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Avanguardia
25-06-09, 14:08
Berlusconi povera vittima?

Dopo lo scandalo Noemi, un altro scandalo sessuale colpisce il Presidente del Consiglio: un’inchiesta della procura di Bari su un giro di appalti nella sanità ha scoperto che un imprenditore di forniture per ospedali, Gianpaolo Tarantini, per ottenere facilitazioni nella concessione di lucrosi appalti offriva donne a pagamento ai politici, e che tra questi fortunati c’è stato anche Berlusconi, il quale ha avuto almeno un incontro con una prostituta pagata da Tarantini, che organizzò anche feste in alcune residenze private del Cavaliere. L’inchiesta coinvolge pure due politici del Partito Democratico.

Il fatto che un primo ministro possa esser andato a letto con qualche “escort” in se resta un normale fatto privato che a noi non interessa. Di rilevanza pubblica resta invece l’eventualità, da verificare, che un politico abbia favorito un imprenditore per avergli procacciato “gentili signorine” o che abbia favorito delle donne nella loro carriera politica sulla base di favori particolari, in quanto scalfisce gli elementari principi meritocratici che sono alla base di un corretto adempimento al bene comune.

Il susseguirsi di questi scandali pone degli interrogativi, ai quali non pretendiamo di dare risposte certe fino a che fatti compiuti in futuro non daranno conferma a questa o a quella ipotesi. La sola cosa di cui siamo certi è che Berlusconi non è bersagliato in quanto nemico dei poteri forti o degli americani. No, non è mai stato e mai sarà ostacolo al turbo-liberismo e a tutte quelle altre brutture di cui egli stesso è parte. Preciso questa cosa perché in questi giorni, su siti Internet di controinformazione ho notato un proliferare di articoli scritti da non pochi studiosi e pensatori antagonisti o sedicenti tali che difendono Berlusconi spiegando che sarebbe vittima di complotti di poteri forti, di trame geopolitiche, spiegando che lo vorrebbero far fuori addirittura perché sarebbe un ostacolo al capitalismo liberista. Fermo restando che il loro giudizio sulla sinistra moderata o antagonista che sia lo condividiamo, arrivare a definire il Cavaliere e i suoi fedelissimi un ostacolo all’imperialismo americano e al neoliberismo significa aver perso i contatti con la realtà e avere la memoria molto corta.

Berlusconi è semplicemente un oligarca potentissimo che in questo periodo è in lotta con altri oligarchi per questioni di soldi e poltrone, non per questioni ideologiche. Gli scandali a sfondo sessuale fanno parte di queste scaramucce. Come vedete, si resta sempre nell’ambito di queste storie di donne o di ingigantimenti comici di corruttele di scarsissimo peso quando ci si fa la guerra mediatica, perché martellare l’avversario su fatti gravissimi di corruzione significherebbe screditarlo al punto da rovinarlo, e spingere questo a vendicarsi mobilitando il suo apparato giornalistico e i pezzi di servizi segreti ad esso legati per portare in piazza le cose gravi del rivale, mettendo a rischio la credibilità del sistema intero. Tutti a quei livelli sono ricattabili, è stabilito da regole non scritte pubblicamente che così deve essere per tenere su il sistema.

A smentire l’idea di un Berlusconi “rivoluzionario” dalla parte dei deboli basterebbe ripassare la storia del suo impero economico e politico, il modello culturale che ha imposto agli italiani con il controllo delle televisioni, i suoi discorsi in fatto di America ed economia, le politiche di tutti i suoi governi compreso questo attuale che sta seguendo pienamente le direttive economiche del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e dell’Unione Europea (UE), si veda lo zelo con cui stanno innalzando l’età pensionabile delle donne a 65 anni in nome delle “pari opportunità”. Senza andare troppo lontano, per smentire con evidenza il pregiudizio di un Berlusconi fautore di un capitalismo produttivo-nazionale opposto al capitalismo finanziario-internazionale faccio presente che la banca di Berlusconi, la Mediolanum, nel febbraio del 2008 ha creato con 3 banche internazionali americane, la Merryl Linch, la JP Morgan e la Morgan Stanley, 3 fondi di fondi azionari globali, 1 con ogni banca, cosi detti perché “coprono tutti i mercati, senza limiti regionali, settoriali, di stile di gestione e di capitalizzazione” come riportato nel sito stesso della Mediolanum. Guarda caso, questi accordi commerciali cadevano nei primi mesi del 2008, quando il FMI designava il centrodestra a succedere al governo Prodi, bocciato dopo appena un anno e mezzo di caotica legislatura perché incapace di procedere velocemente con le riforme neoliberiste nella spesa sociale e nel mondo del lavoro, sia per la litigiosità interna alla coalizione sia perché buona parte del suo elettorato, specialmente quello degli alleati minori, non avrebbe digerito tanti bocconi amari in breve tempo. Ricordate che l’allora ministro dell’economia Padoa-Schioppa, pur essendo egli stesso funzionario del FMI, lamentava furioso le pressioni degli organismi internazionali sul governo Prodi affinché rispettasse la tabella di marcia imposta sulle riforme liberiste? Determinante per la caduta del governo Prodi fu più che l’uscita di Mastella transitato presto nel centrodestra, l’uscita dal centrosinistra del funzionario del FMI Lamberto Dini e dei suoi sodali, che transiteranno subito nel centrodestra. Oggi infatti Dini è senatore del Partito delle Libertà (PDL). Il governo Berlusconi con tutte le sue riforme di tagli sociali, di indebolimento del potere contrattuale dei lavoratori e di smantellamento del sistema pensionistico si sta dimostrando all’altezza delle aspettative del FMI.

Altri due particolari sono la partecipazione in Mediobanca di una figlia di Berlusconi e la recente investitura del ministro dell’economia Tremonti a presidente della sezione italiana dello Aspen Istitute, gruppo di studio internazionale che vaglia come deve svolgersi la vita politica in ottemperanza alle direttive dell’oligarchia globale, finanziato ampiamente dalla Rockefeller Brothers Fund, della omonima famiglia ebraica statunitense Rockefeller, situata al vertice della piramide globale, e la cui banca Chase Manatthan ha finanziato l’impero Mediaset.

Vediamo in dettaglio chi possono essere i manovratori della campagna contro il “pover uomo”. All’estero Berlusconi è accuratamente descritto nelle sue peripezie erotiche da giornali importanti controllati prevalentemente dal magnate australiano dei media conservatori e delle Tv a pagamento Rupert Murdoch, irato con Berlusconi perché danneggiato in qualche modo dall’introduzione in tutta Italia del digitale terrestre a quanto sembra. Signore con il quale le aziende del Cavaliere si stanno muovendo per trovare un accordo. Parlare male di Berlusconi può essere occasione per certa stampa estera di distrarre i sudditi dai gravi problemi locali focalizzando l’attenzione su un capo di governo con caratteristiche da film comico italiano ambientato nelle zone di vacanza.

In Italia oltre a vari capitalisti rimasti esclusi da affari come il CAI o la cementificazione della Lombardia, ad avere il dente avvelenato contro il premier sono il centrosinistra in quanto le ultime stra-vittorie del centrodestra costituiscono una violazione delle regole non scritte tra oligarchie partitiche,secondo cui una vittoria di un polo non deve essere mai schiacciante sul rivale e allo sconfitto va riservato comunque un buon numero di cariche, pur andando al vincitore la miglior parte. Poi ci sono gli ex di Alleanza Nazionale di Fini il cui assorbimento nel PDL non ha portato il tanto di potere sperato, con un Berlusconi che ha organizzato tutto in modo da avvantaggiare gli ex di Forza Italia e il cavallo vincente della Lega Nord, del quale però il Cavaliere intende sbarazzarsi ridimensionandolo tramite la modifica delle leggi elettorali in modo da stra-favorire il partito della coalizione che ha preso più voti lasciando poco agli alleati, poiché il carattere xenofobo della Lega gli sta allontanando i favori della Chiesa, protesa all’accoglienza dei disperati del terzo mondo e a lenire le tensioni razziali sia per motivi religiosi che per più terrene logiche di potere, bisognosa com’è di una solida e vasta base rinnovata di fedeli devoti.

PD, ex AN, UDC e Lega temono a ragione che la trasformazione dello Stato Italiano da parte del Cavaliere in senso più apertamente autoritario li escluda notevolmente da molte poltrone, lasciando loro il tanto giusto per conservare la parvenza di un sistema partitocratrico. Costoro non possono lamentarsi, perché hanno approvato pur condannandole a voce le leggi volute da Berlusconi, ne hanno fatte e ideate essi stessi di altre che lo favorivano nei suoi conflitti di interessi, perché si trattava di leggi atte a favorire anche le loro ingordigie a cui non volevano rinunciare, e adesso, quel plutocrate spregiudicato, ambizioso, furbo, con a disposizione una immensa potenza di ricchezze e media, avendone la possibilità, vuole arraffare tutto, tradendo i patti con i suoi rivali-complici. I patti col diavolo si pagano, ma se si staranno zitti forse arriverà qualche biscottino in più.

La portata dell’ultimo scandalo, quello delle escort, pur consecutivo a quello “Noemi”, non è tale da scalfire il consenso acquisito del premier. A parte il fatto che si stanno scoprendo cose sapute e risapute da parecchi anni, perché già in passato Berlusconi venne sorpreso da qualche paparazzo e da alcune inchieste giudiziarie con le mani nella marmellata, il continuo martellamento mediatico su questi fatti avrà come effetto l’assuefazione e l’indifferente abitudine a certe cose, che finiscono per essere banalizzate e normalizzate. È l’effetto che si è avuto negli ultimi anni con il susseguirsi di scandali di corruzione politica, che coinvolgevano in eguale misura destra e sinistra, con un particolare non trascurabile: il crescente astensionismo del tradizionale elettorato di sinistra che vedendo un’abissale discrepanza tra i suoi valori e la condotta dei partiti di sinistra, li ha condannati così al tracollo elettorale, disertando le urne.

Mentre si parla di donnine sta passando in Parlamento la famigerata legge sulle intercettazioni che impedirà molte indagini e porrà importanti limiti alla libertà dì informazione, legge ideata e elaborata dall’entourage berlusconiano, per impedire che in futuro si sappiano molte malefatte dei potenti. Il Cavaliere da vecchia volpe qual' è, col suo fare da vittima di complotti sta facendo accettare a molti sudditi l’idea che una legge balorda come questa sia necessaria per evitare i pericoli insiti nell’uso delle intercettazioni per la privacy del cittadino. Una legge che impedendo di scoprire e sapere in molte circostanze gli autori di reati di criminalità stride con tutta quella retorica securitaria. Per sapere cosa comporta questa legge, vi invito a leggere alla sezione “nostre opinioni” l’articolo “morte del terzo e del quarto potere”, molto chiaro e esaustivo.

Ma non cantino vittoria Berlusconi e la sua cerchia; per quanto il suo consenso elettorale acquisito rimanga saldo, tra il resto della popolazione italiana, a causa anche delle politiche folli e strampalate di ministri quali Sacconi, Brunetta, Gelmini, Tremonti, devastanti sul piano sociale e del mondo del lavoro, il dissenso verso questo sistema economico e culturale sta maturando e crescendo, con conseguenze che si faranno sentire negli anni a venire.





Alfredo Ibba
24 giugno 2009.




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