occidentale
18-01-12, 08:37
dal matrimonio di Tiberio Sempronio Gracco e Cornelio, figlia di Cornelio Scipione l'Africano, nacquero 12 figli.
Solo 3 sopravvissero, Tiberio, Gaio e Sempronia.
Tiberio venne eletto Tribuno della Plebe per l'anno 133 a.C.
La situazione economico-politica gli sembrava drammatica e la Repubblica sul punto di morire.
Tiberio propose subito di far approvare una legge agraria per regolamentare l'uso delle terre pubbliche, scandalosamente affidate a bassi prezzi agli ottimati e ai loro seguaci tra i cavalieri:
Il tribuno della Plebe stabiĺ che nessuno potesse possedere piu di 500 iugeri( 1 iugero equivale a 2500 metri quadri ), piu altri 250 iugeri x ogni figlio maschio, fino ad un massimo di 1000.
Il progetto politico di Tiberio era quello di migliorare le condizioni dei poveri e di riportare in vita l'antica figura del contadino-soldato, che aveva portato Roma al potere in tutto il Mediterraneo.
Tiberio Gracco si poneva in realta' 3 obbiettivi :
Risolvere il dramma sociale attraverso le assegnazioni di lotti di terra.
Insediare nelle campagne spopolate i contadini che si erano inurbati.
Aumentare di conseguenza la popolazione e quindi la disponibilita' per la leva militare.
Questo progetto venne ostacolato in ogni modo dall'altro capofila dei tribuni eletti assieme a Tiberio, il giovane e ambizioso Ottavio.
Ottavio fece uso del suo diritto di veto in molte occasioni finche' l'esasperato Tiberio lo fece deporre dalla Plebe in assemblea e sostituire con un suo fidato amico.
Atto che il Senato non gli avrebbe perdonato.
Venne cosi eletta una commissione di 3 uomini con il compito di distinguere le terre pubbliche da quelle private e di redistribuirle in modo omogeneo sottraendo le terre a coloro che le avevano ottenute in modo non conforme alla lettera della legge.
Il successo politico fu completo anche grazie al sostegno di diversi patrizi illuminati come i Fulvii e i Giulii Cesari (del ramo di Caio, che quello di Sesto era invece schierato fermamente nel campo avverso, come i Fabii e gli Emilii) e con l'appoggio del suocero di Tiberio, il Princeps Senatus Appio Claudio.
Allora i suoi avversari ricorsero all'arma da sempre utilizzata per fermare le riforme: la mancanza di finanziamenti.
Tiberio dovette allora fare il secondo strappo, utilizzando a suo vantaggio l'immensa ricchezza lasciata in eredita' a Roma dal Re di Pergamo Attalo III morto senza eredi diretti.
E questo fu il secondo errore, che molti equites mollarono il programma graccano, indispettiti dalla mancata concessione di molte prebende e appalti nella regione dell'Asia Minore, cui aspiravano.
Solo 3 sopravvissero, Tiberio, Gaio e Sempronia.
Tiberio venne eletto Tribuno della Plebe per l'anno 133 a.C.
La situazione economico-politica gli sembrava drammatica e la Repubblica sul punto di morire.
Tiberio propose subito di far approvare una legge agraria per regolamentare l'uso delle terre pubbliche, scandalosamente affidate a bassi prezzi agli ottimati e ai loro seguaci tra i cavalieri:
Il tribuno della Plebe stabiĺ che nessuno potesse possedere piu di 500 iugeri( 1 iugero equivale a 2500 metri quadri ), piu altri 250 iugeri x ogni figlio maschio, fino ad un massimo di 1000.
Il progetto politico di Tiberio era quello di migliorare le condizioni dei poveri e di riportare in vita l'antica figura del contadino-soldato, che aveva portato Roma al potere in tutto il Mediterraneo.
Tiberio Gracco si poneva in realta' 3 obbiettivi :
Risolvere il dramma sociale attraverso le assegnazioni di lotti di terra.
Insediare nelle campagne spopolate i contadini che si erano inurbati.
Aumentare di conseguenza la popolazione e quindi la disponibilita' per la leva militare.
Questo progetto venne ostacolato in ogni modo dall'altro capofila dei tribuni eletti assieme a Tiberio, il giovane e ambizioso Ottavio.
Ottavio fece uso del suo diritto di veto in molte occasioni finche' l'esasperato Tiberio lo fece deporre dalla Plebe in assemblea e sostituire con un suo fidato amico.
Atto che il Senato non gli avrebbe perdonato.
Venne cosi eletta una commissione di 3 uomini con il compito di distinguere le terre pubbliche da quelle private e di redistribuirle in modo omogeneo sottraendo le terre a coloro che le avevano ottenute in modo non conforme alla lettera della legge.
Il successo politico fu completo anche grazie al sostegno di diversi patrizi illuminati come i Fulvii e i Giulii Cesari (del ramo di Caio, che quello di Sesto era invece schierato fermamente nel campo avverso, come i Fabii e gli Emilii) e con l'appoggio del suocero di Tiberio, il Princeps Senatus Appio Claudio.
Allora i suoi avversari ricorsero all'arma da sempre utilizzata per fermare le riforme: la mancanza di finanziamenti.
Tiberio dovette allora fare il secondo strappo, utilizzando a suo vantaggio l'immensa ricchezza lasciata in eredita' a Roma dal Re di Pergamo Attalo III morto senza eredi diretti.
E questo fu il secondo errore, che molti equites mollarono il programma graccano, indispettiti dalla mancata concessione di molte prebende e appalti nella regione dell'Asia Minore, cui aspiravano.