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Visualizza Versione Completa : Fondazione Occidente: la Tradizione Rurale



Dark Knight
27-12-11, 08:46
In questi giorni stiamo assistendo, chi da protagonista, chi da osservatore, chi da avversario alla nascita di Destra e Libertà su Politica in Rete, dall'inizio di questo percorso, sia privatamente che pubblicamente, ho ricevuto complimenti e adesioni ideali a quello che fu La Destra Nazionale e il sottoscritto, per non deludere chi dopo anni ammira ancora LDN, ha deciso di lavorare in tal senso, prima con la creazione della Fondazione Occidente, poi con la partecipazione alla Convenzione di Destra e Libertà lanciata dall'amico e appartenente alla Fondazione, nonchè candidato alla Presidenza di PIR, Occidentale.
Se tale esperimento non dovesse riuscire non disperate perchè il mio piano B è già pronto ma penso che rimarrà nel cassetto.
Con particolare gioia vi annuncio che uno storico membro, una colonna di LDN, tornerà a giocare dopo tanto tempo, schierandosi in Destra e Libertà e nella Fondazione Occidente per ritornare alla Destra rurale che iniziammo a studiare anni fa e della quale più di un utente ha nostalgia.

Il forum Tradizione e Identità di Politica Online era un forum vivo, dove si discuteva e dove si elaboravano teorie, ogni giorno si aprivano thread interessanti e li si svilupparono quelle teorie che portarono alla nostalgia verso il contadinato e all'amore per la società rurale.
Una società, come Hobbitville, dove il lato marcio del progresso non è ancora arrivato, dove la solidarietà tra individui è la prima cosa e dove ancora oggi si rispetta l'ambiente.
Se penso ai paesi della mia Liguria mi viene subito in mente che li esistono famiglie di razza che vivono nella Tradizione e che non hanno paura di farlo, famiglie vere per le quali la foto ogni anno di questo periodo è un dovere, che tengono gli anziani in casa con gioia senza farli rincoglionire nelle case di riposo (che a volte sono ahimè necessarie ma spesso sono solo parcheggi dove posteggiare la nonnina tanto noiosa perchè ripetitiva), dove si vive in maniera sana è più lenta senza la frenesia progressista delle città dove l'uomo è ormai sola la sua funzione lavorativa e nient'altro, paesi dove il negozio di alimentari, il fruttivendolo (...) sono i luoghi dove si consuma e dove non ci sono questi enormi centri commerciali dove il rapporto negoziante/cliente non esiste, e qui ritorno alla mia affermazione di prima, dove vivo io, a Montoggio si va a comprare la carne da Sergio, in città si va al banco carni della coop.
Il vecchio Continente sta morendo per queste cose a causa della sua folle esterofilia, abbiamo preso e fatto nostri i lati peggiori degli Stati Uniti tralasciando i migliori, siamo annegati a imitare Manhattan e Wall Street dimenticandoci la misura dell'essere umano! Io voglio una società a misura d'uomo non una società dove l'unico valore è il denaro.
I bambini non devono crescere davanti a computer, playstation, xbox e televisione e lo dice uno che da piccolo ha visto un sacco di film ma che è cresciuto sbucciandosi le ginocchia al campetto e ruzzolando nei prati, con le escursioni degli Scout e soprattutto nel rispetto dei più grandi.

Noi rurali, o come spesso siam chiamati con fare ironico "campagnoli", siam contenti con poco, per divertirci ci basta la sana compagnia e un bicchiere di vino, finito il lavoro stiamo in Famiglia e abbiamo un pò di terreno dove coltiviamo qualcosa che spesso scambiamo con il vicino, i nostri animali girano liberi e nessuno li avvelena, anzi molto spesso il mio cane è ospite di una vicina che gli da un sacco di prelibatezze.
Quando mi son trasferito dalla città ero spesso agitato e ansioso, ora vivo molto meglio e sto iniziando ad abbracciare la Tradizione, la mia casa è la mia ultima dimora accogliente, e soprattutto è bello bere una birra in pace mentre Gandalf racconta fumando l'erba pipa...
La trasgressione oggi è vivere nella Tradizione per questo abbracciamo la Rivoluzione Conservatrice.

Per la Contea!

Manfr
27-12-11, 11:29
Non per essere cinico o irridente, ma Sergio probabilmente si rifornisce dallo stesso grossista del banco carni della COOP. Anzi, è più verosimile che la COOP abbia mucche sue rispetto al banco di Sergio !

Ovviamente non conosco la reale situazione di sto Sergio e del banco coop di Genova, ma tendenzialmente, per quanto conosco il mondo di ristoratori e negozi alimentari, non dovrei essermi allontanato troppo dalla verità ...la carne "nostrana" dei macellai molto spesso è carne olandese, francese, tedesca o sud americana tenuta per tre mesi in una stalla italiana.

Dark Knight
27-12-11, 11:37
Non per essere cinico o irridente, ma Sergio probabilmente si rifornisce dallo stesso grossista del banco carni della COOP. Anzi, è più verosimile che la COOP abbia mucche sue rispetto al banco di Sergio !

Ovviamente non conosco la reale situazione di sto Sergio e del banco coop di Genova, ma tendenzialmente, per quanto conosco il mondo di ristoratori e negozi alimentari, non dovrei essermi allontanato troppo dalla verità ...la carne "nostrana" dei macellai molto spesso è carne olandese, francese, tedesca o sud americana tenuta per tre mesi in una stalla italiana.

Il mio discorso era diverso, so pure io che la carne coop è buona :) Voglio evidenziare come io conosco il nome del mio macellaio e con lui mi fermo spesso a chiaccherare, esiste u rapporto umano, mentre nei grandi centri commerciali si fa la toccata e fuga e l'uomo viene visto solo in base alla funzione "cliente/dipendente della catena"... capisci cosa intendo?

Haxel
27-12-11, 11:53
già Virgilio diceva che la ruralità è l'unica cultura che possa mantenere senza corruzioni le tradizioni

e credo avesse ragione

Manfr
27-12-11, 12:03
Il mio discorso era diverso, so pure io che la carne coop è buona :) Voglio evidenziare come io conosco il nome del mio macellaio e con lui mi fermo spesso a chiaccherare, esiste u rapporto umano, mentre nei grandi centri commerciali si fa la toccata e fuga e l'uomo viene visto solo in base alla funzione "cliente/dipendente della catena"... capisci cosa intendo?

Facevo a mia volta un discorso diverso :)

Ossia che oggi le "oasi di Tradizione" sono necessariamente integrate e dipendenti dalla Modernità ... e che se si vogliono correggerne gli aspetti deteriori, è da dentro la Modernità che bisogna lavorare.

Altrimenti al massimo si fanno dei villaggi Potemkin, bellini, da mettere in mostra, ma finti !

Dark Knight
27-12-11, 12:06
Facevo a mia volta un discorso diverso :)

Ossia che oggi le "oasi di Tradizione" sono necessariamente integrate e dipendenti dalla Modernità ... e che se si vogliono correggerne gli aspetti deteriori, è da dentro la Modernità che bisogna lavorare.

Altrimenti al massimo si fanno dei villaggi Potemkin, bellini, da mettere in mostra, ma finti !

Nel convegno "La lezione di Tolkien" affermo più o meno la stessa cosa :) un pò di modernità ci vuole, ci mancherebbe altro, bisogna però evitare molte cose.

Dark Knight
27-12-11, 12:06
già Virgilio diceva che la ruralità è l'unica cultura che possa mantenere senza corruzioni le tradizioni

e credo avesse ragione

Ottimo intervento.

Gdem88
27-12-11, 12:59
Una visione "Arcadica" davvero interessante, e in fin dei conti anche condivisibile sotto alcuni aspetti...d'altra parte l'Italia è il paese dei Comuni e dei grandi paesaggi, dei dialetti e delle tradizioni; secondo me bisogna però sempre stare attenti al rischio del provincialismo, che è il lato negativo di questa nostra caratteristica...durante la nostra storia questo provincialismo è stato un grosso handicup, ci ha impedito di stare alla pari con i grandi stati nazionali e il loro sviluppo, ci ha reso terra di conquiste divisa e litigiosa. La rivalutazione della vita rurale è molto importante , con i ritmi e la dimensione umana da rivalorizzare....tuttavia bisogna evitare di rinchiudersi in visioni localiste e antimoderniste, come è stato in verità già detto, perchè nel mondo globalizzato di oggi non possiamo permettercelo.

Nota a margine, questa visione agraria e rurale della Destra è davvero suggestiva :giagia:

Dark Knight
27-12-11, 13:05
Grazie per la tua collaborazione :)

FrancoAntonio
27-12-11, 13:44
mi dispiace essere banale ma non ho niente da aggiungere a cio' che ha detto Richard Gecko, ho anch'io un'origine contadina col nonno patriarcale e la famiglia numerosa (8 figli!), ho fatto appena in tempo a conoscere queso tipo di famiglia poi già quando avevo 3 anni per diversi motivi ognuno è andato a vivere per conto proprio, i nonni non ci sono piu' e tra cugini è già molto se ci si scambia un saluto... è triste ma è cosi', eppure che nostalgia

Dark Knight
27-12-11, 14:31
La tua è sicuramente una testimonianza importante, nel mio piccolo provo a farla pure io quel tipo di Famiglia. La cosa che mi fa piacere è che questi miei scritti stanno suscitando un interesse trasversale,ai tempi di POL eran + di nicchia :)

MightyMax
27-12-11, 18:22
Sicuramente c'è molto di vero nell'intervento iniziale di questo thread: anche nella mia Brianza si è verificata questa cosa con effetti molto più visibili rispetto ad altre zone. Mi spiego: il mio bisnonno era un proprietario terriero che lavorava direttamente la sua terra con i suoi familiari (figli e fratelli) e si viveva sui prodotti che la terra dava. Si abitava nelle "corti", e tra compaesani ci si conosceva tutti e si era un pò come una comunità di fratelli; si può dire che anche nelle situazioni più disperate (come la guerra civile che abbiamo avuto dal '43 al '45) si soffriva insieme. Nel dopoguerra poi abbiamo avuto il boom, ed ora la Brianza è famosa per essere terreno fertile delle piccole imprese e un'area densamente popolata. Bene, partirei proprio da questi cambiamenti epocali per infilarmi nel discorso dominante questo thread: il fatto che il benessere sia aumentato e che abbia permesso ai ragazzi di oggi come il sottoscritto di proseguire con gli studi e trovare lavoro "in città" non è ovviamente un male, e nemmeno il fatto di avere dei PC per casa con i quali possiamo comunicare fra di noi forumisti. Ciò che io vedo come Male (e purtroppo è un fenomeno in continua ascesa) è l'assuefazione dell'Uomo nei confronti del prossimo, assuefazione sicuramente catalizzata dal "progresso impazzito". Il nostro Occidente mi ricorda molto la Trantor che Asimov descriveva nel suo "Crollo della Galassia Centrale", ovvero una supercittà tecnologica abitata da 45 miliardi di persone dove tutto quanto (persino la notte e il giorno) erano simulati artificialmente; l'uomo ormai non aveva la necessità del lavoro (affidato alle macchine) e raramente aveva rapporti coi suoi simili, tant'è vero che molti abitanti erano affetti da agorafobia. Ebbene nel culmine di questa decadenza arrivò il saccheggio da parte dei nemici e un nuovo anno zero, dove gli abitanti scoprirono il contatto tra i propri simili proprio ripartendo dai lavori contadini all'aria aperta. Questo è solo per dirvi quanto pericolosa sia la strada che stiamo percorrendo e che se fosse possibile vorrei evitare il destino a cui andarono incontro i Trantoriani, credo sia possibile farlo partendo da un sereno confronto con più persone possibile; questo atteggiamento secondo me dovrebbe essere il primo piccolo mattone.

Dark Knight
27-12-11, 18:25
Sicuramente c'è molto di vero nell'intervento iniziale di questo thread: anche nella mia Brianza si è verificata questa cosa con effetti molto più visibili rispetto ad altre zone. Mi spiego: il mio bisnonno era un proprietario terriero che lavorava direttamente la sua terra con i suoi familiari (figli e fratelli) e si viveva sui prodotti che la terra dava. Si abitava nelle "corti", e tra compaesani ci si conosceva tutti e si era un pò come una comunità di fratelli; si può dire che anche nelle situazioni più disperate (come la guerra civile che abbiamo avuto dal '43 al '45) si soffriva insieme. Nel dopoguerra poi abbiamo avuto il boom, ed ora la Brianza è famosa per essere terreno fertile delle piccole imprese e un'area densamente popolata. Bene, partirei proprio da questi cambiamenti epocali per infilarmi nel discorso dominante questo thread: il fatto che il benessere sia aumentato e che abbia permesso ai ragazzi di oggi come il sottoscritto di proseguire con gli studi e trovare lavoro "in città" non è ovviamente un male, e nemmeno il fatto di avere dei PC per casa con i quali possiamo comunicare fra di noi forumisti. Ciò che io vedo come Male (e purtroppo è un fenomeno in continua ascesa) è l'assuefazione dell'Uomo nei confronti del prossimo, assuefazione sicuramente catalizzata dal "progresso impazzito". Il nostro Occidente mi ricorda molto la Trantor che Asimov descriveva nel suo "Crollo della Galassia Centrale", ovvero una supercittà tecnologica abitata da 45 miliardi di persone dove tutto quanto (persino la notte e il giorno) erano simulati artificialmente; l'uomo ormai non aveva la necessità del lavoro (affidato alle macchine) e raramente aveva rapporti coi suoi simili, tant'è vero che molti abitanti erano affetti da agorafobia. Ebbene nel culmine di questa decadenza arrivò il saccheggio da parte dei nemici e un nuovo anno zero, dove gli abitanti scoprirono il contatto tra i propri simili proprio ripartendo dai lavori contadini all'aria aperta. Questo è solo per dirvi quanto pericolosa sia la strada che stiamo percorrendo e che se fosse possibile vorrei evitare il destino a cui andarono incontro i Trantoriani, credo sia possibile farlo partendo da un sereno confronto con più persone possibile; questo atteggiamento secondo me dovrebbe essere il primo piccolo mattone.

Ottimo intervento.
Purtroppo non sono un lettore di Asimov (ma inizierò) potresti fare un convegno o degli appunti su Trantor.

MightyMax
27-12-11, 18:32
Ottimo intervento.
Purtroppo non sono un lettore di Asimov (ma inizierò) potresti fare un convegno o degli appunti su Trantor.

Te lo consiglio, pensa che la Trantor di Asimov per sua stessa ammissione è ispirata alla fase decadente dell'Impero Romano (che vedo abbiamo anche fra i nostri riferimenti ideali, giustamente) ovviamente in chiave fantascientifica.

Dark Knight
27-12-11, 18:40
Te lo consiglio, pensa che la Trantor di Asimov per sua stessa ammissione è ispirata alla fase decadente dell'Impero Romano (che vedo abbiamo anche fra i nostri riferimenti ideali, giustamente) ovviamente in chiave fantascientifica.

Certamente. Tutti i libri, o quasi, sulle società in decadenza si isprirano a quello...d'altronde è stata la caduta più importante della storia (conosciuta)

FalcoConservatore
27-12-11, 19:14
Se escludiamo l'esperienza storica dello "Strapaese", peraltro usata dal fascismo in chiave propagandistica, in Italia manca una vera e propria tradizione rurale di stampo politico e culturale. Ciò non toglie che vi siano stati - e vi siano ancora - singole personalità e piccole associazioni legate ai valori genuini della terra e della natura primigenia.
Ben altro discorso si deve fare per la Germania, dove sono esistiti movimenti espressamente dedicati al "culto" della natura intesa come "madre" autentica di tutti i tedeschi, patria d'origine alla quale i veri uomini anelano di tornare nonostante i veleni dell'industria e della città.
Nella natura immacolata gli uomini possono trovare la pace e la salute, fino a sfiorare il contatto con la sfera del divino.

Gdem88
27-12-11, 20:16
Da persona appartenente al centrosinistra, considero molto interessante questa discussione :-) dunque vi pongo una domanda: non pensate che la Lega Nord abbia incarnato, soprattutto ai suoi inizi ma anche attualmente, alcuni valori del ruralismo? Penso soprattutto al Veneto, ma anche alle campagne e alle zone montane della Lombardia...

Dark Knight
27-12-11, 20:32
Da persona appartenente al centrosinistra, considero molto interessante questa discussione :-) dunque vi pongo una domanda: non pensate che la Lega Nord abbia incarnato, soprattutto ai suoi inizi ma anche attualmente, alcuni valori del ruralismo? Penso soprattutto al Veneto, ma anche alle campagne e alle zone montane della Lombardia...

Ti ringrazio per l'interessamento alla nostra discussione. Si la Lega Nord indubbiamente incarna alcuni di questi Valori, soprattutto tra la militanza e la piccola dirigenza :) In Liguria (altrove non so) ci provà pure La Destra ma fallì miseramente l'appuntamento...

FrancoAntonio
27-12-11, 20:36
Da persona appartenente al centrosinistra, considero molto interessante questa discussione :-) dunque vi pongo una domanda: non pensate che la Lega Nord abbia incarnato, soprattutto ai suoi inizi ma anche attualmente, alcuni valori del ruralismo? Penso soprattutto al Veneto, ma anche alle campagne e alle zone montane della Lombardia...certo! la lega inzialmente era l'espressione del nord, moderato cristiano e rurale ma non solo, anche fatto di piccole aziende famigliari che non hanno mai avuto voce in capitolo nella politica romana, fino agli anni '80 nessun partito ha mi rappresentato questa maggioranza silenzionsa ed è giusto che ora abbiano una voce, anche se io avrei impostato il discorso Lega in modo molto meno urlato e piu' utile, tipo, spingere per l'autonomia, sul modello delle 5 regioni già autonome e non sprecare tempo a richiedere la secessione

In Veneto che ha conservato caratteri ancora piu' rurali del resto del Nord, Zaia è considerato un vero esperto nella materia, vive bene nel suo elemento ed è stato giustamente plebiscitato dai veneti, a me questa realtà veneta che fa poco parlare di se ma è estremamente tradizionale e nello stesso tempo dinamica piace molto

Mi piacerebbe un modello Zaia anche per il resto d'Italia anche se temo che una situazione simile non sia estendibile a tutta l'Italia

Visto che tu sei di centrosinistra ammetterai spero tranquillamente che troppe volte i partiti romani e in particolar modo i partiti di sinistra in regioni come quelle del nord non hanno mai espresso interessi locali ma si sono sempre piegati alle direttive che venivano da Roma dove prendevano ordini anche per cose di piccola entità

Dark Knight
28-12-11, 11:59
Gabriele D'Annunzio
Alcyone
Sogni di terre lontane

I PASTORI


Settembre, andiamo. E' tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d'acqua natía
rimanga ne' cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d'avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh'esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l'aria.
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.

Ah perché non son io cò miei pastori?

FalcoConservatore
28-12-11, 12:28
Da persona appartenente al centrosinistra, considero molto interessante questa discussione :-) dunque vi pongo una domanda: non pensate che la Lega Nord abbia incarnato, soprattutto ai suoi inizi ma anche attualmente, alcuni valori del ruralismo? Penso soprattutto al Veneto, ma anche alle campagne e alle zone montane della Lombardia...Il leghismo propugna il legame con il territorio come valore fondante di matrice identitaria. L'individuo riconosce se stesso solo se radicato in una regione e in una tradizione storico-culturale (e anche linguistica) ben definite.
Da qui la polemica contro la globalizzazione e la liquefazione dei confini.
Se ogni luogo è come un altro, allora l'identità dell'individuo rischia la dissoluzione.

Gdem88
28-12-11, 12:32
Visto che tu sei di centrosinistra ammetterai spero tranquillamente che troppe volte i partiti romani e in particolar modo i partiti di sinistra in regioni come quelle del nord non hanno mai espresso interessi locali ma si sono sempre piegati alle direttive che venivano da Roma dove prendevano ordini anche per cose di piccola entità

Il problema esiste, sicuramente..è stato forte nella prima repubblica,portando infatti alla nascita e crescita forte della Lega Nord, che ha ingoiato il bacino elettorale della Dc, partito romano che tuttavia per la sua struttura interna, per il ruolo di partito di governo e argine alla sinistra era riuscita a rappresentare il mondo rurale grazie anche allo stretto rapporto con gli artigiani e i contadini ( la Coldiretti è stata un forte strumento di questa egemonia).

Non c'è da dimenticare però che le origini della sinistra italiana sono più rurali che operaie, il socialismo è cresciuto nelle leghe contadine e bracciantili, nelle casse agricole e non di mutuo soccorso etc.. La sintonia della sinistra con le campagne era piena agli inizi del 1900, quando la struttura del Partito Socialista era radicatissima ed aveva forti legami con tutto il mondo rurale. D'altra parte anche le Leghe Cattoliche di Miglioli possono in molti casi ascriversi al filone della sinistra...per me che sono del Pd nel reale, proprio questa comune matrice popolare è un punto forte in comune tra movimento operaio-contadino e cattolicesimo politico. Dopo il 1945 i rapporti si sono ricostituiti sotto l'egida del centralismo democratico, e quindi con molta meno autonomia rispetto ai primi anni del '900...tuttavia i legami con il mondo rurale almeno fino ai primi anni '50 e '60 rimanevano forti. poi ovviamente ci sono el distinzioni area per area...se in Puglia le leghe bracciantili erano tutte a sinistra, in Veneto e Lombardia era forte l'influenza cattolica.

Gdem88
28-12-11, 14:23
Senza certamente voler ostacolare la riflessione interna alla Destra, vorrei proporre questo interessante parallelismo: http://it.wikipedia.org/wiki/Ujamaa ovvero il socialismo rurale africano di Nyerere...più che altro come argomento a favore del fatto che il ruralismo in sè è un fenomeno ben più ampio dell'occidente, e anzi al giorno d'oggi potrebbe riguardare molto di più l'Africa o l'Asia che quel modello di sviluppo rurale basato su "famiglie allargate" e piccole comunità lo vivono spesso come fenomeno sociale egemone nelle loro realtà ( nella stessa Cina esiste d'altra parte una netta differenza tra la Cina Rurale e la Cina Metropolitana, tanto da farle sembrare due mondi diversi).

Questo parallelismo potrebbe d'altra parte servire per riflettere sugli aspetti sociali del ruralismo passato, che non si vedono più nell'occidente attuale ma che sono ancora ben presenti nelle aree rurali degli altri continenti, dove si vive in una fase che l'Occidente ha superato: una economia di sussistenza a volte in debole equilibrio, fondata su scarsi mezzi e strumenti; una netta disuguaglianza sociale con povertà diffusa e scarse opportunità per i figli dei contadini; scarsa mobilità sociale e meno opportunità anche nell'istruzione.

Mi sono permesso di fare queste riflessioni ritenendo questo confronto molto più culturale che politico in senso stretto...:)

Dark Knight
28-12-11, 17:24
Ti rispondo appena ho qualche minuto perchè il tuo concetto è interessante :)

FrancoAntonio
28-12-11, 17:27
Senza certamente voler ostacolare la riflessione interna alla Destra, vorrei proporre questo interessante parallelismo: http://it.wikipedia.org/wiki/Ujamaa ovvero il socialismo rurale africano di Nyerere...più che altro come argomento a favore del fatto che il ruralismo in sè è un fenomeno ben più ampio dell'occidente, e anzi al giorno d'oggi potrebbe riguardare molto di più l'Africa o l'Asia che quel modello di sviluppo rurale basato su "famiglie allargate" e piccole comunità lo vivono spesso come fenomeno sociale egemone nelle loro realtà ( nella stessa Cina esiste d'altra parte una netta differenza tra la Cina Rurale e la Cina Metropolitana, tanto da farle sembrare due mondi diversi).

Questo parallelismo potrebbe d'altra parte servire per riflettere sugli aspetti sociali del ruralismo passato, che non si vedono più nell'occidente attuale ma che sono ancora ben presenti nelle aree rurali degli altri continenti, dove si vive in una fase che l'Occidente ha superato: una economia di sussistenza a volte in debole equilibrio, fondata su scarsi mezzi e strumenti; una netta disuguaglianza sociale con povertà diffusa e scarse opportunità per i figli dei contadini; scarsa mobilità sociale e meno opportunità anche nell'istruzione.

Mi sono permesso di fare queste riflessioni ritenendo questo confronto molto più culturale che politico in senso stretto...:)mi piace molto il tuo modo di ragionare e il tuo modo di lleggere anche tra le righe le motivazioni altrui, poche persone sono capaci di questa analisi

Dark Knight
29-12-11, 01:09
Senza certamente voler ostacolare la riflessione interna alla Destra, vorrei proporre questo interessante parallelismo: http://it.wikipedia.org/wiki/Ujamaa ovvero il socialismo rurale africano di Nyerere...più che altro come argomento a favore del fatto che il ruralismo in sè è un fenomeno ben più ampio dell'occidente, e anzi al giorno d'oggi potrebbe riguardare molto di più l'Africa o l'Asia che quel modello di sviluppo rurale basato su "famiglie allargate" e piccole comunità lo vivono spesso come fenomeno sociale egemone nelle loro realtà ( nella stessa Cina esiste d'altra parte una netta differenza tra la Cina Rurale e la Cina Metropolitana, tanto da farle sembrare due mondi diversi).

Questo parallelismo potrebbe d'altra parte servire per riflettere sugli aspetti sociali del ruralismo passato, che non si vedono più nell'occidente attuale ma che sono ancora ben presenti nelle aree rurali degli altri continenti, dove si vive in una fase che l'Occidente ha superato: una economia di sussistenza a volte in debole equilibrio, fondata su scarsi mezzi e strumenti; una netta disuguaglianza sociale con povertà diffusa e scarse opportunità per i figli dei contadini; scarsa mobilità sociale e meno opportunità anche nell'istruzione.

Mi sono permesso di fare queste riflessioni ritenendo questo confronto molto più culturale che politico in senso stretto...:)

Eccomi, scusa il colpevole ritardo ma ho perso troppo tempo e energie in una discussione snervante che so già essere una perdita di tempo perchè è inutile discutere con chi fa finta di non capire. A quello che hai detto ci volevo arrivare pure io :)

Per quanto io non condivida le idee socialiste esse nascono genuine e non vogliono l'abbruttimento dell'uomo ma la solidarietà (che poi a mio modo di vedere esagera in un buon sentimento rendendola assistenzialismo a prescindere) e non vuole l'abbruttimento e l'omologazione dell'essere umano come il comunismo e soprattutto è lontano dal progressismo marcio... non dobbiamo inquadrare il PSI con Craxi (che comunque è stato un capro espietorio) De Michelis e compagnia bella...dobbiamo inquadrarlo con i contadini delle campagne che son stati i primi suoi militanti e che erano fortemente Tradizionalisti :)

Gdem88
30-12-11, 01:08
Scusa se mi permetto di ribadire alcuni concetti...più che al messaggio di risposta a Candido, mi piacerebbe spostare l'attenzione sul mio secondo messaggio, quello riguardante il ruralismo afro-asiatico...non per autocelebrazione sia chiaro, ma solo perchè credo che sollevi alcune questioni importanti: anzitutto le questioni sociali connesse al ruralismo ( che elenco lì ) e in secondo luogo quelle legate al fatto che la società contadina e il ruralismo non sono realtà solamente circoscrivibili all'occidente, che forse anzi ha nelle campagne e nell'agricoltura una realtà secondaria rispetto all'Africa e all'Oriente. A quale modello rurale ci si ispira dunque? Pur prendendo come età dell'oro arcadica il passato, non è giusto avere una panoramica legata anche agli aspetti di difficoltà sociale presenti nel modello rurale?

A queste tematiche sovracitate vorrei inoltre aggiungerne un'altra :si può parlare di ruralismo comune tra pianura e montagna? I valori, la tradizione e il modello di vita del ruralismo montano sono le stesse del ruralismo di pianura? Condizioni di vita diverse e diversi modi di relazionarsi con l'ambiente circostante permettono o no di parlarne come un'unica entità rurale? A fronte di una pianura in cui il modello rurale è sempre più in crisi, quale ruolo ha la montagna come luogo più chiuso rispetto agli stimoli esterni, quindi più legato a modelli tradizionali di vita ?

occidentale
30-12-11, 02:41
Il leghismo propugna il legame con il territorio come valore fondante di matrice identitaria. L'individuo riconosce se stesso solo se radicato in una regione e in una tradizione storico-culturale (e anche linguistica) ben definite.
Da qui la polemica contro la globalizzazione e la liquefazione dei confini.
Se ogni luogo è come un altro, allora l'identità dell'individuo rischia la dissoluzione.

Dissoluzione eterodiretta, tra l'altro.

Dark Knight
05-02-12, 09:51
Scusa se mi permetto di ribadire alcuni concetti...più che al messaggio di risposta a Candido, mi piacerebbe spostare l'attenzione sul mio secondo messaggio, quello riguardante il ruralismo afro-asiatico...non per autocelebrazione sia chiaro, ma solo perchè credo che sollevi alcune questioni importanti: anzitutto le questioni sociali connesse al ruralismo ( che elenco lì ) e in secondo luogo quelle legate al fatto che la società contadina e il ruralismo non sono realtà solamente circoscrivibili all'occidente, che forse anzi ha nelle campagne e nell'agricoltura una realtà secondaria rispetto all'Africa e all'Oriente. A quale modello rurale ci si ispira dunque? Pur prendendo come età dell'oro arcadica il passato, non è giusto avere una panoramica legata anche agli aspetti di difficoltà sociale presenti nel modello rurale?

A queste tematiche sovracitate vorrei inoltre aggiungerne un'altra :si può parlare di ruralismo comune tra pianura e montagna? I valori, la tradizione e il modello di vita del ruralismo montano sono le stesse del ruralismo di pianura? Condizioni di vita diverse e diversi modi di relazionarsi con l'ambiente circostante permettono o no di parlarne come un'unica entità rurale? A fronte di una pianura in cui il modello rurale è sempre più in crisi, quale ruolo ha la montagna come luogo più chiuso rispetto agli stimoli esterni, quindi più legato a modelli tradizionali di vita ?

Son ruralismi diversi rovinati entrambi dal vizio oscuro dell'Occidente.
Io mi ispiro a quello tradizionale "ligure" e comunque le Tradizioni variano da paese a paese quindi figuriamoci tra pianura e montagna. Solitamente il ruralismo montano è più solitario e collegato a pastorizia e caccia rispetto a quello della pianura.

Gdem88
26-02-12, 14:11
Più che altro mi pare che la vera tradizione ruralistica sia rintracciabile al giorno d'oggi soprattutto in quei paesi che la condizione rurale la vivono veramente, come la Cina che è divisa in due mondi diversi per bisogni, separati e tuttavia conviventi con fasi alterne già dai primi del '900L: Cina Metropolitana e Cina Rurale. Quello che mi risulta è che quello occidentale ( escludendo alcune zone effettivamente a vocazione ruralista) sia più che altro un ruralismo "di ritorno" anche un po' nostalgico, ma soprattutto fondato su una ricerca culturale e identitaria un po' in vetro, diversa da quei posti dove invece il ruralismo è pane quotidiano, dove per prendere l'acqua bisogna ancora recarsi ai pozzi distanti 5 Kilometri e dove la vita è ancora scandita dai tempi del raccolto e quindi della terra ( questa scansione esiste effettivamente qui nell'occidente, anche nelle zone più rurali? In misura molto minore a mio parere). Ricalcando la vera essenza rurale di molti paesi extraeuropeo vorrei anche sottolineare una contraddizione che mi sembra emergere nella visione della destra ruralista: si può inneggiare al ruralismo e al tempo stesso alzare il vessillo dell'occidente in contraddizione con il resto del mondo? L'Occidente oggi può davvero definirsi ruralista rispetto ad altre aree del mondo? Il modello Occidentale è davvero più avvicinabile al ruralismo rispetto ad altre zone? Saràper una mia intrinseca visione internazionalista, ma credo che parlando di ruralismo europeo si rischi di pensare ad un prato recintato, evitando di parlare di una tundra sconfinata che stà all'esterno...una tundra che veramente segue le leggi della terra, più di quanto un prato recintato possa fare nel suo essere in qualche modo "addomesticato" dall'uomo.

Quanto alla differenza montagna-pianura, vale un discorso simile: non sarà che per il suo isolamento la montagna è veramente custode di un ruralismo non "di ritorno" ma veramente sentito e spontaneo? La montagna, con le sue valli e le sue realtà microscopiche di vita comunitaria e a volte solitaria, è sicuramente meno esposta a modelli nuovi di vita e di pensiero che si diffondono in pianura, in un modo o neall'altro influenzata dalla modernità più di quanto possano esserlo le zone montane. Parlando poi di montagna, concentiamoci per un'attimo ad esempio sul dibattito che alcuni definiscono "ruralpino" e sulle istanze delle varie forze politiche e sociali che in questo contesto montano vivono: non c'è in questo mondo una prevalenza del "comunitario" e della condivisione decisamente più forte che nelle zone di pianura? Anche i partiti alpini e montani richiamano sempre il bisogno di "fare comunità", un discorso politico che è invece molto più lieve nelle zone di pianura. Non sarà dunque, in modo quasi paradossale, che la realtà tendenzialmente isolata e frammentata della montagna ha sviluppato degli anticorpi comunitari per la sopravvivenza che invece nella pianura più ricca sono quasi scomparsi nel tempo?