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Visualizza Versione Completa : II seduta del senato, II legislatura - tema del federalismo



C@scista
08-06-11, 11:02
II Seduta del Senato


http://i55.tinypic.com/2lw2n9.jpg

Tema del federalismo

Fase di dibattito libero


La fase di dibattito durerà 72 ore (come previsto dalla consuetudine della precedente legislatura del senato) per cui resterà aperta fino a sabato 11 giugno alle ore 11:00



Sen. C@scista
Vice Presidente del Senato.

Haxel
08-06-11, 11:11
incominciamo con questa seduta che avrà come temi tre proposte molto importanti, ovvero LAVOR, FEDERALISMO E FISCO
LAVORO, perchè c'è bisogno di un regolamento che dia una spinta per combattere il problema del precariato, e regolamentare i rapporti tra lavoratori e datori di lavoro
FEDERALISMO, perchè sempre più c'è un bisogno di concedere agli enti locali dei poteri amministrativi e legislativi , per gestire al meglio tutte quelle attività che lo Stato da solo avrebbe difficoltà a gestire, in particolar modo il fedferalismo fiscale può essere davvero un arma che metta in ordine i conti degli enti locali, evitando sprechi e abusi, ma sopratutto che questi soldi possano davvero contribuire a uno sviluppo economico e sociale dei cittadini presrnti in una determinata località
FISCO, perchè sempre più c'è bisogno di una riforma volta a determinare le entrate e le uscite di capitali volti a servire per il bene dei cittadini, e oggi il nostro fisco è uno dei più obsoleti
rimango curioso di come si svolgerà questo dibattito
buon lavoro!

IL PRESIDENTE DEL SENATO
Haxel

C@scista
08-06-11, 11:14
Ricordo ai senatori che non potranno essere ammessi progetti di legge identici a quelli già approvati sulla tematica del federalismo
http://forum.politicainrete.net/senato-di-pol/46683-albo-delle-leggi-approvate.html
nella precedente legslatura del Senato (leggi di cui però si puo' proporre l'abrogazione)

C@scista
08-06-11, 12:53
Apriamo il dibattito sul federalismo.
Colleghi intendo presentare al Senato una legge per l'attuazione del federalismo fiscale applicato al sistema italiano .
Nella mia proposta intendo attribuire però l'autonomia impositiva fiscale non alle regioni come vorrebbe ad esempio la Lega Nord (creando però così un centralismo regionale in sostituzione di quello nazionale) ma direttamente ai comuni che poi tasferiranno una parte delle tasse riscosse da loro alla regione e quindi allo stato centrale per un fondo perequativo nazionale (stato centrale che dismetterà una grossa parte della sua tassazione nazionale cedendola ai comuni mentre manterrà nel mio disegno di legge la metà dell'attuale capacità impositiva ).

Haxel
08-06-11, 12:55
voglio ricordare nuovamente che per federalismo non credo che dobbiamo intenderlo solo come fiscale, ma anche come amministrativo e legislativo :giagia:

Haxel
08-06-11, 12:56
Apriamo il dibattito sul federalismo.
Colleghi intendo presentare al Senato una legge per l'attuazione del federalismo fiscale applicato al sistema italiano .
Nella mia proposta intendo attribuire però l'autonomia impositiva fiscale non alle regioni come vorrebbe ad esempio la Lega Nord (creando però così un centralismo regionale in sostituzione di quello nazionale) ma direttamente ai comuni che poi tasferiranno una parte delle tasse riscosse da loro alla regione e quindi allo stato centrale per un fondo perequativo nazionale (stato centrale che dismetterà una grossa parte della sua tassazione nazionale cedendola ai comuni mentre manterrà nel mio disegno di legge la metà dell'attuale capacità impositiva ).

proposta interessante, vediamo come valuteranno gli altri senatori

Garat
08-06-11, 13:48
Proporrò una proposta semplicissima per un vero federalismo.
Le imprese con sede produttiva in una regione e sede legale in un'altra versano le tasse nella prima e non nella seconda. La cosa va risolta.
Inoltre, considerando che il federalismo passa anche attraverso la riorganizzazione degli enti locali lavorerò anche ad un progetto per eliminare enti inutili.

occidentale
08-06-11, 17:10
Apriamo il dibattito sul federalismo.
Colleghi intendo presentare al Senato una legge per l'attuazione del federalismo fiscale applicato al sistema italiano .
Nella mia proposta intendo attribuire però l'autonomia impositiva fiscale non alle regioni come vorrebbe ad esempio la Lega Nord (creando però così un centralismo regionale in sostituzione di quello nazionale) ma direttamente ai comuni che poi tasferiranno una parte delle tasse riscosse da loro alla regione e quindi allo stato centrale per un fondo perequativo nazionale (stato centrale che dismetterà una grossa parte della sua tassazione nazionale cedendola ai comuni mentre manterrà nel mio disegno di legge la metà dell'attuale capacità impositiva ).

Idea che trovo interessante, ma che necessita a mio avviso di essere inquadrata in un piu' ampio quadro di riforma.

UgoDePayens
08-06-11, 17:28
Apriamo il dibattito sul federalismo.
Colleghi intendo presentare al Senato una legge per l'attuazione del federalismo fiscale applicato al sistema italiano .
Nella mia proposta intendo attribuire però l'autonomia impositiva fiscale non alle regioni come vorrebbe ad esempio la Lega Nord (creando però così un centralismo regionale in sostituzione di quello nazionale) ma direttamente ai comuni che poi tasferiranno una parte delle tasse riscosse da loro alla regione e quindi allo stato centrale per un fondo perequativo nazionale (stato centrale che dismetterà una grossa parte della sua tassazione nazionale cedendola ai comuni mentre manterrà nel mio disegno di legge la metà dell'attuale capacità impositiva ).

Sono contrario: i Comuni, specie quelli più piccoli, non hanno le risorse tecniche ed umane sufficienti a gestire per intero (o quasi) le materie contributive. E d'altronde se per federalismo intendiamo qualcosa più che un federalismo di tipo fiscale, è chiaro che la seconda camera (il senato federale) potrebbe rappresentare gli interessi economici e finanziari solo delle Regioni e non di tutti i più piccoli paeselli. Non so se mi spiego...

In un'ottica sussidiaria, è più logico che a gestire la gran parte delle risorse sia un organismo di livello regionale.

Il punto è quello di applicare in modo davvero puntuale i cosiddetti "costi standard", in modo da arrivare quanto prima ad un riparto più giusto delle risorse finanziarie.

C@scista
08-06-11, 17:39
voglio ricordare nuovamente che per federalismo non credo che dobbiamo intenderlo solo come fiscale, ma anche come amministrativo e legislativo :giagia:


Sono contrario: i Comuni, specie quelli più piccoli, non hanno le risorse tecniche ed umane sufficienti a gestire per intero (o quasi) le materie contributive. E d'altronde se per federalismo intendiamo qualcosa più che un federalismo di tipo fiscale, è chiaro che la seconda camera (il senato federale) potrebbe rappresentare gli interessi economici e finanziari solo delle Regioni e non di tutti i più piccoli paeselli. Non so se mi spiego...

In un'ottica sussidiaria, è più logico che a gestire la gran parte delle risorse sia un organismo di livello regionale.

Il punto è quello di applicare in modo davvero puntuale i cosiddetti "costi standard", in modo da arrivare quanto prima ad un riparto più giusto delle risorse finanziarie.

Cerchero di rispondere ad entrambe le obiezioni dal momento che in fondo sono collegate.
Certo il federalismo non consiste nel semplice federalismo fiscale ma anche nel federalismo legislativo ed amministrativo per cui ovviamente punto anche a ridisegnare le competenze legislative delle regioni e dello stato (basandosi sullo schema dell'attuale titolo quinto della costituzione italiana in cui tutte le materie non direttamente attribuite allo stato nazionale come difesa giustizia , politica estera gestione dell'immigrazione e ordine pubblico sono intese come attribuirte alla competenza delle leggi regionali ma abolendo la pasticciata soluzione della costituzione italiana di prevedere nelle competenze delegislative del secondo tipo snon solole leggi di competenza regionale ma anche le competenze legislative condivise tra leggi nazionali e regionali in cui non si capisce mai bene quali punti sono di competenza dello stato e quali della regione)ma a mio avviso il vero nucleo fondante del federalismo è il fisco dato che consente ai cittadini che vivono nei territori di controllare alla fonte il modo in cui vengono spese le proprie tasse.
Per quel che riguarda l'obiezione del senatore De payens invece ritengo deleterio il meccanismo in cui si tende a sostituire all'accentramento fiscale del giverno l'analogor certi versi peggiore) accentramento regionale.
A mio avviso in Italia la vera unità politico amministrativa veramente viva perchè realmente sentita dai cittadini non è la regione (in fondo esistente da solo poco piu di un secolo) o l'ancora piu artificiosa provincia ma il comune entità esistente da secoli e in cui davvero il cittadino della strada si riconosce eche sente propria.
Naturalmente anche l'obierzione del senatore De Payens sui comuni eccessivamente piccoli e frazionati è basata su obiezioni giuste per cui accogliendo tale obiezione prsenterei un emendamento per incentivare contemporaneamente la fusione amministrativa dei piccoli comuni di cinquemila abitanti consentendo l'accesso al federalismo fiscale solo ai comuni (pre esistenti o fusi) che arrivano ad almeno diecimila abitanti

Italianista
08-06-11, 19:05
Proporrò una proposta semplicissima per un vero federalismo.
Le imprese con sede produttiva in una regione e sede legale in un'altra versano le tasse nella prima e non nella seconda.

Assolutamente d'accordo con la proposta avanzata dal Senatore Garat. In questo modo si risolverebbe parte dello squilibrio di alcune regioni italiane (specie meridionali) che pur ospitando impianti produttivi, ricevono compensi minimi a causa della diversa sede legale dell'azienda.

C@scista
09-06-11, 12:40
Sul federalismo intervengo ora in veste di vice presidente per fare una precisazione tecnica.

Il Senatore Farat ha accennato all'intenzione di abolire le provincie in un suo disegn di legge ma questa parte del suo (eventuale ì) PDL non è ammissibile in quanto le provincie sono già state abolite da una legge approvata da questo senato nella scorsa legislatura.
Senatore C@scista
Vice Presidente del senato


Legge GALT n.20 del Senato - Riorganizzazione dello Stato.




Principi Generali


La presente Legge vuole riorganizzare il territorio dello Stato in unità amministrative locali più funzionali che rispecchino maggiormente la struttura economico-sociale del territorio e che garantiscano un reale livello intermedio fra il cittadino e lo Stato centrale.



Art. 1

Con la presente legge sono soppresse tutte le regioni, le province ed i comuni . Sono altresì soppresse tutte le comunità montane, consorzi di bonifica e qualsiasi altro ente intermedio democratico o costituito da precedenti enti amministrativi.


Dei Dipartimenti


Art. 2

Sono costituiti, quali organi intermedi fra il Cittadino e lo Stato Centrale, i Dipartimenti. I Dipartimenti saranno più grandi delle attuali province ma più piccoli delle attuali Regioni, al fine di creare una dimensione ottimale di unità amministrativa.
Ogni Dipartimento è guidato da un Presidente eletto per 5 anni con mandato rinnovabile per una volta a suffragio universale e diretto da tutti i cittadini secondo un sistema a doppio turno.
Ogni Dipartimento elegge un'assemblea di minimo 9 e massimo 21 (a seconda della popolazione del Dipartimento) consiglieri dipartimentali eletti a suffragio universale e diretto da tutti i cittadini.
Ogni dipartimento non potrà avere meno di 300.000 abitanti. I confini del dipartimento dovranno rispecchiare le caratteristiche economiche, sociali e demografiche della popolazione.
Le attuali province di Aosta e Trieste sono escluse da questa legislazione e costituiscono dipartimenti autonomi.
Tutte le competenze che la Costituzione Italiana non affida esplicitamente al Governo Centrale sono competenza de Dipartimenti.
Viene abolito lo Status di Regione a Statuto Autonomo. Ai distretti appartanementi alle attuali Regioni e Province Autonome, viene garantita la rappresentanza negli organi di Governo Nazionali in modo almeno paritario a quella attuale.


Dei Distretti Metropolitani


Art. 3

I Dipartimenti la cui superficie è coperta in massima parte da un grande centro urbano e da una cerchia di altri comuni limitrofi conglomerati in un unico super-ammasso urbano si costituiscono come Distretti Metropolitani.
Per i Distretti Metropolitani valgono le norme espresse nell'articolo precedente per i Dipartimenti, ad eccezione:
- del numero dei consiglieri, che è da un minimo di 7 ad un massimo di 15
- del nome del Presidente che è sostituito con quello di Sindaco
- nei Distretti Metropolitani non esistono Comuni ma solo un unica entità. Il distretto metropolitano si organizza in circoscrizioni sul modello di quelle adottate da altre aree metropolitane in Europa come Londra

Art. 4

Il Distretto Metropolitano di Roma assume il nome di Distretto Federale.


Dei Comuni


Art. 5

Nei Dipartimenti i Comuni sono tutti quei conglomerati urbani con una popolazione superiore ai 5.000 abitanti. I centri abitati con meno di 5.000 abitanti sono uniti ad altri simili in un entità comunale che non abbia un diametro superiore ai 15km dal centro abitato principale.
I Comuni eleggono un sindaco a suffragio universale e diretto secondo un sistema a doppio turno.
I Comuni eleggono un consiglio comunale formato da 9 consiglieri nei comuni con meno di 15.000 abitanti e fino a 15 per i centri maggiori.
Ogni dipartimento regola il livello di autonomia dei singoli comuni, seguendo le linee guida contenute nella Costituzione.
Ai comuni frontalieri, ovvero di confine con altre Nazioni e in cui siano presenti etnie corrispondenti ad almeno il 30% della popolazione viene conferito lo stato di Comune Frontaliero il quale puo' richiedere al proprio dipartimento supporto economico/fiscale opportunamente giustificato.


Delle province autonome e riorganizzazione enti disciolti.


Art. 6

-Sono soppresse tutte le province autonome.

-Tutte le strutture amministrative facenti capo agli Enti disciolti dovranno essere del pari disciolti,
Anche quelli facenti capo al Governo Centrale.
Non ha senso alcuno conservare una Prefettura in una Provincia che non esiste più.
A ciascun Dipartimento dovrà essere assegnato un Prefetto, che conserverà le competenze e le attribuzioni del Prefetto odierno, in attesa di nuove leggi che precisino le modifiche da apportare.

-Il personale degli enti, compresi quadri e dirigenti, verrà riassegnato ove necessario nelle strutture in loco, o in altre del Dipartimento ove si rendesse necessario.

-Tutte le consulenze e i contratti assegnati dagli Enti Soppressi verranno dichiarati decaduti ipso facto e rescissi l’anno seguente alla soppressione degli enti stessi, per mantenere i servizi e permettere la riorganizzazione degli stessi.
Verrà concessa una indennità pari ad un anno dei pagamenti ai fornitori fissati nel contratto.
Tale indennità avrà natura di accordo risolutivo tra le parti e non potrà essere impugnato dai contraenti una volta firmato, pena la nullità della pattuizione.



Il Presidente promulga.
Cabraizinho

Garat
09-06-11, 12:42
Sul federalismo intervengo ora in veste di vice presidente per fare una precisazione tecnica.

Il Senatore Farat ha accennato all'intenzione di abolire le provincie in un suo disegn di legge ma questa parte del suo (eventuale ì) PDL non è ammissibile in quanto le provincie sono già state abolite da una legge approvata da questo senato nella scorsa legislatura.
Senatore C@scista
Vice Presidente del senato

Prendo atto, onestamente non ricordavo. Ciò non toglie che di enti inutili da abolire ce ne sono.

sen. "Farat".:D

SteCompagno
09-06-11, 14:38
Ammetto a tutti i colleghi di essere poco preparato sul Tema del Federalismo, quindi non potrò che imparare.

Dico subito che la proposta del compagno Garat sulle imprese mi sembra ottima e risolve parecchi problemi.

Ricordo che il Presidente Haxel del gruppo di Uniti per POL aveva segnalato una riforma in senso Federale nel programma di governo della lista UP-Per Manfr Presidente, sarebbe ottimo partire da li per noi della Maggioranza.

UgoDePayens
09-06-11, 15:33
Sul federalismo intervengo ora in veste di vice presidente per fare una precisazione tecnica.

Il Senatore Farat ha accennato all'intenzione di abolire le provincie in un suo disegn di legge ma questa parte del suo (eventuale ì) PDL non è ammissibile in quanto le provincie sono già state abolite da una legge approvata da questo senato nella scorsa legislatura.
Senatore C@scista
Vice Presidente del senato

Domanda tecnica: esiste anche una procedura per ABOLIRE delle norme precedentemente approvate?
Si possono approvare mozioni itpo "la legge tal dei tali è abrogata" o "la legge tal dei tali è modificata secondo quanto segue:
all'art 1 le parole "zxxxz" sono sostituite da "yyyyy""
?

C@scista
09-06-11, 16:27
Domanda tecnica: esiste anche una procedura per ABOLIRE delle norme precedentemente approvate?
Si possono approvare mozioni itpo "la legge tal dei tali è abrogata" o "la legge tal dei tali è modificata secondo quanto segue:
all'art 1 le parole "zxxxz" sono sostituite da "yyyyy""
?

Certamente: la procedura suggerita dal senatore De Payens per abrogare leggi approvate precedentemente nella scorsa legislatura dal senato è tecnicamente corretta
Pero' attenzione : si possono abrogare o modificare solo le leggi approvate nella precedente legislature mentre per le leggi che verranno approvate in questa legislatura il regolamento del senato vieta di modificarle fino al termine diquesta legislatura
Vice Presidente del Senato
Senatore C@scista



http://forum.politicainrete.net/senato-di-pol/84979-regolamento-del-senato.html
Regolamento del Senato

Leggi Approvate

Tutte quelle proposte di legge approvate, diventeranno leggi ufficiali dello Stato, fino a quando non verranno modificate parzialmente o sostituite completamente con l' approvazione di un altra proposta di legge, sul medesimo tema.
Le leggi approvate in ogni caso non potranno più essere modificate o sostituite, e quello specifico tema non potrà più essere trattato fino alla fine della legislatura.
Solo nella legislatura successiva si potrà tornare a legiferare su quello specifico tema.
I temi delle leggi non approvate potranno essere di nuovo presentati al turno di dibattito successivo.

UgoDePayens
09-06-11, 16:56
Certamente: la procedura suggerita dal senatore De Payens per abrogare leggi approvate precedentemente nella scorsa legislatura dal senato è tecnicamente corretta
Pero' attenzione : si possono abrogare o modificare solo le leggi approvate nella precedente legislature mentre per le leggi che verranno approvate in questa legislatura il regolamento del senato vieta di modificarle fino al termine diquesta legislatura
Vice Presidente del Senato
Senatore C@scista

Molto bene, grazie del chiarimento. Attendo con fiducia che si cominci a parlare anche di famiglia :D

Juv
09-06-11, 17:00
Sul federalismo intervengo ora in veste di vice presidente per fare una precisazione tecnica.

Il Senatore Farat ha accennato all'intenzione di abolire le provincie in un suo disegn di legge ma questa parte del suo (eventuale ì) PDL non è ammissibile in quanto le provincie sono già state abolite da una legge approvata da questo senato nella scorsa legislatura.
Senatore C@scista
Vice Presidente del senato

Mamma mia che porcata di legge. Regioni, provincie, comuni, tutti enti amministrativi che rappresentano situazioni ed evoluzioni storiche con secoli per non dire millenni, di storia, soppressi con un tratto di penna, in una maniera scandalosamente centralista e senza una mediazione con le parti in causa.

C@scista
09-06-11, 17:03
Mamma mia che porcata di legge. Regioni, provincie, comuni, tutti enti amministrativi che rappresentano situazioni ed evoluzioni storiche con secoli per non dire millenni, di storia, soppressi con un tratto di penna, in una maniera scandalosamente centralista e senza una mediazione con le parti in causa.

concordo: che ne dice senatore Juv presentiamo insieme un disegno di legge per abolire la legge Galt n.20 sui mega macro dipartimenti (centralista) approvata da questo senato la scorsa legislatura?
Al suo posto presenteremo un disegno di legge veramente federalista (il cui principio è il passaggio di competenza dalcentro alla periferia e non viceversa)

UgoDePayens
09-06-11, 17:04
Cerchero di rispondere ad entrambe le obiezioni dal momento che in fondo sono collegate.
Certo il federalismo non consiste nel semplice federalismo fiscale ma anche nel federalismo legislativo ed amministrativo per cui ovviamente punto anche a ridisegnare le competenze legislative delle regioni e dello stato (basandosi sullo schema dell'attuale titolo quinto della costituzione italiana in cui tutte le materie non direttamente attribuite allo stato nazionale come difesa giustizia , politica estera gestione dell'immigrazione e ordine pubblico sono intese come attribuirte alla competenza delle leggi regionali ma abolendo la pasticciata soluzione della costituzione italiana di prevedere nelle competenze delegislative del secondo tipo snon solole leggi di competenza regionale ma anche le competenze legislative condivise tra leggi nazionali e regionali in cui non si capisce mai bene quali punti sono di competenza dello stato e quali della regione)ma a mio avviso il vero nucleo fondante del federalismo è il fisco dato che consente ai cittadini che vivono nei territori di controllare alla fonte il modo in cui vengono spese le proprie tasse.
Per quel che riguarda l'obiezione del senatore De payens invece ritengo deleterio il meccanismo in cui si tende a sostituire all'accentramento fiscale del giverno l'analogor certi versi peggiore) accentramento regionale.
A mio avviso in Italia la vera unità politico amministrativa veramente viva perchè realmente sentita dai cittadini non è la regione (in fondo esistente da solo poco piu di un secolo) o l'ancora piu artificiosa provincia ma il comune entità esistente da secoli e in cui davvero il cittadino della strada si riconosce eche sente propria.
Naturalmente anche l'obierzione del senatore De Payens sui comuni eccessivamente piccoli e frazionati è basata su obiezioni giuste per cui accogliendo tale obiezione prsenterei un emendamento per incentivare contemporaneamente la fusione amministrativa dei piccoli comuni di cinquemila abitanti consentendo l'accesso al federalismo fiscale solo ai comuni (pre esistenti o fusi) che arrivano ad almeno diecimila abitanti

Una cosa non mi è chiara: le Regioni che tipo di ruolo avrebbero in un'organizzazione così atomizzata?
Il riferimento che tu, caro e stimatissimo collega, fai all'età dei comuni è chiaro, ed è sommamente apprezzato dal sottoscritto (viva la Serenissima! :D ).
Però resta il fatto che, anche nell'età dei comuni, la dimensione che assumevano le città era ben diversa da quella delle odierne comunità rurali. Venezia, Milano, Firenze, Siena... avevano tutte l'egemonia sulle campagne circostanti. Tant'è che erano in grado di sostenere anche sforzi bellici, e una politica estera assai sviluppata.

Secondo me, ribadisco, la dimensione regionale, per quanto leggermente artefatta, come tu ben dici, è ancora quella migliore.
Di sicuro è vero che i Comuni sono l'unità amministrativa che per eccellenza sta vicina al cittadino. Ma caricarli di ruoli più onerosi di quelli che possono sobbarcarsi mi pare sconsigliabile...

UgoDePayens
09-06-11, 17:05
concordo: che ne dice senatore Juv presentiamo insieme un disegno di legge per abolire la legge Galt n.20 sui mega macro dipartimenti (centralista) approvata da questo senato la scorsa legislatura?
Al suo posto presenteremo un disegno di legge veramente federalista (il cui principio è il passaggio di competenza dalcentro alla periferia e non viceversa)

Sono chiaramente favorevole.

Juv
09-06-11, 17:11
concordo: che ne dice senatore Juv presentiamo insieme un disegno di legge per abolire la legge Galt n.20 sui mega macro dipartimenti (centralista) approvata da questo senato la scorsa legislatura?
Al suo posto presenteremo un disegno di legge veramente federalista (il cui principio è il passaggio di competenza dalcentro alla periferia e non viceversa)

Ne sarei più che felice.
Subito l'abolizione.

Dopo dopo di che, un ddl che porti alla revisione delel autonomie locali.
Si alle regioni ed ai comuni.
In quanto alle provincie, occorre che esse non si sovrappongano alle comunità montane ed enti simili. Potrebbero diventare, come proposto a suo tempo dal prof. Miglio, organi decentrati della regione gestite dai consiglieri regionali eletti in loco. O qualcosa del genere.

C@scista
09-06-11, 17:12
Una cosa non mi è chiara: le Regioni che tipo di ruolo avrebbero in un'organizzazione così atomizzata?
Il riferimento che tu, caro e stimatissimo collega, fai all'età dei comuni è chiaro, ed è sommamente apprezzato dal sottoscritto (viva la Serenissima! :D ).
Però resta il fatto che, anche nell'età dei comuni, la dimensione che assumevano le città era ben diversa da quella delle odierne comunità rurali. Venezia, Milano, Firenze, Siena... avevano tutte l'egemonia sulle campagne circostanti. Tant'è che erano in grado di sostenere anche sforzi bellici, e una politica estera assai sviluppata.

Secondo me, ribadisco, la dimensione regionale, per quanto leggermente artefatta, come tu ben dici, è ancora quella migliore.
Di sicuro è vero che i Comuni sono l'unità amministrativa che per eccellenza sta vicina al cittadino. Ma caricarli di ruoli più onerosi di quelli che possono sobbarcarsi mi pare sconsigliabile...

Rispondo molto volentieri alla richiesta di chiarimento collega.
Io distinguerei due livelli del fedralismo : Uno fiscale e uno relativo alla competenza delle leggi degli enti locali.
Dei comuni (che sia chiaro agirebbero in raccordo con le regioni ) punterei a farne il fulcro del federalismo fiscale ovvero della vera e propria base territoriale piu vicina storicamente ai cittadini italiani in cui raccogliere le imposte tenndone però sul territorio comunale una quota sostanziosa (in modo che i cittadini possano vedere come vengono utilizzate praticamente davanti ai loro occhi) per poi cederne direi un po piu della metà alle regioni (la cifra precisa la possiamo discutere) che a loro volta in parte la utilizzerebbero in parte per perequare le differenze economiche tra i vari comuni della regione (distribuendone una parte ai comuni meno ricchi della regione) in parte per le finalità (ad esempio sanità e strade) perseguibili solo a livello regionale e per il resto cedendole allo stato centrale per le finalità nazionali (difesa giustizia politica estera pensioni ecc).
Aggiungo a questo punto che lo stato nazionale creerà con i fondi che gli arrivano in "terza battuta" (dai comuni dopo essere passati dalle regioni) un fondo perequativo nazionale tra le regioni
Dal punto di vista legislativo invece potenzierei la competenza delle leggi regionali e limitatamente al territorio comunale anche la competenza dei regolamenti comunali.

SteCompagno
09-06-11, 17:32
Dal punto di vista legislativo invece potenzierei la competenza delle leggi regionali e limitatamente al territorio comunale anche la competenza dei regolamenti comunali.

su questo punto devo dire che mi trovo d'accordo con l'onorevole C@scista :giagia:

Spesso Regioni e Comuni si trovano su vari temi impotenti sotto il profilo legislativo/regolamentare, bisogna allargare le competenze. :giagia:

Questa però è una mia posizione personale, la Maggioranza presenterà proposte dopo essersi confrontata. :)

C@scista
09-06-11, 17:42
su questo punto devo dire che mi trovo d'accordo con l'onorevole C@scista :giagia:

Spesso Regioni e Comuni si trovano su vari temi impotenti sotto il profilo legislativo/regolamentare, bisogna allargare le competenze. :giagia:

Questa però è una mia posizione personale, la Maggioranza presenterà proposte dopo essersi confrontata. :)

molto bene: naturalmente in fase di presentazione dei vari disegni di legge è anche possibile fare una serie di emendamenti e il mio PDL sarà aperto ai miglioramenti da parte di tutti cosi come sarà possibile far convergere in uno due diversi progetti di legge se ci si renderà conto che le differenze sono semplici sfumature

SteCompagno
09-06-11, 17:49
Ottimo :giagia:

Italianista
10-06-11, 11:10
Ne sarei più che felice.
Subito l'abolizione.

Dopo dopo di che, un ddl che porti alla revisione delel autonomie locali.
Si alle regioni ed ai comuni.
In quanto alle provincie, occorre che esse non si sovrappongano alle comunità montane ed enti simili. Potrebbero diventare, come proposto a suo tempo dal prof. Miglio, organi decentrati della regione gestite dai consiglieri regionali eletti in loco. O qualcosa del genere.


Pe province sono assolutamente inutili. Si tratta di organi da poltronaggio intermedio.
Le (scarse) competenze che questi organi hanno, potrebbero essere facilmente suddivise tra Regioni e Comuni.

Haxel
10-06-11, 12:02
sono felice che ci sia almeno delle intese in comune su questo tema, avanti così :)

olivo
10-06-11, 17:09
Riconoscendomi nella posizione dell'onorevole Italianista auspico anche io l'abolizione della legge 20.

C@scista
11-06-11, 11:12
Come previsto dal calendario autorizzato dal presidente del senato Haxel oggi alle ore 11 termina la fase di dibattito
prego la moderazione di chiudere il thread
Vice Preidente del senato
Senatore C@scista