PDA

Visualizza Versione Completa : La Russia vuole l' alleanza con gli USA



Avanguardia
02-07-09, 11:07
http://it.notizie.yahoo.com/10/20090702/twl-russia-usa-rapporti-piu-sicuri-e717a22.html

(ANSA) - MOSCA, 2 LUG - Il presidente russo Medvedev spera che il summit con il collega Usa Obama confermi la disponibilita' a creare 'rapporti piu' sicuri'. 'Gli Usa dimostrano la disponibilita' a costruire rapporti con la Russia - afferma Medvedev nel videoblog di oggi - piu' sicuri e piu' moderni e anche noi siamo pronti a farlo'.Nel corso della visita a Mosca dal 6 all'8 luglio, il presidente Usa incontrera' anche l'ultimo presidente dell'Urss Mikhail Gorbaciov. Lo rende noto l'agenzia Ria Novosti.

msdfli
02-07-09, 12:27
http://it.notizie.yahoo.com/10/20090702/twl-russia-usa-rapporti-piu-sicuri-e717a22.html

(ANSA) - MOSCA, 2 LUG - Il presidente russo Medvedev spera che il summit con il collega Usa Obama confermi la disponibilita' a creare 'rapporti piu' sicuri'. 'Gli Usa dimostrano la disponibilita' a costruire rapporti con la Russia - afferma Medvedev nel videoblog di oggi - piu' sicuri e piu' moderni e anche noi siamo pronti a farlo'.Nel corso della visita a Mosca dal 6 all'8 luglio, il presidente Usa incontrera' anche l'ultimo presidente dell'Urss Mikhail Gorbaciov. Lo rende noto l'agenzia Ria Novosti.

LEGGIAMOLA BENE

Cosa ha da dire oggi Dmitrj Medvedev ai leader dell' Unione Europea e al presidente Sarkozy nel vertice-lampo di Nizza, appena quattro ore in cui i 27 paesi membri dell' Ue valuteranno se riprendere il dialogo con Mosca, dopo il black-out deciso da Bruxelles lo scorso agosto per la crisi del Caucaso e la guerra con la Georgia?
Che Mosca ha tutte le intenzioni di riallacciare i rapporti con l' Ue nel migliore dei modi, così come con gli Stati Uniti. E giocoforza, Medvedev non potrà evitare di mettere in primo piano le priorità della sicurezza europea e di quella energetica. Il presidente russo ha anticipato la sostanza del «nuovo corso» cremliniano in una intervista al quotidiano Le Figaro, nella quale ha affermato che è pronto ad accantonare la minacciosa decisione di dispiegare i missili Iskander nell' enclave di Kaliningrad - la regione baltica russa incastonata tra la Lituania e la Polonia - se Obama rinuncerà al progetto di Bush e ridimensionerà lo «scudo» rinunciando all' installazione delle dieci postazioni in Polonia.
Posizione che indirettamente ha ribadito parlando durante la tavola rotonda tra gli imprenditori russi ed europei, a Cannes ieri pomeriggio. La Russia è aperta allo sviluppo dei rapporti con gli Usa e spera che l' incontro con Barak Obama «si possa tenere quanto prima». «Ci siamo messi d' accordo che ci vedremo al più presto.
Nessuna pausa aiuta a risolvere la crisi in corso», ha detto Medvedev, augurando poi fortuna a Obama perché «ha da affrontare una quantità enorme di problemi, sia economici che politici e da come li risolverà dipendono molti processi nel mondo».
Bisogna gettare «le fondamenta per una nuova Bretton Woods», è l' appello di Mosca diretto ai partner occidentali, «esso dovrà comprendere nuove istituzioni internazionali per il credito, un nuovo sistema di compatibilità e un nuovo sistema per assicurare i rischi, di cui dovranno tener conto tutti i paesi».
Per dar peso e credibilità a questa idea, Medvedev sottolinea di averne già parlato con alcuni partner europei, «perché non è un segreto, abbiamo la stessa visione sulla genesi e la natura della crisi»: Berlusconi, il premier britannico Gordon Brown e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno potuto conoscere in anteprima i propositi russi.
Che è come dire: questi sono i nostri interlocutori privilegiati nella Ue, con l' Unione la Russia ha bisogno di «rapporti più stretti possibili» sul fronte politico ma soprattutto su quello economico, che è la vera urgenza del momento, «abbiamo necessità di investimenti reciproci. L' Europa è il più grande consumatore di energia russa e noi siamo grandi acquirenti di tecnologia e prodotti europei». Con una stilettata alla commissione europea che ha deciso di interrompere le trattative con la Russia, dopo la guerra con la Georgia: «La decisione dell' attuale amministrazione americana di dispiegare un sistema di difesa antimissile senza aver ottenuto il consenso dell' Europa né dei suoi alleati della Nato è un vero problema». Però, Mosca aspetta Obama: siamo sicuri, fa capire Medvedev, che con lui si potrà rilanciare un nuovo «patto di sicurezza pan-europeo» e, addirittura, un sistema di sicurezza globale, che riguardi gli Usa, l' Ue e la Russia». La sicurezza multipolare. Tanto cara a Putin.

LA REPUBBLICA ON LINE

Avanguardia
02-07-09, 14:54
Appunto. La Russia desidera l' intesa con l' occidente euro-americano, adesso questo obiettivo è a portata di mano perchè con l' avvento di Barak Obama gli USA portano avanti una politica estera più pragmatica. USA e Russia hanno un nemico comune: la Cina che irrompe geopoliticamente nello spazio geopolitico russo e che mantiene gli USA sotto ricatto economico.

msdfli
02-07-09, 16:09
Appunto. La Russia desidera l' intesa con l' occidente euro-americano, adesso questo obiettivo è a portata di mano perchè con l' avvento di Barak Obama gli USA portano avanti una politica estera più pragmatica. USA e Russia hanno un nemico comune: la Cina che irrompe geopoliticamente nello spazio geopolitico russo e che mantiene gli USA sotto ricatto economico.

scusami ma nn sono per nulla d'accordo
ti ho già postato molti link che abbiamo raccolto
nell'altro post.

Diciamo che penso che gli USA dovranno ascoltare di più
il radicalismo israeliano del pragmatismo obamiano.
A meno di un cambio di rotta, gli USA saranno più cauti
ma non credo che vedremo un asse USA RUSSIA.
Assolutamente no.

Come lo giudichi il raid di 4000 marines di oggi ?

Gli Usa devono volare bassi con la cina che ha in mano tutti
i suoi bond.

Ma questo astio RUSSIA CINA proprio non lo vedo :gratgrat::gratgrat::gratgrat:


leggi qui e dimmi cosa ne dici
http://msdfli.wordpress.com/2009/06/22/verso-un-asse-cina-russia/

Spetaktor
02-07-09, 17:17
Appunto. La Russia desidera l' intesa con l' occidente euro-americano, adesso questo obiettivo è a portata di mano perchè con l' avvento di Barak Obama gli USA portano avanti una politica estera più pragmatica. USA e Russia hanno un nemico comune: la Cina che irrompe geopoliticamente nello spazio geopolitico russo e che mantiene gli USA sotto ricatto economico.

La Russia ha trovato un presidente americano con il quale apparentemente si puo cercare il dialogo, a differenza di quello precedente che non parlava neppure con sua moglie. Cosa dovrebbe fare? Chiedere un bombardamento umanitario o una rivoluzione colorata, così a gratis?
E' evidente che fa buon viso a cattivo gioco: "facciamo un po di strada assieme" e nel frattempo infittisce i contatti con la Cina, rafforza lo SCO, cerca una nuova piattaforma di regole condivise sull'economia internazionale e, magari, trova qualche accordo vantaggioso con Venezuela ed Iran (e Libia, ovvimente).

Nazionalistaeuropeo
02-07-09, 22:17
Io non impazzisco di certo
per la Russia,ma affermare
"vuole un alleanza con gli USA"
è illogico,sbagliato.
Sempre che non siano impazziti,
gli interessi della Russia cozzano
con quelli americani,non vorrei
poi dilungarmi sulla cintura verde,
sulla Georgia,etc...

Nazionalistaeuropeo
02-07-09, 22:18
http://www.russiatoday.ru/Top_News/2008-07-24/Chavez_Russia_and_Venezuela_unite_as_oil__and__gas _giants.html

Ecco un esempio..o Chavez è un venduto..o
la storia dell'alleanza non quadra.

msdfli
03-07-09, 10:58
Alla faccia dell'apertura...:gluglu:

Obama ha gettato la maschera dell'arlecchino buono e ha messo l'elmetto


Obama: gli Stati Uniti fermeranno lo sviluppo di armi nucleari iraniane

Il presidente Usa: «Un Iran dotato dell'atomica darebbe il via una corsa agli armamenti in Medio Oriente»


WASHINGTON (USA) - Gli Stati Uniti sono determinati a fermare lo sviluppo di armi nucleari iraniane. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in un’intervista all’Associated Press. «Un Iran dotato di armi nucleari innescherebbe una corsa agli armamenti atomici in Medio Oriente, cosa che si potrebbe tradurre in un potenziale disastro» ha spiegato Obama.



RAPPORTI CON LA RUSSIA - Obama si è poi soffermato sui rapporti tra Stati Uniti e Russia e in particolare sulla figura dell'attuale primo ministro russo e vero e proprio leader ombra, vale a dire Vladimir Putin. «Putin conserva ancora molto potere. E' un uomo che mantiene un piede nel vecchio modo di fare affari e uno nel nuovo» ha detto Obama che sarà in visita a Mosca prima del G8.

msdfli
03-07-09, 11:26
Alla faccia dell'apertura...:gluglu:

Obama ha gettato la maschera dell'arlecchino buono e ha messo l'elmetto



RAPPORTI CON LA RUSSIA - Obama si è poi soffermato sui rapporti tra Stati Uniti e Russia e in particolare sulla figura dell'attuale primo ministro russo e vero e proprio leader ombra, vale a dire Vladimir Putin. «Putin conserva ancora molto potere. E' un uomo che mantiene un piede nel vecchio modo di fare affari e uno nel nuovo» ha detto Obama che sarà in visita a Mosca prima del G8.


riassunto degli ultimi eventi settimanali...non sembra che tiri buona aria...
speriamo che non prevalga in obama...il lato AIPAC....ma temo...

http://msdfli.wordpress.com/2009/07/03/il-maelstrom-di-obama/

http://msdfli.wordpress.com/2009/07/02/la-sfida-di-pyongyang/

Nazionalistaeuropeo
03-07-09, 17:07
Alla faccia dell'apertura...:gluglu:

Obama ha gettato la maschera dell'arlecchino buono e ha messo l'elmetto


Obama: gli Stati Uniti fermeranno lo sviluppo di armi nucleari iraniane

Il presidente Usa: «Un Iran dotato dell'atomica darebbe il via una corsa agli armamenti in Medio Oriente»


WASHINGTON (USA) - Gli Stati Uniti sono determinati a fermare lo sviluppo di armi nucleari iraniane. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in un’intervista all’Associated Press. «Un Iran dotato di armi nucleari innescherebbe una corsa agli armamenti atomici in Medio Oriente, cosa che si potrebbe tradurre in un potenziale disastro» ha spiegato Obama.



RAPPORTI CON LA RUSSIA - Obama si è poi soffermato sui rapporti tra Stati Uniti e Russia e in particolare sulla figura dell'attuale primo ministro russo e vero e proprio leader ombra, vale a dire Vladimir Putin. «Putin conserva ancora molto potere. E' un uomo che mantiene un piede nel vecchio modo di fare affari e uno nel nuovo» ha detto Obama che sarà in visita a Mosca prima del G8.
E così si scioglie come cacca al sole
la balla di certi che volevano un Obama...
filoiraniano. :postridicolo::postridicolo:

msdfli
03-07-09, 18:24
E così si scioglie come cacca al sole
la balla di certi che volevano un Obama...
filoiraniano. :postridicolo::postridicolo:

se per quello cè chi pensa che la RUSSIA stia cercando
accordi amichevoli verso la grande potenza USA.

Temo, che se gli americani, non se ne usciranno
con qualche altra guerra su larga scala...
la loro economia collasserà presto.
Dipende da quanto conta Israele in tutto questo...

msdfli
04-07-09, 21:34
Per completezza



Da quando Berezovskij e i suoi affiliati sono in esilio o costretti in Siberia, il Cremlino è diventato sempre più una sorta di club esclusivo, frequentato solo dai migliori individui. Tra questi il paziente e capace ministro russo degli esteri Sergej Lavrov (foto), costantemente al lavoro per trovare alle questioni soluzioni condivise, in una platea mondiale dove si ha la tendenza ad imporle. La prossima importante scommessa di Lavrov è quella di realizzare dei progressi nel prossimo dibattito sul disarmo e sullo scudo antimissile, che si svolgerà dal 6 all’8 luglio a Mosca in occasione della visita del presidente nord-americano Barack Obama.
Per chiarezza d’intenti e per dare qualche anticipazione su quella che sarà l’accoglienza e l’atmosfera generale delle giornate moscovite, il ministro ha fatto pubblicare ieri sul sito internet del dicastero il suo articolo “Relazioni Russia-Usa: verso nuovi orizzonti”.
Una testimonianza pubblica messa nero su bianco di tutta la buona volontà che c’è da parte del Cremlino. “Fedeli ai nostri impegni – si legge nell’articolo di Lavrov – conformi all’articolo VI del trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari (TNP), ci applicheremo a far avanzare il processo bilaterale di disarmo e di controllo sugli armamenti. In questi ultimi anni, abbiamo troppo a lungo tergiversato su problemi come lo START e l’ABM, ora dobbiamo recuperare il ritardo.
Nella sua dichiarazione del 20 giugno scorso, il presidente Dmitrij Medvedev dichiara che la Russia è pronta ad andare molto lontano. Un progresso reale in materia darebbe la speranza concreta di poter fare passi avanti verso il traguardo di un mondo denuclearizzato”.
Belle parole e nobili fini. Chissà se la controparte la pensa allo stesso modo.
La questione ha anche una certa urgenza. Il trattato START attuale scade il prossimo 5 dicembre. Firmato il 31 luglio 1991, il trattato impegnava ognuna delle parti a limitare a 6000 il numero delle testate nucleari e a 1600 quello dei vettori. Tra gli obblighi anche quello di ispezioni reciproche dei siti usati per lo stoccaggio e la distruzione delle armi. Russia e Usa hanno il 90 per cento dell’arsenale nucleare mondiale, è nell’interesse di tutti che tra una settimana siano entrambi dell’umore giusto.
Secondo la stampa americana, Obama avrebbe inviato una lettera segreta al presidente russo nella quale si dice pronto a rinunciare allo scudo antimissile in Europa, terrore del Cremlino, in cambio dell’aiuto di Mosca nella questione del nucleare iraniano. Ancora qualche giorno e vedremo in che mani siamo.


http://www.rinascita.info/cc/RQ_Mondo/EkuyuyZEEkXpDPKGtm.shtml

msdfli
05-07-09, 10:55
«Gli Usa non sono più intransigenti Con Obama soluzioni possibili»
Il presidente Medvedev: «La Nord Corea ci preoccupa più dell'Iran»

MOSCA — Alla vigilia della visita di Barack Obama in Russia e del G8 dell'Aquila, il presidente Dmitrij Medvedev ha accettato di rispondere alle domande del Corriere nella sua dacia di Barvikha, alle porte della capitale.

Signor Presidente, il pulsante «reset» proposto dagli Stati Uniti ha funzionato? «I nostri rapporti con Washington hanno in effetti avuto una nuova partenza. Con la precedente Amministrazione le relazioni personali tra i leader erano calorose, mentre il confronto politico doveva fare i conti con numerosi dissensi. Oggi è diverso. Ho parlato da poco al telefono con Obama della riduzione dei nostri armamenti strategici offensivi. Ma durante il nostro incontro affronteremo anche altri temi come le crisi regionali e la congiuntura economica mondiale. Io sono moderatamente ottimista e, da quello che ho colto nella conversazione, penso che lo sia anche lui. Vedremo come andranno i colloqui; in ogni caso ci conosceremo meglio, e questo è importante per tutto il mondo».

L'accordo sugli arsenali nucleari sarà possibile anche senza un'intesa che riguardi lo scudo anti-balistico che incontra l'opposizione della Russia? Questo vuol dire che gli Stati Uniti devono rinunciare completamente al loro progetto? «No, credo che i due temi siano interdipendenti perché non si può discutere di missili offensivi senza parlare di quelli difensivi. La nostra opposizione allo "scudo" in Repubblica Ceca e in Polonia non è un mistero. La precedente Amministrazione Usa su questo era intransigente, mentre quella attuale è disposta a discutere».

Questo vuol dire che gli Stati Uniti devono rinunciare completamente al loro progetto?... «Credo che saremo capaci di trovare una soluzione ragionevole. Non è assolutamente necessario cancellare tutte le decisioni prese in precedenza. Basta dare prova di moderazione. Noi non siamo contrari a sviluppare questi strumenti di difesa, ma crediamo non debba trattarsi di iniziative unilaterali dirette contro una parte disponibile al dialogo come la Russia. Se proprio vogliamo parlare di una difesa anti-missilistica, allora ci vuole un sistema globale capace di far fronte a tutte le minacce reali».

Gli americani sostengono che lo «scudo» serva soprattutto a fermare eventuali missili iraniani. Ma la Russia, anche dopo gli ultimi tragici fatti post-elettorali, viene considerata troppo morbida verso Teheran... «L'Iran è un nostro importante partner; abbiamo rapporti economici rilevanti e dobbiamo anche affrontare una serie di sfide comuni, come il traffico di droga e il terrorismo. Sul programma nucleare iraniano abbiamo la stessa posizione delle altre potenze: è lecito soltanto l'uso civile sotto il controllo dell'Agenzia atomica. E quanto ai disordini scoppiati dopo le elezioni, credo che gli iraniani debbano risolvere da soli i loro problemi interni. Quello che conta per noi è che l'Iran sia un Paese stabile».

Perché con la Corea del Nord il Cremlino è più severo? «Pyongyang ci preoccupa di più perché non ha alcun dialogo con il resto del mondo. Dispone di vettori a medio e lungo raggio, ed esiste il pericolo che le passioni possano far crescere la tensione con la Corea del Sud, il Giappone, la Cina e la Russia». Che intende per passioni? «Mi riferisco alle dichiarazioni bellicose di questi ultimi tempi». E Ahmadinejad non le sembra altrettanto bellicoso? «Iran e Corea del Nord sono casi diversi. Del resto Obama tende la mano all'Iran e noi appoggiamo la sua linea. Sanzioni supplementari contro Teheran non sarebbero produttive e potrebbero anzi complicare la situazione».

Cosa si aspetta dal G8 dell'Aquila? «In Italia dovremo occuparci soprattutto della crisi economica, ma sul tavolo ci sono anche altri temi importantissimi, come la difesa dell'ambiente, gli aiuti ai Paesi poveri e le crisi regionali». Molti dicono che Berlusconi è il difensore della Russia. Lo considerate il vostro «avvocato»? «Che vuol dire avvocato? Non siamo in tribunale e non abbiamo ingaggiato alcun avvocato difensore. È vero che abbiamo rapporti di particolare amicizia. Discutiamo spesso assieme le questioni internazionali; ci siamo sentiti al telefono recentemente e abbiamo parlato di come far ripartire il dialogo tra Russia e Nato. Il presidente del Consiglio ha detto di voler rilanciare lo spirito di Pratica di Mare e io credo che abbia ragione. Noi sosteniamo pienamente le idee e le iniziative che il premier italiano periodicamente suggerisce con la brillantezza che gli è propria».

Berlusconi può essere il mediatore giusto tra Russia e America? «Noi contiamo sul suo aiuto e sul suo sostegno di amico. Ma questo non vuol dire che comunichiamo con gli altri Paesi attraverso l'Italia e il capo del suo governo».

Al G8 parlerete delle riforme necessarie per evitare una nuova crisi globale? «Si tratta di cambiare l'architettura finanziaria internazionale. Ne abbiamo discusso al G20 di Londra, ora lo faremo al G8 e poi di nuovo al G20 di Pittsburgh. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti. Servono nuovi standard finanziari globali e ci vuole una riforma delle Organizzazioni internazionali a cominciare dal Fondo Monetario al quale sono stati affidati 1.100 miliardi di dollari».

La Russia suggerirà anche di ricorrere a nuove monete di riserva? «Il sistema attuale basato su dollaro ed euro ha dei difetti. Mi rendo conto che non è realistico pensare oggi a un'alternativa, ma in futuro serviranno altre valute di riserva stabili. Due o anche tre monete mondiali non sono più sufficienti, ci vogliono valute di riserva regionali. A più lungo termine occorrerà pensare anche a una sola unità di pagamento quali sono i Diritti Speciali di Prelievo del Fondo Monetario Internazionale. Non possiamo essere tutti ostaggi della situazione economica di un solo Paese, come accade oggi con gli Stati Uniti».

Lei e il primo ministro Vladimir Putin avete le stesse idee su come uscire dalla crisi? «Le misure prese dal governo su mia indicazione stanno dando dei frutti. Naturalmente non tutto ci soddisfa e attueremo delle correzioni di rotta. Io seguo attentamente quello che fa l'esecutivo e se arrivo alla conclusione che in alcuni casi agisce troppo lentamente, lo dico apertamente. Questo è del tutto normale».

E i suoi rapporti personali con Putin? «I nostri rapporti sono eccellenti e ci parliamo continuamente. Ci conosciamo da vent'anni. Abbiamo relazioni di lavoro cameratesche anche se legate alle rispettive cariche. Io prendo tutte le decisioni strategiche interne e internazionali; lui ha il compito di organizzare il funzionamento dell'economia. E in questo momento si tratta di un ruolo molto difficile».

Anche la guerra alla corruzione che lei ha promesso non è facile... «Il livello raggiunto in Russia è altissimo e noi dobbiamo fare di tutto per modificare la situazione. Abbiamo preso varie iniziative, come la pubblicazione dei redditi di tutti i funzionari pubblici e dei loro familiari, e questo è solo l'inizio».

A livello internazionale c'è preoccupazione anche per lo stato della giustizia. Il caso Khodorkovskij ne è un esempio. «Ogni vicenda ha la sua storia. Se parliamo dei problemi che riguardano il business, non mancano i processi in altri Paesi. Lì ci sono sanzioni assai pesanti. Ad alcuni imprenditori vengono inflitte pene fino a 150 anni, come è accaduto negli Usa, e questo non suscita scandalo».

Ma lei pensa che il caso Madoff negli Stati Uniti e il caso Khodorkovskij in Russia siano simili? Nella comunità internazionale molti credono che nel processo all'ex patron della Yukos esistano motivazioni politiche... «Io la vedo in maniera diversa: da un punto di vista puramente giuridico, il presidente non può fare altro. Khodorkovskij e alcuni altri imprenditori sono stati condannati in tribunale, non si è trattato di provvedimenti politici».

Khodorkovskij potrà ottenere la grazia? «La nostra procedura è precisa: chi vuole si rivolge al presidente, si riconosce colpevole e chiede l'atto di clemenza».

Darete una mano agli americani in Afghanistan? «Prevediamo di usare le forze armate solo per respingere un'aggressione, salvaguardare la vita di nostri cittadini e stroncare un attacco terroristico. Collaboreremo con l'Alleanza ma non invieremo certamente truppe».

In quel Paese non l'hanno spuntata né gli inglesi né i sovietici. Crede che gli americani e la Nato ce la faranno? «Con il solo uso della forza certamente no. Il problema in Afghanistan non è soltanto militare, occorre far rinascere il sistema politico, creare una società moderna, debellare il traffico di droga».

Una visita del Papa a Mosca è più vicina? «Col Vaticano la Russia ha buoni rapporti. Quanto alle relazioni tra la Santa Sede e il Patriarcato ortodosso, non dubito che le due Chiese se la possano cavare senza il Cremlino».

Fabrizio Dragosei e Franco Venturini
05 luglio 2009

msdfli
06-07-09, 18:14
Mosca, Obama e Medvedev firmano
un accordo sul disarmo nucleare
Prevede la riduzione degli arsenali atomici a 1.500-1675 testate. Restano invece divergenze sullo scudo antimissile

Obama e Medvedev (Reuters)
Obama e Medvedev (Reuters)
MOSCA - Obama e Medvedev hanno firmato un accordo sul disarmo nucleare che prevede la riduzione degli arsenali atomici a 1.500-1.675 testate e 500-1.100 vettori balistici per ciascun Paese entro 7 anni. Il memorandum non ha valore giuridico ma solo politico e serve da base per il proseguimento dei negoziati sul rinnovo del Trattato Start I, che scade il 5 dicembre. Superate le divergenze sul taglio degli arsenali atomici tra Russia e Usa resta invece ancora il completo disaccordo sul progetto di scudo antimmissile che Washington vuole installare in Repubblica Ceca e Polonia. Lo ha annunciato il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov: «Nella dichiarazione congiunta dei due presidenti si legge che le parti vogliono continuare a discutere su come rilanciare la cooperazione per reagire alla diffusione dei missili balistici. Ciò significa che noi non siamo ancora d'accordo nel valutare quali sono le conseguenze di certe decisioni dell'amministrazione Usa», ha aggiunto, ricordando che « per noi il problema rimane aperto»

ALTRO ACCORDO SULL'AFGHANISTAN - Un altro punto sui quali si è già registrata un'intesa è quello legato all'autorizzazione della Russia all’utilizzo del suo spazio aereo per il transito di soldati e materiali militari statunitensi verso l’Afghanistan. In base all’accordo, gli Usa potranno compiere sino a 4.500 voli l’anno senza pagare dazi o senza scali intermedi. Per gli Usa, sottolinea un funzionario che chiede l’anonimato, in attesa della firma ufficiale, questo comporterà un risparmi di 133 milioni di dollari.

STRAORDINARI PROGRESSI - Il presidente americano si è detto fin da subito ottimista circa i risultati della sua visita a Mosca, dicendo che si possono ottenere «straordinari progressi» in vari campi «se lavoriamo insieme». Obama ha citato in particolare i temi della sicurezza, dell'energia e della tutela ambientale. «Washington e Mosca - ha detto - hanno più cose in comune che differenze e se lavoriamo duro nei prossimi giorni possiamo fare straordinari progressi che porteranno benefici ai popoli di entrambi i Paesi». Dal canto suo, Medvedev ha affermato che la visita di Obama a Mosca «è un evento importante nella storia delle relazioni russo-statunitensi che aiuterà ad aprire nuove pagine».

L'ATTERRAGGIO - Quello di Obama è il suo primo viaggio da presidente degli Stati Uniti in Russia, un vertice di due giorni che lo vedrà a colloquio con Medvedev e poi con il premier Vladimir Putin. L'Air Force One è atterrato all'aeroporto di Vnukovo 2, dove Obama è stato il primo visitatore straniero del nuovo terminal passeggeri.

IL PROGRAMMA - Sarà una maratona: il presidente Obama ha in programma almeno quattro ore di colloqui con Medvedev al Cremlino, seguiti dalla conferenza stampa congiunta dove sarà annunciato il contenuto dell'accordo quadro raggiunto per il proseguimento dei negoziati sulla riduzione degli armamenti strategici. Obama dedicherà a Medvedev anche la serata: il presidente Usa e la first lady Michelle saranno ospiti di una cena nella abitazione del presidente russo con un numero ristretto di invitati. L'ampio tempo messo in programma per i colloqui consentirà ai due leader di affrontare, oltre alla questione nucleare, anche i temi di maggiore attualità internazionale come l'Afghanistan, l'Iran, la Corea del Nord e il Medio Oriente. Martedì mattina Obama incontrerà invece a colazione il premier russo Vladimir Putin, che ha accusato alcuni giorni fa di avere ancora un piede nella Guerra Fredda.

msdfli
09-07-09, 07:48
Mosca contraria alla linea dura. Washington: un summit sulla sicurezza nucleare
Iran, no a violenze e negazionismo
Gli Otto deplorano la repressione dopo il voto e invocano il dialogo



L'AQUILA- «Violenza post-elettorale». È con questa espressione asettica, ieri, che il G8 ha definito le cariche ordina*te in Iran dal regime di Mah*moud Ahmadinejad ai miliziani basiji affinché spezzassero le os*sa a studenti indignati per le irre*golarità nelle elezioni del 12 giu*gno. Malgrado gli sherpa ci aves*sero lavorato da settimane, al*l’Aquila la dichiarazione sulla po*litica internazionale è stata la più travagliata. Tra i capi di Sta*to e di governo dei Paesi più svi*luppati del mondo con l’aggiun*ta della Russia, Barack Obama e altri hanno fronteggiato pressio*ni britanniche e francesi a favore di un inasprimento delle sanzio*ni. Poi gli Otto hanno sancito: «Restiamo impegnati a trovare una soluzione diplomatica alla questione del programma nucle*are dell’Iran». I timori geopoliti*ci hanno prevalso sull’indigna*zione (occidentale, non russa) per la repressione.

In una dichiarazione che fa proprio l’obiettivo obamiano di «un mondo senza armi atomi*che », il paragrafo su Teheran è derivato da un gioco di equilibri mentre la Casa Bianca faceva sa*pere che il presidente Usa vorreb*be organizzare per marzo 2010, a Washington, un vertice sulla si*curezza nucleare con un numero di Paesi tra i 25 e i 30. «Conti*nuiamo a essere seriamente pre*occupati dagli eventi in Iran. Ri*badiamo il nostro totale rispetto per la sovranità dell'Iran. Al tem*po stesso, deploriamo la violen*za post-elettorale», è stato scrit*to nella versione finale della di*chiarazione del G8. Pur valutan*do come «inaccettabili» le «de*tenzioni ingiustificate dei giorna*listi » e «gli arresti di stranieri», il documento è ricorso a un ap*pello singolare per un Paese nel quale la legge ha un valore relativo: «Risolvere la situazione attraverso un dialogo democrati*co sulla base dello Stato di dirit*to ». Che la Repubblica islamica non avrebbe ricevuto drastiche messe in guardia era intuibile. La Russia è contraria a una linea dura verso Teheran. Obama è orientato a non ritirare ancora l’offerta di dialogo già rivolta al*lo Stato degli ayatollah per indur*lo a non dotarsi di bomba atomi*ca. «È molto importante per la Comunità internazionale parlare con Paesi come l’Iran e la Corea del Nord per incoraggiarli a com*piere passi che non portino alla prolife*razione nucleare», ha detto il presidente Usa. All’Aqui*la i test atomici di Pyongyang so*no stati condannati come «peri*colo per la pace».

«Per ora non ci sono le condi*zioni», aveva risposto Franco Frattini a chi gli domandava se dal G8 sarebbero state concorda*te azioni più decise contro l’Iran. «Troveremo la parola giusta, che sia di condanna o deplorazio*ne », aveva aggiunto. Considera*to che non si definiva illegittima la presidenza di Ahmadinejad, su richiesta della Francia per bi*lanciare il messaggio è stata ri*servata la condanna a un aspetto sul quale è arduo risparmiarsela: i membri del G8 «condannano le dichiarazioni» di Ahmadinejad «che negano l’Olocausto». Una novità da parte del G8, ma i suoi membri lo avevano già detto.