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Spetaktor
14-06-09, 01:44
BASTA CON I CIALTRONI E I MANEGGIONI FILOAMERICANI di Gianfranco La Grassa

fonte: ripensaremarx

Per ben tre volte in due giorni il serpentesco Obama è intervenuto “democraticamente” nelle elezioni dell’Iran (come fosse una sua colonia), promettendo grandi sviolinate e tanto miele se avessero vinto i Quisling interni. A sera, con occhi stellanti, i reazionari annunciavano un’affluenza elettorale in Iran di almeno il 70%, forse l’80 (alla fine l’82%), traendone ottimi auspici per l’“occidente”, cioè per Obama e i suoi valletti europei, perché questi “occidentali” sono tanto stupidi da giudicare l’alta partecipazione (che negli Usa e nella UE è bassissima) come segno di grande “democrazia” (quindi loro non sono evidentemente democratici, i cretini “patocchi”) e dunque, di per se stessa, indicazione di vittoria dei loro servi dislocati in paesi come l’Iran, il Libano, la Cisgiordania, l’Ucraina, la Georgia, e via dicendo (non parliamo del Pakistan). Hanno ricevuto la dura lezione che meritavano e allora, deficienti e mascalzoni venduti (che hanno sprecato il denaro loro elargito), gridano ai brogli e temono si inaridiscano i fiumi di dollari ricevuti, dato il cattivo uso fattone. Come del resto già accaduto in Bielorussia e in ogni dove prendano le lodevoli bastonature loro inflitte con così grande giustizia.

Peccato per loro che il loro scherano Mussawi, appena terminata la votazione (anzi sembra ci fossero ancora code per l’alta affluenza), abbia annunciato la vittoria, per di più schiacciante con due terzi dei voti. La fretta di questi banditi li ha smascherati; a quell’ora non si potevano fare nemmeno gli exit polls (che per fortuna laggiù non mi sembra siano in uso come presso i “civili” popoli occidentali). Appena sono usciti alcuni dati ufficiali, con il giusto ritardo dei tempi (ed infatti, all’inizio, relativi a non più del 20% dei voti), si è subito profilata quella che questa mattina possiamo salutare: la vittoria del presidente uscente, questa, si, con poco meno dei due terzi dei voti. Rafsanjani, il filoamericano, aveva presentato ben tre suoi sicari quali candidati nel tentativo di catturare voti presso vari strati sociali detti “modernizzanti” (leggi pure: mandatari di Obama) e andare così al ballottaggio, per poi concentrare la scelta sul reazionario più votato, cercando di scalzare con questi artifizi l’attuale leader nazionalista e anti-Usa e, fatto ancor più positivo, anti-Israele, che egli giudica giustamente un grosso tumore nel corpo del Medio Oriente. Missione fallita per questi farabutti e venduti ad un prezzo non remunerativo per i paganti (appunto Usa e Israele).

Del resto, tutto è in movimento, pur se ancora in modo confuso e coperto. La Corea del Nord si fa un baffo della superpotenza; il Consiglio di sicurezza dell’ONU la condanna. Voi credete che un paese simile, di cui non mi metterò certo a tessere elogi ridicoli, possa sfidare le Nazioni Unite senza aver di fatto dietro la Cina, che pure emette giudizi di critica? Ormai l’Onu è come la vecchia Società delle Nazioni; da quando è finito il bipolarismo, è divenuta di fatto succursale degli Usa come l’FMI, la Banca mondiale dello sviluppo, lo stesso WTO, ecc. Non parliamo di Amnesty International, dei Medici senza frontiere (tutte associazioni senza più dignità e credibilità, puri organismi in cui trovano posto, e pagati in modo spropositato, servi del peggior colonialismo, nemmeno più “imperialismo”). Finalmente finisce la distinzione destra e sinistra, i progressisti sono il nucleo fondante del reazionarismo (in salsa servile) più ripugnante.



Abbiamo riportato un articolo del gen. Carlo Jean, che dice con freddezza che cos’è Gheddafi: un vero capo di Stato che agisce per gli interessi del suo paese con tutti i “ghirigori”, i compromessi (anche compromissioni), pragmatismo e scarso rigore sui “principi”, ecc. Lo abbiamo riportato perché noi non amiamo il manicheismo; o come sono buoni i “diseredati” (in genere ricchissimi signori di intere nazioni)! Semplicemente, constatiamo che alcuni sono decisi nel portare avanti certe posizioni che corrispondono al loro ma, tutto sommato, anche all’interesse del paese da essi guidato. L’altro ieri, l’ex fascista Alemanno ha fatto l’offeso perché Gheddafi ha ricordato che cos’è il marcio partitismo denominato “democratico” (eppure, almeno su questo punto, Mussolini, un tempo Vate per Alemanno, aveva ben ragione nel definirlo come meritava).

Ieri, l’altro ex fascista Fini ha sentito vituperate le Istituzioni (sempre “democratiche”) perché Gheddafi ha ritardato di due ore la sua visita alla Camera, visita dunque annullata con il plauso di tutti i “democratici”: in specie quelli che Cossiga definisce i nuovi fascisti (Di Pietro e l’Idv) e quelli che noi definiamo rinnegati del piciismo (anche D’Alema si è adeguato all’ipocrisia). Gheddafi, con stile diplomatico, si è poi scusato. Ma avete letto il discorso con cui Fini lo avrebbe accolto? Una delle prime frasi era la richiesta di una commissione parlamentare italiana che andasse a visitare i campi profughi (immigrati respinti) per vedere se erano o meno torturati come si vocifera; saldatura perfetta, come vedete, tra l’ex fascista e i “rivoluzionari” dell’Onda, ispirati (ma forse i termini migliori sono indottrinati e plagiati) da “cattivi maestri” del ’68. Ci si è appena scusati (lo ha fatto il solo Berlusconi in realtà) per i misfatti del colonialismo italiano in Libia, e subito dopo si vuol ripristinare il nostro controllo su uno Stato sovrano. Se Gheddafi fosse andato alla Camera, avrebbe dovuto rispondere per le rime o uscire appena l’ex fascista avesse pronunciato quella frase colonialista.

Chi ha visto Il Leone del deserto la sera prima – fra l’altro attaccato come film orrendo da quei veri reazionari al 100.000% di Libero – non può non ricordare l’incontro, sotto la tenda, tra una delegazione italiana e quella condotta ad Al Muktar; mutatis mutandis, quello che dice l’attore Mario Feliciani (che interpreta l’inviato del Governo fascista italiano) è incredibilmente simile alle arroganti pretese di Fini; ed infatti Al Muktar si alza e se ne va. Ringraziate Gheddafi che ha scelto una strada più soft, indubbiamente in omaggio a Berlusconi e per aver stabilito, anche con la Marcegaglia, il massimo di accoglienza preferenziale alle imprese (pure medio-piccole) italiane; una rottura dura con l’ex fascista Fini poteva creare delle difficoltà in merito. C’è quindi, perfino nell’establishment del centrodestra, chi – appoggiato dagli sfascisti di sinistra – vuol condurre il paese alla rovina per renderlo ancora più succube e servo degli Usa.



Basta credere alla buona fede! Nessuno lo è. Né Fini e la destra rappresentata da An; ancor meno però i radicali e l’Idv, nonché la sinistra tutta (moderata ed “estrema”), che ha proposto un unico fronte solo legato dall’antiberlusconismo, senza uno straccio di idee e programma, per resistere al presunto regime “fascista”, denunciato in continuazione dal 1994 ad oggi senza che se ne sia mai vista nemmeno l’ombra. A questi si aggiungono adesso anche gli indottrinatori e plagiatori dei ragazzotti presuntuosi e politicamente primitivi dell’Onda, equivalente perfetto di quelli che hanno fatto casino in Georgia e Ucraina a favore dei filoamericani, di quelli che hanno fatto il possibile per “occidentalizzare” l’Iran onde portarlo sotto Obama, e con questo indebolire anche le minime forze che in alcuni paesi europei, Italia in primis, potrebbero cominciare a muoversi guardando infine verso est, dove stanno i nostri veri interessi, quelli di un nostro inizio di autonomia dopo quasi vent’anni (dal 1992) di “chinare sempre la fronte” e andare con il cappello in mano (come sta facendo la serva Fiat) a questuare presso gli Usa (Bush od Obama che sia).

Bisogna leggere oggi l’altro bastione del reazionarismo ottuso “di destra” (Il Giornale) che scrive indignato: basta con le provocazioni di Gheddafi al “nostro miglior alleato” statunitense. Servitori nati, pagati dal dollaro pur se cambiato in euro; gli Usa non sono mai stati alleati, ma occupanti, padroni e infine organizzatori di colpi di Stato (pur mascherati con la magistratura) per devastare il nostro paese. E voi, giornale di Berlusconi, sapete che sono pronti a scalzare anche il vostro padrone; ma certo il Paperon dei Paperoni italiano mai vi pagherà così bene come quelli d’oltreatlantico, se decideranno che Berlusconi deve piegarsi (è stato “chiamato a rapporto” il 15 giugno), perché altrimenti il meno peggiore degli infortuni, che potrà capitargli, sarà una “grande stanchezza” per cui dovrà mettersi a riposo o “dividere le sue responsabilità” con altri (ad esempio i servi di An).

Ci sono segnali contraddittori; le elezioni in Libano negative, quelle in Iran positive (rafforzeranno anche gli Hezbollah). Se poi “Allah volesse” che i servi degli americani contestassero il risultato elettorale in Iran e scatenassero tumulti, così che si potesse con loro regolare definitivamente i conti, sarebbe “grasso che cola”. Purtroppo, Obama “il serpente” li consiglierà di non esporsi troppo e farà il possibile per rifornirli di dollari onde continuare a tramare. Comunque, la storia è lunga. Anche in Italia, ci si deve preparare. Ormai, disperati, i sinistri pensano di tornare all’unico fronte unito solo dall’antiberlusconismo. Con questo non si può minimamente governare, ma sfasciare il paese sì; così si crea malcontento. Allora, con l’aiuto di coloro che fingono di essere di “estrema destra” o di “estrema sinistra”, manovrati dalla maggioranza della sinistra (Pd, Idv, radicali, e minutaglie) e con l’alleanza delle destre An e altre, si tenterà di ridare fiato alla Magistratura, di aiutare la Fiat (pura pedina di Obama) ad assumere la testa del fronte reazionario filo-americano, ricevendo miliardi di dollari con cui fingere operazioni industriali e finanziarie, nel mentre si cerca in realtà di mettere in ginocchio le forze dell’autonomia e indipendenza.

Il gioco è per noi scoperto. Lo diventi anche per altri; ed uniamoci per sventarlo, con tutti (tutti) quelli che sono d’accordo. Non accetto più preclusioni d’alcun genere.



PS Sia chiaro che, con questo pezzo, invito tutti i singoli, siti, blog o altro – naturalmente che non abbiano le nostre stesse identiche idee, ma comunque le stesse finalità di autonomia e di liberazione dalla servitù agli Usa, sia che questi giochino alla “tigre” o invece al “viscido rettile” – a voler creare un minimo di rete di “sinergie”, perché siamo in una fase molto pericolosa ma non scevra di possibilità. E assolutamente non per merito della sinistra, la peggiore delle forze dedite al servilismo assieme agli ex fascisti e ai “rinnegati” del piciismo: questi sono gli irriducibili nemici, cui non concedere nemmeno la buona fede e per i quali non provare mai alcuna pena “buonista”.

msdfli
14-06-09, 10:48
Non condividiamo l'opinione sulla visita di Gheddafi in Italia, anche se dal punto di vista del leader libico ha fatto quello che era meglio per il suo paese.

Ma tutto il resto, sì.

Movimento per gli Studi delle Dottrine Fasciste e Leniniste Integrate con la storia contemporanea (http://msdfli.wordpress.com/)

Anton Hanga
14-06-09, 14:17
D'accordo con l'articolo.

Spetaktor
14-06-09, 17:43
La Grassa ha ritrovato la lucidità che gli mancava qualche mese fa, quando i suoi articoli erano un insulto continuo a chi cercava un contradditorio.
Questo La Grassa è ottimo.