comodino conservo una copia del libro Cuore di De Amicis e spesso rileggo la novella del Piccolo patriota padovano, che narra la vicenda di un bambino povero venduto dai genitori ad una compagnia di saltimbanchi. Il bimbo scappa e si imbarca su un battello per Genova e a tre compagni d'avventura racconta la sua storia e questi gli offrono delle monete, ma lui le restituisce quando i tre stranieri dicono che gli italiani sono sporchi e poco onesti». De Amicis è finito in soffitta e della Piccola vedetta lombarda, del tamburino sardo e del piccolo patriota padovano non si ricorda più nessuno. Perché Padova fu così importante nel Risorgimento? «Perché grazie alla sua prestigiosa università poteva contare su un'élite cosmopolita, figlia dell'illuminismo francese e tenace avversaria del regime dispotico austriaco. Il Bo, lo Studio veneto, venne equiparato agli altri atenei dell'impero e quindi sottoposto alla censura più rigida con il divieto di creare associazioni. La prima risposta fu lo sciopero del fumo per non pagare all'imperatore la tassa sui sigari e l'8 febbraio 1948 ci fu lo scontro con le truppe austriache. L'università fu chiusa fino al novembre 1850 e poi ancora nel 1859 ma l'ideale risorgimentale diventò la ragione di vita di un'intera generazione». Padova capitale triveneta dei moti carbonari, della Giovane Italia di Giuseppe Mazzini? «Sì. La nostra città, grazie al suo ateneo, fu il crocevia della cospirazione antiaustriaca, dei comitati segreti nazionali e d'azione guidati da Mazzini e Garibaldi. E i protagonisti hanno davvero segnato la storia: si tratta di Alberto Cavalletto, ingegnere idraulico, liberale, combattente della Repubblica di Venezia, imprigionato dagli austriaci e poi senatore del regno d'Italia. Un leader politico, alla pari di Vincenzo Stefano Breda. Nobili figure di donne come Teresina Cibele Legnazzi, cui il poeta Giacomo Zanella dedicò una poesia. E ancora: Andrea Meneghini, primo sindaco di Padova dal 1866 al 1870 e il poeta Arnaldo Fusinato. Infine i garibaldini: Tonina Marinelli, padovana e unica donna imbarcata con i Mille a Quarto di Genova, che si travestì da uomo per partecipare ai combattimenti. Nelle Camicie rosse si arruolarono undici universitari e un ragazzo di Chioggia, Giuseppe Marchetti: aveva solo 11 anni». 16 gennaio 2011
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    Predefinito Rif: 8 febbraio 1848 - 8 febbraio 2011

    .Coccarde tricolori anti-Lega per l'inaugurazione dell'anno accademico del Bo
    Lettera-appello di un gruppo di docenti per legare la cerimonia di venerdì al 150° anniversario dell'Unità d'Italia (17 marzo): "Noi ci sentiamo italiani. Veneti, ma prima di tutto italiani". L'esatto contrario dello slogan del governatore Luca Zaia, invitato nell'aula magna dell'Università

    anno accademico, università, tricolore, unità padova Da leggere Commenti (1) +-di Fabiana Pesci
    PADOVA. L'inaugurazione dell'anno accademico si tinge di tricolore. Domani non sarà solo la prolusione di Cesare De Michelis ad ancorare la cerimonia che ricorda i 789 anni di vita dell'Università di Padova al 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Sul petto dei docenti ci sarà una coccarda con i colori della bandiera italiana. Un appello al Veneto perché sia meno tiepido nel ricordare il 17 marzo 1861. Ed il vento d'italianità che soffierà in aula magna non potrà non sfiorare il presidente della giunta regionale, Luca Zaia, ospite dell'Ateneo. Saranno molti gli sguardi che si poseranno sull'esponente del Carroccio, che non ha mai nascosto di non subire troppo il fascino della ricorrenza.

    «Non dimenticare l'8 febbraio 1848», il titolo della lettera-appello sottoscritta da cinque docenti dell'ateneo, Franco Cardin (dipartimento di Matematica pura e applicata), Ettore Fornasini (Ingegneria dell'Informazione), Carlo Fumian (Storia), Giorgio Moro (Scienze Chimiche) e Flavio Toigo (Fisica), indirizzata a tutto il mondo accademico. «Noi ci sentiamo italiani - affermano - veneti, ma prima di tutto italiani. La scelta di invitare colleghi, studenti e personale tecnico-amministrativo ad indossare la coccarda con il tricolore non vuole avere colore politico, tuttavia, quest'anno, ci sentiamo di dover riaffermare un impegno».

    I docenti hanno fatto preparare trecento coccarde, interpretando il sentire di molti colleghi. Se temono che Zaia non prenda bene la manifestazione di italianità? «Non cerchiamo lo scontro, tutt'altro». Una speranza c'è: che anche il presidente della Regione indossi il tricolore al suo ingresso al Bo.

    A tingere di bianco, rosso e verde l'inaugurazione dell'anno accademico anche la prolusione di De Michelis: «Nacqui veneziano... e morrò per grazia di Dio italiano». E proprio dai 150 anni dell'Italia parte l'appello dei docenti: «Il 150 anniversario dell'Unità d'Italia ci impone, in qualità di componenti della comunità accademica, di ricordare con orgoglio i fatti dell'8 febbraio 1848 ed il contributo alla costruzione dello Stato nazionale da parte degli studenti, del personale e dei docenti dell'Università di Padova. Né possiamo scordare il ruolo straordinario svolto dalla nostra Università nella Resistenza». «Noi riteniamo che l'inaugurazione dell'anno accademico debba rappresentare un'occasione per riaffermare questi intendimenti e, allo scopo di rendere manifesto il comune impegno, invitiamo i partecipanti alla cerimonia di portare al petto la coccarda tricolore».
    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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