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Tomás de Torquemada
04-06-02, 00:22
La storia della Sindone
di Maria Margherita Peracchino

(29-944) Da Gerusalemme a Edessa

Dopo la resurrezione e il ritrovamento della tomba vuota Gesù appare più volte ai suoi, a compimento di quanto aveva promesso e aveva cercato di far loro intendere quando era in vita. Complessivamente una decina di volte. Prima alle donne al sepolcro, quando trovano la tomba vuota e temono che il corpo di Gesù sia stato rubato, e al ritorno dal sepolcro; nello stesso giorno ai due discepoli di Emmaus e a un gruppo di discepoli in Gerusalemme; di seguito ai discepoli, presente Tommaso che non aveva creduto a chi gli aveva riferito dell'apparizione del Signore la sera della resurrezione; sul lago di Tiberiade; al monte di Galilea; in altre occasioni, prima di ascendere definitivamente alla dimora del Padre. Finalmente nei discepoli la paura lascia il posto a un rinnovato spirito di fiducia e gioia, soprattutto alla coscienza che, al di là di tutti i timori personali, è necessario rispettare il comando del Maestro e portare la buona novella ai confini del mondo. Inizia la predicazione. I dodici, animati da grande fervore, predicano Gesù il Nazareno sulle piazze, nelle case, perfino nelle sinagoghe, e in nome suo fanno miracoli e costruiscono, faticosamente, le fondamenta della prima comunità cristiana. Una prima chiesa che, peraltro, si lacera fin da subito. Si costituiscono varie piccole comunità, a volte in competizione dialettica a volte in aperto conflitto tra loro. Il tutto in un ambiente, la Palestina, a loro ostile. Primi naturali avversari dei cristiani sono gli ambienti religiosi ebraici: i grandi sacerdoti, spesso compromessi con il potere amministrativo dell'impero romano, preoccupati esclusivamente di conservare l'esistente della fede ebraica, avversi a qualsiasi novità, soprattutto se c'era il rischio che minasse il loro potere; e i sadducei, partito politico-religioso integralista a tutti gli effetti. Non meno pericoloso il nemico politico: il potere romano tutto teso a mantenere l'autorità sul territorio, minata da quei principi d'amore assolutamente rivoluzionari che i cristiani predicavano. Entità tra loro ostili, quella romana e quella giudea, ma che nei confronti dei cristiani hanno timori e interessi che coincidono, come era accaduto per la crocifissione di Cristo: la necessità, per la propria sopravvivenza, di distruggerli. Iniziano le persecuzioni, prima da parte del Sinedrio e in seguito dei Romani, per mano di Erode Agrippa, che fanno disperdere i cristiani fuori da Gerusalemme; inizia la diffusione del Verbo e si moltiplicano le conversioni, prima in Palestina e poi, di mano in mano, fuori dai suoi confini, arrivando ai viaggi missionari nelle terre più o meno vicine, a cominciare da quelli di Paolo.# Chiunque abbia in consegna il sacro Lino non riuscirà a vivere serenamente questa responsabilità. In ambiente ebreo conservare un lino funebre è, oltre che sconveniente e ripugnante, vietato, la legge mosaica infatti proibisce di toccare qualsiasi cosa venuta a contatto con un cadavere, tanto peggio se si considera che si tratta del sudario di Gesù, il crocifisso, l'uomo condannato a morte per essersi proclamato Re dei Giudei, e, così si pensa, trafugato dai suoi discepoli per farlo credere risorto. Nella predicazione e nella persecuzione c'è forse la chiave della vicenda del Telo. E qui nella storia entra in scena il Mandylion, una tela con l'impronta dell'immagine di Gesù che, secondo la tradizione, sarebbe giunta a Edessa (Turchia) subito prima o subito dopo la morte di Gesù stesso, grandemente venerata dalla chiesa bizantina. Per quanto, purtroppo, storia e leggenda, a proposito del Mandylion, si intreccino, gran parte degli storici che studiano la Sindone sono concordi nell'affermare che il Mandylion è la Sindone. Siamo nel campo delle ipotesi, ma se questa ipotesi la dobbiamo considerare fondata, allora probabilmente la Sindone, forse durante un momento di particolare pericolo per la comunità cristiana a Gerusalemme o per il suo custode, viene portata a Edessa, magari da uno di quei cristiani che lasciavano la città in fuga dalle persecuzioni, o da un testimone-predicatore della nuova fede. _Antiche notizie indicavano in una grotta presso la foce de Giordano il luogo dove inizialmente furono conservati i panni funerari del Signore_ racconta Giorgio Tessiore. A Edessa la tela, se opportunamente piegata in modo che il solo viso fosse visibile, poteva essere conservata come un ritratto di Gesù, proprio come è conosciuto storicamente il Mandylion. Sicuramente il telo è molto più "accettabile" e al sicuro qui che nell'ambiente galileo, trasferita forse nella città "dopo una prima periferica evangelizzazione", "probabilmente intorno al 57 d.C." come dichiarò Ian Wilson, docente di storia all'Università di Oxford, al II Congresso Internazionale di Sindonologia di Torino del '78. A questo punto sarebbe perfino ipotizzabile che i molti tratti leggendari della storia del Mandylion siano stati deliberatamente inventati da qualcuno per creare un ambiente più sicuro per la Sindone. La storia del Mandylion la troviamo nei libri liturgici della chiesa bizantina, che ha conservato fino ad oggi, il 16 agosto, la festa del Mandylion. A raccontarla, nel '78, al secondo Convegno Internazionale di Sindonologia di Torino, è il Professor Georges Gharib, docente al Marianum di Roma. "Il Sinassario è una specie di notizia più o meno storica che informa sul contenuto e l'oggetto di una festa. Nel raccontare la storia del Santo Mandylion, l'autore risale alla storia del re Abgar di Edessa. Abgar era toparco di Edessa e soffriva insieme di lebbra e di gotta.


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Torino, Cappella della Sacra Sindone - Immagine dal sito http://www.flickr.com/

Aveva provato invano ogni medico e medicina. Viene a sapere dei miracoli che Gesù operava a Gerusalemme in mezzo alla ingratitudine dei giudei. Allora nei giorni della passione (precisa il Sinassario), egli chiama a se un certo Anania, che passava anche per bravo ritrattista, e gli affida un doppio incarico: consegnare una lettera a Gesù e farne un ritratto il più fedele possibile. La lettera così suonava: "Abgar, toparco della città di Edessa, a Gesù Cristo eccellente medico apparso a Gerusalemme, salve! Ho sentito parlare di te e delle guarigioni che operi senza medicamenti. Raccontano infatti che fai vedere i cechi, camminare gli zoppi, che mondi i lebbrosi, scacci i demoni e gli spiriti impuri, risani gli oppressi da lunghe malattie e resusciti i morti. Avendo udito di te tutto questo mi è venuta la convinzione di due cose: o che sei figlio di quel Dio che opera queste cose, o che tu sei Dio stesso. Perciò ti ho scritto pregandoti di venire da me e di risanarmi dal morbo che mi affligge e di stabilirti presso di me. Perché ho udito che i giudei mormorano contro di te e ti vogliono fare del male. La mia città è molto piccola, è vero, ma onorabile e basterà a tutte due per vivere in pace" Per quanto riguarda il ritratto da eseguire, Anania ci prova, ma senza successo. Gesù, indovinando le sue difficoltà, chiede dell'acqua per lavarsi ed un asciugamano: su di esso imprime l'immagine del suo volto. L'asciugamano fu consegnato ad Anania, insieme alla seguente lettera-risposta di Gesù: "Hai creduto in me, sebbene tu non mi abbia visto. Di me, infatti, sta scritto che chi mi vedrà non crederà in me, affinché coloro che non mi vedranno credano in me e vivano. Quanto all'invito che mi hai fatto di venire da te, ti rispondo che bisogna che io adempia qui tutta intera la mia missione, e che dopo il suo compimento io torni da Colui che mi ha mandato. Quando sarò asceso presso di lui, ti manderò uno dei miei discepoli, di nome Taddeo, a guarirti dal male ed offrire la vita eterna e la pace a te ed ai tuoi, e fare per la città quanto necessario per difenderla dai nemici." Il Sinassario aggiunge che Cristo appose in calce alla lettera sette sigilli recanti lettere in lingua ebraica, il cui significato è il seguente: "meravigliosa vista di Dio." A conferma di come la leggenda e la storia si confondano nel Mandylion altri manoscritti ci rimandano altre versioni su come si sarebbe formata l'immagine di Cristo sul telo. Le due versioni più importanti, alternative al Sinassario, narrano che: Cristo impresse il suo ritratto sulla tela quando si asciugò il volto dopo il battesimo la prima, e la seconda che Cristo impresse il suo ritratto sul Mandylion quando si asciugò il volto dopo la sudorazione di sangue, osservata da S. Luca, durante l'agonia del Getsemani. Continua il suo racconto Gharib: "Abgar accoglie con grandi onori e profonda venerazione lettera e ritratto. Subito guarisce dai suoi mali, ad accezione di un punto di lebbra sulla fronte. Dopo l'ascensione di Gesù arriva a Edessa l'apostolo Taddeo, come promesso. Egli porta Abgar ed i suoi alla fonte battesimale: Abgar ne esce completamente guarito e pieno di zelo per la nuova religione. L'immagine religiosa fu collocata nel più bel posto della città, in una nicchia, da dove fu tolta una celebre statua pagana, ed esposta alla venerazione di tutti, con la scritta "Cristo Dio, chi in te spera non si perderà". Lì rimase sotto il regno di Abgar e del suo figlio. Ma il nipote, prosegue il Sinassario, ritornò al paganesimo e decise la distruzione della preziosa reliquia. Avvertito in sogno del disegno criminoso del sovrano, il vescovo della città, di cui non viene precisato il nome, la fece murare di nascosto nella nicchia occultandola da una ceramica e accendendo davanti ad essa una piccola lampada." Una storia, questa, che sicuramente non può essere quella della Sindone. No, ma potrebbe essere la leggenda costruita appositamente che abbiamo ipotizzato. Intanto il Sinassario nel definire il Mandylion, tradotto nel racconto con il termine asciugamano, parla di un pezzo di stoffa tetradiplon, cioè quadruplo, piegato in quattro, e, come suggerisce Wilson: "Se la Sindone è piegata due volte di nuovo, produce letteralmente 4 x 2 pieghe: perciò appare soltanto la faccia", dunque il ritratto del volto di Cristo, sull'asciugamano di Edessa. Non solo: ma se il lino funebre che aveva accolto Gesù doveva essere nascosto come un ritratto, e molto evidentemente quello non poteva essere confuso con un ritratto, cioè una raffigurazione dipinta, quale modo migliore di riconoscere, anzi attribuirgli, la definizione di icona achiropita, cioè ritratto non fatto da mano d'uomo, non dipinto, montando la leggenda dell'asciugamano consegnato da Gesù al re?! Può essere casualità, ma è curioso che venga precisato, quasi con insistenza, che Abgar si rivolge a Gesù durante i giorni della Passione. "La sacra immagine fu così dimenticata per lunghi secoli, fino al tempo di Cosroe, re di Persia, il quale dopo aver saccheggiato tutte le città dell'Asia, cinse d'assedio Edessa, riducendo la popolazione agli estremi." continua Garib "Una rivelazione manifestò ad Eulavio, vescovo della città, l'esistenza della reliquia. Incavato il muro, apparve l'immagine. La lampada, precisa il Sinassario, era ancora accesa e aveva contribuito ad imprimere l'immagine di Cristo anche sulla ceramica che la nascondeva. Tirata fuori la reliquia, fu organizzata una processione sulle mura della città: tutto l'apparato militare dei Persiani si incendiò ed essi dovettero togliere l'assedio e fuggire subendo una grave disfatta. Da notare che quest'ultimo episodio si riferisce ad un fatto storico: l'assedio cioè di Edessa ad opera di Cosroe nel 544, riferito da Evagrio nella sua Storia Ecclesiastica, scritta circa l'anno 600. Lo stesso autore chiama l'immagine theoteuktos ossia "fatta da Dio". Da allora l'immagine miracolosa fu conservata e venerata ad Edessa come il tesoro più prezioso. Nel 639 gli Arabi occupano la città, ma non impediscono la venerazione del Santo Volto che era largamente conosciuto in tutto l'Oriente e di cui si celebrava la festa in molti luoghi sull'esempio della chiesa edessena." Dunque, fino al VI secolo della Tela non si sa nulla, e perfino avanzare ipotesi viene difficile, ma per tutto il tempo dovette restare a Edessa, se nei primi anni del VI secolo, come è storicamente attestato, la Tela venne riportata alla luce dalla nicchia sopra la porta ovest della città, forse era stata nascosta lì per salvarla, e per tutto il tempo era rimasta in quel nascondiglio, come racconta appunto il Sinassario.

Dal sito http://www.geocities.com/Athens/Delphi/9077/

Tomás de Torquemada
04-06-02, 00:27
La storia della Sindone
di Maria Margherita Peracchino

(944-1204) Da Costantinopoli ad Atene

Georges Gharib, sempre affidandosi al Sinassario, prosegue la storia del Mandylion "Poiché tutte le cose più belle affluivano verso la città imperiale, era anche volere divino che quella santa ed ineffabile icona venisse a far parte del suo tesoro. Si hanno, infatti, molte prove che, finito l'iconoclasmo e ristabilita nel Concilio dell'843 la legittimità della devozione per le immagini, si incominciò la caccia alle reliquie, per riempire tanti vuoti causati da oltre due secoli di lotte e di persecuzioni. Innanzitutto furono ricercate le immagine così dette achiropite." e di queste "la più conosciuta e la più largamente menzionata era l'immagine edessena. Ma ritorniamo al Sinassario. Esso accenna ai molti tentativi degli imperatori bizantini di entrare in possesso della reliquia. Toccò finalmente all'imperatore Romano I Lecapeno (920-944) l'onore di realizzare questo grande sogno. Dopo lunghe trattative la reliquia gli fu ceduta, ma a caro prezzo: il pagamento di dodici mila denari d'argento, la liberazione di duecento prigionieri saraceni e la promessa che l'esercito imperiale si sarebbe astenuto dal mettere piede in Edessa e nei suoi possedimenti." Va detto che tutto ciò non bastò, infatti si ebbe una vera e propria sommossa popolare contro la cessione del Mandylion. "Si sa da altre fonti che le trattative si erano svolte con i governanti mussulmani della città. Saputa la cosa, la comunità cristiana di Edessa si era ribellata, ma dovette cedere alle ragioni di Stato, e la reliquia poté iniziare le sue peregrinazioni. Il Sinassario precisa che fu portata via non solo la preziosa immagine ma anche la lettera autografa di Gesù al re Abgar. Il tutto, aggiungono altri fonti, era contenuto in un prezioso reliquiario. Si formò un corteo nel quale, sempre secondo il Sinassario, avevano preso posto i vescovi di Samosata e di Edessa nonché altra pia gente. Strada facendo si operarono prodigi. Il Sinassario riferisce che, arrivato il corteo al rione degli Optimati nella chiesa della Theotòkos detta "di Eusebio" , fu acclamato da grandi folle e molti ammalati furono guariti. Anche un indemoniato si mise a gridare: "Ricevi, o Costantinopoli, gloria, onore e letizia; e tu, o Porfirogenito, il tuo impero". Detto questo l'uomo fu subito guarito. Secondo il Sinassario, il 15 agosto dell'anno della creazione 6452, che corrisponde all'anno 944, il corteo arriva al santuario della Theotòkos di Blacherne, ove la reliquia viene esposta ai fedeli e venerata dalla famiglia imperiale, che si trovava già nel santuario di Blacherne per festeggiare l'Assunta, dalla nobiltà e da tutto il popolo. L'indomani, 16 agosto -prosegue il Sinassario- dopo l'ultimo saluto la sacra immagine fu portata a spalle in una grande processione, guidata dal patriarca Teofilatto, dai giovani Imperatori, essendo il padre trattenuto a letto da grave malattia, e accompagnata da tutto il senato e dal clero. Al canto di inni e in mezzo a miriadi di lampade e di luci, il corteo, entrato attraverso la Porta d'oro , percorre tutta la città e arriva alla grande chiesa di Santa Sofia. La preziosa reliquia fu portata nel santuario ed esposta alla venerazione pubblica. Quindi la processione riprende, passa attraverso il palazzo imperiale e arriva alla chiesa della Theotòkos detta "del Faro", dove la reliquia viene collocata definitivamente. Il Sinassario così conclude: "Lì fu deposta la venerata e santa Immagine del Signore Dio e Salvatore Nostro Gesù Cristo, per la gloria dei fedeli, la salvaguardia della famiglia imperiale, la protezione di tutta la Città e la stabilità dei cristiani" Altre fonti riferiscono che la reliquia fu trasferita una prima volta la sera del 15 agosto nella chiesa del Faro; il giorno 16 riportata in processione sulla nave imperiale fino all'altezza della Porta d'oro, da dove si entrò in città fino alla chiesa di santa Sofia e di là, attraverso il palazzo imperiale, di nuovo alla chiesa del Faro." Gharib spiega che esistono due tipi di Sinassario, una versione in versi molto breve e una in prosa lunga, che è quella dal quale è stato tratto il racconto. La versione lunga venne scritta verso il 1000, quella breve, invece, qualche anno dopo, nei primi 50 anni del 1000, in questa seconda l'autore non usa il termine Mandylion, bensì Sindone. Dal Mille e per circa due secoli la Sindone è dunque a Costantinopoli, già prima dell'arrivo del Telo vera capitale di preziose reliquie cristiane. Esposta, pare, ogni venerdì alla venerazione del popolo e esibita con orgoglio agli ospiti imperiali. Del Mandylion si perderanno le tracce con la quarta crociata del 1204. "L'esame di quanto è conosciuto sulla tela di Edessa" afferma Wilson. "rivela una serie di affascinanti parallelismi con la Sindone di Torino. E' raffigurata un'immagine del Cristo su tela -un mezzo abbastanza insolito. L'immagine del Mandylion di Edessa è specificatamente descritta come "una secrezione umida senza traccia colorante o artificiale" e non composta di "colori terreni" La storia conosciuta del Mandylion (cioè di un oggetto storico definito) va fino al tempo della sua scomparsa durante la quarta Crociata del 1204 e fornisce ordinariamente quasi l'intero mancante periodo della Sindone." Wilson non si nasconde le obbiezioni: "I manoscritti durante il periodo della conservazione del Mandylion in Edessa (fino al 944) e poi a Costantinopoli (fino al 1204) quasi senza eccezione descrivono soltanto per la faccia del Cristo l'immagine sulla tela. Anche le copie degli artisti, riscontrabili solo dal XI secolo, similmente fanno vedere soltanto la faccia. Nella descrizione di una osservazione diretta del Mandylion da parte degli Imperatori di Costantinopoli al tempo del suo arrivo nella città nel 944, è chiaro che le persone di allora non avevano alcuna idea che la tela potesse essere un sudario. " e subito, però, aggiunge "Il valore di tutti questi argomenti può essere confutato di un sol colpo se noi consideriamo una sola ipotesi: in quel periodo, prima del IV secolo, cioè prima della sua scoperta a Edessa, la Sindone come la conosciamo noi oggi era piegata in modo che soltanto la faccia fosse visibile ed era applicata e/o incorniciata su di un asse in modo che l'accesso alle pieghe interne e nascoste non era possibile senza un complicato smontaggio.


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Nuova copertura della teca della Sindone

Sulla base di una tale ipotesi è comprensibile che qualcuno, anche ora, osservando la tela del IV secolo, senza sapere che cosa nascondano le pieghe, non visibili, farebbe precisamente le stesse deduzioni che furono fatte sulla sua composizione. Agli artisti di allora, inconsapevoli che la tela fosse un lenzuolo, gli occhi dell'immagine erano sembrati aperti e fissi, suggerendo che essa si era formata mentre Gesù era vivo. Inoltre se osservando in una luce uniforme moderatamente mitigata, essi avessero fatto una piccola distinzione tra il colore del sangue e il resto del viso, prontamente avrebbero dedotto che le gocce, che noi sappiamo provocate dalla corona di spine, erano sudore di sangue, come venne detto di Gesù nell'agonia del Getsemani. Ora il problema è: può una tale ipotesi essere sostenuta? La storia ufficiale del Mandylion, formatasi alla corte dell'imperatore Costantino Porfirogenito alla metà del X secolo, specificatamente annota che, probabilmente al tempo del re Abgar, il Mandylion era stato montato su di un asse e ornato d'oro. Copie del Mandylion, databili al XII secolo e prima, fanno vedere la tela tesa per lungo, contornata da un bordo, le estremità del quale sono annodate da apparenti chiodi, disposti da ambedue i lati della tela. Tali chiodi, inseriti dentro un asse di rinforzo, fornirebbero un metodo ideale, nient'affatto rovinoso, di montaggio della tela." Wilson presenterà in una sua pubblicazione un calice siriaco del VI secolo che reca una incisione della Sacra Sindone. "Mandylion è un termine siriaco e arabo, il cui significato è fazzoletto, asciugamano, sudario." Nell'ufficiatura della festa il Mandylion viene definito in molti modi: somiglianza impressa sulla stoffa, impronta, effigie, pezzo di stoffa piegato in quattro, e raramente sindone (solo nel Sinassario in versi), e qui bisogna rammendare tutto quello che è stato detto poc'anzi sui significati dei vari termini di sudario e sindone. Ma dal Mille in avanti il termine Mandylion viene sempre più spesso sostituito dal termine Sindone, a indicare che evidentemente con il trasferimento a Costantinopoli si è scoperto quello che effettivamente era l'oggetto. E' del 944, anno del trasferimento del Telo da Edessa a Costantinopoli, un sermone, custodito negli archivi vaticani e scoperto dal Professor Gino Zaninotto dell'Università di Roma, dell'arcidiacono Gregorio di Costantinopoli, in cui questi descrive la Sindone intera. Nell'aprile del '90, il frate Bruno Bonnet-Eymard, al V Congresso Nazionale di Studi sulla Sindone, presenta una miniatura, del XIII secolo, del codice del cronografo bizantino alla corte imperiale di Costantinopoli, al tempo dell'imperatore Alessio I Comneno sul finire del mille, Giovanni Skylitze, conservato nella Biblioteca Nazionale di Madrid, che raffigura la presentazione del telo appena giunto da Edessa all'imperatore, e disteso in tutta la lunghezza che gli è propria, esattamente un lenzuolo funerario, la Sindone come la conosciamo noi oggi. Ma c'è di più. L'immagine pittorica è tanto chiara e curata nei dettagli che è chiaramente visibile che sotto il lenzuolo appare un oggetto rigido che è il contenitore del Mandylion, inoltre il telo reca molto evidente una serie di tracce di piegature, precisamente otto quante sono le piegature del Mandylion, piegature che, attraverso un sistema di calcolo percentuale delle proporzioni immagini-telo si determina che misurano, cadauna, circa 50 centimetri, che moltiplicati per otto, tante sono appunto le piegature (sia del Mandylion sia del telo che compare nella miniatura) si ricava 4 metri di lunghezza circa, vale a dire la lunghezza della Sindone di Torino. A questo punto si deve dedurre che è a Costantinopoli che per la prima volta la Sindone, piegata su se stessa perché venisse confusa con un ritratto qualsiasi (o quasi!) da qualche fedele amico di Gesù, viene "svelata" completamente? Lo confermerebbe l'evoluzione che proprio in quel periodo si ha nell'arte religiosa, nel modo di dipingere il Cristo morto, non più avvolto in bende, alla maniera delle mummie egiziane, bensì nudo su di un lenzuolo e con la posizione delle membra esattamente come appaiono nell'Uomo della Sindone, per non parlare di una serie di documenti dell'epoca che parlano della Sindone, e non più del Mandylion, o meglio ancora delle "lenzuola funerarie di Gesù" addirittura descrivendole in lino e che ancora "spargono" profumi che "hanno racchiuso l'indescrivibile cadavere, nudo ed imbalsamato dopo la passione" come ci ha lasciato scritto, nel 1201, Nicola Mesarite, guardiano delle reliquie conservate nella cappella di Santa Maria del Faro di Costantinopoli. Una brutta crociata quella del 1204, voluta da papa Innocenzo III, e arrestatasi a Costantinopoli. Un guazzabuglio di conquistatori, soldati, sbandati, prostitute, spade, ladrocini, sadica gratuita distruzione, uccidono e in pochi giorni, contro tutti quelli che erano stati gli ordini e i progetti papali e gli accordi con l'imperatore bizantino, sventrano la città, da quasi mille anni capitale di civiltà, le sue chiese, le sue case. Prima che i comandati si rendano conto di quello che sta succedendo Costantinopoli è già a pezzi. Viene dato ordine alle truppe di restituire il bottino. Ma non tutto viene restituito, naturalmente. Non si sa se la Sindone sia stata tra i molti preziosi oggetti finiti tra il bottino non restituito oppure se sia stata portata via dalla città per essere messa in salvo. Per un secolo e mezzo del Telo non si saprà più nulla, di nuovo se ne perdono le tracce.

Dal sito http://www.geocities.com/Athens/Delphi/9077/

Tomás de Torquemada
19-09-02, 23:00
La storia della Sindone
di Maria Margherita Peracchino

(1205-1453) Da Atene (Grecia) a Lirey (Francia)

Secondo lo studioso spagnolo J.L.Carreño Etxeandia "Otto de la Roche, uno dei capi della quarta crociata che era stato acquartierato nel rione delle Blacherne, era entrato nella chiesa di Santa Maria durante i giorni del saccheggio e aveva voluto per sé, come capo, quel sacro bottino. Otto de la Roche" forse dalla Grecia, dove era stato nominato duca d'Atene, "trovò modo di mandare il sacro lenzuolo a suo padre, Ponce de la Roche, in terra francese. Ma siccome la reliquia scottava le mani al vecchio cavaliere, egli la regalò all'arcivescovo di Besançon, Amedeo di Tramelay". A sostegno di questa tesi un manoscritto del 1208, conservato nella Biblioteca di Besançon, che reca la relazione della donazione, da parte di Ponce de la Roche, all'arcivescovo di Besançon, Amedeo di Tramelay, della Sindone che suo figlio, Otto de la Roche, duca latino di Atene, gli aveva inviato da Costantinopoli. A conferma, una supplica al Papa, contenuta nel Codice Diplomatico dell'Ordine Costantiniano Angelico Originario, datata 1° agosto 1205, nella quale Teodoro Angelo-Comneno, fratello di Michele Despota di Epiro, a nome del fratello, denuncia al Pontefice che l'anno prima i soldati crociati, veneziani e franchi, nel saccheggiare la città si sono impossessati oltre che di ori e ricchezze varie, i primi, anche di reliquie, i secondi, i franchi, ivi compreso il Sacro Lenzuolo, trasportato, si afferma, in Atene (duca di Atene di nuova nomina era appunto, subito a conclusione del saccheggio di Costantinopoli, Otto de la Roche), e chiede l'intervento benevolo del Papa per la restituzione del Lenzuolo alla città. Rubata poi da Besançon, forse gli stessi ladri, per timore, inviano la Sindone a Filippo VI di Valois il quale, secondo quanto recita un documento conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi, la offre a Goffredo di Charny, conte di Lirey. Una donazione al quanto incerta, però. Infatti, se è vero che sicuramente nel 1353 (forse nel 1356) la Sindone è nelle mani di Goffredo di Charny, conte di Lirey, è altrettanto vero che il conte avrebbe potuto avere il telo per eredità, oppure ancora sempre per donazione di Filippo VI, sì, ma secondo un percorso storico completamente diverso. Alcuni studiosi, tra i quali Ian Wilson, vogliono che la Sindone sia stata presa durante la battaglia di Costantinopoli dai Templari. Un alto dignitario templare governatore di Normandia di nome Goffredo di Charny venne mandato al rogo a Parigi nel 1314, durante la grande offensiva di Filippo il Bello contro l'Ordine dei Templari in Francia. C'è la possibilità che il dignitario fosse imparentato con i Charny di Lirey, ai quali, dunque, il telo sarebbe pervenuto per eredità. E' di pochi decenni fa il ritrovamento in Inghilterra, durante il crollo di una antica abitazione nei secoli passati abitata da un templare, di un pannello in legno raffigurante un volto che corrisponde perfettamente al tipo di volto "barbuto" che è storicamente accertato veniva venerato da questi cavalieri religiosi, volto che ha una somiglianza assolutamente impressionate con il volto della Sindone. Bisogna aggiungere che le dimensioni del pannello corrispondono a quelle della Sindone piegata in 8 parti. E' Giovanni Pisanu, Professore di Storia della Chiesa nella Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, a spiegare, al V Congresso Nazionale di Sindonologia del 1990, la tesi che vorrebbe un itinerario storico del Telo che si snoda dalla crociata del 1204 fino a quella di Papa Clemente VI. "Nel 1337 Goffredo I di Charny debutta nella carriera delle armi come baccelliere sotto il conte d'Eu, Connestabile di Francia. Nel 1345 si arruolò nell'esercito crociato allestito da Umberto I, sovrano del Delfinato, per partecipare alla "Santa Unione" voluta da Papa Clemente VI contro l'invasione turca dell'Anatolia rivelatasi un grande pericolo per tutto l'Occidente. L'esercito crociato, formato dal fior fiore dei cavalieri francesi e italiani, partì da Marsiglia nel maggio 1345, svernò nell'Eubea e il 24 giugno 1346 assediò e conquistò la città di Smirne. Qualche mese dopo, il 2 agosto, Goffredo di Charny ricevette l'ambita nomina a cavaliere per le sue benemerenze nella battaglia e conquista di Smirne. Ma il riacutizzarsi della guerra dei Cento anni tra la Francia e l'Inghilterra e la sconfitta francese di Crecy (1346), costrinse l'esercito crociato ad anticipare il suo rientro in Europa, il che avvenne nell'estate del 1347." In questa occasione Goffredo I di Charny sarebbe venuto in possesso, come bottino di guerra, del Telo. "Ovviamente l'esercito crociato, al suo rientro in Europa, ha riportato anche il bottino di reliquie, riponendole nelle mani del re, Filippo VI di Valois, che le elargì ai suoi prodi secondo i parametri di valore e di merito acquisiti nella conquista di Smirne." A Goffredo I di Charny il re dona il telo da Goffredo stesso conquistato. La guerra dei cent'anni mette a ferro e fuoco la Francia. Goffredo di Charny durante una battaglia viene preso prigioniero e liberato solo dopo sette mesi e dietro riscatto. Appena liberato fa costruire, a Lirey, una chiesa, che sarà gestita da una Collegiata, e ad essa dona quella che lui dichiara essere la Sindone e la fa esporre. - Lirey -Francia settentrionale- un paese che oggi non esiste più. E' da qui che dobbiamo partire per ricostruire la storia della Sindone.


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A. Mantegna, Cristo morto (1490-1500. Milano, Pinacoteca di Brera) - Immagine dal sito http://upload.wikimedia.org/

Io dico che è inutile andare indietro perché non se ne sa nulla, farlo è un esercizio inutile fatto di ipotesi e congetture. - dice don Luigi Fossati. E' il 1355. La voce si sparge velocemente e folle da tutta la Francia accorrono a rendere omaggio al Sacro Lenzuolo, mettendo in difficoltà il vescovo competente per territorio, Enrico di Poitiers, il quale non aveva autorizzato l'esposizione, e, nel 1357, decide di aprire una inchiesta e fa ritirare il Telo. Nel settembre dell'anno prima Goffredo I era morto nella battaglia di Poitiers. - La Sindone rimane dunque conservata presso la famiglia Charny, come oggetto privato, fino al 1389, quando il figlio di Goffredo espone nuovamente la Sindone senza il permesso del vescovo, permesso però ottenuto dal legato papale. - racconta don Fossati - Scoppiano le polemiche. Il vescovo, Pietro d'Arcis, di Troyes, nella cui giurisdizione si trovava Lirey, probabilmente non senza una punta di astio per essere stato scavalcato, scrive un memoriale, all'antipapa Clemente VII, che diventerà famoso, conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi, dal titolo "La verità sul panno di Lirey del quale io intendo scrivere al Papa più brevemente che mi sia possibile". Nel memoriale il vescovo afferma di aver saputo che il Telo era stato dipinto. A sostegno non porta, però, nessuna prova. - Perché? se svelando il nome del falsario avrebbe inevitabilmente smontato quella che lui definiva una tresca a scopo finanziario, che aveva portato a Lirey una massa enorme di pellegrini e relative offerte e guadagni (disonesti) per la Collegiata? Perché si limita a illazioni che fanno cadere il sospetto sul decano dei canonici della Collegiata? E, d'altra parte, perché l'artista così geniale da dipingere quel meraviglioso capolavoro artistico (tale sarebbe) non si è svelato agli onori della storia? Tutto il memoriale di Pietro d'Arcis si basa sul sentito dire, o meglio, su quanto apprende dall'indagine svolta dal suo predecessore, 34 anni prima, Enrico di Poitiers, il quale, a sua volta, si basava tutta su pareri di teologi e "uomini prudenti", come vengono definiti nel memoriale, sull'affermazione che si trattava dell'opera di artista e sul presupposto teologico che se una Sindone con l'immagine del corpo di Cristo fosse esistita i Vangeli certamente non se la sarebbero, come dire, lasciata sfuggire. Né Pietro d'Arcis né Enrico di Poitiers videro mai la Sindone. - Con tutta probabilità però - continua don Fossati - questo documento pur essendo diventato pubblico non è mai arrivato al Papa, anche se, proprio perché pubblico, il Papa doveva conoscerne l'esistenza e i contenuti. Perché si può sostenere il dubbio che non sia mai arrivato al Papa? Intanto perché in nessun documento ufficiale il Papa accenna al memoriale e poi per un altro fatto. Qualche anno fa sul retro di questo documento, conservato appunto a Parigi, è stato scoperto l'indirizzo di un certo Fulcone, non quello del Papa. Come si sa a quel tempo le missive venivano arrotolate e sul retro del rotolo indicato l'indirizzo del destinatario. Chi è questo Fulcone? Probabilmente un cancelliere, o comunque un personaggio che, esperto in linguaggio burocratico, avrebbe dovuto stendere il documento in forma curiale. E solo dopo, in bella forma, come diremmo noi, sarebbe stato inviato al Papa. Perché questo non accadde non lo possiamo immaginare. Di fatto abbiamo ragione di credere che al Papa quel documento non arrivò. Nel protocollo papale non c'è traccia dell'arrivo di questo documento. Ancora più importante: quando Clemente VII emana una bolla e scrive lettere al vescovo e ai cancellieri del circondario non nomina il memoriale del vescovo, il che è molto importante, perché nella bolla, se il documento del vescovo fosse arrivato, sarebbe stato citato, rientrava nello stile curiale di queste situazioni. Ripeto: il documento è diventato pubblico, ma non ufficiale. Anche se il papa è sicuramente venuto a sapere delle affermazioni del vescovo. - E a questo punto diventa interessante l'atteggiamento tenuto dal Papa di fronte a questa situazione. - Certo, è molto interessante studiare la terminologia usata dal Papa nella bolla, nella prima, quella datata 6 gennaio 1390, e nella seconda del 1 giugno dello stesso anno, e le vicende collegate alla terminologia. - continua don Fossati - Nella bolla del 6 gennaio, forse per tenere buoni da una parte il vescovo e dall'altra i proprietari, per indicare il Telo, il papa usa prima il termine "figura seu representacio", espressione che indica che sul lenzuolo ci sono delle figure o meglio delle impronte, poco più avanti usa invece l'espressione "pictura seu tabula", termine che chiaramente indica un manufatto. Sei mesi dopo, il 31 maggio, sulla copia della bolla depositata nell'Archivio Vaticano, il Papa ordina una correzione: fa cancellare l'espressione "pictura seu tabula" e la fa sostituire con il termine "figura seu representacio". Naturalmente nelle copie inviate ai vari referenti resta l'espressione "pictura seu tabula". Il giorno dopo, il 1 giugno, fa pubblicare una nuova bolla, nella quale concede ampie indulgenze in funzione dell'oggetto, per definire il quale usa il termine "figura seu representacio", che ritiene "venerabiliter", conservato nella chiesa di Lirey. - E' la sconfitta di Pietro d'Arcis. Le ostensioni continuano, nel solo rispetto delle raccomandazioni del Papa, prima tra tutte quella di precisare ai fedeli, nei momenti di maggiore solennità delle ostensioni, che quella era la rappresentazione e non il vero sudario di Cristo. Ma come è stato possibile, non per i due vescovi che il Telo non l'hanno visto, ma per quelle persone "prudenti" delle quali il memoriale parla, per teologi e incaricati da Enrico di Poitiers dell'indagine, confondere la Sindone con un dipinto? Come è stato possibile un abbaglio di questo genere? Se si dovesse avanzare l'ipotesi della malafede, si dovrebbe pensare ad una sorta di complotto che attraversa quasi mezzo secolo, da Enrico di Poitiers a Pietro d'Arcis. E ancora: perché l'atteggiamento del Papa è così ambiguo? perché fa sostituire sulla prima bolla un termine che chiaramente identifica la Sindone in una pittura e poi nella seconda bolla, il giorno dopo la correzione, mentre concede ampie indulgenze ai fedeli che rendono onore al "panno" di Lirey, venerabile, nello stesso documento impone che venga detto ai fedeli che quel panno è una rappresentazione e non il sudario di Cristo? E perché la Collegiata e la famiglia Charny accettano quest'ultima imposizione senza tentare alcuna opposizione? C'è chi, come, Giovanni Pisanu, docente di storia della Chiesa nella Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, ha avanzato una ipotesi: forse quella che i vescovi attaccavano era veramente un falso, o per meglio dire un sosia (dipinto) della Sindone. "è ipotizzabile l'esistenza di una copia dell'attuale Sindone di Lirey-Chambéry-Torino, abilmente fatta riprodurre per sottrarre l'originale, ritenuto l'autentico lenzuolo che avvolse il corpo di Cristo, al pericolo della distruzione se fosse caduto in mano degli avversari; su tale copia avrebbe agito la fortissima opposizione ai canonici e alla Famiglia degli Charny, dal vescovo Enrico di Poitiers a Pietro d'Arcis e allo stesso Clemente VII. L'ipotesi non è priva di qualche indizio che la rende legittima e plausibile. Il primo indizio è la non identificabilità dell'attuale Sindone di Torino con quella descritta da Pietro d'Arcis e da Clemente VII inequivocabilmente da loro presentata solo come pictura. La Sindone di Torino non è una pittura. Altro indizio è l'atteggiamento, ambivalente e contraddittorio, dei canonici di Lirey e della Famiglia di Charny che, in Pietro d'Arcis, appaiono i sostenitori dell'autenticità della Sindone, ma con Clemente VII sono cauti e remissivi e accettano, pur di superare indenni lo scontro diretto con la fortissima opposizione, che la Sindone venisse chiamata dal Papa"figura seu rapresentacio"". Fino al 1418 la Sindone rimane nella chiesa di Santa Maria di Lirey. In quell'anno i canonici, per motivi di sicurezza, consegnano il Telo e altre preziose reliquie a Umberto de la Roche, marito dell'erede di Goffredo II, Margherita di Charny, per la conservazione fino a tempi migliori. Un ventina di anni dopo, nel 1438, alla morte di Umberto, i canonici chiedono a Margherita la restituzione di tutte le reliquie affidate al suo defunto marito. Tra i canonici di Santa Maria di Lirey e la moglie di Umberto de la Roche, Margherita di Charny, scoppia una lite che durerà anni e vedrà l'intervento, svariate volte, dei competenti Tribunali. Margherita non restituirà mai la Tela, la considera bene di famiglia. Si separerà dalla Sindone solo nel 1453 (forse nel 1452), a Ginevra, quando, con relativo atto notarile, la cede ai duchi di Savoia, Luigi di Savoia e la moglie Anna di Cipro.

Dal sito http://www.geocities.com/Athens/Delphi/9077/

Tomás de Torquemada
19-09-02, 23:02
La storia della Sindone
di Maria Margherita Peracchino

(1453-1532) Da Lirey a Chambery

Uno svariato numero di leggende sono nate pur di dissimulare il passaggio di proprietà. Non è bello dire che duchi e conti praticano simonia. Di fatto la Sindone è nelle mani dei duchi di Savoia e certamente non è stato un gentile omaggio di Margherita de Charny, che fino a ieri aveva sfidato anche la scomunica pur di non restituire la Sindone alla Collegiata. Secondo la leggenda il passaggio di proprietà tra Margherita de Charny e il duca Ludovico di Savoia sarebbe avvenuto a Chambéry, dove Margherita era arrivata accolta tra grandi fasti dal duca e da sua moglie Anna di Cipro, assai invidiosa di Margherita per la Sindone, e da dove Margherita, dopo aver subito un tentativo di furto della Sindone da parte di due ladri ai quali restarono le mani appiccicate al Telo, se ne voleva velocemente andare, se non che il mulo che trasportava la cassetta della Sindone s'impunta e non riesce attraversare le porte della città, un segno, per i duchi di Savoia, che la Sindone deve restare in città e passare nelle loro mani. Naturalmente niente di più falso, né di tanto ingenuamente bigotto. I Savoia, grandi collezionisti di reliquie, comprano la Sindone, e a caro prezzo. Il passaggio di proprietà avviene a Ginevra, nel 1453. Della compravendita resta un documento, dove non viene esplicitamente citata la Sindone ma si sente scorrere tra le righe il baratto: la Sindone contro l'infeudamento a Margherita della città e del Maniero di Mirabel -due anni dopo Mirabel sarà sostituita da Flumet. Se corse anche denaro contante non si saprà mai. La proprietà della Sindone è un successo per il duca, ma soprattutto per la moglie. Spiega Jacques Lovie, storico della Sindone, "Costantinopoli è conquistata. La duchessa Anna di Cipro, erede dei Lusignano, e per essi, del regno di Gerusalemme, la testa piena di ricordi d'Oriente, sa di possedere il più impressionante testimonio di quel gran dramma che si è svolto nell'affascinante città, meta di tutte le crociate." Per i nuovi proprietari la prima grana da risolvere è quella di tacciare il Capitolo di Lirey, legittimo proprietario del Telo e in causa con Margherita che glielo aveva sottratto. Per i potenti Savoia è facile. Il Capitolo accetta di riconoscere che il legittimo proprietario è il duca, con una convenzione stipulata a Parigi il 6 febbraio 1464, e questi per contro s'impegna a versare al Capitolo una cifra annua di 50 franchi d'oro. Sull'immediato la Sindone, per la quale certamente nessuno prevede una adorazione pubblica -è un fatto assolutamente privato della famiglia ducale- viene conservata nella cappella della residenza ducale e affidata alla custodia del cappellano di corte. Ma la corte non aveva una sede stabile, così la Sindone, chiusa in una cassetta d'argento, seguiva i duchi nei loro spostamenti, caricata -questa volta sì- a dorso di mulo, passando da Ginevra e Chambéry, nella cattedrale oppure nella cappella privata dei duchi, a Torino, e facendo tappa, lungo i viaggi, in una serie di cittadine e paesi, soprattutto del Piemonte e della Francia meridionale. Presto però i duchi si rendono conto che questi continui spostamenti possono essere pericolosi per una reliquia di tale pregio. - Per scongiurare i tentativi di furto, - racconta don Fossati - sovente negli spostamenti, soprattutto nel periodo successivo, viaggiava in incognito, facendo perdere le tracce da una cassetta sosia che faceva un'altra strada, più ufficiale, rispetto al percorso dell'originale. Erano due cassette, rivestite di madreperla, esattamente uguali. Una oggi è conservata al museo della Sindone di Torino, l'altra è nella parrocchia di Altessano, fu regalata alla cittadina da Carlo Emanuele I. - Viene così deciso di costruire una cappella specificatamente per la Sindone, a Chambéry, annessa al palazzo ducale. La realizzazione è del duca Amedeo IX nel 1467, il quale, l'anno precedente, aveva inviato la prima di una serie che entro fine secolo sarà di oltre 15 suppliche al papa per il riconoscimento ufficiale del culto della Telo. Nel giugno del 1502 finalmente la Sindone viene collocata nella cappella, dal duca Filiberto II e la moglie Margherita d'Austria. - Con la morte di Amedeo IX, nel 1472, - spiega don Luigi Fossati - inizia, per il ducato di Savoia, un periodo di forte instabilità politica. Soprattutto a causa della giovane età degli eredi. Si cerca di salvare la dinastia usando lo strumento della reggenza e trasferendo la corte continuamente da un castello all'altro del Piemonte. E la Sindone viaggia con casa Savoia. Tra il 1477 e il 1478 passa da Susa, Avigliana, Rivoli. Nel marzo del 1478 è a Pinerolo, dove, secondo alcuni documenti, il giorno 20, Venerdì Santo, ci sarebbe stata una ostensione. Dieci anni dopo, nel 1488, è a Savigliano, dove il giorno di Pasqua viene esposta. Nel 1494 è a Vercelli, dove il 27 marzo, Venerdì Santo, si ha l'ostensione. Quattro anni dopo, nel 1498, è di passaggio a Torino, dove, conservata in un reliquiario, viene inventariata. - La Sindone è pellegrina, c'è poco da fare.


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Il Duomo di Torino
Immagine dal sito http://it.wikipedia.org/

Già nel 1503 da quella che avrebbe dovuto essere la sua sede definitiva, la Sainte Chapelle di Chambéry, viene portata, da Filiberto II, a Pont d'Ain, al fine di mostrarla, a titolo di augurio, all'arciduca Filippo, figlio dell'Imperatore Massimiliano, in procinto di partire per la Fiandra, dove assumerà il governo. Filiberto muore a Pont d'Ain e il nuovo duca, Carlo III, invia la Sindone alla madre al Castello di Brissac nel Bugey. Solo l'insistenza dei fedeli costringerà il reticente Carlo III a riportare la Sindone a Chambéry. Nel 1506, a seguito di una nuova supplica da parte di Carlo III a papa Giulio II, arriva l'approvazione papale all'Ufficio e la Messa in onore della reliquia. Lo stesso documento fissa la ricorrenza liturgica al 4 maggio, giorno successivo la festa della S.Croce, e concede l'indulgenza plenaria a tutti i partecipanti alla funzione religiosa quando ogni Venerdì Santo viene mostrata ai fedeli. Il papa in più concede il riconoscimento ufficiale alla Confraternita dedicata al Santo Sudario, con il diritto per i membri a speciali privilegi. Da questo momento si ha un vero e proprio boom del culto della Sindone, mentre cresce il numero delle ostensioni e la loro solennità, oltre che il numero dei fedeli, di ogni estrazione sociale, che vi partecipano. "L'autenticità di una reliquia è un fatto essenzialmente storico" afferma al Congresso Sindonologico del 1939 Eusebio Vismara, dottore in Teologia e Filosofia presso il Pontificio Ateneo Salesiano di Torino, perciò il culto di una reliquia o meglio la liturgia approvata dalla Chiesa, non è di per se conferma dell'autenticità. Lo riaffermerà, in maniera ancora più severa Adrien Nocent, professore di Storia e Teologia dei Sacramenti al Pontificio Istituto Liturgico Sant'Anselmo di Roma, al Congresso di Cagliari del '90, sostenendo che la celebrazione della Santa Sindone deve attualizzare "tra noi l'atto del salvatore del mondo", vale a dire "morte, resurrezione, ascensione e invio dello Spirito". La salvezza dell'uomo viene non dalla sofferenza, né dalla morte di Gesù, ma dalla sofferenza, dalla morte e dalla resurrezione insieme. "nella storia" in generale e a tratti in modo particolare nella storia della Sindone, proprio perché essa è, almeno di primo acchito, testimonianza della sofferenza e della morte, "si può costatare che questa completezza del mistero non è stata recepita." Ciò a cominciare dalla devozione popolare fino alla liturgia approvata da papa Giulio II, stesa dal padre domenicano Antonio Pennet, confessore del duca Carlo II. "La liturgia comprende l'intero ufficio e la Messa" afferma ancora il Vismara facendone un lungo esame. "L'idea fondamentale di questa liturgia è quella della passione e della sepoltura del Signore. Ma tutto, naturalmente, è riferito alla Santa Sindone, della quale -secondo lo spirito del tempo, ancora dominato dall'esagerazione medioevale del simbolismo in fatto di liturgia- si vuole vedere un tipo o una figura in tutti i tratti della Scrittura in cui ricorre la parola sindone, o in cui si parla di lino, di pallio, di mantello, di tutto ciò insomma che serve a ricoprire: dal mantello con cui i figli di Noè pietosamente ricoprono il padre, alle pelli con cui Rebecca ricopre Giacobbe" ecc... Curiosamente la lettura del Vangelo non è tratta dai sinottici, dove si parla esplicitamente di Sindone, bensì è proposto il Vangelo di Giovanni. La liturgia nel 1514 da papa Leone X venne estesa a tutta la Savoia, e nel 1582, da Gregorio XIII, a tutti i domini di Casa Savoia. Molto probabilmente però venne utilizzata anche in altri Paesi, ben oltre il Piemonte e l'Italia, la Savoia e tutta la Francia, in gran parte d'Europa, là dove sorgevano, e oramai si diffondevano a macchia d'olio, le Confraternite in onore della Santa Sindone. Poco a poco la liturgia subisce delle modifiche in varie parti. Verso il 1660 la si trova nei breviari in uso completamente diverso rispetto a quella originale approvata da papa Giulio II. Con papa Benedetto XIII, nel 1727, si avrà l'approvazione delle ultime e definitive modifiche, "l'ufficio che fino allora aveva solo la forma pasquale" afferma Vismara, perché si recitava "solo il giorno della festa", il 4 maggio, "che cade sempre in tempo pasquale, viene concesso come ufficio votivo per tutti i tempi dell'anno e particolarmente per il Venerdì", il che favorirà un nuovo ulteriore sviluppo in tutta Europa della devozione sindonologica. Una versione questa che a giudizio del severo Nocent offre "una visione equilibrata delle sofferenze, della morte e della gloriosa risurrezione di Cristo". Il Vangelo proposto è quello di Marco, insieme a quello di Giovanni, a scelta del celebrante, i brani che raccontano la scoperta della tomba vuota. Dalla cappella di Chambéry, oramai impreziosita di raffinate vetrate, marmi, statue, ori, la Sindone emerge due volte l'anno per l'ostensione: il Venerdì Santo e il 4 maggio. A Chambéry sono giorni di festa quelli dell'ostensione. La cittadina, tirata a lucido, dalle strade fino alle sale delle taverne e degli alberghi, pronte per accogliere gli ospiti che venivano anche da molto lontano, si animava di pellegrini, clerici, e insieme mercanti, curiosi, artisti, e, naturalmente, briganti e militari. Le strade pullulavano di gente, voci e colori. I baldacchini dei nobili si facevano largo a stento tra la folla di poveri pellegrini che a piedi entravano in città. - Le ostensioni avvenivano da un balcone verso la piazza - spiega Giorgio Tessiore - tre vescovi mostravano per pochi minuti il Sacro Lenzuolo, in modo che l'impronta frontale risultasse a sinistra e la dorsale a destra. - Nel 1509 arriva a Chambéry, dono di Margherita d'Austria, un vero gioiello: un cassetta d'argento massiccio, commissionata ad un abile artista fiammingo, appositamente donata dalla reggente dei Paesi Bassi per riporre la preziosa reliquia. Con grande solennità il lenzuolo, piegato, come d'uso al tempo, svariate volte in lunghezza e in larghezza fino a creare 48 strati di piegature, che avevano una dimensione di circa 27x36 centimetri, viene messo nella nuova cassetta, questa viene sigillata e sistemata nella nicchia, chiusa da ben 4 chiavi, della sacrestia del coro.

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Tomás de Torquemada
03-06-03, 21:18
La storia della Sindone
di Maria Margherita Peracchino

(1532-1578) Dall'incendio di Chambery a Torino

E' la notte tra il 3 e il 4 dicembre del 1532. Nella città improvvisamente scoppia uno spaventoso incendio. La cappella è in pietra ma le pareti sono rivestite di pesanti pannelli di legno di quercia. La splendida cappella si trasforma in un forno. Le vetrate fondono, gli arredi in pochi minuti sono praticamente distrutti dalle fiamme e dal calore, la facciata della cappella crolla. La cassetta d'argento della Sindone inizia anch'essa dopo pochi minuti a risentire della altissima temperatura. Filippo Lambert, consigliere del duca, due frati francescani, e un fabbro, Guglielmo Pussod, sfidano le fiamme. Non avendo le chiavi rompono a colpi di martello la chiusura della nicchia, arrivano alla cassetta, già in parte fusa, la irrorano di acqua, la trascinano fuori e finalmente estraggono la Sindone. Alcune gocce d'argento hanno già perforato il sacro Telo, per di più inzuppato per l'acqua che si è dovuto gettare sulla cassetta per poterla afferrare. La figura dell'uomo sindonico è salva ma nel complesso la Sindone è gravemente danneggiata. Il 4 maggio successivo l'ostensione viene annullata. La Sindone è troppo danneggiata per poterla esporre. L'annullamento dell'ostensione fa clamore. Tra la gente si diffondono voci contrastanti. C'è chi afferma che l'incendio ha completamente distrutto il Telo, che non esiste più. Altri, che l'incendio è stato appiccato volutamente dalla duchessa Beatrice del Portogallo per sottrarre la Sindone e portarla con sé in Spagna. A questo punto il papa è costretto intervenire. Il 28 aprile del 1533, a poco più di 4 mesi dall'incendio, ordina al cardinale Luis de Gorrevod di verificare cosa sia effettivamente accaduto alla Sindone, in che stato si trovi, e, se necessario, farla riparare. Passerà un anno prima che l'ordine del papa venga eseguito. Il 15 aprile 1534 la Sindone viene portata nella cappella, stesa su di un tavolo, e mostrata a 12 persone, tra le quali il cardinale Luis de Gorrevod , vescovi e altri testimoni attendibili che prima dell'incendio avevano visto il Sudario. Tutti testimoniano che si tratta del Sudario e si rilevano i danni causati dall'incendio. Danni che, si decide, saranno le suore di Sainte Claire en Ville a riparare. Il giorno seguente, 16 aprile, una processione, aperta dal legato papale cardinale Luis de Gorrevod, che porta il Santo Sudario, e dal duca Carlo III, e alla quale partecipano i vescovi che hanno esaminato il Telo, insieme alla corte, s'incammina verso il convento. Lì il Telo viene nuovamente steso e in presenza dei notai che debbono redigere il verbale, ufficialmente identificato come il Santo Sudario dai 12 testimoni del giorno prima e da altri per un totale di 23 persone. Sotto le finestre, aperte, del convento una gran folla di fedeli si è radunata, a pregare, vegliare e curiosare. Il cardinale Luigi di Gorrevod impartisce l'assoluzione alle monache e ordina loro di ricucire il Lenzuolo, montato su di un telaio. L'operazione di cucitura, che terminerà solo il 2 maggio, continuerà tutta la notte. La notte più lunga delle clarisse di Chambéry, che, sotto la direzione della Madre Badessa, in ginocchio, pregando e meditando sulle ferite di quel Cristo che ora le loro mani stanno sfiorando, con finissimi punti rimediano alla meglio i danni dell'incendio. Le condizioni della Sindone devono essere davvero pessime se le monache ritengono necessario fissare sul rovescio della Sindone una tela di Olanda, applicata con una stretta cucitura, a titolo di rinforzo. Le bruciature invece vengono sistemate con 22 rappezzi - subtriangolari, ricavati da Corporali d'altare; più tardi uno fu sostituito e ne furono aggiunti altri 7 di fine tela grigia. - spiega Tessiore. E' il salesiano don Antonio Tonelli che agli inizi del '900 si soffermerà a studiare i danni dell'incendio di Chambéry. Le bruciature sono 28 "simmetriche rispetto alle linee di piegatura longitudinali e trasversali", scrive Tonelli. La Sindone era piegata in svariate volte tanto da determinare 48 rettangoli di 27x36 centimetri. Ciascuna bruciatura è circondata "da una specie di ampio alone sfumato, di color seppia", infatti "il calore d'irradiazione causò una specie di distillazione secca della cellulosa del lino, con produzione di sostanze organiche diverse, che erano gassose a quell'alta temperatura; alcune di esse -colorate (brune)- si diffusero ad alone attorno alle bruciature e vi si deposero, colorando la tela."


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Le clarisse fecero i rammendi ribattendo gli orli delle bruciature. I rattoppi cuciti sul lino carbonizzato, naturalmente, con il tempo cedettero e svariate volte si dovette intervenire a rafforzarli. Le monache nel loro verbale di lavoro non accennano, stranamente, alle tracce di un precedente incendio subito dal lino, pur essendo decisamente visibili. Le tracce di quest'altro incendio, spiega Tonelli, "sono prive di alone bruno," il che è indice che la "tela fu bruciata rapidamente senza che si formassero abbondanti gas di distillazione. Sono simmetriche e degradanti di intensità, dal primo al quarto strato di tela, gli unici colpiti dal mezzo comburente. E' evidente che esse non si potevano ottenere con il sistema di piegatura del 1532" La Sindone doveva essere piegata " una sola volta per lungo e per traverso, generando quattro rettangoli sovrapposti di circa m. 0,55x2,20." Le bruciature sono "rappezzate con una toppa che è cucita sul rovescio, lasciando completamente liberi gli orli neri delle bruciature, in cui si vedono distinti e sciolti i capi dei fili bruciati." Un "grande afflusso di popoli", scriveranno le clarisse nel loro verbale dell'evento, seguì, da sotto le finestre, tutte le fasi dell'operazione, "non c'era giorno che non vi si vedesse più di mille persone", tanto che per "soddisfare il santo desiderio di un gran numero di pellegrini che venivano da Roma, e da Gerusalemme e da molti altri Paesi lontani" più volte la Sindone fu mostrata alla folla dalle finestre della stanza del convento dove si trovava, illuminandola con ceri accesi attorno "mentre noi cantavamo in ginocchio". All'antivigilia della sua festa, il 2 maggio, mentre le campane della città suonano a festa, la Sindone, portata dai più alti prelati, lascia il convento -e le clarisse, oramai per il resto dei loro giorni orfane di quella fugace quanta straordinaria visita- per ritornare nella cappella ducale. Siamo nel febbraio del 1536, le truppe di Francia, in guerra contro la Spagna, stanno per invadere la Savoia. Carlo III è costretto a riparare in Piemonte. Prima va a Torino, poi a Vercelli, e per una breve parentesi a Milano. Con sé, naturalmente, ha la Sindone, che il 7 maggio viene esposta a Milano, al Castello Sforzesco. - Probabilmente il percorso - dice don Fossati - si snoda lungo il Colle dell'Arnaz e la Valle di Ceres. Dovrebbero essere state toccate una serie di località quali Averole -Francia- , Pian della Lussa, Balme, Mondrone, Ala di Stura, Voragno, dove, per altro, a testimonianza del passaggio del Telo, esiste un affresco, e poi Ceres, Lanzo e finalmente Torino. - Nel marzo del 1537 il duca, con la Sindone, è a Nizza. Qui s'incontrano Francesco I di Francia e Carlo V di Spagna, in un confronto organizzato da papa Paolo III. Il venerdì Santo, il 29 marzo, la Sindone, forse dal papa stesso, viene mostrata ai pellegrini dalla Torre Bellanda. Francia e Spagna raggiungeranno una tregua, presto violata, però, da Francesco I. Alla ripresa delle ostilità Carlo III con la corte è costretto nuovamente a riprendere la fuga. Torna a Vercelli, dove la Sindone trova posto nel tesoro della cattedrale di S.Eusebio. E a Vercelli il Telo rimarrà ininterrottamente dal 1541 al 1561. Carlo III morirà il 17 agosto del 1553. Pochi mesi dopo, il 18 novembre, i francesi passano all'attacco e con il generale Carlo Brissac occupano e saccheggiano Vercelli. E' il canonico della cattedrale, Giovanni Antonio Costa, l'autore del salvataggio della Sindone, che i francesi volevano rubare per poi, probabilmente, offrirla, dietro alto riscatto, al successore di Carlo III, Emanuele Filiberto. Il canonico pochi minuti prima che i francesi entrassero nella cattedrale, mentre la città era già a ferro e fuoco, preleva la cassetta con dentro il Telo e lo porta di nascosto a casa sua, dove poche ore più tardi, fingendosi simpatizzante della Francia, invita i soldati francesi a rifocillarsi, facendo loro fare da inconsapevoli guardiani della Sindone. I soldati se ne vanno rifocillati, Vercelli reagisce riuscendo a cacciare le truppe, e la Sindone è salva. Il giorno stesso Emanuele Filiberto viene informato con una missiva che il Telo è salvo. Nel 1560 Emanuele Filiberto sposa Margherita di Francia, sorella del di Enrico II. Il duca e la consorte raggiungono Vercelli e la Sindone viene esposta al pubblico per il lieto evento. L'anno dopo, nel giugno 1561, dopo un'altra ostensione, la Sindone lascia Vercelli per essere riportata a Chambéry. Non si conoscono le tappe del viaggio da Vercelli a Chambéry, se non l'ultima, Montmelian, dove il 15 e il 17 agosto si organizzano due ostensioni, la prima dalle mura della città e la seconda sulla piazza del castello, per festeggiare il ritorno della Sindone a "casa", dopo quasi trent'anni. Appena 5 anni dopo, il 17 luglio 1566, il Telo lascerà nuovamente Chambéry, questa volta per la cattedrale di Notre Dame de la Liesse di Annecy, per una ostensione straordinaria voluta da Emanuele Filiberto per le nozze tra Giacomo di Savoia, duca del Genovese e di Nemours, e Anna d'Este.

Dal sito http://www.geocities.com/Athens/Delphi/9077/

Tomás de Torquemada
03-06-03, 21:21
La storia della Sindone
di Maria Margherita Peracchino

(1578-1898) Dall'arrivo a Torino alla prima fotografia

E' il 1578 quando il cardinale Carlo Borromeo decide che è venuta l'ora di sciogliere il voto fatto durante la grande peste e finalmente raggiungere, a piedi, Chambéry, per adorare la Sacra Sindone. Emanuele Filiberto coglie l'occasione al volo. E' nei suoi disegni, infatti, trasferire la capitale del ducato a Torino, e, come da tradizione di famiglia, ritiene che la Sindone debba stare dove stanno i Savoia, non importa che il Telo abbia una sua casa a Chambéry, è una questione quasi politica. Il duca velocemente fa trasferire la Sindone a Torino per, dichiara ufficialmente, abbreviare il faticoso pellegrinaggio al cardinale Borromeo. Il Telo arriva a Torino il 14 settembre 1578, e qui riposto nella chiesa di San Lorenzo. Carlo Borromeo arriverà a Torino il 9 ottobre. - Era partito da Milano il 6 ottobre - racconta don Luigi Fossati - dopo aver celebrato la Messa e benedetto solennemente i fedeli al seguito e i loro bastoni del pellegrinaggio. La carovana sosta a Sedriano e trascorre poi la notte a Trecate. Il giorno successivo, il 7 ottobre, dopo che per quasi tutta la notte il cardinale aveva confessato e comunicato la folla accorsa, in duomo si tenne una grande celebrazione terminata la quale, alle 14, ci dicono le cronache del tempo, sotto una pioggia battente, il pellegrinaggio riprende. Passano a Novara, a Cameriano e sul fare della sera arrivano a Vercelli, dove trascorrono la notte. La terza giornata, quella dell'8 ottobre, è la più estenuante per il cardinale e per tutti i pellegrini. Quando sul fare della sera la carovana arriva a Cigliano il cardinale è in brutte condizioni. Ma quello seguente è il grande giorno. Di buon mattino, completamente rimessosi, il cardinale riprende il cammino alla testa di tutti. La meta, Torino, la Sindone, è oramai a qualche ora di cammino. - A poche centinaia di metri dalle porte della città Emanuele Filiberto e il principino Carlo Emanuele accolgono Carlo Borromeo. Un lungo inchino seguito da un fraterno abbraccio, tra i tuoni a salve dell'artiglieria che giungono dal castello, sancisce l'incontro dei Savoia con il Santo e la fine del lungo pellegrinaggio di quest'ultimo. Già la sera scendeva sulla città sabauda, il cardinale, lo stesso, prima di accettare l'invito di Emanuele Filiberto ad essere ospite a palazzo, nell'appartamento che aveva accolto il re di Francia, Enrico III, volle venerare la Sindone. Nei giorni a venire si susseguiranno le ostensioni private, riservate al cardinale e a un ristretto gruppo di suoi pellegrini, alle ostensioni pubbliche sull'attuale piazza Castello, al rito, in Duomo, delle 40 ore di adorazione ininterrotta della Sindone, in memoria delle 40 ore durante le quali Cristo stette sepolto avvolto nel Telo. Inizia così una nuova fase storica per la Sindone, quella che si identifica con la città di Torino. La Sindone ha lasciato una casa a Chambéry costruita appositamente per la sua reposizione, Emanuele Filiberto ritiene di doverle una nuova casa, la sua nuova e definitiva casa nella capitale sabauda. Sarà il figlio, Carlo Emanuele I, a mantenere la promessa del padre. Interverranno nella progettazione della grande cappella inserita tra il palazzo reale e il duomo, tutti i più grandi architetti del tempo: Carlo di Castellamonte, Bernardino Quadri, Amedeo di Castellamonte, Guarino Guarini, il cui progetto fu quello definitivo. L'uso delle ostensioni annuali il 4 maggio viene mantenuto e si intensificano le ostensioni straordinarie. I Savoia, che considerano la Sindone l'immagine della loro casata, quasi il simbolo di una investitura sacra, ne fanno lo strumento usuale per solennizzare tutti i grandi momenti, a cominciare dai lieti eventi. Gian Maria Pugno, tra i primi autori ad occuparsi della Sindone, riuscì a ricostruire due secoli di ostensioni straordinarie, dal 1578 al 1706. Nel 1582, nuovamente presente il cardinale Borromeo, ci fu una solenne ostensione durante la quale, per la prima volta, venne impartita a tutti i presenti l'indulgenza plenaria concessa dal pontefice. 1585, l'ostensione della Sindone solennizza il matrimonio del duca Carlo Emanuele I con Caterina d'Austria. Di seguito la Sindone verrà esposta nel "1587 in occasione del battesimo del primogenito Carlo Emanuele I, cioè del principe di Piemonte, Filippo Emanuele, nato l'anno prima; battesimo tanto rimandato nella sua celebrazione ufficiale che, durante i relativi festeggiamenti, nacque e fu battezzato anche il secondogenito Vittorio Amedeo; in questa occasione la reliquia fu portata dalla Chiesa di San Lorenzo alla Cappella rotonda posta al piano terreno del Palazzo vecchio ornata di sei colonne ioniche in marmo rosso e fatta fabbricare dal duca Carlo Emanuele I; l'ostensione del 1620 in occasione del matrimonio del principe Vittorio Amedeo I con Cristina di Francia, la prima Madama Reale; 1642 per rendere grazie a Dio della raggiunta pace, detta pace di famiglia, tra la Madama reale Cristina ed il figlio Carlo Emanuele II da una parte e i principi Maurizio e Tommaso dall'altra, ostensione celebrante un avvenimento particolarmente importante per lo Stato; 1663 in occasione del matrimonio del duca Carlo Emanuele II con Francesca d'Orléans; 1665 in occasione del matrimonio del medesimo duca con la sua seconda moglie, Maria Giovanna Battista di Nemours; nel 1685 per commemorare il matrimonio celebrato l'anno prima del duca Vittorio Amedeo II con Anna d'Orléans; quella del 1694 in occasione del trasporto della Sacra Sindone nella nuova Cappella del Guarini appositamente per essa eretta".


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Ma non è finita. "vanno ricordate l'ostensione del 1613 dovuta non si sa bene se al passaggio per Torino del già allora famoso vescovo di Ginevra Francesco di Sales" e altre più o meno regali ragioni; "quella del 1639 indetta, forse, per il passaggio a Torino di Santa Giovanna Francesca Frémyot baronessa di Chantal; quella del 1664 in occasione del passaggio per Torino del Padre Domenico da S.Tommaso, figlio del Sultano Ibrahim, convertitosi al cristianesimo ed entrato poi nell'Ordine dei Predicatori; quella del 1692 ordinata per il 1° giugno di quell'anno dal duca Vittorio Amedeo II senza preventivo avviso, ed attuata dalla galleria posta su quella del Beaumont, corrispondente alla attuale Armeria Reale. Avvennero poi altre ostensioni delle quali non sappiamo scoprire le ragioni speciali come quella del 1604, quella del 1614, quella del 1621, quella del 1661, quella del 1668, quella del 1672, infine quelle del 1674, del 1683, del 1685, del 1696, del 1697 e del 1703" Nel 1632 l'ostensione, all'interno della cattedrale, è tutta all'insegna della liberazione dalla peste del 1630 con la consegna della targa votiva da parte delle autorità civili a nome di tutta la cittadinanza. Non si contano le ostensioni così dette private, di poche ore e riservate a ospiti particolari della Casa Savoia, quali ambasciatori, sovrani, insigni religiosi. Nel 1694, finalmente, la Sindone conservata a periodi alterni nella chiesa di San Lorenzo o nella Cappella di palazzo Reale, viene riposta nella sua nuova maestosa casa torinese, la cappella del Guarini. I venti di guerra tornano a soffiare sulla casa sabauda nell'estate del 1706. I francesi assediano Torino. Vittorio Amedeo II allontana la famiglia e con essa la Sindone. Lungo il percorso da Torino al rifugio di Genova la Sindone viene sovente esposta, forse a titolo di invocazione di salvezza per Torino. -Questo è uno dei percorsi della Sindone più dettagliatamente documentati- afferma don Fossati. -All'alba del 16 giugno la famiglia reale con la Sindone parte da Torino diretta a Cherasco, dove si fermò per sette giorni. Il 24 giugno il viaggio riprende verso Mondovì. Nella cittadina la famiglia reale trascorre la notte nel palazzo del Vescovo, Giovanni Battista Isnardi del Castello. Il giorno dopo, nel pomeriggio, trasferimento a Ceva. Il 26 giugno si dirigono a Garessio e a notte fonda, all'una, giungono a Ormea, dove riposano a casa dell'avvocato Bologna. Il 28 giugno arrivano a Canavonica, presso Oneglia, dove rimarranno addirittura fino al 16 luglio causa il cattivo tempo che in quei giorni imperversava. Il 16 luglio la famiglia reale finalmente riesce imbarcarsi e raggiunge Savona. Da Savona riparte il 19 luglio per Genova, dove arriva il giorno dopo. Nella città ligure nessuno seppe della presenza del Telo, fin dopo la sua partenza, a fine settembre dello stesso anno.- Il ritorno, il 5 ottobre, a Torino segna la fine del lungo peregrinare del Telo, che lascerà momentaneamente la città soltanto durante l'ultima guerra mondiale. Con l'inizio del '700 comincia una progressiva diminuzione del numero delle ostensioni, a cominciare da quelle ordinarie del 4 maggio fino a quelle straordinarie. La più solenne è certamente l'ultima del secolo, quella del 1775. Nel 1798, con l'occupazione del Piemonte da parte delle truppe francesi, il re Carlo Emanuele IV è costretto a riparare in Sardegna. Questa volta però la Sindone non segue i Savoia, viene lasciata a Torino in custodia all'arcivescovo cittadino. Nel 1814, al ritorno in città del re, Vittorio Emanuele I, in favore del quale aveva abdicato anni prima Carlo Emanuele I, la Sindone, per celebrare solennemente il ritorno della casa Savoia, viene mostrata al pubblico in una fastosa ostensione, per la prima volta dal 1775. L'anno seguente, il 2 maggio 1815, nuovamente una solennissima ostensione in onore di papa Pio VII, finalmente libero dopo la prigionia di Fontainebleau, e per il quale si era già organizzata una ostensione privata nel 1804. Eccezionale ostensione, in pieno periodo natalizio, il 4 gennaio, nel 1822, per celebrare l'inizio del regno di Carlo Felice dopo l'abdicazione di Vittorio Emanuele I. Altra ostensione nel 1842. E poi l'ostensione che in qualche modo chiude il primo periodo della Sindone a Torino, quella del 1868. -Durò 4 giorni- racconta don Fossati -dal 24 al 27 aprile, e segnò un nuovo modo di presentare la Sindone ai fedeli, intanto per la durata e poi perché esposta in un quadro sistemato sull'altare maggiore della cattedrale. Altro motivo di particolare importanza fu la sostituzione, per mano della principessa Clotilde di Savoia, dei veli entro cui la Sindone è conservata. Venne tolta la seta nera e messo un taffettà cremisi.

Dal sito http://www.geocities.com/Athens/Delphi/9077/

Tomás de Torquemada
28-06-03, 16:06
La storia della Sindone
di Maria Margherita Peracchino

(1898) Dalla fotografia di Secondo Pia agli studi scientifici di inizio secolo

Non è certo un anno felice per l'Italia il 1898. Il malumore e l'inquietudine politica serpeggia in tutto il Paese. Moti di rivolta si registrano in particolare in Lombardia. Proteste popolari contro il caro vita agitano governo e corte. Fastidiose intemperanze di popolo che trapassano le mura di palazzo reale e arrivano fino al sovrano, impastate e confuse nel fermento del nuovo secolo all'orizzonte con le città che cambiano volto, le affascinanti innovazioni tecnologiche, un modo di vita che cambia radicalmente. Umberto I pensa di esorcizzare il malumore con iniziative che possano ripristinare l'immagine di un Paese all'avanguardia e festoso e che catalizzeranno su Torino l'attenzione internazionale. E' il 50° anniversario dello Statuto albertino, ricorrenza che i Savoia intendono festeggiare con grande pompa. Il principe ereditario, Vittorio Emanuele, è in procinto di coniugarsi con Elena di Montenegro. Per la chiesa torinese ricorre il quarto centenario della cattedrale di San Giovanni Battista e il terzo centenario delle due più importanti confraternite cittadine, quella del Santo Sudario e quella di San Rocco. Il re decide per una grande Esposizione e l'ostensione della Sindone, che non viene più esposta in pubblico da 30 anni, dal 1868. In questo clima pericolosamente in bilico tra il fermento e l'inquietudine del nuovo secolo che agita la città sabauda, tra i suoi poco più di trecentomila abitanti c'è un certo Secondo Pia. Avvocato, di origini astigiano, che ha abbandonato la toga per le ricerche storiche e per una passione, una grande passione: la fotografia. Una di quelle invenzioni che aprono il nuovo secolo guardata con molto scetticismo nel conservatorissimo ambiente sabaudo. Pia ne è un intelligente pioniere. Il 1° maggio il sovrano inaugura l'Esposizione. Pia è nominato membro della commissione che realizza la mostra di arte sacra. Il suo chiodo fisso è fotografare la Sindone. Prima di lui aveva chiesto il permesso di fotografare il Telo il salesiano don Natale Noguier De Malijay, grande cultore della Sindone, ma il re aveva rifiutato. Pia dunque sa di avere pochissime speranze. Nella commissione per l'allestimento della mostra di arte sacra lavora in collaborazione con il barone Antonio Manno, consigliere stimato del re, Presidente del Comitato esecutivo per la realizzazione dell'Esposizione di arte sacra, lo stesso che aveva già perorato la causa in favore di don De Malijay. Secondo Pia parla con il barone che da raffinato studioso comprende l'importanza della questione e si fa carico di sostenere nuovamente la causa presso il re, il quale, sorprendentemente, si convince a dare l'assenso all'iniziativa. L'importanza della fotografia è grandissima, essa infatti segna l'inizio dell'approccio scientifico alla Sindone. Baima Bollone ricostruisce la vicende e scrive: "La sera del 25 maggio sul palco fatto innalzare in gran fretta dispone l'apparecchio del formato mm. 50x60: davanti, stesa in una preziosa cornice, c'è la Sindone. L'avvocato è di pessimo umore: l'illuminazione è scarsa e i segni sulla reliquia sono scarsi. I fari, rispettivamente di 1000 e 950 candele, alimentati da centrali elettriche indipendenti, sono predisposti in modo da concentrare la luce sulla Sindone, ma i loro raggi (ricorda il Pia in una relazione) "rendono ineguale l'illuminazione sulla superficie della reliquia". Cerca di eliminare l'inconveniente ponendo davanti ai proiettori dei vetri smerigliati: il calore dopo appena cinque minuti fa esplodere i filtri di fortuna; la "prova" fallisce, l'appuntamento dev'essere rinviato perché la folla dei devoti già preme alle porte del Duomo. Quel giorno sfilano davanti alla reliquia 22.000 persone. Il Pia rincasa più che mai deciso a ripetere l'esperimento." Pia decide di montare "due vetri smerigliati a un metro e mezzo di distanza davanti a ciascun faro. Ordina le lastre che devono essere al loro posto per la sera di Sabato 28". Nel frattempo la principessa Clotilde, preoccupata che l'intensità dei fari potesse danneggiare il telo aveva ottenuto di far schermare la reliquia con un cristallo, il che non facilita certo il lavoro al povero avvocato. La sera del 28 maggio Pia "all'ora fissata" si mette all'opera. E' già tutto nuovamente pronto, la Sindone messa a"fuoco", che problemi al sistema d'illuminazione determinati da cadute di tensione, bloccano per l'ennesima volta il lavoro. Alla fine, a notte fonda, Pia riesce a scattare due fotografie. Di corsa raggiunge il suo studio in via San Secondo e si mette al lavoro per svilupparle. "A un tratto il Pia ha un tonfo al cuore," scrive Baima Bollone nella sua ricostruzione "le tempie cominciano a martellargli sotto la spinta di una emozione profonda. Nella piccola camera oscura, alla fioca luce della lampada schermata di rosso, egli vede delinearsi sul negativo un volto severo e, cosa ancor più stupefacente, l'immagine è un positivo." E' la rivelazione dalla quale partono le ricerche scientifiche sulla Sindone: "se l'immagine fissata sulla lastra è un positivo, significa che sulla tela vi è un'impronta negativa." C'è di più: "Il comportamento delle macchie, che la tradizione riferisce a sangue, e che appaiono trasferite sul tessuto non segue questa regola ma è quello consueto: a questo livello le impronte appaiono negative sul negativo fotografico e positivo sul positivo." Naturalmente Pia "informa degli stupefacenti risultati ottenuti il barone Manno e gli estimatori fanno subito ressa per ammirare le lastre: il laboratorio fotografico si riempie di gente" Dello stupefacente risultato ne darà notizia ufficiale L'Osservatore Romano solo nel numero di poco meno di un mese dopo, quello del 14-15 giugno. Presto "alla curiosità subentrano le gelosie e il velenoso sospetto che il Pia abbia ottenuto l'impressione fotografica con qualche trucco." Sospetti che resisteranno per oltre due anni, animando il dibattito sulla Sindone, espressi anche in maniera assolutamente palese dalla stampa dell'epoca, che di fronte alle fotografie del Pia o si esprimeva con assoluta indifferenza oppure mettendo in forse l'onestà professionale dell'autore, Baima Bollone nella ricostruzione parlerà di una "campagna di stampa veramente diffamatoria". Ci vorranno anni, durante i quali le fotografie vengono studiate scientificamente da esperti in fotografia e dai primi studiosi della Sindone, perché al Pia venga riconosciuto il giusto merito. -Resta il fatto che i risultati delle fotografie del Pia- dice don Luigi Fossati -trovarono subito conferma nelle fotografie non ufficiali, di cui pochi parlano perché pochi conoscono l'esistenza. Sono quelle del tenente Felice Fino, del gesuita Gianmaria Sanna Solaro, che le pubblicò nel 1901, e di don Natale Noguier De Malijay, il salesiano che prima del Pia aveva chiesto al re l'autorizzazione a fotografare ufficialmente la Sindone e ne aveva avuto risposta negativa, dopo che già insieme con altri salesiani aveva fatto i preparativi per l'operazione, in quanto ufficiosamente si era saputo che Umberto era intenzionato ad affidare il delicato incarico ai salesiani. Fotografia, quest'ultima, scattata prima del 28 maggio, giorno in cui venne scattata quella ufficiale del Pia. Certamente bisogna anche, non per giustificare ma per capire le illazioni contro il Pia, mettere in conto cosa significava ammettere l'autenticità di quelle fotografie. Si chiudeva un secolo in cui il materialismo, lo scetticismo, l'anticlericalismo aveva fatto a pezzi la Chiesa, il Vangelo e la figura di Cristo. In questo clima improvvisamente irrompe niente meno che la fotografia di Gesù. La sua fotografia dopo diciannove secoli -e appare davvero straordinario che anche il suo ritratto ci abbia lasciato- la prova provata che il Telo non è un dipinto. Per dirla con il Pia stesso "Se la figura che appare sulla lastra fotografica, cioè sul negativo, è un perfetto positivo, vuol dire che l'impronta sul Lenzuolo è un altrettanto perfetto negativo, simile a quello fotografico, perché l'inversione del chiaroscuro avviene in modo impeccabile per opera della luce e delle sostanze chimiche".


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Secondo Pia
Immagine dal sito http://upload.wikimedia.org/

E' una svolta quella del '98. Se fino allora la Sindone era oggetto di devozione, con le fotografie del Pia inizia essere oggetto di studio scientifico, e gli studiosi cominciano a studiarla sotto i vari aspetti, da quello storico, a quello archeologico, fino a quello medico. E' l'inizio della seconda fase della "vita" della Sindone, quella moderna.- Ai primi bombardamenti del 1918 si ripropone la grave questione della sicurezza del Telo. Si decide di prelevare la Sindone, dall'altare della Cappella dove era riposta, chiusa nella sua cassetta, e nasconderla a palazzo reale, nel lato sud-est, due piani sotto terra. L'ambiente, una stanza di quattro metri per due, venne fortificato con un strato di sabbia essiccata al soffitto di circa un metro, tanto da ridurre sensibilmente l'altezza della camera, e il pavimento ricoperto con pannelli di legno. Si costruì una cassaforte, anch'essa di legno. La cassetta con la Sindone fu messa in una seconda grande cassa di ferro stagnato e il coperchio chiuso con saldatura. Il cofano venne poi portato nella camera approntata e chiuso nella cassaforte con una complicata combinazione segreta. Lì il Telo rimase fino a fine guerra. Giuseppe Enrie è un noto fotografo torinese, titolare di un grande studio fotografico cittadino, frequentato dalla società bene dell'epoca, e direttore di una rivista specializzata in fotografia, tra i maggiori estimatori di Pia e del suo lavoro sulla Sindone. "Nel 1931" scrive Baima Bollone "si celebrano le nozze del principe ereditario Umberto di Savoia con Maria José" (del Belgio) principessa di Brabante. "Nel rispetto della tradizione viene disposta una ostensione" dal 4 al 24 maggio. Il nuovo arcivescovo di Torino, Maurilio Fossati, si è appena insediato, e prima di prendere la decisione ufficiale, considerando anche i molti che lo sconsigliano all'ostensione, si consulta direttamente con il Papa, Pio XI, il quale lo rassicura con una frase che resterà nella storia dei rapporti tra Vaticano e Sindone: "Stia tranquilla: parliamo in questo momento come studioso e non come Papa. Abbiamo seguito personalmente gli studi sulla S.Sindone e Ci siamo persuasi dell'autenticità. Si sono fatte delle opposizioni, ma non reggono.". Fossati, rassicurato, fa un passo in più e "decide di procedere a nuovi accertamenti fotografici affidandoli ad un professionista. E' dal 1898, ben trentatré anni, che esiste un'unica fotografia della Sindone. Tutte le immagini e gli ingrandimenti, di cui il mondo è pieno, sono stati tratti da essa e, ciò che più conta, è su di essa che vertono tutte le accese discussioni sull'autenticità dell'oggetto. Viene scelto Giuseppe Enrie per la indiscussa capacità professionale." Questi "Propone un preciso programma che prevede, tra l'altro, l'eliminazione del cristallo di protezione, la ripresa d'insieme, la ripresa ravvicinata, e quella di campi limitati con l'impiego di un grande apparecchio 40x50. Le prime fotografie sono scattate la sera del 3 maggio 1931." primo giorno dell'ostensione. Alla solenne Messa durante la quale la Sindone viene esposta avevano partecipato ben 16 principi, alcune decine di vescovi, tutte le autorità cittadine, i rappresentanti del potere fascista, e, naturalmente una folla immensa di fedeli -si calcolò che in venti giorni di ostensione sfilarono davanti al Telo oltre 1 milione e mezzo di pellegrini. Ora, a Duomo finalmente svuotato, Enrie può mettersi al lavoro. Accanto a lui il Pia e il grande studioso della Sindone Paul Vignon dell'Università cattolica di Parigi. "Enrie sviluppa la prima lastra di prova in Duomo e le successive nel proprio laboratorio alla presenza del salesiano don Antonio Tonelli, grande studioso della Sindone. Sono tutte perfettamente riuscite. E' un vero e proprio successo. La sera successiva Enrie è in grado di consegnare una serie completa di copie positive e negative all'arcivescovo che telefona personalmente la propria soddisfazione al principe. Le copie vengono inviate al re che ne vuole prendere visione. Enrie viene autorizzato ad eseguire altre foto la sera del 19 (con cristallo) ed ancora la sera del 22, sempre di maggio. Il risultato rappresenta piena e perentoria conferma della validità della prima fotografia del Pia. La notizia fa il giro del mondo e provoca nuovi entusiasmi giacché pare intuitivo che se la Sindone, conosciuta da più di cinquecento anni, contiene davvero un fenomeno come quello del negativo, che l'uomo ha scoperto soltanto nel XIX secolo, è certamente autentica e l'immagine che racchiude è davvero quella di Gesù." In realtà questa che parrebbe una elementare equazione, per cui venuto meno anche l'ultimo dubbio sulla autenticità del negativo rilevato da Pia dovrebbe essere evidente la straordinarietà e dunque l'autenticità dell'immagine "non opera di mano umana", non è così scontata. "Preso atto che sul lenzuolo vi è davvero un'immagine negativa" continua Baima Bollone, i detrattori "sostengono che in realtà si tratta di un dipinto andato incontro ad un fenomeno di "negativizzazione"" e a sostegno della loro affermazione portano l'esempio di un fenomeno di negativizzazione avvenuto su alcune parti degli affreschi del Cimabue nella chiesa superiore della Basilica di Assisi. "In altre parole le immagini della Sindone sarebbero banale espressione del noto fenomeno della inversione del colore". Tutto ciò anche se già gli esami tecnici del periodo escludevano che potesse trattarsi di un'opera pittorica. Inoltre, scrive ancora Baima Bollone "sulla Sindone non esiste traccia di biacca e prima ancora di oli o materiali collanti necessari per farla aderire alla tela. E poi, se essa" fosse "davvero una pittura invertita per alterazione dei colori, così che le tinte chiare sono diventate scure e viceversa, perché il fenomeno si è prodotto soltanto per le immagini anatomiche e non per le macchie di sangue?"
E' il periodo questo in cui iniziano i grandi studi. Dopo la prima fotografia, nel 1898, e la scoperta del negativo, la Sindone inizia essere oggetto di studio scientifico, ma fino al 1931 nulla di particolarmente importante è stato fatto. I più importanti studi dal lato medico infatti partono in questo periodo. Grande impulso agli studi viene dall'ostensione del '31 e dal I Congresso Nazionale di Studi sulla Sindone del '39 e in particolare dalla pubblicazione degli Atti, avvenuta nel '41, anche se in piena guerra- dice don Fossati. -Sono gli studi di Pierre Barbet, chirurgo all'ospedale S.Giuseppe di Parigi e quelli di Paul Vignon a segnare l'alba degli studi sulla Sindone. E da questo lavoro, iniziato appunto negli anni Trenta, si arriverà poi nel 1950 al grande I Congresso Internazionale di Studio sulla Sacra Sindone, che si svolse a Roma e a Torino. Stessa situazione si ha sul versante delle pubblicazioni, per cui per un verso le due ostensioni, quella del '31 e quella del '33, e l'uscita degli Atti del Convegno, danno il via ad un ricco flusso di pubblicazioni sulla Sindone di ogni genere- 1933, diciannovesimo centenario della Redenzione. Pio XI aveva indetto per quell'anno un Giubileo Straordinario e in quella occasione aveva chiesto al Sovrano, Vittorio Emanuele III, di voler concedere l'ostensione della Sindone. Il cardinale Fossati la programma dal 24 settembre al 15 ottobre. Il clima dell'anno Santo infervora l'ostensione, primo tra tutti lo stesso cardinale Fossati, che tre anni dopo, nel '36, sosterrà la realizzazione di una mostra-museo permanente di cimeli riguardanti la Sindone nella Sede della Confraternita del Santo Sudario.

Dal sito http://www.geocities.com/Athens/Delphi/9077/

Tomás de Torquemada
28-06-03, 16:09
La storia della Sindone
di Maria Margherita Peracchino

(1939-1978) Dalla Grande Guerra all'ostensione del 1978

1939. La Polonia è in fiamme e echi di scontri arrivano dal fronte francese. La gente capisce che è l'inizio di una guerra forse terribile, ma continua a confidare nella dichiarazione di "non belligeranza" fatta da Mussolini. Non così gli ecclesiastici, gli intellettuali, l'ambiente colto che ha capito benissimo che prima o poi toccherà anche all'Italia. Il cardinale di Torino, Maurilio Fossati, inizia a preoccuparsi di mettere in salvo la Sindone. Torino, infatti, è troppo esposta, è una città ormai strategica per la presenza di numerose e floride industrie fondamentali per la vita economica del Paese, soprattutto in periodo di guerra, per cui obiettivo privilegiato. Questa volta non basta nascondere la Sindone negli scantinati di Palazzo Reale, bisogna pensare di portarla lontano, in un posto che non sia obiettivo militare. Fossati tratta con i Savoia, con il principe ereditario Umberto, per avere il permesso di spostare la Sindone, e con la Segreteria di Stato vaticana per accordarsi sul trasferimento e scegliere il posto più adatto, avendone il benestare del papa Pio XII. I Savoia danno il loro benestare. Il Segretario di Stato vaticano, cardinal Maglione, suggerisce come nascondiglio il monastero e santuario di Montevergine, in provincia di Avellino. In gran segreto, la notte del 6 settembre 1939, il generale Giovanni Amico di Meane, Reggente Amministrazione della Real Casa per la provincia di Torino, monsignor Paolo Brusa, custode della Sindone, il teologo Giuseppe Gallino, Cancelliere della Cappella di S.M., si recano nella Cappella della Sindone, prendono il cofano all'interno del quale era conservato il Telo, e lo portano nell'appartamento privato di Monsignor Brusa, a Palazzo Reale. Sistemano il cofano in una seconda "cassa di legno, chiusa a viti, foderata di tela bianca ricucita all'ingiro e cinta con spago recante a nodi il sigillo di piombo" dell'Amministrazione della Casa Reale, come recita il verbale, e, il giorno dopo, il 7, in auto, raggiungono la stazione. Qui, esattamente come un baglio normale, la cassa è caricata sul treno in partenza per Roma. Ad accompagnare la Sindone ci sono monsignor Brusa e Giuseppe Gallino. A Roma la Sindone viene portata al Quirinale nella cappella Guido Reni, e presa in custodia da monsignor Giuseppe Beccaria, Cappellano Maggiore del Re. Alcuni giorni dopo, il 25 settembre, monsignor Brusa riceve l'ordine dal Vaticano -si saprà che la decisione finale è stata presa dal papa in persona- di trasferire la Sacra Sindone all'Abbazia di Montevergine. Il trasferimento, sempre in gran segreto, avviene in automobile. Al convento vengono incaricati della responsabilità della custodia della Sacra Sindone l'Abate e il Priore, i quali alla presenza di monsignor Brusa nascondono la cassa sotto l'altare che nel verbale viene definito "del Coretto da Notte", protetto dalla montagna, "chiuso a chiave da un robusto palliotto di legno". Che la Sindone è al santuario sono informati in tutto non oltre 10 forse 12 persone. Neanche i frati del santuario, tolto l'Abate e il Priore, sanno di avere in casa la preziosa reliquia. Dovranno trascorrere ben sette anni prima che la Sindone, a guerra finita, possa tornare a Torino. Vittorio Emanuele II abdica a favore del figlio Umberto II, il quale dopo il referendum monarchia-repubblica è costretto prendere la via dell'esilio. Il cardinale Fossati interpella Umberto II a Cascais, in Portogallo, dove si è ritirato. La Sindone, sarà prelevata dal suo oramai inutile rifugio di Montevergine, riportata a Torino, e rimarrà in Italia. E' il cardinale Fossati in persona, il 28 ottobre del '46, a raggiungere, in auto, Montevergine, dove finalmente i monaci vengono a sapere di aver custodito, per oltre sette anni, la Sindone. La cassa viene estratta dalla nicchia, i sigilli fatti saltare e il Telo steso. Fossati teme per lo stato di conservazione. La Sindone è integra. Lasciata per qualche ora all'adorazione dei frati, Fossati la risigilla personalmente nella cassetta e il giorno dopo riparte per Roma. Qui la cassa viene caricata sul treno per Torino, dove arriva il 31 ottobre.


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L'incendio del 1997
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Ad attendere, alla stazione di Porta Nuova, Fossati e il Telo, un piccolo gruppo di persone, quei pochi che erano venuti a sapere del grande ritorno. L'Arcivescovo Fossati nei giorni seguenti sottolineò come fosse stata saggia la decisione di allontanare il Telo da Torino, già che, disse, "l'invasore si affrettò" nei giorni della sua presenza a Torino "a chiederne notizie". Particolare confermato da "La Nuova Stampa" del 1° novembre 1946, la quale addirittura dice quello che Fossati non può dire: "La precauzione fu molto utile, poiché al tempo dell'occupazione nazifascista la Sindone fu cercata dai tedeschi, i quali -secondo una versione di qualche ambiente ecclesiastico- ricevettero invece una imitazione della reliquia che il pittore Reffo aveva eseguita durante la ostensione avvenuta nel 1898", naturalmente il cronista non svela la sua fonte, ma l'informazione parrebbe fondata, vista l'affermazione di Fossati e considerando che la riproduzione del Reffo, presentata nel volume-ricordo dell'ostensione del '31, conservata nella Cappella della Sindone, dopo la guerra non è più stata trovata. Umberto II morirà nel 1983, nel suo esilio portoghese, ultimo Savoia proprietario della Sindone. Nel suo testamento, infatti, il re dona la Sindone al Pontefice. -Il 18 marzo 1983 moriva a Ginevra l'ex re Umberto II di Savoia e subito si diffusero notizie più o meno veritiere sulle sue disposizioni testamentarie- racconta don Luigi Fossati -I giornali di quei giorni erano pieni zeppi di informazioni anche sulla futura destinazione della Sacra Sindone, bene privato della casata. I solennissimi funerali si svolsero il 24 marzo nella Abbazia di Altacomba. L'annuncio della donazione della Sacra Sindone alla Santa Sede, nella persona del regnante pontefice Giovanni Paolo II, venne data il 25 marzo 1983, in Ginevra, dall'avvocato Armando Radice.- Il 18 ottobre '83, il Segretario di Stato vaticano, cardinale Agostino Casaroli, a nome e per conto della Santa Sede, perfezionava con gli esecutori testamentari di Umberto II l'atto di donazione. -I timori che la Sacra Sindone,- continua Fossati -dopo l'annuncio ufficiale della donazione alla Santa Sede, dovesse lasciare Torino per essere trasferita a Roma furono presto fugati dalla lettera del Segretario di Stato Casaroli nella quale l'arcivescovo pro tempore di Torino veniva nominato delegato della Santa Sede per tutto ciò che concerne la conservazione e il culto della preziosa Reliquia atteso che essa continuerà a restare a Torino.- -Il Cardinale Arcivescovo Michele Pellegrino, è noto,- racconta don Fossati -non era molto disponibile, se così si può dire, nei riguardi della Sindone, almeno fino alla ricognizione del '69, alla quale erano presenti tutti gli studiosi torinesi del Telo. Dopo quella ricognizione, alla quale lui presenziò, cambiò radicalmente idea. Dunque nel '73 il Cardinale aveva, nei confronti della Sindone, sicuramente una posizione di maggiore apertura, di fatto, ugualmente, non era dell'idea di fare un'ostensione, non se la sentiva soprattutto per i problemi organizzativi, così si ricorse all'escamotage dell'ostesione televisiva. Quella del 1973. E il '73 sicuramente resterà nella storia della Sindone. Innanzitutto perché è la prima ostensione "tecnologica", televisiva, appunto, e poi per la possibilità concessa ai mass-media di fotografare e riprendere la Reliquia liberamente, senza formalità di alcun genere, il che dissipò ogni sospetto circa il fatto che ci fossero dei segreti da nascondere sul conto del Telo. Anche il luogo scelto per l'esposizione, il 23 novembre, una grande sala di Palazzo Reale, anziché la cattedrale, era indicativo dell'eccezionalità, della particolarità dell'evento. Il lenzuolo venne esposto su un telaio non in senso orizzontale, come d'abitudine e come ci si sarebbe aspettato, bensì in senso verticale, con la parte frontale ad altezza d'uomo e la figura dorsale in alto, il che lasciò molto a desiderare, anche per la difficoltà a fotografarla. Durante la trasmissione venne presentato il messaggio del Papa, Paolo VI, e una breve omelia, seguita da una preghiera, del Cardinale. Il giorno dopo la trasmissione televisiva, il 25 novembre, sulla Sindone lavorarono gli studiosi. Tra il resto: vennero prelevati 12 campioni di fili di alcuni millimetri da affidare a vari esperti per esami ematologici e un campione di tela del formato di un triangolo rettangolo (mm 40x13x42) affidato al professor Gilbert Raes, belga, esperto in tessuti, per esami merceologici. E dopo l'ostensione televisiva, fedeli e studiosi attendevano finalmente l'ostensione tradizionale. A 45 anni dall'ultima ostensione, quella del '33, finalmente, nel 400° anniversario dal trasferimento da Chambéry a Torino, la lunga attesa viene ripagata con 43 giorni di ostensione, dal 27 agosto all'8 ottobre 1978. -Fu un vero grande evento, religioso e cittadino insieme.- racconta don Fossati -Si stimarono circa 4 milioni di visitatori, con uno sforzo della città e dei mass-media di tutto il mondo assolutamente eccezionale.- L'allora arcivescovo di Torino Anastasio Ballestrero, così si rivolgeva ai fedeli che sarebbero venuti a venerare la Sindone: "Guardiamo alla Sindone come ad un segno di Cristo e della sua presenza [...] alle volte i segni non hanno nulla a che vedere con la teologia, ma piuttosto con l'umanità". -Alla presentazione alla stampa della Sindone,- continua don Fossati -nella mattinata del 26 agosto, vi erano 300 operatori della comunicazione. Durante i 43 giorni di ostensione lavorarono circa 750 operatori dei mass-media di tutto il mondo. La giornata iniziava alle 7 con la recita delle Lodi e si concludeva alle 21 con la S.Messa serale di Ballestrero. Tutta la giornata era una fila interminabile di fedeli che sotto sole o pioggia attendevano pazientemente di entrare in cattedrale e sostare pochissimi minuti davanti al Telo. E tra questi molti infermi, almeno 12.000 dai dati disponibili, ma possono essere stati di più. Nei mercoledì di settembre, infatti, si decise che dalle 11 alle 18,30 l'ingresso in cattedrale fosse assolutamente riservato agli infermi. Tra i molti milioni di fedeli, anche colui che poco dopo sarebbe diventato papa Giovanni Paolo II, mentre l'allora Pontefice Giovanni Paolo I non poté presenziare all'ostensione.

Dal sito http://www.geocities.com/Athens/Delphi/9077/

Tomás de Torquemada
28-06-03, 16:16
La Sindone di Torino non è un dipinto
Valutazioni sulle tracce di sangue

Giovanni Novelli

http://www.shroud.it/NOVELLI2.PDF

Silvia
28-06-03, 23:46
SINDONE DISEGNATA DA BATTERI?

L’immagine di un uomo alto e barbuto, con evidenti i segni della crocifissione che caratterizza la sindone di Torino, non è mai stata adeguatamente spiegata. Coloro che hanno tentato di rispondere alla vexata quaestio sull’origine della Sindone, sono spesso stati accusati di poca competenza, se non di mala fede. Così sembrerebbe piuttosto coraggioso chi si propone con una nuova e sicuramente indimostrabile teoria. Ma un rispettabile microbiologo americano lo ha appena fatto, ed è così convinto di aver ragione, da porre a repentaglio la sua reputazione professionale per convincerci. Stephen Mattingly del "Health Science Centre" dell’Università del Texas, San Antonio, ritiene che l’immagine sulla Sindone di Torino sia stata creata non da mani umane o da poteri mistici, come è stato a più riprese sostenuto, ma dai batteri. I microbi, sostiene, si sono moltiplicati nelle ferite di una persona che morì molto lentamente, ed il cui corpo fu quindi lavato ed avvolto in un telo di lino in attesa del seppellimento. Il lavaggio del corpo avrebbe reso le ferite appiccicose, e il tessuto si sarebbe rapidamente impregnato di batteri. Infine, sostiene Mattingly, i batteri morirono, liberando proteine la cui progressiva ossidazione, avrebbe causato la macchia sul tessuto che in questo modo sarebbe diventato giallo, e si sarebbe fatto scuro, come una fotografia che lentamente viene sviluppata.

La teoria potrebbe essere semplice, ma persuadere il pubblico che sia giusta non sarà facile. Nel 1989, tre distinti gruppi di ricerca hanno pubblicato uno studio sulla Sindone sulla rivista Nature. Usando la datazione al radiocarbonio, sostennero che la Sindone dovesse essere stata creata in un periodo compreso tra il 1260 ed il 1390 – suggerendo che fosse dunque un falso medioevale piuttosto che un reperto autentico dell’epoca di Cristo. L’articolo generò molte speculazioni in relazione a chi potrebbe aver creato l’immagine, inclusa una teoria quantomeno azzardata, che fosse opera di Leonardo da Vinci. Mattingly ritiene che i tre gruppi di ricerca abbiano sbagliato. I moderni batteri sul lino potrebbero aver alterato la databilità del reperto, producendo un dato troppo recente. Non sostiene che l’individuo avvolto nelle bende sia necessariamente Gesù di Nazareth, ma ritiene che i microbi, e non Leonardo, siano stati i veri autori dell’immagine. Se avesse ragione, la sua teoria potrebbe chiarire alcuni dei più duraturi misteri relativi all’immagine: la sua sorprendente qualità tridimensionale, che egli spiega secondo le variabili densità dei batteri accumulatesi nelle pieghe del corpo dell’uomo morente; il fatto che appaia solo su un lato del tessuto; e, forse l’elemento più difficile per tutti i sostenitori delle ipotesi artistiche, la completa assenza di segni di pennello. “I batteri non lasciano pennellate” ha dichiarato.

Mattingly è cattolico e crede al racconto biblico della morte di Gesù. Ma insiste che non è la Sindone di Torino il fondamento della sua fede. I suoi esperimenti si sono basati su una serie di assunti tratti dalla Bibbia e su ciò che è storicamente noto circa la pratica della crocifissione. Era il metodo preferito per punire i più efferati criminali nel primo secolo d.C. e talvolta erano necessarie 72 ore di agonia perché la persona morisse. Mattingly ha realizzato che, durante questi tre giorni, lo sfortunato avrebbe sanguinato e perso altri fluidi corporei, i quali avrebbero agevolato la proliferazione di batteri a livelli esagerati. Uno dei tipi più comuni di batteri che si trova sulla pelle umana è lo Staphylococcus epidermidis, usualmente presente in innocue concentrazioni conosciute come “unità di formazione della colonia” pari a 10.000 per centimetro quadrato. Stimando che durante la crocifissione questo numero possa essersi accresciuto di un centinaio di volte, Mattingly ha prelevato campioni di Staphylococcus epidermidis dalla sua pelle, e le ha sviluppate formando un “biofilm”, una matrice zuccherina di microbi che potesse assorbire acqua, divenendo estremamente appiccicosa. Ha quindi ucciso i batteri con il calore per prevenire le infezioni e spalmato ancora il biofilm sulle mani e sul volto. Abbastanza sicuro di quel che avrebbe ottenuto, Mattingly ha constatato che la sua pelle era divenuta molto appiccicosa laddove aveva sparso la mistura. Mattingly ha quindi applicato un tessuto di lino umido sulle sue mani e volto, lasciandolo asciugare, e prelevandolo poi senza difficoltà. Ha trovato che il lino recava un’impronta color giallo-paglierino nelle parti corrispondenti del corpo, che si è fatta più scura con il passare delle settimane. Il segno lasciato dai batteri ha rivelato i segni delle unghie, un anello e la configurazione del volto, molto simili in qualità a quella della Sindone di Torino.

Le scoperte di Mattingly devono ancora essere pubblicate su una rivista scientifica, ma hanno già ingenerato controversie – incluse una differenza d’opinioni con il suo collaboratore Barrie Schwortz. Schwortz era il fotografo ufficiale incaricato di documentare le ricerche per il Progetto di Ricerca della Sindone di Torino (STURP), costituito da un gruppo di scienziati statunitensi alla fine degli anni ‘70. Schwortz avverte che sembrano esistere delle discrepanze tra l’immagine ottenuta da Mattingly e la Sindone. Per esempio, l’immagine del volto di Mattingly è distorta dall’effetto avvolgente del tessuto, mentre l’immagine della Sindone non lo è affatto. Mattingly però ribadisce: “Sono sicuro che i batteri abbiano dipinto l’immagine. Devono averlo fatto, viste le condizioni che esistevano durante la crocifissione.”

Dopo aver esaminato la Sindone, nel 1981 lo STURP ha concluso che non conteneva pigmenti, pitture, macchie o altri segni, e che l’immagine era stata probabilmente originata dall’ossidazione e disidratazione delle fibre di cellulosa del lino stesso. Questa è ancora l’idea prevalente, ma, secondo Mattingly, non vi è un solo microbiologo nel team della STURP, e non hanno trovato pigmenti batterici semplicemente perché non li hanno cercati.
Perfino più controversa è la teoria di Mattingly secondo la quale i microbi avrebbero alterato la datazione al radiocarbonio della Sindone, teoria sulla quale tutta la sua versione è basata. "I frammenti della Sindone che ho potuto visionare", ha dichiarato, "sono completamente rivestiti dai batteri, come può essere ogni pezzo di vecchio lino sporco. Se la datazione al radiocarbonio potesse essere ripetuta su un frammento purificato, proverebbe la sua provenienza dal primo secolo d.C.. Robert Hedges, del laboratorio di ricerca per l’archeologia dell’Università di Oxford, che era parte del gruppo inglese che ha datato la Sindone, liquida la nuova teoria come altamente improbabile. “Se la Sindone avesse effettivamente 2.000 anni di età, ma fosse stata contaminata da materiali moderni che ci hanno portato alla data del 1250 d.C., i laboratori dovrebbero avere anche rilevato materiali contaminati al 60% da un biofilm moderno, del XX secolo", ha dichiarato.
Nuovi esami sul lino purificato potrebbero aiutare nell’accertamento della verità, ha dichiarato Mattingly, ma nessun test ulteriore è in programma. Per ora, la controversia è destinata a non esaurirsi. “E’ davvero il tessuto in cui fu avvolto il corpo di Gesù di Nazareth?” chiede Mattingly. “Non lo sapremo mai per certo”.

Da ENIGMA, la newsletter del CUN Firenze ( www.ecn.org/cunfi) - Fonte: The Guardian (16.06.03)

DrugoLebowsky
19-09-03, 13:33
LA “SACRA” SINDONE: UN’ IPOTESI DI STUDIO LAICA

Tutti conosciamo la storia ufficiale della “sacra” Sindone di Torino tramandata secondo la vulgata ufficiale cattolica: conservata per 20 secoli ed arrivata fino a noi, conterrebbe l’immagine, ottenuta per irradiamento resurrezionale, del corpo di un uomo crocifisso e poi deposto in un sudario di morte. La prova fisica, ancorchè metafisica o di fede, dell’esistenza in vita del messia. Questo ciò che si crede comunemente. O quello che la Chiesa vuol farci credere. Lo studio che io voglio sottoporre all’attenzione del lettore vuole essere alternativo alla cultura ufficiale; certamente non definitivo, ma comunque tranchant rispetto a tesi pseudoscientifiche viziate fideismo religioso, prive quindi di serietà.
Sull’immagine sindonica sono stati fatti molti studi, quasi tutti viziati dal transfert della fede cattolica a tutti i costi: in altre parole, si vuol far credere che quella sia l’immagine del messia partendo dal presupposto a priori, tutto da dimostrare, che sia proprio la sua immagine e poi ricostruendo a posteriori la storia del lino.
La Sindone è un lenzuolo di lino bianco recante la sbiadita immagine, decalcata “inspiegabilmente” sul tessuto, di un uomo, a fronte ed a tergo: ci sono i segni di una brutale violenza, su di lui. In effetti le ferite corrispondono esattamente a quelle descritte negli Atti degli Apostoli: vi sono le tracce di una flagellazione, dell’imposizione di una corona di spine sulla testa, di una crocifissione e di una profonda ferita sul costato.

Breve storia della Sindone
Non esiste alcuna prova certa dell’esistenza della Sindone prima del 1357, allorché venne ostesa nella chiesa di Lirey (Francia). Il lenzuolo era stato affidato in prestito al santuario locale, ma in realtà apparteneva a Jeanne de Vergy, vedova di Geoffrrey de Charney, un nobile deceduto un mese prima. Non fu mai data spiegazione di come mai quella casata di aristocratici fosse entrata in proprietà della Sindone. Tale immagine riscosse un successo immediato, richiamando frotte di pellegrini. Dopo alcuni mesi di ostensione, il vescovo di Troyes ne ordinò la distruzione; tuttavia Jeanne riuscì ad occultare la Sindone. Ritroviamo il lenzuolo nel 1389, riesposto alla pubblica venerazione da un altro Geoffrey di Charney, omonimo del suo avo. Nel 1398 il telo passò sotto la custodia dei La Roche, altri nobili francesi, e venne custodito presso il castello di Montfort. Nel 1453 la Sindone passò ancora di mano: i La Roche la cedettero al duca Luigi di Savoia, in cambio di ben due castelli. Esattamente 100 anni dopo un incendio nella chiesa di Chambery bruciò parte del telo (gli angoli). Nel 1578 fu portato a Torino, dove si trova ancor oggi custodito presso la cattedrale di San Giovanni Battista. Nel 1898 il fotografo Secondo Pia decise di impressionare su lastra l’immagine della Sindone: rimase sbalordito quando si accorse che la fotografia riproduceva l’immagine speculare di un corpo molto più chiara di quanto non si vedesse ad occhio nudo.

Sindone: 2000 anni o solo 700?
il telo di lino, misurante 437x111 centimetri, ha una particolare tessitura detta “a lisca di pesce”, che si sarebbe diffusa in Europa solo a partire dal XIV secolo.
Attraverso l’analisi dei pollini e delle micropolveri con cui il tessuto era venuto a contatto, lo scienziato svizzero Max Frei Sulzer non rinvenne alcuna traccia di olivo, presente massicciamente in Palestina.
Per lunghi anni non ci si poté avvalere dell’analisi più accurata, quella del radiocarbonio, in quanto la Chiesa cattolica non voleva assolutamente lo zampino della scienza in una reliquia di fede, col pretesto che sarebbe stato necessario semidistruggere parte del telo. In realtà la tecnica di analisi col radiocarbonio era diffusa sin dal 1950, e si era affinata sempre più con gli anni. Solo nel 1986 apparve un articolo su Nature in cui si diceva che, finalmente, la Diocesi di Torino aveva dato l’assenso ad eseguire tale tipo d’analisi.
L’analisi al radiocarbonio si basa sul fatto che la materia assorbe biossido di carbonio, un gas contenente un atomo di carbonio e due di ossigeno. Il nucleo degli atomi di carbonio è costituito da 13 protoni: se il carbonio viene a contatto coi raggi cosmici, diventa radioattivo e cattura un protone in più: donde il nome “carbonio 14” (radiocarbonio). Ora, le piante, durante la fotosintesi clorofilliana, catturano anche biossido di carbonio (che poi convertono in ossigeno e zucchero). Una certa parte di questo biossido contiene anche radiocarbonio, che rimane stabile purché la pianta rimanga in vita; non appena però essa muore, allora il radiocarbonio decade con una velocità costante che la scienza è riuscita a calcolare con un buon margine di esattezza. Basandosi quindi sul calcolo di questo radiocarbonio, è possibile calcolare l’età di qualsiasi oggetto.
Nel 1988, con l’aiuto del British Museum, vennero scelti tre laboratori molto seri ed autorevoli per eseguire tale analisi: Oxford (Gran Bretagna), Zurigo (Svizzera) e Tucson (Stati Uniti). Agli scettici che avanzavano dubbi sull’imparzialità della Chiesa nella scelta dei tre riquadri di tessuto, il British Museum si fece garante di supervisionare il lavoro. Alcuni cattolici eccepirono che il processo della santa resurrezione avrebbe potuto alterare la struttura del radiocarbonio presente nel lino; non spiegavano tuttavia come facesse un processo “sovrannaturale” ad incidere sulla normalissima emissione di protoni.
Il 21 aprile 1988, alla presenza di testimoni, vennero presi tre campioni di tessuto dalla Sindone, insieme ad un certo numero di altri tessuti “di controllo”, di cui era già certa la datazione, di modo che si potesse controllare il metodo di lavoro utilizzato dai tre laboratori. Si prese accordo inoltre di non confrontare i risultati senza passare per l’occhiutissimo British Museum.
Tutti i risultati dell’analisi vennero poi pubblicati su Nature. L’esito delle analisi dei tre laboratori mostrava, con una precisione del 95%, che il tessuto di lino denominato “Sindone” era stato tessuto fra il 1260 ed il 1390. Va detto per amor di precisione, che sia Oxford che Zurigo che Tucson vennero tenuti all’oscuro gli uni degli altri, al fine di non potersi “mettere d’accordo”. A riprova, i tessuti di controllo esaminati dai tre laboratori diedero le datazioni che ci si aspettava. L’esame dimostra che il tessuto “di Cristo” ha un’età pericolosamente vicina alla data della sua prima apparizione, il 1357.
La datazione “medievale” della Sindone creò non pochi problemi ai cd. “sindonologi” ed alla comunità cristiana in genere. L’esame del radiocarbonio ha finalmente fatto piazza pulita dei tentativi di dimostrare a priori la Sindone essere il telo che avvolse Cristo.
Sono state fatte molte teorie riguardo all’origine della Sindone: si è parlato di una “fotografia” ottenuta con mezzi dell’epoca (medievali), di una pittura particolare, di una “bruschettatura” del lenzuolo su un bassorilievo arroventato eccetera.
Dopo lunghi studi si è osservato che l’immagine sindonica è tuttavia autentica e non può esser frutto di pittura. Due particolari saltano agli occhi. Il primo: l’impronta ottenuta è certamente il ricalco di un uomo, ma il processo di “irradiamento” degli umori sul telo potrebbe esser frutto del fatto che l’uomo messo nel sudario era ancora vivo e lo è rimasto in seguito, contrariamente alla vulgata cattolica sull’irradiamento quale “inspiegabile” processo di santa resurrezione. Questo si può spiegare col fatto che il sangue, misto ad altri umori corporali, tende ad evaporare ossidandosi sul tessuto e formando una “impressione” fotografica. Uno studio di una certa serietà, se vuole esser chiamato “scientifico”, non può dare per assodato un processo inspiegabile come la “resurrezione”.
Secondo particolare: il ricalco comprende l’intero corpo, e non parti di esso. Cercherò di spiegarmi meglio: facendo stendere supino un volontario coperto di vernice nera su una superficie rigida e poi avvolgendogli intorno un tessuto uguale alla Sindone per dimensioni e materiale, si nota come il corpo poggiato su di una superficie rigida (come ad esempio un sarcofago) crei un’immagine totalmente distorta rispetto a quella sindonica: ad esempio le cosce sotto i glutei non vengono “impressionate” sul tessuto; le mani incrociate risultano “stampate” ben 15 cm sopra, rispetto a quelle della Sindone. Dal che si evince che, probabilmente, l’uomo della Sindone non venne affatto adagiato su una superficie rigida, ma probabilmente su una morbida (ad es. un letto), cosa che permise al corpo di piegarsi quel poco che ha permesso alle due braccia di “scendere” fin sotto l’area del pube: molto probabilmente era ancora vivo, ed anzi, come dirò diffusamente più sotto, si mirava addirittura alla sua guarigione.
Facendo stendere un volontario per terra, si ottiene una “fotografia” esattamente uguale alla lunghezza del corpo (mentre invece la Sindone si è allungata in quanto frutto di “convezione” attraverso il calore del corpo). Un corpo umano, attraverso il suo calore, genera dei flussi di corrente laminare calda che possono arrivare ad 80 centimetri di altezza;
Con carta trasparente, si ricalca il sangue della Sindone colato sugli avambracci, dopoché si si capovolge il foglio, di modo da ottenere un’immagine non contraria a quella giusta; quindi si orienta il foglio cercando di orientare i rivoli di sangue verso il basso: il risultato di tale analisi è che, probabilmente, l’uomo della Sindone era sì stato crocifisso, ma non con la tecnica romana in uso 2000 anni fa. La distanza massima fra i due chiodi era probabilmente di 91,5 centimerti, e l’uomo era stato crocifisso con il braccio destro che segnava ore dodici, ed il sinistro che segnava le due (e ciò spiega la lussazione alla spalla destra riscontrabile sulla Sindone).

L’ “Uomo della Sindone”: un possibile candidato
Alla fine del 1307 il re di Francia Filippo IV il Bello, sull’orlo della bancarotta, stava per mettere in atto quello che aveva precedentemente pattuito con il sommo pontefice, il connazionale Clemente V: riunire l’ordine dei Templari con quello degli Ospedalieri, sciogliere il tutto ed avocare al regno di Francia le immense ricchezze accumulate dai due ordini, in particolare quelle accumulate a Cipro da Jacques de Molay, gran maestro dei Templari. Le finanze che sarebbero conseguentemente entrate nelle casse dello Stato avrebbero forse scongiurato la bancarotta, che la Francia rischiava a causa delle ingenti spese sostenute per lo sforzo bellico durante le crociate.
Jacques de Molay si aspettava di parlare al re da pari a pari; venne a Parigi seguito da una numerosa delegazione, insieme ai tesori che aveva portato da Cipro al Tempio di Parigi. Ma si sbagliava.
La notte del 13 ottobre 1307 i siniscalchi di Francia arrestarono gran parte dei 15.000 Templari, fra cui lo stesso Molay, a cui si contestava il reato di eresia e di pratiche “contro natura”.
L’interrogatorio di Molay spettava per competenza a Guillaume Imbert, capo della Santa inquisizione di Parigi. Come luogo scelse proprio il Tempio che, essendo il centro finanziario della città, non prevedeva una stanza adatta alla tortura, e non aveva quindi carrucole, verricelli ed altri strumenti “canonici” per estorcere confessioni. Imbert decise allora che avrebbe “interrogato” Molay usando gli stessi strumenti d’afflizione usati per Cristo; col pretesto che i templari negavano la natura divina di Gesù, l’inquisitore avrebbe fatto provare le pene del figlio di Dio direttamente sulle carni del Gran maestro.
Imbert conosceva la cerimonia d’iniziazione dei Templari che consisteva nell’avvolgere l’iniziato in un lenzuolo per farlo “risorgere” dalla precedente vita, e soprattutto costui, cosa che fece letteralmente imbestialire l’inquisizione, doveva sputare su di un crocifisso e poi calpestarlo (negazione della Resurrezione).
Come preliminare tortura dell’inquisizione, Molay venne dapprima denudato, poi gli vennero legate le braccia a 90 gradi rispetto al tronco, e venne fustigato con un gatto a nove code, forse “rinforzato” con frammenti d’osso nella parte terminale; una corona di oggetti appuntiti gli venne calata con forza sul cuoio capelluto, tanto da ferirlo; con la spesa di tre robusti chiodi l’inquisizione aveva a disposizione un mezzo efficacissimo per estorcere una confessione: infatti Molay, dopo la fustigazione, fu trascinato contro una porta di legno. Fatto salire probabilmente su un poggiapiedi, gli venne fissato il primo chiodo sul polso destro (fra il radio e l’ulna), in posizione verticale rispetto alla testa, il secondo al polso sinistro, in posizione rialzata ma quasi orizzontale, e l’ultimo in basso, ai piedi. Il fatto di aver crocifisso il suppliziato ad una porta (che poteva esser aperta, chiusa e sbattuta a piacere), portava ulteriori vibrazioni ad un corpo già squassato da enormi sofferenze. Questa descrizione di particolare crocifissione è congrua con la lussazione alla spalla destra riscontrata nell’uomo della Sindone. Poco dopo gli venne praticata una profonda incisione sul costato con un oggetto acuminato.
A causa delle torture, Molay, successivamente “deposto dalla croce” o meglio dalla porta, entrò in acidosi metabolica dovuta all’eccesso di acido lattico nel sangue, che determina l’insorgere di dolorosi crampi diffusi su tutto il corpo, aggravati da un accumulo di anidride carbonica nel sangue, evolutosi in acidosi respiratoria. All’apice della sofferenza, la temperatura corporea salì vertiginosamente, Molay cominciò a sudare profusamente, la muscolatura si raggelò ed Imbert, che non intendeva ucciderlo ma farlo abiurare, ordinò probabilmente che fosse adagiato su un letto ed avvolto nel sudario che i templari stessi usavano per la loro cerimonia di “resurrezione”. Poichè il lenzuolo aderiva completamente al dorso di Molay, il sangue acidotico ed il sudore lasciarono un’impronta grossolana sul tessuto sottostante, mentre la parte di telo che lo copriva davanti poggiava solo sui punti in rilievo di modo che il sudore, evaporando, filtrava attraverso il tessuto. Disteso su un letto, probabilmente sorretto da cuscini, il Gran maestro aveva il capo leggermente sollevato, la vita e le ginocchia flesse e, di conseguenza, le mani sospinte fino alle cosce.
Imbert, che aveva avuto l’ordine di non uccidere il templare, non voleva però occuparsi personalmente di lui; contattò probabilmente la famiglia del suo braccio destro, il precettore templare di Normandia. Si ha ragione di credere che la famiglia degli Charney sia stata incaricata di assistere Molay e Jean de Charney, che poi sarebbero morti sul rogo sette anni dopo, nel 1314, per esser ricaduti nell’eresia. Dunque la famiglia Charney rimosse il panno; lavato e ripulito alla bell’e meglio (misurava quattro metri per uno), il lino fu piegato e dimenticato per un cinquantennio nella casa di Charney.

Conclusioni
L’analisi del radiocarbonio ha dimostrato in maniera definitiva la datazione della “sacra” Sindone torinese intorno al 1300. Messa alle strette, la Chiesa cattolica ha allegramente messo sotto accusa l’esame al radiocarbonio stesso. Alcune persone dubitano di tale esame perchè sanno che “autorevoli studiosi hanno messo in discussione eccetera eccetera”; in realtà quello che la Chiesa vorrebbe gabellare per uno stuolo di autorevoli luminari della scienza, è un solo scienziato russo, il quale ha tentato di dimostrare come il fuoco (dell’incendio del 1533) abbia “ringiovanito” la Sindone di 1300 anni in un sol colpo. Non spiega però come.
L’immagine impressa sul telo non è quella del Cristo, ma più probabilmente del Gran maestro templare Jacques de Molay, arrestato e torturato dall’inquisizione con lo stesso metodo della “passione” di Cristo.
E’ ironico notare come quella che oggi viene venerato come reliquia di fede, quella che rende popolare la Chiesa ed il messia agli occhi del mondo intero, sia probabilmente l’immagine di un uomo che negava la natura divina di Cristo, calpestava una croce di legno ed obbligava i suoi adepti a fare altrettanto, ma non solo: tale “reliquia” rimonta al perriodo in assoluto di più bassa popolarità mai riscontrato dalla Chiesa stessa, travagliatissimo per il Soglio di Pietro, che vide papi fuggire dal Laterano, essere deposti ed umiliati dall’esercito francese che trasferì addirittura la sede del papa da Roma ad Avignone per settant’anni.

Silvia
19-09-03, 18:59
Caro Drugo, non hai messo le fonti, ma credo sia la teoria esposta nel volume “La chiave di Hiram”, da molti giudicata piuttosto fantasiosa essenzialmente per due motivi:

1. Jacques de Molay, all’epoca in cui venne arrestato e presumibilmente torturato, aveva più di sessant’anni, mentre secondo quasi tutti gli studiosi, scettici e non, l’uomo della Sindone era sulla trentina.

2. Il corpo impresso sulla Sindone è quello di un uomo morto. Se così non fosse, anche con una respirazione ridotta al minimo, avrebbero dovuto formarsi degli aloni in prossimità delle narici.

Qui (http://www.marianotomatis.it/art_sind.htm) puoi leggere una confutazione abbastanza dettagliata della teoria da te esposta. Non conosco l’autore, ma l’articolo è pubblicato sul sito di Mariano Tomatis, del Cicap, convinto sostenitore della datazione medievale della Sindone.

DrugoLebowsky
20-09-03, 12:55
sugli aloni vicino le narici non saprei dire... cmq come fai a dedurre l'età dell'uomo della Sindone dalla sua immagine impressa? Jacques de Molay (1244-1314) aveva, all'epoca del supplizio, 63 anni... certo non era un ragazzino, ma mi sembra plausibile che un sessantenne di allora portasse i capelli come si portavano all'epoca ed un corpo giovanile, avendo viaggiato in lungo e in largo.

la mia fonte cmq è: Knignt-Lomas, Il secondo Messia, Mondadori (purtroppo). :D

Silvia
20-09-03, 15:26
In Origine Postato da DrugoLebowsky
sugli aloni vicino le narici non saprei dire... cmq come fai a dedurre l'età dell'uomo della Sindone dalla sua immagine impressa?
Credo che medici legali e anatomopatologi si siano basati sullo studio della muscolatura, e sono convinti che corrisponda a quella di un uomo di circa trent’anni.


Jacques de Molay (1244-1314) aveva, all'epoca del supplizio, 63 anni... certo non era un ragazzino, ma mi sembra plausibile che un sessantenne di allora portasse i capelli come si portavano all'epoca ed un corpo giovanile, avendo viaggiato in lungo e in largo.
D’accordo per il corpo giovanile ma, per quel che riguarda i capelli, la Regola Templare era ferrea. Cito testualmente (dalla Regola stessa) "…è fatto assoluto divieto di portare capelli lunghi a guisa di femmina, ma essi devono essere tenuti corti o meglio rasati, mentre è ammesso solo l'uso della barba, purché non impedisca l'igiene corporale…" Certo, a giudicare dai ritratti di Jacques de Molay, si direbbe che, della Regola, se ne infischiasse altamente. ;)


http://www.aspects.net/~janus/Molay.jpg


la mia fonte cmq è: Knignt-Lomas, Il secondo Messia, Mondadori (purtroppo). :D
Eheheh… una vera sciagura, comprendo il tuo sconforto… :D

Silvia
17-06-04, 13:41
UN NUOVO VOLTO SULLA SINDONE

L’immagine spettrale del volto di un uomo è emersa sul lato posteriore della Sindone di Torino: lo si è scoperto grazie ad una nuova tecnica di processione digitale delle immagini.
Lo studio, pubblicato su una rivista scientifica britannica, il Journal of Optics, aggiunge nuova complessità ad una delle reliquie più controverse della cristianità, venerata da molti cattolici come la prova della risurrezione di Cristo e, al contrario, liquidata da alcuni studiosi come un’astuta falsificazione medioevale.

Il lato anteriore della Sindone, sul quale i contorni sfumati del corpo di un uomo sono stati indelebilmente impressi, è stato studiato da un gran numero di studiosi. Ma il lato posteriore è rimasto nascosto per secoli dietro ad un pezzo di tessuto olandese cucito dalle suore nel 1534, dopo che il fuoco ne aveva annerito una parte. La superficie posteriore è stata attentamente esaminata solo nel 2002, quando il tessuto di lino è stato completamente scucito dal tessuto olandese nel corso di un progetto di restauro.

Ad occhio nudo, la superficie della Sindone non mostra quasi niente, oltre ad una particolare cucitura che Mechtild Flury-Lemberg, l’esperto tessile svizzero che ha svolto l’opera di restauro, ha identificato come uno stile già visto nel primo secolo a. C.
La superficie retrostante, ad ogni modo, è stata fotografata nel dettaglio e le immagini pubblicate in un libro da Monsignor Giuseppe Ghiberti, uno dei principali esperti ecclesiastici della Sindone. Al termine del restauro, è stato cucito un nuovo tessuto di rinforzo, che nasconde ancora il lato posteriore della Sindone.

“Non appena ho visto le immagini del libro, ho avuto netta la percezione di un’immagine nascosta sulla superficie posteriore. Ritengo che vi sia da vedere molto più di quanto l’occhio nudo possa percepire” ha dichiarato Giulio Fanti, professore di Misurazioni Meccaniche e Termiche all’Università di Padova e principale autore dello studio.

Usando una sofisticata tecnica e applicandola alle fotografie di Ghiberti, Fanti ha scoperto l’immagine del volto di un uomo, immagine che ha straordinarie qualità tridimensionali e corrisponde per forma, dimensione e posizione al volto conosciuto.
“Malgrado l’immagine sia molto leggera, elementi come il naso, gli occhi, i capelli, la barba e i baffi sono chiaramente visibili. Vi sono alcune leggere differenze con il volto conosciuto. Per esempio, il naso sul lato posteriore mostra la stessa estensione di entrambe le narici, a differenza dell’immagine anteriore, nella quale la narice destra è meno evidente” ha dichiarato Fanti.
Ad ogni modo, la procedura d’ingrandimento non ha scoperto l’immagine completa del corpo come appare sul lato anteriore.
“Abbiamo trovato quella che è probabilmente l’immagine delle mani” ha dichiarato Fanti.

La presenza di un volto su entrambe i lati della Sindone sembrerebbe un’ovvia figura nel caso di un falso: quando si crea una stampa su un tessuto, la pittura inzuppa le fibre del tessuto raggiungendo anche il suo lato posteriore.
“Ma questo non è il caso. Su entrambe i lati, l’immagine del volto è superficiale, coinvolgendo solo le fibre di lino più esterno. Un’immagine estremamente superficiale appare sopra ed una appare sotto, ma non vi è niente nel mezzo. E’ estremamente difficile creare un falso con tali sembianze” ha dichiarato Fanti.
Secondo gli scienziati, questa doppia superficialità potrebbe essere cruciale per rispondere alla centrale, irrisolta questione di come l’’immagine dell’uomo possa essere rimasta impressa sulla tela.

Fonte: http://dsc.discovery.com/ - 11.04.04
(http://dsc.discovery.com/news/briefs/20040405/turin.html)


http://www.silviadue.net/vari/sindone_retro.jpg

Silvia
19-06-04, 20:44
Non è d’accordo con le conclusioni di Fanti la Commissione Diocesana del Santo Sudario, che lo ha accusato di aver lavorato su immagini a bassa definizione, semplicemente scaricandole da Internet. Nel 2000 venne fatta una scansione fronte/retro della Sindone, ma il materiale – foto e analisi al microscopio - è ancora oggi nelle mani del Cardinale Severino Poletto, che lo consegnerà ai ricercatori che ne faranno richiesta solo quando la commissione scientifica ne avrà comprovato il valore.

Silvia
02-02-05, 21:02
LA SINDONE E' VECCHIA COME GESU'

Nel 1988 la scienza aveva emesso la sua sentenza: la Sacra Sindone era un falso. L'esame al carbonio 14, che stabilisce senza ombra di dubbio l'età di un reperto, aveva svelato che il tessuto analizzato risaliva al Medioevo, tra il 1260 e il 1390.

Ora però un nuovo studio condotto in Nuovo Messico, al Los Alamos National Laboratory, annuncia una datazione completamente diversa e perfettamente compatibile con le vicende narrate dalla Chiesa: il sacro lenzuolo avrebbe un'età compresa tra 1300 e 3000 anni.

«L'errore del 1988 - segnala Raymond Rogers, responsabile della ricerca - va attribuito al fatto che l'analisi è stata condotta su una toppa, realizzata con estrema perizia dalle suore che ripararono la Sindone dai danni subiti dopo un incendio».

Per fare apparire il tessuto del rammendo identico all'originale, le suore lo colorarono, usando una tecnica importata in Italia dall'Oriente intorno al 1291, ai tempi della Prima Crociata.
Gli studiosi hanno inoltre cercato tracce di vanillina, una sostanza chimica presente nel lino che è prodotta dalla sua naturale degradazione, nel corso del tempo. I livelli di vanillina tendono a ridursi, man mano che il lino invecchia, fino a scomparire definitivamente in un periodo compreso appunto tra 1300 e 3000 anni. I nuovi test hanno trovato tracce della sostanza nel campione usato nel 1988 e nel rattoppo, ma non in tutto il resto del lenzuolo, lungo 4 metri.

Ora gli studiosi sperano che alla luce dei nuovi risultati la Chiesa consenta di prelevare altri campioni dalla Sindone e di effettuare nuovi studi per la sua datazione, in modo da avere un risultato più preciso e definitivo.

Occorre infine aggiungere che alcuni esperti ritengono inutile la prova al carbonio 14: l'incendio e le conseguenti alte temperature cui la Sindone è sopravissuta avrebbe potuto modificare le quantità di carbonio 14 nel lino e quindi rendere imprecisa la datazione.


Fonte: www.focus.it (Notizia aggiornata al 1 febbraio 2005)

http://www.focus.it/notizie/18578_1_2_34.asp


http://www.pagliarino.com/images/sind_dopo552x144.jpg

Silvia
02-02-05, 21:07
L'errore del 1988 sarebbe quindi riconducibile all'utilizzo di un "campione sbagliato", prelevato non dal lenzuolo originale, ma da una pezza medievale usata per ripararlo. Ma si può?

Ricordo che il campione prelevato nel 1988 per l'analisi al Carbonio 14 venne diviso fra tre diversi laboratori (in Usa, Inghilterra e Svizzera), per tre separate datazioni. Tutti e tre i laboratori furono concordi nel fissare, "con confidenza del 95%", la data di questi campioni tra il 1260 e il 1390: di conseguenza, la Sacra Sindone è (era?) un falso medievale. Il metodo di datazione al C-14 è infatti attendibile e, anche se occorre fare attenzione a possibili contaminazioni, gli esperti riescono a dare risposte con margini di errore molto contenuti.

E infatti la risposta era corretta, era il campione ad essere sbagliato… :rolleyes:

Silvia
09-06-06, 10:14
Nuovi studi sulla Sindone avrebbero determinato l'altezza di Gesù: un metro e ottantasette. A stabilirlo è stato il professor Nicolò Cinquemani, autore di diverse pubblicazioni sull'argomento, che ha ricostruito anche la posizione del corpo nel telo. Ma secondo Baima Bollone, massimo esperto in materia, stabilire esattamente le misure è molto difficile.



L'ULTIMO SEGRETO DELLA SINDONE

Quanto era alto Gesù? «Un metro e 87 centimetri», sentenzia senza ombra di dubbio il professor Nicolò Cinquemani, che non è arrivato a questi risultati sulla base delle cronache evangeliche ma studiando alcune fotografie della Sindone di Torino. Ancora una volta, dunque, quel lungo pezzo di stoffa dov'è visibile l'effigie di un uomo flagellato e crocifisso che riproduce in maniera sorprendente il racconto evangelico, fa discutere. Il professore, neurochirurgo ed ex primario della Divisione di traumatologia cranica all'ospedale San Giovanni di Roma propone questo risultato in base a calcoli effettuati sulle foto a luce trasmessa scattate nel 1978 da Barrie M. Schwortz che hanno registrato i coaguli di sangue presenti sul lino.

Secondo Cinquemani, la foto dorsale a luce trasmessa dimostrerebbe «come nel sepolcro il capo e il corpo fossero in completa estensione. E questo si deduce anche dalla posizione dei coaguli sanguigni che permettono il calcolo della statura».«La distanza tra la superfice plantare del calcagno destro e l'ala iliaca destra indicata dalla corda del perizoma è di 114 centimetri. L'impronta delle natiche, delle regioni poplitee e delle gambe tracciata dal sangue in modo continuo indica inoltre – a detta del neurochirurgo – la completa estensione degli arti inferiori. La distanza fra l'ala iliaca destra e il coagulo a forma di N che indica il punto di appoggio del piano occipitale sul piano sepolcrale è pari a 63 centimetri. Il totale è dunque di 177 centimetri».

A questa altezza, prosegue Nicolò Cinquemani, si devono aggiungere 10 centimetri che separano il piano occipitale dal vertice del cranio alto 23,4. Di conseguenza, l'altezza dell'uomo della Sindone sarebbe di un metro e ottantasette. Un'altezza che, a detta del professore, sarebbe facilmente riscontrabile grazie a un manichino in scala 1:3,74 del quale lui si è servito arrivando persino a ipotizzare i movimenti eventualmente intervenuti al momento della resurrezione. Cinquemani immagina che Gesù sia passato dalla posizione orizzontale a quella verticale ancora ricoperto dalla Sindone. «Avrebbe ruotato il capo verso il basso tenendo il collo in estensione. Avrebbe inoltre spostato la mano destra di 8 centimetri in basso e la mano sinistra in basso a destra di 5 centimetri. Nella posizione verticale del corpo la punta del piede sinistro gravava sul lembo anteriore. La punta del piede destro si trovava sotto il lembo anteriore. Questa trazione ha sollevato la Sindone dal panno ripiegato che ricopriva trasversalmente la volta cranica. Per questo motivo rimase aderente ai coaguli dei capelli».

Bisogna ricordare che questi risultati resi noti dal neurochirurgo non sono i primi né gli unici riguardanti ipotesi sull'altezza dell'uomo sindonico. E che proprio questo dato dell'altezza è tra i più discussi dagli studiosi che a vario titolo nel corso degli ultimi anni si sono confrontati sulla Sindone. «Uno dei problemi della Sindone – spiega al Giornale il professor Pierluigi Baima Bollone, medico legale, già direttore del Centro internazionale di Sindonologia di Torino e massima autorità in materia, sul sacro lino – è che la figura visibile sul telo è in realtà più lunga nella parte posteriore rispetto alla parte anteriore e questo è dovuto al fatto che il capo era reclinato in avanti e già fissato dalla rigidità cadaverica. Sta di fatto – fa notare il professore – che nessuno dei ricercatori che si è cimentato in questo calcolo ha mai dato la stessa altezza: c'è chi ha detto che l'uomo della Sindone era alto un metro e sessantacinque, chi un metro e ottantadue. C'è poi un problema legato all'esposizione verticale della Sindone lungo i secoli che avrebbe causato uno stiramento del telo, e dunque anche dell'immagine, di alcuni centimetri. L'unica cosa che possiamo davvero affermare, in realtà, al di là delle ipotesi più o meno precise sulla sua statura, è che quell'uomo aveva un aspetto longilineo ed era alto».


Andrea Tornielli su Il Giornale di ieri

http://www.silviadue.net/vari/sindone2.jpg

waglione
13-07-07, 05:54
Io della sindone non ho mai capito almeno un paio di cose che mi paiono fondamentali e che quindi qualcuno porebbe gentilmente chiarirmi.

l'immagine dell'uomo della sidone è visibile sia normalmente come un leggero alone più scuro, sia con tecniche di imaging dove l'impronta viene enfatizzata e visualizzata nei dettagli.

In entrambi i casi mi appare più come un disegno che non come un'impronta lasciata da un cadavere su un telo che lo ricopre.

ad esempio i lunghi capelli : in un defunto supino non coronano il viso come invece si vede nelle varie immagini.

Viso e mani sono molto dettagliati ( al centimetro ) e mi pare strano immaginando quale sia la posizione di un telo sul viso col naso che fa da pilastro. Sia che il telo abbia avvolto il corpo sia che vi ci sia stato solo poggiato sopra. Anche sulle mani mi pare strano che questo lenzuolo ( che non è seta ma lino) ricopra con tanta precisione e morbidezza dita e spazi tra le dita.

Sulle dita cade davvero l'occhio: chiunque si diletti di disegno noterà che sembrano delineate da un pittore tardogotico e chiunque conosca l'anatomia, storcerà il naso.

Se invece l’immagine è stata stampata dalla resurrezione e non da balsami o reazioni chimiche tra pelle e lino, si è capito cosa ha stampato? Cioè le parti della sagoma sono punti in cui il lenzuolo è più ....... ? o meno…. ? insomma quei punti del lenzuolo cosa hanno materialmente di diverso rispetto ai margini o agli angoli ? Come mai l'ipotesi della 'bruciatura' viene scartata così tenacemente?

Silvia
13-07-07, 13:40
Io della sindone non ho mai capito almeno un paio di cose che mi paiono fondamentali e che quindi qualcuno porebbe gentilmente chiarirmi.


Non è per niente facile rispondere ai tuoi dubbi. C'è gente che ci sta provando da una vita, senza successo.

Mi risulta comunque che quasi tutti gli studiosi che si sono occupati della Sindone siano d'accordo almeno sui seguenti punti:

* non è un dipinto (sembra non ci siano tracce di colore e, per vederla bene, occorre stare lontani almeno due metri).

* non è una stampa (niente inchiostro, nessuna traccia di pigmenti o di polveri colorate).

* è una sorta di negativo fotografico (ma al tempo di Gesù, e – per chi crede alla datazione in quell'epoca - anche nel Medioevo, la tecnica della fotografia era un'illustre sconosciuta).

* ha proprietà tridimensionali che non appartengono né ai dipinti, né alle fotografie.


Quanto all'ipotesi della bruciatura, o meglio alla sua confutazione, riporto un brano da Il mistero della Sindone di Maria Grazia Siliato (edizioni Piemme):

"E’ meccanicamente, chimicamente, cronologicamente insostenibile la già nota tesi dell’impronta ottenuta a mezzo di una bruciatura o strinatura del tessuto con un bassorilievo o una statua di metallo caldo. Vista la struttura dell’impronta sindonica, un falsario, infatti, avrebbe dovuto prima disegnare con rigorosissima anatomia tutti i segni di sangue, localizzare le sorgenti delle emorragie, dei traumatismi, il solco delle arterie e delle vene, con una spietata millimetrica precisione, pari solo a quella di un atlante anatomico, nell’intera figura anteriore del corpo e in quella posteriore. Avrebbe dovuto possedere conoscenze di fisiologia e anatomia che sarebbero entrate nella nostra cultura solo dopo molti secoli. Sopra questo complesso reticolo di sangue avrebbe dovuto poi imprimere l’impronta di un corpo, anche questa totale, anteriore e posteriore. Ma, allora, mentre strinava il tessuto col bassorilievo rovente, avrebbe inevitabilmente cotto anche il sangue che si trovava sul tessuto. Ora il sangue presente sulla Sindone non è né cotto né strinato; e ciò si può constatare facilmente "in situ", perché esistono brevi zone di sangue che sono state invece cotte e strinate dall’incendio di Chambéry. L’Impronta sindonica, per usare le parole di Sam Pellicori, è davvero troppo "subtle" per tentativi di spiegazioni "heavy handed" come la statua o il bassorilievo riscaldato."

E ancora (dal sito http://www.italiamiga.com)

L'assenza di qualsiasi traccia di pennellate sulla Sindone ha fatto elaborare una differente teoria di falso: quella del bassorilievo surriscaldato. Ci sono innanzitutto i problemi di esecuzione, dato che si sarebbe dovuto operare con un lungo lenzuolo su un bassorilievo di oltre quattro metri. C'è poi il diverso comportamento sotto radiazione ultravioletta: l'immagine della Sindone non emette fluorescenza, a differenza delle strinature che risultano fluorescenti. Di più, l'immagine sindonica è estremamente superficiale, interessa solo due o tre fibrille del filo; invece quella ottenuta con il bassorilievo passa da parte a parte ed è visibile anche sul retro della stoffa; nonostante questo tende a scomparire nel volgere di pochi mesi! Il falsario, inoltre, avrebbe dovuto aggiungere il sangue successivamente sull'immagine ottenuta, ma questa operazione presenta varie difficoltà. Anzitutto l'immagine sindonica si vede solo da lontano: il pennello avrebbe dovuto essere lungo almeno due metri per mettere il sangue nelle zone giuste. E questo sangue doveva essere "dipinto" in punti anatomicamente corretti, senza lasciare tracce di pennellate e con modalità e caratteristiche sconosciute all'epoca della realizzazione ( http://www.italiamiga.com.br/artecultura/artigos/la_impossibilita_di_falsificazione_sulla_sindone.h tm ).

E comunque, al di là delle varie teorie e relative confutazioni, l'unico punto certo è che la Sindone continua testardamente a sfidare la scienza. ;)

waglione
13-07-07, 23:31
In effetti hai ragione. Anche se le due tesi contro-bruciatura citate so un po' traballlanti.

Cercando info su internet ho anche visto che ci sono molti altri teli e fazzoletti sacri sparsi per il mondo.

In Spagna è conservato un fazzoletto che sarebbe stato usato per asciugare sudore e sangue di Gesù .. e pare che il dna del sangue del fazzoletto dia simile a quello del sangue della sindone.

Gulp!

Patto
22-07-07, 22:24
In effetti hai ragione. Anche se le due tesi contro-bruciatura citate so un po' traballlanti.

Cercando info su internet ho anche visto che ci sono molti altri teli e fazzoletti sacri sparsi per il mondo.

In Spagna è conservato un fazzoletto che sarebbe stato usato per asciugare sudore e sangue di Gesù .. e pare che il dna del sangue del fazzoletto dia simile a quello del sangue della sindone.

Gulp!


Già, ma c'è da domandarsi allora se il sudario conservato in una enorme cassaforte nel pilastro di St. Veronica nella basilica di S. Pietro sia un falso. O forse l' originale è quello custodito a Manopello negli Abruzzi. Con tutti i commerci e le fabbricazioni di false reliquie nel medioevo, dopo analisi C14 e quant' altro, ancora diamo ascolto a chi dice che si tratta di oggetti originali di 2000 anni fa? Il tutto mi ricorda molto la discussione sulle piramidi, apparentemente impossibili da costruire con le conoscenze di allora, eppure ce le abbiamo davanti agli occhi. Non dobbiamo sottovalutare le capacità dell' uomo medievale. Il fatto che noi non riusciamo ad immaginarci come è stata creata una certa cosa non significa che essa debba necessariamente essere di origine divina o marziana :D

Silvia
27-01-08, 15:31
"Esami forse sbagliati"

SINDONE, GIALLO SENZA ETÀ


Christopher Bronk Ramsey, direttore del Radiocarbon Accelerator di Oxford, era poco più di un ragazzino quando gli scienziati del laboratorio nel quale già lavorava cercarono di datare il tessuto della Sindone. Il risultato dell’esame, effettuato nel 1988 con il metodo del carbonio 14, oltre che a Oxford, anche a Tucson e a Zurigo, stabilì che il lenzuolo custodito nel Duomo di Torino non poteva essere quello che aveva avvolto il corpo di Gesù dopo la crocifissione. Il decadimento delle particelle dell’isotopo radioattivo nel tessuto di lino indicava infatti una data tra il 1260 e il 1390, in pieno Medioevo.

Ma quell’esame forse era sbagliato. Il dottor Ramsey, il quale passa il suo tempo a datare ossa di dinosauro e uomini di Neanderthal, ha dichiarato in un’intervista alla Bbc, che verrà trasmessa alla vigilia di Pasqua, che i risultati delle rilevazioni dell’88 potrebbero essere messi in discussione dall’evoluzione tecnologica che ha reso nel frattempo più raffinata l’osservazione del carbonio 14. Ad anticipare i contenuti dell’intervista è stato monsignor Giuseppe Ghiberti, presidente della Commissione diocesana per la Sindone di Torino, intervenuto a Novara a un convegno dell’associazione culturale «La nuova Regaldi».

Monsignor Ghiberti, che non ha mai avuto bisogno del conforto di esami scientifici per restare impressionato dalla corrispondenza tra il racconto letterario dei Vangeli e l’immagine impressa nel lenzuolo, ha spiegato che il ripensamento del dottor Ramsey è dovuto probabilmente alle stesse ragioni che all’epoca erano state addotte per contestare la datazione medioevale: la Sindone non è arrivata agli scienziati del Novecento in un contenitore sigillato. È stata esposta all'aria, custodita in condizioni che non conosciamo, maneggiata e parzialmente bruciata nell’incendio del 1532 della cattedrale di Chambéry, trasportata dalla Palestina in Francia. Un lungo e tormentato viaggio nei paesi e nei secoli, che può avere contaminato il lenzuolo rendendo l’esame del C14 approssimativo. Lo stesso chimico statunitense Willard Frank Libby, che aveva ideato il metodo e vinto il premio Nobel per questo, aveva sconsigliato di applicarlo alla Sindone. Ramsey avrebbe scoperto che la datazione di una particolare materia organica presente sul lenzuolo varia proprio a seconda delle condizioni in cui è stata custodita, cosa che nell’esame del 1988 era ignota agli scienziati.

La Sindone di Torino riapre dunque il suo mistero, che ci accompagna da secoli e sembra non trovare mai una soluzione. Quando il criminologo svizzero Max Frei Sulzer scoprì che sul tessuto di lino sono presenti spore e pollini caratteristici della Palestina venne duramente contestato e accusato di avere manipolato i risultati. «Frei - dice monsignor Ghiberti - era stato straordinariamente preciso. Le spore che aveva individuato erano caratteristiche di una zona che andava da Gerusalemme a una zona limitrofa nel deserto arabico». Se si trattava di un falso medioevale, come l’esame dell’88 aveva affermato, era stato sicuramente molto ben congegnato: il lino è filato e tessuto a mano a spina di pesce e con torcitura in senso orario, una tecnica usata in Medio Oriente ai tempi di Gesù. Sul lenzuolo sono state inoltre trovate fibre di cotone (che all’epoca era coltivato in Egitto e Palestina, ma non in Europa) e nessuna fibra di lana, in osservanza della legge mosaica che nel Deuteronomio (22,11) prescrive di tenere separata la lana dal lino.

«Questi sono indizi importanti - afferma monsignor Ghiberti - ma la verità è che nessuno scienziato è riuscito finora a spiegare come sia stato possibile imprimere l’immagine sul lenzuolo. Qualunque ricercatore coscienzioso è costretto ad ammettere che questo è ancora un mistero irrisolto». Ma non è il solo: l’incredibile corrispondenza dei tratti con quella di un corpo crocifisso lascia ancora attoniti tutti gli osservatori, come avvenne nel 1898 quando un fotografo notò per la prima volta che l’immagine impressa in negativo era molto più riconoscibile di quella in positivo. L’uomo della Sindone è un maschio di circa 30 anni, con tratti mediorientali, muscoloso e più alto della media dell’epoca, abituato a lavori manuali. Le tracce di sangue raccontano il suo martirio, l’assenza dei pollici delle mani, ripiegati all’interno, confermano la lesione del nervo mediano, provocata dai chiodi infissi nei polsi.

«Questa visione di sofferenza - afferma monsignor Ghiberti - ci lascia attoniti per due caratteristiche toccanti, che non sono presenti in altri racconti di crocifissioni: la corona di spine e il colpo di lancia inferto a un cadavere, come dimostrato dagli esami del professor Baima Bollone. È l’osservazione di questi particolari confrontata con il racconto del Vangelo di Giovanni ad avermi convinto che ci sono altissime probabilità che nella Sindone si veda proprio il corpo di Cristo».


Vittorio Sabadin – da La Stampa del 26 gennaio 2008

Link (http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cultura/200801articoli/5769girata.asp)

http://www.silviadue.net/vari/sudario.jpg

Patto
27-01-08, 15:45
Monsignor Ghiberti, che non ha mai avuto bisogno del conforto di esami scientifici per restare impressionato dalla corrispondenza tra il racconto letterario dei Vangeli e l’immagine impressa nel lenzuolo, ha spiegato che il ripensamento del dottor Ramsey è dovuto probabilmente alle stesse ragioni che all’epoca erano state addotte per contestare la datazione medioevale: la Sindone non è arrivata agli scienziati del Novecento in un contenitore sigillato. È stata esposta all'aria, custodita in condizioni che non conosciamo, maneggiata e parzialmente bruciata nell’incendio del 1532 della cattedrale di Chambéry, trasportata dalla Palestina in Francia.

Un prete, che per di più, a giudicare da ciò che dice, ha poche conoscenze in materia, non è molto credibile quando si parla di sindone. Nessun oggetto datato col C 14 ci è mai pervenuto in un contenitore sigillato. Il C 14 viene usato per oggetti che sono rimasti nel terreno per migliaia di anni, fornendo date affidabili, non si vede perchè non dovrebbe funzionare nel caso di un tessuto pervenutoci in condizioni particolarmente buone.


Se si trattava di un falso medioevale, come l’esame dell’88 aveva affermato, era stato sicuramente molto ben congegnato: il lino è filato e tessuto a mano a spina di pesce e con torcitura in senso orario, una tecnica usata in Medio Oriente ai tempi di Gesù. Sul lenzuolo sono state inoltre trovate fibre di cotone (che all’epoca era coltivato in Egitto e Palestina, ma non in Europa) e nessuna fibra di lana, in osservanza della legge mosaica che nel Deuteronomio (22,11) prescrive di tenere separata la lana dal lino.

Il cotone in Europa nel medioevo non veniva coltivato, ma veniva usato per vestiti e lenzuola. La tessitura a mano a spina di pesce è una tecnica universale, comune anche in Europa. Per quanto riguarda l' assenza di Lana, non è niente di particolare, un tessuto di lino è fatto di lino, non c'è nessun motivo perchè dovrebbe contenere fibre di lana. Insomma, tutti pretesti per non dover accettare la spiegazione più ragionevole nonchè comprovata dalle analisi scientifiche: si tratta di un falso medievale.

Augustinus
28-01-08, 10:49
Un prete, che per di più, a giudicare da ciò che dice, ha poche conoscenze in materia, non è molto credibile quando si parla di sindone. Nessun oggetto datato col C 14 ci è mai pervenuto in un contenitore sigillato. Il C 14 viene usato per oggetti che sono rimasti nel terreno per migliaia di anni, fornendo date affidabili, non si vede perchè non dovrebbe funzionare nel caso di un tessuto pervenutoci in condizioni particolarmente buone.

Il C14, se non adoperato correttamente, fornisce dei falsi clamorosi. Infatti, il reperto, prima della datazione, va "purificato" da inquinamenti che ne possano aver alterato la datazione: nel caso della Sindone torinese ciò non fu fatto. Proprio per questo è risultata più giovane di quello che è. Non è un caso se proprio recentemente, proprio gli autori della datazione medievale, hanno ammesso candidamente, nel caso della Sindone di Torino, la possibilità di errori nella datazione al radio carbonio (v. QUI (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=400919)).
Poi il secondo argomento che si propone è davvero banale: a differenza delle ossa di dinosauro o di esseri paleolitici (dove sbagliare qualche centinaio di anni nella datazione è irrilevante) in cui i reperti solitamente sono stati in ambienti privi di agenti batterici o comunque a contatto con elementi inquinanti, la Sindone è una reliquia ed è stata esposta per secoli alla venerazione dei fedeli che l'hanno toccata e baciata, senza contare il fumo dei ceri, l'incendio di Chambery, la patina batterica, ecc. ....: tutte cose che, evidentemente, hanno "ringiovanito" il telo, arricchendolo di radio-carbonio.


Il cotone in Europa nel medioevo non veniva coltivato, ma veniva usato per vestiti e lenzuola. La tessitura a mano a spina di pesce è una tecnica universale, comune anche in Europa. Per quanto riguarda l' assenza di Lana, non è niente di particolare, un tessuto di lino è fatto di lino, non c'è nessun motivo perchè dovrebbe contenere fibre di lana. Insomma, tutti pretesti per non dover accettare la spiegazione più ragionevole nonchè comprovata dalle analisi scientifiche: si tratta di un falso medievale.

L'argomento non prova nulla. Innanzitutto va detto che non è peculiare in se la tessitura a spina di pesce, bensì la particolare torcitura a "Z", in senso orario, a dire della provenienza del telo. Quella comune, nell'Europa medievale come anche in Egitto, era a "S". La torcitura del filo a "Z" con tessitura a spina di pesce è, invece, tipica dell'area palestinese: lini con la stessa torcitura sono stati infatti rinvenuti a Palmyra (Siria), Al-Tar (Iraq) e nel deserto della Giudea.
Quindi, la torcitura a Z in senso orario unita alla tessitura a spina di pesce rende plausibile l'origine palestinese del telo. :-01#44
Non solo. Quanto all'assenza di fibre di origine animale (ad es. lana) è un chiaro indice. Nel medioevo, la produzione di un tessuto di solo lino era assai costosa. Per questo, si univano anche fibre di altra origine, che, oltre a maggiore resistenza al tessuto, servivano a rendere economicamente accessibile quei tessuti altrimenti proibitivi. Una tecnica, in fondo, usata anche oggi per i moderni capi di abbigliamento: è raro trovare un capo, ad es., al 100% lino o 100% cotone. Solitamente a questa si uniscono fibre di diverso genere. :-01#44

Augustinus
28-01-08, 11:06
Già, ma c'è da domandarsi allora se il sudario conservato in una enorme cassaforte nel pilastro di St. Veronica nella basilica di S. Pietro sia un falso. O forse l' originale è quello custodito a Manopello negli Abruzzi. Con tutti i commerci e le fabbricazioni di false reliquie nel medioevo, dopo analisi C14 e quant' altro, ancora diamo ascolto a chi dice che si tratta di oggetti originali di 2000 anni fa? Il tutto mi ricorda molto la discussione sulle piramidi, apparentemente impossibili da costruire con le conoscenze di allora, eppure ce le abbiamo davanti agli occhi. Non dobbiamo sottovalutare le capacità dell' uomo medievale. Il fatto che noi non riusciamo ad immaginarci come è stata creata una certa cosa non significa che essa debba necessariamente essere di origine divina o marziana :D

Possono essere vere entrambe. La reliquia non è solo ciò che residua di un reperto originale, ma anche ciò che è venuto a contatto con una reliquia. E' come se si verificasse una sorta di "passaggio" di energia. Se io tocco con un fazzoletto il corpo di un santo, anch quel fazzoletto ne diventa una reliquia. Le reliquie, infatti, divengono tali pure per contatto, come ho detto sopra. :-01#44
Quanto a Manoppello ed alla Veronica di S. Pietro, vi vede che vi è un'informazione superficiale e banale.
In realtà, il telo di Manoppello non è altro che il velo della Veronica che si conservava in S. Pietro, a Roma e di cui parla Dante nel canto XXXI del Paradiso (vv. 103-111). Infatti, scomparve da Roma agli inizi del '600 e ricomparve a Manoppello, negli Abruzzi. :-01#44
Comunque, contro il proliferare di "volti santi" è intervenuta l'autorità della Chiesa, con un apposito divieto sancito da Papa Paolo V nel 1616.
Comunque, per maggiori informazioni, v. QUI (http://www.zenit.org/article-8112?l=italian).

Augustinus
28-01-08, 11:12
In effetti hai ragione. Anche se le due tesi contro-bruciatura citate so un po' traballlanti.

Cercando info su internet ho anche visto che ci sono molti altri teli e fazzoletti sacri sparsi per il mondo.

In Spagna è conservato un fazzoletto che sarebbe stato usato per asciugare sudore e sangue di Gesù .. e pare che il dna del sangue del fazzoletto dia simile a quello del sangue della sindone.

Gulp!

Il Sudario di Oviedo, in Spagna, secondo la tradizione servì a detergere, almeno superficialmente, il corpo esamine di Gesù, quando fu deposto dalla croce, prima di essere portato al sepolcro e deposto sul lino.
Non meraviglia, quindi, che il Sudario di Oviedo e la Sindone abbiano tracce dello stesso gruppo sanguigno AB e DNA identico. Non solo. Ma quel che desta stupore è che lo stesso gruppo di sangue e DNA è pure con il Sangue del miracolo eucaristico di Lanciano (gli esami sono stati qui compiuti nel 1970 da Odoardo Linoli, libero docente in anatomia e istologia patologica e in chimica e microscopia clinica all'Università di Siena). In altre parole: il sangue di quel miracolo, il sangue della Sindone ed il sangue del Sudario di Oviedo sono identici, sono cioè di una stessa persona. Curioso, vero? :-01#44

Patto
28-01-08, 12:35
Il C14, se non adoperato correttamente, fornisce dei falsi clamorosi. Infatti, il reperto, prima della datazione, va "purificato" da inquinamenti che ne possano aver alterato la datazione: nel caso della Sindone torinese ciò non fu fatto. Proprio per questo è risultata più giovane di quello che è. Non è un caso se proprio recentemente, proprio gli autori della datazione medievale, hanno ammesso candidamente, nel caso della Sindone di Torino, la possibilità di errori nella datazione al radio carbonio (v. QUI (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=400919)).

"Christopher Bronk Ramsey, direttore del Radiocarbon Accelerator di Oxford, era poco più di un ragazzino quando gli scienziati del laboratorio nel quale già lavorava cercarono di datare il tessuto della Sindone."

Ovvero, non sono gli autori della datazione medievale ad avanzare dubbi. Anche perchè sono stati ben tre laboratori indipendenti a confermare la data medievale della sindone. Voler credere che in quei laboratori fossero tutti incompetenti è un atto di fede mica da poco.



Poi il secondo argomento che si propone è davvero banale: a differenza delle ossa di dinosauro o di esseri paleolitici (dove sbagliare qualche centinaio di anni nella datazione è irrilevante) in cui i reperti solitamente sono stati in ambienti privi di agenti batterici o comunque a contatto con elementi inquinanti, la Sindone è una reliquia ed è stata esposta per secoli alla venerazione dei fedeli che l'hanno toccata e baciata, senza contare il fumo dei ceri, l'incendio di Chambery, la patina batterica, ecc. ....: tutte cose che, evidentemente, hanno "ringiovanito" il telo, arricchendolo di radio-carbonio.

Il C14 viene usato anche per datare frammenti di carbone trovati in strati medievali, o resti di tessuto conservatisi in terreni paludosi, cioè luoghi con una flora ed una fauna, non sterili. E fornisce sempre datazioni abbastanza affidabili, ed in ogni caso il margine di errore non è mai di 1500 anni.


L'argomento non prova nulla. Innanzitutto va detto che non è peculiare in se la tessitura a spina di pesce, bensì la particolare torcitura a "Z", in senso orario, a dire della provenienza del telo. Quella comune, nell'Europa medievale come anche in Egitto, era a "S". La torcitura del filo a "Z" con tessitura a spina di pesce è, invece, tipica dell'area palestinese: lini con la stessa torcitura sono stati infatti rinvenuti a Palmyra (Siria), Al-Tar (Iraq) e nel deserto della Giudea.
Quindi, la torcitura a Z in senso orario unita alla tessitura a spina di pesce rende plausibile l'origine palestinese del telo. :-01#44

Vedi, queste sono proprio quelle inesattezze che creano un mistero dove invece non esiste. Sono molti i tessuto Europei pervenutici con un atorcitura del filo a Z. La torcitura dipende dalla direzione nella quale viene fatta girare la fusaiola, e questa direzione dipende tra l' altro anche dalla persona che torce il filo. Se era mancina, ad esempio, la direzione era inversa. Questo della torcitura è un argomento fasullo. E rattrista vedere esponenti della chiesa pronti a dire il falso per difendere un altro falso.


Non solo. Quanto all'assenza di fibre di origine animale (ad es. lana) è un chiaro indice. Nel medioevo, la produzione di un tessuto di solo lino era assai costosa. Per questo, si univano anche fibre di altra origine, che, oltre a maggiore resistenza al tessuto, servivano a rendere economicamente accessibile quei tessuti altrimenti proibitivi. Una tecnica, in fondo, usata anche oggi per i moderni capi di abbigliamento: è raro trovare un capo, ad es., al 100% lino o 100% cotone. Solitamente a questa si uniscono fibre di diverso genere. :-01#44

Ma non è assolutamente vero. Nel medioevo si tessevano tessuti sopraffini di puro lino, e non avevano costi proibitivi. Venivano tessuti anche tessuti di puro cotone, o di pura lana. Poi c' erano i tessuti misti, ma non perchè gli altri costassero troppo, ma perchè avevano specifiche qualità che li rendevano ideali per determinati usi, proprio come oggi. Queste cose le sa chiunque si sia occupato un pò di storia ed archeologia medievale, ed è assurdo che dei monsignori che mostrano chiaramente di non possedere il sapere necessario si mettano a criticare gli specialisti, dandosi arie di esperti. La sindone è un falso medievale, che piaccia o no.

Patto
28-01-08, 12:39
Possono essere vere entrambe. La reliquia non è solo ciò che residua di un reperto originale, ma anche ciò che è venuto a contatto con una reliquia. E' come se si verificasse una sorta di "passaggio" di energia. Se io tocco con un fazzoletto il corpo di un santo, anch quel fazzoletto ne diventa una reliquia. Le reliquie, infatti, divengono tali pure per contatto, come ho detto sopra. :-01#44
Quanto a Manoppello ed alla Veronica di S. Pietro, vi vede che vi è un'informazione superficiale e banale.
In realtà, il telo di Manoppello non è altro che il velo della Veronica che si conservava in S. Pietro, a Roma e di cui parla Dante nel canto XXXI del Paradiso (vv. 103-111). Infatti, scomparve da Roma agli inizi del '600 e ricomparve a Manoppello, negli Abruzzi. :-01#44
Comunque, contro il proliferare di "volti santi" è intervenuta l'autorità della Chiesa, con un apposito divieto sancito da Papa Paolo V nel 1616.
Comunque, per maggiori informazioni, v. QUI (http://www.zenit.org/article-8112?l=italian).

Pratiche magiche e superstiziose che rasentano l' idolatria. Se Gesù le vedesse si rivolterebbe nella tomba.

Augustinus
28-01-08, 13:21
"Christopher Bronk Ramsey, direttore del Radiocarbon Accelerator di Oxford, era poco più di un ragazzino quando gli scienziati del laboratorio nel quale già lavorava cercarono di datare il tessuto della Sindone."

Ovvero, non sono gli autori della datazione medievale ad avanzare dubbi. Anche perchè sono stati ben tre laboratori indipendenti a confermare la data medievale della sindone. Voler credere che in quei laboratori fossero tutti incompetenti è un atto di fede mica da poco.

La notizia letta bene, nel senso che Christopher Bronk Ramsey era giovane ricercatore all'epoca, visto che già lavorava nel laboratorio che fu chiamato a compiere la datazione (lo si dice chiaramente nella notizia: nel quale già lavorava cercarono di datare il tessuto della Sindone). Dunque, si tratta di una voce che proviene proprio da un laboratorio! :-01#44
Quindi, la voce è autorevole.
Tre laboratorio indipendenti? Forse. Ma nessuno nega che furono commessi errori .... :-01#44


Il C14 viene usato anche per datare frammenti di carbone trovati in strati medievali, o resti di tessuto conservatisi in terreni paludosi, cioè luoghi con una flora ed una fauna, non sterili. E fornisce sempre datazioni abbastanza affidabili, ed in ogni caso il margine di errore non è mai di 1500 anni.

Questa "fede" smisurata nel C14 rasenta il ridicolo. Esso fornisce, non dico dati esatti, ma per lo meno credibili se il reperto da analizzare viene prima purificato da possibili agenti inquinanti. La qual cosa non è stata fatta nel caso della Sindone. E ciò è stato dimostrato scientificamente con una serie di esperimenti. Laddove il reperto non è prima "purificato" la datazione al C14 dà dei falsi risultati clamorosi: ad es., sono state ritenute le bende che avvolgevano una mummia - chiaramente coeve a quelle del cadavere - più giovani di circa un millennio rispetto alle ossa della mummia!!!!
Non solo. Sembra inoltre possibile poter dire che i campioni, inviati ai laboratori, provenivano da una zona del telo che era stata ritessuta.


Vedi, queste sono proprio quelle inesattezze che creano un mistero dove invece non esiste. Sono molti i tessuto Europei pervenutici con un atorcitura del filo a Z. La torcitura dipende dalla direzione nella quale viene fatta girare la fusaiola, e questa direzione dipende tra l' altro anche dalla persona che torce il filo. Se era mancina, ad esempio, la direzione era inversa. Questo della torcitura è un argomento fasullo. E rattrista vedere esponenti della chiesa pronti a dire il falso per difendere un altro falso.
Ma non è assolutamente vero. Nel medioevo si tessevano tessuti sopraffini di puro lino, e non avevano costi proibitivi. Venivano tessuti anche tessuti di puro cotone, o di pura lana. Poi c' erano i tessuti misti, ma non perchè gli altri costassero troppo, ma perchè avevano specifiche qualità che li rendevano ideali per determinati usi, proprio come oggi.

Non è un argomento fasullo. La torcitura tipica in Europa era quella a S, non a Z. Ciò non esclude che possano esistere tessuti con torcitura a Z, ma è la singolarità degli elementi che rende unica la Sindone e l'accomuna ai tessuti rinvenuti nelle terre palestinesi. Ho detto, infatti, torcitura a Z in senso orario e tessitura a spina di pesce. Questo è assolutamente poco comune in Europa; viceversa era comune nell'area palestinese al tempo di Gesù.
Il mistero della Sindone non è risolvibile solo sulla base di un elemento. Il mistero è proprio nel fatto che molte discipline ne aiutano a decifrare il significato. :-01#44


Queste cose le sa chiunque si sia occupato un pò di storia ed archeologia medievale, ed è assurdo che dei monsignori che mostrano chiaramente di non possedere il sapere necessario si mettano a criticare gli specialisti, dandosi arie di esperti. La sindone è un falso medievale, che piaccia o no.

Giusto per curiosità: conosci le competenze del suddetto Monsignore? Sai quale sia la sua formazione? Non potrebbe (come in effetti ha) anche aver studiato archeologia? Guarda che essere Monsignore non significa aver studiato solo teologia! :-01#44 :D
Comunque, se la Sindone fosse un falso medievale, essa dovrebbe essere frutto della mente di un genio, superiore persino ad un leonardo, visto che doveva avere conoscenze all'avanguardia (come ad es., doveva sapere, prima che fosse scoperta, la diversità tra sangue venoso e sangue arterioso ed il loro modo diverso di comportarsi; senza contare anche le sue conoscenze di botanica, visto che sul lino sono stati reperiti pollini guarda caso provenienti dai luoghi nei quali si dice sia stata la Sindone, ivi inclusa la Terra Santa; numismatica, ecc. ....). :-01#44 :D
Non c'è che dire per un "tetro" medievale. :D

Augustinus
28-01-08, 13:30
Pratiche magiche e superstiziose che rasentano l' idolatria. Se Gesù le vedesse si rivolterebbe nella tomba.

Gesù non può rivoltarsi nella tomba per il semplice motivo che non è più in una tomba. :d
Ad ogni modo, le reliquie erano note anche dai tempi della Scrittura, visto gli Atti degli Apostoli, ad es., narrano che "Dio intanto operava prodigi non comuni per opera di Paolo, al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano" (At 19, 11).
Dio, quindi, si serviva anche di queste reliquie (fazzoletti e grembiuli che erano stati a contatto con S. Paolo) per operare prodigi e miracoli. :-01#44
Non mi sembra, quindi, che l'uso delle reliquie sia condannato dalla Rivelazione.

Patto
28-01-08, 13:57
La notizia letta bene, nel senso che Christopher Bronk Ramsey era giovane ricercatore all'epoca, visto che già lavorava nel laboratorio che fu chiamato a compiere la datazione (lo si dice chiaramente nella notizia: nel quale già lavorava cercarono di datare il tessuto della Sindone). Dunque, si tratta di una voce che proviene proprio da un laboratorio! :-01#44
Quindi, la voce è autorevole.
Tre laboratorio indipendenti? Forse. Ma nessuno nega che furono commessi errori .... :-01#44

Una singola voce contro quelle degli scienziati che all' epoca datarono la sindone, alla quale tu scegli di dar credito perchè vuoi credere che la sindone sia autentica. Come se la fede avesse bisogno di prove materiali. Se Ramsey pensa che furono fatti errori basta ripetere la datazione, ma non mi risulta che il vaticano abbia mai cercato di ripetere l' esperimento, pur essendo così certo che se fatta in modo corretto confermerebbe l' autenticità della sindone.




Questa "fede" smisurata nel C14 rasenta il ridicolo. Esso fornisce, non dico dati esatti, ma per lo meno credibili se il reperto da analizzare viene prima purificato da possibili agenti inquinanti. La qual cosa non è stata fatta nel caso della Sindone. E ciò è stato dimostrato scientificamente con una serie di esperimenti. Laddove il reperto non è prima "purificato" la datazione al C14 dà dei falsi risultati clamorosi: ad es., sono state ritenute le bende che avvolgevano una mummia - chiaramente coeve a quelle del cadavere - più giovani di circa un millennio rispetto alle ossa della mummia!!!!
Non solo. Sembra inoltre possibile poter dire che i campioni, inviati ai laboratori, provenivano da una zona del telo che era stata ritessuta.

E chi dice che il reperto non è stato purificato? La santa sede? Un' analisi non può essere fatta senza purificazione del reperto. Inoltre, ogni laboratorio ha usato metodi di purificazione diversi. Tutti e tre i laboratori hanno fornito date simili, di poco antecedenti la prima menzione della sindone nelle fonti scritte. Per causare un' errore di datazione di 1300 anni, la materia inquinante, ad esempio batteri o funghi, avrebbe dovuto rappresentare il 60% della massa del reperto, cosa impossibile, che sarebbe stata certamente notata. I batteri sulla sindone, essendo questa conservata al buio, avrebbero dovuto inoltre nutrirsi del tessuto stesso per sopravvivere, il loro carbonio sarebbe perciò identico a quello della sindone. Puoi girarla e rigirarla come vuoi, ma la scienza non è un' opinione, e i fatti sono chiari.



Non è un argomento fasullo. La torcitura tipica in Europa era quella a S, non a Z. Ciò non esclude che possano esistere tessuti con torcitura a Z, ma è la singolarità degli elementi che rende unica la Sindone e l'accomuna ai tessuti rinvenuti nelle terre palestinesi. Ho detto, infatti, torcitura a Z in senso orario e tessitura a spina di pesce. Questo è assolutamente poco comune in Europa; viceversa era comune nell'area palestinese al tempo di Gesù.
Il mistero della Sindone non è risolvibile solo sulla base di un elemento. Il mistero è proprio nel fatto che molte discipline ne aiutano a decifrare il significato. :-01#44

La torcitura a Z non è affatto rara in Europa, e neanche la tessitura a spina di pesce. Posso citarti una serie di ritrovamenti archeologici di tessuti con quelle caratteristiche.



Giusto per curiosità: conosci le competenze del suddetto Monsignore? Sai quale sia la sua formazione? Non potrebbe (come in effetti ha) anche aver studiato archeologia? Guarda che essere Monsignore non significa aver studiato solo teologia! :-01#44 :D

Spero che non abbia studiato archeologia, perchè in quel caso o sarebbe uno scienziato mediocre, o in malafede.


Comunque, se la Sindone fosse un falso medievale, essa dovrebbe essere frutto della mente di un genio, superiore persino ad un leonardo, visto che doveva avere conoscenze all'avanguardia (come ad es., doveva sapere, prima che fosse scoperta, la diversità tra sangue venoso e sangue arterioso ed il loro modo diverso di comportarsi; senza contare anche le sue conoscenze di botanica, visto che sul lino sono stati reperiti pollini guarda caso provenienti dai luoghi nei quali si dice sia stata la Sindone, ivi inclusa la Terra Santa; numismatica, ecc. ....). :-01#44 :D
Non c'è che dire per un "tetro" medievale. :D

È un pregiudizio molto comune che il medioevo fosse cupo e primitivo. Il sangue sulla sindone non é certo sia sangue, i pollini rinvenuti si trovano anche in turchia, probabile luogo di origine della sindone, e nell' impero bizantino esistevano certamente dei geni falsari e persone dotte. Certamente si tratta di una vera e propria opera d' arte, ma non ci vedo niente di miracoloso.

Patto
28-01-08, 14:06
Gesù non può rivoltarsi nella tomba per il semplice motivo che non è più in una tomba. :d
Ad ogni modo, le reliquie erano note anche dai tempi della Scrittura, visto gli Atti degli Apostoli, ad es., narrano che "Dio intanto operava prodigi non comuni per opera di Paolo, al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano" (At 19, 11).
Dio, quindi, si serviva anche di queste reliquie (fazzoletti e grembiuli che erano stati a contatto con S. Paolo) per operare prodigi e miracoli. :-01#44
Non mi sembra, quindi, che l'uso delle reliquie sia condannato dalla Rivelazione.

Ah, un' altra di quelle brutte usanze riconducibili a S. Paolo, quel passo non lo conoscevo. Personalmente mi risulta difficili scorgere alcunchè di ispirato al di fuori dei quattro vangeli, specialmente nelle lettere o negli atti degli apostoli, o, ancora peggio, nell' apocalisse. L' unica eccezione è il Vangelo di San Tommaso, che narra un Gesù molto vicino a quello dei Vangeli sinottici.

Augustinus
28-01-08, 15:09
Una singola voce contro quelle degli scienziati che all' epoca datarono la sindone, alla quale tu scegli di dar credito perchè vuoi credere che la sindone sia autentica. Come se la fede avesse bisogno di prove materiali. Se Ramsey pensa che furono fatti errori basta ripetere la datazione, ma non mi risulta che il vaticano abbia mai cercato di ripetere l' esperimento, pur essendo così certo che se fatta in modo corretto confermerebbe l' autenticità della sindone.

Beh .... se la voce è quella di uno che, all'epoca, ha lavorato all'interno di uno dei laboratori che effettuò l'analisi e che certamente parla per conoscenza diretta (diversamente, sarebbe stato clamorosamente smentito: cosa che finora non consta sia stato fatto ....) .... qualcosa significherà.
E poi chi ti dice che la Santa Sede, proprietaria del telo, non voglia ripetere una tale datazione? A quanto si sa, il Cardinal Poletto - che a nome della Santa Sede è custode della Sindone - mi pare che abbia prospettato la possibilità di nuove ricerche ed analisi nel 2009. :-01#44


E chi dice che il reperto non è stato purificato? La santa sede? Un' analisi non può essere fatta senza purificazione del reperto. Inoltre, ogni laboratorio ha usato metodi di purificazione diversi. Tutti e tre i laboratori hanno fornito date simili, di poco antecedenti la prima menzione della sindone nelle fonti scritte. Per causare un' errore di datazione di 1300 anni, la materia inquinante, ad esempio batteri o funghi, avrebbe dovuto rappresentare il 60% della massa del reperto, cosa impossibile, che sarebbe stata certamente notata. I batteri sulla sindone, essendo questa conservata al buio, avrebbero dovuto inoltre nutrirsi del tessuto stesso per sopravvivere, il loro carbonio sarebbe perciò identico a quello della sindone. Puoi girarla e rigirarla come vuoi, ma la scienza non è un' opinione, e i fatti sono chiari.

Ti ribalto la domanda: chi ti dice, invece, che il reperto sia stato purificato? Le relazioni, invece, dicono che i reperti sindonici furono sottosposti ad un semplice lavaggio in acqua sterilizzata :rolleyes:. Nulla più. Solo in anni recenti sono stati inventate sostanze in grado di ripulire perfettamente i campioni da analizzare, per evitare ogni tipo di inquinamento.
Nel caso della Sindone, il problema non è solo dei batteri e funghi, ma anche dell'incendio che subì e del fatto che per secoli è rimasto esposto alla venerazione dei fedeli. Solo in anni relativamente recenti per essa si usano accorgimenti e mezzi per evitare inquinamenti (ad es., guanti sterili, ecc.). Ma in passato, almeno sino agli anni '30, quando si realizzò un'ostensione, si toccava la Sindone con le nude mani .... . :-01#44


La torcitura a Z non è affatto rara in Europa, e neanche la tessitura a spina di pesce. Posso citarti una serie di ritrovamenti archeologici di tessuti con quelle caratteristiche.

Come ho detto sopra. La Sindone è mistero che va decifrato con il contributo di più scienze, dato che l'apporto di una sola non è determinante.
Per questo, come detto, la tessitura va unita agli altri elementi disponibili. Qui, vi deve essere la torcitura a Z unita alla tessitura a spina di pesce: due elementi, quindi. A ciò si aggiunga il tessuto adoperato (lino), con esclusione di inquinamenti di fibre di natura animale. Mi potresti citare esempi medievali in Europa di tale fattura? Giusto per mia curiosità. Ovviamente che siano documentabili.
Io ad es. ho citato analoghi ritrovamenti in terra siro-palestinese. E tu?


Spero che non abbia studiato archeologia, perchè in quel caso o sarebbe uno scienziato mediocre, o in malafede.

Perché mai? Perchè sostiene - con argomenti plausibili - l'autenticità della Sindone?
Non è che per caso tu nutra qualche pregiudizio, visto che è sacerdote cattolico?


È un pregiudizio molto comune che il medioevo fosse cupo e primitivo. Il sangue sulla sindone non é certo sia sangue, i pollini rinvenuti si trovano anche in turchia, probabile luogo di origine della sindone, e nell' impero bizantino esistevano certamente dei geni falsari e persone dotte. Certamente si tratta di una vera e propria opera d' arte, ma non ci vedo niente di miracoloso.

Ed infatti io sono tra quelli che ha sempre sostenuto che il Medioevo sia un'epoca luminosissima, di grandi menti. :-01#44
Tuttavia qui, nel caso della Sindone, è stato escluso da Max Frei (ed altri palinologi) che i pollini provenienti dalla Palestina derivassero da piante che crescevano pure in Turchia, nella zona di Costantinopoli. No. Ci sono dei pollini unici ed irrepetibili se non da quelle zone, in prossimità a Gerusalemme, ed in particolari stagioni come l'inizio della primavera. :-01#44 Ciò è stato appurato e confermato dal botanico Avinoam Danin e dal palinologo israeliano Uri Baruch (entrambi ebrei e, quindi, per nulla "coinvolti" emotivamente).
Comunque, di la da ciò, mi si dovrebbe spiegare la ragione per la quale, se si tratta di una vera e propria opera d'arte, non si rinvengono pigmenti colorati vegetali o animali o minerali. :-01#44 L'immagine, è assodato, non è una pittura. :-01#44

Augustinus
28-01-08, 15:14
Ah, un' altra di quelle brutte usanze riconducibili a S. Paolo, quel passo non lo conoscevo. Personalmente mi risulta difficili scorgere alcunchè di ispirato al di fuori dei quattro vangeli, specialmente nelle lettere o negli atti degli apostoli, o, ancora peggio, nell' apocalisse. L' unica eccezione è il Vangelo di San Tommaso, che narra un Gesù molto vicino a quello dei Vangeli sinottici.

Giusto per mia curiosità: in base a quale autorità ritieni ispirati i Vangeli e non le Lettere apostoliche e gli altri scritti del N.T., visto che da sempre questi libri sono stati considerati ispirati? Ed in base a quale criterio ed autorità ritieni, infine, ispirato l'apocrifo Vangelo di Tommaso?
Sai, per proporre un nuovo canone biblico per il N.T., bisogna avere competenze teologiche, storiche, bibliche, patristiche, ecc. .... . :-01#44

Patto
28-01-08, 20:16
Beh .... se la voce è quella di uno che, all'epoca, ha lavorato all'interno di uno dei laboratori che effettuò l'analisi e che certamente parla per conoscenza diretta (diversamente, sarebbe stato clamorosamente smentito: cosa che finora non consta sia stato fatto ....) .... qualcosa significherà.
E poi chi ti dice che la Santa Sede, proprietaria del telo, non voglia ripetere una tale datazione? A quanto si sa, il Cardinal Poletto - che a nome della Santa Sede è custode della Sindone - mi pare che abbia prospettato la possibilità di nuove ricerche ed analisi nel 2009. :-01#44

Ma magari facessero altri test, e quando i nuovi risultati confermano quelli già noti, finalmente si potrà stendere un velo pietoso, scusa il gioco di parole, sulla sindone. Uno scienziato in uno dei tre laboratori per me non fa testo. Nella scienza fa testo l' opinione prevalente della camunità scientifica. Ti scienziati strambi che sposano le tesi più assurde ce ne sono tanti.



Ti ribalto la domanda: chi ti dice, invece, che il reperto sia stato purificato? Le relazioni, invece, dicono che i reperti sindonici furono sottosposti ad un semplice lavaggio in acqua sterilizzata :rolleyes:. Nulla più. Solo in anni recenti sono stati inventate sostanze in grado di ripulire perfettamente i campioni da analizzare, per evitare ogni tipo di inquinamento.
Nel caso della Sindone, il problema non è solo dei batteri e funghi, ma anche dell'incendio che subì e del fatto che per secoli è rimasto esposto alla venerazione dei fedeli. Solo in anni relativamente recenti per essa si usano accorgimenti e mezzi per evitare inquinamenti (ad es., guanti sterili, ecc.). Ma in passato, almeno sino agli anni '30, quando si realizzò un'ostensione, si toccava la Sindone con le nude mani .... . :-01#44

Dici che nel 1988 non esistessero sostanze per purificare un reperto da analizzare? E tanto per non continuare a parlare di opinioni mi sono andato a cercare l' articolo di Nature del 1989 nel quale vengono resi noti i risultati ed i metodi usati, dove si legge:

"http://www.shroud.com/pdfs/rogers2.pdf
The Arizona group split each sample into four subsamples. One pair of subsamples from each textile was treated with dilute HCL, dilute NaOH and again in acid, with rinsing in between (method a). The second pair of subsamples was treated with a commercial detergent (1.5% SDS), distilled water, 0.1% HCL and another detergent (1.5% triton X-100); they were then submitted to a Soxhlet extraction with ethanol for 60 min and washed with distilled water at 70° C in an ultrasonic bath (method b).

The Oxford group divided the precleaned sample into three. Each subsample was treated with 1M HCL (80° C for 2h), 1M NaOH (80° C for 2 h) and again in acid, with rinsing in between. Two of the three samples were then bleached in NaOCL (2.5% at pH-3 for 30 min).

The Zurich group first split each ultrasonically cleaned sample in half, with the treatment of the second set of samples being deferred until the radiocarbon measurements on the first set had been completed. The first set of samples was further subdivided into three portions. One-third received no further treatment, one-third was submitted to a weak treatment with 0.5% HCL (room temperature), 0.25% NaOH (room temperature) and again in acid, with rinsing in between. The final third was given a strong treatment, using the same procedure except that hot (80° C) 5% HCL and 2.5% NaOH were used. After the first set of measurements revealed no evidence of contamination, the second set was split into two portions, to which the weak and strong chemical treatments were applied."^

Un incendio non può provacare un errore di 1330 anni, e neanche le manipolazioni medievali. Come ti ho già spegato, per avere un margine di errore di 1300 anni sarebbe necessario che le impurità superassero di volume e di peso le fibre originarie.



Come ho detto sopra. La Sindone è mistero che va decifrato con il contributo di più scienze, dato che l'apporto di una sola non è determinante.
Per questo, come detto, la tessitura va unita agli altri elementi disponibili. Qui, vi deve essere la torcitura a Z unita alla tessitura a spina di pesce: due elementi, quindi. A ciò si aggiunga il tessuto adoperato (lino), con esclusione di inquinamenti di fibre di natura animale. Mi potresti citare esempi medievali in Europa di tale fattura? Giusto per mia curiosità. Ovviamente che siano documentabili.
Io ad es. ho citato analoghi ritrovamenti in terra siro-palestinese. E tu?

In verità non hai citato niente, hai detto che esistono, ed io ho ribadito che esistono ritrovamenti anche in Europa, perciò al momento siamo pari. Comunque se vuoi proprio saperlo nel museo vichingo di Haithabu, in Germania, sono preservati resti di stoffe tessute con la stessa tecnica della sindone, e tessuti analoghi sono stati rinvenuti a Londra. Ma a parte questo anche in rete puoi trovare indicazioni che la tecnica di tessitura a spina di pesce è tipica per il medioevo europeo, anche in lino. La torcitura a Z, come ho giá detto, è comune in Europa. Il fatto che adesso su due piedi non ti sappia citare un telo concreto con queste caratteristiche non significa niente, per il semplice motivo che sono pochissimi i reperti archeologici conservatisi in Europa. Ma posso documentare che nessuna di queste caratteristiche era esclusiva del medio oriente, che era presente su tessuti europei, e che perciò non può provare una origine extraeuropea della sindone.




Perché mai? Perchè sostiene - con argomenti plausibili - l'autenticità della Sindone?
Non è che per caso tu nutra qualche pregiudizio, visto che è sacerdote cattolico?

No, perchè dice cose sbagliate. Elenca un numero di fattori che avrebbero secondo lui influenzato il C14, come batteri o incendi, che invece non possono influenzare analisi nel modo descritto dal monsignore. Cita gli studi palinologici di Frei-Sulzer, uno scienziato di dubbia reputazione che è stato costretto a dimettersi da capo della sezione scientifica della polizia di Basel dopo uno scandalo, e che è stato anche coinvolto nello scandalo del falso diario di Hitler, facendo parte di una commissione di esperti che ne confermarono l' autenticità. Ed anche la sua analisi palinologica è stata criticata dai colleghi. Insomma, pur di difendere l' indifendibile ci si affida anche a noti mistificatori. Quoto un testo da Approfondimento Sindone, II, vol. 2, 1998:

http://www.freeinquiry.com/skeptic/shroud/as/schafersman.html
Although I certainly did believe--and said as much--that Max Frei himself spiked his slides with Palestinian, Turkish, French, and Italian pollen, and plainly stated that Frei falsely claimed to have found dozens8 of endemic species of pollen on his Shroud tape samples, thereby perpetrating a fraud, I must obviously leave open the possibility--as preposterous as it may be--that someone else did the dirty deed and Frei innocently found the pollens and was duped. But I can't think of anyone else who might have wanted to deceive him, or would have the means to do so. After all, it was Max Frei alone who made repeated trips to Turkey and the Holy Land to collect endemic plants and microscopically examine, catalogue, and photograph their pollen. Photomicrographs of this collected pollen were the ones Frei illustrated when he claimed either that these were specimens taken from the Shroud itself or were examples of pollen of the same species that he observed on his sticky tape samples taken from the Shroud.



Ed infatti io sono tra quelli che ha sempre sostenuto che il Medioevo sia un'epoca luminosissima, di grandi menti. :-01#44
Tuttavia qui, nel caso della Sindone, è stato escluso da Max Frei (ed altri palinologi) che i pollini provenienti dalla Palestina derivassero da piante che crescevano pure in Turchia, nella zona di Costantinopoli. No. Ci sono dei pollini unici ed irrepetibili se non da quelle zone, in prossimità a Gerusalemme, ed in particolari stagioni come l'inizio della primavera. :-01#44 Ciò è stato appurato e confermato dal botanico Avinoam Danin e dal palinologo israeliano Uri Baruch (entrambi ebrei e, quindi, per nulla "coinvolti" emotivamente).
Comunque, di la da ciò, mi si dovrebbe spiegare la ragione per la quale, se si tratta di una vera e propria opera d'arte, non si rinvengono pigmenti colorati vegetali o animali o minerali. :-01#44 L'immagine, è assodato, non è una pittura. :-01#44

Su Max Frei vedi quello che ho riportato sopra. Non esiste uno studio serio che arrivi alla conlcusione che la sindone sia autentica. Purtroppo quando i risultati della ricerca non piacciono le persone tendono a non accettarle, e a cercare alternative, e quasi sempre si trova un qualche scienziato un pò strambo o forse solo furbo che canta fuori dal coro e che fornisce qualche argomento pesudoscientifico. Capita nel caso delle piramidi, o del riscaldamento globale. Ma è la comunità scientifica che fa testo, e questo lo ha ammesso anche la chiesa, che, a differenza del popolo superstizioso, non ha bisogno di reliquie per affermare le sue posizioni:

http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/travels/documents/hf_jp-ii_spe_24051998_sindone_it.html
CELEBRAZIONE DELLA PAROLA E VENERAZIONE DELLA SINDONE

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

[...]Non trattandosi di una materia di fede, la Chiesa non ha competenza specifica per pronunciarsi su tali questioni. Essa affida agli scienziati il compito di continuare ad indagare per giungere a trovare risposte adeguate agli interrogativi connessi con questo Lenzuolo che, secondo la tradizione, avrebbe avvolto il corpo del nostro Redentore quando fu deposto dalla croce. La Chiesa esorta ad affrontare lo studio della Sindone senza posizioni precostituite, che diano per scontati risultati che tali non sono; li invita ad agire con libertà interiore e premuroso rispetto sia della metodologia scientifica sia della sensibilità dei credenti.

Augustinus
29-01-08, 10:14
Ma magari facessero altri test, e quando i nuovi risultati confermano quelli già noti, finalmente si potrà stendere un velo pietoso, scusa il gioco di parole, sulla sindone. Uno scienziato in uno dei tre laboratori per me non fa testo. Nella scienza fa testo l' opinione prevalente della camunità scientifica. Ti scienziati strambi che sposano le tesi più assurde ce ne sono tanti.

Perché sarebbe una tesi assurda? Perchè ha argomentato che vi furono errori, avendoli vissuti sulla propria pelle (visto che lavorava in uno dei laboratori che effettuarono le misurazioni)?
Comunque, si pensa che nel 2009 dovrebbero esserci nuovi esami. :-01#44
In ogni caso che vi fossero stati errori, lo provano altre considerazioni (v. QUI (http://www.shroud.it/VHAELST1.PDF)).


Dici che nel 1988 non esistessero sostanze per purificare un reperto da analizzare? E tanto per non continuare a parlare di opinioni mi sono andato a cercare l' articolo di Nature del 1989 nel quale vengono resi noti i risultati ed i metodi usati, dove si legge:

"http://www.shroud.com/pdfs/rogers2.pdf
The Arizona group split each sample into four subsamples. One pair of subsamples from each textile was treated with dilute HCL, dilute NaOH and again in acid, with rinsing in between (method a). The second pair of subsamples was treated with a commercial detergent (1.5% SDS), distilled water, 0.1% HCL and another detergent (1.5% triton X-100); they were then submitted to a Soxhlet extraction with ethanol for 60 min and washed with distilled water at 70° C in an ultrasonic bath (method b).

The Oxford group divided the precleaned sample into three. Each subsample was treated with 1M HCL (80° C for 2h), 1M NaOH (80° C for 2 h) and again in acid, with rinsing in between. Two of the three samples were then bleached in NaOCL (2.5% at pH-3 for 30 min).

The Zurich group first split each ultrasonically cleaned sample in half, with the treatment of the second set of samples being deferred until the radiocarbon measurements on the first set had been completed. The first set of samples was further subdivided into three portions. One-third received no further treatment, one-third was submitted to a weak treatment with 0.5% HCL (room temperature), 0.25% NaOH (room temperature) and again in acid, with rinsing in between. The final third was given a strong treatment, using the same procedure except that hot (80° C) 5% HCL and 2.5% NaOH were used. After the first set of measurements revealed no evidence of contamination, the second set was split into two portions, to which the weak and strong chemical treatments were applied."^

Ciò conferma quel che si sapeva: la pulizia fu essenzialmente fatta con acqua distillata o con sostanze, comunque, non in grado di garantire un'assoluta pulizia dei campioni da inquinamenti. :-01#44
Oggi, a quanto ne so, sono stati sperimentati dei detergenti più sicuri rispetto a quelli più "caserecci" di venti anni fa.


Un incendio non può provacare un errore di 1330 anni, e neanche le manipolazioni medievali. Come ti ho già spegato, per avere un margine di errore di 1300 anni sarebbe necessario che le impurità superassero di volume e di peso le fibre originarie.

Chi te lo dice? Se fosse vero quel che affermi, non ci sarebbe la possibilità di alcun errore. In assoluto. Ma, la storia del metodo di datazione indicato ha fornito dei falsi clamorosi: v. QUI (http://www.shroud.it/VHAELST5.PDF).
Il problema è questa "fede" smisurata nel radiocarbonio, dimenticando che questo è solo uno dei metodi e, comunque, non fornisce certezze. Per pervenire a sicurezze, bisogna considerare gli apporti anche di altre scienze. L'apporto di una singa scienza o metodo di ricerca non è definitivo, ma costituisce solo un indizio. E' il complesso dei dati raccolti che può dare una sufficiente sicurezza.


In verità non hai citato niente, hai detto che esistono, ed io ho ribadito che esistono ritrovamenti anche in Europa, perciò al momento siamo pari. Comunque se vuoi proprio saperlo nel museo vichingo di Haithabu, in Germania, sono preservati resti di stoffe tessute con la stessa tecnica della sindone, e tessuti analoghi sono stati rinvenuti a Londra. Ma a parte questo anche in rete puoi trovare indicazioni che la tecnica di tessitura a spina di pesce è tipica per il medioevo europeo, anche in lino. La torcitura a Z, come ho giá detto, è comune in Europa. Il fatto che adesso su due piedi non ti sappia citare un telo concreto con queste caratteristiche non significa niente, per il semplice motivo che sono pochissimi i reperti archeologici conservatisi in Europa. Ma posso documentare che nessuna di queste caratteristiche era esclusiva del medio oriente, che era presente su tessuti europei, e che perciò non può provare una origine extraeuropea della sindone.

Beh .... ho citato reperti specifici dell'area siro-palestinese.
Ad ogni modo, come detto, non si deve dimostrare che ci sia la tessitura a spina di pesce o la torcitura a Z. Ma il concorrere, nello stesso reperto, di queste caratteristiche. Tra l'altro, va anche aggiunto che, a rendere inverosimile qualsivoglia ricerca di somiglianza con reperti medievali, vi è che il telo è tessuto a spina di pesce, con torcitura del filo a Z in senso orario, con in media 39 fili d'ordito per centimetro, cui corrispondono in media 26 passaggi di trama. Questi dati fanno sì che si possa risalire, come tecnica di tessitura, agli usi della tessitura mediorientale nei primi secoli e sono completamente divergenti dalle tecniche di tessitura più recenti, anche a spina di pesce usati in Europa. :-01#44
Quindi, quel che dicevo prima: un solo dato, preso di per sè, è poco significativo. Un insieme di dati aiuta a dipanare la matassa.


No, perchè dice cose sbagliate. Elenca un numero di fattori che avrebbero secondo lui influenzato il C14, come batteri o incendi, che invece non possono influenzare analisi nel modo descritto dal monsignore. Cita gli studi palinologici di Frei-Sulzer, uno scienziato di dubbia reputazione che è stato costretto a dimettersi da capo della sezione scientifica della polizia di Basel dopo uno scandalo, e che è stato anche coinvolto nello scandalo del falso diario di Hitler, facendo parte di una commissione di esperti che ne confermarono l' autenticità. Ed anche la sua analisi palinologica è stata criticata dai colleghi. Insomma, pur di difendere l' indifendibile ci si affida anche a noti mistificatori. Quoto un testo da Approfondimento Sindone, II, vol. 2, 1998:

http://www.freeinquiry.com/skeptic/shroud/as/schafersman.html
Although I certainly did believe--and said as much--that Max Frei himself spiked his slides with Palestinian, Turkish, French, and Italian pollen, and plainly stated that Frei falsely claimed to have found dozens8 of endemic species of pollen on his Shroud tape samples, thereby perpetrating a fraud, I must obviously leave open the possibility--as preposterous as it may be--that someone else did the dirty deed and Frei innocently found the pollens and was duped. But I can't think of anyone else who might have wanted to deceive him, or would have the means to do so. After all, it was Max Frei alone who made repeated trips to Turkey and the Holy Land to collect endemic plants and microscopically examine, catalogue, and photograph their pollen. Photomicrographs of this collected pollen were the ones Frei illustrated when he claimed either that these were specimens taken from the Shroud itself or were examples of pollen of the same species that he observed on his sticky tape samples taken from the Shroud.

Il fatto che Max Frei possa aver commesso errori è di per sè prova sufficiente che i suoi esami sui pollini siano dei falsi? Non dimenticare che non era cristiano: era, se non erro, ebreo. :-01#44
Quindi, in quanto tale, aveva tutto l'interesse per smontare una reliquia dell'odiata cristianità. Un'occasione succulenta. :-01#44
A parte ciò, vi è pure un'altra considerazione. I dati di Frei sono stati confermati anche da altri studiosi, che certamente con lui non avevano avuto a che fare. Ed infatti ho ricordato che i suoi esami sono stati confermati, in anni recenti, dal botanico Avinoam Danin e dal palinologo israeliano Uri Baruch (entrambi, ancora una volta, ebrei e, quindi, per nulla "coinvolti" emotivamente). Forse anche questi sono persone di dubbia reputazione scientifica?
Comunque, dal testo da te citato, non mi sembra che vi siano prove contro gli studi di Max Frei, ma solo un preconcetto che viene portato avanti: siccome la Sindone non poteva contenere pollini palestinesi, ecco che Max Frei ha truffato. Curioso modo di procedere scientiicamente, no?
Per dimostrare una tesi, bisogna darne la prova. E qui quale sarebbe? Il fatto che Max Frei sarebbe andato in Terra Santa ed in Turchia a fotografare dei pollini di piante, foto che poi avrebbe utilizzato per dimostrare l'esistenza di pollini sulla Sindone .... . Un po' pochino per smontare una tesi ... .
E poi sono andato a visitare il sito da te segnalato. Beh .... in esso quanto a grossolanità c'è da dire: ad es., si sostiene che un papa, nel 1389, Clemente VII avrebbe dichiarato la Sindone falsa ("Subsequently, in 1389, Pope Clement VII officially declared the shroud to be only a painted 'representation'"). Peccato però che, in quell'anno, non c'era alcun Papa Clemente VII, bensì ci furono due Papi che si avvicendarono nella successione: Urbano VI e Bonifacio IX. Per avere un Clemente VII bisognerà attendere il XVI secolo, visto che questi fu Papa dal 1523 al 1534, all'epoca del sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi e dello scisma di Enrico VIII. :-01#44
L'attendibilità dei sito, che fa parte di quella sorta di "CICAP" americano è del tutto messa fuori gioco da questi dati, che dimostrano la poca dimestichezza con la storia. Un Clemente VII ci fu: era un antipapa e, quindi, quel che poteva dire non ha valore giuridico nè ecclesiastico, visto che non aveva l'autorità della Chiesa. Spacciare questo pirata per "pope" è un'operazione quantomeno disonesta e storicamente discutibile. :-01#44


Su Max Frei vedi quello che ho riportato sopra. Non esiste uno studio serio che arrivi alla conlcusione che la sindone sia autentica. Purtroppo quando i risultati della ricerca non piacciono le persone tendono a non accettarle, e a cercare alternative, e quasi sempre si trova un qualche scienziato un pò strambo o forse solo furbo che canta fuori dal coro e che fornisce qualche argomento pesudoscientifico. Capita nel caso delle piramidi, o del riscaldamento globale. Ma è la comunità scientifica che fa testo, e questo lo ha ammesso anche la chiesa, che, a differenza del popolo superstizioso, non ha bisogno di reliquie per affermare le sue posizioni:

http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/travels/documents/hf_jp-ii_spe_24051998_sindone_it.html
CELEBRAZIONE DELLA PAROLA E VENERAZIONE DELLA SINDONE

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II

[...]Non trattandosi di una materia di fede, la Chiesa non ha competenza specifica per pronunciarsi su tali questioni. Essa affida agli scienziati il compito di continuare ad indagare per giungere a trovare risposte adeguate agli interrogativi connessi con questo Lenzuolo che, secondo la tradizione, avrebbe avvolto il corpo del nostro Redentore quando fu deposto dalla croce. La Chiesa esorta ad affrontare lo studio della Sindone senza posizioni precostituite, che diano per scontati risultati che tali non sono; li invita ad agire con libertà interiore e premuroso rispetto sia della metodologia scientifica sia della sensibilità dei credenti.

Nessuno ha mai sostenuto che si tratta di materia di fede. :-01#44

Patto
29-01-08, 11:13
Perché sarebbe una tesi assurda? Perchè ha argomentato che vi furono errori, avendoli vissuti sulla propria pelle (visto che lavorava in uno dei laboratori che effettuarono le misurazioni)?
Comunque, si pensa che nel 2009 dovrebbero esserci nuovi esami. :-01#44
In ogni caso che vi fossero stati errori, lo provano altre considerazioni (v. QUI (http://www.shroud.it/VHAELST1.PDF)).

È assurda perchè si tratta di un singolo membro di uno solo dei tre laboratori, e che non fa testo, perchè la scienza non funziona così. La scienza si basa sul consenso tra gli scienziati, e il consenso ad oggi è chiaro.



Ciò conferma quel che si sapeva: la pulizia fu essenzialmente fatta con acqua distillata o con sostanze, comunque, non in grado di garantire un'assoluta pulizia dei campioni da inquinamenti. :-01#44
Oggi, a quanto ne so, sono stati sperimentati dei detergenti più sicuri rispetto a quelli più "caserecci" di venti anni fa.

Guarda che i reperti sono stati trattati con acido cloridrico e idrossido di sodio, lavati con detergenti, e messi in un estrattore di Soxhlet, che è un apparecchio usato per estrarre sostanze difficilmente dissolvibili. Non sono metodi caserecci. Ed anche se non avessero tolto tutte le impurità, per arrivare ad un errore di 1300 anni, come ho giá avuto modo di scrivere, oltre la metà del tessuto (il 60%) avrebbe dovuto consistere di impurità, cosa che sarebbe stata impossibile da non notare.




Chi te lo dice? Se fosse vero quel che affermi, non ci sarebbe la possibilità di alcun errore. In assoluto. Ma, la storia del metodo di datazione indicato ha fornito dei falsi clamorosi: v. QUI (http://www.shroud.it/VHAELST5.PDF).
Il problema è questa "fede" smisurata nel radiocarbonio, dimenticando che questo è solo uno dei metodi e, comunque, non fornisce certezze. Per pervenire a sicurezze, bisogna considerare gli apporti anche di altre scienze. L'apporto di una singa scienza o metodo di ricerca non è definitivo, ma costituisce solo un indizio. E' il complesso dei dati raccolti che può dare una sufficiente sicurezza.

Nell' archeologia il C14 viene usato regolarmente, e fornisce sempre datazioni affidabili. Le datazioni errate alle quali ti riferisci furono fatte negli anni 70, da allora i metodi sono migliorati. Se c'è qualche inesattezza si tratta di qualche secolo, ma mai 1300 anni.



Beh .... ho citato reperti specifici dell'area siro-palestinese.
Ad ogni modo, come detto, non si deve dimostrare che ci sia la tessitura a spina di pesce o la torcitura a Z. Ma il concorrere, nello stesso reperto, di queste caratteristiche. Tra l'altro, va anche aggiunto che, a rendere inverosimile qualsivoglia ricerca di somiglianza con reperti medievali, vi è che il telo è tessuto a spina di pesce, con torcitura del filo a Z in senso orario, con in media 39 fili d'ordito per centimetro, cui corrispondono in media 26 passaggi di trama. Questi dati fanno sì che si possa risalire, come tecnica di tessitura, agli usi della tessitura mediorientale nei primi secoli e sono completamente divergenti dalle tecniche di tessitura più recenti, anche a spina di pesce usati in Europa. :-01#44
Quindi, quel che dicevo prima: un solo dato, preso di per sè, è poco significativo. Un insieme di dati aiuta a dipanare la matassa.

E io ti ripeto che nessuna di quelle caratteristiche è in qualche modo particolare o rara. Il fatto che in Siria, per via del clima arido, si siano conservate stoffe del genere non significa che siano peculiari di questo territorio. Ed uno dei motivi principali che non si conoscono tessuti del genere in Europa è che i tessuti europei non vengono analizzati a fondo come la sindone. Se un istituto avesse preso tutti i resti di tessuti europei sottponendoli agli stessi esami della sindone e non fosse riuscito a trovarene uno con le sue caratteristiche allora il tuo argomento sarebbe valido. Perché anche l' archeologia è una scienza che non si basa soltanto su vaghe similitudini.



Il fatto che Max Frei possa aver commesso errori è di per sè prova sufficiente che i suoi esami sui pollini siano dei falsi? Non dimenticare che non era cristiano: era, se non erro, ebreo. :-01#44
Quindi, in quanto tale, aveva tutto l'interesse per smontare una reliquia dell'odiata cristianità. Un'occasione succulenta. :-01#44
A parte ciò, vi è pure un'altra considerazione. I dati di Frei sono stati confermati anche da altri studiosi, che certamente con lui non avevano avuto a che fare. Ed infatti ho ricordato che i suoi esami sono stati confermati, in anni recenti, dal botanico Avinoam Danin e dal palinologo israeliano Uri Baruch (entrambi, ancora una volta, ebrei e, quindi, per nulla "coinvolti" emotivamente). Forse anche questi sono persone di dubbia reputazione scientifica?
Comunque, dal testo da te citato, non mi sembra che vi siano prove contro gli studi di Max Frei, ma solo un preconcetto che viene portato avanti: siccome la Sindone non poteva contenere pollini palestinesi, ecco che Max Frei ha truffato. Curioso modo di procedere scientiicamente, no?
Per dimostrare una tesi, bisogna darne la prova. E qui quale sarebbe? Il fatto che Max Frei sarebbe andato in Terra Santa ed in Turchia a fotografare dei pollini di piante, foto che poi avrebbe utilizzato per dimostrare l'esistenza di pollini sulla Sindone .... . Un po' pochino per smontare una tesi ... .

Avinoam Danin e Uri Baruch hanno semplicemente commentato sulla provenienza dei pollini trovati da Frei, cosa che non conferma la loro autenticità. Il testio postato è uno stralcio di un articolo che spiega perchè i risultati di Frei siano falsi:


http://www.freeinquiry.com/skeptic/shroud/as/schafersman.html
Frei's pollen precisely supported an author's fantastic chronology10 of how the Shroud made it from Jerusalem to Edessa to Constantinople/Byzantium to France, a travelogue totally unsupported by any credible historical or scientific evidence, and this match seemed to me to be too coincidental to be true. Frei's pollen data, in fact, remain to this day the only empirical "evidence" that the Shroud was ever in the Holy Land or Turkey, which is probably why such evidence is still matter-of-factly discussed today by Shroud researchers despite its overwhelmingly fraudulent character.
The sticky tape samples examined by other Shroud investigators, including STURP11 and Walter McCrone12, found very few pollen grains. In fact, as revealed much later, even Max Frei's own sticky tape samples contain very few pollen grains (with one exception, discussed below).13 I knew that the number of pollen grains on these samples was far too few to account for the large number of different species that Max Frei claimed to have found.

I noted that many of the endemic Palestinian and Turkish plants whose pollen Max Frei claimed to have discovered on the Shroud were insect-pollinated, and this makes it extremely unlikely that their pollen could have been transported to the Shroud by the wind. The pollen of such plants is retained by the plants in special organs and can be removed and transported only by the appropriate pollinating insect species; furthermore, such pollen is not adapted to travel by wind, and would not go anywhere even if somehow it came loose from the flowers.

I also demonstrated that it would be essentially impossible (I used the term "miraculous") for the pollen of so many particular Middle Eastern endemic plants from such specific localities to reach Europe by natural winds, while the pollen from many more regions did not fall on the Shroud in France. Long-distance transport of pollen was STURP's explanation for dismissing Frei's data, but it was so ridiculous that Frei's authenticity claim was actually more plausible! I speculated that STURP did not believe or want to be associated with Max Frei's pollen claims, but they did not want to publicly state, as I was willing to do, that fraud was involved, so they concocted the outrageous explanation of intercontinental wind transport of pollen.

I stated that the overwhelming independent historical, artistic, and scientific evidence that the Shroud is a medieval artifact created by a fourteenth-century artist in France was sufficient reason alone to doubt that the Shroud had ever been in Palestine or Turkey, and that Frei's results were therefore strongly suspect--so suspect, in fact, that they could not be taken seriously. Now, with the radiocarbon dating, this argument is even stronger.




E poi sono andato a visitare il sito da te segnalato. Beh .... in esso quanto a grossolanità c'è da dire: ad es., si sostiene che un papa, nel 1389, Clemente VII avrebbe dichiarato la Sindone falsa ("Subsequently, in 1389, Pope Clement VII officially declared the shroud to be only a painted 'representation'"). Peccato però che, in quell'anno, non c'era alcun Papa Clemente VII, bensì ci furono due Papi che si avvicendarono nella successione: Urbano VI e Bonifacio IX. Per avere un Clemente VII bisognerà attendere il XVI secolo, visto che questi fu Papa dal 1523 al 1534, all'epoca del sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi e dello scisma di Enrico VIII. :-01#44
L'attendibilità dei sito, che fa parte di quella sorta di "CICAP" americano è del tutto messa fuori gioco da questi dati, che dimostrano la poca dimestichezza con la storia. Un Clemente VII ci fu: era un antipapa e, quindi, quel che poteva dire non ha valore giuridico nè ecclesiastico, visto che non aveva l'autorità della Chiesa. Spacciare questo pirata per "pope" è un'operazione quantomeno disonesta e storicamente discutibile. :-01#44

Non ho letto il sito, sarà come dici tu. Mi sono limitato a cercare il testo dell' articolo di Nature sui risultati del C14, ed il primo che ho trovato era su quel sito.

Augustinus
29-01-08, 12:45
È assurda perchè si tratta di un singolo membro di uno solo dei tre laboratori, e che non fa testo, perchè la scienza non funziona così. La scienza si basa sul consenso tra gli scienziati, e il consenso ad oggi è chiaro.

Attenzione: qui non si espone una tesi scientifica. Ma un dato dell'esperienza. Qui, chi partecipò, agli esami ha ammesso che vi furono errori. Tutto qui. Quindi, non serve il consenso, visto che si riferiscono dati della propria personale esperienza quale membro di uno dei laboratori che effettuarono le analisi. :-01#44


Guarda che i reperti sono stati trattati con acido cloridrico e idrossido di sodio, lavati con detergenti, e messi in un estrattore di Soxhlet, che è un apparecchio usato per estrarre sostanze difficilmente dissolvibili. Non sono metodi caserecci. Ed anche se non avessero tolto tutte le impurità, per arrivare ad un errore di 1300 anni, come ho giá avuto modo di scrivere, oltre la metà del tessuto (il 60%) avrebbe dovuto consistere di impurità, cosa che sarebbe stata impossibile da non notare.

Nell' archeologia il C14 viene usato regolarmente, e fornisce sempre datazioni affidabili. Le datazioni errate alle quali ti riferisci furono fatte negli anni 70, da allora i metodi sono migliorati. Se c'è qualche inesattezza si tratta di qualche secolo, ma mai 1300 anni.

Mentre quando si tratta di datare reperti sulle grandi distanze temporali (ad es., un osso di un dinosauro) lo sbaglio di qualche millennio o secolo in più o in meno è tollerato o comunque poco rilevante, nel caso si tratta di datare reperti più recenti, lo sbaglio di qualche secolo può avere rilevanza. I casi segnalati, comunque, non riguardano reperti datati negli anni '70, ma anche negli anni '80 e pure successivamente, come chiarito negli articoli da me citati :-01#44
In ogni caso, sugli esami effettuati nel 1988 sono stati avanzati molti dubbi, tutt'altro che infondati. E qui non parlo di una tesi complottista, che pure avrebbe un suo fondamento, e che vorrebbe che i campioni sindonici sarebbero stati sostituiti da altri, ma soprattutto sulla violazione dei protocolli - e questo fu un dato pacifico - da seguire, che certamente, se fossero stati scrupolosamente seguiti, avrebbero potuto dare risultati diversi (v. QUI (http://www.sindone.info/BRUNATI1.PDF) e QUI (http://www.sindone.info/BRUNATI2.PDF)).


E io ti ripeto che nessuna di quelle caratteristiche è in qualche modo particolare o rara. Il fatto che in Siria, per via del clima arido, si siano conservate stoffe del genere non significa che siano peculiari di questo territorio. Ed uno dei motivi principali che non si conoscono tessuti del genere in Europa è che i tessuti europei non vengono analizzati a fondo come la sindone. Se un istituto avesse preso tutti i resti di tessuti europei sottponendoli agli stessi esami della sindone e non fosse riuscito a trovarene uno con le sue caratteristiche allora il tuo argomento sarebbe valido. Perché anche l' archeologia è una scienza che non si basa soltanto su vaghe similitudini.

Altro che vaghe similitudini. Qui si tratta di dare coerenza a quelli che sono i dati noti. :-01#44
Non si può fare la scienza sui "se" (se si fossero conservate stoffe del genere ....).


Avinoam Danin e Uri Baruch hanno semplicemente commentato sulla provenienza dei pollini trovati da Frei, cosa che non conferma la loro autenticità. Il testio postato è uno stralcio di un articolo che spiega perchè i risultati di Frei siano falsi:


http://www.freeinquiry.com/skeptic/shroud/as/schafersman.html
Frei's pollen precisely supported an author's fantastic chronology10 of how the Shroud made it from Jerusalem to Edessa to Constantinople/Byzantium to France, a travelogue totally unsupported by any credible historical or scientific evidence, and this match seemed to me to be too coincidental to be true. Frei's pollen data, in fact, remain to this day the only empirical "evidence" that the Shroud was ever in the Holy Land or Turkey, which is probably why such evidence is still matter-of-factly discussed today by Shroud researchers despite its overwhelmingly fraudulent character.
The sticky tape samples examined by other Shroud investigators, including STURP11 and Walter McCrone12, found very few pollen grains. In fact, as revealed much later, even Max Frei's own sticky tape samples contain very few pollen grains (with one exception, discussed below).13 I knew that the number of pollen grains on these samples was far too few to account for the large number of different species that Max Frei claimed to have found.

I noted that many of the endemic Palestinian and Turkish plants whose pollen Max Frei claimed to have discovered on the Shroud were insect-pollinated, and this makes it extremely unlikely that their pollen could have been transported to the Shroud by the wind. The pollen of such plants is retained by the plants in special organs and can be removed and transported only by the appropriate pollinating insect species; furthermore, such pollen is not adapted to travel by wind, and would not go anywhere even if somehow it came loose from the flowers.

I also demonstrated that it would be essentially impossible (I used the term "miraculous") for the pollen of so many particular Middle Eastern endemic plants from such specific localities to reach Europe by natural winds, while the pollen from many more regions did not fall on the Shroud in France. Long-distance transport of pollen was STURP's explanation for dismissing Frei's data, but it was so ridiculous that Frei's authenticity claim was actually more plausible! I speculated that STURP did not believe or want to be associated with Max Frei's pollen claims, but they did not want to publicly state, as I was willing to do, that fraud was involved, so they concocted the outrageous explanation of intercontinental wind transport of pollen.

I stated that the overwhelming independent historical, artistic, and scientific evidence that the Shroud is a medieval artifact created by a fourteenth-century artist in France was sufficient reason alone to doubt that the Shroud had ever been in Palestine or Turkey, and that Frei's results were therefore strongly suspect--so suspect, in fact, that they could not be taken seriously. Now, with the radiocarbon dating, this argument is even stronger..

Da quello che si comprende, l'articolista da te citato parte da una tesi preconcetta: la Sindone è di origine medievale e francese. Non perviene a questa conclusione attraverso un'analisi piana e convinta dei dati che ha a disposizione; ma "piega" questi dati alla sua tesi preoconcetta, cercando di giustificare i risultati acquisiti alla luce del suo pregiudizio.
Per questo, argomenta che, siccome la Sindone sarebbe stata costruita in Francia, era impossibile che alcuni pollini palestinesi giungessero, trasportati dal vento, dalla Terra Santa o dall Turchia in Francia. E si aggiunge che i pollini, provenienti da queste terre, sarebbero stati inseriti da Max Frei. Ora dimmi: più preconcetto di questo ..... . E se questo è il ragionamento scientifico, c'è ben poco da stare allegri .... .
La Sindone, per questo autore, non poteva gammai essersi trovata in Palestina ed in Turchia!!!! E' così e basta ..... :-01#44 E' un dogma di fede .... laicista .... :D Una tesi preconcetta ed in base a questa si dà una spiegazione per tutto. Non si perviene, quindi, dai dati alla tesi, ma dalla tesi ai dati. E se questi non concordano con la tesi, allora si è di fronte ad una truffa .... .


Non ho letto il sito, sarà come dici tu. Mi sono limitato a cercare il testo dell' articolo di Nature sui risultati del C14, ed il primo che ho trovato era su quel sito.

Il sito è uno dei tanti curati da laicisti come il CICAP (o da equivalenti americani). Ma si sa che questi sono preconcetti a priori .... :-01#44

tnt74
02-02-08, 13:37
"Esami forse sbagliati"


SINDONE, GIALLO SENZA ETÀ


Christopher Bronk Ramsey, direttore del Radiocarbon Accelerator di Oxford, era poco più di un ragazzino quando gli scienziati del laboratorio nel quale già lavorava cercarono di datare il tessuto della Sindone. Il risultato dell’esame, effettuato nel 1988 con il metodo del carbonio 14, oltre che a Oxford, anche a Tucson e a Zurigo, stabilì che il lenzuolo custodito nel Duomo di Torino non poteva essere quello che aveva avvolto il corpo di Gesù dopo la crocifissione. Il decadimento delle particelle dell’isotopo radioattivo nel tessuto di lino indicava infatti una data tra il 1260 e il 1390, in pieno Medioevo.

Ma quell’esame forse era sbagliato. Il dottor Ramsey, il quale passa il suo tempo a datare ossa di dinosauro e uomini di Neanderthal, ha dichiarato in un’intervista alla Bbc, che verrà trasmessa alla vigilia di Pasqua, che i risultati delle rilevazioni dell’88 potrebbero essere messi in discussione dall’evoluzione tecnologica che ha reso nel frattempo più raffinata l’osservazione del carbonio 14. Ad anticipare i contenuti dell’intervista è stato monsignor Giuseppe Ghiberti, presidente della Commissione diocesana per la Sindone di Torino, intervenuto a Novara a un convegno dell’associazione culturale «La nuova Regaldi».

Monsignor Ghiberti, che non ha mai avuto bisogno del conforto di esami scientifici per restare impressionato dalla corrispondenza tra il racconto letterario dei Vangeli e l’immagine impressa nel lenzuolo, ha spiegato che il ripensamento del dottor Ramsey è dovuto probabilmente alle stesse ragioni che all’epoca erano state addotte per contestare la datazione medioevale: la Sindone non è arrivata agli scienziati del Novecento in un contenitore sigillato. È stata esposta all'aria, custodita in condizioni che non conosciamo, maneggiata e parzialmente bruciata nell’incendio del 1532 della cattedrale di Chambéry, trasportata dalla Palestina in Francia. Un lungo e tormentato viaggio nei paesi e nei secoli, che può avere contaminato il lenzuolo rendendo l’esame del C14 approssimativo. Lo stesso chimico statunitense Willard Frank Libby, che aveva ideato il metodo e vinto il premio Nobel per questo, aveva sconsigliato di applicarlo alla Sindone. Ramsey avrebbe scoperto che la datazione di una particolare materia organica presente sul lenzuolo varia proprio a seconda delle condizioni in cui è stata custodita, cosa che nell’esame del 1988 era ignota agli scienziati.

La Sindone di Torino riapre dunque il suo mistero, che ci accompagna da secoli e sembra non trovare mai una soluzione. Quando il criminologo svizzero Max Frei Sulzer scoprì che sul tessuto di lino sono presenti spore e pollini caratteristici della Palestina venne duramente contestato e accusato di avere manipolato i risultati. «Frei - dice monsignor Ghiberti - era stato straordinariamente preciso. Le spore che aveva individuato erano caratteristiche di una zona che andava da Gerusalemme a una zona limitrofa nel deserto arabico». Se si trattava di un falso medioevale, come l’esame dell’88 aveva affermato, era stato sicuramente molto ben congegnato: il lino è filato e tessuto a mano a spina di pesce e con torcitura in senso orario, una tecnica usata in Medio Oriente ai tempi di Gesù. Sul lenzuolo sono state inoltre trovate fibre di cotone (che all’epoca era coltivato in Egitto e Palestina, ma non in Europa) e nessuna fibra di lana, in osservanza della legge mosaica che nel Deuteronomio (22,11) prescrive di tenere separata la lana dal lino.

«Questi sono indizi importanti - afferma monsignor Ghiberti - ma la verità è che nessuno scienziato è riuscito finora a spiegare come sia stato possibile imprimere l’immagine sul lenzuolo. Qualunque ricercatore coscienzioso è costretto ad ammettere che questo è ancora un mistero irrisolto». Ma non è il solo: l’incredibile corrispondenza dei tratti con quella di un corpo crocifisso lascia ancora attoniti tutti gli osservatori, come avvenne nel 1898 quando un fotografo notò per la prima volta che l’immagine impressa in negativo era molto più riconoscibile di quella in positivo. L’uomo della Sindone è un maschio di circa 30 anni, con tratti mediorientali, muscoloso e più alto della media dell’epoca, abituato a lavori manuali. Le tracce di sangue raccontano il suo martirio, l’assenza dei pollici delle mani, ripiegati all’interno, confermano la lesione del nervo mediano, provocata dai chiodi infissi nei polsi.

«Questa visione di sofferenza - afferma monsignor Ghiberti - ci lascia attoniti per due caratteristiche toccanti, che non sono presenti in altri racconti di crocifissioni: la corona di spine e il colpo di lancia inferto a un cadavere, come dimostrato dagli esami del professor Baima Bollone. È l’osservazione di questi particolari confrontata con il racconto del Vangelo di Giovanni ad avermi convinto che ci sono altissime probabilità che nella Sindone si veda proprio il corpo di Cristo».


Vittorio Sabadin – da La Stampa del 26 gennaio 2008


Link (http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cultura/200801articoli/5769girata.asp)


http://www.silviadue.net/vari/sudario.jpg (http://www.silviadue.net/vari/sudario.jpg)


L'articolo su "La stampa" è stata una "bufala"!!:-0008n

http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273508

Silvia
02-02-08, 15:26
L'articolo su "La stampa" è stata una "bufala"!!:-0008n

http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273508

Non lo sapevo… :eek: Ti ringrazio per aver riportato la notizia.

Comunque, ho letto poco fa che l'analisi al Carbonio 14 sarà ripetuta e che i risultati verranno resi noti dalla Bbc la sera del Sabato Santo ( http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/spettacoli_e_cultura/sindone-giallo/sindone-giallo/sindone-giallo.html ).

Del resto non è la prima volta che il test del 1988 viene messo in discussione: già due anni fa, uno studio condotto in Nuovo Messico, ventilava l'ipotesi che l'esame sarebbe stato condotto su un "campione sbagliato", prelevato non dal lenzuolo originale, ma da una pezza medievale usata per ripararlo (post 19 di questo 3d).

Aspettiamo con ansia i nuovi risultati... ;)

Augustinus
02-02-08, 17:54
L'articolo su "La stampa" è stata una "bufala"!!:-0008n

http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273508

Non penso che La Stampa abbia sbagliato, visto che riportava quanto lo stesso scienziato dichiarava nel corso di un'intervista alla BBC, che sarà mandata in onda il prossimo Sabato Santo.
Più che "smentita", direi più esattamente che qui lo scienziato ha fatto retromarcia, forse per non perdere il suo posto (stante le critiche velate che erano rivolte ai suoi "datori di lavoro") ..... Tutti hanno famiglia :D :D :D

tnt74
02-02-08, 18:13
Non lo sapevo… :eek: Ti ringrazio per aver riportato la notizia.

Comunque, ho letto poco fa che l'analisi al Carbonio 14 sarà ripetuta e che i risultati verranno resi noti dalla Bbc la sera del Sabato Santo ( http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/spettacoli_e_cultura/sindone-giallo/sindone-giallo/sindone-giallo.html ).

Del resto non è la prima volta che il test del 1988 viene messo in discussione: già due anni fa, uno studio condotto in Nuovo Messico, ventilava l'ipotesi che l'esame sarebbe stato condotto su un "campione sbagliato", prelevato non dal lenzuolo originale, ma da una pezza medievale usata per ripararlo (post 19 di questo 3d).

Aspettiamo con ansia i nuovi risultati... ;)

Pensare che basterebbe consegnare l'intera sindone a un gruppo di riceratori..lasciargliela un mesetto e il mistero sarebbe svelato al 100%:i

tnt74
02-02-08, 18:17
Non penso che La Stampa abbia sbagliato, visto che riportava quanto lo stesso scienziato dichiarava nel corso di un'intervista alla BBC, che sarà mandata in onda il prossimo Sabato Santo.
Più che "smentita", direi più esattamente che qui lo scienziato ha fatto retromarcia, forse per non perdere il suo posto (stante le critiche velate che erano rivolte ai suoi "datori di lavoro") ..... Tutti hanno famiglia :D :D :D

Pensi che abbia fatto alla Berlusconi?...l'abbia sparata e poi abbia dato la colpa ai giornalisti?:D..mi fermo qui..visto che l'ultima volta a causa del Berlusca sono stato bannato da politicaonline un paio di mesi!:-00w09d

Augustinus
04-02-08, 13:55
Pensi che abbia fatto alla Berlusconi?...l'abbia sparata e poi abbia dato la colpa ai giornalisti?:D..mi fermo qui..visto che l'ultima volta a causa del Berlusca sono stato bannato da politicaonline un paio di mesi!:-00w09d

L'esempio non è calzante. Piuttosto direi che siccome ha criticato il proprio datore di lavoro ... è tornato sui suoi passi (ammesso che lo scoop del cicap sia vero, ma su questo ci sarei molto cauto, visto che in passato proprio sulla Sindone ha detto delle panzane, come sopra segnalato .... e poi si guarda bene dallo studiare "in presa diretta" il tessuto) per non perdere il posto.
E' un comportamento naturale. :-01#44

Augustinus
04-02-08, 13:59
Pensare che basterebbe consegnare l'intera sindone a un gruppo di riceratori..lasciargliela un mesetto e il mistero sarebbe svelato al 100%:i

Ma la Sindone è stata ben più di un mesetto negli anni '70 in mano a ricercatori. Ovviamente serve che questi siano onesti. Intellettualmente, intendo. :-01#44

tnt74
04-02-08, 14:22
Ma la Sindone è stata ben più di un mesetto negli anni '70 in mano a ricercatori. Ovviamente serve che questi siano onesti. Intellettualmente, intendo. :-01#44

Bè..in quel caso però furono costretti a portarsi tutte le attrezzature da casa, ogni mossa era controllata da qualche "chierico" e i campioni per la datazione furono secondo me troppo pochi..e poi vuoi mettere le tecnologie di oggi con quelle di trent'anni fa?:-0#09o
Riguardo all'onestà, ritengo che uno scienziato ateo sarebbe tutt'altro che dispiaciuto nello scoprire che esiste un Dio..al contrario uno "religioso" credo sarebbe più "predisposto" a forzare i risultati dei vari Test:fru

Augustinus
04-02-08, 14:37
Bè..in quel caso però furono costretti a portarsi tutte le attrezzature da casa, ogni mossa era controllata da qualche "chierico" e i campioni per la datazione furono secondo me troppo pochi..e poi vuoi mettere le tecnologie di oggi con quelle di trent'anni fa?:-0#09o
Riguardo all'onestà, ritengo che uno scienziato ateo sarebbe tutt'altro che dispiaciuto nello scoprire che esiste un Dio..al contrario uno "religioso" credo sarebbe più "predisposto" a forzare i risultati dei vari Test:fru

Sai .... l'occhio del chierico - visto che la Sindone è di proprietà della santa Sede - è necessario per evitare che qualche scienziato pazzo (e ce ne sono) possa dire o fare qualcosa ... diciamo ... di poco onesto.
E poi si sa: Oculus domini saginat equum, cioè l'occhio del padrone ingrassa il cavallo. :D
Lo scienziato ateo sarebbe disposto ad ammettere l'esistenza di Dio? Ne dubito. Gli atei sono in malafede e quindi neppure se vedessero risuscitare un morto sotto i loro occhi vorranno credere, se non sono toccati dalla Grazia divina. :-01#44

tnt74
04-02-08, 14:49
Sai .... l'occhio del chierico - visto che la Sindone è di proprietà della santa Sede - è necessario per evitare che qualche scienziato pazzo (e ce ne sono) possa dire o fare qualcosa ... diciamo ... di poco onesto.
E poi si sa: Oculus domini saginat equum, cioè l'occhio del padrone ingrassa il cavallo. :D
Lo scienziato ateo sarebbe disposto ad ammettere l'esistenza di Dio? Ne dubito. Gli atei sono in malafede e quindi neppure se vedessero risuscitare un morto sotto i loro occhi vorranno credere, se non sono toccati dalla Grazia divina. :-01#44

Riguardo alla malafede mi fai venire in mente una storiella sentita tempo fa...
C'era un prete che un giorno all'improvviso si rese conto di aver perso la fede!..immaginatevi il suo stato d'animo...era disperato...quindi cosa fa?...si precipita al cospetto del Papa!..così appena riesce a farsi ricevere si inginocchia davanti a lui dicendogli:" Santo Padre sono disperato..mi aiuti!!...ho perso la fede..NON CREDO PIU' IN DIO!!!!!"...e il Papa..."non ti preoccupare figliolo...basta che fai finta.":-0008n

Augustinus
04-02-08, 17:16
Riguardo alla malafede mi fai venire in mente una storiella sentita tempo fa...
C'era un prete che un giorno all'improvviso si rese conto di aver perso la fede!..immaginatevi il suo stato d'animo...era disperato...quindi cosa fa?...si precipita al cospetto del Papa!..così appena riesce a farsi ricevere si inginocchia davanti a lui dicendogli:" Santo Padre sono disperato..mi aiuti!!...ho perso la fede..NON CREDO PIU' IN DIO!!!!!"...e il Papa..."non ti preoccupare figliolo...basta che fai finta.":-0008n

Metti il dito nella piaga ..... :D :D :D
Per fortuna un cattolico non crede sull'autorità degli uomini e neppure della Chiesa. :-01#44

Silvia
25-03-08, 12:35
LA SCIENZA AMMETTE:
"FORSE SULLA SINDONE ABBIAMO SBAGLIATO"

Esperti americani ed europei confidano alla Bbc: «Gli esami dell’88 non soddisfano, bisogna rifarli»

Per vent’anni, dopo la datazione con il Carbonio 14 effettuata in tre laboratori diversi arrivati alla stessa conclusione, abbiamo pensato che la Sindone di Torino fosse una delle tante false reliquie medioevali, solo un poco più misteriosa e complessa. Ma ora un autorevole gruppo di scienziati americani ed europei, alcuni dei quali parteciparono agli esami condotti a Oxford, Zurigo e Tucson nel 1988, afferma che quegli esami potrebbero avere dato un risultato distorto e sollecita una nuova definitiva indagine sul lenzuolo di lino più famoso e discusso della storia.

L’appello è motivato con solide argomentazioni in un documentario, «Shroud of Turin» (Sindone di Torino) trasmesso alla vigilia di Pasqua dalla Bbc in prima serata, destinato a riaprire il dibattito tra chi non ha mai dubitato che la Sindone conservi miracolosamente impressa la figura martoriata di Gesù deposto dalla croce e chi invece ritiene il sudario conservato a Torino una delle tante iconiche rappresentazioni del Cristo che circolavano in Europa e Medio Oriente nel dodicesimo e tredicesimo secolo.

Per venirne a capo, il regista David Rolfe, già autore nel 1978 di un altro filmato di grande successo sulla Sindone, «Il testimone silenzioso», accompagnato da uno dei volti più noti della Bbc, il giornalista ex inviato di guerra Rageh Omaar, ha viaggiato da Gerusalemme a Istanbul, dall’Università del Colorado a Oxford partendo dalle navate del Duomo di Torino, dove ha potuto filmare per la prima volta la Sindone in alta definizione. Il loro percorso è un affascinante viaggio nel tempo e nello spazio alla ricerca di indizi storici e prove scientifiche, che convince anche il più laico degli spettatori sulla necessità di indagare a fondo e di utilizzare le nuove conoscenze scientifiche di cui disponiamo per arrivare a una conclusione certa.


http://www.silviadue.net/vari/sindone_riprese.jpg
Un’immagine delle riprese fatte a Torino dalla troupe di David Rolfe
per il documentario trasmesso dalla Bbc

E’ incredibile quante persone nel mondo si occupino con passione e competenza della Sindone. Uno dei più esperti è un professore di cosmologia, John Jackson, che nel 1978 faceva parte di un gruppo di scienziati che ebbe a disposizione il lenzuolo a Torino per una settimana, un privilegio mai più concesso a nessuno. Durante quella visita, Jackson raccolse una quantità di dati impressionante, che ha custodito ed elaborato con cura nel «Turin shroud centre» di Colorado Springs. «Quando si parla di un falso medioevale - ha detto il professor Jackson alla Bbc - la prima domanda che dobbiamo farci è come è stato realizzato. Nessuno degli esperimenti che abbiamo eseguito qui, utilizzando dalla vernice ai manichini riscaldati, ha prodotto impronte simili a quelle della Sindone».

Le macchie di sangue, ha dimostrato Jackson utilizzando un modello di polistirolo, combaciano perfettamente solo se il telo viene appoggiato su di un corpo a tre dimensioni e non se vengono dipinte su una superficie piana.

Partendo dall’inizio del 1300, data «accertata» dall’esame del C-14, ogni viaggio e ogni indizio raccolto dalla troupe della Bbc riporta indietro l’orologio della datazione. Prima a Costantinopoli, dove un lenzuolo raffigurante Cristo venne portato via da un crociato nel 1204: la Sindone fu esposta per la prima volta a Lirey, in Francia, da uno dei discendenti di quel crociato, Goffredo di Charny. Poi a Oviedo, dove è custodito forse lo stesso sudario di cui parla Giovanni nel suo Vangelo: un piccolo telo che è sicuramente stato avvolto sul capo di una persona issata su una croce e che portava una corona di spine. A differenza della Sindone, le impronte sono solo di sangue e non evidenziano nessun volto. Ma il gruppo sanguigno, AB, è lo stesso del lenzuolo di Torino. Se l’analogia ha basi concrete, l’orologio va spostato ancora più indietro, perché il Sudario di Oviedo è datato con certezza storica al quinto secolo.

Decine di indizi, di testimonianze storiche e di ricerche scientifiche portano a pensare che la Sindone risalga davvero ai tempi di Cristo e che nell’esaminare il decadimento dell’isotopo del carbonio i tre laboratori non abbiano considerato le contaminazioni che il lenzuolo ha subito nel corso dei secoli: è stato maneggiato, esposto all’aria, salvato da un incendio.

Il professor Jackson ha ora proposto di sottoporre un pezzo di lino contemporaneo allo stesso tipo di contaminazione subito dalla Sindone e di datarlo in uno dei laboratori che fecero l’esame nel 1988, quello del professor Christopher Ramsey a Oxford, per verificare se la contaminazione può avere determinato un errore.

«Pare proprio esserci un conflitto - ammette Ramsey - tra le misurazioni del radiocarbonio e tutte le altre prove raccolte sulla Sindone. Credo che tutte le persone che hanno lavorato in questo campo debbano considerare in modo critico le conclusioni alle quali sono arrivate, in modo da consentirci di ricavare una storia coerente, che ci dica la verità su questo intrigante pezzo di stoffa».


Vittorio Sabadin su La Stampa del 23 marzo 2008

Link (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/200803articoli/31254girata.asp)

Carnby
25-03-08, 19:58
Il sito è uno dei tanti curati da laicisti come il CICAP (o da equivalenti americani). Ma si sa che questi sono preconcetti a priori ....

Non sono del tutto d'accordo con questo giudizio sul CICAP, che non è l'UAAR ed è addirittura accusato da qualche ultra-laicista di essere conciliante con la Chiesa, per non prendere posizioni di tipo teologico. Inoltre da quanto posso vedere il CSI (ex-CSICOP) americano ha in genere posizioni più antireligiose del CICAP italiano. Ovviamente esiste la tentazione dell'uomo moderno (e in particolare dello scienziato, ancora di più se laureato in fisica) di voler spiegare razionalmente tutte le cose e di negare sistematicamente tutto quanto non torna secondo questo modello di pensiero. Per il cristiano la Sindone è principalmente oggetto di contemplazione perché la figura impressa ricorda in modo impressionante le ferite sofferte durante la Passione di Gesù Cristo. La Chiesa non prende posizione ufficiale sull'autenticità della Sindone (anche se a titolo personale dei Pontefici si sono espressi per l'autenticità) ma raccomanda che sia trattata con rispetto anche da chi non crede che sia autentica.

Augustinus
26-03-08, 11:55
Non sono del tutto d'accordo con questo giudizio sul CICAP, che non è l'UAAR ed è addirittura accusato da qualche ultra-laicista di essere conciliante con la Chiesa, per non prendere posizioni di tipo teologico. Inoltre da quanto posso vedere il CSI (ex-CSICOP) americano ha in genere posizioni più antireligiose del CICAP italiano. Ovviamente esiste la tentazione dell'uomo moderno (e in particolare dello scienziato, ancora di più se laureato in fisica) di voler spiegare razionalmente tutte le cose e di negare sistematicamente tutto quanto non torna secondo questo modello di pensiero. Per il cristiano la Sindone è principalmente oggetto di contemplazione perché la figura impressa ricorda in modo impressionante le ferite sofferte durante la Passione di Gesù Cristo. La Chiesa non prende posizione ufficiale sull'autenticità della Sindone (anche se a titolo personale dei Pontefici si sono espressi per l'autenticità) ma raccomanda che sia trattata con rispetto anche da chi non crede che sia autentica.

Condivisibile sul fatto che la Sindone sia una veneranda icona di Cristo. Ma è anche una reliquia.
Ad ogni buon conto, quanto al CICAP, bisogna dire che, più che tentazione, parlerei di ferma convinzione: del resto, tra gli scopi statutari dell'associazione vi è la decisa negazione di qualsivoglia fenomeno soprannaturale, che viene visto, per partito preso, come opera di abili imbroglioni. Non a caso, il CICAP ha posto in palio il famoso "milione" di euro (se non ricordo male) a chiunque dimostrasse un fenomeno paranormale o soprannaturale. Più partito preso di così????!!!! E' chiaro che si tratta di un'irrisione.
Aggiungo che, a queste vere e proprie limitazioni mentali, il CICAP aggiunge un'altra: cioè la pretesa di voler "coltivare" campi che non gli sono propri, come la storia (dove ha commesso delle bufale proprio nel caso della Sindone) o la teologia, e quella di ignorare gli esperimenti compiuti dai "testimoni" diretti, cioè da parte di chi, in un modo o nell'altro, è venuto a contatto col "fenomeno" (sia esso la Sindone o il sangue di S. Gennaro). E qui, da ultimo, mi riferisco al fatto che si ignorino gli studi, ad es., del prof. Baima Bollone, che certamente non può essere accusato di "partito preso". Ma è piuttosto il CICAP a dimostrare come esso stesso assuma posizioni decisamente preconcette. Forse per paura di dover pagare? :D

Carnby
26-03-08, 13:30
Condivisibile sul fatto che la Sindone sia una veneranda icona di Cristo. Ma è anche una reliquia.
In che senso intendi "reliquia"? Se intendi che la Chiesa la riconosce come sicuramente autentica ti sbagli di grosso: http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/travels/documents/hf_jp-ii_spe_24051998_sindone_it.htmlChe poi un Papa (o qualunque altra persona) a titolo personale si pronunci a favore dell'autenticità è perfettamente legittimo, così come uno che avanzi dubbi.
Ad ogni buon conto, quanto al CICAP, bisogna dire che, più che tentazione, parlerei di ferma convinzione: del resto, tra gli scopi statutari dell'associazione vi è la decisa negazione di qualsivoglia fenomeno soprannaturale, Non sono un cicappino ma quello che scrivi è falso. Non nega la possibilità di fenomeni paranormali e/o soprannaturali, semplicemente si dice che non possano essere propagandati come veritieri se non adeguatamente controllati. Che poi ci siano nel comitato personalità ostili a ogni fenomeno insolito è sicuramente vero, ciò nonostante questo non fa parte dello statuto dell'associazione.
Non a caso, il CICAP ha posto in palio il famoso "milione" di euro (se non ricordo male) a chiunque dimostrasse un fenomeno paranormale o soprannaturale.Falso. Il "milione di dollari" (non di euro) è stato messo in palio dalla JREF (James Randi Educational Foundation) a chiunque dimostri, in condizioni di controllo, una qualche facoltà o un qualche fenomeno paranormale. La JREF è un'associazione laicista e ultrarazionalista (basta leggersi l' Encyclopedia of Claims, Frauds, and Hoaxes of the Occult and Supernatural) ma non è in alcun modo collegato al CICAP anche se ci sono sicuramente simpatizzanti di entrambe le associazioni (e in alcuni casi sul sito del CICAP sono comparsi collegamenti al sito del JREF).

Aggiungo che, a queste vere e proprie limitazioni mentali, il CICAP aggiunge un'altra: cioè la pretesa di voler "coltivare" campi che non gli sono propri, come la storia (dove ha commesso delle bufale proprio nel caso della Sindone) Quali bufale? Non mi risultano.
o la teologia, Il CICAP non prende posizioni di tipo teologico, a differenza di altre associazioni scettiche.
e quella di ignorare gli esperimenti compiuti dai "testimoni" diretti, cioè da parte di chi, in un modo o nell'altro, è venuto a contatto col "fenomeno" (sia esso la Sindone o il sangue di S. Gennaro). Se i testimoni diretti non seguono una procedura di controllo, la loro testimonianza non può avere valore scientifico. Vale sia per i fenomeni religiosi che per quelli non religiosi.
E qui, da ultimo, mi riferisco al fatto che si ignorino gli studi, ad es., del prof. Baima Bollone, che certamente non può essere accusato di "partito preso". Ma se fu proprio Baima Bollone a dire in televisione che secondo alcuni studi la datazione del tessuto della Sindone non corrispondeva al I secolo (probabilmente citando la datazione non ufficiale del 1982)http://it.wikipedia.org/wiki/Esame_del_Carbonio_14_sulla_Sindone
Ma è piuttosto il CICAP a dimostrare come esso stesso assuma posizioni decisamente preconcette. Forse per paura di dover pagare? Ironia fuori luogo, come ho dimostrato sopra. Comunque nel CICAP ci sono o ci sono state anche personalità credenti, non solo atei o agnostici.

Augustinus
26-03-08, 14:37
In che senso intendi "reliquia"? Se intendi che la Chiesa la riconosce come sicuramente autentica ti sbagli di grosso: http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/travels/documents/hf_jp-ii_spe_24051998_sindone_it.html Che poi un Papa (o qualunque altra persona) a titolo personale si pronunci a favore dell'autenticità è perfettamente legittimo, così come uno che avanzi dubbi.

Personalmente Giovanni Paolo II poteva dire quel che gli pareva. Io sono tra i cattolici tradizionalisti che, sebbene non sedevacantisti, ha delle forti perplessità su quanto i Papi post-conciliari dicono e fanno. Quindi, non mi si può citare il loro "insegnamento". Diverso sarebbe stato per quanto riguarda un Pontefice precedente. Ma questo è un altro discorso.


Non sono un cicappino ma quello che scrivi è falso. Non nega la possibilità di fenomeni paranormali e/o soprannaturali, semplicemente si dice che non possano essere propagandati come veritieri se non adeguatamente controllati. Che poi ci siano nel comitato personalità ostili a ogni fenomeno insolito è sicuramente vero, ciò nonostante questo non fa parte dello statuto dell'associazione.

Questa "difesa d'ufficio" del CICAP pare alquanto sospetta .... :D
Il problema è che, comunque, questi figuri si tengono lontani da esami "diretti", ma cercano di riprodurre in laboratorio i suddetti fenomeni. Il che è assurdo. Sarebbe come se un medico, visitasse il paziente ..... a distanza .... magari telefonicamente .... :D Non potrà mai avere il "polso" della situazione. E la stessa cosa è pure qui.


Falso. Il "milione di dollari" (non di euro) è stato messo in palio dalla JREF (James Randi Educational Foundation) a chiunque dimostri, in condizioni di controllo, una qualche facoltà o un qualche fenomeno paranormale. La JREF è un'associazione laicista e ultrarazionalista (basta leggersi l' Encyclopedia of Claims, Frauds, and Hoaxes of the Occult and Supernatural) ma non è in alcun modo collegato al CICAP anche se ci sono sicuramente simpatizzanti di entrambe le associazioni (e in alcuni casi sul sito del CICAP sono comparsi collegamenti al sito del JREF).

Non si tratta solo di simpatizzanti, ma di veri e propri collegamenti, visto che su questo "premio" il CICAP ed il CSICOP fondano il loro ben noto sarcasmo. Basta inserire, con qualsiasi motore di ricerca, CICAP e milione di dollari, che ci si accorgerà come questo premio sia "sponsorizzato" dall'associazione. :-01#44


Quali bufale? Non mi risultano.Il CICAP non prende posizioni di tipo teologico, a differenza di altre associazioni scettiche.)

Non hai seguito allora con attenzione quanto scritto nei precedenti post. Ad es., proprio con riferimento alla Sindone, confondono Papi ed antipapi (Clemente VII, vissuto nel XVI sec., con Clemente VII, antipapa, vissuto nel XIV sec.), il che non è solo una sottigliezza. Ma ha profili sostanziali e rilevanti.
Dici che non hanno posizioni teologiche? Non è vero. Questo è solo in apparenza. Ma il fatto che tentino di voler dimostrare questioni che richiedono anche l'assenso di fede (pensa, ad es., al miracolo eucaristico di Lanciano, che viene vituperato dal CICAP), beh ... allora ... le cose stanno diversamente.
E qui vorrei andare al sangue di S. Gennaro. Proprio nel loro sito, citandosi Calvino QUI (http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100062), si compie una precisa scelta di campo. Teologico, ovviamente. senza contare che lascia peraltro intendere che la Chiesa avrebbe abusato della credulità popolare, permettendo il culto di questa reliquia "falsa". E questa non è un'opzione pure teologica? Cerchiamo di essere seri.


Se i testimoni diretti non seguono una procedura di controllo, la loro testimonianza non può avere valore scientifico.

Perchè quelli del CICAP seguono le procedure di controllo dovute? :lol :lol :lol
Ma se stanno a debita distanza di sicurezza e quindi nulla sanno dei "fenomeni"? Un "fenomeno", per quanto possibile, va studiato in loco, consultando testi storici, testimonianze, e, per quanto possibile, esaminandolo direttamente. Ed invece, no: loro si mantegono a distanza, nei loro laboratori. E così prendono delle cantonate. Come ad es., quella sul sangue di S. Gennaro, di cui non hanno spiegato perché, ad es., nell'ultima occasione, non si è liquefatto: se ogni volta serve una "bottarella", perché un paio di mesi fa, nonostante le "bottarelle", non si è liquefatto? Ho capito forse: può darsi che non siano state date le "bottarelle" nel numero prestabilito dal CICAP :D
Questo deriva dal fatto, appunto, che si esamina a distanza il "fenomeno".


Vale sia per i fenomeni religiosi che per quelli non religiosi.Ma se fu proprio Baima Bollone a dire in televisione che secondo alcuni studi la datazione del tessuto della Sindone non corrispondeva al I secolo (probabilmente citando la datazione non ufficiale del 1982)http://it.wikipedia.org/wiki/Esame_del_Carbonio_14_sulla_SindoneIronia fuori luogo, come ho dimostrato sopra. Comunque nel CICAP ci sono o ci sono state anche personalità credenti, non solo atei o agnostici.

Baima Bollone, cosa avrebbe detto? :lol
Questo è il tipico modo in cui si distorce una notizia. Baima Bollone si riferiva agli studi, meglio alle analisi del 1988, col C 14, che egli, però, ha sempre rifiutato, giacché, avendo esaminato da vicino il "fenomeno" (secondo, quindi, una corretta visione scientifica), è stato sempre convinto degli errori commessi in quelle analisi (v. QUI (http://www.exultet.it/approfondimento.html)). Lo provano i suioi innumerevoli studi e pubblicazioni sul punto.
Evidentemente, la distorta notizia su wikipedia (che, tu sai, è facilmente modificabile) sarà stata inserita da qualche laicista, che, ovviamente, si diletta ad alterare il pensiero altrui.
Poi che all'interno del CICAP vi siano "credenti", bisogna intendersi: nessun vero cattolico ne farà parte; se intendi i protestanti, beh ... il livello è lo stesso di quegli degli atei ed agnostici; non hanno la fede. A mio avviso, sono sullo stesso piano. E la riprova è che hanno posizioni non dissimili da quelle dei secondi.

Carnby
26-03-08, 16:04
Personalmente Giovanni Paolo II poteva dire quel che gli pareva. Io sono tra i cattolici tradizionalisti che, sebbene non sedevacantisti, ha delle forti perplessità su quanto i Papi post-conciliari dicono e fanno. Quindi, non mi si può citare il loro "insegnamento". Diverso sarebbe stato per quanto riguarda un Pontefice precedente. Ma questo è un altro discorso.
La Sindone non è una questione di fede. Se pensi questo, per favore citami dei documenti che dicono altrimenti rispetto a quello che ho postato di Giovanni Paolo II (che io, a differenza di te, ritengo perfettamente valido e condivisibile; tra l'altro personalmente credeva all'autenticità della Sindone).

Questa "difesa d'ufficio" del CICAP pare alquanto sospetta .... Se intendi che sia iscritto o simpatizzante del CICAP ti sbagli di grosso. Sono d'accordo su alcune cose e in disaccordo su altre.

Il problema è che, comunque, questi figuri si tengono lontani da esami "diretti", ma cercano di riprodurre in laboratorio i suddetti fenomeni. Ma se una cosa deve essere accerttata per fede (anche quando non è materia di fede) non c'è bisogno di esami, no?

Non si tratta solo di simpatizzanti, ma di veri e propri collegamenti, visto che su questo "premio" il CICAP ed il CSICOP fondano il loro ben noto sarcasmo. Basta inserire, con qualsiasi motore di ricerca, CICAP e milione di dollari, che ci si accorgerà come questo premio sia "sponsorizzato" dall'associazione. Bah, io posso assicurare che ci sono membri del CICAP (per esempio Polidoro)che sarebbero ben contenti di vedere un fenomeno paranormale in condizioni di controllo. Lo stesso non posso assicurare del CSI (ex-CSICOP) e soprattutto della JREF.

Non hai seguito allora con attenzione quanto scritto nei precedenti post. Ad es., proprio con riferimento alla Sindone, confondono Papi ed antipapi (Clemente VII, vissuto nel XVI sec., con Clemente VII, antipapa, vissuto nel XIV sec.), il che non è solo una sottigliezza. Ma ha profili sostanziali e rilevanti.Infatti è per questo che non sono un simpatizzante. Però su certe cose sono d'accordo.
Dici che non hanno posizioni teologiche? Non è vero. Questo è solo in apparenza. Ma il fatto che tentino di voler dimostrare questioni che richiedono anche l'assenso di fede (pensa, ad es., al miracolo eucaristico di Lanciano, che viene vituperato dal CICAP), beh ... allora ... le cose stanno diversamente.Intendiamoci: se il CICAP avesse detto che la transustanziazione è falsa allora potrei darti ragione. Non conoscevo i dettagli del miracolo di Lanciano, sul quale il CICAP non ha una risposta definitiva. In passato però avevo letto del miracolo di BolsenaLa loro posizione su quest'ultimo è che potrebbe essersi trattato di un fenomeno naturale. Teologicamente può cambiare ben poco perché sono anche le circostanze che rendono prodigioso (o meglio provvidenziale) un evento. Si può sempre argomentare che sono le circostanze in cui si è prodotto (ostia consacrata, prete scettico sulla transustanziazione ecc..) che non sono certo casuali a riconoscervi l'intervento divino.

E qui vorrei andare al sangue di S. Gennaro. Proprio nel loro sito, citandosi Calvino QUI (http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100062), si compie una precisa scelta di campo. Teologico, ovviamente. senza contare che lascia peraltro intendere che la Chiesa avrebbe abusato della credulità popolare, permettendo il culto di questa reliquia "falsa". E questa non è un'opzione pure teologica? Cerchiamo di essere seri.Il sangue di san Gennaro non è argomento di fede in senso stretto. Ergo, non è un argomento teologico. Non sono d'accordo sull'irrverenza (come ho già detto prima non sono un simpatizzante né un iscritto) riguardo alla "credulità popolare" di cui la Chiesa avrebbe abusato.
Ma se stanno a debita distanza di sicurezza e quindi nulla sanno dei "fenomeni"? Un "fenomeno", per quanto possibile, va studiato in loco, consultando testi storici, testimonianze, e, per quanto possibile, esaminandolo direttamente. Le testimonianze storiche hanno poco valore in quanto non osservate in condizioni di controllo. Inoltre, naturalmente, il sangue di san Gennaro non può essere analizzato direttamente perché sigillato.
Ed invece, no: loro si mantegono a distanza, nei loro laboratori. E così prendono delle cantonate. Come ad es., quella sul sangue di S. Gennaro, di cui non hanno spiegato perché, ad es., nell'ultima occasione, non si è liquefatto: se ogni volta serve una "bottarella", perché un paio di mesi fa, nonostante le "bottarelle", non si è liquefatto? Ho capito forse: può darsi che non siano state date le "bottarelle" nel numero prestabilito dal CICAP Questo deriva dal fatto, appunto, che si esamina a distanza il "fenomeno".
La loro ipotesi è che si tratti di una sostanza tissotropica, qundi la liquefazione/non liquefazione non dipende solo dalle "bottarelle" ma anche da altri fattori ambientali e chimico-fisici (come la temperatura).
Baima Bollone, cosa avrebbe detto?

Questo è il tipico modo in cui si distorce una notizia. Baima Bollone si riferiva agli studi, meglio alle analisi del 1988, col C 14, che egli, però, ha sempre rifiutato,Non è farina del sacco del CICAP, questo è quanto io ho sentito in un trasmissione televisiva qualche tempo fa e non parlava dell'esame del 1988.
Poi che all'interno del CICAP vi siano "credenti", bisogna intendersi: nessun vero cattolico ne farà parte; se intendi i protestanti, beh ... il livello è lo stesso di quegli degli atei ed agnostici; non hanno la fede. A mio avviso, sono sullo stesso piano. E la riprova è che hanno posizioni non dissimili da quelle dei secondi.
Allora qui bisogna intendersi che cosa s'intende con "vero cattolico". Se uno è battezzato cresimato e va a Messa tutte le domeniche è cattolico? O deve credere all'autenticità della Sindone e altre cose che non sono materia di fede (per ammissione della Chiesa stessa)? Quanti sono i cattolici in Italia? l'88% (tutti i battezzati)? il 20% (chi va a Messa)? Solo chi crede a quello che dicono i tradizionalisti?

Augustinus
26-03-08, 19:07
La Sindone non è una questione di fede. Se pensi questo, per favore citami dei documenti che dicono altrimenti rispetto a quello che ho postato di Giovanni Paolo II (che io, a differenza di te, ritengo perfettamente valido e condivisibile; tra l'altro personalmente credeva all'autenticità della Sindone).

Personalmente ritengo molto più vincolante in coscienza quanto stabilì Alessabdro VI - che sebbene in vita privata fosse riprovevole ed indifendibile, come papa fu esemplare - che, dopo attenta indagine ed esame, nel 1502, assecondando la richiesta di casa Savoia, riconobbe, con un ufficio proprio, una festa liturgica particolare per la Sindone e tale festa fu fissata al 4 maggio.
E si sa che la Chiesa non riconosceva - almeno all'epoca - uffici propri per chicchessia.


Se intendi che sia iscritto o simpatizzante del CICAP ti sbagli di grosso. Sono d'accordo su alcune cose e in disaccordo su altre. Ma se una cosa deve essere accerttata per fede (anche quando non è materia di fede) non c'è bisogno di esami, no? Bah, io posso assicurare che ci sono membri del CICAP (per esempio Polidoro) che sarebbero ben contenti di vedere un fenomeno paranormale in condizioni di controllo.

Piccola domanda: se si sono sbagliati in alcune cose, chi ti garantisce che non si siano sbagliati anche altrove?
Non pensare poi che i membri del CICAP sarebbero "contenti": è un'operazione piena di sarcasmo. Ed infatti, te ne accorgi pure dai corsi che presentano sul "presunto" paranormale (il termine "presunto" è usato da loro).
La loro posizione è quella propria dello scetticismo. Su tutto.


Lo stesso non posso assicurare del CSI (ex-CSICOP) e soprattutto della JREF. Infatti è per questo che non sono un simpatizzante. Però su certe cose sono d'accordo.

Ma come? QUI (http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273434) è detto chiaramente che sono entità collegate. Anzi, nello Statuto (http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=180045) leggo al punto 3: "L'associazione ha lo scopo di promuovere un'indagine scientifica e critica sui presunti fenomeni paranormali, riconoscendosi negli obbiettivi del "C.S.I.C.O.P. - Comitato per l'Indagine Scientifica del Presunto Paranormale"". Questo dovrebbe far venir meno la tua obiezione.


Intendiamoci: se il CICAP avesse detto che la transustanziazione è falsa allora potrei darti ragione. Non conoscevo i dettagli del miracolo di Lanciano, sul quale il CICAP non ha una risposta definitiva. In passato però avevo letto del miracolo di Bolsena. La loro posizione su quest'ultimo è che potrebbe essersi trattato di un fenomeno naturale. Teologicamente può cambiare ben poco perché sono anche le circostanze che rendono prodigioso (o meglio provvidenziale) un evento.

Sì scusami, era quello di Bolsena. E' una confusione. Ma la sostanza non muta.
In ogni caso, non mi essere così ingenuo. Forse dovresti sapere che proprio il miracolo di Bolsena è all'origine della festa del Corpus Domini. E' ovvio ed anzi inevitabile che se questo miracolo viene vanificato, è vanificata anche la stessa ragione teologica della Festa. Il miracolo e la teologia sono intimamente legate, anche perché i miracoli eucaristici sono stati sempre intesi dalla Chiesa come una conferma, dinanzi agli scettici, della realtà dell'Eucaristia.


Si può sempre argomentare che sono le circostanze in cui si è prodotto (ostia consacrata, prete scettico sulla transustanziazione ecc..) che non sono certo casuali a riconoscervi l'intervento divino.

Vabbè ... questa diventa una pezza a colori .... .


Il sangue di san Gennaro non è argomento di fede in senso stretto. Ergo, non è un argomento teologico. Non sono d'accordo sull'irrverenza (come ho già detto prima non sono un simpatizzante né un iscritto) riguardo alla "credulità popolare" di cui la Chiesa avrebbe abusato.

Tu puoi non essere d'accordo, eppure l'hanno scritto, il che è quello che vale. Ad ogni modo, il fatto che citassero Calvino è il chiaro indice della loro posizione teologica: negare valore alle reliquie. Infatti, la citazione calviniana era tratta dal suo "Trattato sulle reliquie". Ed il valore delle reliquie rientra tra le questioni teologiche.


Le testimonianze storiche hanno poco valore in quanto non osservate in condizioni di controllo.

E qui ti sbagli. Ci sono documenti storici dotati di un alto grado di attendibilità. Per di più, dovresti sapere che in passato la Chiesa era dotata di un proprio "organo di controllo sul paranormale": l'Inquisizione, le cui procedure erano molto rigorose. Altro, quindi, che poco valore!!!! :-01#44


Inoltre, naturalmente, il sangue di san Gennaro non può essere analizzato direttamente perché sigillato. La loro ipotesi è che si tratti di una sostanza tissotropica, qundi la liquefazione/non liquefazione non dipende solo dalle "bottarelle" ma anche da altri fattori ambientali e chimico-fisici (come la temperatura).

E qui ti sbagli. E' vero che non è stato analizzato direttamente, però è vero che è stato pur sempre esaminato con metodi cromografici, da cui desumere la sua composizione chimica, che è stata riscontrata essere del tutto identica a quella del sangue umano.
Quanto agli "altri fattori", è questa la giustificazione che viene data oggi perché l'ultima volta non si è verificata la liquefazione del sangue? Interessante. Adesso sono entrate nel gioco pure delle impoderate. Quindi, ogni volta è un colpo di fortuna che si liquefaccia; non è un fenomeno riproducibile, visto che richiede la concomitanza di più "fattori ambientali e chimico-fisici". Non so se ti rendi conto, ma la cosa sta rasentando il ridicolo.


Non è farina del sacco del CICAP, questo è quanto io ho sentito in un trasmissione televisiva qualche tempo fa e non parlava dell'esame del 1988.

Non mi pare di aver detto che fosse farina del CICAP. Ora, non mi mettere in bocca cose che non scritto. :-01#44
Se sei stato tu a sentirla, però, permettimi di essere scettico, giacché non penso che Baima Bollone, che ha scritto decine di libri sulla Sindone, anche recenti, dove ha sostenuto la sua autenticità, abbia condiviso questi presunti studi. Al più avrà detto: ci sono questi studi, ma io non li condivido, li ritengo erronei. :-01#44 E riprodurre la prima parte del pensiero e non la seconda, non è l'optimum.


Allora qui bisogna intendersi che cosa s'intende con "vero cattolico". Se uno è battezzato cresimato e va a Messa tutte le domeniche è cattolico? O deve credere all'autenticità della Sindone e altre cose che non sono materia di fede (per ammissione della Chiesa stessa)? Quanti sono i cattolici in Italia? l'88% (tutti i battezzati)? il 20% (chi va a Messa)? Solo chi crede a quello che dicono i tradizionalisti?

Io per cattolico intendo senza aggettivazioni; non affetto dall'eresia neo-modernista, ovvero non immerso nel mare del nichilismo e del relativismo imperanti. :-01#44 Ma questo, come detto, è un altro discorso.

Carnby
27-03-08, 00:58
Personalmente ritengo molto più vincolante in coscienza quanto stabilì Alessabdro VI - che sebbene in vita privata fosse riprovevole ed indifendibile, come papa fu esemplare - che, dopo attenta indagine ed esame, nel 1502, assecondando la richiesta di casa Savoia, riconobbe, con un ufficio proprio, una festa liturgica particolare per la Sindone e tale festa fu fissata al 4 maggio
E si sa che la Chiesa non riconosceva - almeno all'epoca - uffici propri per chicchessia.Questo per te equivale a dire che la Sindone deve essere considerata autentica come argomento di fede? Se si prende il Magistero per cui non lo è neppure la decisione di Papa Alessandro VI può esser considerata infallibile. Inoltre sul calendario liturgico non mi risulta ci sia alcuna festa liturgica della Sindone il 4 maggio.
Piccola domanda: se si sono sbagliati in alcune cose, chi ti garantisce che non si siano sbagliati anche altrove?
Non considero sbagliato il loro metodo ma il sarcasmo che è presente talvolta verso la presunta "credulità popolare".
Non pensare poi che i membri del CICAP sarebbero "contenti": è un'operazione piena di sarcasmo.Può darsi che sia vero, ma il suo presidente Polidoro lo scrive nei suoi libri.
Ed infatti, te ne accorgi pure dai corsi che presentano sul "presunto" paranormale (il termine "presunto"; è usato da loro).
A dire il vero, se si esclude il "paranormale religioso", è qualcosa che dicono anche molti cattolici.

Ma come? QUI (http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273434) è detto chiaramente che sono entità collegate. Anzi, nello Statuto (http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=180045) leggo al punto 3: "L'associazione ha lo scopo di promuovere un'indagine scientifica e critica sui presunti fenomeni paranormali, riconoscendosi negli obbiettivi del "C.S.I.C.O.P. - Comitato per l'Indagine Scientifica del Presunto Paranormale"". Questo dovrebbe far venir meno la tua obiezione.

Chiedo venia. Volevo soltanto dire che non conosco i metodi d'indagine dello CSI (ex-CSICOP) per cui non posso giudicare. Invece la JREF è sicuramente un'associazione ultrarazionalista e antireligiosa, non ci sono dubbi.
Sì scusami, era quello di Bolsena. E' una confusione. Ma la sostanza non muta.
In ogni caso, non mi essere così ingenuo. Forse dovresti sapere che proprio il miracolo di Bolsena è all'origine della festa del Corpus Domini. E' ovvio ed anzi inevitabile che se questo miracolo viene vanificato, è vanificata anche la stessa ragione teologica della Festa. Il miracolo e la teologia sono intimamente legate, anche perché i miracoli eucaristici sono stati sempre intesi dalla Chiesa come una conferma, dinanzi agli scettici, della realtà dell'Eucaristia.
So benissimo che la solennità del Corpus Domini è stata proclamata dopo il miracolo di Bolsena. In realtà la festa esisteva già in Belgio dove era stata istituita nel 1246 (diciotto anni prima della bolla papale) dietro le pressioni della monaca Giuliana di Liegi, che sosteneva di aver ricevuto direttamente da Dio stesso la richiesta di una celebrazione della Presenza reale del Corpo e Sangue di Cristo nell'Eucaristia.
Ed il valore delle reliquie rientra tra le questioni teologiche.Che io sappia la Chiesa le considera una "devozione popolare" da incoraggiare con cautela: "Bisogna che tali esercizi, tenuto conto dei tempi liturgici, siano ordinati in modo da essere in armonia con la sacra liturgia, derivino in qualche modo da essa, e ad essa, data la sua natura di gran lunga superiore, conducano il popolo cristiano" (dalla Costituzione apostolica Sacrosanctum concilum).
E qui ti sbagli. Ci sono documenti storici dotati di un alto grado di attendibilità. Per di più, dovresti sapere che in passato la Chiesa era dotata di un proprio "organo di controllo sul paranormale": l'Inquisizione, le cui procedure erano molto rigorose. Altro, quindi, che poco valore
Che io sappia utilizzava nei propri processi (magari non è questo il caso) anche la tortura, il che non mi fa pensare a testimonianze proprio veritiere (dato che sotto tortura si può dire davvero di tutto!). Comunque, perfino prestigiatori professionisti (che dovrebbero essere espertissimi in trucchi) sono stati ingannati da presunti fenomeni paranormali. A mio avviso, un metodo scientifico per l'analisi corretta di questi fenomeni che sia rispettoso sia della religione che dei metodi della scienza ancora non esiste.
E qui ti sbagli. E' vero che non è stato analizzato direttamente, però è vero che è stato pur sempre esaminato con metodi cromografici, da cui desumere la sua composizione chimica, che è stata riscontrata essere del tutto identica a quella del sangue umano.A me risulta che sia stato effettuato un esame spettroscopico che ha evidenziato la presenza di un pigmento rosso che potrebbe essere emoglobina. La presenza effettiva di sangue si potrebbe riscontrare solo aprendo le ampolle e anche in quel caso bisognerebbe accertarsi che non siano presenti altre sostanze con possibili proprietà tissotropiche.
Quanto agli "altri fattori", è questa la giustificazione che viene data oggi perché l'ultima volta non si è verificata la liquefazione del sangue? Interessante. Adesso sono entrate nel gioco pure delle impoderate. Quindi, ogni volta è un colpo di fortuna che si liquefaccia; non è un fenomeno riproducibile, visto che richiede la concomitanza di più "fattori ambientali e chimico-fisici". Non so se ti rendi conto, ma la cosa sta rasentando il ridicolo.
Non mi pare. Negli ambienti scientifici si discuteva da tempo sul fatto che la liquefazione potesse dipendere non solo dallo scotimento della teca ma anche da altri fattori ambientali.

Se sei stato tu a sentirla, però, permettimi di essere scettico, giacché non penso che Baima Bollone, che ha scritto decine di libri sulla Sindone, anche recenti, dove ha sostenuto la sua autenticità, abbia condiviso questi presunti studi. Al più avrà detto: ci sono questi studi, ma io non li condivido, li ritengo erronei. Non ricordo bene, ma mi sembra che affermasse che esisteva una datazione che non coincideva con quelle famose del 1988 (il che avrebbe necessariamente invalidato quelle) ma che comunque non la faceva risalire al I secolo.
Io per cattolico intendo senza aggettivazioni; non affetto dall'eresia neo-modernista, ovvero non immerso nel mare del nichilismo e del relativismo imperanti.
Quindi una minoranza assoluta, dato che, penso, tu ritenga anche parte del clero sia contaminato da questa "eresia neo-modernista" che comunque, a differenza del modernismo del primo Novecento, non è stato ancora dichiarata eretica dalla Chiesa stessa.

Augustinus
27-03-08, 14:34
Questo per te equivale a dire che la Sindone deve essere considerata autentica come argomento di fede? Se si prende il Magistero per cui non lo è neppure la decisione di Papa Alessandro VI può esser considerata infallibile. Inoltre sul calendario liturgico non mi risulta ci sia alcuna festa liturgica della Sindone il 4 maggio.

La certificazione dell'autenticità di una reliquia non è materia di fede.
Tuttavia, il fatto che un Papa legittimo abbia concesso un ufficio proprio nel XVI sec., è un indice chiaro che la reliquia sia autentica.
Quanto alla festa liturgica, dovresti sapere che, come detto, si trattava di un "ufficio proprio", non esteso quindi alla Chiesa universale, ma solo locale. E poi cercare nella liturgia attuale - che dopo la bufera conciliare ha visto soppresso molti uffici e festività - è operazione francamente ridicola. :-01#44


Non considero sbagliato il loro metodo ma il sarcasmo che è presente talvolta verso la presunta "credulità popolare".Può darsi che sia vero, ma il suo presidente Polidoro lo scrive nei suoi libri.A dire il vero, se si esclude il "paranormale religioso", è qualcosa che dicono anche molti cattolici.

Caro mio, non è questione solo di "toni", ma pure di metodi. Metodi inadeguati. :-01#44 E limitati dalla superbia.
Ciò che può scrivere Polidoro, francamente non interessa. Parlano i fatti ed il loro sito è fin troppo eloquente. Non abbisogna di commenti.


Chiedo venia. Volevo soltanto dire che non conosco i metodi d'indagine dello CSI (ex-CSICOP) per cui non posso giudicare. Invece la JREF è sicuramente un'associazione ultrarazionalista e antireligiosa, non ci sono dubbi.

Vabbè .... se non è zuppa è pan bagnato .... . Venendo incontro alla tua posizione può dirsi, al limite, che il CICAP, almeno di facciata, non è "antireligiosa", ma lo è in via di fatto. :-01#44
Il che li rende ancor più subdoli.


So benissimo che la solennità del Corpus Domini è stata proclamata dopo il miracolo di Bolsena. In realtà la festa esisteva già in Belgio dove era stata istituita nel 1246 (diciotto anni prima della bolla papale) dietro le pressioni della monaca Giuliana di Liegi, che sosteneva di aver ricevuto direttamente da Dio stesso la richiesta di una celebrazione della Presenza reale del Corpo e Sangue di Cristo nell'Eucaristia.

E con ciò? La festa che esisteva era solo locale. Fu a seguito del miracolo di Bolsena che si decise l'estensione - diciamo così - a livello universale della ricorrenza ed a vagliare il miracolo fu chiamato un insigne Dottore della Chiesa, S. Tommaso d'Aquino.
Mistificare, come fanno quelli del CICAP quel miracolo, pensi che non abbia una rilevanza teologica? La fede - almeno per i cattolici - non è quella cieca ed assurda, priva di segni, sul modello protestante. Tutt'altro. E' quella che si basa su segni tangibili e su testimonianze credibili, di persone degne di fede. E non mi venire a citare ad esso il passo del Vangelo di Giovanni, che è stato alterato dalla Chiesa post-conciliare per "avvicinarci" ai protestanti, ma che nell'originale greco, nella Vulgata e nelle relative versioni aveva ben altro senso e significato. :-01#44 Ma questo è un altro discorso.


Che io sappia la Chiesa le considera una "devozione popolare" da incoraggiare con cautela: "Bisogna che tali esercizi, tenuto conto dei tempi liturgici, siano ordinati in modo da essere in armonia con la sacra liturgia, derivino in qualche modo da essa, e ad essa, data la sua natura di gran lunga superiore, conducano il popolo cristiano" (dalla Costituzione apostolica Sacrosanctum concilum).

Ciò che considerava il Concilio Vat. II francamente non mi interessa (anche, perché, essendo pastorale e non dogmatico, significa che non vale e può essere benissimo rigettato in coscienza). A me interessa ciò che stabiliva il Concilio tridentino nel decreto Decretum de invocatione, veneratione et reliquiis Sanctorum, et sacris imaginibus.


Che io sappia utilizzava nei propri processi (magari non è questo il caso) anche la tortura, il che non mi fa pensare a testimonianze proprio veritiere (dato che sotto tortura si può dire davvero di tutto!).

Guarda che proprio l'Inquisizione ecclesiastica (non quella statale) era assai rigida nelle procedure ed era la prima a non prestar fede alle confessioni estorte sotto tortura e non confermate dopo del tempo.
Di là di ciò, comunque, è innegabile che era un rigido organo di accertamento. E non a caso molte personalità mistiche e Santi furono sottoposti al suo esame: ad es., S. Giuseppe da Copertino, che aveva la fama di "santo dei voli". :-01#44 E da ultimo pensa a Padre Pio.


Comunque, perfino prestigiatori professionisti (che dovrebbero essere espertissimi in trucchi) sono stati ingannati da presunti fenomeni paranormali. A mio avviso, un metodo scientifico per l'analisi corretta di questi fenomeni che sia rispettoso sia della religione che dei metodi della scienza ancora non esiste.

Viva la sincerità. Implicitamente, quindi, ammetti che i metodi del CICAP sono per lo meno offensivi per la fede e, quindi, implicano una posizione teologica ben precisa.


A me risulta che sia stato effettuato un esame spettroscopico che ha evidenziato la presenza di un pigmento rosso che potrebbe essere emoglobina. La presenza effettiva di sangue si potrebbe riscontrare solo aprendo le ampolle e anche in quel caso bisognerebbe accertarsi che non siano presenti altre sostanze con possibili proprietà tissotropiche.

Beh ... grazie .... solo aprendo le ampolle si vedrà l'effettivo loro contenuto. E' scontato.
Gli studi di Baima Bollone sul sangue di S. Gennaro avevano, tuttavia, esaminato non solo l'aspetto spettografico, che dimostrava non la mera presenza di pigmento rosso, ma di emoglobina. Lo spettro di questa, infatti, è ben specifica. In ogni caso, aveva anche esaminato le stesse ampolle che risalivano - come manifattura - all'epoca romana, ecc.
Le analisi, quindi, sono state condotte ad ampio raggio ed in "presa diretta".


Non mi pare. Negli ambienti scientifici si discuteva da tempo sul fatto che la liquefazione potesse dipendere non solo dallo scotimento della teca ma anche da altri fattori ambientali.

Ma se viene a dipendere dalla coincidenza di più fattori, allora la liquefazione diventa un'incognita. Devono, infatti, verificarsi più condizioni affinché possa liquefarsi. Comunque QUI (http://www.luigigarlaschelli.it/Chi62002.pdf), Garlaschelli spiega che è proprio delle sostanze tissotropiche "liquefarsi quando vengono agitate o scosse, e di solidificare ancora quando sono lasciate a riposo". Il che esclude, di per sè, il concorso di altri fattori. E' sufficiente, come dicevo, la "bottarella".


Non ricordo bene, ma mi sembra che affermasse che esisteva una datazione che non coincideva con quelle famose del 1988 (il che avrebbe necessariamente invalidato quelle) ma che comunque non la faceva risalire al I secolo.

Ignoro queste altre datazioni. Ma senz'altro, Baima Vollone non poteva sostenere qualcosa di diverso da quanto argomentato nei suoi libri. Questo è poco ma sicuro.


Quindi una minoranza assoluta, dato che, penso, tu ritenga anche parte del clero sia contaminato da questa "eresia neo-modernista" che comunque, a differenza del modernismo del primo Novecento, non è stato ancora dichiarata eretica dalla Chiesa stessa.

Non è questione di "numeri", ma di qualità. :-01#44
Il neo-modernismo non è altro che il naturale sviluppo del modernismo già condannato, con l'aggiunta della spinta ecumenista, che è l'ultima eresia.
E comunque, la Chiesa d'oggi, a partire dal Concilio Vat. II non condanna più nessuno. Sai, infatti, qual è stato il primo atto posto da Paolo VI dopo il Concilio? La soppressione (perché di questa si trattò) del S. Uffizio e la creazione della Congregazione per la dottrina della fede, che, ontologicamente, ha una funzione diversa da quella che aveva il S. Uffizio. Te ne rendi conto leggendo il m.p. Integrae servandae.

Carnby
27-03-08, 15:33
La certificazione dell'autenticità di una reliquia non è materia di fede.
Tuttavia, il fatto che un Papa legittimo abbia concesso un ufficio proprio nel XVI sec., è un indice chiaro che la reliquia sia autentica.
Io ho espresso dubbi sulla Sindone, non sulla datazione del lino (sulla quale non mi pronuncio), ma sulla forma dell'immagine per alcune sue caratteristiche che appaiono strane. Per esempio la deformazione in senso verticale anziché orizzontale che non corrispondono all'immagine che si avrebbe di un telo steso su di un corpo. Ciò nonostante la ritengo certamente degna di venerazione in quanto la figura rappresentata è sicuramente quella di Cristo crocifisso (anche se non posso affermare con certezza se sia autentica o meno).
Caro mio, non è questione solo di "toni", ma pure di metodi. Metodi inadeguati. E limitati dalla superbia.
Infatti ho scritto anche più sotto che tutti i loro metodi non mi convincono. E in certi loro attegggiamenti è sicuramente ravvisabile una superbia scientista.

E con ciò? La festa che esisteva era solo locale. Fu a seguito del miracolo di Bolsena che si decise l'estensione - diciamo così - a livello universale della ricorrenza ed a vagliare il miracolo fu chiamato un insigne Dottore della Chiesa, S. Tommaso d'Aquino.Non mi sembra che abbia voluto negare la veridicità della solennità del Corpus Domini.
La fede - almeno per i cattolici - non è quella cieca ed assurda, priva di segni, sul modello protestante. Tutt'altro. E' quella che si basa su segni tangibili e su testimonianze credibili, di persone degne di fede. Beh, un conto è dire che sono persone di fede integerrima, un conto è dire che esse debbono per forza aver capito quello che succedeva realmente. Siamo uomini dopotutto e l'inganno dei sensi è possibile.
E non mi venire a citare ad esso il passo del Vangelo di Giovanni, che è stato alterato dalla Chiesa post-conciliare per "avvicinarci" ai protestanti, ma che nell'originale greco, nella Vulgata e nelle relative versioni aveva ben altro senso e significato.Ovviamente non posso concordare, ma rispetto la tua posizione.

Ciò che considerava il Concilio Vat. II francamente non mi interessa (anche, perché, essendo pastorale e non dogmatico, significa che non vale e può essere benissimo rigettato in coscienza).Ogni concilio ecumenico è infallibile e vincolante per il cattolico. Inoltre non è vero che non si occupava di dogmatica: la Lumen Gentium e la Dei Verbum sono Costituzioni dogmatiche.

Di là di ciò, comunque, è innegabile che era un rigido organo di accertamento.Non lo nego, ma dico che se è assai facile sbagliarssi con le metodologie di oggi, figurarsi di quelle di centinaia di anni fa. Oppure dobbiamo credere a una fede che fa ameno di quelle che possono essere correzioni dovute al perfezionamento delle tecniche d'indagine (facendo un po' quello che tu additi ai protestanti)?
Viva la sincerità. Implicitamente, quindi, ammetti che i metodi del CICAP sono per lo meno offensivi per la fede e, quindi, implicano una posizione teologica ben precisa.
Non c'è dubbio che in alcuni casi ciò sia vero. Ciò nonostante ritengo in coscienza che i metodi d'indagine debbano e possano essere migliorati rispetto al passato, in un senso rispettoso sia della religione che delle scoperte scientifiche.
Gli studi di Baima Bollone sul sangue di S. Gennaro avevano, tuttavia, esaminato non solo l'aspetto spettografico, che dimostrava non la mera presenza di pigmento rosso, ma di emoglobina. Lo spettro di questa, infatti, è ben specifica. In ogni caso, aveva anche esaminato le stesse ampolle che risalivano - come manifattura - all'epoca romana, ecc.
Le analisi, quindi, sono state condotte ad ampio raggio ed in "presa diretta".
Io non ho negato che possano contenere sangue (anche se dimostrare la sicura presenza di emoglobina da un semplice esame spettroscopico mi convince poco) ma che comunque potrebbero anche contenere altre sostanze. Inoltre la possibile manifattura romana delle ampolle mi convince ancora meno dato che non mi risultano ci siano stati grandi progressi tecnici nella lavorazione del vetro fino all'epoca recente e non è possibile effettuare datazioni certe su un materiale simile.
Ma se viene a dipendere dalla coincidenza di più fattori, allora la liquefazione diventa un'incognita. Devono, infatti, verificarsi più condizioni affinché possa liquefarsi. Comunque QUI (http://www.luigigarlaschelli.it/Chi62002.pdf), Garlaschelli spiega che è proprio delle sostanze tissotropiche "liquefarsi quando vengono agitate o scosse, e di solidificare ancora quando sono lasciate a riposo". Il che esclude, di per sè, il concorso di altri fattori. E' sufficiente, come dicevo, la "bottarella".
Garlaschelli può scrivere quello che gli pare ma una sostanza tissotropica non si scioglie solo in funzione dello scotimento. Se metti in frigo una sostanza con simili proprietà noti un cambiamento della densità. Questo è un fatto noto.
Il neo-modernismo non è altro che il naturale sviluppo del modernismo già condannato, con l'aggiunta della spinta ecumenista, che è l'ultima eresia.
E comunque, la Chiesa d'oggi, a partire dal Concilio Vat. II non condanna più nessuno. Sai, infatti, qual è stato il primo atto posto da Paolo VI dopo il Concilio? La soppressione (perché di questa si trattò) del S. Uffizio e la creazione della Congregazione per la dottrina della fede, che, ontologicamente, ha una funzione diversa da quella che aveva il S. Uffizio. Te ne rendi conto leggendo il m.p. Integrae servandae.
Ergo tutti i cattolici che seguono gli orientamenti del Concilio Vaticano secondo sono eretici per te? Di nuovo, rispetto la tua posizione, ma non posso ovviamente condividerla.

Federale
27-03-08, 15:47
www.donatocalabrese.it/jesus/corporis.htm (http://www.donatocalabrese.it/jesus/corporis.htm)

http://www.donatocalabrese.it/jesus/imago/Dilepton%20Lituus.jpg

Proprio bravi questi falsificatori medievali, che dovevano essere esperti di botanica, numismatica, paleografia, diritto penale romano per confezionare un falso così perfetto...

Augustinus
28-03-08, 11:22
Io ho espresso dubbi sulla Sindone, non sulla datazione del lino (sulla quale non mi pronuncio), ma sulla forma dell'immagine per alcune sue caratteristiche che appaiono strane. Per esempio la deformazione in senso verticale anziché orizzontale che non corrispondono all'immagine che si avrebbe di un telo steso su di un corpo. Ciò nonostante la ritengo certamente degna di venerazione in quanto la figura rappresentata è sicuramente quella di Cristo crocifisso (anche se non posso affermare con certezza se sia autentica o meno).

Anzi, dobbiamo dire grazie che vi sono quelle deformazioni. Questa è una prova di autenticità. Queste sono dovute all'avvolgimento di un vero corpo umano in un lenzuolo, ci sono e non poche. Solo l'avvolgimento di un vero corpo in un lenzuolo con le relative pieghe può spiegare le apparenti anomalie.
Il lenzuolo, quindi, non fu solo steso, ma fu avvolto intorno al corpo.


Infatti ho scritto anche più sotto che tutti i loro metodi non mi convincono. E in certi loro attegggiamenti è sicuramente ravvisabile una superbia scientista.

Sempre così generoso? Se la loro ideologia è quella tipicamente scientista, allora pure i loro metodi ne sono inquinati. I metodi sono lo specchio o, se preferisci, il precipitato, la conseguenza dell'ideologia. C'è poco da fare. Con le premesse stabilite nel loro Statuto, quindi, c'è ben poco da stare allegri. :-01#44


Non mi sembra che abbia voluto negare la veridicità della solennità del Corpus Domini.

Non essere ingenuo o buonista fuori luogo. E' evidente che, negando l'autenticità del miracolo di Bolsena, la ragion d'essere - per lo meno storica - della festa viene meno o gravemente compromessa.


Beh, un conto è dire che sono persone di fede integerrima, un conto è dire che esse debbono per forza aver capito quello che succedeva realmente. Siamo uomini dopotutto e l'inganno dei sensi è possibile.

Proprio perchè siamo uomini, la nostra fede - nell'ottica cattolica - ha bisogno di segni di credibilità. Torno a dire: nell'ottica protestante o in quella giansenista la prospettiva è diversa, visto che si richiede una fede adamantina, cristallina, che non necessita di prove o segni; una fede cieca, appunto. Non così per il cattolicesimo.


Ovviamente non posso concordare, ma rispetto la tua posizione.

Guarda che c'è ben poco da concordare o meno. Si può forse non concordare su dati di fatto? I dati di fatto sono irrefutabili.
E la stessa cosa capita qui. Te ne puoi rendere conto se prendessi pure la versione di Neo-Vulgata latina pubblicata sul sito del Vaticano. In Gv 20, 29, nella versione latina, trovi che Gesù disse a Tommaso (te lo traduco): "beati quelli che pur non avendo visto, credettero (crediderunt)". E questa è conforme alla versione di S. Girolamo ed alla versione greca del Vangelo ove trovi un participio aoristo, cioè un passato.
Ma già nella traduzione italiana, nello stesso sito, le cose cambiano: quel "credettero" diventa un futuro "crederanno". Ti sembra una cosa da poco? Il cambiamento del tempo del verbo "credere" ha delle grosse ripercussioni teologiche. E' una dottrina diversa; è l'adozione della dottrina luterana della sola fide (v. QUI (http://www.politicaonline.net/forum/showpost.php?p=6009074&postcount=8)). E questo non ti sembra un ravvicinamento pericoloso al protestantesimo ed al giansenismo?


Ogni concilio ecumenico è infallibile e vincolante per il cattolico. Inoltre non è vero che non si occupava di dogmatica: la Lumen Gentium e la Dei Verbum sono Costituzioni dogmatiche.

Sai bene che non ci si deve fermare alle "etichette". Che io sappia, alcun dogma è stato proclamato dal Vaticano II. E lo stesso Paolo VI ed i suoi successori, in diverse occasioni, hanno tenuto a sottolineare il carattere di "pastorialità" del Concilio e, quindi, la sua sostanziale non vincolatività in coscienza. E lo stesso Card. Ratzinger, all'epoca Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, nel 1988, ci tenne a precisare che: "La verità è che il Concilio stesso non ha definito alcun dogma, e che consapevolmente ha voluto esprimersi a un livello più modesto, semplicemente come un Concilio pastorale". Quindi in tutti i brani nei quali il Concilio propone dottrine e/o espressioni novelle i fedeli cattolici non sono obbligati in coscenza ad accettarle come dottrina definitiva e inoltre possono rifiutare quelle espressioni, se dopo studio sufficiente le trovano obiettivamente erronee (cfr. La Chiesa del Verbo Incarnato, del Cardinale Journet).


Non lo nego, ma dico che se è assai facile sbagliarssi con le metodologie di oggi, figurarsi di quelle di centinaia di anni fa. Oppure dobbiamo credere a una fede che fa ameno di quelle che possono essere correzioni dovute al perfezionamento delle tecniche d'indagine (facendo un po' quello che tu additi ai protestanti)?

Certo. E' ovvio che l'affinamento delle tecniche di indagine sono benvenute. Ma quello che volevo dire era che non si può tacciare la Chiesa del passato di essere credulona o superficiale nelle indagini svolte, che erano assai accurate. Anzi, talora, sotto certi profili, molto più meticolose ed attente. :-01#44


Non c'è dubbio che in alcuni casi ciò sia vero. Ciò nonostante ritengo in coscienza che i metodi d'indagine debbano e possano essere migliorati rispetto al passato, in un senso rispettoso sia della religione che delle scoperte scientifiche.

Forse, ancora una volta, non sono stato chiaro. E' proprio l'impostazione ideologica di fondo il grave limite del CICAP. :-01#44


Io non ho negato che possano contenere sangue (anche se dimostrare la sicura presenza di emoglobina da un semplice esame spettroscopico mi convince poco) ma che comunque potrebbero anche contenere altre sostanze. Inoltre la possibile manifattura romana delle ampolle mi convince ancora meno dato che non mi risultano ci siano stati grandi progressi tecnici nella lavorazione del vetro fino all'epoca recente e non è possibile effettuare datazioni certe su un materiale simile.

Se contenessero altre sostanze, devo dire che gli scienziati del passato erano più in gamba di quelli attuali. Erano dei geni!!!! Altro che gli odierni premi nobel!!! Questi fanno ridere rispetto a quelli del passato. Ma ti immagini? Avere l'ingegno di inventare una sostanza dall'apparente aspetto sanguigno, che si comporta come un sangue, e che si scioglie in presenza di particolari condizioni ambientali e fisiche!!! E' da geni!!!! E poi non solo. Per rendere più credibile l'inganno, inserire questa sostanza in ampolline di vetro che possano apparire di manifattura romana. E' una cosa incredibile. E la stessa cosa per la Sindone. Si tratta di conoscenze superiori. Forse sono prodotti degli UFO? :D
Ti rendi conto tu stesso che una simile ricostruzione non regge, giacché, sia nel caso della Sindone sia nel caso del sangue di S. Gennaro, significherebbe attribuire agli uomini del passato delle conoscenze tecniche, fisiche, mediche, botaniche, anatomiche, biologiche, ecc. ... ben superiori a quelle che si possa credere e persino superiori a quelle dell'uomo attuale.
Quanto alle ampolle, è vero che la metodologia di produzione del vetro non è mutata, ma è mutato lo stile, diciamo così, di lavorazione. Converrai con me che quella tipologia di ampolle erano tipiche dell'epoca romana: ne sono state ritrovate di analoghe a Pompei.


Garlaschelli può scrivere quello che gli pare ma una sostanza tissotropica non si scioglie solo in funzione dello scotimento. Se metti in frigo una sostanza con simili proprietà noti un cambiamento della densità. Questo è un fatto noto.

Certo, Garlaschelli può scrivere quel che gli pare. Ci mancherebbe. Tuttavia dimentichi un dato: che lo scopritore della "frode" del sangue di S. Gennaro è stato proprio lui. Ergo, quel che dice ha un alto indice di autorevolezza. E' il "padre" della "scoperta". :-01#44 E quindi chi meglio di lui sa come le cose si sono svolte e si svolgono?


Ergo tutti i cattolici che seguono gli orientamenti del Concilio Vaticano secondo sono eretici per te? Di nuovo, rispetto la tua posizione, ma non posso ovviamente condividerla.

Beh .... non avrei usato proprio questi termini .... Ma pressapoco .... beh ... sì. E' come concludi. Come disse C. De Gaulle: il Concilio Vaticano II è stato il più grande evento del XX secolo. Aveva ragione: è stata la più grande catastrofe del XX secolo: ha rappresentato il tentativo di demolizione della Chiesa. E se non è caduto nell'eresia formale, ciò fu dovuto al sacrificio ed alla sofferenza di tanti anime di giusti che si offrirono al Signore. Padre Pio ne sapeva qualcosa. :-01#44
Ma questo è un altro discorso, che mi porterebbe OT.

Carnby
28-03-08, 13:30
Anzi, dobbiamo dire grazie che vi sono quelle deformazioni. Questa è una prova di autenticità. Queste sono dovute all'avvolgimento di un vero corpo umano in un lenzuolo, ci sono e non poche. Solo l'avvolgimento di un vero corpo in un lenzuolo con le relative pieghe può spiegare le apparenti anomalie.
Il lenzuolo, quindi, non fu solo steso, ma fu avvolto intorno al corpo.

L'impronta, se fosse come dici, sarebbe deformata in orizzontale e non in verticale.


Non essere ingenuo o buonista fuori luogo. E' evidente che, negando l'autenticità del miracolo di Bolsena, la ragion d'essere - per lo meno storica - della festa viene meno o gravemente compromessa.

Ho quindi negato l'autenticità del miracolo?


Proprio perchè siamo uomini, la nostra fede - nell'ottica cattolica - ha bisogno di segni di credibilità. Torno a dire: nell'ottica protestante o in quella giansenista la prospettiva è diversa, visto che si richiede una fede adamantina, cristallina, che non necessita di prove o segni; una fede cieca, appunto. Non così per il cattolicesimo.

Concordo, ma non mi sembra che per diversi miracoli siano state fatte analisi con metodi moderni e non poteva essere altrimenti. Quindi si tratta pur sempre di fede che non necessita di prove: ci devi credere e basta, fidandoti delle testimonianze e delle ricerche degli osservatori (che io ritengo in buona fede, ci mancherebbe) dell'epoca.


Sai bene che non ci si deve fermare alle "etichette". Che io sappia, alcun dogma è stato proclamato dal Vaticano II. E lo stesso Paolo VI ed i suoi successori, in diverse occasioni, hanno tenuto a sottolineare il carattere di "pastorialità" del Concilio e, quindi, la sua sostanziale non vincolatività in coscienza. E lo stesso Card. Ratzinger, all'epoca Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, nel 1988, ci tenne a precisare che: "La verità è che il Concilio stesso non ha definito alcun dogma, e che consapevolmente ha voluto esprimersi a un livello più modesto, semplicemente come un Concilio pastorale". Quindi in tutti i brani nei quali il Concilio propone dottrine e/o espressioni novelle i fedeli cattolici non sono obbligati in coscenza ad accettarle come dottrina definitiva e inoltre possono rifiutare quelle espressioni, se dopo studio sufficiente le trovano obiettivamente erronee (cfr. La Chiesa del Verbo Incarnato, del Cardinale Journet).

Per quanto ne so io le conclusioni di un Concilio Ecumenico sono comunque vincolanti. Se no, come mai i lefebvriani, non accettandolo, si sono staccati e considerano la Sede Apostolica "formalmente vacante"?


Certo. E' ovvio che l'affinamento delle tecniche di indagine sono benvenute. Ma quello che volevo dire era che non si può tacciare la Chiesa del passato di essere credulona o superficiale nelle indagini svolte, che erano assai accurate. Anzi, talora, sotto certi profili, molto più meticolose ed attente.

Non ho messo in dubbio la buona fede e/o la superficialità della Chiesa del passato.


Se contenessero altre sostanze, devo dire che gli scienziati del passato erano più in gamba di quelli attuali. Erano dei geni!!!! Altro che gli odierni premi nobel!!! Questi fanno ridere rispetto a quelli del passato.

Che ti paia strano o no, gli alchimisti non erano certo degli sprovveduti, anzi... In alcuni casi (non strettamente religiosi) facevano cose ancora di difficilissima costruzione. Riguardo alle conoscenze tecniche degli antichi, i greci costruivano calcolatori astronomici come quello di Anticitera, gli Egizi le Piramidi la cui tecnica di costruzione rimane ancora in parte misteriosa e, più vicino a noi, Brunelleschi edificò la Cupola di S. Maria del Fiore con una tecnica strabiliante che fa ancora discutere gli esperti su come abbia potuto costruirla.


Certo, Garlaschelli può scrivere quel che gli pare. Ci mancherebbe. Tuttavia dimentichi un dato: che lo scopritore della "frode" del sangue di S. Gennaro è stato proprio lui. Ergo, quel che dice ha un alto indice di autorevolezza. E' il "padre" della "scoperta". E quindi chi meglio di lui sa come le cose si sono svolte e si svolgono?

Ripeto, a me sembrava scontato che non dipendesse solo dallo scotimento. Ma questo vale per qualunque sostanza, non solo per quelle tissotropiche. Forse è questo per cui non ne parla, non lo so.

Silvia
09-04-09, 00:04
I TEMPLARI ADORAVANO LA SINDONE

«L'idolo per cui furono condannati era Cristo»

http://www.silviadue.net/vari/sacra_sindone_04.gif


CITTÀ DEL VATICANO — Ora lo sappiamo: i Templari, in effetti, adoravano un «idolo barbuto». Però non era Bafometto, come volevano gli inquisitori che li processarono per arrivare a sciogliere nel 1314 l'ordine più potente e illustre del medioevo cristiano, il «grande complotto innescato nel 1307 dal re di Francia Filippo IV il Bello». E non era neanche un idolo, in verità, per quanto senza dubbio fosse barbuto: l'oggetto della loro venerazione era la Sindone, il telo di lino che secondo la tradizione avvolse il corpo di Gesù e ne reca impressa l'immagine. Furono i Cavalieri a custodire in gran segreto la Sindone nel secolo e mezzo in cui se ne perdono le tracce, dal saccheggio di Costantinopoli del 1204 alla ricomparsa in Europa a metà del Trecento. Si tratta di argomenti sui quali fioccano le bufale e il 99 per cento di ciò che si racconta, Umberto Eco docet, è «spazzatura».

Ma qui la fonte è più che affidabile: lo scrive l'Osservatore Romano, anticipando alcune pagine de «I templari e la sindone di Cristo», il nuovo libro di Barbara Frale che il Mulino pubblicherà entro l'estate. L'autrice è una giovane e serissima ricercatrice dell'Archivio segreto vaticano che da anni studia e scrive dei Templari. Attingendo ai documenti del processo, cita tra l'altro la testimonianza della «prova d'ingresso», nel 1287, di «un giovane di buona famiglia del meridione francese», Arnaut Sabbatier: «Il precettore condusse il giovane Arnaut in un luogo chiuso, accessibile ai soli frati del Tempio: qui gli mostrò un lungo telo di lino che portava impressa la figura di un uomo e gli impose di adorarlo baciandogli per tre volte i piedi».

Nel 1978 fu lo storico di Oxford Ian Wilson, ricorda la studiosa, il primo a sostenere la tesi che il misterioso «idolo» barbuto dei Templari fosse in realtà il telo rubato dalla cappella degli imperatori bizantini nel 1204, durante la quarta crociata, e che i Cavalieri l'avessero custodito in segreto. Ora Barbara Frale spiega di aver trovato «molti tasselli mancanti» a sostegno della teoria. Fonti inedite che spiegano anche le ragioni dell'adorazione e della segretezza. «I Templari si procurarono la sindone per scongiurare il rischio che il loro ordine subisse la stessa contaminazione ereticale che stava affliggendo gran parte della società cristiana al loro tempo: era il miglior antidoto contro tutte le eresie», scrive. «I catari e gli altri eretici affermavano che Cristo non aveva vero corpo umano né vero sangue, che non aveva mai sofferto la Passione, non era mai morto, non era risorto». Che l'avessero trafugata i Templari o fosse stata comprata, doveva rimanere celata: sui responsabili del saccheggio pendeva la scomunica di Papa Innocenzo III. Ma era una reliquia potente e ne valeva la pena: «L'umanità di Cristo che i catari dicevano immaginaria, si poteva invece vedere, toccare, baciare. Questo è qualcosa che per l'uomo del medioevo non aveva prezzo».



Gian Guido Vecchi – Corriere della Sera del 5 aprile 2009-04-08

Link (http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_05/templari_adoravano_sindone_f7e06916-2192-11de-b3cf-00144f02aabc.shtml)

Jacques de molay
19-05-09, 16:34
I TEMPLARI ADORAVANO LA SINDONE

«L'idolo per cui furono condannati era Cristo»

http://www.silviadue.net/vari/sacra_sindone_04.gif

CITTÀ DEL VATICANO — Ora lo sappiamo: i Templari, in effetti, adoravano un «idolo barbuto». Però non era Bafometto, come volevano gli inquisitori che li processarono per arrivare a sciogliere nel 1314 l'ordine più potente e illustre del medioevo cristiano, il «grande complotto innescato nel 1307 dal re di Francia Filippo IV il Bello». E non era neanche un idolo, in verità, per quanto senza dubbio fosse barbuto: l'oggetto della loro venerazione era la Sindone, il telo di lino che secondo la tradizione avvolse il corpo di Gesù e ne reca impressa l'immagine. Furono i Cavalieri a custodire in gran segreto la Sindone nel secolo e mezzo in cui se ne perdono le tracce, dal saccheggio di Costantinopoli del 1204 alla ricomparsa in Europa a metà del Trecento. Si tratta di argomenti sui quali fioccano le bufale e il 99 per cento di ciò che si racconta, Umberto Eco docet, è «spazzatura».

Ma qui la fonte è più che affidabile: lo scrive l'Osservatore Romano, anticipando alcune pagine de «I templari e la sindone di Cristo», il nuovo libro di Barbara Frale che il Mulino pubblicherà entro l'estate. L'autrice è una giovane e serissima ricercatrice dell'Archivio segreto vaticano che da anni studia e scrive dei Templari. Attingendo ai documenti del processo, cita tra l'altro la testimonianza della «prova d'ingresso», nel 1287, di «un giovane di buona famiglia del meridione francese», Arnaut Sabbatier: «Il precettore condusse il giovane Arnaut in un luogo chiuso, accessibile ai soli frati del Tempio: qui gli mostrò un lungo telo di lino che portava impressa la figura di un uomo e gli impose di adorarlo baciandogli per tre volte i piedi».

Nel 1978 fu lo storico di Oxford Ian Wilson, ricorda la studiosa, il primo a sostenere la tesi che il misterioso «idolo» barbuto dei Templari fosse in realtà il telo rubato dalla cappella degli imperatori bizantini nel 1204, durante la quarta crociata, e che i Cavalieri l'avessero custodito in segreto. Ora Barbara Frale spiega di aver trovato «molti tasselli mancanti» a sostegno della teoria. Fonti inedite che spiegano anche le ragioni dell'adorazione e della segretezza. «I Templari si procurarono la sindone per scongiurare il rischio che il loro ordine subisse la stessa contaminazione ereticale che stava affliggendo gran parte della società cristiana al loro tempo: era il miglior antidoto contro tutte le eresie», scrive. «I catari e gli altri eretici affermavano che Cristo non aveva vero corpo umano né vero sangue, che non aveva mai sofferto la Passione, non era mai morto, non era risorto». Che l'avessero trafugata i Templari o fosse stata comprata, doveva rimanere celata: sui responsabili del saccheggio pendeva la scomunica di Papa Innocenzo III. Ma era una reliquia potente e ne valeva la pena: «L'umanità di Cristo che i catari dicevano immaginaria, si poteva invece vedere, toccare, baciare. Questo è qualcosa che per l'uomo del medioevo non aveva prezzo».



Gian Guido Vecchi – Corriere della Sera del 5 aprile 2009-04-08

Link (http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_05/templari_adoravano_sindone_f7e06916-2192-11de-b3cf-00144f02aabc.shtml)

Scusate, ma qui mi sento chiamato in causa personalmente (si fa per dire...). La sacra sindone è, infatti, una "sacra sola"! L'immagine risultante nel lenzuolo non è quella di Cristo (fasullo anche lui), ma quella di Jacques de Molay, trucidato dalla chiesa, come rileva l'esame chimico del carbonio 14 che consente di risalire alla vera età del manufatto. La chiesa può dire quello che vuole: ormai le religioni non incantano più nessuno o, quantomeno, molta meno gente di prima. Qui abbiamo il Vaticano che, con il losco potere della chiesa, è quanto di più abominevole possa esistere; mi permetto di consigliare un libro scandalo uscito da poco (osteggiato in tutti i modi, naturalmente, dalla Santa Sede, dal titolo "La Santa casta della chiesa" di Claudio Rendina, edito da Newton Compton Editori.

Silvia
19-05-09, 21:19
Scusate, ma qui mi sento chiamato in causa personalmente (si fa per dire...). La sacra sindone è, infatti, una "sacra sola"! L'immagine risultante nel lenzuolo non è quella di Cristo (fasullo anche lui), ma quella di Jacques de Molay, trucidato dalla chiesa, come rileva l'esame chimico del carbonio 14 che consente di risalire alla vera età del manufatto.

Ciao... :)

Io non ho convinzioni inamovibili, né vincoli di carattere religioso, né tantomeno dogmi. E non so dire se la Sindone sia autentica o no, ma la teoria secondo cui vi sarebbe impresso il corpo di Jaques de Molay (Knight e Lomas, vero?) credo sia piuttosto fantasiosa, essenzialmente per due motivi:

1. Jacques de Molay, all'epoca in cui venne arrestato e torturato, aveva più di sessant'anni, mentre tutti gli studiosi, scettici e non, basandosi sullo studio della muscolatura, sono convinti che la figura della Sindone appartenga a un uomo sulla trentina.

2. Secondo la teoria di Knight e Lomas, De Molay venne deposto in un lenzuolo ancora vivo, ma il corpo impresso sulla Sindone è quello di un uomo morto. Se così non fosse, anche con una respirazione ridotta al minimo, avrebbero dovuto formarsi degli aloni in prossimità delle narici.

Qui (http://www.cicap.org/piemonte/cicap.php?section=articoli&tipo=articolo&tema=sindone&nome=17_parrucca_templare) puoi leggere la confutazione del Cicap (abbastanza dettagliata) a questa teoria.


Quanto all'esame del carbonio 14, non solo la Chiesa cattolica, ma diversi studiosi laici ne hanno contestato il risultato, per tutta una serie di motivi: da alcune ambiguità riscontrate in sede di prelievo dei campioni (pare che nel 1988 abbiano analizzato un campione "sbagliato", un frammento di tessuto impiegato per la riparazione del sudario… una toppa, insomma), al fatto che il lino della Sindone è pieno di microorganismi viventi che lo arricchiscono di carbonio recente e che avrebbero potuto alterare il risultato. L'incendio di Chambéry, inoltre, potrebbe aver "ringiovanito" il tessuto per azione dei gas della combustione. Il condizionale è d'obbligo, ma il problema della datazione della Sindone è tuttora aperto, come puoi leggere qui:

La Sindone è vecchia quanto Gesù - Focus.it (http://www.focus.it/Scienza/notizia/La_Sindone_e_vecchia_quanto_Gesu.aspx)

La Bbc riapre il mistero della Sindone | Scienze.TV (http://www.scienze.tv/node/3290)

Sindone, il giallo si riapre "Potrebbe essere più antica" - Repubblica.it (http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/spettacoli_e_cultura/sindone-giallo/sindone-giallo/sindone-giallo.html)

La Sindone è autentica. Un nuovo indizio : Il Blog di Adriano Forgione (http://ilblogdiadrianoforgione.myblog.it/archive/2009/04/15/la-sindone-e-autentica-un-nuovo-indizio.html)

L'anticristo
19-05-09, 21:46
Ma non è un tarocco medievale?

Jacques de molay
20-05-09, 09:28
Ciao... :)

Io non ho convinzioni inamovibili, né vincoli di carattere religioso, né tantomeno dogmi. E non so dire se la Sindone sia autentica o no, ma la teoria secondo cui vi sarebbe impresso il corpo di Jaques de Molay (Knight e Lomas, vero?) credo sia piuttosto fantasiosa, essenzialmente per due motivi:

1. Jacques de Molay, all'epoca in cui venne arrestato e torturato, aveva più di sessant'anni, mentre tutti gli studiosi, scettici e non, basandosi sullo studio della muscolatura, sono convinti che la figura della Sindone appartenga a un uomo sulla trentina.

2. Secondo la teoria di Knight e Lomas, De Molay venne deposto in un lenzuolo ancora vivo, ma il corpo impresso sulla Sindone è quello di un uomo morto. Se così non fosse, anche con una respirazione ridotta al minimo, avrebbero dovuto formarsi degli aloni in prossimità delle narici.

Qui (http://www.cicap.org/piemonte/cicap.php?section=articoli&tipo=articolo&tema=sindone&nome=17_parrucca_templare) puoi leggere la confutazione del Cicap (abbastanza dettagliata) a questa teoria.


Quanto all'esame del carbonio 14, non solo la Chiesa cattolica, ma diversi studiosi laici ne hanno contestato il risultato, per tutta una serie di motivi: da alcune ambiguità riscontrate in sede di prelievo dei campioni (pare che nel 1988 abbiano analizzato un campione "sbagliato", un frammento di tessuto impiegato per la riparazione del sudario… una toppa, insomma), al fatto che il lino della Sindone è pieno di microorganismi viventi che lo arricchiscono di carbonio recente e che avrebbero potuto alterare il risultato. L'incendio di Chambéry, inoltre, potrebbe aver "ringiovanito" il tessuto per azione dei gas della combustione. Il condizionale è d'obbligo, ma il problema della datazione della Sindone è tuttora aperto, come puoi leggere qui:

La Sindone è vecchia quanto Gesù - Focus.it (http://www.focus.it/Scienza/notizia/La_Sindone_e_vecchia_quanto_Gesu.aspx)

La Bbc riapre il mistero della Sindone | Scienze.TV (http://www.scienze.tv/node/3290)

Sindone, il giallo si riapre "Potrebbe essere più antica" - Repubblica.it (http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/spettacoli_e_cultura/sindone-giallo/sindone-giallo/sindone-giallo.html)

La Sindone è autentica. Un nuovo indizio : Il Blog di Adriano Forgione (http://ilblogdiadrianoforgione.myblog.it/archive/2009/04/15/la-sindone-e-autentica-un-nuovo-indizio.html)

La parola fine sul "mistero" della sindone non è stata detta perché anche gli scienziati hanno "l'hobby di vivere"... In realtà tutto il mondo accademico sa come stanno le cose, ma ha paura di "incidenti"come i tantissimi che sono capitati a chi si è contrapposto alla Santa Sede; anche a te mi permetto di consigliare l'ultimo osteggiatissimo libro scandalo sulla Chiesa ("La santa casta della chiesa" di Claudio Rendina) dove, in ordine cronologico, si parla di tutti i crimini commessi da questa vera e propria organizzazione criminale. Un'ultima riflessione: ti sei chiesta cosa succederebbe se l'umanità venisse di botto a sapere tutti i crimini, misfatti e falsità della chiesa delegittimandola subito? Ci sarebbero rivolte mondiali... è un processo che, per fortuna, sta avvenendo per gradi... Di preti "pretofili" che hanno rovinato la vite a tanti ragazzini rovinandoli, di conseguenza, anche come adulti sono un po' stanco... non so te... salutoni!

POL
22-05-09, 01:15
La parola fine sul "mistero" della sindone non e' stata dtta perche' anche gli scienziati hanno "l'hobby di vivere"....In realta' tutto il mondo accademico sa' come stanni le cose,ma hanno paura di "incidenti",come i tantissimi che sono capitati a chi si e' contrapposto alla Santa Sede;anche a te mi permetto di consigliare l'ultimo osteggiatissimo libro scandalo sulla Chiesa:"la santa casta della chiesa "di Claudio Rendina,dove,in ordine cronologico,si parla di tutti i crimini commessi da questa vera e propria organizzazione criminale.Un'ultima riflessione:ti sei chiesta cosa succederebbe se l'umanita' venisse di botto a sapere tutti i crimini,misfatti e falsita' della chiesa deligittimandola subito?Ci sarebbero delle rivolte mondiali...e' un processo che,per fortuna,sta' avvenedo per gradi:di preti "pretofili" che hanno rovinato la vite a tanti ragazzini rovinandoli ,di conseguenza,anche come adulti,sono un po' stanco,non so te....salutoni!

La netta affermazione: "vera e propria organizzazione criminale" non è permessa, perché non risulta dagli atti di alcun processo italiano. Altro discorso è che qualche prete possa aver commesso dei crimini.

Silvia
02-07-09, 11:32
SACRA SINDONE, FORSE AUTORITRATTO LEONARDO

La sacra sindone di Torino sarebbe l'autoritratto di Leonardo da Vinci, realizzato dall'eclettico genio toscano grazie a una tecnica d'impressione fotografica ante-litteram. E' la teoria avanzata da Lillian Schwartz, consulente della School of Visual Arts di New York. Ovvero la studiosa che negli anni Ottanta dimostrò, grazie all'uso del computer, analogie tra il viso di Leonardo e quello della Monna Lisa. La Schwartz - i suoi studi verranno illustrati questa sera in un documentario trasmesso dall'emittente britannica Channel 5 - ha usato lo stesso programma per sovrapporre l'immagine di Leonardo con quella della sacra sindone.

Ottenendo risultati a suo dire sorprendenti. "Combaciano", ha spiegato Lillian Schwartz al Daily Mail. "Per me - ha proseguito - non c'é dubbio che le proporzioni sulle quali Leonardo ha scritto sono state usate per creare il volto della sindone". L'origine dell'impressione in 'negativo' non sarebbe dunque da imputare a un miracolo divino ma ad un miracolo tecnologico di Leonardo. Che per dipingere la sindone avrebbe costruito il primo esempio di camera oscura della storia. Da Vinci, stando alla Schwartz, avrebbe appeso il lenzuolo di lino cosparso di un'emulsione fotosensibile - chiara d'uovo mista a gelatina - in una stanza buia e sigillata. In faccia al lenzuolo, nella parete, Leonardo avrebbe praticato un foro in cui avrebbe sistemato una lente di cristallo: su di una colonnina, davanti alla lente, da Vinci avrebbe piazzato un busto raffigurante il suo volto. Dopo giorni di esposizione l'immagine della statua si sarebbe quindi impressa, capovolta, sul lenzuolo appeso all'interno della camera oscura. "Pazzesco", ha commentato Lynn Picknett, studiosa della sacra sindone.

"Chi ha forgiato il falso doveva essere un eretico, avere conoscenze di anatomia e possedere una tecnica capace di spiazzare chiunque sino al XX secolo". Il documentario, a questo proposito, sottolinea come Leonardo fosse affascinato dagli strumenti ottici e che i suoi appunti contengono uno schizzo di camera oscura. Ma John Jackson, direttore del centro studi sulla sacra sindone del Colorado, ha liquidato l'ipotesi della Schwartz perché "basata su misere conoscenze storiche e scientifiche". Il più antico riferimento alla sindone, un medaglione commemorativo, risale infatti alla metà del XIV secolo ed è conservato al museo parigino di Cluny. "Mostra - ha detto Jackson - chiaramente i chierici mentre tengono in mano la sindone e precede la nascita di Leonardo di circa 100 anni".


Mattia Bernardo Bagnoli - www.ansa.it (01.07.2209)


Link (http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/inbreve/visualizza_new.html_994177779.html)

Silvia
02-07-09, 11:36
L'ULTIMA DAGLI STATES:
SULLA SINDONE C'È LEONARDO

Esistono quelli sui delitti irrisolti, sui plagi letterari. C'è poi la categoria dei personaggi-tormentone. Ed ecco che Leonardo da Vinci, troppo geniale per non intrigare, è tra i più cliccati. Dagli scantinati, dalle soffitte più improbabili escono autoritratti. Di Monna Lisa si è favoleggiato che è una bella toscana, una prostituta romana, la duchessa di Francavilla, oppure no, Leonardo in persona, che per l'occasione fece fuori la barba. Adesso riciccia un'altra leggenda che mischia mistero a mistero, tormentone a tormentone: non è la faccia di Gesù quella che traspare dalla Sacra Sindone, ma il volto del toscano.

La «rivelazione» arriva dagli States, usi a metabolizzare quanto fa sensazione. E porta la firma di Lillian Schwartz. Il suo biglietto da visita dice che è consulente della School of Visual Arts di New York, il suo passato rimanda a Vinci perché la signora vent'anni fa s'incaponì, col computer, sulle analogie tra le fattezze di Leonardo e quelle della Gioconda. Sostiene, la Schwartz (news ripresa subito dal britannico Sun e in un documentario trasmesso ieri nel Regno Unito da Channel 5) che il pittore e scienziato riuscì a creare il «negativo» del lenzuolo-miracolo appendendo il lino cosparso di emulsione fotosensibile - chiara d'uovo mista a gelatina - in una stanza buia. Davanti alla stoffa, in un foro della parete, avrebbe messo una lente di cristallo e piazzato di fronte, su una colonnina, un busto raffigurante il suo volto. Dopo giorni di esposizione, l'immagine della statua si sarebbe impressa, capovolta, sul lenzuolo.

Elementare Watson!, avrebbe esclamato Sherlock Holmes. «Ma c'è un piccolo particolare - sbotta Pierluigi Baima Bollone, il professore di medicina legale all'università di Torino che alla Sindone ha dedicato decine di saggi - La reliquia è conosciuta dal 1353 mentre Leonardo è nato cent'anni dopo, nel 1452. E poi, questa storia è vecchia di 25 anni, proposta per la prima volta da una studiosa italiana, Maria Consolata Corti. Vero è invece che il volto della Sindone è riprodotto in monete d'oro, i solidi, coniate a Bisanzio dall'imperatore Giustiniano II, a cavallo tra V e VI secolo». Maurizio Marini, tra i maggiori esperti dell'arte dal '400 al '700, propone: «Oltre al reato di lesa maestà, istituiamo quello di lesa scienza e di lesa arte. Ma tant'è: dopo che Dan Brown ha sostenuto che il San Giovanni del Cenacolo leonardesco è la Maddalena, tutto è concesso. Per parte mia dico sulla Sindone: guardiamo e crediamo. Perché nessun colorante può penetrare così poco come la "bruciatura" che nel Sacro Lino disegna il volto di Gesù». Il medievista Franco Cardini liquida la faccenda con un secco «americanate». Il bello è che degli azzardi della Schwartz ridono due sindonologi stelle e strisce, Lynn Picknett e John Jackson. Anche oltreoceano c'è un po' di rigore.



Lidia Lombardi - http://iltempo.ilsole24ore.com/ (02/07/2009)

Link ( http://iltempo.ilsole24ore.com/2009/07/02/1043085-ultima_dagli_states.shtml)

Silvia
26-07-09, 22:30
E' di questi giorni l'ennesima disputa sulla Sacra Sindone: una scritta in caratteri ebraici che riporta all'aramaico, la lingua dei primissimi cristiani, è stata individuata sul lenzuolo dallo scienziato francese Thierry Castex. A darne notizia è la storica Barbara Frale. La scoperta indurrebbe, a suo avviso, a datare la Sindone proprio all'epoca di Cristo. Immediata la confutazione del filologo Luciano Canfora, secondo il quale la scritta non proverebbe nulla perché potrebbe essere stata aggiunta in qualsiasi periodo successivo. La Frale ha risposto che è tutto spiegato nel suo libro di prossima pubblicazione (La Sindone di Gesù Nazareno, Il Mulino).


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Mario Baudino

"LA SINDONE E' VERA, VI SPIEGO PERCHE'"

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Caravaggio, Deposizione


Sulla Sindone c’è una scritta in caratteri ebraici che rinvia all’aramaico, la lingua dei primissimi cristiani. L’ha scoperta uno scienziato francese, Thierry Castex, e ne dà notizia per la prima volta una studiosa italiana, Barbara Frale, nel suo saggio da poco uscito per il Mulino col titolo "I templari e la Sindone di Cristo". E’ invisibile a occhio nudo, ma è stata evidenziata grazie a procedimenti fotografici; una presenza del genere sul lenzuolo conservato a Torino, che secondo la tradizione avrebbe avvolto il corpo di Gesù, non è certo un episodio che possa restare confinato nel mondo degli studiosi. La storica italiana, ufficiale dell’Archivio segreto Vaticano, ha ricevuto la documentazione per un consulto, e d’accordo con lo scopritore l’ha resa pubblica nel libro sui Templari, che è il prologo a un nuovo lavoro, tutto sul «Sacro lino», di imminente pubblicazione. […]

Al centro di questa ricerca si staglia l’imprevedibile scritta in aramaico, pochi caratteri che tuttavia possono essere ricondotti a un significato del tipo: «Noi abbiamo trovato». Ma vengono proposti anche nuovi documenti, per esempio sull’arrivo nella capitale dell’Impero d’Oriente della preziosa reliquia. E contro la tesi che venisse adorato in realtà un «fazzoletto» con un ritratto dipinto (il mandylion), la studiosa esibisce un testo scoperto nel ’97 sempre alla Biblioteca Vaticana (dallo storico Gino Zaninotto). E’ un’omelia del X secolo in cui viene descritta la reliquia, che l’imperatore Romano I aveva mandato a prelevare nella città di Edessa.

L’autore è Gregorio il Referendario, arcidiacono della Basilica di Santa Sofia, incaricato della delicatissima operazione nell’anno 943. Non parla di un fazzoletto dipinto, ma di una grande immagine: pare proprio di leggere la descrizione della Sindone di Torino, che pure anni fa venne sottoposta all’esame del carbonio 14, usato per datare i reperti antichi, e dichiarata un manufatto medioevale. Come spiega la Frale questa contraddizione? «L’esperimento aveva, date le tecnologie a disposizione in passato, ampi margini di ambiguità. E poi non è stato condotto in modo verificabile», sostiene la studiosa. Ormai, aggiunge, non fa più testo. «I documenti mi portano molto più all’indietro nel tempo. Anche nel quarto secolo ci sono testi che parlano della Sindone».

Ma torniamo alle scritte, che in realtà sono più d’una: in greco, e anche in latino, scoperte a partire dal 1978. Lei spiega che non sembrano vergate sul lino, ma impresse per contatto, forse casuale, con cartigli e reliquiari. Che cosa dimostrano? «Quella in caratteri ebraici poteva essere un motivo importante per spiegare la segretezza di cui i templari circondarono la Sindone, in anni di fortissimo antisemitismo». Però c’è dell’altro: «Sì, c’è il fatto che dopo il 70 non si parlò più aramaico nelle comunità cristiane. E già San Paolo scriveva in greco». A cosa sta pensando, allora? «Ci sono molti indizi, direi un’infinità, che sembrano collegare la Sindone ai primi trent’anni dell’era cristiana. Per ora è una traccia di ricerca». Pensa che il testo si sia impresso prima del 70? «Quel che sappiamo del mondo antico ci costringe a formulare questa ipotesi». E qui la studiosa si ferma, rinviando al nuovo libro, La Sindone di Gesù Nazareno, che uscirà sempre per il Mulino prima di Natale. Ma non si sottrae alle domande. La prima è ovvia: come escludere che si tratti semplicemente di un «falso», nel senso di una reliquia costruita e modificata nel tempo?

Magari realizzata proprio sulla scorta dei Vangeli? «Innanzi tutto il mondo antico non ha mai avuto interesse a confermare i Vangeli. Non conosce il nostro concetto di riscontro o di prova. In secondo luogo le scritte possono essere datate, in base alla loro forma, alla grammatica, al contesto. Gli studiosi che le hanno esaminate le fanno risalire a un periodo fra il primo e il terzo secolo». Si ritiene però che l’archeologia del terzo secolo fosse molto diversa dalla nostra. La madre di Costantino trovò a Gerusalemme tutto ciò che desiderava, dalla croce alla casa di Pietro. «Non è così semplice. Quest’idea rischia di diventare un luogo comune. La questione dell’imperatrice Elena è un capitolo a parte».

Ultima osservazione: la Sindone riporta un’immagine tridimensionale. Per ottenerla non posso avvolgere semplicemente un corpo in un lenzuolo, come farei al momento della sepoltura. «No, deve fare molte altre cose, questo è vero. Però ricordiamoci che, data la sua sacralità, è difficile accostare e studiare l’oggetto stesso». Infatti queste scritte non sono mai state viste da nessuno, in tanti anni, anche quando la Sindone era, come lei spiega, molto meno sbiadita di adesso. «Tenga conto che veniva avvicinata raramente, e con una forma quasi di terrore sacrale. Io comunque non mi sono interrogata sulla sua formazione, perché sarebbe un tentativo di razionalizzare una materia dove lo storico, qualora lo faccia, si espone a troppi rischi, anche di figuracce. Come chi aveva spiegato la trasfigurazione di Cristo ricorrendo ai fenomeni ottici che si verificano sui ghiacciai. Preoccupiamoci piuttosto di studiare seriamente. L’unica cosa certa è che dobbiamo toglierci dalla testa di avere in mano, al proposito, le carte definitive».



Mario Baudino – LASTAMPA.it (http://www.lastampa.it) (21/7/2009)

L'articolo completo (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200907articoli/45702girata.asp)

Silvia
26-07-09, 22:38
Barbara Frale

LE SCRITTE CHE RIAPRONO IL CASO DEL “FALSO MEDIEVALE”


Nel 1978 il chimico Piero Ugolotti si accorge che sul negativo di una foto della Sindone si vedono alcuni strani segni che sembrano proprio lettere. Ugolotti non è uno specialista di lingue antiche, perciò si rivolge a un esperto: è Aldo Marastoni, insigne latinista dell’Università Cattolica di Milano. Marastoni conferma l’esistenza di parole scritte in greco e latino tutt’intorno al volto dell’uomo della Sindone: dicono Nazarènos, l’aggettivo usato nei vangeli per indicare il luogo dove abitava Gesù, e in nece (m), un’espressione latina che significa “a morte”. Sopra la fronte si legge la sequenza IBEP, che sembra proprio il nome scritto in greco di Tiberio (TIBEPIO), l’imperatore romano sotto il regno del quale Gesù fu messo a morte dal governatore Ponzio Pilato. Sempre presso la fronte, parte di una scrittura in caratteri ebraici che non riescono a decifrare.

La ricerca attira l’interesse di altri specialisti. Poi nel 1988 alcuni campioni prelevati dalla Sindone sono sottoposti alla datazione con il radiocarbonio, e un tam-tam su tutti i mass media del mondo presenta il Telo come un falso medievale: una sentenza netta che pare inappellabile. La ricerca su quelle misteriose tracce di scrittura, iniziata con tanto entusiasmo, si blocca di colpo. Siano pure molto antiche, nessuno vuole più studiare quelle scritte che ora — come dicono tutti — stanno su un «falso medievale». Nel 1994 alcuni esperti francesi di analisi dei segnali riprendono in mano la questione: sono scienziati, dunque sanno bene quanti limiti può avere una datazione al radiocarbonio.
Uno di loro è il professor André Marion, docente presso l’Institut Superieur d’Optique d’Orsay a Parigi. Marion sottopone la Sindone a un software usato per riportare alla luce le antiche scritture oggi non più visibili; proprio sotto l’impronta del volto trova la sequenza in lettere greche HOY, quanto resta del nome IHOY, trascrizione greca dell’originale semitico Yeshua, ovvero “Gesù”. Insieme all’altra parola già vista da Marastoni forma IHOY NAZAPHNO, cioè “Gesù Nazareno”. E poi ancora altri gruppi isolati di segni in greco e latino disposti intorno al volto: questo scritto, composto da varie strisce, formava una specie di cornice. Sono parole frammentarie difficili da capire.


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André Marion presenta i risultati della sua ricerca sulla rivista specialistica Optical Engineeringe poi nel 1998 in un libro scritto con la collega Anne-Laure Courage. I due scienziati invitano gli esperti in discipline storico-archeologiche a continuare lo studio per capire quale sia l’esatto significato di quelle parole. Intanto hanno consultato alcuni specialisti che lavorano presso la Sorbona e altri prestigiosi istituti francesi di ricerca. Anche se dato in via informale, il responso è piuttosto chiaro: le scritte sembrano paleocristiane, forse anteriori al Terzo secolo dopo Cristo.

Dopo circa dieci anni di ricerca, il profilo di quelle parole è oggi molto più netto: il testo con cui la Sindone entrò in contatto non era un libro ma un documento, un documento sulla sepoltura di Gesù Nazareno. Un atto originale, come pensava Marastoni, o forse un antichissimo testo non canonico: ma in questo caso si tratta di qualcosa scritto dai cristiani della prima generazione, quando ancora il greco non era la loro lingua e prima che fossero composti i vangeli (60-90 circa dopo Cristo). Le informazioni contenute in queste scritte non coincidono sempre con le notizie dei vangeli ma piuttosto si compenetrano a vicenda con esse, e insieme completano il resoconto della sepoltura. Danno dettagli secondari, d’importanza minore, che forse gli evangelisti tralasciarono perché non avevano alcun valore per la fede. Per lo storico moderno, invece, hanno un valore enorme. Come ad esempio altre tracce di scrittura in caratteri ebraici trovate nella zona sotto il mento dall’analista Thierry Castex con lo stesso metodo applicato da Marion: si distingue un testo frammentario di cui per ora si legge bene solo una frase centrale, noi abbiamo trovato (oppure perché trovato). Tali parole richiamano con precisione la denuncia con cui, secondo il vangelo di Luca, Gesù fu condotto dai membri del Sinedrio davanti a Ponzio Pilato: Lo abbiamo trovato che sobillava il popolo.

La ricerca è ancora in corso, varie cose sono da chiarire e nei prossimi mesi avremo un quadro molto più preciso. Sta di fatto però che secondo il diritto romano nessun processo poteva iniziare senza un documento scritto di denuncia, e se il Sinedrio scriveva è molto probabile che lo facesse in ebraico o in aramaico. Gli autori antichi usano per il vangelo di Luca un verbo greco, istorèo, che indicava gli storici in senso vero e proprio, cioè chi scrive avendo visto i fatti di persona oppure dopo aver consultato dei documenti. E se avessero ragione?


Barbara Frale – La Domenica di Repubblica (14 giugno 2009)

Silvia
09-10-09, 11:42
Laura Laurenzi

SINDONE È UN FALSO MEDIEVALE. ECCO LA PROVA



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Per la prima volta la Sindone è stata riprodotta uguale all' originale in ogni dettaglio, con tecniche e materie prime disponibili nel 1300. «Siamo finalmente riusciti a dimostrare che era fattibile con gli strumenti dell' epoca», spiega Luigi Garlaschelli, docente di chimica organica all' Università di Paviae autore dell' esperimento. Il suo lenzuolo-copia (in realtà sono ben tre) sarà esposto e mostrato per la prima volta al pubblico durante il convegno con cui il Cicap - il Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale - celebra i suoi vent' anni il 9, il 10 e l' 11 ottobre ad Abano Terme.

Tempo tecnico per ottenere la Sindone: una settimana. Ma l'esperimento ha richiesto lunghi mesi ed è stato eseguito in parte all' Università di Pavia, per gli esami spettroscopici, ma sostanzialmente nel laboratorio dello stesso Garlaschelli, «la mia bat-caverna», scherza lo scienziato. La ricerca è stata finanziata dal Cicap e dall' Uaar (unione atei agnostici razionalisti) ed è costata «alcune migliaia di euro», non precisa meglio Garlaschelli. Solo 2.500 euroè il prezzo pagato per i 15 metri di lino intessuto a spina di pesce.

«L' implausibilità della Sindone, la cui prossima ostensione avverrà nel 2010, è stata già affermata da molti, e per varie ragioni - ricorda lo studioso- Una tessitura mai usata nel primo secolo, il modo in cui si sarebbe dovuto ricoprire il cadavere, contrario agli usi ebraici del tempo, la resa chiaramente artistica dei capelli, delle colature di sangue, degli arti, la mancanza delle deformazioni geometriche che ci aspetteremmo da un' impronta lasciata da un corpo umano su un telo avvolto. E soprattutto il fatto che la Sindone comparve in Francia solo verso il 1357».

Per il suo esperimento lo scienziato ha messo in pratica, estendendolo a tutto il corpo, il metodo suggerito dallo studioso americano Joe Nickell nel 1983. Questo il racconto delle varie fasi così come saranno rese note ad Abano: «Abbiamo fatto tessere un telo di lino a spina di pesce identico a quello della Sindone sia come filato che come peso. Il telo è stato disteso sopra un volontario, un nostro dottorando, e con un tampone sporcato di ocra rossiccia sono state sfregate solo le parti più in rilievo. L' immagine è stata poi rifinita a mano libera dopo avere steso il telo su una superficie piana». Solo il volto è stato realizzato con l' aiuto di un bassorilievo di gesso, indispensabile per evitare una distorsione dei lineamenti. Con tempera liquida sono stati poi aggiunti i segni dei colpi di flagelloe le macchie di sangue. «Successivamente abbiamo aggiunto l' equivalente delle impurità che sarebbero state presenti nell' ocra usata dall' artista medievale. Dopo diversi tentativi con sali e acidi vari, abbiamo utilizzato acido solforico all' 1,2 per cento circa in acqua, mescolato con alluminato di cobalto. Abbiamo ripetuto questo procedimento utilizzando una tela di lino preventivamente invecchiata scaldandola in una stufa a 215 gradi per tre ore, e poi lavandola in lavatrice con sola acqua». Segue un ultimo invecchiamento artificiale accelerato sul pigmento, che viene poi lavato via. «Il risultato è, come speravamo, un' immagine tenue, sfumata, dovuta a un ingiallimento delle fibre superficiali del lino, e non fluorescente ai raggi ultravioletti - conclude emozionato Garlaschelli - Il negativo è somigliantea quello del volto sindonico e, se elaborato al computer, mostra analoghe proprietà tridimensionali».

E tre, non una, saranno le Sindoni (per ora arrotolate in un armadio) che lo studioso porterà al convegno del Cicap e di fronte alla comunità scientifica. Una - completa - di 4 metri e 40 per un metro e 10, una lunga due metri e mezzo che è solo il davanti e una terza delle stesse misure con soltanto l'ocra: come doveva essere la Sindone appena fatta, senza le bruciature.


Laura Laurenzi – da Repubblica del 5 ottobre 2009 (pagina 31, sezione "Cronaca")

Link ( http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/10/05/sindone-un-falso-medievale-ecco-la-prova.html)

Silvia
09-10-09, 11:44
Giulio Fanti

LA COPIA DEGLI SCIENZIATI DEL CICAP È UN FALSO. ECCO LE PROVE


In riferimento all’articolo del 5/10/2009 de La Repubblica, “Sindone – è un falso medievale. Ecco la prova” c’è da stupirsi per le affermazioni prive di rigore scientifico ivi riportate. Ogni tanto qualche persona in cerca di notorietà ottiene spazio nei media dichiarando di avere riprodotto la Sindone o una parte di essa, ma quando si approfondisce il discorso “casca il palco”. È infatti possibile riprodurre alcune fattezze macroscopiche della Sindone, ma è assai più difficile riprodurre le caratteristiche microscopiche dell’immagine corporea ivi impressa. Nessuno, nemmeno con lo stato dell’arte delle tecnologie attuali, è stato sinora capace di riprodurre tutte insieme tali caratteristiche estremamente particolari. Anche un articolo a nome di 24 studiosi pubblicato su Internet (www.shroud.com/pdfs/doclist.pdf ) riporta l’impossibilità attuale di riprodurre tutte le fattezze della Reliquia più importante della Cristianità.

In particolare nell’articolo in questione, il Dr. Garlaschelli non dice nulla riguardo la profondità di colorazione, che è molto sottile (un quinto di millesimo di millimetro) nel caso dell’immagine Sindonica ed è praticamente impossibile riprodurre tale profondità tramite le sostanze chimiche utilizzate dal Dr. Garlaschelli.

Se tuttavia il Dr. Garlaschelli avesse effettivamente trovato il modo di riprodurre qualcosa di simile alla Sindone, egli avrebbe dovuto sottoporre al vaglio della comunità scientifica i suoi risultati prima di esporli ad un pubblico impossibilitato ad eseguire verifiche dettagliate di laboratorio, ad esempio analisi microscopichiche che toglierebbero ogni dubbio riguardo la profondità submicrometrica della colorazione.

Il sottoscritto ha lanciato pubblicamente a “Porta a Porta” una sfida scientifica dichiarando che la Sindone non è riproducibile e sarebbe stato pronto a cambiare parere appena qualcuno gli avesse dato modo di studiare campioni similsindonici da analizzare con gli strumenti adatti.

L’ENEA di Frascati da anni sta studiando come sia possibile riprodurre alcune caratteristiche dell’immagine corporea ed ha ottenuto risultati incoraggianti utilizzando laser eccimeri (G. Baldacchini et al. articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica statunitense Applied Optics il 18-3-2008), ma la strada è lunga prima di potere ottenere qualcosa di uguale all’immagine corporea della Sindone.



All’Università di Padova sono in corso esperimenti di colorazione di lini mediante effetto corona, ed i risultati ottenuti sembrano assai incoraggianti (www.dim.unipd.it/fanti/corona.pdf e www.ohioshroudconference.com/papers/p15.pdf).

Ad ogni modo da una prima osservazione della fotografia dell’immagine pubblicata dal Dr. Garlaschelli, sembra che non si sia ottenuto alcunché di nuovo perché analoghe immagini sperimentali furono considerate nel lavoro pubblicato nel Journal of Imaging Science and Technology, (vol. 46-2) nel lontano 2002, risultando molto carenti delle gradazioni intermedie di colore rispetto all’immagine sindonica.

Inoltre l’immagine ora proposta, che si basa su altri studi precedenti di migliore riuscita come quello ottenuto dalla studiosa americana Emily Craig, è già stato analizzato a livello microscopico con risultati alquanto deludenti; la fotografia allegata mette a confronto la colorazione uniforme delle fibrille sindoniche di immagine con quelle ottenute utilizzando pigmenti a base di ossido di ferro.



http://www.silviadue.net/vari/fibresindoneR375.jpg



Infine un cenno alla datazione al carbonio 14 citata dal Dr. Garlaschelli: il risultato ha scarso valore scientifico a causa dei gravi errori statistici pubblicati (Nature, 1989) i quali dimostrano che il campione analizzato non è rappresentativo della Reliquia più importante della cristianità.

Il sottoscritto è pronto ad analizzare il nuovo risultato dal punto di vista scientifico per trarne le dovute conclusioni che potranno essere discusse a livello di esperti (eventualmente anche internazionali coinvolgendo il gruppo ShroudScience - gruppo mondiale di più di un centinaio di studiosi sull’argomento), prima che siano fatte comunicazioni sui media prive di riscontro scientifico.


Giulio Fanti – da www.sussidiario,net (giovedì 8 ottobre 2009)


Link (http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=41191)

Silvia
09-10-09, 12:24
DAVID ROLFE (BBC): GLI SCIENZIATI DI REPUBBLICA HANNO TORTO

Intervista a David Rolfe


Il metodo utilizzato dal professor Garlaschelli, del centro CICAP, è consistito nell’utilizzo di un lino, tessuto a spina di pesce, dove è stato disteso un volontario al quale erano state sporcate di ocra le parti del corpo più in rilievo. Per il volto è stato utilizzato un bassorilievo di gesso. Per invecchiare invece il tessuto il lino è stato scaldato per tre ore a una temperatura di 250 °C e lavato in lavatrice con sola acqua. Le sembra un metodo convincente?

Lo stesso professor Garlaschelli, inconsapevolmente, ha dimostrato come non possa essere attendibile la procedura utilizzata per la riproduzione dell’immagine del sudario. Per riuscire a fare qualcosa di convincente devi realizzare una reliquia artificiale che abbia tutte le stesse caratteristiche dell’immagine del sudario. Se si legge con attenzione l’articolo si nota che Garlaschelli dice «con tempera liquida sono stati poi aggiunti i segni dei colpi di flagello e le macchie di sangue». Abbiamo capito bene? Dopo aver riprodotto l’immagine hanno piazzato su il sangue. Evidentemente Garlaschelli ignora che nel 1978 è stato scoperto inequivocabilmente che il sangue sulla Sindone si è riversato prima che si creasse l’immagine.
È molto facile, una volta che hai l’immagine di un corpo su un tessuto, aggiungere il sangue nei posti giusti, ma è molto difficile, una volta messo prima il sangue, far coincidere un’immagine di quel tipo. Quindi il professore che ha avuto la pretesa di dire di aver creato un’immagine con le stesse caratteristiche della Sindone ha affermato una cosa non corretta perché nella Sindone ci sono caratteristiche che la sua copia non ha.


Per quale motivo secondo lei l’approccio scientifico alla Sindone è spesso caratterizzato da un pregiudizio negazionista?

Il metodo che la scienza persegue molto spesso procede con prove negative, è raro che la scienza porti prove in positivo. Ed è anche giusto, perché sennò c’è il pericolo di fare affermazioni dogmatiche. Quando la Sindone si presentò sotto un profilo scientifico portò con sé un’innumerevole serie di prove a favore della sua autenticità. Quindi schiere di scienziati si presentarono con l’intenzione di smentirle una ad una. Ma c’è un fatto. Chi sostiene un’ipotesi del genere, o vuole iniziare uno studio con un metodo del genere, non considera tutti i fattori relativi alla Sindone. La Sindone, per essere appieno studiata e compresa, ha bisogno del supporto di molti altri contributi derivanti da diversi campi dello scibile umano. In ballo c’è la storia, la geografia, la storia dell’arte, la chimica, la fisica e molto altro ancora. Pertanto ritengo che sia molto difficile per qualcuno che abbia davvero approfondito tutte queste conoscenze smentire l’autenticità della Sindone. Mentre è molto facile che chiunque si approcci al sudario con poca conoscenza e molti pregiudizi, se cerca di trovare una ragione o una scusa scientifica per negarne la validità, la trovi. Ma non si troverà nessuno che abbia studiato la Sindone a fondo e che abbia al contempo questo atteggiamento.


Dopo la realizzazione del suo documentario è andato avanti a investigare sul mistero della Sindone?

Sono molto contento di dire che abbiamo fra le mani un altro progetto che speriamo possa essere completato prima dell’ostensione del 2010. Si tratta di un lungometraggio che concluderà il lavoro che abbiamo iniziato nell’ultimo documentario e fornirà una spiegazione del fatto che l’esame del C14 abbia necessità di essere ripetuto. È la cosa a cui sto lavorando più intensamente in questo momento.



Raffaele Castagna, Gabriele Ferré - da Sussidiario.it (http://www.sussidiario.net) (mercoledì 7 ottobre 2009)

Link (http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=40992&pageid=2)

GNU-GPL
11-10-09, 01:02
Scusate ma qui mi sento chiamato in causa personalmente,si fa' per dire....La sacra sindone e' infatti una "sacra sola"!L'immagine risultante nel lenzuolo non e' quella di Cristo(fasullo anche lui),ma quella di Jacques de molay,trucidato dalla chiesa,come rileva l'esame chimico del carbonio 14 che consente di risalire alla vera eta' del manufatto.La chiesa puo' dire quello che vuole:ormai le religioni non incantano piu' nessuno o quantomeno molta meno gente di prima.Qui da noi abbiamo il Vaticano che con il losco potere della chiesa e' quanto di piu' abominevole possa esistere;mi permetto di consigliare un libro scandalo uscito da poco(osteggiato in tutti i modi,naturalmente,dalla Santa Sede dal titolo:La Santa casta della chiesa di Claudio Rendina edito dalla Newton Compton Mondadori.


Questi ciarlatani fanno rimpiangere i roghi per gli eretici.


http://www.youtube.com/watch?v=ipoZOjntwI0

Lupo
11-10-09, 08:30
Scusate ma qui mi sento chiamato in causa personalmente,si fa' per dire....La sacra sindone e' infatti una "sacra sola"!L'immagine risultante nel lenzuolo non e' quella di Cristo(fasullo anche lui),ma quella di Jacques de molay,trucidato dalla chiesa,come rileva l'esame chimico del carbonio 14 che consente di risalire alla vera eta' del manufatto.La chiesa puo' dire quello che vuole:ormai le religioni non incantano piu' nessuno o quantomeno molta meno gente di prima.Qui da noi abbiamo il Vaticano che con il losco potere della chiesa e' quanto di piu' abominevole possa esistere;mi permetto di consigliare un libro scandalo uscito da poco(osteggiato in tutti i modi,naturalmente,dalla Santa Sede dal titolo:La Santa casta della chiesa di Claudio Rendina edito dalla Newton Compton Mondadori.


http://www.silviadue.net/vari/sacra_sindone_04.gif

La somiglianza è davvero sconcertante.......

http://templenorte.iespana.es/Archivos/molay2.jpg
Jacques de Molay

http://www.zam.it/images/3607/1.jpg
Leonardo da Vinci

GNU-GPL
11-10-09, 18:22
La Chiesa di Santa Maria ad Criptas del 1200, costruita dai Templari, riporta dipinti della crocifissione di Cristo nei quali il volto di Cristo è perfettamente uguale a quello della Sindone.

Infatti i Templari, oltre ad aver costruito questa Chiesa, avevano nascosto a l'Aquila la Sindone, della quale ne erano venuti in possesso a Gerusalemme nella prima Crociata...


http://i.imagehost.org/0780/Sindone_1.jpg

http://www.silviadue.net/vari/sacra_sindone_04.gif

http://i.imagehost.org/0748/Sindone_2.jpg

Cuordy
24-12-09, 00:21
La sacra sindone di Torino sarebbe l'autoritratto di Leonardo da Vinci, realizzato dall'eclettico genio toscano grazie a una tecnica d'impressione fotografica ante-litteram. E' la teoria avanzata da Lillian Schwartz, consulente della School of Visual Arts di New York.

1. Per sviluppare una tale tecnica ai tempi di Leonardo sarebbe stato necessario conoscere sostanze fotosensibili e applicarle alla sindone. Ma in essa non c'è traccia di elementi chimici fotosensibili, soltanto alterazioni cromatiche del tessuto compatibili con "bruciature". Tuttavia è stato provato che l'immagine della sindone non è stata nemmeno prodotta eseguendo il calco di un bassorilievo rovente, dunque figuriamoci se poteva essere prodotta da un freddo spiraglio di luce in una camera oscura.

2. Avete letto chi sta avanzando teorie? Consulente della School of Visual Arts di New York.

* Consulente, non professore né ricercatore
* School of Visual Arts di New York. Arti visive, non fisica o biologia o archeologia. Arti visive!



Ovvero la studiosa che negli anni Ottanta dimostrò, grazie all'uso del computer, analogie tra il viso di Leonardo e quello della Monna Lisa. La Schwartz - i suoi studi verranno illustrati questa sera in un documentario trasmesso dall'emittente britannica Channel 5 - ha usato lo stesso programma per sovrapporre l'immagine di Leonardo con quella della sacra sindone.

Ottenendo risultati a suo dire sorprendenti. "Combaciano", ha spiegato Lillian Schwartz al Daily Mail. "Per me - ha proseguito - non c'é dubbio che le proporzioni sulle quali Leonardo ha scritto sono state usate per creare il volto della sindone". L'origine dell'impressione in 'negativo' non sarebbe dunque da imputare a un miracolo divino ma ad un miracolo tecnologico di Leonardo


http://www.torinoggi.it/uploads/news/2775_img.jpg?9

Non c'è alcuna somiglianza. La bocca è larga in Leonardo e stretta nell'uomo della sindone. La distanza naso-bocca non combacia. Stessa cosa per gli zigomi. Per confutare definitivamente quanto asserito cito direttamente il direttore del centro studi sulla sacra sindone del Colorado, John Jackson:


"basata su misere conoscenze storiche e scientifiche". Il più antico riferimento alla sindone, un medaglione commemorativo, risale infatti alla metà del XIV secolo ed è conservato al museo parigino di Cluny. "Mostra chiaramente i chierici mentre tengono in mano la sindone e precede la nascita di Leonardo di circa 100 anni".Lo volete vedere? Eccolo...


http://www.skepticalspectacle.com/images/medal.jpg

Silvia
24-12-09, 01:37
1. Per sviluppare una tale tecnica ai tempi di Leonardo sarebbe stato necessario conoscere sostanze fotosensibili e applicarle alla sindone. Ma in essa non c'è traccia di elementi chimici fotosensibili, soltanto alterazioni cromatiche del tessuto compatibili con "bruciature". Tuttavia è stato provato che l'immagine della sindone non è stata nemmeno prodotta eseguendo il calco di un bassorilievo rovente, dunque figuriamoci se poteva essere prodotta da un freddo spiraglio di luce in una camera oscura.

Sono d'accordo. Del resto la teoria della Schwartz è stata immediatamente confutata da Baima Bollone, da altri sindonologi, da Cardini ("americanate") e da esperti d'arte, come si accenna anche nell'articolo che hai quotato e che ho postato… per dovere di cronaca, diciamo così...

La teoria della Schwartz non è neppure nuova: anche Vittoria Haziel aveva presentato uno studio nel quale sosteneva che la Sindone era stata realizzata da Leonardo con la tecnica della pirografia. Addirittura ne avrebbe individuato la firma, in basso a destra, su un piede di Cristo: LDV... :gratgrat:

E comunque, al di là delle varie teorie e relative confutazioni, l'unico punto certo è che la Sindone continua testardamente a sfidare la scienza. ;)

Cuordy
24-12-09, 09:13
E comunque, al di là delle varie teorie e relative confutazioni, l'unico punto certo è che la Sindone continua testardamente a sfidare la scienza. ;)

Già. ;) Però è sconfortante notare come "l'hobby di vivere" di cui parlava un utente in prima pagina possa innescare un meccanismo perverso, per cui tutti, professionisti e ciarlatani, possono bellamente sfruttare la fantasia per trovare visibilità su media senza scrupoli che, pur di vendere, spacciano certe stupidaggini come se fossero scoperte scientifiche clamorose.

Cordiali saluti.

Cuordileone

Masetti Maurizio
17-02-10, 03:13
Sono nuovo del forum, e saluto tutti.

Sono “il fanciullo” del Corriere della Sera, nell’allora forum di Magdi Allam, poi sono passato su “Coelestis”.

Qui non sono ancora pratico e questo è il mio 2° invio. Se mi sbaglio ancora, chiedo gentilmente all’Amministrazione di aiutarmi via e-mail.

Grazie.

_______________/


LA RESURREZIONE ( SCOMPARSA ) DI GESU' E' AVVENUTA NEL 27 d.C. , NON NEL 30 d.C. ! !


Ho il piacere di annunciare, su questo sito, che esiste un metodo di datazione più preciso di quello col Carbonio 14:
è il metodo astronomico-logico-matematico-storico…

Gli “Anni fa” sono conteggiati a partire dall’Anno corrente con i pallottolieri:

1) Metone, con i pleniluni all’equinozio di primavera;

2) Keplero Corretto, con le congiunzioni Giove-Saturno (con la KCg = 19,98...+/- mesi per il cronista);

3) Cometa di Halley (periodo medio costante di 76 anni +/- mesi per il cronista).


-/+ . . . . 7 . . . . . . . . . . . . . . 22 . . . . . . . . . . . . . . 22

d./ a.M. . | . a./ d.C. | .. A. D. . | .. A.D.*. | d./ a.C.*. | d./ a.C.** | Anni fa
. . CMN . .. . CGC . . . Ab I.D. c...di Dionigi. . .. C.U. . . . . . SVA

. 2039° . | . 2032° . |. 2032° .| .2010°* |. 2010* d.| 1988°** . | 0 - Anno corrente

D 24

.. 2015° .| . 2008° . |. 2008° .| .1986°* |. 1986* d.| 1964°** . | 24 - Cometa Halley N. 1

D 1976

. . . 39° . | . . . 32° . | ... 32° ..|. . 32° ... | . . 10* d. | . .-13°** ..| 2000 – Congiunzione Giove-Saturno N. 101 ; Cometa Halley N. 27

. . . 38° . | . . . 31° . |.. . 31° . | . . 31° .. | . . . 9* d. | . .-14°** ..| 2001 - …

. . . 37° . | . . . 30° . | . . 30° . | . . 30°. . | . . . 8* d. | . .-15°** ..| 2002 – XVII Tiberio; V Pilato

. . . 36° . | . . . 29° . |. .. 29° ..|. . 29° ... | . . . 7* d. | . .-16°** ..| 2003 – XVI Tiberio; IV Pilato

. . . 35° . | . . . 28° . |.. . 28° . | . . 28° .. | . . . 6* d. | . .-17°** ..| 2004 – XV Tiberio; III Pilato

. . . 34° . | . . . 27° . |.. . 27° . | . . 27° .. | . . . 5* d. | . .-18°** ..| 2005 – XIV Tiberio; II Pilato – Plenilunio all’equinozio di primavera N. 106 - Resurrezione (SCOMPARSA) di Gesù. XIII di Tiberio (XIV in settembre) :
Coelestis - Il Forum Italiano di Astronomia - Visualizza un messaggio singolo - I Calendari Comparati dimostrano che “la Sindone è un falso” (Barbara Frale) (http://www.trekportal.it/coelestis/showpost.php?p=329116&postcount=3)
Coelestis - Il Forum Italiano di Astronomia - Visualizza un messaggio singolo - I Calendari Comparati dimostrano che “la Sindone è un falso” (Barbara Frale) (http://www.trekportal.it/coelestis/showpost.php?p=329942&postcount=5)

. . . 33° . | . . . 26° . | . . 26° . | . . 26° .. | . . . 4* d. | . .-19°** ..| 2006 – XIII Tiberio; I Pilato

D 3

. . . 30° . | . . . 23° . | . . 23° . | . . 23° ., | . . . 1* d. | . .-22°** ..| 2009 – Anno I per il nostro C.U. (ignorato a Enigma 2002 ! – N.B. usare sempre i p.a. quando si scavalca lo Zero…)

D 22

. . . . 8° . | . . . . 1° . | . . . 1° . | .. .. 1° .. | . . 22* a. | . .-44°** ..| 2031 - I A.D. - Anno I d.C. , Anno Zero, per il Calendario Gregoriano Corretto ( v. altrove su Coelestis ) .

. . . . 7° . | . . . .-1° . | . - .- .- . | . - . -.- .. |. . 23* a.. | . .-45°** ..| 2032 – Anno I a.C. per il Calendario Gregoriano Corretto.

. . . . 6° . | . . . .-2° . | . - .- .- . | . . - - - .. |. . 24* a.. | . .-46°** ..| 2033

. . . . 5° . | . . . .-3° . | . - .- .- . | . - - - - .. |. . 25* a.. | . .-47°** ..| 2034

. . . . 4° . | . . . .-4° . | . - .- .- . | . - - - - .. |. . 26* a.. | . .-48°** ..| 2035

. . . . 3° . | . . . .-5° . | . - .- .- . | . - - - - .. |. . 27* a.. | . .-49°** ..| 2036

. . . . 2° . | . . . .-6° . | . - .- .- . | . - - - - .. |. . 28* a.. | . .-50°** ..| 2037

. . . . 1° . | . . . .-7° . | . - .- .- . | . - - - - .. |. . 29* a.. | . .-51°** ..| 2038 - Anno I d.M. , Anno Zero - Inizio della Nuova Era (riconosciuto e ammesso a Enigma 2002 -come 6 / 7 / 8 a.C.- da Mons. Gianfranco Ravasi, Prof. Giovanni Bignami, Prof. Piergiorgio Odifreddi (con indifferenza) , Vittorio Messori (a mezza bocca e a denti stretti, cercando di "frenare") ...

D 1

. . . .-1° . | . . .-8°. .. | . - .- .- . | . -- - - . . | ... 30* a..|. .-52°** ...| 2039 – CULMINE della Congiunzione Giove-Saturno N. 103 - Nascita di Gesù, il promesso messia. Pastori e pecore ancora fuori all'aperto di notte - Data di censimento (1° di Quirinio) - Arrivo dei Re Magi a Gerusalemme.

D 1

. . . .-2° . | . .. .-9° ...|. - .- .- .. | . - - - - .. |. . 31* a.. |. .-53°** ...| 2040 – Congiunzione Giove-Saturno N. 103 eliocentrica al solstizio d'inverno dell' Anno IX a.C. in Acquario / Pesci - ESULTANZA di Astrologi e Magi : < E' nato il messia... il " Soccorritore " ... il re d'Israele!... > ... - Concepimento di Gesù, il promesso messia, nella notte più lunga dell' anno - Prima Venuta - ... - < M A G N I F I C A T > - Preparativi dei Re Magi per la partenza verso Gerusalemme .


D 188

. .-190° . |.. .-197° .. |.- .- .- .. | . - .-. - .- |. . 219* a..|. -241°** .| 2228 – Cometa di Halley N. 30.


=================================================.

Nota:

rispetto al passaggio N. 27 , seguendo un qualsiasi calendario e RICORDANDOSI di usare i p.a., progressivi algebrici, oppure con gli "Anni fa"- si ha:

[38 – (-190)] CMN = [31 – (-197)] CGC = [9 – (-219)] CGT o C.U. = [-13 – (-241)] = ... = -2000 – ( -2228] Anni fa = 228 = 76 anni ciclo * 3 cicli.

Come pure rispetto al passaggio N. 1 , dimostrazione già fatta e ripetuta su Coelestis:

[2014 – (-190)] CMN = [1985 – (-219)] CGT o C.U. = [1963 – (-241)] SVA = ... = [-24 – [-2228] Anni fa = 2204 anni = 76 anni/ciclo * 29 cicli .

Le dimostrazioni si trovano su Coelestis - Il Forum Italiano di Astronomia - Powered by vBulletin e sul Corriere della Sera, forum di Magdi, nickname “il fanciullo”, p.e.
PASQUA DI RESURREZIONE: scomparsa del corpo di Gesù.
il fanciullo - 17-04-2006 18:58

A) Calendari Comparati , su Coelestis - Il Forum Italiano di Astronomia - Powered by vBulletin :

1) Archeoastronomia: I Calendari Comparati dimostrano che “la Sindone è un falso” (Barbara Frale) ( 1 2)

2) Domande alla Redazione:

Chiedo aiuto su Calendari Comparati e conferma cicli di Metone ( 1 2 3 ... Ultima pagina)

Il BUCO di Dionigi (anno per anno, alla moviola...) ( 1 2 3 ... Ultima pagina)

La cometa di Halley nei CALENDARI COMPARATI ( 1 2 3 ... Ultima pagina)

Calendari Comparati. Periodicità delle Congiunzioni Giove-Saturno ( 1 2 3 ... Ultima pagina)

Il novilunio dell'Egira nei CALENDARI COMPARATI ( 1 2 3)

3) Altre considerazioni nella sezione Sondaggi: Credete in Dio?( 1 2 3 ... Ultima pagina) - v. dalla pag. 189..192..201-202-209...216... in poi ... 238.. …


B) I Calendari Comparati (edizione semplificata, ancora incompleta e senza colori) spero si possano cliccare, ad es., su queste pagine: Coelestis - Il Forum Italiano di Astronomia - Visualizza un messaggio singolo - I Calendari Comparati dimostrano che “la Sindone è un falso” (Barbara Frale) (http://www.trekportal.it/coelestis/showpost.php?p=332404&postcount=12)
Coelestis - Il Forum Italiano di Astronomia - Visualizza un messaggio singolo - I Calendari Comparati dimostrano che “la Sindone è un falso” (Barbara Frale) (http://www.trekportal.it/coelestis/showpost.php?p=328419&postcount=1)


C) Calendari Comparati - calendari comparati (http://www.astrionline.it/calendari/) con i pleniluni all’equinozio di primavera e i passaggi della cometa di Halley (il caricamento richiede circa 30 secondi di attesa) .


Aggiornamenti sul duello Barbara Frale / Luciano Canfora, in: I Calendari Comparati dimostrano che “la Sindone è un falso” (Barbara Frale)



=============================================.


Chiunque può indietreggiare a piacere, fino al tempo dei faraoni ed oltre, con il nuovo metodo di datazione che non può sbagliare l’anno, grazie agli eventi astronomici, alla Logica matematica, al comune buon senso, alla regola elementare universale “ogni anno passa un anno” per tutti i calendari seri, senza buchi…

( v. Rivista Coelum, Settembre 2008, Adriano Gaspani dell’ Osservatorio astronomico di Brera, … Una lettera del lettore Maurizio Masetti, che propone un nuovo metodo di calcolo per la determinazione della data esatta della nascita e della crocifissione di Cristo, mi offre la possibilità di parlare di un problema che continua a rivestire un notevole fascino, e che induce ancora oggi molti appassionati a tentare complessi calcoli computistici … )

Non ci sono diritti d’Autore. Chiunque intuisce la cosa, può far suo il nuovo metodo.

Se si troveranno errori, basterà correggerli!


==============================


Le DIMOSTRAZIONI si trovano in:

Coelestis - Il Forum Italiano di Astronomia - Powered by vBulletin

Domande alla Redazione

I Calendari Comparati dimostrano che “la Sindone è un falso” (Barbara Frale) (1 2)


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ESORTAZIONE AI DUELLANTI BARBARA FRALE E LUCIANO CANFORA

Vorrei esortare i duellanti, Barbara Frale e Luciano Canfora, a duellare sulla Sindone nell’anno della Resurrezione, NON 3 o 6 anni dopo!

A Enigma 2002 tutti hanno riconosciuto l’errore dei 7 anni (già sospettato, e da tempo, e poi noto presso molti studiosi) fatto da Dionigi al momento di fissare la data del 24 / 25 dicembre DCCLIII a.U.c. come nascita di Gesù.

Tutti sono stati d’accordo nel confermare lo slittamento indietro di 7 anni: dal I a.C. all’VIII a.C. (1° censimento di Quirinio confermato da Mons. Ravasi), al CULMINE, in autunno, della triplice congiunzione Giove-Saturno (confermata dal Prof. Giovanni Bignami).

DUNQUE: la logica e il comune buon senso dicono che ANCHE l’anno della Resurrezione (SCOMPARSA) di Gesù, fissata da Dionigi nel suo XXXIV A. D., quando Gesù aveva esattamente i 33 anni e mezzo della Tradizione, dev’essere slittato indietro di 7 anni!!

XXXIV A.D. – 7 anni = XXVII A.D.

ovvero:

34° d.C. – 7 anni = 27° d.C. , detto 27 d.C. , che ha il plenilunio all’equinozio di primavera (v. DIMOSTRAZIONE su Coelestis , con i cicli di Metone e con i Calendari Comparati).

Il misterioso fenomeno della Resurrezione (SCOMPARSA) del corpo di Gesù, secondo gli studi di Barbara Frale, dovrebbe portare -eventualmente- impronte di monetine e cartigli dell’anno XIII di Tiberio (XIV in settembre) e QUINDI non sono possibili tracce di monetine coniate anni dopo, nell’anno XVI di Tiberio, corrispondente all’anno 30 d.C., trovate o sperate da Barbara Frale (alla quale va bene anche l’anno 33 della Tradizione, in quanto per il calendario ebraico quell’anno era una specie di anno bisestile…) :

< Se veramente è una cifra corrispondente al 16 … i nostri dubbi non avrebbero più molto senso di esistere …> ( a Radio 24 , 6 gennaio 2010 , Oscar Giannino ha intervistato Barbara Frale).

DUNQUE:

SE veramente Barbara Frale legge, con i moderni strumenti ogni giorno sempre più sofisticati, l’anno XVI di Tiberio, ALLORA è una conferma che si tratta di un falso, essendo Gesù risorto nell’anno corretto 27 d.C., al plenilunio all’equinozio di primavera, quindi in marzo, a 33 anni e mezzo esatti; e NON in un banale 7 aprile del 30 d.C., a circa 36 anni; o 3 aprile del 33 d.C., a circa 39 anni!

Grazie.

_________________________________/



Le DIMOSTRAZIONI si trovano in:

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Domande alla Redazione

I Calendari Comparati dimostrano che “la Sindone è un falso” (Barbara Frale) (1 2)


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Tomás de Torquemada
17-02-10, 16:08
Benvenuto nel forum. :)

Silvia
18-02-10, 23:53
Spartaco Lavagnini

DAL MANDYLION ALLA VERONICA, I MISTERI DELLE «ALTRE SINDONI»


«Beati coloro i quali crederanno pur non avendo visto». Inequivocabili le parole del Cristo (da Giovanni 20,29) che esortano i fedeli della neonata chiesa a una fede nuova, lontana dal culto di segni e presagi, slegata dalle superstizioni, in una parola matura. Eppure, vuoi per debolezza della carne, vuoi per un retaggio pagano del quale in Occidente non ci si è mai fino in fondo sbarazzati, i cristiani per secoli non hanno fatto altro che cercare «segni» che consentissero loro di «vedere» la Passione, provare il Mistero della salvezza, scommettere sul Regno dei cieli. La Sindone di Torino è sicuramente il più noto di essi, ma non il solo se è vero che, soprattutto in età medievale, si sviluppò una vera e propria caccia agli oggetti che consentissero ai fedeli di «credere vedendo».

È il caso del cosiddetto Sudario di Oviedo, conservato nella cattedrale della città spagnola dal 718 dopo Cristo, dopo essere stato trasportato da Gerusalemme (era lì fino al 618) attraverso l'Africa settentrionale. Si tratta di un telo di 84 centimetri per 53 che, secondo la tradizione, fu posto sul capo del Cristo per pochi istanti dopo la deposizione dalla croce. Un tempo troppo breve perché potesse restarvi impresso il volto santo, com'è avvenuto nel caso della Sindone, ma comunque sufficiente a far sì che si impregnasse di sangue. Alcuni studi attestano che le tracce ematiche presenti sulla reliquia spagnola appartengono allo stesso gruppo sanguigno dell'immagine impressa sul panno torinese, altri ancora mettono in evidenza sul Sudario la presenza di pollini di piante che crescono in Palestina. Se una buona volta si riuscisse a provare che il reperto di Oviedo e quello di Torino hanno la stessa provenienza, cadrebbe definitivamente l'ipotesi della datazione medievale della Sindone, dal momento che il Sudario risulta evidentemente più antico dell'età di mezzo.


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Il sudario di Oviedo


Anche il cristianesimo d'Oriente aveva la sua Sindone: si tratta del Mandylion, una tela «acheropita» (e cioè «non fatta da mano d'uomo») raffigurante il volto santo conservata inizialmente a Edessa di Mesopotamia, antica città le cui rovine sorgono oggi su territorio turco, e quindi trasportata a Costantinopoli dove sarebbe rimasta sino al saccheggio del 1204 per mano dei crociati. Dopo quella data se ne perdono le tracce. Problematico, d'altra parte, anche il discorso intorno alle origini. Secondo Eusebio di Cesarea, il Mandylion sarebbe stato inviato a re Abgar di Edessa, all'epoca molto malato, da Gesù in persona attraverso un emissario del sovrano giunto a chiedere il miracolo. Secondo lo scritto apocrifo «Atti di Taddeo», Abgar inviò un pittore in Giudea perché ritraesse l'ormai famoso Gesù ma questi, dopo essersi asciugato il sudore, affidò all'artista il panno di lino sul quale era rimasto impresso il suo volto. In Italia si conservano due versioni del Mandylion, una nella chiesa di San Bartolomeo degli Armeni a Genova l'altra alla cappella Matilda del Vaticano, ma in entrambi i casi si tratta di riproduzioni pittoriche. Per qualcuno, poi, il Mandylion è la sindone stessa.



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Un dipinto ispirato al Mandylion


Il volto santo per eccellenza è stato per secoli la cosiddetta Veronica, dal nome della donna che avrebbe asciugato il volto sanguinante di Gesù mentre saliva il Calvario (in realtà la parola Veronica deriverebbe, a seguito di una serie di mutazioni fonetiche, da «vera icona»). In età medievale, a quanto pare, la reliquia era conservata a Roma, tanto che ne fa persino menzione Dante nel trentunesimo canto del «Paradiso» (vv. 103-108). Dopo il Seicento se ne perdono le tracce, per quanto qualcuno sostenga che la reliquia sia quella oggi custodita nel Santuario del Volto Santo di Manoppello, in provincia di Pescara.


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Il Volto Santo di Manoppello


L'ultimo mistero legato al volto santo è quello della Sindone di Besançon, dal nome della cittadina francese che fino al Quattordicesimo secolo ospitò una reliquia dalle dimensioni più ridotte rispetto a quella torinese (1,2 metri per 2,6). Il reperto sarebbe giunto nella locale Cattedrale nel 1208 da Costantinopoli, secondo la tradizione che la identifica con il Mandylion. Nel 1349 scomparve al seguito di un incidente ma nel 1377 i canonici della chiesa madre annunciarono di averla ritrovata intatta in un armadio. Nel 1794, in pieno terrore rivoluzionario, se ne perse definitivamente ogni traccia, cosa che generò le più disparate interpretazioni dell'accaduto. Come quella secondo la quale la reliquia di Besançon e quella di Torino sono… la stessa Sindone. Al di là di tutto c'è da scommettere che certe dispute interpretative non troveranno mai fine. Almeno fino a quando gli uomini avranno bisogno di «vedere» per «credere».


Da Il Sole 24 ORE (http://www.ilsole24ore.com) - 15 febbraio 2010

Link (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2010/02/Mandylion-Veronica-storia-misteri-altre-sindoni.shtml?uuid=ba651940-16fd-11df-972b-87f1cf8f94fe&DocRulesView=Libero)

Masetti Maurizio
19-02-10, 04:04
Benvenuto nel forum. :)

Grazie! :)

Cuordy
23-02-10, 16:38
Forse può interessarvi il contenuto di questo blog:

click (http://sindonesantovolto.splinder.com/)

Silvia
04-03-10, 12:07
Andrea Tornielli

IL FALSARIO DELLA SINDONE? DOVEVA ESSERE SUPERMAN


Ipotizziamo per un momento che davvero la Sindone sia un manufatto di epoca medioevale – come riscontrato dalla datazione al radiocarbonio – e dunque un clamoroso quanto sacrilego falso. Ipotizziamo pure che il suo sconosciuto autore, questo abilissimo falsario, abbia cosparso il telo con pollini di sicura provenienza mediorientale, con fiori che sbocciano a Gerusalemme in primavera, perfettamente congruenti con quelli che saranno ritrovati nei sedimenti fossili del lago di Genesareth. Ipotizziamo che vi abbia aggiunto tracce di aloe e mirra, nonché lo abbia «impolverato» con un tipo di carbonato di calcio (aragonite) del tutto simile a quello ritrovato nelle grotte di Gerusalemme, e sia riuscito anche a procurarsi due piccole monete coniate nel 29 dopo Cristo sotto Ponzio Pilato da mettere sugli occhi del cadavere. Ammettiamo ancora che lo straordinario truffatore abbia esplicitamente richiesto, a chi lo aiutava nell’impresa, di realizzare sul telo una cucitura laterale identica a quelle esistenti su stoffe ebraiche del primo secolo rinvenute a Masada, un’altura vicino al Mar Morto.

Anche ammettendo tutto questo, però, il nostro ipotetico truffatore rimane una figura piuttosto evanescente. Nel Medio Evo nessuno poteva avere le nostre conoscenze archeologiche e storiche sulle modalità della flagellazione romana e della crocifissione. La memoria delle circostanze e delle tecniche utilizzate nel I secolo per castigare i condannati alla morte in croce era del tutto perduta mille anni dopo. L’eventuale falsario medievale non avrebbe potuto raffigurare Cristo con particolari in aperto contrasto con l’iconografia della sua epoca. Ad esempio la corona di spine, che sul lenzuolo è del tipo «a casco», mentre la tradizionale iconografia ce la presenta come una corona aperta sopra. O il fatto che nella Sindone vi siano i segni del trasporto sulle spalle della sola trave orizzontale, il patibulum, mentre la tradizionale Via Crucis rappresenta sempre il Nazareno mentre porta la croce tutta intera. O ancora il particolare dei chiodi infissi sui polsi e non sul palmo delle mani come si vedono invece in tutta l’iconografia.

L’autore dell’eclatante «falso» avrebbe poi dovuto immaginare o prevedere con notevole anticipo l’invenzione del microscopio, avvenuta alla fine del XVI secolo, per poter aggiungere elementi invisibili ad occhio nudo, i quali sarebbero stati scoperti soltanto diversi secoli dopo: i più volte citati pollini mediorientali, terriccio, il siero, gli aromi per la sepoltura, l’aragonite con lo stesso tasso di impurità che si riscontra nelle grotte di Gerusalemme. Tutti elementi invisibili all’occhio del pellegrino medioevale, destinatario del presunto inganno. Lo stesso falsario, la cui esistenza stiamo ora ipotizzando, avrebbe dovuto anche conoscere in anticipo la fotografia, inventata com’è noto solo nel XIX secolo, e pure l’olografia realizzata negli anni Quaranta del XX secolo. Avrebbe dovuto saper inoltre distinguere tra circolazione sanguigna venosa e arteriosa, studiata per la prima volta nel 1593, vale a dire molti anni dopo la comparsa del telo sindonico, nonché essere in grado di macchiare il lenzuolo in alcuni punti con sangue uscito durante la vita e in altri con sangue fuoriuscito post-mortem. Avrebbe inoltre dovuto sapere rispettare, nella realizzazione delle colature ematiche, la legge della gravità, che è stata scoperta soltanto nel 1666.


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Guercino, Deposizione di Cristo, 1656

Che dire, dunque? Come minimo, questo nostro ipotetico falsario medioevale doveva essere dotato di poteri paranormali. Un vero «superman», in possesso di conoscenze scientifiche, mediche, anatomiche, storiche e archeologiche che sarebbe riduttivo definire al di fuori del comune. Avrebbe dovuto avere capacità e mezzi davvero eccezionali per produrre l’immagine sul telo. Com’è concepibile che un uomo di tale sovrumana intelligenza, di ingegno così elevato, inventore con così largo anticipo del microscopio, della fotografia, dell’olografia nonché scopritore della legge di gravità, sia rimasto completamente sconosciuto ai suoi contemporanei come pure ai posteri, dato che non ne conosciamo il nome? E perché mai una persona così straordinariamente intelligente, che si era spinta persino a «spolverare» la Sindone con minerali simili a quelli presenti nelle grotte di Gerusalemme, così raffinata da saper riprodurre, fin nei particolari più piccoli, gli usi e i costumi della Palestina del I secolo, avrebbe commesso un errore madornale e grossolano: quello di servirsi per la sua falsa reliquia di un telo tessuto fresco fresco in epoca medioevale? Come si concilia la diabolica intelligenza del nostro falsario superuomo, capace di procurarsi i pollini tipici della primavera palestinese, capace di riprodurre le macchie di sangue dimostrando conoscenze di un anatomopatologo moderno, con una «svista» di tali dimensioni? Un perfezionista con qualità sovrumane sarebbe dunque caduto su di un’ovvietà, dimostrandosi all’improvviso non più un mostro di bravura, ma di sbadataggine: invece di procurarsi del tessuto antico, coevo all’epoca di Gesù, invece di cercare stoffe del I secolo sulle quali sbizzarrirsi per riprodurre l’immagine del corpo crocifisso, si sarebbe accontentato di servirsi di una Sindone appena tessuta.

Ma c’è di più. Siccome è indubbio che quel lenzuolo abbia avvolto per un numero determinato di ore un cadavere, sarebbe stato impossibile per lo spregiudicato falsario omicida – sì omicida, perché doveva ammazzare il povero Cristo usato come modello allo stesso modo in cui era stato ammazzato Gesù – riuscire a trovare una vittima il cui volto fosse congruente in diverse decine di punti con le icone di Cristo diffuse nell’arte bizantina. Egli avrebbe soprattutto dovuto pestare a sangue il suo malcapitato modello in maniera adeguata, in modo da ottenere determinati gonfiori del viso riprodotti nelle icone. Ne avrebbe probabilmente dovuti uccidere parecchi prima di raggiungere il suo scopo. Non dunque un falsario assassino, ma un falsario serial-killer. Non soltanto un mostro di bravura, ma un mostro e basta, capace di riprodurre sul cadavere della sua vittima, colpevole soltanto di assomigliare a Gesù, particolari difficilmente ottenibili, come i pollici ripiegati all’interno del palmo e la posizione più flessa di una gamba rispetto all’altra. Anche procurare alla vittima, ormai deceduta, una ferita del costato con una lancia romana, facendone uscire sangue e siero separati, non è assolutamente un esperimento facile da compiere. Altrettanto arduo sarebbe stato mantenere il cadavere avvolto nel lenzuolo per una trentina di ore impedendo il verificarsi del fenomeno della putrefazione. Infine, sarebbe stato impossibile togliere il corpo dal lenzuolo senza il minimo strappo o il più lieve spostamento che avrebbero alterato i contorni delle tracce di sangue. Possiamo dunque concludere che la realizzazione artificiale della Sindone ci appare impossibile ancora oggi, o meglio ancor di più oggi, come onestamente riconosceva al termine della sua vita il professor Luigi Gonella, affermando «la Sindone è un oggetto che non dovrebbe esistere», e nessuno di coloro che hanno creduto di smascherare il presunto «falso» è mai riuscito a ottenere un’immagine davvero simile per ricchezza di particolari.


Andrea Tornielli – Il Giornale di mercoledì 3 marzo 2010

Link (http://www.ilgiornale.it/cultura/il_falsario_sindone_doveva_essere_superman/03-03-2010/articolo-id=426401-page=0-comments=1)

Giordi
04-03-10, 12:32
Andrea Tornielli

IL FALSARIO DELLA SINDONE? DOVEVA ESSERE SUPERMAN

... O ancora il particolare dei chiodi infissi sui polsi e non sul palmo delle mani come si vedono invece in tutta l’iconografia....


... mi domando: quale sarebbe il punto giusto in cui vennero infissi i chiodi??? :mmm:

Silvia
04-03-10, 14:24
... mi domando: quale sarebbe il punto giusto in cui vennero infissi i chiodi??? :mmm:

I polsi, pare. Sembra che la crocifissione si effettuasse così: i chiodi venivano conficcati nel polso o forse nel terzo inferiore nell'avambraccio, come testimonierebbe l'unico ritrovamento archeologico (1968, immediatamente a nord di Gerusalemme). E proprio questo aperto contrasto con l'iconografia tradizionale della crocifissione – secondo molti studiosi - sarebbe uno dei motivi che rendono poco credibile l'ipotesi del falso medievale. ;)

Giordi
04-03-10, 14:35
I polsi, pare. Sembra che la crocifissione si effettuasse così: i chiodi venivano conficcati nel polso o forse nel terzo inferiore nell'avambraccio, come testimonierebbe l'unico ritrovamento archeologico (1968, immediatamente a nord di Gerusalemme). E proprio questo aperto contrasto con l'iconografia tradizionale della crocifissione – secondo molti studiosi - sarebbe uno dei motivi che rendono poco credibile l'ipotesi del falso medievale. ;)

... attenzione... perché ciò che rende poco credibile l'ipotesi che la sindone sia un falso medievale, rende a sua volta credibile l'ipotesi di falsificazione delle stimmate di molti "santi" cristiani... a partire da San Francesco per finire a San Pio... :chefico:

Silvia
04-03-10, 14:47
... attenzione... perché ciò che rende poco credibile l'ipotesi che la sindone sia un falso medievale, rende a sua volta credibile l'ipotesi di falsificazione delle stimmate di molti "santi" cristiani... a partire da San Francesco per finire a San Pio... :chefico:

Può essere...

Come ho già detto all'inizio della discussione, io non ho vincoli di carattere religioso. E nemmeno certezze incrollabili, né relativi dogmi. Al contrario, sono perennemente in preda a dubbi... ;)

GNU-GPL
04-03-10, 14:59
... attenzione... perché ciò che rende poco credibile l'ipotesi che la sindone sia un falso medievale, rende a sua volta credibile l'ipotesi di falsificazione delle stimmate di molti "santi" cristiani... a partire da San Francesco per finire a San Pio... :chefico:

La materia si configura in modo intelligente grazie alla forza divina detta Heilstrom.

Teoricamente, su questo piano di esistenza non c'è nulla di impossibile.

Giordi
04-03-10, 16:50
La materia si configura in modo intelligente grazie alla forza divina detta Heilstrom.

Teoricamente, su questo piano di esistenza non c'è nulla di impossibile.

... e questo cosa c'entra con le stimmate dei santi sui palmi delle mani? :mmm:

Barney
10-03-10, 12:25
... e questo cosa c'entra con le stimmate dei santi sui palmi delle mani? :mmm:

Andrebbe premesso che le sole stimmate non sono ufficialmente considerate prove inconfutabili della santità di un credente. La Chiesa non può attribuire la loro comparsa a una causa soprannaturale e la riprova è nel fatto oggettivo che molti stimmatizzati non sono stati canonizzati. Io ipotizzo che un'autentica fede e un'unione mistica con Dio possano scatenare un'intensa energia sul piano fisico, di una portata tale da causare modificazioni sulla materia cellulare del corpo. Se le ferite si aprono sul palmo, anziché sul polso, ciò non per forza contraddice una causa divina del fenomeno. La spiegazione potrebbe essere individuata nell'immaginario collettivo cui il mistico attinge e che è utilizzato per scatenare energie sottili provenienti dal Cielo (non dimentichiamo che in moltissime immagini sacre il Cristo è raffigurato con i palmi delle mani bucate e non i polsi).

Silvia
26-03-10, 15:40
E' stato aperto un canale ufficiale di condivisione video in occasione dell'ostensione del 2010, raggiungibile all'indirizzo YouTube - Chaîne de sindone2010 (http://www.youtube.com/user/sindone2010): immagini un po' ingiallite delle passate Ostensioni, l'incendio del 1997, qualche scorcio di città...




http://www.youtube.com/watch?v=Nu9LhOKC83g


Da alcuni giorni è inoltre attiva su Facebook la pagina "Qui Sindone 2010", istituita dal Comitato dell'ostensione.

Tomás de Torquemada
08-04-10, 02:10
Quando la Sindone beffò Hitler

«Nascosta nel ’39 nell’Abbazia di Montevergine e i nazisti non la trovarono mai»

di Mario Baudino

Torino - La Sindone fu nascosta per tutta la guerra nell’Abbazia di Montervergine, non solo per metterla al riparo dai bombardamenti. C’era il timore che i nazisti volessero sottrarla. L’ha rivelato alla vigilia di una mostra che sta preparando nella biblioteca del complesso campano il direttore, padre Andrea Davide Cardin; lavorando sulle carte ha messo insieme un puzzle suggestivo, quasi un giallo storico.

Il trasferimento del Sacro Lino è documentato: fu portato in gran segreto nel ’39 e restò sotto l’altare della cripta fino al ’45. I frati non ne seppero mai nulla, solo l’abate e il suo vicario ne erano a conoscenza, e anche a corte la notizia restò circoscritta a pochissime persone. Ma quando il lenzuolo tornò finalmente a Torino, l’arcivescovo cardinal Fossati pubblica sulla «Rivista Diocesana» una lettera ai fedeli, in cui diceva che era stato giusto celarlo «perché l’invasore si affrettò a chiedere notizia».

Basta per immaginare una caccia alla Sindone da parte di Hitler? Padre Cardin ne è convinto. Al telefono, dalla sua preziosa biblioteca, ci spiega che allo scoppio della guerra, quando la Sindone venne trasferita al Quirinale, nella cappella di Guido Reni, il re prese contatto col Vaticano per trovarle un rifugio Oltretevere. Gli fu risposto - e ci sono le lettere in proposito, insiste padre Cardin -, che non era opportuno; il Vaticano stesso era ritenuto «insicuro».

«In quel momento il Papa non si sentiva al riparo da minacce naziste. Ragion per cui il cardinal Montini si attivò per Montervergine. Col mandato di tenere la reliquia nascosta a chiunque». Il racconto del bibliotecario compare oggi sulla rivista «Diva e Donna», dove si dice che nel ’43 i tedeschi fecero irruzione, ma i monaci finsero di pregare sull’altare dove era nascosta, e la protessero quindi con i loro corpi. «Non può essere andata così - è però la replica - i monaci non sapevano nulla. L’irruzione dei tedeschi fu una perquisizione come tante altre. In realtà il segreto non trapelò mai».

Lui non c’era, (ha 60 anni), ma i suoi documenti sono al proposito categorici. Hitler, se davvero cercava il Sacro Lino, fu beffato. Ma lo cercava davvero? Molti studiosi del «nazismo magico» risponderebbero che è probabile. Lo storico Franco Cardini ha qualche dubbio. Ha scritto anche un paio di gialli con Leonardo Gori, dove si immagina che le SS cerchino di sottrarre tutti i più noti simboli del potere materiale e spirituale dell’umanità per concentrare in Germania la loro potenza, forse non solo simbolica.

«Ma il nostro - dice - è un divertimento letterario. In realtà si è troppo ricamato sulle tendenze esoteriche di Hitler, e ne sono nate leggende». La più nota è quella della «lancia di Longino», che, secondo la tradizione ha ferito il costato di Cristo, conservata a Vienna nel tesoro imperiale. Hitler la fece trasferire a Norimberga. Venne recuperata dal generale Patton. Però, aggiunge Cardini, quando si racconta questa storia si dimentica che i nazisti portarono via tutto il tesoro, e non solo la lancia.

Altrettanto celebre è la caccia al Sacro Graal, il calice che avrebbe, secondo la tradizione cavalleresca, accolto il sangue della crocifissione. La parte più esoterica del nazismo, che faceva capo a Heinrich Himmler, era in effetti interessata all’argomento. E quando un giovane filologo, Otto Rahn, cominciò a scrivere di averne riconosciuto la vera linea storica in Linguadoca, il gerarca lo prese sotto la sua protezione. L’avventura finì male, nel ’39, con il suicidio dello studioso, prigioniero di un gioco più grande di lui, e uno strascico di ricostruzioni contraddittorie su ricerche successive, armi alla mano, negli anni della guerra.

Se Himmler e i suoi scagnozzi avessero fiutato la pista di Montervergine, la Sindone avrebbe fatto una brutta fine. Il disastro era in agguato, ma fu evitato. Anzi, se ne evitarono due. Per la prima ipotesi di trasferimento, poi scartata, ci ricorda ancora padre Cardin, si prese infatti in considerazione l’Abbazia di Montecassino: quella che le bombe alleate avrebbero raso al suolo nel ’44.

Quando la Sindone beffò Hitler- Torino LASTAMPA.it (http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/ostensione/articolo/lstp/180642/)

Dal sito LASTAMPA.it (http://www.lastampa.it/redazione/)

Tomás de Torquemada
08-04-10, 02:13
La Sindone nascosta: «Il Führer non c'entra, il Papa temeva le bombe»

Cinque domande al sindonologo Pierluigi Baima Bollone

di Elena Lisa

Torino - «Che dal ’39 al ’46 l’abbiano custodita i frati non ci sono dubbi, ne ho molti invece sulla causa. L’ipotesi che la Sindone sia finita lì per proteggerla dal Führer la smentisco». Pierluigi Baima Bollone, «sindonologo» di fama mondiale, crede piuttosto a un’altra possibilità.

Quale?
«Il lenzuolo fu spostato da Torino perché papa Pio XII aveva timore dei bombardamenti. E, aggiungo io, dei bombardamenti alleati».

Lo ritiene probabile?
«No, lo ritengo certo. Non esistono documenti che parlano della necessità di difendere la Sindone da gerarchi nazisti o da Hitler che, com’è noto, praticava culti esoterici».

Che per questo poteva essere interessato a una reliquia ritenuta «santa»...
«Può darsi, ma non esistono prove. L’unica cosa certa è il documento del Papa in cui dice di temere i bombardamenti. Nient’altro».

C’è però la lettera del Cardinal Fossati. Dice che la nascosero «perché l’invasore si affrettò a chiederne notizia». Poteva alludere al Führer?
«C’è chi racconta che un ufficiale tedesco chiese, prima del ’40, informazioni sulla Sindone, episodio mai accertato. E comunque in quel periodo i tedeschi erano nostri alleati, non si poteva definirli invasori».

Pare l’abbia scritta nel ’46...
«Resta che non dice chiaramente a chi si riferisce. L’unica prova che resiste sono le bombe sganciate sull’Italia dagli alleati dopo l’8 settembre del ’43. Il desiderio del Papa di proteggerla era più che legittimo».

La Sindone nascosta: «Il Führer non c'entra, il Papa temeva le bombe»- Torino LASTAMPA.it (http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/ostensione/articolo/lstp/180882/)

Dal sito LASTAMPA.it (http://www.lastampa.it/redazione/)

Silvia
08-04-10, 21:26
Un nuovo metodo potrebbe rivoluzionare la datazione della Sindone di Torino


Il controverso lenzuolo di lino che molti ritengono essere il sudario di Gesù Cristo, potrebbe finalmente essere datato con precisione. Secondo una ricerca presentata al Meeting Nazionale della American Chemical Society (ACS) a San Francisco, un nuovo metodo "sta per rivoluzionare la datazione al radiocarbonio". Chiamato "datazione non-distruttiva al carbonio", il metodo impedisce sostanzialmente l'eliminazione di un campione dell'oggetto.

La datazione al carbonio convenzionale stima l'età di un manufatto sulla base del tasso di decadimento dell'isotopo radioattivo del carbonio-14, una variante di carbonio, che è incorporato in tutti gli organismi viventi. Qualsiasi materiale di origine vegetale o animale, compresi i tessili, legno, ossa e pelle, può essere datata dal suo contenuto di carbonio-14. Gli scienziati rimuovono un piccolo campione da un oggetto, trattano il campione con un acido forte e una base forte, e infine lo bruciano in una piccola camera di vetro per la produzione di anidride carbonica. Il confronto tra i livelli di carbonio-14 nell'oggetto a quelli attesi nell'atmosfera per un periodo particolare della storia permette agli scienziati di stimare l'età di un artefatto.

Il nuovo metodo del professor Rowe elimina i passaggi distruttivi di campionamento, acido-base e bruciatura. L'oggetto è semplicemente posto in una camera speciale con un plasma, un gas elettricamente carico simile a quelle utilizzato nei grandi schermi TV al plasma. Il gas ossida lentamente e delicatamente la superficie dell'oggetto senza danneggiarlo per la produzione di biossido di carbonio per le analisi del carbonio-14.

La Sindone di Torino è già stata sottoposta al carbonio-14 nel 1988. A quel tempo, tre laboratori di fama a Oxford, Zurigo e Tucson, Arizona, hanno concluso che la tela su cui il contorno macchiato del corpo di un uomo è indelebilmente impresso era un falso medievale, risalente a un periodo tra il 1260 e il 1390, e non il telo sindonico avvolto attorno al corpo di Cristo. Tuttavia, la datazione al radiocarbonio non ha impedito a molti studiosi di formulare diverse ipotesi sulla validità del test del carbonio-14, compresa la possibilità che essi sono stati condotti su un campione prelevato da una toppa medievale. Il metodo di Rowe potrebbe finalmente mettere da parte tali speculazioni in quanto potrebbe datare la Sindone intera.

Finora Rowe e colleghi hanno utilizzato la tecnica per analizzare l'età di circa 20 diverse sostanze organiche. I risultati corrispondono a quelli delle tradizionali tecniche di datazione al carbonio, dicono. E tuttavia ammettono che ci vorrebbe una quantità significativa di dati per convincere direttori di musei, restauratori d'arte ed eventualmente il Vaticano che il nuovo metodo non è invasivo e non provoca alcun danno.


Fonte: Discovery News (http://news.discovery.com) (24 Marzo 2010)

New Method Could Revolutionize Dating of Turin Shroud (http://news.discovery.com/archaeology/new-method-could-revolutionize-dating-of-turin-shroud.html)

L'anticristo
08-04-10, 21:51
O ancora il particolare dei chiodi infissi sui polsi e non sul palmo delle mani come si vedono invece in tutta l’iconografia.

Questa, più che una prova dell'autenticità della sindone, è la prova della falsità dell'iconografia...

Silvia
08-04-10, 22:33
Questa, più che una prova dell'autenticità della sindone, è la prova della falsità dell'iconografia...

Sicuramente. Però la Sindone mostra inequivocabilmente una crocifissione con inchiodatura ai polsi, contraddicendo tutta l'iconografia tradizionale. Delle tecniche di crocifissione romana si erano ormai perse le tracce da secoli, e un ipotetico falsario del XIII - XIV secolo avrebbe probabilmente realizzato il sudario mostrando i segni dell'inchiodatura sul palmo delle mani. Non sarà una prova, ma rende molto dubbia l'ipotesi del falsario medievale.

L'anticristo
08-04-10, 22:35
Sicuramente. Però la Sindone mostra inequivocabilmente una crocifissione con inchiodatura ai polsi, contraddicendo tutta l'iconografia tradizionale. Delle tecniche di crocifissione romana si erano ormai perse le tracce da secoli, e un ipotetico falsario del XIII - XIV secolo avrebbe probabilmente realizzato il sudario mostrando i segni dell'inchiodatura sul palmo delle mani. Non sarà una prova, ma rende molto dubbia l'ipotesi del falsario medievale.

Più semplicemente, avranno verificato che l' inchiodatura al palmo non reggeva e il Cristo successivo lo hanno crocifisso per bene...

Tomás de Torquemada
13-04-10, 00:52
Sindone e C14: esame fallito, il perché
Un lungo articolo di SIS-Magazine, la rivista specialistica degli esperti di statistica, dimostra che l'esame al C14 compiuto nel 1988 sulla Sindone non aveva valore, probabilmente a causa di una forte contaminazione.

di Marco Tosatti

“Sis Magazine”, la rivista online della società italiana di statistica, cioè l’organo specialistico più autorevole e rappresentativo di questa branca della scienza matematica, pubblica un articolo firmato da quattro professori (Marco Riani, Università di Parma; Giulio Fanti, Università di Padova; Fabio Crosilla, Università di Udine e Anthony C. Atkinson, London School of Economics) che esamina approfonditamente i dati forniti dalla rivista “ Nature” e relativi all’esame al C14 compiuto sulla Sindone. Ne pubblichiamo, insieme all’indirizzo (Sis-Magazine - Statistica robusta e radiodatazione della Sindone (http://www.sis-statistica.it/magazine/spip.php?article177)), il primo e l’ultimo paragrafo.

- “Con questo articolo intendiamo mostrare come i metodi di analisi statistica robusta possano gettare nuova luce su risultati che sono stati e sono fonte di notevoli controversie in campo scientifico. In particolare, si fa riferimento alla datazione della Sindone eseguita nel 1988 con la tecnica radiometrica del Carbonio 14. Il risultato, pubblicato ufficialmente su Nature come “conclusivo” (Damon et al. 1988), stabiliva che il telo risale, con una probabilità del 95%, a una data compresa tra il 1260 e il 1390 d. C. Prima del test molti studiosi avevano manifestato contrarietà alla sua esecuzione anche perché, in accordo con Libby, il fondatore del metodo al Carbonio 14, non si può datare un oggetto di cui non sono noti i fattori ambientali che vi possono avere influito nel passato (Libby, 1955). L’immagine sindonica non è ancora oggi spiegata: non è quindi spiegato quale fattore possa avere contribuito a formarla (Fanti, 2008). Il presente lavoro non ha come obiettivo quello di discutere l’attendibilità delle varie ipotesi formulate, ma quello di verificare se il risultato del 1988 possa effettivamente essere ritenuto “conclusivo”. -

- In conclusione, le affermazioni di Damon et al. (1988) che asserivano che “quoted errors reflect all sources of error" e che “the results provide conclusive evidence that the linen of the TS of Turin is mediaeval” devono essere riviste alla luce dell’analisi statistica robusta che è stata effettuata. In altri termini, le 12 datazioni che sono state prodotte dai 3 laboratori non possono essere considerate come provenienti da un’unica ignota grandezza ed è quindi probabile la presenza di una contaminazione ambientale nel pezzetto di stoffa analizzato che ha agito in modo non uniforme, ma in modo lineare, aggiungendo un effetto sistematico non trascurabile. Se l’effetto sistematico evidenziato dalle datazioni dei tre laboratori si trasferisse direttamente sulla Sindone per tutta la sua lunghezza si potrebbe, per una lunghezza di circa 4 metri, ipotizzare una variazione di due decine di millenni nel futuro, partendo da una data del bordo risalente al primo millennio d.C.. -

L’esame dei quattro professori fa seguito all’analisi compiuta da due docenti di Statistica dell’Università La Sapienza, Livia De Giovanni e Pierluigi Conti, che hanno evidenziato, sulla base dei dati forniti da “Nature" (gli unici disponibili, perché i tre laboratori – Tucson, Zurigo e Oxford - non hanno mai, nonostante le ripetute richieste, fornito i “dati grezzi” dei loro esami al committente e alla comunità scientifica, per le verifiche necessarie) un errore di calcolo che portava a considerare non attendibile il risultato ottenuto. L’errore di calcolo aveva permesso ai laboratori di affermare che avevano raggiunto il 5 per cento (la soglia minima) per considerare i risultati significativi. Conti e De Giovanni hanno dimostrato (l’analisi completa è nel libro “Inchiesta sulla Sindone", Piemme) che in realtà il test ha raggiunto al massimo l’uno per cento. Di conseguenza l’esame avrebbe dovuto essere rifatto. E non avrebbe potuto essere dichiarato come riuscito.

Sindone e C14: esame fallito, il perché - LASTAMPA.it (http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=196&ID_articolo=758&ID_sezione=396&sezione=)

Dal sito LASTAMPA.it (http://www.lastampa.it/)

Tomás de Torquemada
07-06-11, 20:22
Sindone, scoperta choc: spunta la firma di Giotto

Celata nel volto di Gesù morto, nella Sacra Sindone, ci sarebbe addirittura la firma di Giotto. Con tanto di data, 1315, in linea con le analisi al carbonio 14 fatte negli anni Ottanta

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/94/Cinque_maestri_del_rinascimento_fiorentino%2C_XVI_ sec%2C_giotto.JPG
Ritratto di Giotto, anonimo del XVI secolo, Louvre
Immagine dal sito http://upload.wikimedia.org/

Roma - Non l’autentico sudario del Cristo e nemmeno l’opera di Leonardo, come qualcuno ha azzardato. Celata nel volto di Gesù morto, nella Sacra Sindone, ci sarebbe addirittura la firma di Giotto. Con tanto di data, 1315, perfettamente in linea con le analisi al carbonio 14 fatte negli anni Ottanta. A sostenerlo è uno studioso veneto, Luciano Buso, pittore e restauratore, che da tempo rivendica la scoperta di una tecnica di scrittura nascosta usata dai pittori dell’antichità e tramandata di bottega in bottega fino quasi ai giorni nostri come sorta di incancellabile autentica delle opere.

Usata da Raffaello, Leonardo, Giorgione, sostiene Buso, quella tecnica "antifalsari", nata per criptare firme e date nelle pieghe della pittura era conosciuta anche molto tempo prima dal grande Giotto. Che anzi, a dire del restauratore trevigiano, si sarebbe divertito a nascondere miriadi di scritte in tutte le sue opere, dal ’Dono del mantellò della Basilica di Assisi alla Strage degli innocenti della cappella degli Scrovegni di Padova. L’analisi della Sacra Sindone - che Buso precisa di aver fatto studiando foto ufficiali, nitidissime, avute dall’Arcidiocesi di Torino - avrebbe portato alla scoperta, nel telo, di quella stessa firma tante volte identificata negli affreschi del Sommo Pittore. "La stessa grafia, lo stesso modo di apposizione delle scritte celate, lo stesso modo grafico di esecuzione del numero 15 che tempo addietro evidenziai nei dipinti di Giotto", scrive Buso nel piccolo volume che illustra e documenta la sua tesi (Acelum Editore, pp.32 Euro 18). Anzi. Nel sacro lenzuolo, fa notare Buso, la scritta "Giotto 15", che starebbe per Giotto 1315, sarebbe ripetuta tantissime volte, nel volto e prima delle mani incrociate del Cristo, in un caso anche a formare una lunga croce. Quindi Giotto avrebbe dipinto la tela e senza nessuna intenzione di dolo, tanto da firmarla in un cartiglio a forma ottagonale, schiacciato, appena sotto il mento del Cristo.

Probabilmente, azzarda Buso, si trattò di un rifacimento della Sindone "eseguito su commissione perchè il vecchio lenzuolo doveva essere in pessime condizioni". Nessun falso, quindi, "solo il rifacimento fisico del telo, chiesto ad uno dei più noti e bravi pittori dell’epoca medievale", scrive lo studioso, sottolineando che a riprova della paternità dl pittore toscano c’è anche la grande affinità iconografica di particolari delle braccia, delle mani e delle gambe del Cristo con i vari personaggi raffigurati da Giotto nei suoi affreschi. La Sindone, conclude, "è stata e sarà sempre uno tra i più significativi simboli religiosi della cristianità, al di là del suo rifacimento da parte da parte del grande Giotto".

Sindone, scoperta choc: spunta la firma di Giotto - Cultura - ilGiornale.it del 06-06-2011 (http://www.ilgiornale.it/cultura/sindone_scoperta_choc_spunta_firma_giotto/cronaca-vaticano-sindone-sudario-gesu-cristo-giotto-studio/06-06-2011/articolo-id=527689-page=0-comments=1)

Tomás de Torquemada
07-06-11, 20:25
Zaccone, la Sindone non contiene tracce di pittura

Roma, 7 giu. (Adnkronos) - La Sindone, il lenzuolo in cui secondo la tradizione fu avvolto il corpo di Cristo, potrebbe essere un'opera d'arte firmata da Giotto datata 1315. Una nuova lettura lanciata dal pittore e restauratore veneto Luciano Buso che non convince Gian Maria Zaccone, direttore del Museo della Sindone di Torino.

Parlando con l'ADNKRONOS, infatti, lo studioso spiega che questa "interpretazione e' da escludere. Per quanto riguarda l'ipotesi che si tratti di un'opera pittorica, bisogna dire che dagli esami del 1978 e' stato definitivamente stabilito che non vi siano tracce di pittura".

"L'interpretazione di Buso -continua- si basa su 'fantasmi di scrittura' o di scritte che dovrebbero esserci sulla Sindone ma che, per la verita', non appaiono e non ci sono. Di fatto, l'interpretazione di alcuni elementi legati all'irregolarita' della tela e all'irregolarita' della fotografia, sono interpretati secondo il proprio indirizzo di studio. Siamo nel regno delle ipotesi piu' fantasiose".

Chiesa: Zaccone, la Sindone non contiene tracce di pittura - - Libero-News.it (http://www.libero-news.it/articolo.jsp?id=756341)

eximius
07-07-11, 23:03
Nessuno scienziato serio mette in discussione l'esito del C14 sulla sindone, e in ogni caso nessuno ha dimostrato la presenza di errori. Tutti coloro che si sono espressi su siti, quotidiani, riviste più o meno serie, trasmissioni tv più o meno sensazionalistiche lo hanno fatto o per notorietà o per foga autenticista. La realtà è che c'è una prova al c14 ritenuta ben condotta da tutti gli scenziati del settore e le cui confutazioni sono state solo ipotizzate ma mai dimostrate, contaminazioni e rattoppi sono del tutti infondati e nessuno li ha dimostrati, anzi s'è dimostrato non essere fondati, altri sono stati smascherati come veri e propri falsi (il caso dello scienziato russo).

La verità è che qualunque scienziato serio (non la coppia di coniugi del Maine che fa esperimenti nel suo scantinato intervistata dai tipi come giacobbo) oggi ritiene la questione sindone CHIUSA. Le voci che salgono agli onori della cronaca non hanno rilevanza in ambito scientifico, sono i classici tipi strani in cerca di pubblicità che domani sera sentiremo su voyager a comunicare telepaticamente coi marziani.

Quello che dovrebbe far capire agli esseri razionali la verità sulla sindone è che la data risultante dagli esami c14 risulta coincidere con la data di comparsa nella storia del telo, l'unica realmente attestata, impensabile che un errore GUARDA CASO vada proprio a coincidere, visto che, se di errore si trattava, questo poteva spalmarsi in un range di varie decine di migliaia di anni.

Tutte le altre considerazioni sono fantasie indimostrate, le monete sono state smentite, le scritte non le ha viste nessuno, i pollini li ha visti uno una volta e non si sono più riscontrati, e inoltre i pollini potevano benissimo risalire al 1300 visto che era comunque in medio oriente che venivano fabbricate la maggioranza delle reliquie!

Rendetevi conto che la maggior parte delle cose che si dicono sulla sindone sono fantasie di autenticisti che ipotizzano ma non dimostrano!

Tutte le altre considerazioni, sul fatto che non siamo in grado di riprodurre la sindone ESATTAMENTE com'è lasciano il tempo che trovano e non significano nulla, intanto perchè qualunque tentativo si faccia non subirà mai sette secoli di invecchiamento naturale e poi perchè i metodi potrebbero essere a migliaia, tutti UMANISSIMI, e noi semplicemente non li conosciamo!

Rimane un fatto: nessuno ha dimostrato la falsità del c14, che coincide con la data di comparsa storica. Tutto il resto sono chiacchiere!

eliodoro
08-07-11, 21:39
.


Premettendo che la questione Sindone non rientra nelle priorità dei miei interessi e che una verità, in un senso o nell'altro, non tocca minimamente le profonde convizioni di ognuno, soprattutto quando queste si agganciano ad aspetti spirituali, riporto alcuni stralci di un testo recente di Pierluigi Baima Bollone, medico chirurgo , titolare per oltre 40 anni dell'insegnamento di medicina legale a Torino ed ora professore emerito.

Nel suo libro " Sindone, storia e scienza edito nel 2010 da Priuli&Verlucca, nel capitolo dedicato alla radiodatazione del Carbonio 14, fra le tante ( ma veramente tante ) cose che scrive dice : "[....] vent'anni dopo possiamo dire che quell'esame fu,nel migliore dei casi, un colossale errore ; che avrebbe dovuto essere rifatto. ..[...] Oggi nessuno più ci crede, nemmeno coloro che vi parteciparono, Il più accreditato superstite, il Dottor Ramsey, attualmente direttore de laboratorio C14 di Oxford si è visto aver preso pubblicamente le distanze più di un anno fa.....[...]. Fin dall'inizio si accerta che tra i campioni meno favorevoli alla radiodatazione vi sono le produzioni tessili. Esse sono infatti soggette a continua degradazione biochimica a opera di sostanze organiche recenti, con il risultato che la loro età radiocarbonica le fa sembrare costantemente più recenti di quanto in realtà non siano.....[..]. La Sindone non è rimasa intatta per duemila anni, ma fu soggetta a molti viaggi avventurosi, incendi, rammendi recenti in località diverse, che potrebbero aver influito sulla percentuale di atomi radioattivi residui ringiovanendo l'età ( queste sono parole di Franco Testore, professore di tecnologie Tessili del Politecnico di Torino , np ) " . Bruno Barberis, altro personaggio con un curriculum scientifico di tutto rispetto, ad una intervista a La Stampa del 2008 afferma " ..La comunità scientifica ormai concorda : le modalità di quell'esame possono aver prodotto un risultato inquinato" ( citato sempre nel testo di Baima Bollone).

Ora , possiamo supporre che i Professori Baima Bollone, Testore, Barberis e altri indicati in quel libro facciano parte di una setta misteriosa che vuole attentare all'infallibiltà del Carbonio 14 e delle analisi condotte sulla Sindone, però una serie di interrogativi e dubbi quei professori e quel libro ne sollevano .

Evviva chi ha certezze granitiche ,in un senso e nell'altro, ma un po' di sano dubbio qui non guasterebbe.

Di certo la realtà degli assunti spirituali e metafisici non potrà mai essere oggetto di alcun comico laboratorio, mentre con il radiocarbonio 14 si possono avere notizie non definitive su di un telo...

Tutto ciò sia detto dal sottoscritto senza alcuna voglia di polemica, ma solo per aggiungere alcuni dati che la lettura di quel libro ( che avevo dimenticato e che ho ripreso in mano per l'occasione ) può fornire.


R.

eximius
11-07-11, 15:27
.


Premettendo che la questione Sindone non rientra nelle priorità dei miei interessi e che una verità, in un senso o nell'altro, non tocca minimamente le profonde convizioni di ognuno, soprattutto quando queste si agganciano ad aspetti spirituali, riporto alcuni stralci di un testo recente di Pierluigi Baima Bollone, medico chirurgo , titolare per oltre 40 anni dell'insegnamento di medicina legale a Torino ed ora professore emerito.

Nel suo libro " Sindone, storia e scienza edito nel 2010 da Priuli&Verlucca, nel capitolo dedicato alla radiodatazione del Carbonio 14, fra le tante ( ma veramente tante ) cose che scrive dice : "[....] vent'anni dopo possiamo dire che quell'esame fu,nel migliore dei casi, un colossale errore ; che avrebbe dovuto essere rifatto. ..[...] Oggi nessuno più ci crede, nemmeno coloro che vi parteciparono, Il più accreditato superstite, il Dottor Ramsey, attualmente direttore de laboratorio C14 di Oxford si è visto aver preso pubblicamente le distanze più di un anno fa.....[...]. Fin dall'inizio si accerta che tra i campioni meno favorevoli alla radiodatazione vi sono le produzioni tessili. Esse sono infatti soggette a continua degradazione biochimica a opera di sostanze organiche recenti, con il risultato che la loro età radiocarbonica le fa sembrare costantemente più recenti di quanto in realtà non siano.....[..]. La Sindone non è rimasa intatta per duemila anni, ma fu soggetta a molti viaggi avventurosi, incendi, rammendi recenti in località diverse, che potrebbero aver influito sulla percentuale di atomi radioattivi residui ringiovanendo l'età ( queste sono parole di Franco Testore, professore di tecnologie Tessili del Politecnico di Torino , np ) " . Bruno Barberis, altro personaggio con un curriculum scientifico di tutto rispetto, ad una intervista a La Stampa del 2008 afferma " ..La comunità scientifica ormai concorda : le modalità di quell'esame possono aver prodotto un risultato inquinato" ( citato sempre nel testo di Baima Bollone).

Ora , possiamo supporre che i Professori Baima Bollone, Testore, Barberis e altri indicati in quel libro facciano parte di una setta misteriosa che vuole attentare all'infallibiltà del Carbonio 14 e delle analisi condotte sulla Sindone, però una serie di interrogativi e dubbi quei professori e quel libro ne sollevano .



Vedi, bisogna comprendere la differenza tra una illazione e una dimostrazione, che un sindonologo pro sindone affermi citando i nomi di un paio di colleghi suoi, che "La comunità scientifica ormai concorda" questo non vuol dire affatto che la comunità scientifica concordi veramente.

sai, al mondo siamo quasi 7 miliardi, non è citando tre nomi contro il c14 che il c14 si contesta, si contesta quando qualcuno di questi signori citati presenterà una pubblicazione in cui avrà DIMOSTRATO che il c14 può non funzionare, perchè a me risulta che la comunità scientifica NON NUTRA AFFATTO DUBBI sulla efficacia del c14 e potrei presentarti i nome di 30, non 3, scienziati che invece sono a favore. Quindi siccome non siamo alle elementari impariamo che non è più importante chi ha detto cosa ma solo cosa viene dimostrato e cosa solo "sparato a bomba".


.
Evviva chi ha certezze granitiche ,in un senso e nell'altro, ma un po' di sano dubbio qui non guasterebbe.

Per dubitare di certezze fondate occorrono quantomeno dubbi fondati, se no saremo paralizzati senza nemmeno saper chi siamo. i dubbi sul c14 non sono fondati per la comunità scientifca.

Inoltre ribadisco, l'ERRORE del c14 coincide con la sua comparsa storica, coincidenza?

Cuordy
20-12-11, 22:42
Il Centro Ricerche ENEA sulla Sindone: «rimane un mistero per la scienza»

http://www.uccronline.it/2011/12/20/il-centro-ricerche-enea-sulla-sindone-«rimane-un-mistero-per-la-scienza»/

P 6
21-12-11, 13:02
... e questo (se è copiato il disegno correttamente):


http://wwww.ansa.it/webimages/large/2011/6/6/9a2cdf41e3da33d1d053853edbfc1c68.jpg

... sarebbe un 15 e/o la firma di Giotto ?
:sese:

Cuordy
09-01-12, 21:19
I fisici dell’ENEA su Raitre: «l’immagine della Sindone non è oggi riproducibile» (http://www.uccronline.it/2012/01/05/i-fisici-dellenea-su-raitre-limmagine-della-sindone-non-e-oggi-riproducibile/)

Giordi
09-01-12, 22:29
Ma secondo la chiesa cattolica, dopo quanto tempo dalla morte Gesù resuscitò?:gratgrat:

Cuordy
27-02-12, 10:47
Sindone: il fisico Di Lazzaro risponde alle (poche) obiezioni (http://www.uccronline.it/2012/02/23/sindone-il-fisico-di-lazzaro-risponde-alle-poche-obiezioni/) http://www.uccronline.it/wp-content/themes/uccr/images/calendar.png 23 febbraio, 2012
http://www.uccronline.it/wp-content/uploads/2012/02/Paolo-Di-Lazzaro-allENEA1-300x180.jpg

Il Centro di ricerche ENEA di Frascati ha recentemente pubblicato un documento scientifico (http://opac.bologna.enea.it:8991/RT/2011/2011_14_ENEA.pdf) di enorme portata per tutti gli interessanti alla Sacra Sindone, in quanto si conclude che la scienza non è oggi in grado di replicare l’immagine sindonica nella sua totalità, ma si è solo riusciti a realizzare una colorazione similsindonica attraverso un irraggiamento di un tessuto di lino tramite impulsi laser eccimero. Il dott. Paolo Di Lazzaro, fisico e dirigente di ricerca presso il Centro Ricerche Enea di Frascati, ha anticipato questo studio proprio su questo sito web (http://www.uccronline.it/2011/10/20/un-approccio-scientifico-alla-formazione-dellimmagine-della-sindone-i%C2%B0-parte/) nell’ottobre scorso.
La notizia ha fatto in breve tempo il giro del mondo, generando diverse reazioni. Molte appaiono dettate da puro nervosismo, come quella apparsa sul quotidiano britannico “The Telegraph”, dove si è voluto così titolare l’articolo con la notizia: “La Sindone è un falso. Fatevene una ragione” (http://blogs.telegraph.co.uk/news/tomchiversscience/100125247/the-turin-shroud-is-fake-get-over-it/). Si nota come l’autore del testo, Tom Chivers, sia davvero preoccupato nel cercare di allontanare la possibile autenticità della Sindone dalla divinità di Cristo. Essendovi comunque presenti numerose imprecisioni nella citazione del documento ENEA, l’articolista è stato contattato dal dott. Di Lazzaro e ne è nata un’interessante intervista (http://blogs.telegraph.co.uk/news/tomchiversscience/100126480/the-shroud-of-turin-forgery-or-divine-a-scientist-writes/). Le “vere” critiche sono invece arrivate da due soggetti in particolare: il primo è ovviamente il chimico Luigi Garlaschelli dell’Università di Pavia, responsabile scientifico del CICAP e autore dell’imbarazzante (http://www.uccronline.it/2010/04/10/la-sindone-della-uaar-e-del-cicap-e-una-perfetta-bufala/) “Seconda Sindone”, l’altro è Joe Nickell, scettico e investigatore del paranormale, con un passato da mago da palcoscenico, clown per il carnevale, investigatore privato e mazziere del Casinò. Entrambi hanno prodotto delle argomentazioni e ad entrambi il dott. Di Lazzaro ha inviato delle risposte. In merito a tutto questo UCCR ha intervistato il ricercatore dell’ENEA, cercando assieme a lui di fare il punto sulle obiezioni e sulle risposte. “Dott. Di Lazzaro, è stato apprezzato il distacco dei ricercatori ENEA da eventuali implicazioni filosofiche/teologiche che i risultati del Rapporto possono aver portato. Tuttavia le maggiori critiche ricevute sono arrivate da studiosi – Garlaschelli e Nickell – affiliati ufficialmente ad associazioni di scettici “di professione”. Valutando tutte le obiezioni ricevute, ha trovato che in generale le loro posizioni siano pertinenti e sufficientemente neutrali?”
«Di fatto, molti studiosi sindonologi si dividono in due fazioni, gli autenticisti a prescindere e gli scettici a prescindere, che si fronteggiano in una sorta di guerra ideologica che non porta ad una sintesi figlia del rispetto reciproco e della comprensione delle altrui ragioni. Questa è almeno l’impressione che ho ricevuto quando mi sono accostato agli studi scientifici sulla Sindone: all’inizio era difficile per me capire chi avesse ragione, come conciliare affermazioni categoriche e opposte, districarsi tra accuse reciproche che ricordano quelle tra Capuleti e Montecchi, tra Guelfi e Ghibellini. Di conseguenza, non mi aspettavo obiezioni neutrali da due esponenti “Ghibellini” come Garlaschelli e Nickell. Sarebbe stato pretendere troppo. Tuttavia, mi aspettavo obiezioni più pertinenti e documentate, e invece nel caso di Nickell (si legga qui l’intervista (http://cosmiclog.msnbc.msn.com/_news/2011/12/22/9636065-was-holy-shroud-created-in-a-flashitalian-%20researchers-resurrect-claim)) ho avuto risposte che mostrano chiaramente come Nickell stava commentando un Rapporto che non ha mai letto. Questo approccio, se da una parte è comprensibile a causa della lingua (il nostro Rapporto è scritto in italiano) dall’altra depone per una scarsa serietà della persona. Come si fa a commentare qualcosa che non si conosce? Il risultato di questa mancata lettura del Rapporto da parte di Nickell è stato un commento “per sentito dire” a presunte affermazioni che non abbiamo mai scritto. In aggiunta a questo handicap, Nickell si è avventurato in dichiarazioni che evidenziano la sua ignoranza (nel senso proprio del termine: non conoscenza) di alcuni importanti risultati STURP, e questa “non conoscenza” lo porta a fare affermazioni che non trovano riscontro scientifico. E’ possibile che questa inadeguatezza a commentare risultati scientifici sia anche dovuta alla radice culturale di Nickell, che è un famoso prestigiatore e detective, laureato in Letteratura Inglese e Folklore, ma non ha mai seguito (http://en.wikipedia.org/wiki/Joe_Nickell) studi scientifici, e a
maggior ragione poco conosce di misure e laboratori, per non parlare dei fondamenti di fisica e chimica applicata ai tessuti. Incredibilmente, in internet è possibile trovare (http://shroudofturin.files.wordpress.com/2011/12/image78.png) una sua foto in camice, con in mano una lente e una provetta, davanti ad un microscopio, ma forse questo fa parte dei suoi studi sul folklore». “Entrando più nel merito, come ha valutato gli argomenti del prof. Luigi Garlaschelli? Sembra che il cuore della sua critica sia l’argomento usato da McCrone, ovvero che sulla Sindone –afferma lui- ci sarebbero fibre ingiallite anche al di fuori dell’immagine stessa e questo dipenda da un normale processo di invecchiamento. Inoltre tende a minimizzare i risultati dicendo che anche lei e il suo team avete fallito –assieme a lui e alla sua “seconda” Sindone- poiché siete soltanto riusciti a colorare una sola fibra, su migliaia con le caratteristiche desiderate. Cosa ne pensa?”
«Il Prof. Garlaschelli ha scritto due commenti sul nostro Rapporto, uno sul sito “UARR” e l’altro sul sito “Queryonline”. Sono commenti molto diversi nel tono e nella forma, tanto da sembrare scritti da due persone distinte. Gli argomenti proposti nel sito “Queryonline” mi sono apparsi garbati e meritevoli di una risposta, che è stata pubblicata in questa pagina (http://www.queryonline.it/2012/01/08/una-fibrilla-per-la-sindone-la-replica-di-di-lazzaro/). In generale, ho avuto l’impressione di una lettura affrettata del nostro Rapporto, parzialmente riconosciuta da Garlaschelli nella sua replica (http://www.queryonline.it/2012/01/08/una-fibrilla-per-la-sindone-la-risposta-di-garlaschelli/). Nello specifico, ci sono diversi punti “tecnici” nel commento del Prof. Garlaschelli che a mio parere sono errati e/o confusi, e li ho elencati nella mia risposta, a cui rimando per i dettagli. Per quanto riguarda l’obiezione di Garlaschelli sulle fibre ingiallite al di fuori dell’immagine, si tratta di un fatto ben noto e riportato già nel 1981 dai chimici STURP Heller e Adler in un articolo che abbiamo citato nel nostro Rapporto. Heller e Adler scrissero che tutto il telo sindonico è ingiallito a causa dell’età, ma le fibre di immagine apparivano più gialle delle fibre non di immagine, come se avessero subito un invecchiamento accelerato rispetto alle altre fibre. Apparentemente Garlaschelli sembra ignorare gli studi al microscopio delle fibrille effettuati da Rogers, dai quali risulta chiaro che solo le fibre di immagine presentano la sola pellicola esterna colorata, il cosiddetto “ghost”. Insomma, sia le fibre di immagine che quelle non di immagine sono colorate, ma non si tratta della stessa colorazione, né dello stesso invecchiamento. Deve esserci stato un fattore esterno che ha generato l’immagine solo in corrispondenza del corpo avvolto dal telo. Per quanto riguarda il lavoro di McCrone, consiglio di leggere l’interessante dibattito scaturito nella replica di Garlaschelli al link precedentemente riportato. Più in generale, la scarsa rilevanza scientifica e la non obiettività dei risultati riportati da Mc Crone e pubblicati sulla rivista da lui stesso diretta (questo fatto da solo la dice lunga) è stata dimostrata in un lavoro di grande pazienza del Dr. Heimburger che ha confrontato punto per punto tutti i risultati sperimentali e le deduzioni di Mc Crone con i risultati STURP. L’articolo si intitola “A detailed critical review of the chemical studies on the Turin Shroud: facts and interpretations” e si trova in questa pagina (http://www.shroud.com/pdfs/thibault%20final%2001.pdf). Infine, l’obiezione di Garlaschelli sulla sola fibrilla (tra le circa mille che abbiamo esaminato al microscopio) colorata nella sola pellicola esterna che dimostra il nostro fallimento, è davvero stupefacente e merita un commento. Garlaschelli non fa altro che riportare (pro domo sua) quanto affermato nel nostro Rapporto, che qui riassumo: grazie ad impulsi di luce ultravioletta estremamente brevi e potenti siamo riusciti a replicare alcune caratteristiche dell’immagine sindonica, tra cui la tonalità del colore, la mancanza di fluorescenza, la bassa temperatura di processo. La superficialità della colorazione ottenuta è di circa 7 millesimi di millimetro (quindi molto più sottile di quanto ottenibile con metodi chimici) e almeno una fibrilla risulta colorata nella parete primaria cellulare (spessa 0,2 millesimi di millimetro). Come spiegato in dettaglio nel Rapporto, la difficoltà di colorare la sola parete primaria cellulare risiede nello strettissimo intervallo di valori di intensità, numero e modalità di successione degli impulsi laser che porta alla colorazione sub micrometrica. Per inciso, è possibile che l’uso di una lunghezza d’onda ancora più breve, nell’ultravioletto estremo, possa migliorare la statistica di fibrille colorate nella parete primaria cellulare, oltre a favorire l’effetto 3D a causa del forte assorbimento di questa parte dello spettro elettromagnetico da parte dell’aria, per cui le parti del telo più distanti dalla sorgente non vengono colorate. Ora, tornando all’obiezione del Prof. Garlaschelli, risulta stupefacente perché implicitamente afferma che abbiamo fallito a riprodurre la Sindone. Ma noi non abbiamo mai pensato di riprodurre l’immagine sindonica tramite un laser. Che senso avrebbe? Viceversa, il successo e le novità dei nostri risultati sperimentali sono testimoniate dai seguenti fatti:
a) Abbiamo dimostrato che impulsi di luce possono innescare alcuni processi fotochimici che permettono di avvicinarci ad alcune delle straordinarie caratteristiche fisico-chimiche dell’immagine sindonica, risolvendo una diatriba scientifica (sinora mai chiarita) tra i Professori Jackson e Rogers (membri STURP) che risale al 1990, sulla reale possibilità che impulsi di luce possano creare una colorazione similsindonica.
b) Abbiamo confermato sperimentalmente per la prima volta che alcune catene di reazioni chimiche ipotizzate da Heller e Adler nel 1981 possono effettivamente giocare un ruolo nella colorazione similsindonica.
c) Gli impulsi di luce generano una colorazione che al microscopio si rivela nettamente più simile all’immagine sindonica rispetto alla colorazione ottenuta tramite tecniche chimiche a contatto, specie per quanto riguarda lo spessore della colorazione.
d) La estrema difficoltà tecnologica nel riprodurre alcune caratteristiche microscopiche dell’immagine sindonica (confermata peraltro dai risultati del Prof. Garlaschelli) permette di poter ragionevolmente escludere l’ipotesi di falso medioevale». “Rispetto agli argomenti usati da Nickell, il centro del suo dissenso è basato sempre sulla “seconda” Sindone creata da Garlaschelli, la quale avrebbe dimostrato che sia possibile replicare l’immagine mediante l’applicazione di pigmenti, vernici chimiche e acidi rimanendo ad una profondità di colorazione di soli 0,2 micrometri di spessore, come di fatto si vede sulla Sindone originale. Sostiene anche che comunque questa profondità non sia verificata in tutti i punti dell’immagine sindonica. Cosa ne pensa?”
«Per quanto riguarda la (in)competenza di Nickell nel parlare degli aspetti chimici e fisici della colorazione sindonica, ho già espresso il mio parere nella risposta alla prima domanda. Lasciamo stare. Per quanto riguarda invece lo spessore di colorazione ottenuto dal Prof. Garlaschelli, lui stesso ammette nella sua replica che non ha mai effettuato questa misura, che pure dovrebbe essere una delle più importanti da controllare prima di poter dichiarare di aver riprodotto una Sindone molto simile all’originale. I Colleghi chimici che ho consultato escludono che con le paste, acidi, coloranti usati da Garlaschelli si possa ottenere uno spessore di colorazione inferiore a 15-20 millesimi di millimetro. Oggi sappiamo che lo spessore della colorazione è solo una delle tante differenze sostanziali, visibili a livello microscopico, tra la Sindone di Torino e la copia di Garlaschelli, si veda ad esempio questo articolo (http://www.acheiropoietos.info/proceedings/HeimburgerWeb.pdf). Ribadisco che la mal riuscita copia di Garlaschelli, al contrario di quanto dichiarato dal Professore, è una ulteriore dimostrazione di quanto sia improbabile che un falsario del Medioevo abbia potuto realizzare la Sindone senza microscopio, senza conoscenze medico-legali, senza un laboratorio chimico attrezzato come quello del Prof. Garlaschelli». “Dopo questa pubblicazione, per continuare ad indagare su questo affascinante mistero, quali altri studi andrebbero fatti secondo lei? Su cosa bisognerebbe concentrarsi per avvicinarsi alla verità?”
«A parer mio, è utile tornare alla lista di esami proposta nella relazione conclusiva dello STURP. Tanto per fare un esempio, ripetere la misura del C14 su campioni prelevati in diverse parti del telo che siano stati preventivamente analizzati e caratterizzati con diagnostiche avanzate, sia chimiche che microscopiche. Oggi abbiamo a disposizione tecnologie diagnostiche molto avanzate come lo SNOM (Scanning Near Field Optical Microscopy) che potrebbe dare utili informazioni. Sarebbe anche interessante provare tecniche alternative di datazione oggi disponibili (posso citare i metodi enzimatici e diversi tipi di spettroscopia). Si tratta di tecniche meno precise della radiodatazione tramite C14, perché possono datare il telo con una incertezza di diverse centinaia di anni. Tuttavia, essendo queste tecniche alternative basate su principi completamente diversi da quelli della radiodatazione, e quindi con differente sensibilità rispetto ai problemi che possono condizionare i risultati, sarebbe assai utile il loro confronto con le misure C14, per individuare eventuali errori dovuti, ad esempio, a contaminazioni». “Un ultima domanda, professore. A livello personale, con la Sindone è un capitolo chiuso? Oppure c’è il desiderio di proseguire negli studi in futuro?”
«La Sindone è un enigma scientifico interessante e sfaccettato, e come Scienziati non possiamo rimanere indifferenti ai diversi quesiti scientifici tuttora insoluti sulla immagine sindonica. Per fortuna non sono le idee che ci mancano. Se un domani dovesse aprirsi la possibilità di acquistare la strumentazione adatta a migliorare la nostra conoscenza sui fenomeni chimici e fisici all’origine della immagine sindonica, io e il mio gruppo saremmo ben lieti di dare un contributo fattivo sulla base della nostra esperienza dei meccanismi di interazione luce-materia acquisita in decenni di sperimentazioni e studi. Più in generale, allargando la visuale, in Italia sono presenti competenze scientifiche a largo spettro e di livello internazionale che potrebbero essere utilizzate per mettere insieme i pezzi del puzzle scientifico che l’immagine sindonica ci propone. Quello che manca in Italia è la volontà di investire nella Ricerca, in modo da mettere a frutto le enormi competenze esistenti. Non solo in campo sindonico». Concludiamo ringraziando ancora una volta della disponibilità il dr. Di Lazzaro e informando che da ieri sono ricominciati gli incontri settimanali presso l’Ateneo Regina Apostolorum di Roma all’interno del II° semestre del Diploma in Studi Sindonici. E’ possibile avere ulteriori informazioni su questo sito (http://www.uprait.org/index.php?option=com_content&view=article&id=977), ricordiamo che tra i relatori parteciperanno, tra gli altri, il fotografo Barrie Schwortz, il Prof. Avinoam Danin, la Prof.ssa Emanuela Marinelli e il dott. Di Lazzaro.

Sindone: il fisico Di Lazzaro risponde alle (poche) obiezioni | UCCR (http://www.uccronline.it/2012/02/23/sindone-il-fisico-di-lazzaro-risponde-alle-poche-obiezioni/)

Darwin
27-02-12, 22:33
Sindone: il fisico Di Lazzaro risponde alle (poche) obiezioni (http://www.uccronline.it/2012/02/23/sindone-il-fisico-di-lazzaro-risponde-alle-poche-obiezioni/) http://www.uccronline.it/wp-content/themes/uccr/images/calendar.png 23 febbraio, 2012
http://www.uccronline.it/wp-content/uploads/2012/02/Paolo-Di-Lazzaro-allENEA1-300x180.jpg

Il Centro di ricerche ENEA di Frascati ha recentemente pubblicato un documento scientifico (http://opac.bologna.enea.it:8991/RT/2011/2011_14_ENEA.pdf) di enorme portata per tutti gli interessanti alla Sacra Sindone, in quanto si conclude che la scienza non è oggi in grado di replicare l’immagine sindonica nella sua totalità, ma si è solo riusciti a realizzare una colorazione similsindonica attraverso un irraggiamento di un tessuto di lino tramite impulsi laser eccimero. Il dott. Paolo Di Lazzaro, fisico e dirigente di ricerca presso il Centro Ricerche Enea di Frascati, ha anticipato questo studio proprio su questo sito web (http://www.uccronline.it/2011/10/20/un-approccio-scientifico-alla-formazione-dellimmagine-della-sindone-i%C2%B0-parte/) nell’ottobre scorso.
La notizia ha fatto in breve tempo il giro del mondo, generando diverse reazioni. Molte appaiono dettate da puro nervosismo, come quella apparsa sul quotidiano britannico “The Telegraph”, dove si è voluto così titolare l’articolo con la notizia: “La Sindone è un falso. Fatevene una ragione” (http://blogs.telegraph.co.uk/news/tomchiversscience/100125247/the-turin-shroud-is-fake-get-over-it/). Si nota come l’autore del testo, Tom Chivers, sia davvero preoccupato nel cercare di allontanare la possibile autenticità della Sindone dalla divinità di Cristo. Essendovi comunque presenti numerose imprecisioni nella citazione del documento ENEA, l’articolista è stato contattato dal dott. Di Lazzaro e ne è nata un’interessante intervista (http://blogs.telegraph.co.uk/news/tomchiversscience/100126480/the-shroud-of-turin-forgery-or-divine-a-scientist-writes/). Le “vere” critiche sono invece arrivate da due soggetti in particolare: il primo è ovviamente il chimico Luigi Garlaschelli dell’Università di Pavia, responsabile scientifico del CICAP e autore dell’imbarazzante (http://www.uccronline.it/2010/04/10/la-sindone-della-uaar-e-del-cicap-e-una-perfetta-bufala/) “Seconda Sindone”, l’altro è Joe Nickell, scettico e investigatore del paranormale, con un passato da mago da palcoscenico, clown per il carnevale, investigatore privato e mazziere del Casinò. Entrambi hanno prodotto delle argomentazioni e ad entrambi il dott. Di Lazzaro ha inviato delle risposte. In merito a tutto questo UCCR ha intervistato il ricercatore dell’ENEA, cercando assieme a lui di fare il punto sulle obiezioni e sulle risposte. “Dott. Di Lazzaro, è stato apprezzato il distacco dei ricercatori ENEA da eventuali implicazioni filosofiche/teologiche che i risultati del Rapporto possono aver portato. Tuttavia le maggiori critiche ricevute sono arrivate da studiosi – Garlaschelli e Nickell – affiliati ufficialmente ad associazioni di scettici “di professione”. Valutando tutte le obiezioni ricevute, ha trovato che in generale le loro posizioni siano pertinenti e sufficientemente neutrali?”
«Di fatto, molti studiosi sindonologi si dividono in due fazioni, gli autenticisti a prescindere e gli scettici a prescindere, che si fronteggiano in una sorta di guerra ideologica che non porta ad una sintesi figlia del rispetto reciproco e della comprensione delle altrui ragioni. Questa è almeno l’impressione che ho ricevuto quando mi sono accostato agli studi scientifici sulla Sindone: all’inizio era difficile per me capire chi avesse ragione, come conciliare affermazioni categoriche e opposte, districarsi tra accuse reciproche che ricordano quelle tra Capuleti e Montecchi, tra Guelfi e Ghibellini. Di conseguenza, non mi aspettavo obiezioni neutrali da due esponenti “Ghibellini” come Garlaschelli e Nickell. Sarebbe stato pretendere troppo. Tuttavia, mi aspettavo obiezioni più pertinenti e documentate, e invece nel caso di Nickell (si legga qui l’intervista (http://cosmiclog.msnbc.msn.com/_news/2011/12/22/9636065-was-holy-shroud-created-in-a-flashitalian-%20researchers-resurrect-claim)) ho avuto risposte che mostrano chiaramente come Nickell stava commentando un Rapporto che non ha mai letto. Questo approccio, se da una parte è comprensibile a causa della lingua (il nostro Rapporto è scritto in italiano) dall’altra depone per una scarsa serietà della persona. Come si fa a commentare qualcosa che non si conosce? Il risultato di questa mancata lettura del Rapporto da parte di Nickell è stato un commento “per sentito dire” a presunte affermazioni che non abbiamo mai scritto. In aggiunta a questo handicap, Nickell si è avventurato in dichiarazioni che evidenziano la sua ignoranza (nel senso proprio del termine: non conoscenza) di alcuni importanti risultati STURP, e questa “non conoscenza” lo porta a fare affermazioni che non trovano riscontro scientifico. E’ possibile che questa inadeguatezza a commentare risultati scientifici sia anche dovuta alla radice culturale di Nickell, che è un famoso prestigiatore e detective, laureato in Letteratura Inglese e Folklore, ma non ha mai seguito (http://en.wikipedia.org/wiki/Joe_Nickell) studi scientifici, e a
maggior ragione poco conosce di misure e laboratori, per non parlare dei fondamenti di fisica e chimica applicata ai tessuti. Incredibilmente, in internet è possibile trovare (http://shroudofturin.files.wordpress.com/2011/12/image78.png) una sua foto in camice, con in mano una lente e una provetta, davanti ad un microscopio, ma forse questo fa parte dei suoi studi sul folklore». “Entrando più nel merito, come ha valutato gli argomenti del prof. Luigi Garlaschelli? Sembra che il cuore della sua critica sia l’argomento usato da McCrone, ovvero che sulla Sindone –afferma lui- ci sarebbero fibre ingiallite anche al di fuori dell’immagine stessa e questo dipenda da un normale processo di invecchiamento. Inoltre tende a minimizzare i risultati dicendo che anche lei e il suo team avete fallito –assieme a lui e alla sua “seconda” Sindone- poiché siete soltanto riusciti a colorare una sola fibra, su migliaia con le caratteristiche desiderate. Cosa ne pensa?”
«Il Prof. Garlaschelli ha scritto due commenti sul nostro Rapporto, uno sul sito “UARR” e l’altro sul sito “Queryonline”. Sono commenti molto diversi nel tono e nella forma, tanto da sembrare scritti da due persone distinte. Gli argomenti proposti nel sito “Queryonline” mi sono apparsi garbati e meritevoli di una risposta, che è stata pubblicata in questa pagina (http://www.queryonline.it/2012/01/08/una-fibrilla-per-la-sindone-la-replica-di-di-lazzaro/). In generale, ho avuto l’impressione di una lettura affrettata del nostro Rapporto, parzialmente riconosciuta da Garlaschelli nella sua replica (http://www.queryonline.it/2012/01/08/una-fibrilla-per-la-sindone-la-risposta-di-garlaschelli/). Nello specifico, ci sono diversi punti “tecnici” nel commento del Prof. Garlaschelli che a mio parere sono errati e/o confusi, e li ho elencati nella mia risposta, a cui rimando per i dettagli. Per quanto riguarda l’obiezione di Garlaschelli sulle fibre ingiallite al di fuori dell’immagine, si tratta di un fatto ben noto e riportato già nel 1981 dai chimici STURP Heller e Adler in un articolo che abbiamo citato nel nostro Rapporto. Heller e Adler scrissero che tutto il telo sindonico è ingiallito a causa dell’età, ma le fibre di immagine apparivano più gialle delle fibre non di immagine, come se avessero subito un invecchiamento accelerato rispetto alle altre fibre. Apparentemente Garlaschelli sembra ignorare gli studi al microscopio delle fibrille effettuati da Rogers, dai quali risulta chiaro che solo le fibre di immagine presentano la sola pellicola esterna colorata, il cosiddetto “ghost”. Insomma, sia le fibre di immagine che quelle non di immagine sono colorate, ma non si tratta della stessa colorazione, né dello stesso invecchiamento. Deve esserci stato un fattore esterno che ha generato l’immagine solo in corrispondenza del corpo avvolto dal telo. Per quanto riguarda il lavoro di McCrone, consiglio di leggere l’interessante dibattito scaturito nella replica di Garlaschelli al link precedentemente riportato. Più in generale, la scarsa rilevanza scientifica e la non obiettività dei risultati riportati da Mc Crone e pubblicati sulla rivista da lui stesso diretta (questo fatto da solo la dice lunga) è stata dimostrata in un lavoro di grande pazienza del Dr. Heimburger che ha confrontato punto per punto tutti i risultati sperimentali e le deduzioni di Mc Crone con i risultati STURP. L’articolo si intitola “A detailed critical review of the chemical studies on the Turin Shroud: facts and interpretations” e si trova in questa pagina (http://www.shroud.com/pdfs/thibault%20final%2001.pdf). Infine, l’obiezione di Garlaschelli sulla sola fibrilla (tra le circa mille che abbiamo esaminato al microscopio) colorata nella sola pellicola esterna che dimostra il nostro fallimento, è davvero stupefacente e merita un commento. Garlaschelli non fa altro che riportare (pro domo sua) quanto affermato nel nostro Rapporto, che qui riassumo: grazie ad impulsi di luce ultravioletta estremamente brevi e potenti siamo riusciti a replicare alcune caratteristiche dell’immagine sindonica, tra cui la tonalità del colore, la mancanza di fluorescenza, la bassa temperatura di processo. La superficialità della colorazione ottenuta è di circa 7 millesimi di millimetro (quindi molto più sottile di quanto ottenibile con metodi chimici) e almeno una fibrilla risulta colorata nella parete primaria cellulare (spessa 0,2 millesimi di millimetro). Come spiegato in dettaglio nel Rapporto, la difficoltà di colorare la sola parete primaria cellulare risiede nello strettissimo intervallo di valori di intensità, numero e modalità di successione degli impulsi laser che porta alla colorazione sub micrometrica. Per inciso, è possibile che l’uso di una lunghezza d’onda ancora più breve, nell’ultravioletto estremo, possa migliorare la statistica di fibrille colorate nella parete primaria cellulare, oltre a favorire l’effetto 3D a causa del forte assorbimento di questa parte dello spettro elettromagnetico da parte dell’aria, per cui le parti del telo più distanti dalla sorgente non vengono colorate. Ora, tornando all’obiezione del Prof. Garlaschelli, risulta stupefacente perché implicitamente afferma che abbiamo fallito a riprodurre la Sindone. Ma noi non abbiamo mai pensato di riprodurre l’immagine sindonica tramite un laser. Che senso avrebbe? Viceversa, il successo e le novità dei nostri risultati sperimentali sono testimoniate dai seguenti fatti:
a) Abbiamo dimostrato che impulsi di luce possono innescare alcuni processi fotochimici che permettono di avvicinarci ad alcune delle straordinarie caratteristiche fisico-chimiche dell’immagine sindonica, risolvendo una diatriba scientifica (sinora mai chiarita) tra i Professori Jackson e Rogers (membri STURP) che risale al 1990, sulla reale possibilità che impulsi di luce possano creare una colorazione similsindonica.
b) Abbiamo confermato sperimentalmente per la prima volta che alcune catene di reazioni chimiche ipotizzate da Heller e Adler nel 1981 possono effettivamente giocare un ruolo nella colorazione similsindonica.
c) Gli impulsi di luce generano una colorazione che al microscopio si rivela nettamente più simile all’immagine sindonica rispetto alla colorazione ottenuta tramite tecniche chimiche a contatto, specie per quanto riguarda lo spessore della colorazione.
d) La estrema difficoltà tecnologica nel riprodurre alcune caratteristiche microscopiche dell’immagine sindonica (confermata peraltro dai risultati del Prof. Garlaschelli) permette di poter ragionevolmente escludere l’ipotesi di falso medioevale». “Rispetto agli argomenti usati da Nickell, il centro del suo dissenso è basato sempre sulla “seconda” Sindone creata da Garlaschelli, la quale avrebbe dimostrato che sia possibile replicare l’immagine mediante l’applicazione di pigmenti, vernici chimiche e acidi rimanendo ad una profondità di colorazione di soli 0,2 micrometri di spessore, come di fatto si vede sulla Sindone originale. Sostiene anche che comunque questa profondità non sia verificata in tutti i punti dell’immagine sindonica. Cosa ne pensa?”
«Per quanto riguarda la (in)competenza di Nickell nel parlare degli aspetti chimici e fisici della colorazione sindonica, ho già espresso il mio parere nella risposta alla prima domanda. Lasciamo stare. Per quanto riguarda invece lo spessore di colorazione ottenuto dal Prof. Garlaschelli, lui stesso ammette nella sua replica che non ha mai effettuato questa misura, che pure dovrebbe essere una delle più importanti da controllare prima di poter dichiarare di aver riprodotto una Sindone molto simile all’originale. I Colleghi chimici che ho consultato escludono che con le paste, acidi, coloranti usati da Garlaschelli si possa ottenere uno spessore di colorazione inferiore a 15-20 millesimi di millimetro. Oggi sappiamo che lo spessore della colorazione è solo una delle tante differenze sostanziali, visibili a livello microscopico, tra la Sindone di Torino e la copia di Garlaschelli, si veda ad esempio questo articolo (http://www.acheiropoietos.info/proceedings/HeimburgerWeb.pdf). Ribadisco che la mal riuscita copia di Garlaschelli, al contrario di quanto dichiarato dal Professore, è una ulteriore dimostrazione di quanto sia improbabile che un falsario del Medioevo abbia potuto realizzare la Sindone senza microscopio, senza conoscenze medico-legali, senza un laboratorio chimico attrezzato come quello del Prof. Garlaschelli». “Dopo questa pubblicazione, per continuare ad indagare su questo affascinante mistero, quali altri studi andrebbero fatti secondo lei? Su cosa bisognerebbe concentrarsi per avvicinarsi alla verità?”
«A parer mio, è utile tornare alla lista di esami proposta nella relazione conclusiva dello STURP. Tanto per fare un esempio, ripetere la misura del C14 su campioni prelevati in diverse parti del telo che siano stati preventivamente analizzati e caratterizzati con diagnostiche avanzate, sia chimiche che microscopiche. Oggi abbiamo a disposizione tecnologie diagnostiche molto avanzate come lo SNOM (Scanning Near Field Optical Microscopy) che potrebbe dare utili informazioni. Sarebbe anche interessante provare tecniche alternative di datazione oggi disponibili (posso citare i metodi enzimatici e diversi tipi di spettroscopia). Si tratta di tecniche meno precise della radiodatazione tramite C14, perché possono datare il telo con una incertezza di diverse centinaia di anni. Tuttavia, essendo queste tecniche alternative basate su principi completamente diversi da quelli della radiodatazione, e quindi con differente sensibilità rispetto ai problemi che possono condizionare i risultati, sarebbe assai utile il loro confronto con le misure C14, per individuare eventuali errori dovuti, ad esempio, a contaminazioni». “Un ultima domanda, professore. A livello personale, con la Sindone è un capitolo chiuso? Oppure c’è il desiderio di proseguire negli studi in futuro?”
«La Sindone è un enigma scientifico interessante e sfaccettato, e come Scienziati non possiamo rimanere indifferenti ai diversi quesiti scientifici tuttora insoluti sulla immagine sindonica. Per fortuna non sono le idee che ci mancano. Se un domani dovesse aprirsi la possibilità di acquistare la strumentazione adatta a migliorare la nostra conoscenza sui fenomeni chimici e fisici all’origine della immagine sindonica, io e il mio gruppo saremmo ben lieti di dare un contributo fattivo sulla base della nostra esperienza dei meccanismi di interazione luce-materia acquisita in decenni di sperimentazioni e studi. Più in generale, allargando la visuale, in Italia sono presenti competenze scientifiche a largo spettro e di livello internazionale che potrebbero essere utilizzate per mettere insieme i pezzi del puzzle scientifico che l’immagine sindonica ci propone. Quello che manca in Italia è la volontà di investire nella Ricerca, in modo da mettere a frutto le enormi competenze esistenti. Non solo in campo sindonico». Concludiamo ringraziando ancora una volta della disponibilità il dr. Di Lazzaro e informando che da ieri sono ricominciati gli incontri settimanali presso l’Ateneo Regina Apostolorum di Roma all’interno del II° semestre del Diploma in Studi Sindonici. E’ possibile avere ulteriori informazioni su questo sito (http://www.uprait.org/index.php?option=com_content&view=article&id=977), ricordiamo che tra i relatori parteciperanno, tra gli altri, il fotografo Barrie Schwortz, il Prof. Avinoam Danin, la Prof.ssa Emanuela Marinelli e il dott. Di Lazzaro.

Sindone: il fisico Di Lazzaro risponde alle (poche) obiezioni | UCCR (http://www.uccronline.it/2012/02/23/sindone-il-fisico-di-lazzaro-risponde-alle-poche-obiezioni/)

Una fibrilla per la Sindone (http://www.queryonline.it/2011/12/28/una-fibrilla-per-la-sindone/)

Una fibrilla per la Sindone – la replica di Di Lazzaro (http://www.queryonline.it/2012/01/08/una-fibrilla-per-la-sindone-la-replica-di-di-lazzaro/)

Una fibrilla per la Sindone – la risposta di Garlaschelli (http://www.queryonline.it/2012/01/08/una-fibrilla-per-la-sindone-la-risposta-di-garlaschelli/)

Cuordy
27-03-12, 18:08
La radiodatazione della Sindone è stata pilotata? Le risposte in un documentario

http://www.uccronline.it/wp-content/uploads/2012/03/Annuncio-del-1988.jpg

Tra gli esperti della Sindone l’uscita del documentario “La notte della Sindone”, prodotto da Polifemo e RAI con la regia di Francesca Saracino, era molto atteso. Per la prima volta si è fatta luce sulle ricerche, sui personaggi e sulle presunte misteriose manovre che hanno caratterizzato la controversa datazione al radiocarbonio…


…..CONTINUA A LEGGERE… (http://www.uccronline.it/2012/03/27/la-radiodatazione-della-sindone-e-stata-pilotata-le-risposte-in-un-documentario/)

P 6
27-03-12, 18:58
Il docu-film era già stato presentato a settembre
“LA NOTTE DELLA SINDONE” di Francesca Saracino | CULTUMEDIA Magazine (http://www.cultumedia.it/2011/09/26/la-notte-della-sindone-di-francesca-saracino/)


“Il delitto è compiuto”. Furono le parole pronunciate dal Cardinale Anastasio Ballestero, allora “custode della Sindone” un istante dopo che erano stati tagliati dei campioni dal lino, dietro sua autorizzazione, affinché fossero sottoposti alle analisi al carbonio 14 da tre laboratori scientifici internazionali. Cosa ha voluto intendere con quella frase? Non lo sapremo mai. ..





Ultimo di una trilogia, il documentario ripercorre le tappe che hanno segnato gli ultimi trent’anni di ricerche sulla Sindone, protagonista di una storia fitta di misteri e di colpi di scena. Questa inchiesta nasce dall’intento di mettere in rilievo remote tessere di quello che è un vero e proprio mosaico di intrighi segreti e misteri: il discusso esame del C14, un giallo non ancora del tutto chiarito sul quale ancora oggi si interrogano in molti, con risposte diverse e pareri spesso contrastanti.

Per la prima volta si farà luce sulle ricerche, sui personaggi e sulle presunte misteriose manovre che hanno determinato quegli anni: dall’analisi dello STURP del 1978, l’analisi al C14 del 1988, alle recenti e sorprendenti scoperte del 2009, che rimettono in gioco l’autenticità della Sindone. Dopo 23 anni torneranno insieme e saranno presenti all’anteprima di Roma, al Roma Fiction Fest i personaggi grazie a cui abbiamo realizzato il documentario:



•Franco Faia assistente di Luigi Gonella e Giovanni Riggi di Numana.
•Franco Testore, esperto tessile che eseguì la pesatura dei campioni per l’analisi.
•Giovanni Gonella figlio dello scomparso Luigi Gonella, Consigliere Scientifico del Vescovo di Torino del 1988.






All’interno di questo percorso scientifico si alternano le scottanti rilevazioni di personaggi di rilievo internazionale, gli interventi dell’attrice‐narratore; verranno analizzati documenti inediti (foto, video, file audio, fascicoli, lettere), Consigliere Scientifico del Vescovo di Torino nel 1988; ricerche e scoperte taciute, dinamiche controverse che hanno coinvolto esponenti scientifici e ecclesiastici.




Il filo rosso che contrappone le domande alle risposte si “srotola” nella mani di Rosalinda Celentano che, vestendo i panni di una sorta di “Virgilio” della “Divina Commedia” è l’interlocutore attivo, l’autocoscienza e lo specchio dello spettatore che si pone continue domande. Sarà una “guida”, o meglio il “dubbio che guida” lo spettatore alla ricerca di risposte su questo grande mistero ancora irrisolto.

Anche la location rappresenta un “personaggio” importante: una cripta che riproduce, nella sua architettura, il Santo Sepolcro di Gerusalemme nella sua forma originaria del I° sec. d.C..



Rosalinda Celentano si muoverà all’interno della cripta come in un “non luogo”, in un “non tempo”, e questo a sottolineare due aspetti:

‐ l’attrice si rivolge “all’uomo” che nei secoli si è sempre chiesto che cos’è la Sindone;

‐ è assente una connotazione temporale come per la Sindone, che ancora oggi non appartiene ad un’epoca… Del primo secolo? Medievale? Esiste da sempre?

Soggetto e Regia: Francesca Saracino
Produzione: Paolo Monaci Freguglia per Polifemo s.r.l.
Co-produzione: Rai Trade

Cuordy
09-07-12, 20:21
Nuovo studio: la Sindone è vera, miracolo in linea con la fisica



http://www.uccronline.it/wp-content/uploads/2012/07/Sindone-300x287.jpg

Nel novembre 2011 proprio su questo sito web (http://www.uccronline.it/2011/10/20/un-approccio-scientifico-alla-formazione-dellimmagine-della-sindone-i%C2%B0-parte/) il fisico e dirigente di ricerca presso l’ENEA di Frascati, Paolo Di Lazzaro, ha presentato in anteprima uno studio scientifico svolto sulla Sacra Sindone, concentratosi sulla formazione dell’immagine. La conclusione è stata la presa di coscienza che oggi la scienza non è in grado di spiegare come si sia formata l’immagine corporea sulla Sindone, facendo diventare dunque non ragionevole l’ipotesi di un falsario medioevale. Soltanto utilizzando la luce UV e VUV di un laser eccimero impulsato della durata di alcuni miliardesimi di secondo, si è potuto colorare il lino in modo similsindonico.

Nuovo studio: la Sindone è vera, miracolo in linea con la fisica | UCCR (http://www.uccronline.it/2012/07/08/nuovo-studio-la-sindone-e-vera-miracolo-in-linea-con-la-fisica/)

P 6
10-07-12, 11:20
Nuovo studio: la Sindone è vera, miracolo in linea con la fisica



http://www.uccronline.it/wp-content/uploads/2012/07/Sindone-300x287.jpg

Nel novembre 2011 proprio su questo sito web (http://www.uccronline.it/2011/10/20/un-approccio-scientifico-alla-formazione-dellimmagine-della-sindone-i%C2%B0-parte/) il fisico e dirigente di ricerca presso l’ENEA di Frascati, Paolo Di Lazzaro, ha presentato in anteprima uno studio scientifico svolto sulla Sacra Sindone, concentratosi sulla formazione dell’immagine. La conclusione è stata la presa di coscienza che oggi la scienza non è in grado di spiegare come si sia formata l’immagine corporea sulla Sindone, facendo diventare dunque non ragionevole l’ipotesi di un falsario medioevale. Soltanto utilizzando la luce UV e VUV di un laser eccimero impulsato della durata di alcuni miliardesimi di secondo, si è potuto colorare il lino in modo similsindonico.

Nuovo studio: la Sindone è vera, miracolo in linea con la fisica | UCCR (http://www.uccronline.it/2012/07/08/nuovo-studio-la-sindone-e-vera-miracolo-in-linea-con-la-fisica/)

(semprechè in epoche antiche non ci fossero uomini con conoscenze tali da arrivare a costruire e usare laser, ecc)

L'altro studio, del Baldacchini, citato successivamente nell'articolo è inattendibile in quanto parte addirittura dall'affermazione che le macchie siano di sangue e anche dai preconcetti del Baldacchini stesso, non può considerarsi un ragionamento scientifico

Tomás de Torquemada
10-07-12, 13:52
Sacra Sindone: la rivelazione del polline

di Daniela Angius

Il termine sindone deriva dal greco σινδών (sindon) e indica un tessuto di lino di buona qualità, ma è ormai diventato sinonimo del lenzuolo funebre di Gesù. Su di esso, infatti, è visibile l’immagine di un uomo che porta i segni di torture e maltrattamenti compatibili con quelli descritti nella Passione. L’impronta del corpo in negativo è stata impressa dall’ossidazione delle fibre superficiali del lino, avvenuta in modo inspiegabile. La sua autenticità è da sempre oggetto di fortissime controversie.

I numerosi studi scientifici eseguiti sul tessuto non sono mai serviti a chiarire in modo definitivo la questione, ma solo ad accendere maggiormente il dibattito nel quale dissentono studiosi convinti che la Sindone sia una reliquia e studiosi altrettanto convinti che invece sia una raffigurazione artistica. C’è da dire che il sangue rinvenuto sulla sindone, di gruppo AB, segue puntualmente le regole dell’emodinamica. Il telo è ricoperto, inoltre, da pollini provenienti da 58 specie di piante, di cui solo 17 tipiche dell’Europa. Molte di queste piante sono estinte. Il polline più frequente è identico a quello che si trova presso il lago di Tiberiade e nelle zone limitrofe al Giordano.
L’intreccio del tessuto e la torcitura a spina di pesce si concilia con quella diffusa nell’area siro – palestinese all’epoca di Cristo. Sulla Sindone sono state rilevate anche tracce di natron, sostanza largamente utilizzata in Palestina per la disidratazione dei corpi nei rituali funebri. Sul telo è stata identificata anche la presenza delle sostante di aloe e mirra, usate in Palestina in quel periodo per le sepolture.
Sono stati ulteriormente rilevati anche spore, funghi e acari simili a quelli trovati in tombe aventi medesima datazione. Nel 1988 però l’esame radiocarbonico ha fatto risalire il tessuto ad un periodo compreso tra il 1260 e il 1390. Questo risultato ha posto dei seri problemi di compatibilità con le scoperte scientifiche fino a quel momento evidenziate.

Nei giorni scorsi si è svolto a Valencia un convegno sulla Sindone. Interessante è stato lo studio di una ricercatrice universitaria, Marzia Boi, esperta palinologa. I pollini rivelano oltre olii e unguenti applicati al corpo e alla tela, anche le piante utilizzate nel culto dei defunti, testimoniando un rito funebre antico di duemila anni. La scoperta della Boi avvalora la tesi della reliqua e contrasta fortemente la tesi della falsificazione medievale.

La ricerca della Boi mostra, inoltre, che il polline finora identificato come Gundelia Tourneforti in realtà non lo è. Gundelia Tourneforti è una delle 23.000 specie di Asteracea al mondo, che cresce nei deserti montani dell’Asia Minore. Nel 1999 due studiosi ebrei, Danin e Baruch confermano la specie Gundelia come il polline più ricorrente nel lino e ipotizzano che la corona di spine sia stata formata da foglie della stessa Gundelia.

La Boi non è di questo parere. L’esame rivela che il polline non è nè Ridolfia né Gundelia, ma Helichrysum. E’ quello più abbondante nella quantità del 29,1%, seguito da Cistaceae, Apiaceae e Pistacia. Tutte queste piante sono di pollinizzazione entomofila: i loro pollini, cioè, si spostano con l’aiuto di insetti e non nell’aria. Questa è la dimostrazione che ci deve essere stato un contatto diretto o con le piante o con i prodotti di uso funerario. Inoltre la lista dei pollini conferma tracce delle piante più usate negli antichi riti di questo genere.

La conclusione della ricercatrice potrebbe fare, una volta per tutte, chiarezza sulla vera natura della sindone: i pollini dominanti sono la prova di un autentico evento storico avvenuto in un remoto passato e giunto intatto e conservato fino a noi in un modo che ha del miracoloso. Il rinvenimento delle tracce degli unguenti più preziosi di quell’epoca, straordinariamente sigillati nella tela, e l’aver correttamente identificato il polline di Helichrysum, erroneamente chiamato Gundelia, confermano l’importante personalità del corpo che fu avvolto in quel lino.

© Riproduzione Riservata

Sacra Sindone: la rivelazione del polline Controcampus (http://www.controcampus.it/2012/06/sacra-sindone-la-rivelazione-del-polline/)

P 6
10-07-12, 14:18
Sacra Sindone: la rivelazione del polline

di Daniela Angius

.... C’è da dire che il sangue rinvenuto sulla sindone, di gruppo AB, segue puntualmente le regole dell’emodinamica.

addirittura si sa il gruppo sanguigno ?! :D

Sindone di Torino - Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Sindone_di_Torino)
"
Esami sul presunto sangue: i primi esami, eseguiti nel 1973, non rilevarono la presenza di sangue nelle macchie visibili sulla Sindone. Gli esami successivi, svolti a partire dal 1978 con tecniche più moderne, condotte dal microscopista Walter McCrone condussero a risultati analoghi e stante il ritrovamento di pigmenti McCrone arrivò alla conclusione che si trattasse di un dipinto[21]. I lavori di McCrone furono tuttavia respinti dallo STURP (Shroud of Turin Research Project). Successivamente John Heller e Alan Adler[22][23] affermarono di avere rilevato la presenza di emoglobina.[24].
[24]Si obietta tuttavia che Heller e Adler per le loro ricerche fecero uso del test delle porfirine che tuttavia non è un test specifico del sangue e che darebbe risultati positivi anche su un vegetale. Cfr. Micromega, 4/2010, Articolo di Luigi Garlaschelli, pag. 27 e ss.
"

Cuordy
18-10-12, 23:52
Sindone: «l’esito del C14: la più grande truffa scientifica di sempre» | UCCR (http://www.uccronline.it/2012/10/16/sindone-il-risultato-del-c14-e-la-piu-grande-truffa-scientifica-di-tutti-i-tempi/)

Cuordy
02-04-13, 23:17
Nuovi studi: la Sindone di Torino è del I° secolo | UCCR (http://www.uccronline.it/2013/03/29/nuovi-studi-la-sindone-di-torino-e-del-i-secolo/)

Nuovi studi: la Sindone di Torino è del I° secolo

Johannitius
27-08-13, 15:15
Edit. Error.

Cuordy
26-02-14, 12:43
«La Sindone è del primo secolo». Dall'università di Padova la misurazione che smentisce il carbonio 14 (http://www.iltimone.org/30538,News.html)

Darwin
26-02-14, 16:59
«La Sindone è del primo secolo». Dall'università di Padova la misurazione che smentisce il carbonio 14 (http://www.iltimone.org/30538,News.html)

Si riferiscono per caso a questo:

Sindone: le ?datazioni alternative? di Giulio Fanti (http://www.queryonline.it/2013/04/04/sindone-le-datazioni-alternative-di-giulio-fanti/)

Cuordy
08-03-14, 14:00
«La Sindone? Sono sicuro: è del I secolo» - Vatican Insider (http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/fanti-sindone-shroud-sindone-32315/)

dimecan
19-03-14, 19:23
troveranno il dna di JHWH ?

Tomás de Torquemada
06-05-15, 03:03
il volto di Gesù da ragazzo: lo ha ricostruito la polizia partendo dalla Sindone

L'esperimento della polizia romana, come di diceva, è stato realizzato in occasione dell'Ostensione del Sacro Lino, che si concluderà a Torino il 24 giugno. Il 21 e 22 giugno Papa Francesco sarà nel capoluogo piemontese per partecipare anche alle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Don Bosco.


http://i62.tinypic.com/10oeemc.jpg

http://i62.tinypic.com/izrzah.jpg

Ecco il volto di Gesù da ragazzo. E' stato ricostruito dalla polizia di Roma proprio in occasione dell'Ostensione della Sindone, in corso a Torino. Gli esperti della polizia romana hanno utilizzato un software che è stato studiato per ricostruire un identikit molto attendibile dei boss mafiosi latitanti di cui si posseggono soltanto vecchie fotografie. Ma più che il supporto informatico, è stata determinante l’abilità del disegnatore, Andrea D’Amore, che abituato a invecchiare i ritratti di persone giovani, come appunto nei casi di latitanti o persone scomparse, in questo caso ha dovuto compiere un’opera di ringiovanimento del volto che ha comportato tra gli interventi più creativi, la riduzione della mascella, il rialzo del mento, la correzione della gibbosità nasale di probabile origine traumatica presente nel volto sindonico. La risonanza del sorprendente “ritratto” di Gesù bambino, richiesto dalle reti televisive Mediaset per uno speciale andato in onda durante le scorse festività natalizie, ha varcato i confini nazionali e ora, in occasione dell'Ostensione, è stato ripreso dalla stampa inglese, tra cui i siti web del Daily Mail e di The Independent.

Gli investigatori hanno invertito il procedimento e partendo dall'immagine della Sindone sono risaliti al possibile volto di Gesù quando era ancora un ragazzino. Sulla reale corrispondenza c'è motivo di dubitare. Sulla base ad esempio della datazione al carbonio 14 del Lenzuolo in cui secondo la Chiesa fu avvolto il corpo di Cristo nel sepolcro, il manufatto risalirebbe al XIII secolo. Ma la questione al di là, delle questioni scientifiche, resta aperta. Per la Chiesa è questione di fede e può essere che lo stesso Papa dia l'autorizzazione per ulteriori indagini scientifiche, a prescindere dai risultati che se ne potranno trarre.

L'esperimento della polizia romana, come di diceva, è stato realizzato in occasione dell'Ostensione del Sacro Lino, che si concluderà a Torino il 24 giugno. Il 21 e 22 giugno Papa Francesco sarà nel capoluogo piemontese per partecipare anche alle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Don Bosco.

Ecco il volto di Gesù da ragazzo: lo ha ricostruito la polizia partendo dalla Sindone - Repubblica.it (http://torino.repubblica.it/cronaca/2015/05/05/news/ecco_il_volto_di_gesu_da_ragazzo_ricostruito_dalla _polizia_partendo_dalla_sindone-113585217/#gallery-slider=113588317)

Scipione
06-05-15, 05:58
.........Tutto ciò sia detto dal sottoscritto senza alcuna voglia di polemica, ma solo per aggiungere alcuni dati che la lettura di quel libro ( che avevo dimenticato e che ho ripreso in mano per l'occasione ) può fornire.


R.
Eddai, finchè c'è vita c'è speranza e finchè c'è speranza qualsiasi ipotesi è buona. Si può addirittura utilizzare (vedi post sopra) il profilo del sudario del supposto cristo, per arrivare a determinarne le fattezze giovanili e concludere, invero un po' banalmente, che quello era gesù giovincello. La non coincidenza con il dato atteso dalla radiodatazione, fa scaturire una serie di ipotesi demolitive di un risultato che evidentemente non soddisfaceva l'ipotesi iniziale. Si potevano prendere ulteriori brandelli, sicuramente originali, di quel telo ed utilizzarli per ripetere l'esperimento e concludere in via definitiva. Non lo si è voluto fare perchè non si voleva correre il rischio di annullare d'un sol colpo il gran mercato di fede e di interessi che la sindone ha creato nei secoli. Meglio continuare a credere, oltre le evidenze, alla sua autenticità. D'altronde, se a loreto esiste addirittura la casa angelicamente traslata di maria e se le reliquie del cristo, compresi prepuzi multipli, frammenti di croci, spine e chiodi in quantità tali da far pensare che lo stesso sia stato crocifisso più d'una volta, continuano ad essere creduti originali senza troppi problemi, la sindone può benissimo continuare ad essere quello che non è. La fede, com'è noto, sa andare ben oltre questi dettagli troppo terreni. L'importante è comunque credere e, falso più o falso meno, in fondo non fa molta differenza. :nodding: :drinky:

Cuordy
26-05-15, 13:56
http://www.uccronline.it/2015/05/25/luzzato-e-prosperi-non-si-arrendono-la-sindone-e-un-falso-capito-un-falso/


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Xenia888
26-05-15, 17:34
il volto di Gesù da ragazzo: lo ha ricostruito la polizia partendo dalla Sindone

L'esperimento della polizia romana, come di diceva, è stato realizzato in occasione dell'Ostensione del Sacro Lino, che si concluderà a Torino il 24 giugno. Il 21 e 22 giugno Papa Francesco sarà nel capoluogo piemontese per partecipare anche alle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Don Bosco.


http://i62.tinypic.com/10oeemc.jpg

http://i62.tinypic.com/izrzah.jpg

Ecco il volto di Gesù da ragazzo. E' stato ricostruito dalla polizia di Roma proprio in occasione dell'Ostensione della Sindone, in corso a Torino. Gli esperti della polizia romana hanno utilizzato un software che è stato studiato per ricostruire un identikit molto attendibile dei boss mafiosi latitanti di cui si posseggono soltanto vecchie fotografie. Ma più che il supporto informatico, è stata determinante l’abilità del disegnatore, Andrea D’Amore, che abituato a invecchiare i ritratti di persone giovani, come appunto nei casi di latitanti o persone scomparse, in questo caso ha dovuto compiere un’opera di ringiovanimento del volto che ha comportato tra gli interventi più creativi, la riduzione della mascella, il rialzo del mento, la correzione della gibbosità nasale di probabile origine traumatica presente nel volto sindonico. La risonanza del sorprendente “ritratto” di Gesù bambino, richiesto dalle reti televisive Mediaset per uno speciale andato in onda durante le scorse festività natalizie, ha varcato i confini nazionali e ora, in occasione dell'Ostensione, è stato ripreso dalla stampa inglese, tra cui i siti web del Daily Mail e di The Independent.

Gli investigatori hanno invertito il procedimento e partendo dall'immagine della Sindone sono risaliti al possibile volto di Gesù quando era ancora un ragazzino. Sulla reale corrispondenza c'è motivo di dubitare. Sulla base ad esempio della datazione al carbonio 14 del Lenzuolo in cui secondo la Chiesa fu avvolto il corpo di Cristo nel sepolcro, il manufatto risalirebbe al XIII secolo. Ma la questione al di là, delle questioni scientifiche, resta aperta. Per la Chiesa è questione di fede e può essere che lo stesso Papa dia l'autorizzazione per ulteriori indagini scientifiche, a prescindere dai risultati che se ne potranno trarre.

L'esperimento della polizia romana, come di diceva, è stato realizzato in occasione dell'Ostensione del Sacro Lino, che si concluderà a Torino il 24 giugno. Il 21 e 22 giugno Papa Francesco sarà nel capoluogo piemontese per partecipare anche alle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Don Bosco.

Ecco il volto di Gesù da ragazzo: lo ha ricostruito la polizia partendo dalla Sindone - Repubblica.it (http://torino.repubblica.it/cronaca/2015/05/05/news/ecco_il_volto_di_gesu_da_ragazzo_ricostruito_dalla _polizia_partendo_dalla_sindone-113585217/#gallery-slider=113588317)

Siamo al massimo della ridicolaggone.... Ma ancora non basta ai cattolici di venderci le loro scempiaggini?

jack9
27-05-15, 09:05
Siamo al massimo della ridicolaggone.... Ma ancora non basta ai cattolici di venderci le loro scempiaggini?

Tanti scienziati sono stati di religione cattolica, a proporre la teoria del big bang è stato un sacerdote cattolico francamente non capisco tutto questo astio verso il Cattolicesimo

Gianky
12-08-15, 14:52
Templari - Sacra Sindone (http://www.templaricavalieri.it/sacra_sindone.htm)

Holuxar
04-05-18, 23:47
4 MAGGIO 2018: quarto giorno di Maggio Mese Mariano ed inizio Novena di preparazione al 13 Maggio, Solennità della Beata Vergine Maria di Fatima, DA RECITARSI DAL 4 AL 12 MAGGIO; SANTA MONICA, VEDOVA e Madre di Sant’Agostino; LA S. SINDONE DI N.S. GESÙ CRISTO…



http://sindone.it/museo/it/home-3/
http://sindone.it/museo/it/tag/centro-internazionale-di-sindonologia-it/
«Celebrazioni e momenti di meditazione in tutta Italia e in Europa sono in programma per venerdì 4 maggio, festa liturgica della Sindone, istituita nel 1506 da papa Giulio II. (...)
La festa della Sindone risale a oltre cinque secoli fa. Il 9 maggio del 1506, nel terzo anno del suo pontificato, Giulio II approvò la solennità in risposta alla richiesta presentata dal Duca Carlo II di Savoia e da sua madre duchessa Claudia e stabilì come data il 4 maggio, giorno successivo alla commemorazione del ritrovamento della Sacra Croce. Per Giulio II questa sua disposizione consentiva di “venerare le reliquie dell’umanità di Cristo unite alla Sua Divinità”.»


http://sindone.it/museo/wp-content/gallery/4-maggio-18/4Mag17_aicods-ordini-dinastici-conferenza-sacra-sindone-2.jpg



https://it.aleteia.org/2015/04/22/qual-e-stato-il-rapporto-dei-papi-con-la-sindone/
"CHIESA
Qual è stato il rapporto dei papi con la Sindone?
(...) Da specchio del Vangelo a testimone silenzioso eppure eloquente: una reliquia circondata da straordinaria devozione
I pontefici nei secoli hanno sempre riconosciuto la Sindone come il panno su cui è riprodotto il volto e il corpo di Gesù Cristo? Come si sono espressi nei confronti del panno che nei secoli ha dato luogo alle interpretazioni più controverse?
"IL VERO SANGUE E L'IMMAGINE DI GESU'"
Anche se la Chiesa non ha mai preso una posizione ufficiale e definitiva sul mistero che avvolge il telo sindonico, va premesso che i papi hanno sempre avuto una speciale considerazione per la reliquia torinese a cominciare da Paolo II (1464-1471) e dal suo successore Sisto IV (1471-1484), che avevano eretto a Chambéry, a quel tempo capitale del ducato dei Savoia, una collegiata e avevano riconosciuto il titolo di santa cappella alla chiesa dove era custodita la Sindone. Inoltre, Sisto IV riconobbe che «il vero sangue e l'immagine di Gesù Cristo si vedono sulla Sindone».
IL CULTO DELLA RELIQUIA
Sulla scia dei suoi predecessori e a fronte della imponente devozione popolare che la Sindone suscitava, attirando a sé frotte di pellegrini, nel 1506 Papa Giulio II (1503-1516) approvò la prima ufficiatura e messa della Sindone, e fissò per il 4 maggio la festa, autorizzandone così il culto come reliquia.
I DUE OSSEQUI DI PIO VII
Il culmine delle manifestazioni di culto rese alla Sindone, si ebbe con il duplice ossequio di Pio VII (1800-1823): il 13 novembre 1804 – durante una ostensione privata, in occasione del suo passaggio a Torino alla volta di Parigi per l'incoronazione di Napoleone – e in quella solenne del 21 maggio 1815, quando ritornò nella capitale sabauda durante i tumultuosi "cento giornI" dell'imperatore francese.
IL "TESORO" DI TORINO
Nella prima metà del novecento, due Papi pronunciano parole chiarissime sul valore del lenzuolo. «Non sono proprio immagini di Maria santissima, ma del Divin Figlio suo: esse vengono proprio da quell’ancor misterioso oggetto, ma certamente non di fattura umana, questo si può dir già dimostrato, che è la santa Sindone di Torino», afferma Pio XI. E il suo immediato successore Eugenio Pacelli, Pio XII condivide la stessa venerazione: «Torino custodisce come prezioso tesoro la Santa Sindone che mostra l’immagine del corpo esanime e del Divino Volto affranto di Gesù».(...)"




«4 MAGGIO: SANTA MONICA, VEDOVA.»
Dom Guéranger, L'anno liturgico - Santa Monica vedova (http://www.unavoce-ve.it/pg-4mag.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-4mag.htm



Maggio mese di Maria: 4° giorno - La morte (http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-4-giorno/)
http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-4-giorno/



https://www.radiospada.org/wp-content/uploads/2017/05/Novena-alla-Madonna-di-Fatima.pdf
“13 Maggio Beata Vergine Maria di Fatima.
Novena di preparazione
DA RECITARSI DAL 4 AL 12 MAGGIO.
Ogni giorno si termina con un’Ave Maria e l’invocazione Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi.”



Il Santoriale del mese di Maggio, il mese di Maria « www.agerecontra.it (http://www.agerecontra.it/2017/05/il-santoriale-del-mese-di-maggio-il-mese-di-maria/)
http://www.agerecontra.it/2017/05/il-santoriale-del-mese-di-maggio-il-mese-di-maria/




Santa Monica - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-monica/)
http://www.sodalitium.biz/santa-monica/
«4 maggio, Santa Monica, Vedova (Tagaste, 331 – Ostia, 27 agosto 387).
“Presso Ostia santa Monica, madre del beato Agostino, la cui vita gloriosa fu da lui scritta nel libro nono delle Confessioni”.
Moglie e madre dalle virtù evangeliche inenarrabili, cui il Buon Dio ha concesso la Grazia, per mezzo della sua fede incrollabile davanti ogni tribolazione ed alla sua costante preghiera fiduciosa, di vedere convertito suo marito Patrizio e suo figlio Agostino, accompagni e guidi noi, spose e madri nel nostro arduo cammino verso la santità. Santa Monica, tu che hai raggiunto le vette dell’Altissimo, dall’alto veglia e intercedi per noi che annaspiamo nella polvere tra mille e mille difficoltà. A te affidiamo i nostri figli, fa di loro una bella copia del tuo Agostino e donaci la gioia di vivere con loro momenti di spiritualità intensa quale voi viveste ad Ostia, per essere insieme dove voi siete.
Raccogli ogni nostra lacrima, annaffia il legno della Croce del nostro Gesù affinché da esso possa sgorgare abbondanti grazie celesti e d eterne! Santa Monica prega e intercedi per tutti noi. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/13173099_10207722285353007_7973699863659543825_o-300x213.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/13173099_10207722285353007_7973699863659543825_o-300x213.jpg




Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
4 mai : Sainte Monique, Mère de saint Augustin (332-388) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/4-mai-sainte-monique)
http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/4-mai-sainte-monique
“4 Mai : Sainte Monique, Mère de saint Augustin (332-388).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/9915/2485/9427/05_04_sainte_monique.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/9915/2485/9427/05_04_sainte_monique.jpg





www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Monica, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima, per i meriti di questa santa, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Monica possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”
“Santa Monica pregate per noi.”
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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza - Comunicato n. 43/18 del 4 maggio 2018, Santa Monica - Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/6627-2/)
Argomenti:
- Introduzione;
- Una, Santa, Cattolica ed Apostolica;
- Extra Ecclesiam nulla salus;
- Libertà di coscienza;
- Libertà religiosa;
- Indifferentismo ed ateismo;
- Irenismo;
- Pace universale;
- Pax Christi in Regno Christi;
- Religione unica ed universale;
- Mortalium animos;
- Orientalis Ecclesiae;
- Comunicazione nelle cose sacre;
- Breve conclusione.
Invito alla lettura: Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/6627-2/) -
https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/condanne-della-chiesa-all-ecumenismo.html ”


Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/6627-2/)
http://www.centrostudifederici.org/6627-2/
“Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza Comunicato n. 43/18 del 4 maggio 2018, Santa Monica
Condanne della Chiesa all’eresia chiamata ecumenismo.
Segnaliamo un ottimo lavoro di Sursum Corda, a cura di Carlo Di Piero sul magistero della Chiesa contro l’ecumenismo. Condanne della Chiesa all’eresia chiamata ecumenismo.
Introduzione: https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/condanne-della-chiesa-all-ecumenismo.html ”





https://www.facebook.com/pietroferrari1973/
“Pietro Ferrari
A. M. «Santa Monica, madre di Sant'Agostino, aveva versato tante lacrime e pregato Dio con tanto fervore per la conversione di suo figlio, che vide realizzarsi la parola di Sant'Ambrogio che gli assicurò che il figlio delle tante lacrime non poteva perire. Lo seguiva per esortarlo a rinunciare ai suoi disordini ed all'eresia dei Manichei dovunque. Infine, quando lo vide convertito, esclamò: "Adesso muoio contenta, figlio mio, perché non mi resta più niente a desiderare sulla terra." Si riposò nel Signore in 339.».”


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Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
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“4 MAGGIO 2018: SANTA MONICA, VEDOVA.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/31870323_2104558689573789_5316763058217943040_n.jp g?_nc_cat=0&oh=2a17ff303a462fc9861363870427ac5f&oe=5B6035B9


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/31870323_2104558689573789_5316763058217943040_n.jp g?_nc_cat=0&oh=2a17ff303a462fc9861363870427ac5f&oe=5B6035B9


“[VITA EST MILITIA] Principe Eugenio di Savoja
https://www.radiospada.org/2018/05/vita-est-militia-principe-eugenio-di-savoja/
Nota di Radio Spada; continua oggi, nella festa di Santa Monica vedova, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici.”
https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/05/eugenio1.jpg?resize=1024%2C823&ssl=1


https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/05/eugenio1.jpg?resize=1024%2C823&ssl=1


https://www.radiospada.org/2018/05/il-matrimonio-tra-cielo-e-terra-nelle-parole-di-mons-r-h-benson/


“4 maggio : LA S. SINDONE DI N. S. GESÙ CRISTO.
Torino «custodisce come prezioso tesoro la “Santa Sindone”, che mostra a nostra commozione e conforto l'immagine del Corpo esanime e del divino volto affranto di Gesù» (Pio XII, Radiomessaggio a per il XIV Congresso nazionale di Torino, 13 settembre 1953). In quel telo di lino san Giuseppe d'Arimatea ravvolse il Corpo del Cristo al momento di seppellirlo. La luce soprannaturale che rifulse il mattino di Pasqua fissò perennemente sul lino l’immagine del Copro morto del Redentore con tutte e singole le piaghe della Passione. Già venerata a Gerusalemme, passò ad Edessa nel secolo VI e infine a Costantinopoli nel secolo X. Arrivata in Europa nel secolo XIII, dopo la Quarta Crociata del 1204, Venuta in possesso della Casa Sovoia nel 1453, fu custodita a Chambery fino al 1694 quando fu traslata nella Cattedrale di Torino. Nel 1506 Giulio II ne permetteva il culto pubblico, approvandone la Messa e l'Ufficio proprii. Leone X estendeva tale festa all'intera Savoia (al di là dei monti) e Gregorio XIII al Piemonte (al di qua dei monti). La festa della Sacratissima Sindone si fa come devozione il Venerdì della Seconda Settimana di Quaresima e come solennità propria il 4 maggio. Nel 1983 Umberto II di Savoia cedeva il possesso della Reliquia alla Sede Apostolica, affidandone però la custodia agli Arcivescovo pro tempore di Torino.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/31906981_2104662019563456_1302212038080069632_n.jp g?_nc_cat=0&oh=bcfa30c4b7b8401f5cdb7eeaa1e5e953&oe=5B9C1A82


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/31906981_2104662019563456_1302212038080069632_n.jp g?_nc_cat=0&oh=bcfa30c4b7b8401f5cdb7eeaa1e5e953&oe=5B9C1A82





https://forum.termometropolitico.it/309423-4-maggio-27-agosto-s-monica-madre-di-s-agostino-2.html
https://forum.termometropolitico.it/350212-maggio-mese-tradizionalmente-mariano-8.html





http://www.unavoce-ve.it/pg-4mag.htm




AVE MARIA!!!
Luca, Sursum Corda!

sideros
05-05-18, 14:31
Come al solito le scempiaggini di un bigotto che non capisce nulla del SACRO, adeguati e studiati il cristianesimo dei primi secoli, sei solo pesante e banale..........

4 MAGGIO 2018: quarto giorno di Maggio Mese Mariano ed inizio Novena di preparazione al 13 Maggio, Solennità della Beata Vergine Maria di Fatima, DA RECITARSI DAL 4 AL 12 MAGGIO; SANTA MONICA, VEDOVA e Madre di Sant’Agostino; LA S. SINDONE DI N.S. GESÙ CRISTO…



Home - Museo della Sindone (http://sindone.it/museo/it/home-3/)
Centro Internazionale di Sindonologia Archivi - Museo della Sindone (http://sindone.it/museo/it/tag/centro-internazionale-di-sindonologia-it/)
«Celebrazioni e momenti di meditazione in tutta Italia e in Europa sono in programma per venerdì 4 maggio, festa liturgica della Sindone, istituita nel 1506 da papa Giulio II. (...)
La festa della Sindone risale a oltre cinque secoli fa. Il 9 maggio del 1506, nel terzo anno del suo pontificato, Giulio II approvò la solennità in risposta alla richiesta presentata dal Duca Carlo II di Savoia e da sua madre duchessa Claudia e stabilì come data il 4 maggio, giorno successivo alla commemorazione del ritrovamento della Sacra Croce. Per Giulio II questa sua disposizione consentiva di “venerare le reliquie dell’umanità di Cristo unite alla Sua Divinità”.»


http://sindone.it/museo/wp-content/gallery/4-maggio-18/4Mag17_aicods-ordini-dinastici-conferenza-sacra-sindone-2.jpg



https://it.aleteia.org/2015/04/22/qual-e-stato-il-rapporto-dei-papi-con-la-sindone/
"CHIESA
Qual è stato il rapporto dei papi con la Sindone?
(...) Da specchio del Vangelo a testimone silenzioso eppure eloquente: una reliquia circondata da straordinaria devozione
I pontefici nei secoli hanno sempre riconosciuto la Sindone come il panno su cui è riprodotto il volto e il corpo di Gesù Cristo? Come si sono espressi nei confronti del panno che nei secoli ha dato luogo alle interpretazioni più controverse?
"IL VERO SANGUE E L'IMMAGINE DI GESU'"
Anche se la Chiesa non ha mai preso una posizione ufficiale e definitiva sul mistero che avvolge il telo sindonico, va premesso che i papi hanno sempre avuto una speciale considerazione per la reliquia torinese a cominciare da Paolo II (1464-1471) e dal suo successore Sisto IV (1471-1484), che avevano eretto a Chambéry, a quel tempo capitale del ducato dei Savoia, una collegiata e avevano riconosciuto il titolo di santa cappella alla chiesa dove era custodita la Sindone. Inoltre, Sisto IV riconobbe che «il vero sangue e l'immagine di Gesù Cristo si vedono sulla Sindone».
IL CULTO DELLA RELIQUIA
Sulla scia dei suoi predecessori e a fronte della imponente devozione popolare che la Sindone suscitava, attirando a sé frotte di pellegrini, nel 1506 Papa Giulio II (1503-1516) approvò la prima ufficiatura e messa della Sindone, e fissò per il 4 maggio la festa, autorizzandone così il culto come reliquia.
I DUE OSSEQUI DI PIO VII
Il culmine delle manifestazioni di culto rese alla Sindone, si ebbe con il duplice ossequio di Pio VII (1800-1823): il 13 novembre 1804 – durante una ostensione privata, in occasione del suo passaggio a Torino alla volta di Parigi per l'incoronazione di Napoleone – e in quella solenne del 21 maggio 1815, quando ritornò nella capitale sabauda durante i tumultuosi "cento giornI" dell'imperatore francese.
IL "TESORO" DI TORINO
Nella prima metà del novecento, due Papi pronunciano parole chiarissime sul valore del lenzuolo. «Non sono proprio immagini di Maria santissima, ma del Divin Figlio suo: esse vengono proprio da quell’ancor misterioso oggetto, ma certamente non di fattura umana, questo si può dir già dimostrato, che è la santa Sindone di Torino», afferma Pio XI. E il suo immediato successore Eugenio Pacelli, Pio XII condivide la stessa venerazione: «Torino custodisce come prezioso tesoro la Santa Sindone che mostra l’immagine del corpo esanime e del Divino Volto affranto di Gesù».(...)"




«4 MAGGIO: SANTA MONICA, VEDOVA.»
Dom Guéranger, L'anno liturgico - Santa Monica vedova (http://www.unavoce-ve.it/pg-4mag.htm)
Dom Guéranger, L'anno liturgico - Santa Monica vedova (http://www.unavoce-ve.it/pg-4mag.htm)



Maggio mese di Maria: 4° giorno - La morte (http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-4-giorno/)
Maggio mese di Maria: 4° giorno - La morte (http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-4-giorno/)



https://www.radiospada.org/wp-content/uploads/2017/05/Novena-alla-Madonna-di-Fatima.pdf
“13 Maggio Beata Vergine Maria di Fatima.
Novena di preparazione
DA RECITARSI DAL 4 AL 12 MAGGIO.
Ogni giorno si termina con un’Ave Maria e l’invocazione Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi.”



Il Santoriale del mese di Maggio, il mese di Maria « www.agerecontra.it (http://www.agerecontra.it/2017/05/il-santoriale-del-mese-di-maggio-il-mese-di-maria/)
Il Santoriale del mese di Maggio, il mese di Maria « www.agerecontra.it (http://www.agerecontra.it/2017/05/il-santoriale-del-mese-di-maggio-il-mese-di-maria/)




Santa Monica - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-monica/)
Santa Monica - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-monica/)
«4 maggio, Santa Monica, Vedova (Tagaste, 331 – Ostia, 27 agosto 387).
“Presso Ostia santa Monica, madre del beato Agostino, la cui vita gloriosa fu da lui scritta nel libro nono delle Confessioni”.
Moglie e madre dalle virtù evangeliche inenarrabili, cui il Buon Dio ha concesso la Grazia, per mezzo della sua fede incrollabile davanti ogni tribolazione ed alla sua costante preghiera fiduciosa, di vedere convertito suo marito Patrizio e suo figlio Agostino, accompagni e guidi noi, spose e madri nel nostro arduo cammino verso la santità. Santa Monica, tu che hai raggiunto le vette dell’Altissimo, dall’alto veglia e intercedi per noi che annaspiamo nella polvere tra mille e mille difficoltà. A te affidiamo i nostri figli, fa di loro una bella copia del tuo Agostino e donaci la gioia di vivere con loro momenti di spiritualità intensa quale voi viveste ad Ostia, per essere insieme dove voi siete.
Raccogli ogni nostra lacrima, annaffia il legno della Croce del nostro Gesù affinché da esso possa sgorgare abbondanti grazie celesti e d eterne! Santa Monica prega e intercedi per tutti noi. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/13173099_10207722285353007_7973699863659543825_o-300x213.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/13173099_10207722285353007_7973699863659543825_o-300x213.jpg




Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
4 mai : Sainte Monique, Mère de saint Augustin (332-388) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/4-mai-sainte-monique)
4 mai : Sainte Monique, Mère de saint Augustin (332-388) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/4-mai-sainte-monique)
“4 Mai : Sainte Monique, Mère de saint Augustin (332-388).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/9915/2485/9427/05_04_sainte_monique.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/9915/2485/9427/05_04_sainte_monique.jpg





www.sursumcorda.cloud
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Monica, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima, per i meriti di questa santa, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Monica possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”
“Santa Monica pregate per noi.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/31543743_1693648874004848_331526103216685056_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=0d5815699de7a4be4b9c7aeb786129c3&oe=5B99D58A


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/31543743_1693648874004848_331526103216685056_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=0d5815699de7a4be4b9c7aeb786129c3&oe=5B99D58A


“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza - Comunicato n. 43/18 del 4 maggio 2018, Santa Monica - Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/6627-2/)
Argomenti:
- Introduzione;
- Una, Santa, Cattolica ed Apostolica;
- Extra Ecclesiam nulla salus;
- Libertà di coscienza;
- Libertà religiosa;
- Indifferentismo ed ateismo;
- Irenismo;
- Pace universale;
- Pax Christi in Regno Christi;
- Religione unica ed universale;
- Mortalium animos;
- Orientalis Ecclesiae;
- Comunicazione nelle cose sacre;
- Breve conclusione.
Invito alla lettura: Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/6627-2/) -
https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/condanne-della-chiesa-all-ecumenismo.html ”


Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/6627-2/)
Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/6627-2/)
“Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza Comunicato n. 43/18 del 4 maggio 2018, Santa Monica
Condanne della Chiesa all’eresia chiamata ecumenismo.
Segnaliamo un ottimo lavoro di Sursum Corda, a cura di Carlo Di Piero sul magistero della Chiesa contro l’ecumenismo. Condanne della Chiesa all’eresia chiamata ecumenismo.
Introduzione: https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/condanne-della-chiesa-all-ecumenismo.html ”





https://www.facebook.com/pietroferrari1973/
“Pietro Ferrari
A. M. «Santa Monica, madre di Sant'Agostino, aveva versato tante lacrime e pregato Dio con tanto fervore per la conversione di suo figlio, che vide realizzarsi la parola di Sant'Ambrogio che gli assicurò che il figlio delle tante lacrime non poteva perire. Lo seguiva per esortarlo a rinunciare ai suoi disordini ed all'eresia dei Manichei dovunque. Infine, quando lo vide convertito, esclamò: "Adesso muoio contenta, figlio mio, perché non mi resta più niente a desiderare sulla terra." Si riposò nel Signore in 339.».”


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Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
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“4 MAGGIO 2018: SANTA MONICA, VEDOVA.”
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“[VITA EST MILITIA] Principe Eugenio di Savoja
https://www.radiospada.org/2018/05/vita-est-militia-principe-eugenio-di-savoja/
Nota di Radio Spada; continua oggi, nella festa di Santa Monica vedova, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici.”
https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/05/eugenio1.jpg?resize=1024%2C823&ssl=1


https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/05/eugenio1.jpg?resize=1024%2C823&ssl=1


https://www.radiospada.org/2018/05/il-matrimonio-tra-cielo-e-terra-nelle-parole-di-mons-r-h-benson/


“4 maggio : LA S. SINDONE DI N. S. GESÙ CRISTO.
Torino «custodisce come prezioso tesoro la “Santa Sindone”, che mostra a nostra commozione e conforto l'immagine del Corpo esanime e del divino volto affranto di Gesù» (Pio XII, Radiomessaggio a per il XIV Congresso nazionale di Torino, 13 settembre 1953). In quel telo di lino san Giuseppe d'Arimatea ravvolse il Corpo del Cristo al momento di seppellirlo. La luce soprannaturale che rifulse il mattino di Pasqua fissò perennemente sul lino l’immagine del Copro morto del Redentore con tutte e singole le piaghe della Passione. Già venerata a Gerusalemme, passò ad Edessa nel secolo VI e infine a Costantinopoli nel secolo X. Arrivata in Europa nel secolo XIII, dopo la Quarta Crociata del 1204, Venuta in possesso della Casa Sovoia nel 1453, fu custodita a Chambery fino al 1694 quando fu traslata nella Cattedrale di Torino. Nel 1506 Giulio II ne permetteva il culto pubblico, approvandone la Messa e l'Ufficio proprii. Leone X estendeva tale festa all'intera Savoia (al di là dei monti) e Gregorio XIII al Piemonte (al di qua dei monti). La festa della Sacratissima Sindone si fa come devozione il Venerdì della Seconda Settimana di Quaresima e come solennità propria il 4 maggio. Nel 1983 Umberto II di Savoia cedeva il possesso della Reliquia alla Sede Apostolica, affidandone però la custodia agli Arcivescovo pro tempore di Torino.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/31906981_2104662019563456_1302212038080069632_n.jp g?_nc_cat=0&oh=bcfa30c4b7b8401f5cdb7eeaa1e5e953&oe=5B9C1A82


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/31906981_2104662019563456_1302212038080069632_n.jp g?_nc_cat=0&oh=bcfa30c4b7b8401f5cdb7eeaa1e5e953&oe=5B9C1A82





https://forum.termometropolitico.it/309423-4-maggio-27-agosto-s-monica-madre-di-s-agostino-2.html
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Dom Guéranger, L'anno liturgico - Santa Monica vedova (http://www.unavoce-ve.it/pg-4mag.htm)




AVE MARIA!!!
Luca, Sursum Corda!

sideros
05-05-18, 14:31
Come al solito le scempiaggini di un bigotto che non capisce nulla del SACRO, adeguati e studiati il cristianesimo dei primi secoli, sei solo pesante e banale..........

4 MAGGIO 2018: quarto giorno di Maggio Mese Mariano ed inizio Novena di preparazione al 13 Maggio, Solennità della Beata Vergine Maria di Fatima, DA RECITARSI DAL 4 AL 12 MAGGIO; SANTA MONICA, VEDOVA e Madre di Sant’Agostino; LA S. SINDONE DI N.S. GESÙ CRISTO…



Home - Museo della Sindone (http://sindone.it/museo/it/home-3/)
Centro Internazionale di Sindonologia Archivi - Museo della Sindone (http://sindone.it/museo/it/tag/centro-internazionale-di-sindonologia-it/)
«Celebrazioni e momenti di meditazione in tutta Italia e in Europa sono in programma per venerdì 4 maggio, festa liturgica della Sindone, istituita nel 1506 da papa Giulio II. (...)
La festa della Sindone risale a oltre cinque secoli fa. Il 9 maggio del 1506, nel terzo anno del suo pontificato, Giulio II approvò la solennità in risposta alla richiesta presentata dal Duca Carlo II di Savoia e da sua madre duchessa Claudia e stabilì come data il 4 maggio, giorno successivo alla commemorazione del ritrovamento della Sacra Croce. Per Giulio II questa sua disposizione consentiva di “venerare le reliquie dell’umanità di Cristo unite alla Sua Divinità”.»


http://sindone.it/museo/wp-content/gallery/4-maggio-18/4Mag17_aicods-ordini-dinastici-conferenza-sacra-sindone-2.jpg



https://it.aleteia.org/2015/04/22/qual-e-stato-il-rapporto-dei-papi-con-la-sindone/
"CHIESA
Qual è stato il rapporto dei papi con la Sindone?
(...) Da specchio del Vangelo a testimone silenzioso eppure eloquente: una reliquia circondata da straordinaria devozione
I pontefici nei secoli hanno sempre riconosciuto la Sindone come il panno su cui è riprodotto il volto e il corpo di Gesù Cristo? Come si sono espressi nei confronti del panno che nei secoli ha dato luogo alle interpretazioni più controverse?
"IL VERO SANGUE E L'IMMAGINE DI GESU'"
Anche se la Chiesa non ha mai preso una posizione ufficiale e definitiva sul mistero che avvolge il telo sindonico, va premesso che i papi hanno sempre avuto una speciale considerazione per la reliquia torinese a cominciare da Paolo II (1464-1471) e dal suo successore Sisto IV (1471-1484), che avevano eretto a Chambéry, a quel tempo capitale del ducato dei Savoia, una collegiata e avevano riconosciuto il titolo di santa cappella alla chiesa dove era custodita la Sindone. Inoltre, Sisto IV riconobbe che «il vero sangue e l'immagine di Gesù Cristo si vedono sulla Sindone».
IL CULTO DELLA RELIQUIA
Sulla scia dei suoi predecessori e a fronte della imponente devozione popolare che la Sindone suscitava, attirando a sé frotte di pellegrini, nel 1506 Papa Giulio II (1503-1516) approvò la prima ufficiatura e messa della Sindone, e fissò per il 4 maggio la festa, autorizzandone così il culto come reliquia.
I DUE OSSEQUI DI PIO VII
Il culmine delle manifestazioni di culto rese alla Sindone, si ebbe con il duplice ossequio di Pio VII (1800-1823): il 13 novembre 1804 – durante una ostensione privata, in occasione del suo passaggio a Torino alla volta di Parigi per l'incoronazione di Napoleone – e in quella solenne del 21 maggio 1815, quando ritornò nella capitale sabauda durante i tumultuosi "cento giornI" dell'imperatore francese.
IL "TESORO" DI TORINO
Nella prima metà del novecento, due Papi pronunciano parole chiarissime sul valore del lenzuolo. «Non sono proprio immagini di Maria santissima, ma del Divin Figlio suo: esse vengono proprio da quell’ancor misterioso oggetto, ma certamente non di fattura umana, questo si può dir già dimostrato, che è la santa Sindone di Torino», afferma Pio XI. E il suo immediato successore Eugenio Pacelli, Pio XII condivide la stessa venerazione: «Torino custodisce come prezioso tesoro la Santa Sindone che mostra l’immagine del corpo esanime e del Divino Volto affranto di Gesù».(...)"




«4 MAGGIO: SANTA MONICA, VEDOVA.»
Dom Guéranger, L'anno liturgico - Santa Monica vedova (http://www.unavoce-ve.it/pg-4mag.htm)
Dom Guéranger, L'anno liturgico - Santa Monica vedova (http://www.unavoce-ve.it/pg-4mag.htm)



Maggio mese di Maria: 4° giorno - La morte (http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-4-giorno/)
Maggio mese di Maria: 4° giorno - La morte (http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-4-giorno/)



https://www.radiospada.org/wp-content/uploads/2017/05/Novena-alla-Madonna-di-Fatima.pdf
“13 Maggio Beata Vergine Maria di Fatima.
Novena di preparazione
DA RECITARSI DAL 4 AL 12 MAGGIO.
Ogni giorno si termina con un’Ave Maria e l’invocazione Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi.”



Il Santoriale del mese di Maggio, il mese di Maria « www.agerecontra.it (http://www.agerecontra.it/2017/05/il-santoriale-del-mese-di-maggio-il-mese-di-maria/)
Il Santoriale del mese di Maggio, il mese di Maria « www.agerecontra.it (http://www.agerecontra.it/2017/05/il-santoriale-del-mese-di-maggio-il-mese-di-maria/)




Santa Monica - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-monica/)
Santa Monica - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-monica/)
«4 maggio, Santa Monica, Vedova (Tagaste, 331 – Ostia, 27 agosto 387).
“Presso Ostia santa Monica, madre del beato Agostino, la cui vita gloriosa fu da lui scritta nel libro nono delle Confessioni”.
Moglie e madre dalle virtù evangeliche inenarrabili, cui il Buon Dio ha concesso la Grazia, per mezzo della sua fede incrollabile davanti ogni tribolazione ed alla sua costante preghiera fiduciosa, di vedere convertito suo marito Patrizio e suo figlio Agostino, accompagni e guidi noi, spose e madri nel nostro arduo cammino verso la santità. Santa Monica, tu che hai raggiunto le vette dell’Altissimo, dall’alto veglia e intercedi per noi che annaspiamo nella polvere tra mille e mille difficoltà. A te affidiamo i nostri figli, fa di loro una bella copia del tuo Agostino e donaci la gioia di vivere con loro momenti di spiritualità intensa quale voi viveste ad Ostia, per essere insieme dove voi siete.
Raccogli ogni nostra lacrima, annaffia il legno della Croce del nostro Gesù affinché da esso possa sgorgare abbondanti grazie celesti e d eterne! Santa Monica prega e intercedi per tutti noi. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/13173099_10207722285353007_7973699863659543825_o-300x213.jpg


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Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
4 mai : Sainte Monique, Mère de saint Augustin (332-388) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/4-mai-sainte-monique)
4 mai : Sainte Monique, Mère de saint Augustin (332-388) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/4-mai-sainte-monique)
“4 Mai : Sainte Monique, Mère de saint Augustin (332-388).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/9915/2485/9427/05_04_sainte_monique.jpg


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https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/?fref=nf
“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Monica, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima, per i meriti di questa santa, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Monica possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.”
“Santa Monica pregate per noi.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/31543743_1693648874004848_331526103216685056_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=0d5815699de7a4be4b9c7aeb786129c3&oe=5B99D58A


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“Carlo Di Pietro - Sursum Corda
Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro studi Giuseppe Federici - Per una nuova insorgenza - Comunicato n. 43/18 del 4 maggio 2018, Santa Monica - Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/6627-2/)
Argomenti:
- Introduzione;
- Una, Santa, Cattolica ed Apostolica;
- Extra Ecclesiam nulla salus;
- Libertà di coscienza;
- Libertà religiosa;
- Indifferentismo ed ateismo;
- Irenismo;
- Pace universale;
- Pax Christi in Regno Christi;
- Religione unica ed universale;
- Mortalium animos;
- Orientalis Ecclesiae;
- Comunicazione nelle cose sacre;
- Breve conclusione.
Invito alla lettura: Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/6627-2/) -
https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/condanne-della-chiesa-all-ecumenismo.html ”


Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/6627-2/)
Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/6627-2/)
“Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza Comunicato n. 43/18 del 4 maggio 2018, Santa Monica
Condanne della Chiesa all’eresia chiamata ecumenismo.
Segnaliamo un ottimo lavoro di Sursum Corda, a cura di Carlo Di Piero sul magistero della Chiesa contro l’ecumenismo. Condanne della Chiesa all’eresia chiamata ecumenismo.
Introduzione: https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/condanne-della-chiesa-all-ecumenismo.html ”





https://www.facebook.com/pietroferrari1973/
“Pietro Ferrari
A. M. «Santa Monica, madre di Sant'Agostino, aveva versato tante lacrime e pregato Dio con tanto fervore per la conversione di suo figlio, che vide realizzarsi la parola di Sant'Ambrogio che gli assicurò che il figlio delle tante lacrime non poteva perire. Lo seguiva per esortarlo a rinunciare ai suoi disordini ed all'eresia dei Manichei dovunque. Infine, quando lo vide convertito, esclamò: "Adesso muoio contenta, figlio mio, perché non mi resta più niente a desiderare sulla terra." Si riposò nel Signore in 339.».”


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Radio Spada | Radio Spada ? Tagliente ma puntuale (http://www.radiospada.org)
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Edizioni Radio Spada - Home (http://www.edizioniradiospada.com)
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“4 MAGGIO 2018: SANTA MONICA, VEDOVA.”
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“[VITA EST MILITIA] Principe Eugenio di Savoja
https://www.radiospada.org/2018/05/vita-est-militia-principe-eugenio-di-savoja/
Nota di Radio Spada; continua oggi, nella festa di Santa Monica vedova, questa rubrica radiospadista che durerà sino al compimento dell’Ottava di Pentecoste, dedicata all’esercizio del cattolicesimo militare e ai grandi condottieri cattolici.”
https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/05/eugenio1.jpg?resize=1024%2C823&ssl=1


https://i0.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2018/05/eugenio1.jpg?resize=1024%2C823&ssl=1


https://www.radiospada.org/2018/05/il-matrimonio-tra-cielo-e-terra-nelle-parole-di-mons-r-h-benson/


“4 maggio : LA S. SINDONE DI N. S. GESÙ CRISTO.
Torino «custodisce come prezioso tesoro la “Santa Sindone”, che mostra a nostra commozione e conforto l'immagine del Corpo esanime e del divino volto affranto di Gesù» (Pio XII, Radiomessaggio a per il XIV Congresso nazionale di Torino, 13 settembre 1953). In quel telo di lino san Giuseppe d'Arimatea ravvolse il Corpo del Cristo al momento di seppellirlo. La luce soprannaturale che rifulse il mattino di Pasqua fissò perennemente sul lino l’immagine del Copro morto del Redentore con tutte e singole le piaghe della Passione. Già venerata a Gerusalemme, passò ad Edessa nel secolo VI e infine a Costantinopoli nel secolo X. Arrivata in Europa nel secolo XIII, dopo la Quarta Crociata del 1204, Venuta in possesso della Casa Sovoia nel 1453, fu custodita a Chambery fino al 1694 quando fu traslata nella Cattedrale di Torino. Nel 1506 Giulio II ne permetteva il culto pubblico, approvandone la Messa e l'Ufficio proprii. Leone X estendeva tale festa all'intera Savoia (al di là dei monti) e Gregorio XIII al Piemonte (al di qua dei monti). La festa della Sacratissima Sindone si fa come devozione il Venerdì della Seconda Settimana di Quaresima e come solennità propria il 4 maggio. Nel 1983 Umberto II di Savoia cedeva il possesso della Reliquia alla Sede Apostolica, affidandone però la custodia agli Arcivescovo pro tempore di Torino.”
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https://forum.termometropolitico.it/309423-4-maggio-27-agosto-s-monica-madre-di-s-agostino-2.html
https://forum.termometropolitico.it/350212-maggio-mese-tradizionalmente-mariano-8.html





Dom Guéranger, L'anno liturgico - Santa Monica vedova (http://www.unavoce-ve.it/pg-4mag.htm)




AVE MARIA!!!
Luca, Sursum Corda!

Scipione
05-05-18, 22:03
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Bei tempi quelli in cui si poteva pagare, con una semplice preghiera, il riscatto celeste delle colpe terrene. :cool: :drinky:

sideros
07-05-18, 12:59
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/31906981_2104662019563456_1302212038080069632_n.jp g?_nc_cat=0&oh=bcfa30c4b7b8401f5cdb7eeaa1e5e953&oe=5B9C1A82

Bei tempi quelli in cui si poteva pagare, con una semplice preghiera, il riscatto celeste delle colpe terrene. :cool: :drinky:


Prendendo le parole di un grande filosofo tedesco: "Il cristianesimo: l'infezione venuta da Oriente" per sottolineare la miseria cristiana che volge al tramonto inesorabile, sicuramente sta risorgendo il Grande Sacro degli alboriripescando alle origini del tempo. Come ebbe a scrivere Camus: "Nei momenti di confusione e necessario ritornare alle origini"!

Holuxar
05-05-19, 01:00
4 MAGGIO 2019: quarto giorno di Maggio Mese Mariano ed inizio della NOVENA di preparazione al 13 Maggio, Solennità della Beata Vergine Maria di FATIMA, da recitarsi dal 4 al 12 Maggio, SANTA MONICA, VEDOVA E MADRE DI SANT’AGOSTINO, SAN FLORIANO MARTIRE (Auguri a Don Floriano Abrahamowicz per il suo onomastico - fatti anche di persona stasera dopo la Santa Messa per il primo sabato del mese - oggi 4 maggio San Floriano di Lorch, Martire…); TRASLAZIONE DELLE RELIQUIE DI SAN GENNARO, FESTA LITURGICA DELLA SACRATISSIMA SINDONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO…



«4 MAGGIO SANTA MONICA, VEDOVA»
Dom Guéranger, L'anno liturgico - Santa Monica vedova (http://www.unavoce-ve.it/pg-4mag.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-4mag.htm





Maggio mese di Maria: 4° giorno ? Stellamatutina.eu ? Sito di cultura cattolica in piena e totale obbedienza al Magistero Petrino. (http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-4-giorno/)
http://www.stellamatutina.eu/maggio-mese-di-maria-4-giorno/
“Maggio mese di Maria: 4° giorno - La morte.
FONTE: Maggio mese di Maria, P. Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010."





San Floriano di Lorch (http://www.santiebeati.it/dettaglio/51775)
http://www.santiebeati.it/dettaglio/51775
«San Floriano di Lorch Martire 4 maggio m. 4 maggio 304.
La notizia più antica su questo santo si trova in un atto di donazione dell'ottavo secolo. Verso la metà dello stesso secolo fu composta una «Passio», che ricalca quella di sant'Ireneo vescovo di Sirmio, ma che ha delle particolarità proprie; poco dopo il suo nome fu inserito nei codici del Martirologio Geronimiano e nel Martirologio di Lione. Attraverso quindi i martirologi storici la sua festa è passata anche nel Romano, in cui è ricordata il 4 maggio, data tradizionale della sua morte. Secondo il racconto della passio, Floriano era un veterano dell'esercito romano che viveva a Mantem presso Krems. Avendo saputo che Aquilino, preside del Norico Ripense, durante la persecuzione di Diocleziano, aveva arrestato a Lorch quaranta cristiani, desiderando di condividerne la sorte si recò in quella città. Prima di entrarvi, però, si imbatté in alcuni soldati, ai quali manifestò di essere cristiano; fu perciò arrestato e condotto dal preside, il quale non riuscendo a farlo sacrificare agli dei, lo fece flagellare e quindi lo condannò a essere gettato nel fiume Enns con una pietra al collo: la sentenza fu eseguita il 4 maggio 304. Il corpo del martire fu, in seguito, ritrovato e seppellito da una certa Valeria. Emblema: Palma, Macina, Brocca d'acqua, Vessillo Martirologio Romano: A Lorch nel Norico ripense, nell’odierna Germania, san Floriano, martire, che sotto l’imperatore Diocleziano, per ordine del governatore Aquilino, fu precipitato da un ponte nel fiume Ens con un sasso legato al collo. La più antica notizia di lui si trova in un atto di donazione del sec. VIII, con il quale il presbitero Reginolfo offriva ad una chiesa alcune possessioni site "in loco nuncupante ad Puoche ubi preciosus martyr Florianus corpore requiescit". Verso la metà dello stesso secolo fu composta una passio, che ricalca quella di s. Ireneo vescovo di Sirmio, ma che ha delle particolarità proprie; poco dopo il suo nome fu inserito nei codd. del Martirologio Geronimiano (seconda redazione della fine del sec. VIII) e nel Martirologio di Lione. Attraverso quindi i martirologi storici la sua festa è passata anche nel Romano, in cui è ricordata il 4 maggio, data tradizionale della sua morte. Secondo il racconto della passio, Floriano era un veterano dell'esercito romano che viveva a Mantem presso Krems. Avendo saputo che Aquilino, preside del Norico Ripense, durante la persecuzione di Diocleziano, aveva arrestato a Lorch quaranta cristiani, desiderando di condividerne la sorte si recò in quella città. Prima di entrarvi, però, si imbatté in alcuni soldati, ai quali manifestò di essere cristiano; fu perciò arrestato e condotto dal preside, il quale non riuscendo a farlo sacrificare agli dei, lo fece flagellare e quindi lo condannò ad essere gettato nel fiume Enns con una pietra al collo: la sentenza fu eseguita il 4 maggio 304. Il corpo del martire fu, in seguito, ritrovato e seppellito da una certa Valeria. Sul sepolcro fu costruita una chiesa che, affidata dapprima ai Benedettini, passò poi ai Canonici Regolari Lateranensi ed è ora il centro di una fiorente Congregazione. Nel 1183 alcune reliquie di Floriano furono portate dal vescovo Egidio di Modena a Cracovia dove il duca Casimiro di Polonia edificò in onore del martire una splendida basilica. Il suo culto è molto popolare in Austria e in Baviera ed egli è invocato contro le inondazioni e gli incendi.
Autore: Agostino Amore.»
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"4 maggio - S. Floriano di Lorch, martire"
https://forum.termometropolitico.it/577221-4-maggio-s-floriano-di-lorch-martire.html
“4 maggio (27 agosto) - S. Monica, madre di S. Agostino.”
https://forum.termometropolitico.it/309423-4-maggio-27-agosto-s-monica-madre-di-s-agostino-2.html
“Sacra Sindone.”
https://forum.termometropolitico.it/552043-studi-sulla-sacra-sindone.html
“Torino. Prossima ostensione della S. Sindone.”
https://forum.termometropolitico.it/667365-torino-prossima-ostensione-della-s-sindone-3.html
https://forum.termometropolitico.it/1345-la-sacra-sindone-e-la-sindonologia-14.html
“Sacro Volto di Manoppello.”





Home - Museo della Sindone (http://sindone.it/museo/it/home-3/)
http://sindone.it/museo/it/home-3/
Centro Internazionale di Sindonologia Archivi - Museo della Sindone (http://sindone.it/museo/it/tag/centro-internazionale-di-sindonologia-it/)
«Celebrazioni e momenti di meditazione in tutta Italia e in Europa sono in programma per venerdì 4 maggio, festa liturgica della Sindone, istituita nel 1506 da papa Giulio II. (...)
La festa della Sindone risale a oltre cinque secoli fa. Il 9 maggio del 1506, nel terzo anno del suo pontificato, Giulio II approvò la solennità in risposta alla richiesta presentata dal Duca Carlo II di Savoia e da sua madre duchessa Claudia e stabilì come data il 4 maggio, giorno successivo alla commemorazione del ritrovamento della Sacra Croce. Per Giulio II questa sua disposizione consentiva di “venerare le reliquie dell’umanità di Cristo unite alla Sua Divinità”.»
http://sindone.it/museo/wp-content/gallery/4-maggio-18/4Mag17_aicods-ordini-dinastici-conferenza-sacra-sindone-2.jpg
https://it.aleteia.org/2015/04/22/qual-e-stato-il-rapporto-dei-papi-con-la-sindone/





https://www.radiospada.org/wp-content/uploads/2017/05/Novena-alla-Madonna-di-Fatima.pdf
“13 Maggio Beata Vergine Maria di Fatima.
Novena di preparazione DA RECITARSI DAL 4 AL 12 MAGGIO. Ogni giorno si termina con un’Ave Maria e l’invocazione Madonna del Rosario di Fatima, prega per noi.”





“Il Santoriale del mese di Maggio, il mese di Maria « www.agerecontra.it”
http://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2017/05/it-Maggio-imag-text.pdf





Santa Monica - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/santa-monica/)
http://www.sodalitium.biz/santa-monica/
«4 maggio, Santa Monica, Vedova (Tagaste, 331 – Ostia, 27 agosto 387) .
“Presso Ostia santa Monica, madre del beato Agostino, la cui vita gloriosa fu da lui scritta nel libro nono delle Confessioni”.
Moglie e madre dalle virtù evangeliche inenarrabili, cui il Buon Dio ha concesso la Grazia, per mezzo della sua fede incrollabile davanti ogni tribolazione ed alla sua costante preghiera fiduciosa, di vedere convertito suo marito Patrizio e suo figlio Agostino, accompagni e guidi noi, spose e madri nel nostro arduo cammino verso la santità. Santa Monica, tu che hai raggiunto le vette dell’Altissimo, dall’alto veglia e intercedi per noi che annaspiamo nella polvere tra mille e mille difficoltà. A te affidiamo i nostri figli, fa di loro una bella copia del tuo Agostino e donaci la gioia di vivere con loro momenti di spiritualità intensa quale voi viveste ad Ostia, per essere insieme dove voi siete. Raccogli ogni nostra lacrima, annaffia il legno della Croce del nostro Gesù affinché da esso possa sgorgare abbondanti grazie celesti ed eterne!
Santa Monica prega e intercedi per tutti noi. Così sia.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/monica-300x213.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/monica-300x213.jpg



SANTE MESSE "NON UNA CUM" CELEBRATE DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") E DA DON FLORIANO IN TUTTA ITALIA:


"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"Torino - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

"Modena - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

"Rimini - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

"Pescara - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

"Potenza - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

"Roma - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
Domenica in Albis (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=UG870mk5GHo
Domenica in Albis (Omelia)
Lunedì Pasqua - dell' Angelo (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=wPkpeDbQdo8
Santa Pasqua (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=G-lviMz3pWY
Santa Pasqua 2019 - (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=lwCe33a3TUo
Sabato Santo (Veglia Pasquale)
https://www.youtube.com/watch?v=jphVO0FHUMw
Venerdì Santo
https://www.youtube.com/watch?v=6v8gLX5hNW0
Giovedi Santo
https://www.youtube.com/watch?v=80W3peGsC9I
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
SANTA MESSA - domusmarcellefebvre110815
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».







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«Carlo Di Pietro - Sursum Corda.
Preghiera al Santo del giorno.
In nómine Patris
et Fílii
et Spíritus Sancti.
Amen.
Eterno Padre, intendo onorare santa Monica, e Vi rendo grazie per tutte le grazie che Voi le avete elargito. Vi prego di accrescere la grazia nella mia anima, per i meriti di questa santa, ed a lei affido la fine della mia vita tramite questa speciale preghiera, così che per virtù della Vostra bontà e promessa, santa Monica possa essere mia avvocata e provvedere tutto ciò che è necessario in quell'ora. Così sia.
Santa Monica pregate per noi.»



https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri.html

“Per affrontare, con dati oggettivi e senza compromessi, il problema del Vaticano Secondo e dei modernisti che occupano la maggior parte delle nostre chiese --> La questione del cosiddetto "papa eretico" ed il problema dell'autorità nella Chiesa -->
Appunti sulla questione del cosiddetto «papa eretico»”
https://www.sursumcorda.cloud/massime-e-meditazioni/la-questione-del-papa-eretico.html

"La vera umiltà---> https://youtu.be/n9mF_GM9unc "

https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri/chi-%C3%A8-maria-catechismo-mariano-detail.html
“Padre Gabriele Maria Roschini, Chi è Maria? Catechismo mariano, Sursum Corda, Potenza 2017.
Catechismo mariano composto da 235 articoli, semplici ma eruditi. Un’esposizione chiara, ordinata e sintetica di tutto ciò che riguarda la storia, il dogma ed il culto mariano, secondo la forma classica di domande e risposte.”
https://www.sursumcorda.cloud/images/stories/virtuemart/product/virtuemart-catechismo-roschini-fronte.jpg
https://www.sursumcorda.cloud/images/stories/virtuemart/product/virtuemart-catechismo-roschini-retro.jpg

https://www.sursumcorda.cloud/articoli/catechismo-san-pio-x-commentato/2164-che-cosa-significa-santificare-la-festa-cosa-deve-fare-il-fedele.html

«Preghiera di San Pio X per i Sacerdoti.»
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Condanne della Chiesa all'eresia chiamata ecumenismo - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/6627-2/)
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«Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza.
Comunicato n. 43/18 del 4 maggio 2018, Santa Monica.
Segnaliamo un ottimo lavoro di Sursum Corda, a cura di Carlo Di Piero sul magistero della Chiesa contro l’ecumenismo.
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Condanne della Chiesa all’eresia chiamata ecumenismo.
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- Introduzione;
- Una, Santa, Cattolica ed Apostolica;
- Extra Ecclesiam nulla salus;
- Libertà di coscienza;
- Libertà religiosa;
- Indifferentismo ed ateismo;
- Irenismo;
- Pace universale;
- Pax Christi in Regno Christi;
- Religione unica ed universale;
- Mortalium animos;
- Orientalis Ecclesiae;
- Comunicazione nelle cose sacre;
- Breve conclusione.
Una, Santa, Cattolica ed Apostolica.»



70° anniversario della tragedia di Superga - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/70-anniversario-della-tragedia-superga/)
http://www.centrostudifederici.org/70-anniversario-della-tragedia-superga/
«70° anniversario della tragedia di Superga 4 maggio 2019.
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
70° anniversario della tragedia di Superga
Il 4 maggio 1949 i giocatori del Grande Torino, insieme a tecnici, dirigenti, giornalisti e l’equipaggio perivano nella sciagura aerea sul colle di Superga, a Torino, di ritorno da Lisbona.
Il messaggio di Papa Pio XII ai familiari delle vittime
“Anime benedette dei nostri fratelli vittime di un destino atroce vi raggiunga la nostra preghiera ed il grido del nostro invincibile dolore” (da: “FIGC, bollettino straordinario in memoria dei Caduti di Superga, 4 maggio 1949”).
I funerali nel Duomo di Torino celebrati dal card. Fossati:
“(…) Il Cardinale Arcivescovo (Maurilio Fossati) attende al sommo della scala circondato dai canonici del Capitolo metropolitano. La spiazza sotto lui è gremita ormai in ogni angolo. L’ufficio funebre, “l’absolutio super tumulum”, ha inizio. Si sgranano sommessamente le preghiere, punteggiate qua e là dal coro dei cantori del Duomo, ora lieve e carezzevole, ora forte e impetuoso come un inno di trionfo. “Libera me, Domine, de morte aeterna, in die illa tremenda…”; le parole bellissime della liturgia scendono sulle salme allineate nel buio, sulla folle immobile. Il Cardinale leva l’aspersorio, benedice più volte con gesti calmi e solenni, verso quella massa nera che racchiude i trentun feretri e il popolo, in un solo abbraccio. Sul libro delle orazioni trema la luce di una candela: l’unica luce, viva, e palpitante, in tutta la piazza. “In Paradisum deducant te angeli” mormora a voce bassissima il coro, nell’istante in cui il Prelato alza ancora una volta la mano nel gesto del commiato e della estrema benedizione. Il rito funebre è terminato sui versi dolci e pieni di speranza dell’antifona, e la massa nera, i feretri, e il popolo, trattiene ancora il respiro, oppressa da una indicibile commozione (…)” (“La Stampa”, sabato 7 maggio 1949).»
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https://www.facebook.com/pietroferrari1973/
“Pietro Ferrari
A. M. «Santa Monica, madre di Sant'Agostino, aveva versato tante lacrime e pregato Dio con tanto fervore per la conversione di suo figlio, che vide realizzarsi la parola di Sant'Ambrogio che gli assicurò che il figlio delle tante lacrime non poteva perire. Lo seguiva per esortarlo a rinunciare ai suoi disordini ed all'eresia dei Manichei dovunque. Infine, quando lo vide convertito, esclamò: "Adesso muoio contenta, figlio mio, perché non mi resta più niente a desiderare sulla terra." Si riposò nel Signore in 339.».”







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«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
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Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.com/)
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https://tradidiaccepi.blogspot.com/2018/03/la-sacratissima-sindone-di-nostro.html?m=1
“LA SACRATISSIMA SINDONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO.
Doppio maggiore.
Paramenti rossi.
Torino «custodisce come prezioso tesoro la Santa Sindone, che mostra a nostra commozione e conforto l'immagine del Corpo esanime e del divino volto affranto di Gesù» (Pio XII, Radiomessaggio a per il XIV Congresso nazionale di Torino, 13 settembre 1953). In quel telo di lino san Giuseppe d'Arimatea ravvolse il Corpo del Cristo al momento di seppellirlo. La luce soprannaturale che rifulse il mattino di Pasqua fissò perennemente sul lino l’immagine del Copro morto del Redentore con tutte e singole le piaghe della Passione. Già venerata a Gerusalemme, passò ad Edessa nel secolo VI e infine a Costantinopoli nel secolo X. Arrivata in Europa nel secolo XIII, dopo la Quarta Crociata del 1204, venne in possesso della Casa Savoia nel 1453. Fu custodita a Chambery fino al 1694 quando fu traslata nella Cattedrale di Torino. Nel 1983 Umberto II di Savoia cedeva il possesso della Reliquia alla Sede Apostolica, affidandone però la custodia agli Arcivescovi pro tempore di Torino, Nel 1506 Giulio II ne permetteva il culto pubblico, approvandone la Messa e l'Ufficio proprii. Leone X estendeva tale festa all'intera Savoia (al di là dei monti) e Gregorio XIII al Piemonte (al di qua dei monti). La festa della Sacratissima Sindone si fa come devozione il Venerdì della Seconda Settimana di Quaresima e come solennità propria il 4 maggio.”
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https://tradidiaccepi.blogspot.com/2019/05/sabato-precedente-la-prima-domenica-di.html?m=1
“Sabato precedente la prima Domenica di Maggio: LA TRASLAZIONE DELLE RELIQUIE DI SAN GENNARO.
Doppio maggiore.
Paramenti rossi.
Dal Proprium della Archidiocesi Napoletana: «Quando il beato Vescovo Gennaro fu decapito a Pozzuoli per la confessione di Cristo, il suo sangue venerabile che per la verità della fede cristiana aveva costantissimmamente effuso, fu piamente raccolto e custodito in due ampolle di vetro. Poscia invero, quando alla Chiesa fu restituita la pace, san Severo, essendo già stata edificata a Napoli la basilica di san Gennaro, trasportò religiosissimamente a Napoli il corpo sacratissimo del Martire, partecipandovi gran copia di clero e popolo Napoletano, fra cui anche alcuni parenti del beato Gennaro. E depose il corpo nella basilica. Le ampolle del sangue invero, conversate fino ad oggi, magnificamente mostrano al popolo un miracolo. Infatti quando vengono accostate a quel Capo che fu troncato per Cristo, il sangue miracolosamente si vede liquefarsi quasi fosse effuso di recente».”
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https://sardiniatridentina.blogspot.com/2018/05/santa-monica-vedova.html?m=0
“• Commemorazione di Santa Monica, Vedova.
Santa Monica è la madre di sant'Agostino ed è lo stesso Dottore d'Ippona a raccontarci la mirabile vita della madre nel libro IX delle sue Confessioni.
Nata in Africa, santa Monica sposò un pagano, ch'ella convertì con le sue virtù. Rimasta vedova, si dedicò a suo figlio Agostino, il cui spirito era corrotto dall'errore manicheo e il cuore dai costumi dissoluti. «Notte e giorno ella pregò» (Epistola) e «pianse più lagrime di quante ne versano le altre madri su di una bara» (Confessioni di S. Agostino, I.III). Ella, piena del timor di Dio (Introito), e consapevole della necessità del sacrifizio, espiò col suo dolore le colpe di Agostino. «Avresti potuto, o Signore, egli scrive, disprezzare il cuore contrito e umiliato d'una vedova casta e sobria? Avresti potuto respingere i pianti di colei che non ti chiedeva né denaro, né alcuna altra cosa temporale, ma solo la salvezza dell'anima di suo figlio?».
«Dio gradì nella sua misericordia le lagrime della carità della beata Monica» (Orazione), e quelle due anime condividono ora la gioia (Communio) del Cristo.
Santa Monica rese l'anima al Creatore a Ostia l'anno 387. Il suo corpo, dapprima seppellito ad Ostia, riposa nella chiesa romana di Sant'Agostino dal 9 aprile 1430.”
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“4 MAGGIO 2019: SANTA MONICA, VEDOVA.”
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https://www.radiospada.org/2019/05/la-necessita-della-devozione-mariana-in-cinque-esempi/
«La necessità della devozione mariana in cinque esempi. di Redazione RS il 4 Maggio 2019.
La Vergine Santissima è la “Onnipotente per grazia”. Per divina disposizione, in nostro favore Ella può tutto: per i suoi meriti infiniti, per l’amore che l’ha unita e l’unisce al Figlio divino, per l’amore che Egli le ha portato e le porta, per la potenza cui Dio l’ha sublimata: onde giustamente cantò il Poeta “qual vuol grazia e a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz’ ali”. E non si tratta solo di parole … Sant’Alfonso, nel suo immortale Le glorie di Maria, offre ai Lettori vari Esempi per inculcare quanto sia potente l’intercessione della Madonna e quando sia necessario alla nostra salvezza esserLe devoti e seriamente tali.»
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https://www.radiospada.org/2015/04/sacra-sindone-parla-il-fisico-dellenea-vi-svelo-la-verita/
“Sacra Sindone, parla il Fisico dell’ENEA: ‘Vi svelo la verità’.”
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https://www.radiospada.org/2016/07/nostra-signora-dafrica-pregate-per-noi-e-per-i-musulmani/
“Notre Dame d’Afrique, priez pour nous et pour les Musulmans.
Nostra Signora d’Africa, pregate per noi e per i Musulmani.”





www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
http://www.agerecontra.it/

"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
http://www.centrostudifederici.org/

"sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
http://www.crisinellachiesa.it/

"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
http://www.centrosangiorgio.com/


http://www.cmri.org/ital-index.html





https://www.truerestoration.org/


https://novusordowatch.org/


": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
http://www.fathercekada.com/

"Home | Traditional Latin Mass Resources"
http://www.traditionalmass.org/





"Como ovejas sin Pastor"
http://sicutoves.blogspot.com/


https://moimunanblog.com/





“Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
https://profidecatholica.com/


https://johanlivernette.wordpress.com/


https://lacontrerevolution.wordpress.com/


https://sedevacantisme.wordpress.com/


"Sede Vacante -"
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


http://wordpress.catholicapedia.net/


https://fidecatholica.wordpress.com/


https://militesvirginismariae.wordpress.com/




https://www.SaintAmedee.ch
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”


Messes :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/messes)
http://liguesaintamedee.ch/messes


“4 mai : [Genève, Lausanne, et dans les anciens états de Savoie] fête du Saint Suaire.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/59415255_863369377329077_6791221976565284864_n.jpg ?_nc_cat=102&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=0c148a514e3f091809c06d0b2f5d55f8&oe=5D311E2C


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/59415255_863369377329077_6791221976565284864_n.jpg ?_nc_cat=102&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=0c148a514e3f091809c06d0b2f5d55f8&oe=5D311E2C


4 mai : Sainte Monique, Mère de saint Augustin (332-388) :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/4-mai-sainte-monique)
http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/4-mai-sainte-monique
“4 mai : Sainte Monique, Mère de saint Augustin (332-388).”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/9915/2485/9427/05_04_sainte_monique.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/9915/2485/9427/05_04_sainte_monique.jpg


«Mois de mai : mois de Marie.
Nous conseillons cette page qui explique bien comment prier le Rosaire.
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/57317231_859179997748015_1327450331063255040_n.jpg ?_nc_cat=105&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=69a2eab481e8bc5d4bd1e6cbb2c0cc60&oe=5D733A16
Notre-Dame de Fatima : Prieres (http://www.fatima.be/fr/sanctus/prieres/rosaire.php) »




AVE MARIA!!! REGINA COELI, LAETARE, ALLELUIA!!!
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!

Scipione
05-05-19, 04:55
Certo che 'sto Holuxar, con 'sti copiaincolla sta ormai impestando tutti i forum, compreso quello "cattolico", ormai abbandonato a se stesso, visto che i suoi moderatori preferiscono frequentare il forum "laiciista" o si trasformano in laicissimi "capitani", per partecipare a discussioni che di spirito cristiano non hanno proprio niente. :nodding: :drinky:.

Rachel Walling
15-05-19, 13:21
Holuxar il forum serve come scambio di opionioni e non come "copia e incolla" di papiri illegibili che rendono meno fruibile il forum stesso.

tra l'altro sono argomenti decisamente da forom "cattolici" e non "esoterismo e tradizione"

ti prego di attenerti alle indicazioni.

grazie

anticomunista
15-05-19, 15:02
Forse qui nessuno ha afferrato veramente il vero problema della sindone.....

Qui non si tratta di discutere se il lenzuolo era di Cristo oppure se viene dal medio oriente o è medievale o meno ..


IL PROBLEMA VERO è che ad oggi nessuno è riucito a ricreare quel tipo di impronta specifica legata alle fibrille superficiali del lino

Ci ha provato gargaschelli venendo fuori con un lavoro ridicolo e risibile... per chi ha seguito la storia ...

la sindone più simile che ho mai visto all.,originale era quella di Vittorio pesce delfino

infatti ero anche io convinto di metterci una pietra sopra il problema però è che poi alcuni gli fecero notare che la sua rifletteva gli infrarossi mentre l,originale no dimostrando che non era il medoto del calore quello usato per fare la sindone..

Solo il CNR qualche hanno fa è riuscito ha ricreare quel tipo d impronta con un laser ad eccimeri ora bisogna vedere nel medioevo o nel mondo romano con cosa potevano fare una impronta simile a quella di un laser ad eccimeri... certamente un rebus non di facile soluzione...

un bel rompicapo... al netto dei fautori dell,autenticità o falsita della Sindone....