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Visualizza Versione Completa : decrescita, una svista clamorosa di m. fini



ziopaperone
22-02-12, 19:45
quando si parla di tradizione europea, sotto il profilo della dimensione economica credo si intenda una posizione culturale lontana tanto dallo statalismo dirigista quanto dal mercato inteso come tecnocratico e dominato dal big business.
le posizioni alternative a mio parere sono quelle che fanno riferimento alla società naturale, all'autogoverno locale, allo spontaneismo solidale etc etc.

male fa massimo fini a continuare a dare visibilità sui suoi siti e in alcuni suoi articoli alla decrescita di Latouche e de benoist, pur di dare addosso alle manie da cresicta del pil, che sono manie tecnocratiche, burocratiche statistiche etc.
non è necessario cadere in simili astrattezze tardo marxiste e pauperistiche per rigettare il mercatismo a la monti (calato dall'alto delle burocrazie statali) e lo statalismo dei politicanti di ogni risma.
l'alternativa esiste già, ed è stata segnata dall'incontro progressivo tra tradizioni europee differenti. in Usa questa tradizione è tenuta viva dai paleoconservatori e paleolibertarian, tra mille problemi. prevale in queste correnti politico-culturali una visione tradizionale improntata al cattolicesimo e alla società naturale. i paleo sono antiimperialisti a casa loro, e ci vuole più coraggio di un europeo per dirsi, da americani, contro l'imperialismo americano. sono contro le burocrazie sovranazionali tipo wto, nafta, fmi etc etc.

se Fini seguisse di più la campagna di R. paul forse chissà, comincerebbe a liberarsi di questa infatuazione per gli antropologi e i sociologi fuori tempo massimo.

Dark Knight
22-02-12, 19:55
quando si parla di tradizione europea, sotto il profilo della dimensione economica credo si intenda una posizione culturale lontana tanto dallo statalismo dirigista quanto dal mercato inteso come tecnocratico e dominato dal big business.
le posizioni alternative a mio parere sono quelle che fanno riferimento alla società naturale, all'autogoverno locale, allo spontaneismo solidale etc etc.

male fa massimo fini a continuare a dare visibilità sui suoi siti e in alcuni suoi articoli alla decrescita di Latouche e de benoist, pur di dare addosso alle manie da cresicta del pil, che sono manie tecnocratiche, burocratiche statistiche etc.
non è necessario cadere in simili astrattezze tardo marxiste e pauperistiche per rigettare il mercatismo a la monti (calato dall'alto delle burocrazie statali) e lo statalismo dei politicanti di ogni risma.
l'alternativa esiste già, ed è stata segnata dall'incontro progressivo tra tradizioni europee differenti. in Usa questa tradizione è tenuta viva dai paleoconservatori e paleolibertarian, tra mille problemi. prevale in queste correnti politico-culturali una visione tradizionale improntata al cattolicesimo e alla società naturale. i paleo sono antiimperialisti a casa loro, e ci vuole più coraggio di un europeo per dirsi, da americani, contro l'imperialismo americano. sono contro le burocrazie sovranazionali tipo wto, nafta, fmi etc etc.

se Fini seguisse di più la campagna di R. paul forse chissà, comincerebbe a liberarsi di questa infatuazione per gli antropologi e i sociologi fuori tempo massimo.

Condivido quello che dici però credo che la decrescita potrebbe essere la scossa per riazionare tutto

ziopaperone
23-02-12, 13:48
aggiungerei che tutto quello che c'era da dire sulle storture della prima rivoluzione industriale, che si sono perpetuate nella seocnda la terza e le altre che verranno, se verranno, è stato già ampiamente e magnificamente detto da un'intera generazione romantica e decadente del 19 sec., soprattutto britannica e tedesca. si pensi solo a Edmund Burke come precursore di sensibilità meno politiche di lui e più letterarie e filosofiche come Coleridge, Carlyle, Newman, Ruskin, alla figura del tory per eccellenza Benjamin Disraeli e il suo One Nation Conservatism. si pensi a T. S. Eliot e al distributismo di chesterton. alla rivoluzione conservatrice. allo stesso comunitarismo repubblicano di mazzini. tutti grandi temperamenti religiosi e antimaterialisti. e se c'è una chiave di volta per la tradizione europea è la ricchezza del decentramento politico, contro ogni astrattezza filosofica, di destra o sinistra o centro. la società naturale dovrebbe essere questo. e questo è nella tradizione europea.