Visualizza Versione Completa : Il tricolore, bandiera giacobina e massonica
Parola di massone:
IL TRICOLORE, BANDIERA GIACOBINA DELL'UNITÀ D'ITALIA, STENDARDO SIMBOLO DELLA CARBONERIA, DELLA GIOVANE ITALIA E DELLA MASSONERIA.
FU LA BANDIERA DELLA REPUBBLICA ROMANA DI MAZZINI E GARIBALDI
di Aldo Chiarle [massone]
Segnalato da Centro Studi G. Federici
Fonte: http://www.grandeoriente.it/notizie/...izie/21021.pdf
Per fugare dal nostro lettore ogni dubbio sull'essere massonico di Aldo Chiarle, annotiamo quanto appresso:
Il fratello Aldo Chiarle ha festeggiato recentemente i suoi sessanta anni di giornalismo e cinquanta anni di iscrizione all’Ordine dei Giornalisti. In questa occasione gli sono giunti da tutta Italia centinaia di biglietti e telegrammi di congratulazione, fra cui, graditissimo, quello del Gran Maestro: “A differenza del petrolio l’inchiostro non è mai venuto meno e così sono trascorsi i 60 anni terribili in cui la tua penna micidiale ha colpito il trono e l’altare. Augurissimi da Gustavo Raffi”.
Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazion
Quante cose si sono scritte sul Tricolore in cento anni! Sul quotidiano L’Avvenire di qualche anno fa, lo “storico” Franco Cardini scrive: “I tre colori della nostra bandiera sono alla base della liturgia cattolica: fede, speranza e carità. (1) Ammantata di questi tre colori è la Beatrice che compare a Dante alla fine della Cantica del Purgatorio”.
(1) Anche gli "storici" dicono le fesserie, se bevono un bicchiere d'entusiasmo in più....
Ma è evidente che quella di Cardini è solo una garbata provocazione, perché chi conosce la storia del nostro Risorgimento sa che l’unità e la libertà d’Italia è stata fatta soprattutto contro il papato (2) e i suoi alleati.
(2) Ripetiamo: parola di massone!
E chi come me (parlo della generazione nata fra le due ultime guerre mondiali) su banchi di scuola non ha sentito il maestro parlare del Tricolore formato dal verde delle nostre valli, dal bianco delle nostre nevi e dal rosso delle fiamme dei nostri vulcani? (3) Ma anche queste romantiche parole sono state coniate quando la bandiera italiana aveva già compiuto cento anni, dal lirismo di Giosuè Carducci.
(3) Altra retorica a buon mercato!
Il Tricolore come bandiera ufficiale d’Italia è nata il 7 gennaio del 1797 quando a Reggio Emilia sono convenuti i delegati di quattro città (Reggio, Modena, Ferrara e Bologna) che già si erano scrollate di dosso i loro dominatori (il Papa da Bologna e Ferrara) (4) intenzionati a costituire la Repubblica Cispadana. E la consacrazione del Vessillo avvenne nella Aula Magna di Palazzo Bognini alla presenza di 36 delegati di Bologna, 24 di Ferrara, 22 di Modena e 20 di Reggio.
(4) Falso: hanno soltanto cambiato padrone, il nuovo si chiamerà Vittorio Emanuele. Ma ci hanno guadagnato o perso?
Perché la scelta di Reggio Emilia? Perché a Reggio Emilia (oltre che a Genova) era stato piantato per la prima volta in Italia l’albero della Libertà, (5) un grande albero che rappresentava la natura, adorno di nastri tricolori e sormontato da emblemi rivoluzionari. L’Inno dell’albero della Libertà, scritto da autori anonimi, è forse una delle prime canzoni popolari che parlano di Libertà, d’Italia e di Patria. (5) Toh, nello stesso periodo, con il culto dell'albero della libertà (da Dio!) inizia la "tradizione" dell'albero di Natale... più alberi e meno presepi, più libertà e meno Dio... Perciò i buoni cristiani preferiscono il presepe! Perciò i buoni cattolici aborriscono l'albero!
Sventolò da allora e ufficialmente il Tricolore sino alla caduta di Napoleone (1814) quando con il ritorno del dominio austriaco, la bandiera dei tre colori divenne simbolo di sovversione e di cospirazione; e proprio in quei giorni venne consacrato con il sangue dei martiri (6) come unica bandiera dell’Italia che stava iniziando con i moti carbonari il lungo e sanguinoso cammino verso la sua unità. Una delle prime apparizioni della bandiera tricolore fu a Milano nel novembre del 1796 e fu lo stesso Napoleone a consegnare uno stendardo bianco, rosso e verde ad un Corpo di volontari lombardi. Alla sommità dell’asta vi era il “livello” massonico. (6) Prima i "martiri" erano coloro che morivano per Dio, dal Risorgimento sono quelli che cadono per la "nuova" patria (mentre i caduti per la "vecchia" saranno detti briganti). Oggi poi abbiamo l'inflazione dei martiri...
Bianco, rosso e verde, perché bianco e rosso erano due dei tre colori della bandiera francese (l’altro colore, il blu, era quello del comune di Parigi); il verde al posto del blu perché il verde era il colore dell’albero della libertà, simbolo del diritto dei popoli alla libertà.
Alcuni storici, parlando del colore verde hanno accennato al sacro ed iniziatico colore della Massoneria, il che è vero e non solo perché la bandiera donata da Napoleone ai volontari lombardi aveva sull’asta il livello massonico, ma perché il tricolore era la bandiera sacra delle vendite carbonare e poi della Giovine Italia e da sempre quella delle officine massoniche. E il bolognese Zamboni Luigi, massone e carbonaro, nel suo tentativo di sollevare a Bologna una insurrezione antipontificia, adottò per vessillo questi tre colori. Arrestato, si uccise in carcere nel 1795: aveva solo ventitrè anni...
Il tricolore è sacro per i fratelli massoni, in ogni riunione massonica, ad apertura dei lavori, il Tricolore è portato all’Oriente, vicino al Maestro Venerabile.
Dimenticato da tanti anni, specialmente da coloro che ben volentieri lo avrebbero sostituito con una bandiera rossa o con quella del Vaticano, sta passando un momento di moda e si parla di metterlo in ogni aula di scuola ed in ogni edificio pubblico. Ma siamo sicuri, e lo diciamo con profondo rammarico, che presto non se ne parlerà più e che sventolerà per le strade d’Italia ai prossimi campionati di calcio o alle Olimpiadi.
Aldo Chiarle
Il Tricolore, bandiera giacobina dell'Unità d'Italia... (http://www.salpan.org/ARTICOLI/Il%20tricolore.htm)
Unghern Kahn
27-02-10, 12:29
Esatto tutto quanto: cose onestamente risapute specialmente quì al sud l'unità d'Italia è sempre stata vista come un'occupazione territoriale delle forze piemontesi/nordiste contro la popolazione locale. Dietro il risorgimento sicuramente c'erano forze nascoste (massoneria e circoli liberali) anti-tradizionali, anti-clericali e sovversivi. L'analisi di questo articolo è esatta.
Stalinator
27-02-10, 12:52
Attinenze con l'eurasismo? :mmm:
Eh sai stalinator l'importante scontro fra Mazziniani e anti mazziniani è una delle patate bollenti della storia a noi contemporanea!:gratgrat:
Esatto tutto quanto: cose onestamente risapute specialmente quì al sud l'unità d'Italia è sempre stata vista come un'occupazione territoriale delle forze piemontesi/nordiste contro la popolazione locale. Dietro il risorgimento sicuramente c'erano forze nascoste (massoneria e circoli liberali) anti-tradizionali, anti-clericali e sovversivi. L'analisi di questo articolo è esatta.
E qualora l'analisi dell'articolo fosse esatta, oggi cosa dovremmo fare?
Restituire il lombardo veneto agli austriaci, la terronia agli spagnoli o cercare di rafforzare una nazione che ormai è fatta e che è tutt'altro che una casuale unione di etnie differenti?
Ma soprattutto: attinenze con l'eurasiatismo?
E qualora l'analisi dell'articolo fosse esatta, oggi cosa dovremmo fare?
Restituire il lombardo veneto agli austriaci, la terronia agli spagnoli o cercare di rafforzare una nazione che ormai è fatta e che è tutt'altro che una casuale unione di etnie differenti?
Ma soprattutto: attinenze con l'eurasiatismo?
Semplice: kremator dopo aver provato la via carrocciopadana con scarsi risultati, ora tenta di farsi prestare attenzione qua dentro.
Krem dai torna su dr, solo noi ti appreziamo davvero.
Stalinator
27-02-10, 14:49
E qualora l'analisi dell'articolo fosse esatta, oggi cosa dovremmo fare?
Restituire il lombardo veneto agli austriaci, la terronia agli spagnoli o cercare di rafforzare una nazione che ormai è fatta e che è tutt'altro che una casuale unione di etnie differenti?
Ma soprattutto: attinenze con l'eurasiatismo?
L'Italia ha un senso geografico che altri non hanno: ha confini naturali in ogni direzione, senza considerare che la sua storia linguistica, letteraria e comunitaria consentirebbe al territorio dell'Umbria, delle Marche e del Granducato di Toscana (sostanzialmente il tronco italiano che da Ravenna giunge a Roma) di parlare di un destino a sè stante, che ha dato origine all'Etruria, all'Impero di Roma, allo Stato Pontificio, ad un'enclave bizantina dei controcavoli e al Rinascimento: molto più logico del secessionismo del Lombardo-Veneto. :giagia:
Lucio Vero
27-02-10, 23:32
Oggi, il retorico nazionalismo, il patriottismo della pizza e della tagliatella è l'unico leit-motiv della Destra condiviso all'interno di questo Stato.
Stato che percepisce il ventennio fascista - che di elementi positivi ne aveva - come estraneo, mentre viceversa predilige la Repubblica nata dall'antifascismo e dalla resistenza e l'unità d'Italia massonica sulla scia della Rivoluzione Francese. Italia unita male e "creata" peggio con il malaffare al Sud, l'urbanizzazione e la cementificazione al Nord, le migrazioni interne che hanno distrutto culture a favore dei soliti noti etc, etc.
D'altro canto lo sciovinismo, che si colloca al di fuori dei miti fondanti di questa Repubblica delle Banane, non può aiutare poichè, al di là del modo con cui si fa politica e delle proposte, ci si basa su miti assolutamente sbagliati e incondivisibili - basta guardare, in certi ambienti, l'elogio di Alberto da Giussano, quando invece si dovrebbe tifare per il Sacro Romano Impero.
Oggi, per affrontare l'ultimo stadio della sovversione rappresentato dalla società multirazziale, dal livellamento etnico, dallo sfrenato liberal-capitalismo, dal rafforzamento della colonia Europa - l'UE in questo Occidente che va dalle marche della Russia a Tokyo passando per Nuova York - si dovrebbero rafforzare le latenti identità, cercando di rinvigorire e rettificare - con una opportuna scelta di ciò che è valido e condiviso nella nostra storia da ciò che è estraneo (vedi la Federazione Russa) - lo Stato-nazione ed allo stesso tempo mettere a posto le situazione regionale-locale - oltre a quella interna - precipitata in questi 65 anni. Qualora la sfida diventi più difficile - ovvero lo svuotamento delle scarse competenze degli Stati-nazionali - si può pensare allo sciovinismo, al piccolo nazionalismo ma, per adesso, si dovrebbe cercare la sovranità nazionale guardando soprattutto verso Est.
Stalinator
28-02-10, 00:24
Midgard che vuol dire tutta sta roba? L'Occidente dove va? Il Sacro Romano Impero? Ma per carità... Al limite puoi prendere l'Impero Bizantino come riferimento. Credo che i miti universali romano-tedeschi possiamo lasciarli stare. Il micro-nazionalismo è un prodotto da idioti di estrema destra di servizio. Oggi l'importante è la difesa degli interessi regionali, nell'ambito della federazione di macro-territori uniti nell'Eurasia. Difendere l'interesse italiano dovrebbe guardare proprio all'ottica della difesa dell'Europa Occidentale sulla sua regione mediterranea.
Il separatismo e lo sciovinismo sono due ostacoli enormi sulla direzionale dell'Eurasia.
L'Italia ha un senso geografico che altri non hanno: ha confini naturali in ogni direzione, senza considerare che la sua storia linguistica, letteraria e comunitaria consentirebbe al territorio dell'Umbria, delle Marche e del Granducato di Toscana (sostanzialmente il tronco italiano che da Ravenna giunge a Roma) di parlare di un destino a sè stante, che ha dato origine all'Etruria, all'Impero di Roma, allo Stato Pontificio, ad un'enclave bizantina dei controcavoli e al Rinascimento: molto più logico del secessionismo del Lombardo-Veneto. :giagia:
bravo.
l'Italia secondo la sua storia andrebbe divisa almeno in 3 parti...
ma e' storia...ora la Nazione e' fatta geograficamente. stop
Oggi, il retorico nazionalismo, il patriottismo della pizza e della tagliatella è l'unico leit-motiv della Destra condiviso all'interno di questo Stato.
Stato che percepisce il ventennio fascista - che di elementi positivi ne aveva - come estraneo, mentre viceversa predilige la Repubblica nata dall'antifascismo e dalla resistenza e l'unità d'Italia massonica sulla scia della Rivoluzione Francese. Italia unita male e "creata" peggio con il malaffare al Sud, l'urbanizzazione e la cementificazione al Nord, le migrazioni interne che hanno distrutto culture a favore dei soliti noti etc, etc.
D'altro canto lo sciovinismo, che si colloca al di fuori dei miti fondanti di questa Repubblica delle Banane, non può aiutare poichè, al di là del modo con cui si fa politica e delle proposte, ci si basa su miti assolutamente sbagliati e incondivisibili - basta guardare, in certi ambienti, l'elogio di Alberto da Giussano, quando invece si dovrebbe tifare per il Sacro Romano Impero.
Oggi, per affrontare l'ultimo stadio della sovversione rappresentato dalla società multirazziale, dal livellamento etnico, dallo sfrenato liberal-capitalismo, dal rafforzamento della colonia Europa - l'UE in questo Occidente che va dalle marche della Russia a Tokyo passando per Nuova York - si dovrebbero rafforzare le latenti identità, cercando di rinvigorire e rettificare - con una opportuna scelta di ciò che è valido e condiviso nella nostra storia da ciò che è estraneo (vedi la Federazione Russa) - lo Stato-nazione ed allo stesso tempo mettere a posto le situazione regionale-locale - oltre a quella interna - precipitata in questi 65 anni. Qualora la sfida diventi più difficile - ovvero lo svuotamento delle scarse competenze degli Stati-nazionali - si può pensare allo sciovinismo, al piccolo nazionalismo ma, per adesso, si dovrebbe cercare la sovranità nazionale guardando soprattutto verso Est.
:paura:
ma che hai ingoiato ? :sofico:
l'identita' italiana come insegna Cardini sarebbe Comunale.
Qui bisogna ragionare di Imperium alla Thiriart altro che Padania o Sacro Romano Impero
Lucio Vero
28-02-10, 00:43
Il micro-nazionalismo è un prodotto da idioti di estrema destra di servizio. Oggi l'importante è la difesa degli interessi regionali, nell'ambito della federazione di macro-territori uniti nell'Eurasia. Difendere l'interesse italiano dovrebbe guardare proprio all'ottica della difesa dell'Europa Occidentale sulla sua regione mediterranea. Il separatismo e lo sciovinismo sono due ostacoli enormi sulla direzionale dell'Eurasia.
Guarda che sostanzialmente è quello che ho detto io.
Midgard che vuol dire tutta sta roba? L'Occidente dove va? Il Sacro Romano Impero? Ma per carità... Al limite puoi prendere l'Impero Bizantino come riferimento. Credo che i miti universali romano-tedeschi possiamo lasciarli stare.
Non capisco il passaggio.
Ad ogni modo esistono tre tipi d'Europa con tre relative zone d'influenza, con dei confini non netti ma simili ai limes romani - come rilevava Terracciano: quella romana-classica-mediterranea che dovrebbe avere l'Italia come perno, quella nordica-scandinava-germanica (e aggiungiamoci anche quella Mitteleuropea) con la Germania come perno, e quella ortodosso-bizantina con la Russia.
Lucio Vero
28-02-10, 00:53
:paura:
ma che hai ingoiato ? :sofico:
E' tardi e sono stanco. :D
L'identita' italiana come insegna Cardini sarebbe comunale.
Beh sarebbe locale - quindi provinciale e regionale.
Ora come ora l'Italia è unita ma presenta numerosi problemi. In attesa che l'Europa si risvegli, si deve quantomeno mettere a posto la situazione interna creando quel famoso processo federalistico citato da Giovanni Damiano (non ho parlato di secessioni o fanatici nazionalismi) che vada in alto e in basso e capire quello che può essere valido nella nostra storia e ciò che non può esserlo. Oltre a combattere la società multirazziale, il livellamento, il turbocapitalismo occidentale.
Qui bisogna ragionare di Imperium alla Thiriart altro che Padania o Sacro Romano Impero
Io non ho mai parlato ne di Padania ne di Sacro Romano Impero. Non capisco come mai mi si fanno queste obiezioni.
Jean Thiriart, che comunque ha offerto degli spunti validi, ha detto anche numerose cose non valide - compreso il discorso di Imperium e Dominium, già chiarito da altri autori.
Stalinator
28-02-10, 01:17
Guarda che sostanzialmente è quello che ho detto io.
Non capisco il passaggio.
Ad ogni modo esistono tre tipi d'Europa con tre relative zone d'influenza, con dei confini non netti ma simili ai limes romani - come rilevava Terracciano: quella romana-classica-mediterranea che dovrebbe avere l'Italia come perno, quella nordica-scandinava-germanica (e aggiungiamoci anche quella Mitteleuropea) con la Germania come perno, e quella ortodosso-bizantina con la Russia.
Ma la Russia è in Asia... :mmm:
Lucio Vero
28-02-10, 01:24
Ma la Russia è in Asia... :mmm:
La Russia è anche in Asia.
Stalinator
28-02-10, 01:29
La Russia è anche in Asia.
La Russia è per ben oltre 4/5 in Asia. In pratica quasi 5. Comunque anche volendo dire che lo è solo per 4/5 (che non è assolutamente vero) a quel punto anche Turchia, Iran e Irak dovrebbero essere in Europa.
Lucio Vero
28-02-10, 01:48
La Russia è per ben oltre 4/5 in Asia. In pratica quasi 5. Comunque anche volendo dire che lo è solo per 4/5 (che non è assolutamente vero) a quel punto anche Turchia, Iran e Irak dovrebbero essere in Europa.
Nella "geopolitica secondo Midgard" (:D) il Mondo sarebbe multipolare. Ci sarebbe il Grobeblock europeo con le zone che ti ho elencato prima - sulla struttura è un discorso lungo e difficile -, la Russia comprendente Ucraina, Russia Bianca e ex-Stati sovietici. La Turchia, l'Iran e l'Iraq rientrerebbero in altre zone.
Stalinator
28-02-10, 01:54
Nella "geopolitica secondo Midgard" (:D) il Mondo sarebbe multipolare. Ci sarebbe il Grobeblock europeo con le zone che ti ho elencato prima - sulla struttura è un discorso lungo e difficile -, la Russia comprendente Ucraina, Russia Bianca e ex-Stati sovietici. La Turchia, l'Iran e l'Iraq rientrerebbero in altre zone.
Gli ex Stati Sovietici complicano la situazione: l'Asia Centrale e la Trans-Caucasia sono fondamentalmente altaico-iranici o mongolo-turanici. La Russia può solo annettere Bielorussia, Ucraina e Moldavia tra gli ex Stati dell'Urss. Allora avrebbe senso ma come ponte tra Europa ed Asia non come pezzo di Europa.
Lucio Vero
28-02-10, 01:58
Gli ex Stati Sovietici complicano la situazione: l'Asia Centrale e la Trans-Caucasia sono fondamentalmente altaico-iranici o mongolo-turanici. La Russia può solo annettere Bielorussia, Ucraina e Moldavia tra gli ex Stati dell'Urss. Allora avrebbe senso ma come ponte tra Europa ed Asia non come pezzo di Europa.
Io infatti ritengo che la Russia sia il ponte tra Europa e Asia - anzi, un vero e proprio perno dell'Eurasia. Se non sbaglio è anche la concezione di Dugin.
Stalinator
28-02-10, 02:03
Io infatti ritengo che la Russia sia il ponte tra Europa e Asia - anzi, un vero e proprio perno dell'Eurasia. Se non sbaglio è anche la concezione di Dugin.
Si, è la nazione perno dell'Eurasia ed il simbolo della sintesi tra carattere indoeuropeo e carattere tartaro in un unica specificità storica e destinale: quella della Russia come ponte. Ridurla ad un pezzo dell'Europa non ha senso.
Ragazzi vedo che anche voi avete letto "Eurasia da Bere" di Jean Arthur Stramboldo... complimenti!
Ma la Russia è in Asia... :mmm:
La Russia è anche in Asia.
La Russia è per ben oltre 4/5 in Asia. In pratica quasi 5. Comunque anche volendo dire che lo è solo per 4/5 (che non è assolutamente vero) a quel punto anche Turchia, Iran e Irak dovrebbero essere in Europa.
Ehm, ehm...siamo sul forum Eurasia...
Ragazzi vedo che anche voi avete letto "Eurasia da Bere" di Jean Arthur Stramboldo... complimenti!
Io si. Pure con copia autografata:
"A Spek,
all that thing she said,
tuo,
J.A.Stramboldo
p.s.:dì a Giò di scopare gratis!"
José Frasquelo
28-02-10, 15:16
Semplice: kremator dopo aver provato la via carrocciopadana con scarsi risultati, ora tenta di farsi prestare attenzione qua dentro.
Krem dai torna su dr, solo noi ti appreziamo davvero.
Ma hai letto la data del primo post? :-)
Midgard che vuol dire tutta sta roba? L'Occidente dove va? Il Sacro Romano Impero? Ma per carità... Al limite puoi prendere l'Impero Bizantino come riferimento. Credo che i miti universali romano-tedeschi possiamo lasciarli stare.
Perché, cos'hanno che non va i miti universali romano-tedeschi? E cosa c'entrano con sciovinismo e micr-nazionalismo? Non è che perché siamo eurasiatisti dobbiamo dimenticare la nostra storia.
bravo.
l'Italia secondo la sua storia andrebbe divisa almeno in 3 parti...
ma e' storia...ora la Nazione e' fatta geograficamente. stop
Mah. Sì e no... L'Italia è sempre esistita come idea, sin dall'Impero Romano, se non è stata unita prima è solo per contingenze storiche. Direi che il papato ha avuto delle grosse responsabilità in questo.
:paura:
ma che hai ingoiato ? :sofico:
l'identita' italiana come insegna Cardini sarebbe Comunale.
Mah, l'Italia ha diverse identità, quella dei comuni è un'identità borghese. Comuni e signorie non hanno fatto altro che dividerci.
Qui bisogna ragionare di Imperium alla Thiriart altro che Padania o Sacro Romano Impero
oooh il sacro romano impero!!! :paura:
Mi sembrate due comunisti. -.-
Stalinator
28-02-10, 16:33
Ma hai letto la data del primo post? :-)
Perché, cos'hanno che non va i miti universali romano-tedeschi? E cosa c'entrano con sciovinismo e micr-nazionalismo? Non è che perché siamo eurasiatisti dobbiamo dimenticare la nostra storia.
Mi sembrate due comunisti. -.-
Tu hai mai letto Trubeckoij?
IO sono comunista.
Stalinator
28-02-10, 16:37
Ehm, ehm...siamo sul forum Eurasia...
Appunto: la Russia è la nazione guida dell'Eurasia non un prolungamento dell'Europa. Gli eurocentrici finiscono nell'eurosiberia di Faye e compagnia... La Russia ha una storia che la oppone storicamente all'universalismo dell'Impero Romano, all'illuminismo politico e all'Europa in genere. L'eu-russia è solo un tentativo di ricomprendere la Russia nelle logiche europee come se loro dovessero adattarsi a noi piccoli euro-occidentali. Siamo noi che dobbiamo avvicinarci alla Russia e costituirne il perno difensivo occidentale.
José Frasquelo
28-02-10, 16:55
Tu hai mai letto Trubeckoij?
Sì, ma che c'entra? Si parla di modelli ideali come il ghibellinismo non di etnocentrismo.
IO sono comunista.
Turbeckoij no.. :-D
Stalinator
28-02-10, 17:00
Sì, ma che c'entra? Si parla di modelli ideali come il ghibellinismo non di etnocentrismo.
Turbeckoij no.. :-D
Io non devo compiacere nel 2010 persone vissute un secolo fa... ribadisco soltanto che lo scisma d'Oriente pesa come un macignone...
Lucio Vero
28-02-10, 18:39
Ehm, ehm...siamo sul forum Eurasia...
Con Stalinator ci troviamo tendenzialmente d'accordo. Paradossale. :D
José Frasquelo
28-02-10, 19:09
Io non devo compiacere nel 2010 persone vissute un secolo fa... ribadisco soltanto che lo scisma d'Oriente pesa come un macignone...
Che non c'entra nulla con l'impero romano-germanico. Lo scisma è stato con la Chiesa, mentre dell'Impero occidentale o quel che ne rimaneva Bisanzio non se ne è mai fregata nulla.
Ma tra Caino e Abele con chi state?
Credo se ne possa ricavare un'importante analisi geopolitica.
Ma tra Caino e Abele con chi state?
Credo se ne possa ricavare un'importante analisi geopolitica.
Sul tema consiglio:
"Caino e Abele: un bipolarismo geopolitico" Di J.A. Stramboldo
"Terra contro Mare: Juventus-Napoli alla luce della geopolitica" Di J.A. Stramboldo
"L'uomo tigre: la massa continentale risponde all'accerchiamento" sempre di J. A. Stramboldo
José Frasquelo
28-02-10, 20:12
Ma non dobbiamo discutere più adesso? Oh ditelo prima che ripetiamo a pappardella quello che piace a voi e famo prima.
Ma non dobbiamo discutere più adesso? Oh ditelo prima che ripetiamo a pappardella quello che piace a voi e famo prima.
Diciamo che il forum dovrebbe serivere a discutere di qualcosa di più attuale rispetto all'Impero Bizantino, al fatto se Turbeckoj fosse comunista o meno.
O, almeno, questo dovrebbe essere la particolarità dell'eurasiatismo.
Ma forse mi sbaglio.
Ao', garibbardo era forte, libberale e demmogradigo, 'o volevano pure l'ammerregani
José Frasquelo
28-02-10, 20:30
Diciamo che il forum dovrebbe serivere a discutere di qualcosa di più attuale rispetto all'Impero Bizantino, al fatto se Turbeckoj fosse comunista o meno.
O, almeno, questo dovrebbe essere la particolarità dell'eurasiatismo.
Ma forse mi sbaglio.
Sì, ma come la fate pesante. Ora stiamo parlando di quello, non vedo il problema.
Sì, ma come la fate pesante. Ora stiamo parlando di quello, non vedo il problema.
Il problema è che questo 3d doveva finire nel fondoscala, invece lo stiamo tenendo nelle prime righe con discussioni che non ci azzeccano molto con l'eurasiatismo.
José Frasquelo
28-02-10, 21:41
Il problema è che questo 3d doveva finire nel fondoscala, invece lo stiamo tenendo nelle prime righe con discussioni che non ci azzeccano molto con l'eurasiatismo.
Invece il discorso nazionale, secondo il mio punto di vista, c'entra molto con l'eurasiatismo, in quanto può essere interpretato come la soluzione a simili contenziosi storici.
Invece il discorso nazionale, secondo il mio punto di vista, c'entra molto con l'eurasiatismo, in quanto può essere interpretato come la soluzione a simili contenziosi storici.
E allora si apra una discussione su "questione nazionale ed eurasiatismo" e non si continui a tener alto un articolo delirante.
"La partecipazione ai forum telematici: l'esempio di Harold Mackinder" J.A. Stramboldo
Vidkun Quisling
Norway and the Germanic task in Europe
September 25, 1942
A program speech on the occasion of the 8th Congress of the Nasjonal Samling in Pslo, 25-7 September 1942, at which the regime gave an account of its record of government since the transfer of power in 1940. The first part of the speech dealt with Norway’s role in Europe, while the second discussed internal problems of the party and of Norwegian politics.
(…) If Germany and her allies were to succumb to Bolshevism, no victory by the British and Americans over Germany could save Europe from being completely broken up, Bolshevized and destroyed. Whether Bolshevism or England is victorious, as far as human foresight goes the only result can be a final victory of Bolshevism in Europe, though it would come about differently in the two cases. Only a German victory can save Europe. (…)
This is not merely a war to break the power of Jewry and Bolshevism, capitalism and Communism. This struggle between two worlds has been deeper meaning: it is a fight for a new order in Europe and in the world.
About 400 years ago the unity of Europe and the civilized world of those days was broken up by the Reformation and what we call the modern age, with the emergence of strong, independent national states with their own characteristics.
Today we are certainly faced with the transition to a new age in which Europe is preparing itself for unity in the political, economic and military fields.
This development is nothing new. As with all profound historical processes, it had to begin with some unsuccessful attempts before finally achieving its aim.
Napoleon’s battles were an attempt of this kind, to create a united Europe that could stand up to England and Russia. The dancing Congress of Vienna with its ‘Holy Alliance’ was a much less successful counter-attempt to forge a different kind of European union.
Kaiser William II tried in vain to unite Germany, Russia and France in an alliance that would afterwards have been joined by the other continental powers.
A third failure was that of Briand in France to create a European alliance within the so-called League of Nations. We need waste no words on Coudenhove-Kalergi with his utopian ideas of Pan-Europe.
Today we are in a better situation, not only because the time is ripe to put an end to Britain’s traditional ‘divide and rule’ policy in our continent. Union has become an urgent necessity for all European peoples if they are not either to be overrun by Bolshevism and the ever-stronger Russian monster, or allow the new world and the Anglo-Saxons to condemn them to the fate that ancient Hellas suffered under Roman imperialism. (…)
What security is there now for future generations against this ceaselessly swelling tide of humanity, if the European states continue to play a lone hand, each for itself, or if they constantly form hostile groups and thus continue to be an easy prey to the Americans, Britons and Jews with their ‘divide and conquer’ policy of exploitation?
The situation today, when a strong and victorious Germany under a God-given statesman and leader, holding the necessary power in the European area, wields the combined force of the European peoples – this situation provides not only a unique opportunity but also probably the last chance to settle the fateful question whether Europe shall live or die.
If the European states do not take this opportunity to show skill, energy and mutual understanding in the creation of a new Europe, they will be confronting a dangerous future in between two monsters whose strength is increasing. (…)
If Europe is to maintain its place in the competition that will prevail after the war, it must unite and secure the necessary access to raw material from Africa and the East. In this National Socialist new order the whole economy must be welded into a unity in which money is not an end but a means: otherwise there will again be a danger of violation by capitalist usurers or by the class struggle and trade union domination.
These economic questions likewise cry out for solution on a European basis.
There is no opposition whatever between such European economic cooperation and National Socialism. This form of socialism aims to weld the whole economy of a country into a strong national economic unity, and once that is achieved there will be healthy and perfectly natural cooperation among the peoples of the European economic sphere.
We live in a historic age in which world powers have come into being a conflict with one another. Europe must summon up its forces and guard what it treasures, if it does not want to be torn to pieces in this conflict.
We must create a Europe that does not squander its blood and strength in internecine conflict, but forms a compact unity. In this way it will become richer, stronger and more civilized and will recover its old place in the world.
But the reorganization of Europe depends on creating a single European will, whose uniting force can only spring form a shared political philosophy, for this is the way in which historic peoples have almost always been held together. The philosophy that unites us in that of National Socialism and the new systems allied with it.
Again, Europe can only unite under the protection of a leading power, and this can only be the Great German Reich which lies at the center of Europe. As Piedmont once united Italy and Prussia the German Reich, so Germany must become the nucleus of the new order in Europe: it must drive England and Russia out of Europe in the same way as Piedmont drove out Austria. If Germany is to guarantee the unity and peace of Europe in the long term it must rely on the superior strength of a Germanic confederation, the form of which can serve as a model for cooperation with the other European states.
In this connection the following is especially important.
If Europe and especially the Germanic states are to stand up against Russia in the long run, that is if they are to retain any position at all, there must not only be a union but also active Germanic participation in a joint effort to clear and reorganize the Russian territories. Only the Germanic race can solve the Russian problem, but the task is so tremendous that it requires the cooperation of all Germanic peoples, not least those of Scandinavia, who founded the Russian state in the first place.
The lofty aim of reorganizing Europe can only be achieved by a steadfast union of Germanic peoples.
This is quiet natural in itself, for the Germanic peoples are the only ones in Europe who are akin to one another by blood and civilization. By virtue of their geographical position they are also the strongest and firmest bloc that can be formed in Europe. This, together with the German-Italian axis, is the only possible firm foundation on which the new Europe can be built.
Such a union would also strengthen Norway’s position in Europe and in the world and would afford our country the richest opportunities of using our skills and resources. The need to create such a Germanic community therefore answers to Norwegian interest as well as others. We must be good Norwegians, good members of the Germanic race and good Europeans. These things are not only compatible, but are essential conditions one of another. (…)
Some outlines of the new European community of peoples are coming into view. Europe today is an enlarged economic sphere in which planning principles are largely applied both to the war economy and to civilian supplies. The European forces fighting against the Bolsheviks in Russia and the Caucasus and against the British in North Africa are to a substantial extent under joint command.
In the same way we have recently seen the young people of Europe, who are Europe’s future, joining to form a European Youth League in which fourteen countries are represented. Earlier still, a European press union was formed. Other associations of this kind are already projected, including a European sports association, a postal and telegraphic union and so on.
Thus the new Europe is already taking shape. But no one can say anything about its final form as long as the war still rages unabated. The same is true of the Germanic confederation, which is developing slowly but inevitably from the National Socialist movements of the different Germanic countries. (…)
In due course the Germanic union will be a fact, and then Norway will take its free and honorable place in the new Europe. Moreover, many circumstances combine to make our country an especially valuable member of the new Europe and an important force in developing Germanic cooperation. Germany, the leading power in the reconstruction of Europe, shares this view, and it is therefore all the more incumbent on the Nasjonal Samling to educate the Norwegian people to take a conscious, active part in furthering the new community of nations and especially of the Germanic peoples. (…)
In this fashion Norway will not only become great and free but will provide the firm axis for a Germanic union in the new Europe to which the other Germanic states of the North can attach themselves if they so desire. That is our path leading to Nordic cooperation, a secure position for Norway and the protection of its opportunities for development. (…)
Link (http://www4.dr-rath-foundation.org/brussels_eu/roots/23_quisling_norway_germany.html)
acchiappaignoranti
01-03-10, 13:35
http://lupacap.fltr.ucl.ac.be/images/Images%20Livres/Riviere_Dumezil.jpg
tricolore romano italiano -definizioni
Non si trovano perciò esempi d’evocatio semitica, ma se ne trova uno ittita, cioè indo-europeo, anteriore di circa quindici secoli (Basanoff Evocatio p. 141; Dumézil Rituels p. 47): «la sacerdotessa chiama gli dèi della città nemica dicendo: Vedete, per voi, dèi della città nemica, ho posto qui un vaso di birra. Ho anche preparato a sinistra tavole ornate. E ho coperto per voi le vie d’una stoffa bianca, d’una stoffa rossa, d’una stoffa azzurra. Ora queste stoffe devono servire a voi come strade. Ora camminate su quelle, di là, e diventate favorevoli al (nostro) re, e penetrate sempre più nel paese (che ormai è) vostro. La vecchia (sacerdotessa) dice queste parole e offre un montone alle divinità maschili della città nemica e offre un montone alle divinità femminili della città nemica». Anche Scipione distingue il sesso degli dèi di Cartagine: si deus si dea est «ogni dio, ogni dea». L’evocazione ittita prepara agli dèi tre strade, cioè invita tre classi divine col simbolismo dei colori: il bianco è sacerdotale, IL rosso è guerriero, l’azzurro (O verde ) è popolare.
Non capisco comunque cosa c'entri una discussione sul tricolore in ambito eurasiatista....
Non capisco comunque cosa c'entri una discussione sul tricolore in ambito eurasiatista....
Appunto.
José Frasquelo
17-04-10, 14:59
Senza provocazione può essere anche una discussione interessante.
Senza provocazione può essere anche una discussione interessante.
Non credo che il ritorno al regno delle due sicilie, allo stato della chiesa o all'italia dei comuni sia una soluzione, in prospettiva eurasiatista, interessante.
Non giudico la discussione, giudico l'opportunità di metterla in questo forum.
per curiosità una bandiera tradizionalista del nostro Paese come la fareste ?
José Frasquelo
17-04-10, 19:55
Non credo che il ritorno al regno delle due sicilie, allo stato della chiesa o all'italia dei comuni sia una soluzione, in prospettiva eurasiatista, interessante.
Non giudico la discussione, giudico l'opportunità di metterla in questo forum.
Non mi sono spiegato. Intendo la discussione sulle origini della bandiera.
José Frasquelo
17-04-10, 19:56
per curiosità una bandiera tradizionalista del nostro Paese come la fareste ?
Quella attualmente in voga si ispira ai colori tradizionali della società tripartita, con la variante del verde al posto del nero. Ma pare che abbia origine a partire da Roma.
per curiosità una bandiera tradizionalista del nostro Paese come la fareste ?
nn può mai esserci, però tiro a dirne una: il tricolore classico, con l'effige di un padanista cieco affetto da malattie veneree che pratica onanismo sfrenato davanti alle foto di lombroso, niceforo, lynn sul campo bianco, poi se avanza spazio aggiungerci pure la stella di davide e un 666... indovinate chi è? :D
Quella attualmente in voga si ispira ai colori tradizionali della società tripartita, con la variante del verde al posto del nero. Ma pare che abbia origine a partire da Roma.
Mi dispiace dssentire per l'ennesima volta (non con te personalmete, ma in generale) : mi sembra patetico comesi cerchino a tutti costi origini antiche e affascinanti al tricolore, scomodando Dumezil e quant'altro, quando è storicamente chiaro che la nostra bandiera è di derivazione francese. Comparsa infatti l'anno che le armate di Napoleone entrarono in Italia (i primi tricolori italiani risalgono al 1796 guarda caso).
Co quest non dsidero riaprire qui le poliemiche sullo stato italiao (clone di quello francese ? ) voglio semplicemente riportare coi piedi per terra.
Inogni caso in ottica Eurasiatista ed imperiale non ha importanza se l'Italia è una oppure se è divisa in Padania e quant'altro : basta che ogni componente (regioni d'Europa) siano coerenti a favorevoli all'ideale eurasiatico.
José Frasquelo
19-04-10, 17:46
Mi dispiace dssentire per l'ennesima volta (non con te personalmete, ma in generale) : mi sembra patetico comesi cerchino a tutti costi origini antiche e affascinanti al tricolore, scomodando Dumezil e quant'altro, quando è storicamente chiaro che la nostra bandiera è di derivazione francese. Comparsa infatti l'anno che le armate di Napoleone entrarono in Italia (i primi tricolori italiani risalgono al 1796 guarda caso).
È opera della massoneria, presente sia in Francia che in Italia. Sulla tradizionalità della quale bisognerebbe aprire un altro discorso.
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