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Warden223
06-08-11, 20:58
Come perdemmo la guerra: La nostra guerra in Nord Africa


GIOCARE PER PERDERE.

Per i pochi ancora in vita che hanno combattuto in Nord Africa, o per i molti che in quella guerra hanno perso un padre o un congiunto, le pagine che seguono saranno forse penose. Sono ormai trascorsi settant'anni dagli avvenimenti che esaminiamo, un periodo abbastanza lungo perché le sofferenze si stemperino nel fiume dei ricordi, ma appena dietro l'angolo per coloro che dallo studio della storia desiderano trarre un insegnamento per il futuro.

La storia della nostra guerra sulla Quarta Sponda condensa in una sola vicenda la spiegazione della sconfitta sul campo e l'anticipazione del disastro nazionale che sarebbe seguito negli anni a venire.

'Una tecnica della sconfitta che il Fascismo da solo non spiega, e sulla quale dobbiamo chinarci pensosi se desideriamo veramente che il passato insegni qualcosa. Una vergogna del pensiero e delle capacità nazionali che occorre cancellare a tutti i costi col sacrificio, la rinunzia ai veli dell'ipocrisia e con l'assunzione delle responsabilità collettive delle quali tuttavia non si vede ad oggi il minimo segno. Tutto fatalmente ricomincia sempre.' [2]

Le condizioni disastrose dell'Italia d'oggi confermano, se ce ne fosse bisogno, come la nostra attuale classe politica continui ad essere il peggio che la Nazione sa esprimere.

'Nello stesso momento veniva creata da noi, ed alimentata con tutti i mezzi, la più colossale mistificazione storica mai messa in atto nella ricerca spasmodica di coprire le proprie incapacità: quella di un'Italia disarmata contro un potentissimo nemico che era follia soltanto pensare di poter battere'. [2]

La tesi che sosteniamo in questo capitolo è che la guerra in Nord Africa si sarebbe potuta facilmente vincere nel 1939, capovolgendo le sorti del conflitto, mentre la si è volutamente persa per liberarsi del Fascismo. Hanno poi raccontato che non avremmo potuto vincere, eravamo troppo deboli contro un nemico troppo forte... tutta colpa di Mussolini.

Non abbiamo prove, se ancora esistono in qualche angolo del mondo dei tali documenti essi sono sepolti in luoghi oscuri e profondi. Ben difficilmente saranno un giorno resi pubblici, probabilmente non lo saranno mai. Sosteniamo questa tesi perché ci sembra, alla luce dei fatti che esporremo, l'unica teoria possibile.

ROBA DA PIANGERE.

I diari di tutti i protagonisti parlano delle esitazioni italiane per entrare in guerra, ed è una versione comune che Mussolini si sia deciso solo per sedersi al tavolo della pace che pensava vicina, dopo il crollo della Francia. Ho già esposto la mia convinzione riguardo alla guerra preventiva voluta dagli inglesi, resta tuttavia da dire che è sufficiente considerare lo stadio di avanzamento nella preparazione militare delle nostre Forze Armate per capire come il governo italiano ritenesse la guerra inevitabile e si stesse preparando per una guerra che riteneva probabile a partire dal 1943.

Ho anche detto che nessuna delle nazioni che scesero in guerra era veramente pronta, dato che tutti programmavano la guerra per il 1942 o il 1943. Le notizie che seguono confermeranno ampiamente quanto sopra.

Detto questo, alla dichiarazione di guerra e con la Francia fuori combattimento, avevamo una sola possibilità di scontrarci con gli inglesi su di un fronte terrestre: la frontiera tra Libia ed Egitto. La cosa non avrebbe potuto sfuggire neanche ad una monaca di clausura, e pertanto immagino che fosse presente ai generali di Superesercito: come tutti gli ufficiali di Stato Maggiore avranno sicuramente preparato dei piani al riguardo.

Ora preparatevi a leggere una storia incredibile, sgombrate la vostra mente da tutto quello che avete letto e sentito in televisione negli ultimi sessant'anni sulla nostra impreparazione militare e guardate che cosa emerge da un esame complessivo delle varie fonti. La nostra guerra si sarebbe dovuta proporre lo scopo di occupare l'Egitto e per questo metteremo a fuoco gli avvenimenti ad Est, ma la situazione sul fronte tunisino era assolutamente analoga.

TRADITORI O IMBECILLI? TRADITORI.

Il Maresciallo Badoglio alla riunione di Stato Maggiore del 9 Aprile 1940: 'Il rapporto in Libia tra le nostre forze e quelle avversarie è a nostro sfavore di 1 a 5, ed è quindi necessario assumere un atteggiamento difensivo'. Sempre Badoglio scrive a Mussolini il 15 Aprile: 'Il Maresciallo Graziani esclude la possibilità di un'azione offensiva in Libia, sono anch'io di questo parere...'.

Ancora Badoglio alla riunione di Stato Maggiore del 5 Maggio: '... il Duce vuole che siano aumentate le truppe affinché si possa fare un'onorevole resistenza'. Poche ore dopo il termine di questa riunione il generale Weygand in Francia sapeva dal generale Parisot che gli italiani non avrebbero attaccato sulle Alpi, in Corsica ed in Libia come '... aveva saputo da fonte italiana molto attendibile'; è appena il caso di menzionare che Badoglio era molto amico di Parisot. [2]

Andiamo a vedere la situazione che i leoni del Regio Esercito descrivevano disastrosa ed irreparabile, tanto da convincere Mussolini ad aspettare la fine della guerra e la vittoria tedesca senza prendere rischi inaccettabili.

IL POSSENTE NEMICO FRANCESE IN SIRIA.

L'enormità della vicenda ci obbliga a citare la fantomatica Armata Weygand, dal nome del generale francese Weygand inviato a Beirut per cercare di riunire le poche truppe francesi e coloniali di stanza nel Medio Oriente in una forza militare organizzata.

La mitica Armata Weygand, che non ha mai superato i 40.000 effettivi, senza autocarri da trasporto e quindi non in grado di raggiungere la Libia in un tempo decente, con una ridicola artiglieria trainata da cavalli era composta da:
due battaglioni carri leggeri,
due gruppi di artiglieria con cannoni (12 ognuno) da 105 ippotrainati modello 1913,
due gruppi di artiglieria contraerea di vecchio modello.

Quanto sopra costituiva il 'Groupement des forces mobiles du Levant'.

Inoltre Weygand aveva formato con dieci battaglioni (5.000 uomini) addirittura due divisioni la 151-esima e 152-esima, ma come diceva egli stesso '... non avevano certo fatto più muscoli per aver cambiato nome'.

In aggiunta a queste forze, Weygand non ottenne più nulla fino alla sconfitta della Francia. Insomma l'Armata Weygand non solo non era in grado di arrivare alla nostra frontiera libica, ma proprio non era in grado di muoversi anche se quel 'Forces Mobiles' nel suo nome faceva pensare al contrario.

Ebbene questa specie di armata Brancaleone viene descritta con le seguenti parole nelle relazioni di Badoglio: '... questa massa, il cui comandante ha una precisione di idee magnifica, ha una grande libertà di azione e tiene in soggezione Turchia, Grecia e noi... se si calcolano le forze inglesi in Egitto... e si aggiungono i 150.000/200.000 uomini, sempre in aumento, di Weygand si ottiene una tale massa che il pensare ad una nostra offensiva è semplicemente ingenuo'.

Dobbiamo pensare che il nostro supremo capo militare fosse a tal punto stupido e male informato? Non possiamo pensarlo, la sola alternativa è il tradimento.

E per restare con questo gentiluomo ed il suo livello morale e professionale: nel 1940 in una conferenza ufficiale Badoglio si vantava di aver fatto risparmiare soldi allo Stato con il suo veto alla produzione di carri armati pesanti, perché la guerra si faceva con il soldato, il mulo ed il fucile. Questo mentre la Wehrmacht stava facendo a pezzi l'esercito polacco con le sue divisioni corazzate. [4]

IL POSSENTE NEMICO IN TUNISIA.

Il terrore dei francesi di fronte alla minaccia tedesca aveva provocato il richiamo sul territorio metropolitano di quasi tutte le forze francesi in Africa del Nord. Il Capo di Gabinetto del generale Nogués, Governatore militare in Algeria, secondo Weygand, comunicava che '... le munizioni disponibili non basterebbero ad un solo giorno di combattimento...'.

Ed ancora '... al di fuori di tre o quattro divisioni al confine con la Tripolitania ed a Tunisi per fare fronte ad una minaccia italiana, tutto quello che era disponibile, compreso il solo battaglione carri in Africa del Nord, è partito per la Metropoli'. 'Le divisioni non hanno che due gruppi da 75 ed un gruppo da 155 di vecchio modello, le truppe hanno un fucile per ogni tre/quattro uomini, i camion sono... materiale del 1918'.

'Per la difesa contraerea non restano che quattro batterie da 65 in Marocco, e 18 mitragliatrici da 13,2. Una sola batteria moderna da 25 mm'. 'Per i mezzi anticarro è zero assoluto, in tutta l'Africa del Nord si contano solo due compagnie di pezzi anticarro da 37, ed una media di sei pezzi da 25 per reggimento'. 'Non abbiamo che 40/45 aerei da caccia, 6 bombardieri e 5/6 squadriglie di ricognitori'.

Chiara la situazione?

E questo è sulla stessa situazione, il promemoria del generale Carboni (capo del SIM) al generale Soddu, Sottosegretario alla Guerra: 'La massa di manovra dislocata nel Sud tunisino... otto divisioni di cui due di cavalleria... è stata recentemente rafforzata con quattro battaglioni ed unità minori di carri provenienti dall'Algeria. La difesa costiera è stata del pari rinforzata con batterie contraeree e reparti mitraglieri...'.

Ancora più divertenti le stime sulle forze aeree francesi, che erano messe in uno specchietto ordinato:
Tunisia 450 aerei (200 bombardieri e 250 caccia),
Algeria 260 aerei (100 bombardieri e 160 caccia),
Marocco 190 aerei (120 bombardieri e 79 caccia).

Si tenga presente che questi numeri la Francia non li aveva messi in campo neanche nella battaglia contro i tedeschi, semplicemente perché non li aveva disponibili. L'Italia è piena anche oggi di tromboni con titoli altisonanti che si danno un sacco di arie, si riempiono le tasche di soldi non guadagnati e non sono capaci di fare niente, ma qui parliamo di qualcosa di peggio di stipendi rubati: bastava un ricognitore per vedere gli aeroporti della Tunisia vuoti.

IL POSSENTE NEMICO IN EGITTO.

Il generale Wavell, allora comandante Inglese per il Medio Oriente ricorda nelle sue memorie la lista delle forze disponibili nel Dicembre 1940 (la guerra era in atto da ben sette mesi!) inviata in un rapporto al Ministero: la Settima divisione corazzata [vedi nota 1], la Quarta divisione indiana, una divisione neozelandese incompleta, quattordici battaglioni inglesi per un totale di 36.000 uomini.

'Nessuna di queste unità era interamente equipaggiata... quando nel Luglio 1940 divenne ovvio che nessun rinforzo di uomini e materiali sarebbe stato inviato in Medio Oriente, si rivelò quanto grande fosse il pericolo della nostra incapacità a far fronte agli attacchi del nemico...'.

Secondo la 'Storia della Guerra Mondiale' pubblicata nel 1954: '... avevamo in Egitto 36.000 uomini, non completamente organizzati in formazioni regolari.. l'equipaggiamento era gravemente incompleto, specie nelle artiglierie, munizioni e veicoli da trasporto.

La Settima corazzata, pomposamente chiamata Divisione, contava tre battaglioni [nota 1], ovvero:
11° Ussari con 38 autoblindo,
7° Ussari e 6° Royal Tanks che avrebbero dovuto contare 52 carri ciascuno e quindi 104 carri, ma il numero vero, ignoto, è sempre stato definito molto inferiore da tutti gli storici inglesi.

A conferma della scarsità inglese di mezzi le relazioni italiane sui combattimenti dimostrano che il nemico non impiegò mai più di dieci autoblindo assieme, e gruppi maggiori di cinque o sei carri.

La Quarta divisione indiana, schierata a difesa di Marsa Matruh, aveva solo due reggimenti di tre battaglioni ciascuno e contava su appena 5.000 uomini. Dei sei battaglioni solo due erano inglesi, con artiglieria incompleta che consisteva in una trentina di cannoni da campagna.

La divisione neozelandese era messa ancora peggio, con 4.000 uomini in tutto. Contava solo un reggimento di fanteria su tre battaglioni, un battaglione di cavalleria, un battaglione di mitraglieri ed un gruppo di artiglieria con 24 cannoni.

Ed infine la situazione era tragica per le artiglierie, 18 cannoni di medio calibro e cento da campagna: schierati sulla linea di frontiera, tra Bardia ed il deserto, non facevano nemmeno un cannone al chilometro. Non era solo il generale Weygand a gonfiare i numeri e le divisioni, gli inglesi non avevano niente da imparare in quanto a bufale.

I POVERI ITALIANI.

A confronto con i 118 cannoni inglesi, e per buona misura contando anche i 3 gruppi francesi in Tunisia (36 cannoni), il Regio Esercito schierava in Libia 1.811 cannoni di cui 127 cannoni controcarro da 47 mm, all'epoca in grado di fare buchi in qualunque veicolo nemico incontrasse.

Ma, allo scoppio della guerra, e di fronte al panico dei nostri comandanti militari in Libia, da Roma mandarono subito un paio di centinaia di cannoni e relativo munizionamento. Sarebbe bastato far venire gli inglesi a contare i nostri cannoni e si sarebbero dovuti arrendere da soli.

Altro fattore da considerare è quello delle munizioni necessarie ad una battaglia. I poveri francesi ai comandi del generale Nogués avevano munizioni per un giorno di combattimento, ma gli inglesi non potevano stare molto meglio di loro con le scarse forze che avevano.

Noi potevamo ricevere tutte le munizioni che volevamo, loro dovevano farle arrivare da migliaia di chilometri dopo settimane di navigazione. Poche settimane di attacchi continui e gli inglesi si sarebbero dovuti arrendere per esaurimento delle munizioni.

Qualcuno dei possenti cervelli del nostro Stato Maggiore dovrebbe aver considerato la questione se solo si fossero presi la briga di mandare quattro informatori a contare i reparti inglesi in Egitto: se uno schiera dei battaglioni non ha scorte di munizioni per una divisione.

Lo stesso problema affliggeva la loro flotta: quando gli inglesi dovettero sgomberare le loro forze dalla Grecia e furono attaccati dalla Luftwaffe, la flotta restò completamente senza munizioni per la contraerea. La scarsità di munizioni ha afflitto la flotta inglese per tutta la durata della guerra nel Mediterraneo, ed è stata un problema paragonabile alla nostra scarsità di nafta per le navi.

E non è mica finita qui: parliamo di aviazione. In Egitto esistevano 139 caccia Gloster e decisero subito di non rischiarli in combattimento contro i nostri, tenendoli sui campi di Alessandria per l'ultima difesa. Il punto nodale della questione era la difesa di Marsa Matruh, perché dal campo di Marsa Matruh gli aerei italiani sarebbero stati in grado di attaccare ed affondare la flotta inglese nel porto di Alessandria.

La flotta inglese sarebbe dovuta uscire dal Mediterraneo se gli aerei italiani avessero avuto la disponibilità di quell'aeroporto, come ha fatto quando ci sono poi arrivati assieme a Rommel.

Ora i nostri caccia CR42 avevano un'autonomia di 1.040 km e quelli inglesi (i Gloster) di soli 800: con 740 km fra andata e ritorno tra gli aeroporti sul canale e Marsa Matruh gli aerei inglesi non erano in grado di difendere la città e furono tenuti inattivi sul canale. In aggiunta il comandante della RAF, Longmore, era conscio della grossa inferiorità numerica al confronto dell'aviazione italiana e non voleva rischiare gli aerei in combattimento, se non per l'ultima disperata difesa di Alessandria.

Una lettura illuminante è quella di Churchill all'ammiraglio Cunningham, in risposta alle sue lamentele circa le deboli difese previste a Marsa Matruh: '... tutto ciò (la consegna degli aiuti in via di spedizione) potrebbe essere attuato per il 1° Ottobre... purché ce ne sia dato il tempo... solo un numero limitato di truppe può essere lasciato a Marsa Matruh... si ritiene opportuno avere gli aerei arretrati rispetto alla prima linea...'.

In quanto alla consistenza numerica, i numeri parlano chiaro:

Italiani in Libia Inglesi in Egitto

Soldati 220.000 36.000

Aerei 315 139

Cannoni 2.200 118

Carri (L3) 390 (A-10) 60

Anche nei carri armati eravamo messi meglio: nel 1940 avevamo 70 carri M da dodici tonnellate, analoghi agli A-10 inglesi che però avevano un cannone da 37 inferiore al nostro 47 mm. Naturalmente i nostri carri erano schierati dove servivano: in Albania, se fossero stati in Egitto sarebbero arrivati troppo facilmente ad Alessandria. Solo in Ottobre arrivarono in Egitto i primi carri inglesi di tipo Matilda, quelli che i nostri cannoni da 47 non riuscivano a distruggere.

CONCLUSIONI.

Occorre in ultimo menzionare che i militari di tutti i Paesi si aspettavano che gli italiani, due ore dopo la dichiarazione di guerra, occupassero Malta. 'E' scontato che il primo giorno di guerra sarà salutato con un'operazione lampo contro Malta' così scriveva Tojo Minotobu, addetto militare giapponese in Italia, a Tokio.

Il povero Minotobu qualche giorno dopo '... Mussolini annunciò nel pomeriggio del 10 che avrebbe iniziato le ostilità la mattina dell'11 e questa fu la mia prima sorpresa, perché avvertire il nemico con tanto anticipo? Fino al 14 ho atteso la notizia dell'inizio delle operazioni contro Malta, a questo punto comincio a temere di non essere all'altezza del mio compito. Tutto ciò è per me incomprensibile'. [5]

'Evidentemente gli italiani sanno difendere i loro segreti meglio dei tedeschi' è stato il commento dell'ammiraglio Canaris, quando l'addetto militare tedesco gli riferì che lo Stato Maggiore italiano negava qualunque piano contro Malta. [5]

Basta guardare una carta geografica per capire che la posizione di Malta permettesse agli inglesi di disturbare il nostro traffico con il Nord Africa, basta riflettere sul fatto che senza Malta la base navale più vicina per gli inglesi in Egitto sarebbe stata a migliaia di chilometri, basta considerare che l'isola ospitava il deposito munizioni della flotta di Alessandria che gli inglesi si affrettarono a sgomberare dopo lo scoppio della guerra con due convogli navali.

Ma neanche per sogno, i nostri geniali capi militari, coperti di galloni dorati e con le loro paghe principesche, non ci hanno neanche pensato. Quando la guerra si è fatta seria le navi inglesi di Malta hanno fatto strage delle nostre navi, migliaia di morti inutili in mare, e migliaia di morti nel deserto... ci è costato il miserabile livello professionale dei nostri capi dai grandi galloni dorati e dai titoli altisonanti.

L'errore che fanno in molti è sottostimare l'avversario; l'Italia è il solo grande stato entrato in guerra di propria volontà che abbia tanto sottostimato le proprie forze e sovrastimato quelle dell'avversario da prescrivere alle proprie armate di mantenere una rigorosa difensiva in terra, mare e cielo. Dopo quanto detto sopra occorre fare la storia di quanto è seguito?

Dobbiamo dire che il nostro Stato Maggiore, con l'incolmabile superiorità numerica a nostro favore ha programmato il primo attacco all'Egitto per il 15 Luglio, un mese dopo lo scoppio della guerra? Dobbiamo dire che avevamo i carri armati per andare ad occupare l'Egitto in due settimane e li tenevamo in Albania?

Occorre dire che i generali imbecilli mandavano in avanti migliaia di soldati col fucile ed a piedi, mentre gli inglesi li facevano a pezzi regolarmente con poche autoblindo? Occorre dire che dopo un mese di offensiva eravamo avanzati con un esercito enorme solo di 120 chilometri?

E che quando gli inglesi ebbero qualche carro armato in più, grazie alle intercettazioni Ultra/Enigma del loro centro a Il Cairo, fecero un disastro catturando con 30.000 uomini, quasi tutto l'esercito italiano a Beda Fomm ed obbligando quell'ignorante di Badoglio ad accettare l'aiuto tedesco che aveva sdegnosamente rifiutato poche settimane prima? [1] [3]

E che seguendo Rommel i nostri soldati ebbero finalmente un comandante degno di questo nome, che poterono dimostrare il loro valore anche con le armi superate che quegli ignoranti dei loro comandanti gli avevano preparato?

La guerra è finita come sapete, come scritto nel capitolo su Ultra. I nostri rifornimenti sono stati strangolati, i nostri piani erano noti al nemico. Non avremmo più potuto vincere quella guerra che uno Stato Maggiore decente ed un minimo di coraggio avrebbero potuto concludere in due settimane, prima della fine di Giugno del 1940, capovolgendo le sorti del conflitto e cambiando la storia.

Una lapide sul sacrario di El Alamein dice 'Mancò la fortuna, non il valore'. Non mancò il valore dell'Ariete, che si è fatta distruggere per proteggere la ritirata. Non mancò il valore della Folgore, che si arrese solo esaurite le munizioni. Né quello di uno dei suoi comandanti, un Principe romano che si uccise prima della resa, perché nella sua famiglia non si era mai arreso nessuno e lui non voleva di sicuro essere il primo.

Neanche mancò il valore delle migliaia e migliaia di italiani (e di tedeschi) che persero la vita per arrivarci ad El Alamein, nella battaglia e nella ritirata combattuta fino in Tunisia.

La fortuna non ci è mancata ad El Alamein, ci è mancata sempre e continua a mancarci ancora oggi: la stessa ignoranza, la stessa boria, la stessa incapacità dei capi di allora, le potete vedere nei politici di professione che oggi guidano i nostri partiti ed i nostri governi con i brillanti risultati sotto gli occhi di tutti.

NOTE.

[1] Gli inglesi usano per le forze di cavalleria e corazzate termini diversi dai nostri, per esempio chiamano reggimento corazzato quello che noi chiamiamo battaglione corazzato, e brigata quello che noi chiamiamo reggimento. Perciò nel seguito useremo termini in uso nel nostro Esercito marcandoli con asterisco: battaglione* sta per battaglione italiano e regiment inglese; reggimento* sta per reggimento italiano e brigade inglese

Xander.XVII
24-08-11, 15:40
'Nello stesso momento veniva creata da noi, ed alimentata con tutti i mezzi, la più colossale mistificazione storica mai messa in atto nella ricerca spasmodica di coprire le proprie incapacità: quella di un'Italia disarmata contro un potentissimo nemico che era follia soltanto pensare di poter battere'. [2]

L'Italia aveva molti difetti, in primis, una scadente industria, in secundis, un esercito male armato ed equipaggiato, tertia, un'impreparazione bellica totale, basti pensare che alla dichiarazione di guerra 1/3 della flotta mercantile andò perduta!










Il Maresciallo Badoglio alla riunione di Stato Maggiore del 9 Aprile 1940: 'Il rapporto in Libia tra le nostre forze e quelle avversarie è a nostro sfavore di 1 a 5, ed è quindi necessario assumere un atteggiamento difensivo'. Sempre Badoglio scrive a Mussolini il 15 Aprile: 'Il Maresciallo Graziani esclude la possibilità di un'azione offensiva in Libia, sono anch'io di questo parere...'.
Badoglio avrebbero dovuto fucilarlo già dopo Caporetto.


Ancora Badoglio alla riunione di Stato Maggiore del 5 Maggio: '... il Duce vuole che siano aumentate le truppe affinché si possa fare un'onorevole resistenza'. Poche ore dopo il termine di questa riunione il generale Weygand in Francia sapeva dal generale Parisot che gli italiani non avrebbero attaccato sulle Alpi, in Corsica ed in Libia come '... aveva saputo da fonte italiana molto attendibile'; è appena il caso di menzionare che Badoglio era molto amico di Parisot. [2]
Questo non so, tuttavia negli ambienti militari francesi era ben conscia la debolezza militare italiana e il gioco d'azzardo che Roma conduceva, al di là di possibili tradimenti.


Andiamo a vedere la situazione che i leoni del Regio Esercito descrivevano disastrosa ed irreparabile, tanto da convincere Mussolini ad aspettare la fine della guerra e la vittoria tedesca senza prendere rischi inaccettabili.
Piano, se da un lato tutti erano impreparati alla guerra, dall'altro è altresì vero che l'Italia lo era forse più di tutti, perciò se da un lato s'è sempre sopravvalutato il nemico, dall'altro non sopravvalutiamoci noi.



L'enormità della vicenda ci obbliga a citare la fantomatica Armata Weygand, dal nome del generale francese Weygand inviato a Beirut per cercare di riunire le poche truppe francesi e coloniali di stanza nel Medio Oriente in una forza militare organizzata.

La mitica Armata Weygand, che non ha mai superato i 40.000 effettivi, senza autocarri da trasporto e quindi non in grado di raggiungere la Libia in un tempo decente, con una ridicola artiglieria trainata da cavalli era composta da:
due battaglioni carri leggeri,
due gruppi di artiglieria con cannoni (12 ognuno) da 105 ippotrainati modello 1913,
due gruppi di artiglieria contraerea di vecchio modello.

Quanto sopra costituiva il 'Groupement des forces mobiles du Levant'.

Inoltre Weygand aveva formato con dieci battaglioni (5.000 uomini) addirittura due divisioni la 151-esima e 152-esima, ma come diceva egli stesso '... non avevano certo fatto più muscoli per aver cambiato nome'.

Veramente Liddel Hart sostiene che i reparti dell'Armata di Siria erano ben addestrati, in particolare stando a Dentz (che comandò l'armata di siria dopo la partenza di Weygand nel maggio '40) i reparti della Legione Straniera, cioè 4 battaglioni del 6° rgt.
Inoltre, l'Armée du Levant contava 88 carri , sebbene perlopiù Renault FT17 e R35.


In aggiunta a queste forze, Weygand non ottenne più nulla fino alla sconfitta della Francia. Insomma l'Armata Weygand non solo non era in grado di arrivare alla nostra frontiera libica, ma proprio non era in grado di muoversi anche se quel 'Forces Mobiles' nel suo nome faceva pensare al contrario.

Quello che non consideri è che tra l'entrata in guerra e l'armistizio Germania-Francia intercorrono 2 settimane, troppo poche perché una qualsiasi offensiva italiana raggiunse sia la Siria che Tripoli.




Dobbiamo pensare che il nostro supremo capo militare fosse a tal punto stupido e male informato? Non possiamo pensarlo, la sola alternativa è il tradimento.
O forse era un'idiota e basta.

E per restare con questo gentiluomo ed il suo livello morale e professionale: nel 1940 in una conferenza ufficiale Badoglio si vantava di aver fatto risparmiare soldi allo Stato con il suo veto alla produzione di carri armati pesanti, perché la guerra si faceva con il soldato, il mulo ed il fucile. Questo mentre la Wehrmacht stava facendo a pezzi l'esercito polacco con le sue divisioni corazzate. [4]
Rimando al post qui sopra.



Il terrore dei francesi di fronte alla minaccia tedesca aveva provocato il richiamo sul territorio metropolitano di quasi tutte le forze francesi in Africa del Nord. Il Capo di Gabinetto del generale Nogués, Governatore militare in Algeria, secondo Weygand, comunicava che '... le munizioni disponibili non basterebbero ad un solo giorno di combattimento...'.
Questa non l'avevo mai sentita, tuttavia è plausibile.


Ed ancora '... al di fuori di tre o quattro divisioni al confine con la Tripolitania ed a Tunisi per fare fronte ad una minaccia italiana, tutto quello che era disponibile, compreso il solo battaglione carri in Africa del Nord, è partito per la Metropoli'. 'Le divisioni non hanno che due gruppi da 75 ed un gruppo da 155 di vecchio modello, le truppe hanno un fucile per ogni tre/quattro uomini, i camion sono... materiale del 1918'.
Veramente al giugno 1940 si contavano 120.000 uomini e aggiuntivi 44.000 tra Marocco e Senegal.

'Per la difesa contraerea non restano che quattro batterie da 65 in Marocco, e 18 mitragliatrici da 13,2. Una sola batteria moderna da 25 mm'. 'Per i mezzi anticarro è zero assoluto, in tutta l'Africa del Nord si contano solo due compagnie di pezzi anticarro da 37, ed una media di sei pezzi da 25 per reggimento'. 'Non abbiamo che 40/45 aerei da caccia, 6 bombardieri e 5/6 squadriglie di ricognitori'.
L'Italia schierava 320 aerei in tutta la Libia tanto per dire...
Inoltre ti faccio presente che il RE non era motorizzato, non disponeva di adeguate comunicazioni né supporto logistico(vedasi porti libici e l'idea delle navi mezze piene di Supermarina).
Come si sperava d'avanzare rapidamente?
Inoltre considera la presenza della Linea del Mareth e della Marine Nationale nel Mediterraneo.



Il generale Wavell, allora comandante Inglese per il Medio Oriente ricorda nelle sue memorie la lista delle forze disponibili nel Dicembre 1940 (la guerra era in atto da ben sette mesi!) inviata in un rapporto al Ministero: la Settima divisione corazzata [vedi nota 1], la Quarta divisione indiana, una divisione neozelandese incompleta, quattordici battaglioni inglesi per un totale di 36.000 uomini.

'Nessuna di queste unità era interamente equipaggiata... quando nel Luglio 1940 divenne ovvio che nessun rinforzo di uomini e materiali sarebbe stato inviato in Medio Oriente, si rivelò quanto grande fosse il pericolo della nostra incapacità a far fronte agli attacchi del nemico...'.

Secondo la 'Storia della Guerra Mondiale' pubblicata nel 1954: '... avevamo in Egitto 36.000 uomini, non completamente organizzati in formazioni regolari.. l'equipaggiamento era gravemente incompleto, specie nelle artiglierie, munizioni e veicoli da trasporto.

La Settima corazzata, pomposamente chiamata Divisione, contava tre battaglioni [nota 1], ovvero:
11° Ussari con 38 autoblindo,
7° Ussari e 6° Royal Tanks che avrebbero dovuto contare 52 carri ciascuno e quindi 104 carri, ma il numero vero, ignoto, è sempre stato definito molto inferiore da tutti gli storici inglesi.

A conferma della scarsità inglese di mezzi le relazioni italiane sui combattimenti dimostrano che il nemico non impiegò mai più di dieci autoblindo assieme, e gruppi maggiori di cinque o sei carri.

La Quarta divisione indiana, schierata a difesa di Marsa Matruh, aveva solo due reggimenti di tre battaglioni ciascuno e contava su appena 5.000 uomini. Dei sei battaglioni solo due erano inglesi, con artiglieria incompleta che consisteva in una trentina di cannoni da campagna.

La divisione neozelandese era messa ancora peggio, con 4.000 uomini in tutto. Contava solo un reggimento di fanteria su tre battaglioni, un battaglione di cavalleria, un battaglione di mitraglieri ed un gruppo di artiglieria con 24 cannoni.

Ed infine la situazione era tragica per le artiglierie, 18 cannoni di medio calibro e cento da campagna: schierati sulla linea di frontiera, tra Bardia ed il deserto, non facevano nemmeno un cannone al chilometro. Non era solo il generale Weygand a gonfiare i numeri e le divisioni, gli inglesi non avevano niente da imparare in quanto a bufale.
La debolezza britannica alla vigilia dell'attacco italico era ed è ben nota, tuttavia il problema che noi avevamo era d'essere poco motorizzati, dotati d'una scarsa artiglieria e di carri pessimi, mentre gli inglesi erano molto più mobili di noi.



A confronto con i 118 cannoni inglesi, e per buona misura contando anche i 3 gruppi francesi in Tunisia (36 cannoni), il Regio Esercito schierava in Libia 1.811 cannoni di cui 127 cannoni controcarro da 47 mm, all'epoca in grado di fare buchi in qualunque veicolo nemico incontrasse.
Le granate perforanti EP e EPS prodotte per il 47/32 arrivarono in scarsissima quantità fino a giugno 1942, poi di più.
I tedeschi nel 1942 prepararono per il 47/32 una Stielgranate (StGr.41.1 - una versione della Stielgranate 41 adattata al 47/32), applicabile alla volata del pezzo, del peso di 8,6kg, 110m/s, perforazione 140mm @60°. Non venne adottata però.
Tuttavia il 47/32 era un cannone largamente insufficiente contro i Matilda a meno che non si colpisse la parte bassa dello scafo(quando ad esempio superavano le dune).
Se andò abbastanza buono fino al 1941 poi peggiorò inesorabilmente.






Ma, allo scoppio della guerra, e di fronte al panico dei nostri comandanti militari in Libia, da Roma mandarono subito un paio di centinaia di cannoni e relativo munizionamento. Sarebbe bastato far venire gli inglesi a contare i nostri cannoni e si sarebbero dovuti arrendere da soli.
S'è visto come si sono arresi , così come i greci e i russi. Ahimé.


Altro fattore da considerare è quello delle munizioni necessarie ad una battaglia. I poveri francesi ai comandi del generale Nogués avevano munizioni per un giorno di combattimento, ma gli inglesi non potevano stare molto meglio di loro con le scarse forze che avevano.
Sì ma di certo gli inglesi potevano rinforzarsi senza problemi in quanto a produzione, mentre il nostro apparato industriale era penoso.




Lo stesso problema affliggeva la loro flotta: quando gli inglesi dovettero sgomberare le loro forze dalla Grecia e furono attaccati dalla Luftwaffe, la flotta restò completamente senza munizioni per la contraerea. La scarsità di munizioni ha afflitto la flotta inglese per tutta la durata della guerra nel Mediterraneo, ed è stata un problema paragonabile alla nostra scarsità di nafta per le navi.
Cosa mai menzionata da Giorgerini.


Il punto nodale della questione era la difesa di Marsa Matruh, perché dal campo di Marsa Matruh gli aerei italiani sarebbero stati in grado di attaccare ed affondare la flotta inglese nel porto di Alessandria.
Non esistevano aerosiluranti italiani né siluri per aerei all'epoca.
L'italia non aveva alcuna competenza per aerosiluranti e li sviluppò, a fatica, nel corso della guerra.

La flotta inglese sarebbe dovuta uscire dal Mediterraneo se gli aerei italiani avessero avuto la disponibilità di quell'aeroporto, come ha fatto quando ci sono poi arrivati assieme a Rommel.
La med fleet non uscì mai dal Mediterraneo.

Ora i nostri caccia CR42 avevano un'autonomia di 1.040 km e quelli inglesi (i Gloster) di soli 800: con 740 km fra andata e ritorno tra gli aeroporti sul canale e Marsa Matruh gli aerei inglesi non erano in grado di difendere la città e furono tenuti inattivi sul canale. In aggiunta il comandante della RAF, Longmore, era conscio della grossa inferiorità numerica al confronto dell'aviazione italiana e non voleva rischiare gli aerei in combattimento, se non per l'ultima disperata difesa di Alessandria.

In AS c'erano 127 CR42 al giugni 1942, per quanto ottimi biplani, scontavano alcuni difetti: in primis la manovrabilità orizzontale era minore del Gloster Gladiator, e inoltre mancavano di radio.
E poi l'autonomia era di 775 km che saliva a 1220 km per i CR42 versione "Egeo".
Senza contare il prototipo ICR (prodotto in un'unica versione nel luglio 1940) con autonomia di 950 km ma mai prodotto.




Soldati 220.000 36.000
Se devono andare a piedi il numero conta poco.


Aerei 315 139
Di cui 127 CR42, 49 CR32, svariati BR20.



Carri (L3) 390 (A-10) 60
I carri L3 pesavano 3 tonnellate, i Crusader A-10 ne pesavano 14 !

Anche nei carri armati eravamo messi meglio: nel 1940 avevamo 70 carri M da dodici tonnellate, analoghi agli A-10 inglesi che però avevano un cannone da 37 inferiore al nostro 47 mm. Naturalmente i nostri carri erano schierati dove servivano: in Albania, se fossero stati in Egitto sarebbero arrivati troppo facilmente ad Alessandria. Solo in Ottobre arrivarono in Egitto i primi carri inglesi di tipo Matilda, quelli che i nostri cannoni da 47 non riuscivano a distruggere.
Arrivati facilmente ad Alessandria? A piedi?
E poi il Crusader disponeva del OGF da 40 mm non da 37 mm.



Occorre in ultimo menzionare che i militari di tutti i Paesi si aspettavano che gli italiani, due ore dopo la dichiarazione di guerra, occupassero Malta. 'E' scontato che il primo giorno di guerra sarà salutato con un'operazione lampo contro Malta' così scriveva Tojo Minotobu, addetto militare giapponese in Italia, a Tokio.

Come la occupi Malta? Non avevano né mezzi da sbarco né fanteria di marina addestrata a tale scopo, senza parlare poi di come SuperMarina e SuperEsercito avrebbero gestito il tutto.





Ma neanche per sogno, i nostri geniali capi militari, coperti di galloni dorati e con le loro paghe principesche, non ci hanno neanche pensato. Quando la guerra si è fatta seria le navi inglesi di Malta hanno fatto strage delle nostre navi, migliaia di morti inutili in mare, e migliaia di morti nel deserto... ci è costato il miserabile livello professionale dei nostri capi dai grandi galloni dorati e dai titoli altisonanti.
Verissimo.



Dobbiamo dire che il nostro Stato Maggiore, con l'incolmabile superiorità numerica a nostro favore ha programmato il primo attacco all'Egitto per il 15 Luglio, un mese dopo lo scoppio della guerra? Dobbiamo dire che avevamo i carri armati per andare ad occupare l'Egitto in due settimane e li tenevamo in Albania?
La rovina dell'italia furono i penosi generali e leader che avevamo, non certo i poveri soldati che combatterono con grande coraggio e valore.

Eric Draven
24-08-11, 23:42
La storia si ripete,vedo

Perseo
26-08-11, 10:34
L'articolo parla come se fosse solo incapacità dei militari.

Ma non sarà che Mussolini fosse entrato in guerra credendo di avere un accordo segreto con gli Inglesi per non darsi fastidio in Africa e occupare i balcani prima che ci arrivassero i tedeschi ?

E che Mussolini avesse capito di essere davvero in guerra con gli inglesi solo dopo che la Grecia rifiutò di arrendersi e una parte della flotta italiana fu colpita nel porto di Taranto ?
A quel punto i matilda erano già in Egitto ed era troppo tardi per cambiare le cose.

Warden223
30-08-11, 14:32
La storia si ripete,vedo

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Appunto, leggo le risposte di Xander.XVII e penso che i rinnegati anti-Italiani sono ancora numerosi!!!:gluglu:

Warden223
30-08-11, 14:52
L'articolo parla come se fosse solo incapacità dei militari.

Ma non sarà che Mussolini fosse entrato in guerra credendo di avere un accordo segreto con gli Inglesi per non darsi fastidio in Africa e occupare i balcani prima che ci arrivassero i tedeschi ?

E che Mussolini avesse capito di essere davvero in guerra con gli inglesi solo dopo che la Grecia rifiutò di arrendersi e una parte della flotta italiana fu colpita nel porto di Taranto ?
A quel punto i matilda erano già in Egitto ed era troppo tardi per cambiare le cose.

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Esatto, gli albioni fecero doppio gioco, si all'Italia a conquistarsi un posto al sole e poi, temendo di perdere autorita' in africa, sannzioni contro il nostro paese, vile comportamento dei britannici nei nostri confronti, i famosi documenti di Mussolini [ spariti ] evidenziavano propio questo grande tradimento!

Xander.XVII
30-08-11, 18:18
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Appunto, leggo le risposte di Xander.XVII e penso che i rinnegati anti-Italiani sono ancora numerosi!!!:gluglu:

Essere patrioti non vuol dire essere acritici.
E scrivere come andarono le cose non è certo essere anti-italiani.
Quindi i tuoi giudizi da quattro soldi tienteli per te, oppure rispondi in modo costruttivo, se lo sai fare.

Warden223
31-08-11, 17:47
Essere patrioti non vuol dire essere acritici.
E scrivere come andarono le cose non è certo essere anti-italiani.
Quindi i tuoi giudizi da quattro soldi tienteli per te, oppure rispondi in modo costruttivo, se lo sai fare.

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Ave XanderXVII, ora ti spiego, primo, non so che significa " acritici " e non mi interessa saperlo, secondo, io vivo a Londra fin da giovane e son stato educato a esprimere le mie idee in piena liberta' senza paletti e senza professor itaglioni che mi rimproverano, i mie giudizi li ho coltivati leggendo storia, non solo Italiana, ma anche di altri paesi, se a te non garba....affari tuoi!!! ciao.

W l'ITALIA!!!:chefico:

Xander.XVII
31-08-11, 20:53
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Ave XanderXVII, ora ti spiego, primo, non so che significa " acritici " e non mi interessa saperlo, secondo, io vivo a Londra fin da giovane e son stato educato a esprimere le mie idee in piena liberta' senza paletti e senza professor itaglioni che mi rimproverano, i mie giudizi li ho coltivati leggendo storia, non solo Italiana, ma anche di altri paesi, se a te non garba....affari tuoi!!! ciao.

W l'ITALIA!!!:chefico:

Lungi da me limitare il tuo assai elevato acume intellettivo, ma ciò che intendevo uomo di mondo vissuto a Londra senza professori "itaglioni" è che o rispondi in modo costruttivo alla discussione, come ho fatto io, o puoi anche non scrivere se ti limiti a criticare senza rispondere.
Quindi la questione è: sai rispondere alle mie obiezioni o no?