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novis
30-06-09, 15:17
Gogna mediatica per chi riceve una cartella esattoriale e lotta senza esclusione di colpi ai paradisi fiscali!

Graazieee, è proprio per inasprire la pressione fiscale e per instaurare un regime del terrore che vi abbiamo eletti!! http://www.finanzaonline.com/forum/images/smilies/ok.gif


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Bèrghem
30-06-09, 22:42
L'ennesimo atto di "Sudditi", la trasmissione preferita su Itaglia Tv.

Riassunto degli episodi (terrorismo fiscale, oppressione e razzismo tributari, indottrinamento al servaggio, ecc.) precedenti:



Forse (e volutamente) è passata inosservata ai più e soprattutto sui grandi media.

Tuttavia gli odierni Guardiani del Tempio ne hanno pensato un’altra delle loro. Il 24 dicembre l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato un bando di selezione pubblica per l’assunzione a tempo indeterminato di 825 unità. Che dire, a loro modo combattono crisi e disoccupazione… Che lo facciano a spese dei contribuenti, questo, per il momento, lasciamolo un attimo da parte.

http://www.agenziaentrate.it/ilwwcm/resour...do_825_Trib.pdf (http://www.agenziaentrate.it/ilwwcm/resources/file/eb60bd4b6082ac5/bando_825_Trib.pdf)

In nome dell’ecumenismo democratico, del volemose bene, dell’universalismo di stato, del siamo tutti uguali, uno si potrebbe aspettare un reclutamento volto a distribuire i nuovi assunti in tutte le regioni. E invece no. Il Leviatano italico cala la maschera e mostra il suo volto di sempre, quello razzista, centralista e parassitario che lo ha contraddistinto dalla sua nascita ad oggi senza soluzione di continuità.

I nostri aguzzini hanno infatti pensato bene di destinare le 825 nuove unità tutte nelle regioni centro-settentrionali (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Veneto, Piemonte, Marche, Toscana, Lazio), con la palma della più fortunata (o meglio, sfortunata!) che, guarda caso, ancora una volta va alla Lombardia: ai sudditi lombardi l’Italia ne dà in dote 345 (poco meno della metà del totale!).

Ben sta a loro. Evasori, ricchi, egoisti, individualisti, brutti, sporchi e razzisti. Pressappoco il ragionamento che fanno al di sotto della linea Gotica i “connazionali” (sic!) dei malcapitati, quello che fanno anche taluni masochisti abitanti nelle suddette regioni e che, con tono magari maggiormente forbito, devono aver fatto anche alla Agenzia delle Entrate.

Eh già, ma si dà il caso che i dati siano ben diversi da quelli dalla vulgata nazionalista italiana, tanto ben attrezzata di parole altisonanti e in corretto toscano quanto ben povera di dati concreti che non siano i soliti luoghi comuni di cui è impregnata fino nel midollo.

Allora, innanzitutto partiamo dai dati della Banca Mondiale sull’economia sommersa di vari paesi.

Informal Economy as % of GNP 1999/2000

10,2% Austria
23,2% Belgium
18,2% Denmark
18,3% Finland
15,3% France
16,3% Germany
28,6% Greece
15,8% Ireland
27,0% Italy
13,0% Netherlands
19,1% Norway
22,6% Portugal
22,6% Spain
19,1% Sweden
8,8% Switzerland
12,6% United-Kingdom
16,4% Canada
8,8% United States
15,3% Australia
12,7% New Zealand

Tornando a casa nostra, guardiamo anche qui qualche dato.

Innanzitutto quello sull’evasione dell’IRAP (imposta sulle imprese), elaborato dalla stessa Agenzia delle Entrate.

Graduatoria dell’intensità dell’evasione regionale - Media 1998-2002 (base imponibile evasa / dichiarata)

13,04% Lombardia
22,05% Emilia Romagna
22,26% Veneto
26,05% Lazio
28,22% Friuli-Venezia Giulia
28,97% Valle d’Aosta
30,17% Trentino-Alto Adige
30,53% Piemonte
33,11% Abruzzo
33,67% Toscana
33,95% Marche
44,51% Umbria
49,75% Basilicata
50,29% Liguria
54,61% Molise
54,71% Sardegna
60,55% Campania
60,65% Puglia
65,89% Sicilia
93,89% Calabria

Stranamente, Lombardia più virtuosa, mentre le quattro regioni a statuto mafioso assai inadempienti. Anche il Veneto, chissà come mai (direbbero i vetusti padri della sgangherata patria dalle Alpi ad Addis Abeba), assai virtuoso.

Sarà un caso. Controlliamo qualcosa d’altro. Per esempio l’inchiesta de La Repubblica – Affari Finanza del 1997 sull’industria e il commercio.

Evasione stimata per industria e commercio (reddito evaso / reddito totale):

40.6% Val D’Aosta
19.1% Piemonte
28.3% Liguria
13.1% Lombardia
22.9% Trentino-Alto Adige
24.1% Veneto
23.3% Friuli-Venezia Giulia
20.1% Emilia-Romagna
34.0% Toscana
29.8% Umbria
35.2% Marche
27.5% Lazio
57.2% Sardegna
43.5% Abruzzo
62.4% Molise
64.2% Campania
54.4% Puglia
83.2% Basilicata
70.8% Calabria
54.4% Sicilia

Anche qui la Lombardia guida la classifica degli onesti. Nelle retrovie le solite quattro sorelle, con l’aggiunta in questo caso di Molise e Basilicata le quali non volevano essere da meno.

Chiudiamo (per carità di patria, perché l’elenco impietoso potrebbe continuare all’infinito, dal grado di lealtà ai reati ambientali, dal debito pubblico regionale all’autonomia finanziaria passando dagli enti più morosi dello stato al lavoro in nero, ci riserviamo di pubblicare il tutto magari più avanti, anche se ben noto a chi conosce queste cose e meno a certi soloni) con l’ICI (ricerca dell’ANCI).

Qui l’egoista Lombardia si fa bagnare il naso da Friuli-Venezia Giulia (0,01% evasione) e Umbria (0,04%), attestandosi solo (!) al terzo posto tra i più virtuosi, con la bellezza dello 0,3% di evasione dell’ICI (!). Veneto: 1,8% (mamma mia, inviamo la Decima Mas e la Folgore a reprimere questo affronto). Come dite? Quelle là? Le solite? Perché siete così diffidenti? E va bene, andiamo un po’ a cercarle. Puglia: 8,8% (e possiam chiudere un’occhio). Le ultime quattro della graduatoria: Campania (23%), Sicilia (24%), Basilicata (25%), Calabria (33,5%). Tutto va ben madama la marchesa. Allegria!

Gli studi sopra elencati riguardano l’economia privata. Nel settore pubblico è presumibile che l’evasione fiscale sia molto vicina allo zero per gran parte delle voci di spesa importanti come pensioni, stipendi degli statali, contributi alle imprese.

Ricapitolando:

- la Lombardia è tra i paesi più virtuosi dell’OCSE, dell’UE e di tutto quello che volete per quanto riguarda l’evasione (le regioni centro-settentrionali in chiara linea con le situazioni europee, se non migliori in diversi casi)

- nelle regioni meridionali a statuto mafioso - e non - vige una situazione mostruosa e indegna di un paese civile e avanzato e fuori da ogni parametro OCSE

- l’evasione pari a zero è impossibile, contenerla entro limite decenti come la Lombardia (e non l’Italia) si può fare; consideriamo che tra l’altro l’esproprio delle ricchezze prodotte dai cittadini fino ai primi del Novecento variava dal 3,5% all’8%, nel corso degli ultimi 50 anni è passato dal 16% (1958) al 34% (1990) e infine giunto al 50% circa oggi (a proposito, nell’ultimo anno la pressione fiscale è tornata a salire, ovviamente con il governo amico del “Nord” impegnato a tutela dei suoi cittadini vessati… buonanotte!)

- guarda caso il dato migliore è fatto registrare dalla Confederazione Elvetica, che tra le sue caratteristiche annovera limiti (bassi) per le aliquote principali fissati direttamente in costituzione, concorrenza e competitività fiscali tra i Cantoni, facoltà (e in molti casi obbligo) di esprimersi direttamente tramite referendum per i cittadini sulle questioni fiscali. E il feticcio costituzionale italico invece?

Posto dunque che ridurre i livelli di evasione della Lombardia (e regioni limitrofe), già uguali o migliori di quelli europei, è praticamente impossibile o quanto meno difficile senza introdurre uno stato di polizia fiscale ancor più illiberale e intrusivo, che senso hanno gli 825 funzionari da dirottare nelle regioni più virtuose di cui 345 nella sola Lombardia? A farci sentire ancora di più quello che sappiamo essere da decenni, dei semplici Sudditi.

Considerando poi le latitudini di provenienza della stragrande maggioranza dei membri della pubblica amministrazione (e questi ottocento e rotti non faranno eccezione), la beffa è completa: solerti funzionari del Leviatano italiano con accenti partenopei e corleonesi - noti per provenire da regioni integerrime sul piano degli obblighi fiscali - a dettare legge in Lombardia e dintorni. Perché invece dove il feticcio “Stato” è una barzelletta, l’Agenzia delle Entrate non si fa vedere? Strano…

Più di duecento anni fa si buttavano in mare la casse del tè. Stessa sorte dovrebbe toccare oggi ai nuovi rappresentanti del potere centrale inviati tra i suoi sudditi. Dopo questa infornata, manca solo il ritorno del podestà nei Comuni e il preside nelle Province e poi tutto è completo.

Basta Italia. Prima che gli usi e i costumi di certe latitudini si trasferiscano, armi e bagagli, in terre oggi ancora quantomeno “europee”. Più di un’avvisaglia in questo senso c’è già, urgono reazioni prima che sia troppo tardi.




Biennale democrazia, tasse spiegate ai bambini (rigorosamente al 50%...) e amenità di questo genere. Nulla sull'efficacia e l'efficienza dell'idolo Leviatano o sulla natura del prelievo fiscale o su differenze di latitudini. Come diceva TPS, le tasse sono bellissime. Sì, per i parassiti.

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La lobotomizzazione continua.

Adesso ecco il kit dell'Agenzia delle Entrate (quella che nel frattempo aumenta di numero gli aguzzini nelle regioni padane e alpine... mentre a Scampia e Palermo si guarda bene dall'andare!) nelle scuole elementari e medie.

http://img177.imageshack.us/img177/2520/scansioned.jpg (http://img177.imageshack.us/my.php?image=scansioned.jpg)

Ecco le pagine del sito:

Agenzia delle Entrate - Entrate in classe (http://www1.agenziaentrate.it/entrateinclasse/)

Agenzia Entrate - Progetto scuola - Materiali didattici (http://www1.agenziaentrate.it/entrateinclasse/materiali_didattici/index.htm)



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E questo è il cartone animato di questi parassiti.
Roba da rimpiangere il Minculpop, meno pericoloso di queste menti.

I due personaggi Pag e Tax già sono tutto un programma.
Che fanno risuonare il famoso slogan "lumbard paga e tàs"...

Mi sono fermato alle prime perle dei primi due minuti:

- la comparsa di sedicenti addetti ai beni culturali della città, quasi che fosse merito loro la presenza delle opere d'arte inquadrate! nessuno che fa notare che siano state costruite quando boiate come addetti o sovrintendenze erano ben lungi dall'essere inventate...

- "evitare che ognuno faccia come gli pare", "sai che confusione", questo il livello delle argomentazioni a difesa del potere statuale...

- sviolanata alla costituzione italiota

- parlano della nascita dello Stato e fanno vedere un'immagine che penso volesse rappresentare delle persone con vesta dell'antica roma davanti a un tempio pagano... l'ho vista di sfuggita, magari si riferivano alle polèis greche... non so, in ogni caso si dimostrano dei semplici ignoranti come capre, dei mentecatti di prima categoria.. lo Stato nasce come fenomeno prettamente moderno, ossia dell'età moderna, nasce tra 1200 e 1300, si sviluppa nel 1400 e si afferma nel 1600... non è mai esistito nei millenni precedenti qualcosa che sia paragonabile allo Stato, leggete hintze, schmitt, brunner, miglio, schiera, duso ecc., capre stataliste

Non sono più riuscito ad andare oltre, mi immagino tutta la retorica pelosa e tutto l'armamentario parassitario e falso a cui avranno fatto ricorso. Passibili da denuncia per circonvenzione di incapace.




Pordenone. Studi di settore, le categorie in rivolta

Artigiani e commercianti: «Ci chiedono di pagre di più quando incassiamo di meno». L’Ascom: stiamo lavorando per avere contatti al ministero. Confartigianato: ci sono settori che hanno subito un crollo

16 GIUGNO- È il termine entro cui occorre pagare le tasse secondo gli attuali parametri a meno che non arrivino gli auspicati correttivi

Pordenone. Studi di settore, le categorie in rivolta | SFUEI DAL FRIÛL LIBAR (http://www.ilgiornaledelfriuli.net/2009/06/02/pordenone-studi-di-settore-le-categorie-in-rivolta/)

Un salasso. E’ quel che si preannuncia in applicazione dei revisionati studi di settore sui redditi delle imprese, soprattutto artigiani e commercianti, relativi al 2008. L’aggiornamento dello strumento, secondo una simulazione effettuata dalla Cgia di Mestre, determinerebbe maggiori entrate per pressochè tutte le attività e, quindi, maggiori imposte da versare allo Stato. E su questo, comprensibilmente, le associazioni di categoria non ci stanno e chiedono correttivi urgenti. Anche perchè il termine per il versamento delle tasse è vicino: il 16 giugno.

Per il periodo di imposta 2008 sono stati approvati a fine maggio 69 nuovi studi di settore, evoluzione di altrettanti già esistenti. Da questa nuova serie la Cgia ha stimato gli effetti economici della loro applicazione su una dozzina di attività che, tra gli altri, include un bar, un autoriparatore, un’estetista, una gelateria, una parrucchiera, un dipintore, un idraulico, un’impresa di pulizie, eccetera. Visto che a questi studi si possono applicare solo i correttivi individuali anti-crisi e non quelli relativi all’abbattimento del costo delle materie prime o del costo del carburante, è probabile che a questi operatori economici sarà richiesto di pagare più tasse per l’anno di imposta 2008 rispetto a quelle versate all’Erario per il 2007. A meno che gli studi non vengano ulteriormente rimodellati a vantaggio dei contribuenti.

In dettaglio, ad un carrozziere il nuovo studio richiede, a parità di condizioni con l’anno precedente, un incremento dei ricavi (cioè degli incassi) di 9.633 euro (+7,2% rispetto al 2007). Per poter invece usufruire dell’introduzione del correttivo individuale il suo ricavo doveva diminuire del 15%. Pertanto, se deciderà in sede di dichiarazione dei redditi di adeguarsi, dovrà versare al fisco 6.922 euro in più di quanto pagato l’anno precedente. Al meccanico auto, con lo studio rivisto, gli verrà richiesto un aumento di ricavi pari a 7.360 euro (+3,9% sul 2007); l’adeguamento gli costerà 5.309 euro in più di quanto versato nel 2007. Ad un elettrauto le maggiori imposte richieste per adeguarsi ai nuovi parametri toccano i 3.872 euro, mentre una parrucchiera si troverà costretta a pagare maggiori imposte per 3.819 euro, e una gelateria 3.488 euro.

«Abbiamo già chiesto alla Confcommercio nazionale - dichiara Alberto Marchiori, presidente dell’Ascom provinciale - di attivarsi con il ministero. Inoltre a oggi non è stato detto nulla circa quali siano i criteri che determineranno l’accertamento sull’azienda. Siamo al paradosso: pure in un momento di crisi, chi ha investito per restare competitivo, e quindi ha incrementato i propri costi e ridotto gli utili, è esposto al rischio di accertamento». Per cui «occorrono correttivi e anche velocemente, in caso contrario assisteremo alla rivolta delle partite iva».

«Stimare per una qualsiasi attività artigiana un incremento delle entrate nel 2008, è semplicemente assurdo - aggiunge Silvano Pascolo, presidente di Confartigianato Pordenone -. La realtà del 2008 è stata pesante e quella del 2009 è addirittura peggiore. E’ vero - considera - che nell’ultima parte del 2008 molte imprese hanno fatto ricorso alle ferie, e non alla cassa integrazione, per rallentare la produzione o l’attività, ma è noto che un operaio in ferie non produce. Non ci sono assolutamente le condizioni per poter dire che il 2008 si è chiuso con un incremento del reddito, e gli indicatori sono lì a dimostrarlo. Pensiamo alla meccanica, ad esempio, che ha subito un crollo verticale: le ore di sospensione dell’attività nei primi sei mesi del 2008 sono state 30 mila, negli ultimi sei mesi 50 mila, e nel primo quadrimestre 2009 sono 200 mila. Credo siano dati che si commentano da soli». Quindi la reazione è immediata: «chiediamo correttivi immediati».




E pure di qua dell'Oceano sempre le solite vecchie ricette, fallite ovunque, che hanno ritardato, stanno ritardando e ritarderanno l'uscita dalla crisi: la sodomizzazione dei contribuenti prosegue senza soste pur in Urse (unione repubbliche sovietiche europee). Grazie politici, grazie stato che prelevi a forza il 50% del reddito dei sudditi ma ne vorresti sempre di più. Ovviamente per il nostro bene, guai a metterlo in dubbio...

La Finlandia rompe un tabù: più tasse in Europa

La Finlandia rompe un tabù: più tasse in Europa - Il Sole 24 ORE (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2009/06/aumento-tasse-finlandia-ue.shtml?uuid=d23c5104-5b56-11de-be87-6caca1264ef2&DocRulesView=Libero)

Alla vigilia del vertice Ue (domani e venerdì) il premier finlandese Matti Vanhanen (liberale e alla guida di un governo con i socialdemocratici) rompe un tabù politico-economico. Dalle colonne del "Financial Times" ha invitato gli altri 26 leader europei ad aprire la scatola nera dell'aumento delle imposte. Nel 2010 il debito pubblico nell'eurozona sarà pari all'84% del prodotto, il deficit del 6,5%. In queste condizioni «è irrealistico pensare che il riequilibrio possa essere fatto solo dal lato della spesa (riducendola - ndr) - scrive Vanhanen -, nel lungo termine si dovrà aumentare complessivamente la tassazione». Su alcuni settori come la tassa sulla proprietà o sull'eredità ciò potrà essere fatto tranquillamente a livello nazionale, ma interventi di questo tipo «non aumentano significativamente l'ammontare delle entrate. Solo cambiamenti nella tassa sul valore aggiunto, nelle accise o nell'imposizione sui redditi e sul capitale possono fare la vera differenza».

Una operazione del genere, però, deve essere coordinata a livello europeo seguendo il metodo sperimentato per l'emergenza della crisi finanziaria «per evitare concorrenza fiscale e il danno che questa provocherebbe alla crescita economica europea».

Non ci sono reazioni. Un conto è un articolo sul "Financial Times", un altro conto é una discussione politica aperta in un consesso istituzionale qual é il Consiglio europeo. E' un fatto però che nella "fase 2" dell'azione contro la crisi (dopo i salvataggi di banche e qualche economia, ultima la Lettonia) il tema fiscale si sta imponendo con una certa forza. Fino a chiedersi se l'attuale livello di integrazione europea possa ancora sopportare una concorrenza fiscale, in ogni caso legittima e difesa finora da tutti i paesi, che se portata alle estreme conseguenze in fase recessiva agisce in senso contrario all'integrazione. In Italia ne parla da tempo Mario Monti (in plateale solitudine).

Coordinamento non significa armonizzazione. Il premier finlandese lo sa e, infatti, si ferma a questa constatazione: la crisi e i costi per superarla mettono in luce l'inadeguatezza del "codice di condotta" europeo che limita l'impegno ad attuare nuove misure di concorrenza fiscale dopo quelle degli anni Ottanta e Novanta e a smantellare quelle "percepite" come dannose al mercato unico. L'idea nuova é «concordare di cambiare i livelli di certe tasse in parallelo» per evitare distorsioni competitive che cambierebbero gli equilibri pre-crisi.

Sullo sfondo c'é evidentemente una convinzione: le entrate fiscali non torneranno più ai livelli precedenti perché la crescita economica dei prossimi anni sarà inferiore a quella dei tempo d'oro quando agiva il propellente delle spericolate attività finanziarie.

Due cose sono chiare. La prima é che alcuni paesi, maggiormente toccati dalla crisi e per questo più bersagliati sui mercati, prevedono o hanno già annunciato aumenti delle imposte. In Spagna Zapatero ha ridotto la tassazione al 32% del pil, il livello più basso dal 1995, e oggi ritiene che il paese possa facilmente affrontare aumenti delle imposte. Ha cominciato con tabacco e carburanti. Entro il 2010 il deficit pubblico spagnolo triplicherà arrivando al 10% del pil. Il riequilibrio finanziario irlandese si giocherà più sugli aumenti che sui tagli di spesa (deficit al 12,75 del pil). Nella stessa direzione la Grecia.

La seconda cosa sicura é che (a parte la questione di principio sul coordinamento versione finlandese) non vanno in quella direzione i grandi paesi: Germania, Francia e Italia. La cancelliera tedesca Merkel ha rinviato al 2010 dopo il voto di settembre (se sarà confermata) la riduzione delle imposte e invece di fare una campagna elettorale all'insegna dell'alleggerimento fiscale cerca di parlarne il meno possibile. Intanto, poco dopo essere arrivata al potere ha aumentato di tre punti percentuali l'Iva facendo inviperire mezza Europa.

Così ha risposto Sarkozy a chi, nella sua maggioranza, chiedeva di sospendere lo "scudo fiscale" o di colpire i redditi più elevati: «Non sono stato eletto per aumentare le imposte». L'Italia é sulla stessa linea: il governo ripete «non toccheremo le tasche degli italiani». Nel 2010 il debito pubblico italiano supererà il 116% del pil, il deficit nominale sarà vicino al 5% nel biennio, anche se il deficit strutturale (al netto degli effetti recessivi) é sotto il 3%. Rispetto al fronte debole della Ue (di cui fanno parte Irlanda, Grecia e in parte Spagna), i tre grandi hanno una posizione finanziaria (pur trovandosi in recessione) diversa. Il problema é se potranno tenerla.

17 giugno 2009

:paura:

Più spesa pubblica improduttiva, più tasse a chi manda avanti la baracca.
Meno concorrenza fiscale perchè rallenta l'uscita dalla crisi! Ma io vorrei veramente sapere davvero cosa si fumano questi dementi...
L'Impero romano crollò per eccesso di parassitismo. Ci sono altri sulla buona strada per imitarlo...
E c'è gente che si beve pure questo delirio. Altro che 1984.

Bèrghem
30-06-09, 22:46
Gogna mediatica per chi riceve una cartella esattoriale e lotta senza esclusione di colpi ai paradisi fiscali!

Graazieee, è proprio per inasprire la pressione fiscale e per instaurare un regime del terrore che vi abbiamo eletti!! http://www.finanzaonline.com/forum/images/smilies/ok.gif


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Tra l'altro sul link della trovata

http://www.ilpostale.it/NOTIFICATORI25mag09.PDF

a cura di equitaglia, poste itagliane e compagnia cantante guardate dove vanno a iniziare l'ennesima opera di terrorismo fiscale con tanto di gogna, postini sguinzagliati all'anagrafe e vicino di casa delatore... a scampia e a palemmo? certo che no!

http://img524.imageshack.us/img524/176/posteequitalia.jpg (http://img524.imageshack.us/i/posteequitalia.jpg/)

Juv
01-07-09, 11:12
Inspiegabile come abbia fatto il PDL ad aumentare i voti nel lombardo-veneto.

Probabilmente aveva ragione il Bossi del 1996 a Porta a Porta. Nessuno di loro due abbasserà le tasse.

larth
01-07-09, 16:53
Inspiegabile come abbia fatto il PDL ad aumentare i voti nel lombardo-veneto.



e perche? a spiegare il masochismo politico padano ci sono almeno 500 anni di storia ...:D

joseph
01-07-09, 20:35
il tasso di evasione del Molise è così alto,oltre il 60% ,da farmi pensare che Di Pietro faccia il furbo o lo gnorri o il PADRINO DEI SUOI PAESANI.

novis
01-07-09, 22:27
Inspiegabile come abbia fatto il PDL ad aumentare i voti nel lombardo-veneto.

Probabilmente aveva ragione il Bossi del 1996 a Porta a Porta. Nessuno di loro due abbasserà le tasse.

Beh in Lombardia il PDL ha perso 239.343 voti, percentualmente dunque ha perso più della Lega.
Ma perderà ancora da qui fino alla fine della legislatura, perchè ci aspettano tempi cupissimi e l'incanto che era riuscito a creare il PDL (meno stato, meno tasse, il presidente risolve tutto) si dissolverà presto...