PDA

Visualizza Versione Completa : Purgatorio? Intuizione divina, invenzione d'uomo, blasfemia o cos'altro?



solocristiano
28-02-12, 17:49
.Questo di Pietro è un passo molto difficile da interpretare.

Beh, capisco che "questo di Pietro è un passo difficile da interpretare" giacchè la chiesa (tutte) ha insegnato che l'inferno è per l'eternità, e proprio non le va giù questo passo di Pietro sul fatto che Cristo abbia predicato a questi "spiriti" in carcere" la "liberazione dei prigionieri". Anzi, il solo modo in cui possono spiegarlo (alcuni dei loro teologi) è dicendo che è andato laggiù a predicare la loro dannazione. Che interpretazione orribile e crudele di quel passo, che Gesù sia andato laggiù a predicare a quei "disgraziati" solo per farli stare peggio, dando loro assolutamente nessuna speranza. Ma la Bibbia dice che ha predicato loro il Vangelo della liberazione dei prigionieri, e se loro si sono pentiti della loro ribellione (quando erano di qua), ebbene alla fin fine sono stati liberati (di là). Così arriverà il momento che dopo i tormenti, le punizioni e castighi per la loro empietà e per i guai che hanno causato, si pentiranno e chiederanno di essere salvati (almeno quelli che ne hanno abbastanza) da quell'inferno. Difatti, a cosa serve punire le persone se è totalmente impossibile insegnare loro qualcosa e se non cambiano mai, non si rigenerano mai, non imparano mai? Insomma, quell'inferno o meglio ancora quell'infernale purgatorio sarebbe uno spreco di tempo assolutamente inutile, se non venisse usato per nient'altro che dare a queste persone (cattive) una sofferenza eterna, cosa che penso che quasi nessuno si meriti, a parte lo stesso diavolo e alcuni simili a lui, tipo Hitler e di quel tipo. Ma qualsiasi siano i peccati e comunque possa essere colpevole il reo, riceveranno quello che dice la parola di Dio - una punizione giusta e onesta, come è onesto il buon Dio. E sia che ricevano "pochi colpi o molti colpi" (Luc. 12:47,48), arriveranno tutti ad una fine. Insomma, pochi è un numero e molti è un numero e, pochi o molti che siano, avranno fine quando loro ne avranno ricevuti abbastanza da aver realizzato il proposito di farli pentire, far vedere loro la Luce, farli ravvedere e girare e cambiare. E alla fine "i prigionieri" verranno liberati dalle loro prigioni e dalle loro punizioni, e i casi peggiori, dai loro tormenti, qualsiasi essi siano. Beh, questo è il mio modo di vedere questo passo di Pietro - che Dio non è un mostro che terra' eternamente nelle fiamme questi malvagi, come certi buoni e santi religiosi vorrebbero che egli facesse. Per me, invece Dio è giusto, Dio è amorevole, Dio è puro, Dio è Santo ed è perfetto, e tutto si risolverà perfettamente a lungo andare. Ci saranno un giudizio e un castigo perfetti per gli empi e una ricompensa perfetta per i giusti. Così, anche se i colpevoli verranno puniti per la loro malvagità e il rifiuto del Salvatore del mondo, quando il castigo sarà finito e avranno imparato la loro lezione, verranno liberati (dall'inferno) --- E quella è l'idea di tutto. Cioè liberati dalla Grazia di Dio e del perdono di Cisto, proprio come tutti noi che già oggi, siamo stati liberati per l'eternità. Come ci dice la sua Parola che - "Dio non vuole che alcuno perisca (sia separato dal suo Amore, per sempre), ma che (alla fine, sia qua che nell'aldilà), ma che T-U-T-T-I (proprio tutti!) giungano a ravvedersi" (2°Pt. 3:9). Ebbene, siccome lo stesso Gesù è andato a liberare quelli che erano laggiù ai suoi tempi, io prego anche per le anime di quelli che oggi si trovano nella stessa situazione dei loro simili di ieri. Credo che anche queste preghiere il buon Dio le ascolta, anche se tu mi dici che non si trova nelle Scritture alcun verso riguardo a preghiere per i defunti. Ma la stessa Scrittura a me dice: che contro l'Amore, non vi è "divieto", giacchè l'Amore è il compimento della legge e dov'è lo Spirito del Signore (che è Amore) vi è completa libertà.

Lucio P.
29-02-12, 15:58
Premesso che ognuno è libero di credere e agire come vuole, quanto hai affermato continua a non essere scritturale.

Poiché molti son chiamati, ma pochi eletti. (Matteo 22:14)

Questo sta a significare e fa appello proprio al libero arbitrio. Infatti l'Evangelo è e continuerà ad essere predicato in tutto il mondo e in tutte le lingue e dialetti; da qui la scelta che l'uomo deve compiere.
Molti sono coloro che pur avendo udito di Gesù e della grazia che Egli ha apportato, pochi sono coloro che l'accettano; ad essi è destinato il regno dei cieli. Non dimentichiamo come è anche scritto che, l'inferno è stato preparato per Satana e i suoi angeli. Non di meno coloro che non accettano la "grazia" è sintomo di rifiuto di quello che Dio stesso ha fatto!

Saluti

nomeutente
29-02-12, 18:19
Non è facile convincere la profondità del cuore dell'uomo riguardo all'esistenza del purgatorio, intendendosi per questo un luogo in cui passare del tempo, dopo la morte, durante il quale subire pene e castighi espiatori, per poi addivenire ad una situazione beata.

Di questo sono ben disposto a parlare.

largodipalazzo
29-02-12, 18:55
Non è facile convincere la profondità del cuore dell'uomo riguardo all'esistenza del purgatorio, intendendosi per questo un luogo in cui passare del tempo, dopo la morte, durante il quale subire pene e castighi espiatori, per poi addivenire ad una situazione beata.

Di questo sono ben disposto a parlare.
Ma il purgatorio.....non è quel luogo in voga dopo la controriforma per lucrare sulle indulgenze?:gratgrat: .

donerdarko
29-02-12, 21:14
Parlo da profano. Il purgatorio è la reminiscenza di un antichissima Verità, di cui si è perduto il significato.

Il Purgatorio è un'allegoria, la quale ha a che fare con tutti i tipi di sofferenza che fanno parte dell'esistenza umana. In un certo senso, il purgatorio esiste veramente. Ma noi lo creiamo.

Ci sono sofferenze inutili, che non porteranno mai a niente, con cui le persone tendono ad identificarsi continuamente: lo sono l'ira, l'irritabilità, l'impazienza, la noia, la paura, la depressione, l'ansiosità, la vanità, la gelosia, l'odio, l'invidia, l'avarizia, la tristezza, l'auto-condanna, l'apatia, e molte altre.

Questo è l'inferno. L'essere continuamente identificati con queste inutili sofferenze.

Ci sono invece altre sofferenze che potremmo definire "utili", intenzionali o volontarie, che portano l'uomo verso il "Regno di Dio", conducendolo lontano dall'inferno e dall'identificazione con i suoi stati negativi e le cattive abitudini.

Questa è la dimensione del purgatorio. Nel purgatorio si compiono "super-sforzi", digiuni, si cercano condizioni scomode, contrarie alle abitudini acquisite, si incontrano il dolore e la sofferenza allo stesso modo con cui ci si relaziona ad esperienze di estrema piacevolezza.

Questo atteggiamento nei confronti della vita non è affatto da etichettarsi come "morale". La morale è pietra morta, Verità insipida.

Per questo genere di disciplina è necessario bramare ardentemente lo scopo, il "Regno dei Cieli"; non è sufficiente attenersi al ricettacolo morale: altrimenti risulterebbe impossibile sottoporsi ad una simile disciplina interiore volontariamente ed ottenere qualche cosa. Se ne deve avvertire la necessità, l'impellenza; senza mai adagiarsi o sentirsi pervasi dal senso di soddisfazioni per gli sforzi compiuti.

Per questo il purgatorio è immaginato come posto ad un livello intermedio, tra l'inferno e il paradiso, come una fase di "transito".

Domenico
01-03-12, 03:55
.Questo di Pietro è un passo molto difficile da interpretare.

Beh, capisco che "questo di Pietro è un passo difficile da interpretare" giacchè la chiesa (tutte) ha insegnato che l'inferno è per l'eternità, e proprio non le va giù questo passo di Pietro sul fatto che Cristo abbia predicato a questi "spiriti" in carcere" la "liberazione dei prigionieri". Anzi, il solo modo in cui possono spiegarlo (alcuni dei loro teologi) è dicendo che è andato laggiù a predicare la loro dannazione. Che interpretazione orribile e crudele di quel passo, che Gesù sia andato laggiù a predicare a quei "disgraziati" solo per farli stare peggio, dando loro assolutamente nessuna speranza. Ma la Bibbia dice che ha predicato loro il Vangelo della liberazione dei prigionieri, e se loro si sono pentiti della loro ribellione (quando erano di qua), ebbene alla fin fine sono stati liberati (di là). Così arriverà il momento che dopo i tormenti, le punizioni e castighi per la loro empietà e per i guai che hanno causato, si pentiranno e chiederanno di essere salvati (almeno quelli che ne hanno abbastanza) da quell'inferno. Difatti, a cosa serve punire le persone se è totalmente impossibile insegnare loro qualcosa e se non cambiano mai, non si rigenerano mai, non imparano mai? Insomma, quell'inferno o meglio ancora quell'infernale purgatorio sarebbe uno spreco di tempo assolutamente inutile, se non venisse usato per nient'altro che dare a queste persone (cattive) una sofferenza eterna, cosa che penso che quasi nessuno si meriti, a parte lo stesso diavolo e alcuni simili a lui, tipo Hitler e di quel tipo. Ma qualsiasi siano i peccati e comunque possa essere colpevole il reo, riceveranno quello che dice la parola di Dio - una punizione giusta e onesta, come è onesto il buon Dio. E sia che ricevano "pochi colpi o molti colpi" (Luc. 12:47,48), arriveranno tutti ad una fine. Insomma, pochi è un numero e molti è un numero e, pochi o molti che siano, avranno fine quando loro ne avranno ricevuti abbastanza da aver realizzato il proposito di farli pentire, far vedere loro la Luce, farli ravvedere e girare e cambiare. E alla fine "i prigionieri" verranno liberati dalle loro prigioni e dalle loro punizioni, e i casi peggiori, dai loro tormenti, qualsiasi essi siano. Beh, questo è il mio modo di vedere questo passo di Pietro - che Dio non è un mostro che terra' eternamente nelle fiamme questi malvagi, come certi buoni e santi religiosi vorrebbero che egli facesse. Per me, invece Dio è giusto, Dio è amorevole, Dio è puro, Dio è Santo ed è perfetto, e tutto si risolverà perfettamente a lungo andare. Ci saranno un giudizio e un castigo perfetti per gli empi e una ricompensa perfetta per i giusti. Così, anche se i colpevoli verranno puniti per la loro malvagità e il rifiuto del Salvatore del mondo, quando il castigo sarà finito e avranno imparato la loro lezione, verranno liberati (dall'inferno) --- E quella è l'idea di tutto. Cioè liberati dalla Grazia di Dio e del perdono di Cisto, proprio come tutti noi che già oggi, siamo stati liberati per l'eternità. Come ci dice la sua Parola che - "Dio non vuole che alcuno perisca (sia separato dal suo Amore, per sempre), ma che (alla fine, sia qua che nell'aldilà), ma che T-U-T-T-I (proprio tutti!) giungano a ravvedersi" (2°Pt. 3:9). Ebbene, siccome lo stesso Gesù è andato a liberare quelli che erano laggiù ai suoi tempi, io prego anche per le anime di quelli che oggi si trovano nella stessa situazione dei loro simili di ieri. Credo che anche queste preghiere il buon Dio le ascolta, anche se tu mi dici che non si trova nelle Scritture alcun verso riguardo a preghiere per i defunti. Ma la stessa Scrittura a me dice: che contro l'Amore, non vi è "divieto", giacchè l'Amore è il compimento della legge e dov'è lo Spirito del Signore (che è Amore) vi è completa libertà.


Vorrei condividere con gli utenti di questo forum, una mia riflessione sul difficile testo di 1Pietro 3:18-20, sperando di contribuire al chiarimento sulla dottrina del “Purgatorio”, così come l’insegna la “Chiesa Cattolica Romana”.

L'ESEGESI DI 1 PIETRO 3:18﷓20

A questo punto crediamo che si debba esaminare il testo di 1 Pietro 3:18﷓20, anche se in questo testo si parla di Cristo e della sua predicazione, per vedere se la suddetta predicazione, ha una certa attinenza con quella di Noè, dato che dai tempi antichissimi fino a noi, non solo il testo in questione è stato oggetto di lunghe discussioni e di svariate interpretazioni, (un commentatore ha finanche scritto che il testo di Pietro è stato "torturato"), ma anche perché c'è una certa tendenza che vede una certa affinità tra l'una e l'altra predicazione. Il tutto ovviamente si è fatto e si fa, per cercare di capire e spiegare il testo, nel miglior modo possibile. Ecco cosa dice:

«perché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte nella carne, ma vivificato dallo Spirito, nel quale egli andò anche a predicare agli spiriti che erano in carcere, che un tempo furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate attraverso l'acqua» (1 Pie. 3:18﷓20).

L'esegesi di 1 Pietro 3:18﷓20, pone cinque quesiti, secondo G. Friedrich, che sarebbero:
1) Chi sono gli spiriti (gr. pneumata);
2) che cosa significa carcere (gr. fulaké);
3) Quando avvenne l'azione di andare (gr. poreutheis);
4) chi è il predicatore;
5) quale è il contenuto della predicazione.

Prima di addentrarci nell'esegesi così puntualizzata, si impone, a nostro avviso, mettere in evidenza il fatto della morte di Cristo. Pietro è molto specifico e preciso nello stesso tempo, quando afferma che Cristo «fu messo a morte nella carne», vale a dire, la parte del suo essere che subì la morte fu la carne, mentre del suo spirito, vien detto chiaramente: «Padre, nelle tue mani rimetto (o "consegno" (CEI) il mio spirito» (Luca 23:46), quindi, non fu soggetto alla morte. La frase: "vivificato dallo Spirito" (N. Diodati), o: "vivificato quanto allo spirito" (G. Luzzi, S. Garofalo), o: "reso vivo nello spirito" (CEI), o: "reso alla vita quanto allo spirito" (Paideia), o: "vivificato poi per lo Spirito" (A. Martini), o: "vivificato per lo Spirito" (G. Diodati, G. Ricciotti), bisogna vedere a che cosa si riferisca: se alla sua carne o al suo spirito.

Se è assodato che la morte colpì solamente la carne del Cristo, il suo corpo fisico, mentre il suo spirito, (da non confonderlo con lo Spirito di Dio), fu rimesso nelle mani del Padre, sorge spontanea formulare la seguente domanda: In quale stato lo spirito di Cristo fu consegnato nelle mani del Padre? Se si dovesse pensare ed ammettere che Cristo consegnò nelle mani del Padre il suo spirito in uno stato di morte, come essendo in uno stato di impotenza, non sapremmo spiegarci perché mai Cristo fece ciò, e come farla conciliare col testo lucano che afferma che, dopo di aver «detto questo, rese lo spirito», vale a dire morì. Mentre se si pensa e si crede, (come crediamo debba essere compreso e creduto il testo lucano), che lo spirito di Cristo era quella parte vivente del suo essere che si trovava in lui, e del quale non era possibile che gli uomini lo potessero mettere a morte, perché apparteneva appunto a un altro regno della vita, appare chiaro quindi, che non è possibile che, l'azione descritta dal termine greco zóopoiétheis, che significa:

1. Generare essere vivente
2. dare la vita, vivificare
3. conservare la vita
4. ricevere la vita, essere in vita, vivere,

Possa essere applicata al suo spirito; di conseguenza, non restando un'altra alternativa, necessariamente debba riferirsi alla carne, al corpo fisico di Cristo, e questo naturalmente equivale a mettere in risalto la verità della sua risurrezione. D'altra parte, la risurrezione di Cristo ha a che fare con il suo corpo e non col suo spirito; perché del suo corpo è detto chiaramente che morì, ma mai del suo spirito. In conseguenza di questa accertata verità biblica, è insostenibile pensare di rendere: "reso vivo nello spirito" o "reso alla vita quanto allo spirito", senza pensare alla vivificazione dello spirito di Cristo, cosa che non è detta in nessun punto della Scrittura e che gli stessi termini della risurrezione, non siano capovolti. Ma se si pensa, in armonia con l'insegnamento della Scrittura, che la risurrezione di Cristo non avvenne in virtù di una forza o prerogativa umana, ma per la virtù di Dio, va preferita la traduzione: "dallo Spirito" o "per lo Spirito". In tal caso, il concetto di "vivificare" o "rendere alla vita", espresso dal termine greco zóopoiétheis, resta vincolato alla sola carne, al solo corpo fisico di Cristo.

Si potrebbe chiedere: Qual'è l'importanza e il valore di questa puntualizzazione? Questa puntualizzazione l'abbiamo fatta, per far notare, che Cristo non andò a predicare agli «spiriti che erano in carcere», con la sua carne, ma nello stato di essere vivificato, vale a dire in qualità e con le caratteristiche di essere spirituale. Se poi si rispetta l'ordine in cui le tre parole greche, thanatótheis = morte; zóopoiétheis = vivificare e poreutheis = andare, sono state messe nel testo di 1 Pietro 3:18,19, la spiegazione che abbiamo dato appare molto più chiara e convincente nello stesso tempo.

Fatta questa precisazione, che vuole essere anche una valida introduzione per l'esegesi di 1 Pietro 3:18﷓20, si può benissimo affrontare l'esame del testo e prendere in esame le diverse interpretazioni che si sono fatte, dai tempi antichissimi fino all'esegesi moderna.

Invece di seguire l'ordine proposto dall'esegesi di cui sopra, preferiamo cominciare dal punto tre.

1. QUANDO CRISTO ANDÒ A PREDICARE AGLI SPIRITI IN CARCERE

Prima di chiedere quando fu che Cristo andò a predicare agli «spiriti che erano in carcere», crediamo sia importante, ai fini di una giusta valutazione e di una equilibrata interpretazione, ricordare che Pietro, in questo passo che stiamo esaminando, e non in un'altro testo, parli chiaramente della morte e della risurrezione di Cristo. Se Cristo non andò con la sua carne, quindi prima della sua morte, ma vi andò in uno stato di essere "vivificato", è insostenibile quell'interpretazione che vorrebbe che «Cristo preesistente tenne, con intime esortazioni, ai contemporanei di Noè, racchiusi nell'ignoranza e nel peccato come in un carcere» (interpretazione sostenuta da Agostino e più tardi lo seguì Tommaso d'Aquino e, ultimamente Wohlenberg). E' anche insostenibile l'altra interpretazione secondo la quale nel tempo che va dalla morte alla risurrezione, Cristo, «col suo spirito», si recò dagli spiriti incarcerati. Pietro non dice che Cristo si recò col suo spirito a predicare agli spiriti incarcerati, e tanto meno che egli lasci presupporre una simile ipotesi.

Se ciò fosse vero, nell'enunciato di 1 Pietro 3:19, si dovrebbe parlare che solo una parte di Cristo, cioè il suo spirito, «si separò», (come afferma David H. Wheaton nel suo commentario) e si recò nel carcere, dato che l'altra parte, la sua carne era nel sepolcro. Mentre se invece, si tiene presente quello che effettivamente dice Pietro, cioè che Cristo, nella sua totalità del suo essere, vale a dire, nello stato di essere "vivificato", si recò agli spiriti in carcere, questo equivale a dire che ciò avvenne dopo la sua risurrezione, e non durante i tre giorni della sua morte, e tanto meno prima della sua incarnazione.

Si fa notare che la particella en hó, che alla lettera significa "mentre" e nella nostra versione viene resa: «nel quale», vale a dire nello stato di essere vivificato, «può essere riferito al pneumati immediatamente precedente, e allora vuol dire che con la parte pneumatica della sua persona, come essere spirituale e incorporeo, Gesù ﷓ dopo la sua morte ﷓ si recò dagli spiriti incarcerati. Ma en hó potrebbe anche significare «nel frattempo», cioè durante gli eventi che stanno tra thanatótheis e zóopoiétheis». (Questo è quello che dice K.H. Schelkle, nel suo commentario teologico al testo di 1 Pietro 3:19﷓20 [Cfr. K. H. Schelkle, Le lettere di Pietro La lettera di Giuda, per tutta l’esegesi di 1 Pietro 3:18-20, pagg. 177-186].

2. CHI SONO GLI "SPIRITI IN CARCERE" AI QUALI CRISTO PREDICÒ

Per quanto riguarda gli "spiriti che erano in carcere" ai quali Cristo predicò, l'esegesi di questa parte è discordante, nel senso che c'è chi dice una cosa e c'è chi ne dice un'altra.
Cercheremo di riferire come stanno le cose, sia per quanto riguarda l'interpretazione antica che quella contemporanea.

Fin dai tempi antichi, si vedeva negli «spiriti in carcere», i giusti dell'Antica Alleanza, vale a dire le anime dei giusti dell'A.T. Questa esegesi fu sostenuta particolarmente da Clemente Alessandrino, Origene, Atanasio fino ad Agostino, il quale dal canto suo, la trovò addirittura una spiegazione originale. Anche Calvino sosteneva che i pneumata fossero i giusti dell'Antico Patto, in particolare i contemporanei di Noè. Sulla scorta dell'interpretazione antica dei Padri, anche oggi viene proposta specialmente dall'esegesi cattolica e in parte anche dalla dogmatica cattolica.

L'interpretazione odierna, a parte che si stacca da quella antica dei Padri, cerca di fare riferimento alla storia delle religioni e propone quindi una diversa esegesi, basandosi come punto di riferimento su Genesi 6:1﷓6. Secondo questa interpretazione, gli «spiriti in carcere», di cui 1 Pietro 3:19﷓20, sarebbero i "figli di Dio", summenzionati nel testo di Genesi 6:1﷓6), che unendosi con i figli degli uomini generarono i giganti. Dato che questa spiegazione fa esplicito riferimento al libro apocrifo di Henoch, se ne deduce, sulla scorta anche di Giuda 6,7 e di 2 Pietro 2:4,9 che anche 1 Pietro 3:19 alluderebbe a questa tradizione.

Quindi, parlando dei pneuamata, si penserebbe agli angeli. Come si vede, l'esigesi moderna, non solo cerca di ribaltare quella antica, ma cerca anche di stabilire un legame con i miti della storia delle religioni, concludendo che il testo di 1 Pietro 3:19 si esprime in veste mitologica.

Facendo il punto sulla situazione interpretativa di 1 Pietro 3:18﷓20, diciamo subito che, né la prima né la seconda, tiene effettivamente conto di quello che Pietro dice; questo vuol dire che non siamo a favore né dell'una né dell'altra spiegazione. Ora, cerchiamo di esaminare le summenzionate interpretazioni, per esprimere le nostre convinzioni, compatibili al testo summenzionato.

Come abbiamo già fatto rilevare, Cristo andò agli «spiriti che erano in carcere», in uno stato di essere "vivificato", e questo esclude in maniera categorica, che si tratti del Cristo preesistente. Questa affermazione non la facciamo perché non crediamo alla preesistenza di Cristo; al contrario la facciamo, perché essenzialmente, lo stato di essere "vivificato", non è compatibile con lo stato eterno in cui Cristo era, prima della sua incarnazione. Dal momento che viene stabilito questo punto fondamentale, che poi non è la nostra interpretazione, ma quello che specificatamente Pietro dice, va da se che, non si può parlare dello spirito di Cristo che va, per mezzo di Noè, perché questo non è detto da Pietro né il testo summenzionato lo lasci presupporre.

Non si può neanche invocare il testo di 1 Pietro 1:10,11, a sostegno di quanto sopra, per il semplice fatto che questo testo fa esplicito riferimento ai profeti e alle loro profezie; mentre il testo di 1 Pietro 3:19﷓20, invece, non è un testo profetico, nel senso che presenta una profezia del passato o dell'avvenire, ma è il racconto di un'opera che Cristo "vivificato" compì, ivi compreso il suo spirito, quando Egli andò agli «spiriti che erano in carcere».

Usare il testo di 1 Pietro 3:19 per parlare della discesa di Cristo nel soggiorno dei morti, con particolare riferimento ai "giusti" dell'A.T., specie quando si fa riferimento ai contemporanei di Noè, ci troviamo in pieno contrasto con le parole di Pietro, che specificatamente afferma che erano spiriti «ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè». Né si può pensare ai pii dell'Antico Patto a cui Cristo avrebbe annunziato la liberazione, perché questa è un'idea estranea al testo e inesistente nel suo contesto. Anche lo stesso Catechismo Romano, spiegazione ufficiale del Simbolo, espone la dottrina sul descensus Christi ad inferos senza appellarsi a 1 Pietro 3:19.

Per quanto riguarda l'esegesi moderna che vede negli spiriti in carcere i «figli di Dio» di Gen. 6:1﷓6), = angeli decaduti, avvalendosi principalmente dello scritto Apocrifo di Henoch in cui si fa esplicito riferimento degli angeli ribelli e dell'Apocrifo del Genesi di Qumran, ha perfettamente ragione K.H. Schelkle, quando afferma «che i fatti di Gen. 6:1﷓6 non si svolsero ai tempi di Noè». A nostro avviso, il rilievo summenzionato, basti da solo per far notare quanto sia fantasiosa l'esegesi moderna e come non tenga conto del valore del testo e del suo contesto.

3. IL SIGNIFICATO DELL'ANDARE DI GESÙ AGLI SPIRITI IN CARCERE

Il nocciolo di tutta la faccenda, a nostro avviso, non consiste tanto nel sapere se Cristo andò nell'Ades, prima o dopo la sua risurrezione, quanto nel sapere che cosa significhi la sua andata e che cosa significhi la sua predicazione. Sono infatti quest'ultimi due aspetti della faccenda che possono stabilire se dopo la morte esiste una seconda opportunità di salvezza e se ai morti, non importa se sono conosciuti come ribelli o empi, che vissero in una determinata situazione più o meno corrotta, sia riserbata un'altra opportunità che consenta loro la conversione e il ravvedimento, attraversi i quali ottenere la grazia. Vale quindi la pena, esaminare tutta la problematica di questa faccenda, per le serie implicazioni che ne derivano, sia sul piano religioso e sia soprattutto su quello teologico.

L'andata di Gesù nel "soggiorno dei morti", è bene attestata nel N.T. I seguenti testi ce ne danno la dimostrazione.

Romani 10:7:
«Ovvero: Chi scenderà nell'abbisso? Questo significa far risalire Cristo dai morti».

Efesini 4:8﷓10:
«Per la qual cosa la Scrittura dice: Essendo salito in alto, egli ha condotto prigioniera la prigionia e ha dato dei doni agli uomini. Or questo: E' salito che cosa vuol dire se non che prima era pure disceso nelle parti più basse della terra? Colui che è disceso è lo stesso che è anche salito al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose» (cfr. Sal. 68:18 per la Scrittura citata in questo testo).

Ebrei 13:20:
«Ora il Dio della pace, che in virtù del sangue del patto eterno ha fatto risalire dai morti il Signore nostro Gesù Cristo, il grande Pastore delle pecore».

Di quest'altri passi che seguono, non si può dire con sicurezza se ne facciano allusione.

Matteo 12:40:
«Infatti, come Giona fu tre giorni e tre notti nel ventre del grosso pesce, così starà il Figlio dell'uomo tre giorni e tre notti nel cuore della terra».

Atti 2:24﷓31:[/b[
«Ma Dio lo ha risuscitato, avendolo sciolto dalle angosce della morte, poiché non era possibile che fosse da essa trattenuto. Infatti Davide dice di lui: Io ho avuto del continuo il Signore davanti a me, perché egli è alla mia destra, affinché io non sia smosso. Per questo si è rallegrato il cuore mio e ha giubilato la mia lingua, e anche la mia carne dimorerà nella speranza. Poiché tu non lascerai l'anima mia nell'Ades e non permetterai che il tuo Santo veda la corruzione. Tu mi hai fatto conoscere le vie della vita, tu mi riempirai di gioia alla tua presenza. Fratelli, si può ben liberamente dire intorno al patriarca Davide che egli morì e fu sepolto; e il suo sepolcro si trova tra di noi fino al giorno d'oggi. Egli dunque, essendo profeta, sapeva che Dio gli aveva con giuramento promesso che dal frutto dei suoi lombi, secondo la carne, avrebbe suscitato il Cristo per farlo sedere sul suo trono: e, prevedendo le cose a venire, parlò della risurrezione di Cristo, dicendo che l'anima sua non sarebbe stata lasciata nell'Ades e che la sua carne non avrebbe visto la corruzione» (cfr. Sal. 16:10, per la Scrittura citata in questo passo).

[b]Apoc. 1:17,18:
«... Non temere! Io sono il primo e l'ultimo, e il vivente; io fui morto, ma ecco sono vivente per i secoli dei secoli, amen; e ho le chiavi della morte e dell'Ades».

Per quanto riguarda il testo di 1 Pietro 3:19, si è cercato di sapere che cosa significa fulaké [Per il concetto di fulaké, cfr. G. Bertram, in GLNT, Vol. XV, col. 187-194], dove Cristo andò. Per Calvino si tratta di un «luogo d'osservazione in cui stanno i pii per scorgere la salvezza, o anche se si traduce fulaké con `carcere', la legge che circonda come un carcere i credenti». Invece, S. Agostino dà a fulaké un senso spirituale: «animae, quae tunc erant in carne atque ignorantiae tenebris velut carcere claudebantur».

Secondo K. Gschwind, dato che il soggiorno degli spiriti non si trova nel mondo sotterraneo, va ricercato nei cieli che si sovrastano l'un l'altro. Secondo G. Bertram, fulaké, nel passo di 1 Pietro 3:19, «ricorre nel significato di prigione quale luogo di custodia degli spiriti segregati» [Cfr. G. Bertram, GLNT, Vol. XV, col. 194]; mentre secondo K. H. Schelkle si tratti «prigione di punizione per una disobbedienza caparbia» [Cfr. K. H. Schelkle, Le lettere di Pietro la lettera di Giuda, pag. 182]. Infine, per G. Friedrich, «è probabile che fulaké indichi uno speciale carcere nell'Ade» [Cfr. G. Friedrich, GLNT, Vol. V]/I], col. 453].

E' bene ricordare a questo punto che una cosa è parlare della discesa di Cristo nel soggiorno dei morti, conosciuta da tutti come l'Ades, e usare i summenzionati testi, e fare tutte le relative riflessioni, ivi compresa la parte riguardante i giusti dell'A.T. e un'altra cosa è parlare dell'andata di Cristo "agli spiriti che erano in carcere", dei quali ci stiamo occupando e dei quali 1 Pietro 3:19 parla. Considerando la dovuta specificità che Pietro ne fa, non è fuori logica accogliere quello che G. Friedrich suggerisce circa la «probabilità di una sezione speciale di carcere nell'Ade».

Siccome il nostro scopo non è di parlare della discesa di Cristo nel soggiorno dei morti, perché il testo di 1 Pietro 3:19 non è il passo ideale per parlarne, e dato che il summenzionato testo sta in stretta relazione con i tempi della predicazione di Noè, e siccome ci siamo proposti di esaminare quel periodo, e dato che 1 Pietro 3:19 si riferisce specificatamente a quel tempo, ne parliamo, non solo per valutare la portata della missione che Noè svolse, ma soprattutto per sapere come deve essere inquadrata e valutata l'andata di Gesù a quegli spiriti carcerati.

La parte che maggiormente gioca un ruolo determinante in tutta la faccenda del testo di 1 Pietro 3:19 e dà un peso all'attività di Cristo nel regno dei morti, è senza dubbio la sua presenza e la sua predicazione che ivi fece. Trattandosi di Cristo, Colui che procurò la salvezza all'intera umanità, con la sua morte e risurrezione, e che agli stessi suoi apostoli, prima che ascendesse al cielo, comandò loro di andare per tutto il mondo e predicare l'evangelo, è estremamente importante sapere il senso della sua predicazione nel carcere dove si trovavano gli spiriti ribelli ai giorni di Noè.

Conosciamo già il nome del predicatore di cui 1 Pietro 3:19, ma non conosciamo il messaggio del predicatore, perché Pietro non ce lo fa conoscere, dato che egli stesso, con ogni probabilità, non lo sa. Si potrebbe domandare: che valore ha un predicatore senza il messaggio, o che senso ha una predicazione, senza un messaggio? Qui ovviamente non si tratta di conoscere il modo, la mimica che usa il predicatore; si tratta invece di conoscere quello che deve dire, per giustificare il suo ruolo di proclamatore. Per gli apostoli di Gesù Cristo e per l'intera Sua Chiesa, si sa che il messaggio che doveva essere predicato in tutto il mondo, era il Vangelo, [I]«potenza di Dio per la salvezza di ogn'uno che crede» (Romani 1:17). Si sa anche, che la predicazione, è essenzialmente proclamazione di un evento, di un'opera divina, portata a termine per la salvezza dell'uomo.

Di Cristo, nel summenzionato testo di Pietro, è detto che predicò agli spiriti in carcere. Tradurre come fa la CEI: «E in ispirito andò ad annunziare la salvezza», significa capovolgere il testo di Pietro per adattarlo in favore di un dogma della Chiesa Cattolica, qual'è la dottrina del Purgatorio, che insegna che dopo la morte c'è ancora speranza di salvezza.

A parte che il termine «salvezza» non si trova nel testo greco, neanche lo stesso concetto di salvezza può essere ravvisato nella parola ekérucsen. Infatti, è saputo con estrema certezza, che kérussó significa:

1. essere araldo, esercitare l'ufficio di araldo.
2. bandire, proclamare, annunziare, notificare.
3. celebrare, encomiare pubblicamente.
4. intimare, ordinare.
5. far vendere all'asta.
6. invocare (gli dèi).
7. predicare [Cfr. per altra documentazione e storia del concetto e il suo relativo sviluppo, G. Friedrich, GLNT, Vol. V, col. 424-482].

Che poi nella predicazione cristiana kérussó significa «proclamare il messaggio della salvezza», non vuol dire affatto che nel testo di 1 Pietro, debba avere lo stesso significato. Se dobbiamo essere coerenti col testo di 1 Pietro 3:19, la proclamazione di questo messaggio (chiamiamolo di salvezza), fu rivolto esclusivamente agli "spiriti che erano in carcere" denominati "ribelli" e circoscritti ai giorni di Noè, precisamente, «mentre si fabbricava l'arca», allo scopo di portare la salvezza a tutti quelli che la volevano (cosi dicevano Giustino, Clemente, Origene, Ippolito, Lattanzio ed altri). Ciò equivaleva, oltre al fatto che il messaggio non era rivolto a tutti gli occupanti dell'Ades, che a tutti gli altri, che vissero in altri tempi e in altre generazioni, non venne dato lo stesso privilegio e la stessa opportunità che venne concessa agli spiriti carcerati.

Questo stato di cose, mette in seria difficoltà la spiegazione dell'imparzialità di Dio. Dal momento che si sà con estrema certezza che non è possibile pensarla in questo modo, perché Dio non tratta gli uomini nella stessa maniera come fanno gli uomini tra di loro, non è scritturale pensare che Dio concede la grazia a uno e la rifiuta a l'altro. Ci vuole forse tanta fatica per scorgere l'assurdità di una simile interpretazione, che è anche in contrasto con Ebrei 9:27 che afferma:
«E come è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, e dopo ciò viene il giudizio»?

Mentre se il ekérucsen di 1 Pietro 3:19 viene inteso nel senso di "proclamare, annunziare" un'opera compiuta, cioè fare sapere a tutti, anche nelle carceri dell'Ade dove si trovano spiriti ribelli del tipo di quelli della generazione di Noè, che Cristo con la sua morte e con la sua risurrezione ha portato a termine tutta l'opera della redenzione. Se la spiegazione che abbiamo dato, non sembra molto soddisfacente, specialmente per quanto riguarda lo scopo della predicazione di Cristo, e il suo relativo risultato, specie quando si è d'accordo di trovarsi davanti a un testo estremamente difficile per quanto riguarda la sua interpretazione, almeno abbiamo evitato di commettere errori, come: l'incoerenza di far dire al testo una cosa che non dica; di non fare entrare in conflitto una pagina ispirata con un'altra pagina ispirata e insegnare una dottrina a danno di un'altra dottrina rivelata.

nomeutente
01-03-12, 16:58
Parlo da profano. Il purgatorio è la reminiscenza di un antichissima Verità, di cui si è perduto il significato.

Il Purgatorio è un'allegoria, la quale ha a che fare con tutti i tipi di sofferenza che fanno parte dell'esistenza umana. In un certo senso, il purgatorio esiste veramente. Ma noi lo creiamo.

Ci sono sofferenze inutili, che non porteranno mai a niente, con cui le persone tendono ad identificarsi continuamente: lo sono l'ira, l'irritabilità, l'impazienza, la noia, la paura, la depressione, l'ansiosità, la vanità, la gelosia, l'odio, l'invidia, l'avarizia, la tristezza, l'auto-condanna, l'apatia, e molte altre.

Questo è l'inferno. L'essere continuamente identificati con queste inutili sofferenze.

Ci sono invece altre sofferenze che potremmo definire "utili", intenzionali o volontarie, che portano l'uomo verso il "Regno di Dio", conducendolo lontano dall'inferno e dall'identificazione con i suoi stati negativi e le cattive abitudini.

Questa è la dimensione del purgatorio. Nel purgatorio si compiono "super-sforzi", digiuni, si cercano condizioni scomode, contrarie alle abitudini acquisite, si incontrano il dolore e la sofferenza allo stesso modo con cui ci si relaziona ad esperienze di estrema piacevolezza.

Questo atteggiamento nei confronti della vita non è affatto da etichettarsi come "morale". La morale è pietra morta, Verità insipida.

Per questo genere di disciplina è necessario bramare ardentemente lo scopo, il "Regno dei Cieli"; non è sufficiente attenersi al ricettacolo morale: altrimenti risulterebbe impossibile sottoporsi ad una simile disciplina interiore volontariamente ed ottenere qualche cosa. Se ne deve avvertire la necessità, l'impellenza; senza mai adagiarsi o sentirsi pervasi dal senso di soddisfazioni per gli sforzi compiuti.

Per questo il purgatorio è immaginato come posto ad un livello intermedio, tra l'inferno e il paradiso, come una fase di "transito".

Comprensibili ed in parte condivisibili le tue considerazioni.

Credo rappresentino un pò l'espressione di quella "teologia scientista" che tanto sembra voglia farsi largo in certi ambienti a fede cattolica, universalistica ed umanistica.

Per parte mia non sono però un cieco appassionato della scimmia adamica, nè pertanto un seguace convinto di quelle idee "innovative" in base alle quali il purgatorio si sia evoluto da un luogo adibito ad esercizi sacrificali ad uno stato mentale.

solocristiano
01-03-12, 17:41
Questa è una domanda che mi sono fatto e che faccio a tutti voi (cristiani) – che succede a coloro che non hanno mai udito il Vangelo, ai poveri pagani ignoranti che neanche sanno chi è Gesù? Come può un Dio d'amore mandare alla dannazione eterna, chi non ha mai avuto l'opportunità di ascoltare l'evangelo e di sapere così cosa devono fare per essere salvati? E poi ci sono milioni di persone appartenenti a diverse religioni e credo nel mondo, che poveretti si comportano come meglio possono, e vivono secondo la poca luce che possiedono, che fine fanno? Ora vi chiedo – come può il Padre nostro e Dio nostro mandarli all'inferno, semplicemente perchè nessuno ha predicato loro l'evangelo di Cristo e mostrato loro l'amore di Dio, affinchè desiderassero di essere salvati? Saranno condannati al castigo eterno, anche se poi in vita furono persone “buone” e semplici, anche se non hanno conosciuto la Parola di Cristo e la sua verità?
Sì, è vero, questa vita è la vera chance, il giorno della grazia e della salvezza in Gesù Cristo, questo è vero e sicuro. Però chi ci dice che di là non possono essere salvati? Dite che lo dice la Bibbia! Ma la Bibbia parla persino di mille anni del regno di Cristo sulla terra, per far cosa? E chi mi dice che nel millennio le persone non possono essere salvati, giacchè vedranno Gesù con i loro stessi occhi, come Tommaso l'incredulo ha voluto vedere i buchi dei chiodi e il costato trafitto di Gesù per credere? Chi ha insegnato in tutti questi secoli che è impossibile? La Bibbia? No!!! Solo le chiese! Esse hanno insegnato e insegnano, che con la morte tutto è finito, vien il giudizio (loro), che se non sei salvato prima della morte, è finita e vai dritto all'inferno. Questo è più o meno quello che insegnano, così te ne andrai nelle loro chiese più per paura, che per Amore. Come diceva bene Celentano, che parlano più dell'inferno che del Cielo; e che credono di più all'inferno e predicano l'inferno più dello stesso Cielo che Gesù è venuto a portare.
Qualcuno dirà – ecco, ci siamo, una nuova dottrina! Beh, per alcuni può essere nuova, ma è sostenuta dalle Scritture, perciò non è nuova, ma è la chiesa che non ne ha mai parlato o non voleva farlo sapere o che neanche se ne sono accorti, che la Scrittura parla che il “VANGELO è STATO PREDICATO ANCHE AI MORTI” (1°Pietro 4:6). E questo vuol dire che c'è la possibilità, che alcuni possono essere salvati nel mondo dello spirito. Come dice la Scrittura che, “Egli era la luce vera, che illumina ogni uomo che vien nel mondo” (Gv.1:9). E perchè non li può illuminare anche quando usciranno dal mondo ed entreranno in quello dello spirito; o vogliamo applicare “quella Luce” solo a questa ? Quando milioni e milioni di persone non ricevono la Luce, non odono mai l'evangelo? In un certo senso il mondo odierno consiste sia del mondo fisico che di quello spirituale, no? Così veniamo in questo mondo, poi ce ne andiamo nell'altro che in un certo senso è ancora questo mondo, cioè la parte spirituale di esso. Così tutto è bene ciò che finisce bene; sia che moriamo, sia che viviamo, avremo (TUTTI!) la possibilità di conoscere e ricevere la Luce della Salvezza (1°Pt.4:6).

donerdarko
01-03-12, 20:10
Comprensibili ed in parte condivisibili le tue considerazioni.

Credo rappresentino un pò l'espressione di quella "teologia scientista" che tanto sembra voglia farsi largo in certi ambienti a fede cattolica, universalistica ed umanistica.

Per parte mia non sono però un cieco appassionato della scimmia adamica, nè pertanto un seguace convinto di quelle idee "innovative" in base alle quali il purgatorio si sia evoluto da un luogo adibito ad esercizi sacrificali ad uno stato mentale.

Guarda nemmeno io sono un appassionato della scimmia adamitica. E quando parli di teologia scientista non so nemmeno di cosa si tratti. Il mio è un punto di vista che potremmo dire "esoterico" o "gnostico": non sono affatto idee "innovative".
Il purgatorio non lo considero affatto uno "stato mentale", ma un vero e proprio "stato dell'essere". In purgatorio non si accede con il corpo fisico, ma con qualche cosa di molto più "sottile" (voi parlereste di "anima" in senso generico, io di "corpo astrale"). Da esoterista, in maniera molto rozza e forse anche poco precisa, potrei dire che il purgatorio è un luogo "etereo" cui si accede fuoriuscendo dalla corporeità (questo non implica necessariamente la morte della compagine psico-fisica!). Il purgatorio è una soglia dove il corpo astrale si purifica dall'egoismo residuo, al fine di accedere a piani superiori dell'essere (in un certo senso, avvicinandosi a Dio o al "Regno dei Cieli").

donerdarko
01-03-12, 20:19
Questa è una domanda che mi sono fatto e che faccio a tutti voi (cristiani) – che succede a coloro che non hanno mai udito il Vangelo, ai poveri pagani ignoranti che neanche sanno chi è Gesù? Come può un Dio d'amore mandare alla dannazione eterna, [...]

Questo perché ti preoccupi troppo di interpretare letteralmente il senso delle Sacre Scritture. Già solo la frase


il “VANGELO è STATO PREDICATO ANCHE AI MORTI”

contiene significati a differenti livelli di comprensione, più di quanto tu possa anche solo lontanamente immaginare.

nomeutente
01-03-12, 23:18
Guarda nemmeno io sono un appassionato della scimmia adamitica. E quando parli di teologia scientista non so nemmeno di cosa si tratti. Il mio è un punto di vista che potremmo dire "esoterico" o "gnostico": non sono affatto idee "innovative".
Il purgatorio non lo considero affatto uno "stato mentale", ma un vero e proprio "stato dell'essere". In purgatorio non si accede con il corpo fisico, ma con qualche cosa di molto più "sottile" (voi parlereste di "anima" in senso generico, io di "corpo astrale"). Da esoterista, in maniera molto rozza e forse anche poco precisa, potrei dire che il purgatorio è un luogo "etereo" cui si accede fuoriuscendo dalla corporeità (questo non implica necessariamente la morte della compagine psico-fisica!). Il purgatorio è una soglia dove il corpo astrale si purifica dall'egoismo residuo, al fine di accedere a piani superiori dell'essere (in un certo senso, avvicinandosi a Dio o al "Regno dei Cieli").

Si tratta cmq di una concezione "autopurificatrice", incentrata sul proprio ego.

nomeutente
01-03-12, 23:35
Questa è una domanda che mi sono fatto e che faccio a tutti voi (cristiani) – che succede a coloro che non hanno mai udito il Vangelo, ai poveri pagani ignoranti che neanche sanno chi è Gesù? Come può un Dio d'amore mandare alla dannazione eterna, chi non ha mai avuto l'opportunità di ascoltare l'evangelo e di sapere così cosa devono fare per essere salvati? E poi ci sono milioni di persone appartenenti a diverse religioni e credo nel mondo, che poveretti si comportano come meglio possono, e vivono secondo la poca luce che possiedono, che fine fanno? Ora vi chiedo – come può il Padre nostro e Dio nostro mandarli all'inferno, semplicemente perchè nessuno ha predicato loro l'evangelo di Cristo e mostrato loro l'amore di Dio, affinchè desiderassero di essere salvati? Saranno condannati al castigo eterno, anche se poi in vita furono persone “buone” e semplici, anche se non hanno conosciuto la Parola di Cristo e la sua verità?
Sì, è vero, questa vita è la vera chance, il giorno della grazia e della salvezza in Gesù Cristo, questo è vero e sicuro. Però chi ci dice che di là non possono essere salvati? Dite che lo dice la Bibbia! Ma la Bibbia parla persino di mille anni del regno di Cristo sulla terra, per far cosa? E chi mi dice che nel millennio le persone non possono essere salvati, giacchè vedranno Gesù con i loro stessi occhi, come Tommaso l'incredulo ha voluto vedere i buchi dei chiodi e il costato trafitto di Gesù per credere? Chi ha insegnato in tutti questi secoli che è impossibile? La Bibbia? No!!! Solo le chiese! Esse hanno insegnato e insegnano, che con la morte tutto è finito, vien il giudizio (loro), che se non sei salvato prima della morte, è finita e vai dritto all'inferno. Questo è più o meno quello che insegnano, così te ne andrai nelle loro chiese più per paura, che per Amore. Come diceva bene Celentano, che parlano più dell'inferno che del Cielo; e che credono di più all'inferno e predicano l'inferno più dello stesso Cielo che Gesù è venuto a portare.
Qualcuno dirà – ecco, ci siamo, una nuova dottrina! Beh, per alcuni può essere nuova, ma è sostenuta dalle Scritture, perciò non è nuova, ma è la chiesa che non ne ha mai parlato o non voleva farlo sapere o che neanche se ne sono accorti, che la Scrittura parla che il “VANGELO è STATO PREDICATO ANCHE AI MORTI” (1°Pietro 4:6). E questo vuol dire che c'è la possibilità, che alcuni possono essere salvati nel mondo dello spirito. Come dice la Scrittura che, “Egli era la luce vera, che illumina ogni uomo che vien nel mondo” (Gv.1:9). E perchè non li può illuminare anche quando usciranno dal mondo ed entreranno in quello dello spirito; o vogliamo applicare “quella Luce” solo a questa ? Quando milioni e milioni di persone non ricevono la Luce, non odono mai l'evangelo? In un certo senso il mondo odierno consiste sia del mondo fisico che di quello spirituale, no? Così veniamo in questo mondo, poi ce ne andiamo nell'altro che in un certo senso è ancora questo mondo, cioè la parte spirituale di esso. Così tutto è bene ciò che finisce bene; sia che moriamo, sia che viviamo, avremo (TUTTI!) la possibilità di conoscere e ricevere la Luce della Salvezza (1°Pt.4:6).

C'è senz'altro risposta nell'onniscienza e nella profondità della giustizia di Dio.

Salmo 36:6
La tua giustizia s'innalza come le montagne più alte, i tuoi giudizi sono profondi come il grande oceano. O SIGNORE, tu soccorri uomini e bestie.


A leggere alcuni passi delle Sacre Scritture si può intendere che già nel grembo materno vi sono i primi moti della vita dello spirito.

Basti considerare ad esempio il caso di Giacobbe ed Esaù, due gemelli, ma anche due popoli che lottavano tra loro ancor prima di venire alla luce.

O il caso in cui Elisabetta, madre del Battista, che nel ricevere il saluto da Maria sentì balzare il fanciullino nel suo seno.

donerdarko
01-03-12, 23:42
Hem, no. Ma pazienza

nomeutente
01-03-12, 23:53
Hem, no. Ma pazienza

A me da' questa impressione, invece, di una forma di egocentrismo.

E' un pò, credo, la matrice tipica delle dottrine orientali, una proiezione verso il nirvana, verso uno stato dell'essere più sublime rispetto a quello dell'uomo carnale, seppure indefinito.

La centralità del Cristo, Agnello che toglie il peccato dal mondo, secondo questa tua fede, passa in secondo piano.

donerdarko
01-03-12, 23:57
Ma son buoni tutti di dire banalità su cose che non si conoscono, senza offesa. Se vuoi possiamo parlarne in altra sede dato che una discussione su gnosticismo o esoterismo mi sembra off topic qui e non mi va di dire granché.

nomeutente
02-03-12, 00:14
Infatti.

Quello che potrebbe cmq interessare è il punto di vista agnostico o esoterico circa il purgatorio.

A quanto mi risulta, infatti, questo punto di vista è riuscito ad imporsi e sta assumendo carattere prevalente proprio nell'ambito di quegli ambienti, cattolicissimi, che fino a non molti anni fa col purgatorio intendevano altro.

Buona notte.

Vito

vanni fucci
02-03-12, 00:53
Questa è una domanda che mi sono fatto e che faccio a tutti voi (cristiani) – che succede a coloro che non hanno mai udito il Vangelo, ai poveri pagani ignoranti che neanche sanno chi è Gesù? Come può un Dio d'amore mandare alla dannazione eterna, chi non ha mai avuto l'opportunità di ascoltare l'evangelo e di sapere così cosa devono fare per essere salvati? E poi ci sono milioni di persone appartenenti a diverse religioni e credo nel mondo, che poveretti si comportano come meglio possono, e vivono secondo la poca luce che possiedono, che fine fanno? Ora vi chiedo – come può il Padre nostro e Dio nostro mandarli all'inferno, semplicemente perchè nessuno ha predicato loro l'evangelo di Cristo e mostrato loro l'amore di Dio, affinchè desiderassero di essere salvati? Saranno condannati al castigo eterno, anche se poi in vita furono persone “buone” e semplici, anche se non hanno conosciuto la Parola di Cristo e la sua verità?
Sì, è vero, questa vita è la vera chance, il giorno della grazia e della salvezza in Gesù Cristo, questo è vero e sicuro. Però chi ci dice che di là non possono essere salvati? Dite che lo dice la Bibbia! Ma la Bibbia parla persino di mille anni del regno di Cristo sulla terra, per far cosa? E chi mi dice che nel millennio le persone non possono essere salvati, giacchè vedranno Gesù con i loro stessi occhi, come Tommaso l'incredulo ha voluto vedere i buchi dei chiodi e il costato trafitto di Gesù per credere? Chi ha insegnato in tutti questi secoli che è impossibile? La Bibbia? No!!! Solo le chiese! Esse hanno insegnato e insegnano, che con la morte tutto è finito, vien il giudizio (loro), che se non sei salvato prima della morte, è finita e vai dritto all'inferno. Questo è più o meno quello che insegnano, così te ne andrai nelle loro chiese più per paura, che per Amore. Come diceva bene Celentano, che parlano più dell'inferno che del Cielo; e che credono di più all'inferno e predicano l'inferno più dello stesso Cielo che Gesù è venuto a portare.
Qualcuno dirà – ecco, ci siamo, una nuova dottrina! Beh, per alcuni può essere nuova, ma è sostenuta dalle Scritture, perciò non è nuova, ma è la chiesa che non ne ha mai parlato o non voleva farlo sapere o che neanche se ne sono accorti, che la Scrittura parla che il “VANGELO è STATO PREDICATO ANCHE AI MORTI” (1°Pietro 4:6). E questo vuol dire che c'è la possibilità, che alcuni possono essere salvati nel mondo dello spirito. Come dice la Scrittura che, “Egli era la luce vera, che illumina ogni uomo che vien nel mondo” (Gv.1:9). E perchè non li può illuminare anche quando usciranno dal mondo ed entreranno in quello dello spirito; o vogliamo applicare “quella Luce” solo a questa ? Quando milioni e milioni di persone non ricevono la Luce, non odono mai l'evangelo? In un certo senso il mondo odierno consiste sia del mondo fisico che di quello spirituale, no? Così veniamo in questo mondo, poi ce ne andiamo nell'altro che in un certo senso è ancora questo mondo, cioè la parte spirituale di esso. Così tutto è bene ciò che finisce bene; sia che moriamo, sia che viviamo, avremo (TUTTI!) la possibilità di conoscere e ricevere la Luce della Salvezza (1°Pt.4:6).


Dante - Paradiso XIX (Il colloquio con l'Aquila)

Parea dinanzi a me con l'ali aperte
la bella image che nel dolce frui
liete facevan l'anime conserte;

6 parea ciascuna rubinetto in cui
raggio di sole ardesse sì acceso,
che ne' miei occhi rifrangesse lui.

9 E quel che mi convien ritrar testeso,
non portò voce mai, né scrisse incostro,
né fu per fantasia già mai compreso;

12 ch'io vidi e anche udi' parlar lo rostro,
e sonar ne la voce e "io" e "mio",
quand'era nel concetto e "noi" e "nostro".

15 E cominciò: "Per esser giusto e pio
son io qui essaltato a quella gloria
che non si lascia vincere a disio;

18 e in terra lasciai la mia memoria
sì fatta, che le genti lì malvage
commendan lei, ma non seguon la storia".

21 Così un sol calor di molte brage
si fa sentir, come di molti amori
usciva solo un suon di quella image.

24 Ond'io appresso: "O perpetüi fiori
de l'etterna letizia, che pur uno
parer mi fate tutti vostri odori,

27 solvetemi, spirando, il gran digiuno
che lungamente m'ha tenuto in fame,
non trovandoli in terra cibo alcuno.

30 Ben so io che, se 'n cielo altro reame
la divina giustizia fa suo specchio,
che 'l vostro non l'apprende con velame.

33 Sapete come attento io m'apparecchio
ad ascoltar; sapete qual è quello
dubbio che m'è digiun cotanto vecchio".

36 Quasi falcone ch'esce del cappello,
move la testa e con l'ali si plaude,
voglia mostrando e faccendosi bello,

39 vid'io farsi quel segno, che di laude
de la divina grazia era contesto,
con canti quai si sa chi là sù gaude.

42 Poi cominciò: "Colui che volse il sesto
a lo stremo del mondo, e dentro ad esso
distinse tanto occulto e manifesto,

45 non poté suo valor sì fare impresso
in tutto l'universo, che 'l suo verbo
non rimanesse in infinito eccesso.

48 E ciò fa certo che 'l primo superbo,
che fu la somma d'ogne creatura,
per non aspettar lume, cadde acerbo;

51 e quinci appar ch'ogne minor natura
è corto recettacolo a quel bene
che non ha fine e sé con sé misura.

54 Dunque vostra veduta, che convene
esser alcun de' raggi de la mente
di che tutte le cose son ripiene,

57 non pò da sua natura esser possente
tanto, che suo principio non discerna
molto di là da quel che l'è parvente.

60 Però ne la giustizia sempiterna
la vista che riceve il vostro mondo,
com'occhio per lo mare, entro s'interna;

63 che, ben che da la proda veggia il fondo,
in pelago nol vede; e nondimeno
èli, ma cela lui l'esser profondo.

66 Lume non è, se non vien dal sereno
che non si turba mai; anzi è tenèbra
od ombra de la carne o suo veleno.

69 Assai t'è mo aperta la latebra
che t'ascondeva la giustizia viva,
di che facei question cotanto crebra;

72 ché tu dicevi: "Un uom nasce a la riva
de l'Indo, e quivi non è chi ragioni
di Cristo né chi legga né chi scriva;

75 e tutti suoi voleri e atti buoni
sono, quanto ragione umana vede,
sanza peccato in vita o in sermoni.

78 Muore non battezzato e sanza fede:
ov'è questa giustizia che 'l condanna?
ov'è la colpa sua, se ei non crede?".

81 Or tu chi se', che vuo' sedere a scranna,
per giudicar di lungi mille miglia
con la veduta corta d'una spanna?

84 Certo a colui che meco s'assottiglia,
se la Scrittura sovra voi non fosse,
da dubitar sarebbe a maraviglia.

87 Oh terreni animali! oh menti grosse!
La prima volontà, ch'è da sé buona,
da sé, ch'è sommo ben, mai non si mosse.

90 Cotanto è giusto quanto a lei consuona:
nullo creato bene a sé la tira,
ma essa, radïando, lui cagiona".

93 Quale sovresso il nido si rigira
poi c'ha pasciuti la cicogna i figli,
e come quel ch'è pasto la rimira;

96 cotal si fece, e sì leväi i cigli,
la benedetta imagine, che l'ali
movea sospinte da tanti consigli.

99 Roteando cantava, e dicea: "Quali
son le mie note a te, che non le 'ntendi,
tal è il giudicio etterno a voi mortali".

102 Poi si quetaro quei lucenti incendi
de lo Spirito Santo ancor nel segno
che fé i Romani al mondo reverendi,

105 esso ricominciò: "A questo regno
non salì mai chi non credette 'n Cristo,
né pria né poi ch'el si chiavasse al legno.

108 Ma vedi: molti gridan "Cristo, Cristo!",
che saranno in giudicio assai men prope
a lui, che tal che non conosce Cristo;

111 e tai Cristian dannerà l'Etïòpe,
quando si partiranno i due collegi,
l'uno in etterno ricco e l'altro inòpe.

114 Che poran dir li Perse a' vostri regi,
come vedranno quel volume aperto
nel qual si scrivon tutti suoi dispregi?

117 Lì si vedrà, tra l'opere d'Alberto,
quella che tosto moverà la penna,
per che 'l regno di Praga fia diserto.

120 Lì si vedrà il duol che sovra Senna
induce, falseggiando la moneta,
quel che morrà di colpo di cotenna.

123 Lì si vedrà la superbia ch'asseta,
che fa lo Scotto e l'Inghilese folle,
sì che non può soffrir dentro a sua meta.

126 Vedrassi la lussuria e 'l viver molle
di quel di Spagna e di quel di Boemme,
che mai valor non conobbe né volle.

129 Vedrassi al Ciotto di Ierusalemme
segnata con un i la sua bontate,
quando 'l contrario segnerà un emme.

132 Vedrassi l'avarizia e la viltate
di quei che guarda l'isola del foco,
ove Anchise finì la lunga etate;

135 e a dare ad intender quanto è poco,
la sua scrittura fian lettere mozze,
che noteranno molto in parvo loco.

138 E parranno a ciascun l'opere sozze
del barba e del fratel, che tanto egregia
nazione e due corone han fatte bozze.

141 E quel di Portogallo e di Norvegia
lì si conosceranno, e quel di Rascia
che male ha visto il conio di Vinegia.

144 Oh beata Ungheria, se non si lascia
più malmenare! e beata Navarra,
se s'armasse del monte che la fascia!

147 E creder de' ciascun che già, per arra
di questo, Niccosïa e Famagosta
per la lor bestia si lamenti e garra,

che dal fianco de l'altre non si scosta".

vanni fucci
02-03-12, 01:01
Ma il purgatorio.....non è quel luogo in voga dopo la controriforma per lucrare sulle indulgenze?:gratgrat: .

La nascita del purgatorio - Le Goff Jacques - Libro - IBS - Einaudi - Einaudi tascabili. Saggi (http://www.ibs.it/code/9788806183875/le-goff-jacques/nascita-del-purgatorio.html)

La nascita del Purgatorio
Titolo Originale La nassaince du Purgatoire
© 1981 Edition Gallimard, Paris
© 1982 e 1996 Giulio Einaudi editore s.p.a, Torino
--------------------------------------------------------------------------------
Progetto storiografico
Il proposito del libro è chiaro fin dalle prime pagine : studiare la formazione secolare di quel "terzo luogo" a partire dal giudeo-cristianesimo e, di mostrarne la nascita nell'Occidente medioevale nella seconda metà del secolo XII, e il rapido successo nel corso del secolo seguente.
Studiare la storia di una credenza significa metterne in rilievo i possibili aspetti di continuità con il passato (presenti soprattutto nella tradizione giudaica, egizia, e in misura minore nella cultura pagana), ma anche comprenderne la specificità . L'emergere e il costituirsi attraverso i secoli della credenza nel Purgatorio presuppone e comporta una modifica sostanziale dei quadri spazio-temporali dell'immaginario cristiano. In una società intrisa di religiosità come quella medioevale, scegliere fra lasciare vagare o far riposare i morti significa optare per due modi alternativi di vita. È dunque necessario analizzare anche le dinamiche sociali soggiacenti, spiegare come mai il secolo XII sia stato il vero creatore del Purgatorio. Bisogna sottolineare come Le Goff rimanga fedele a quel suo credo metodologico espresso insieme con Toubert riguardo alla funzione del documento/monumento. Nell'articolo "È possibile una storia totale del Medioevo?" si sottolineava come il lettore non dovesse essere posto davanti a fredde conclusioni, frutto della ricerca dello storico, ma come dovesse anch'egli penetrare le tensioni esistenti nello studio, in modo tale da comprendere quali fossero le difficoltà presenti nel confermare (o smentire) un'ipotesi, e quale indirizzo lo studioso aveva voluto dare alla sua ricerca. Date queste premesse, e visto la grande padronanza della scrittura da parte dell'autore, il libro è avvincente, mai noioso, mai propenso alla ricostruzione delle sole idee riguardanti il Purgatorio, ma sempre attento nel mettere in relazione il contributo della speculazione di grandi monaci e teologi, con quello "dell'immaginario collettivo" che anima un'idea e rende possibile una sua accettazione a livello sociale. D'altronde non furono univoche le soluzioni proposte e il risultato finale non può essere spiegato attraverso la sola storia delle idee del Purgatorio, ma si rende necessario una contestualizzazione del discorso che comprenda tanto il ruolo politico-teologico svolto dalla Chiesa quanto la rappresentazione che la gente comune aveva dell'aldilà (gli exempla monastici, straordinari mezzi di propaganda del Purgatorio, si basavano il più delle volte su racconti popolari e tradizioni folkloriche).
Storia delle mentalità dunque, dove la funzione del Purgatorio non è solo di aggiunta ad un sistema di dogmi, ma è piuttosto il paradigma di come la morte fosse rappresentata nell'Occidente cristiano. Credere nell'esistenza del Purgatorio significa innanzitutto credere in un giudizio sulle anime dei morti (cosa piuttosto diffusa in qualsiasi tipo di religione), ma tale giudizio è di tipo particolare : non definitivo, ma momentaneo, fino al momento in cui non ci sarà il definitivo trapasso verso il Paradiso. In sostanza all'alternativa tra salvezza o dannazione si insinua quel "terzo luogo" che tante controversie genererà prima con la chiesa orientale poi con quella protestante, entrambe unite nel contestare la mancanza di riferimento nelle Scritture. La Chiesa, quando sancirà dogmaticamente la nascita del Purgatorio nel Tridentino, sarà comunque attenta a non presentare descrizioni troppo particolareggiate : il Purgatorio sarà uno stato, non un luogo. Troppe ineffetti erano state le controversie all'interno della stessa cristianità sulla geografia del Purgatorio : dove si situava ? Era un luogo terrestre o meno ? Era di tipo infernale oppure la sua natura era quella di essere piuttosto un Paradiso mancato ? Che tipo di proporzionalità vigeva tra pene commesse quaggiù e tempo trascorso a purificarsi ? Dopo il capitolo riguardante la sistemazione scolastica e la nascita di quella "contabilità del Purgatorio" che sarà alla base del fenomeno delle indulgenze, il libro termina con l'analisi della seconda cantica della Divina Commedia ; la scelta è quasi obbligata poiché Dante fu sicuramente il più grosso teologo del Purgatorio dato che raccolse tutti gli elementi precedentemente proposti e offrì un modello esaustivo che rispondeva a tutte le domande sopracitate.
Esiste ancora uno spazio per il Purgatorio ?
La risposta va trovata nell'evoluzione intercorsa tra il Medioevo e i nostri giorni. Il Purgatorio nacque in una società fortemente comunitaria, in cui la morte e il peccato non erano questioni individuali riguardanti l'uomo e Dio, ma coinvolgevano una pluralità di rapporti difficilmente immaginabili per noi moderni. L'apparizione di un defunto che richiedeva suffragi veniva puntualmente raccolta e trascritta da qualche ecclesiastico colto per essere inserita in quadro di rapporti sociali che non coinvolgevano mai due persone, ma sempre, e almeno, tre : il morto, colui che riceve la visione, l'intermediario che la trascrive. Ci si può chiedere, nella nostra prospettiva, se quei meccanismi fossero soltanto funzionali a mettere in giro una credenza, ma quello di cui bisogna tener conto è che difficilmente un alto ecclesiastico, persona colta e difficilmente "credulona", "inventava" apparizioni, visioni, ma, anzi, si premurava di trascrivere soltanto ciò che aveva potuto accertare personalmente. Tutta la società spingeva a credere che dovesse esistere un luogo in cui il peccatore poteva redimersi, in cui il peccato non coincidesse tragicamente con la dannazione dell'anima. Noi viviamo dopo l'Illuminismo ed è da qui bisogna partire. Tutto l'apparato di credenze elaborato dal Medioevo è stato considerato pura superstizione che la Ragione poteva facilmente comprendere e criticare, in prospettiva della costruzione di una società basata su rapporti razionali. Certo c'era già stata la Riforma Protestante che aveva considerato il Purgatorio non conforme alla Scrittura e quindi solo invenzione umana, tanto più deprecabile perché alimentava il fenomeno delle indulgenze, e ancor prima il Rinascimento, che aveva elaborato una nuova visione dell'uomo (secondo la classica interpretazione burckardiana). Ma è soltanto nell'Età dei Lumi che elités intellettuali cercano nuovi paradigmi per comprendere il mondo circostante : il primo scossone al "sistema Purgatorio" è avviato. A metà dell'Ottocento poi inizia la Rivoluzione Industriale che cambierà definitivamente il modo di vivere degli uomini. La fabbrica con le sue rigide regole, i suoi pesanti vincoli, il suo lavoro ripetitivo, in cui l'operaio fa parte di un complesso processo che non riesce a capire, chiudono definitivamente le porte ad una società comunitaria e danno il via ad un modo di vita prettamente individualistico. È chiaro che questa può sembrare un ricostruzione piuttosto semplicistica (ed ineffetti lo è), ma mi sembra che le due tappe che abbiano contribuito maggiormente a segnare il declino del Purgatorio siano state l'Illuminismo e la Rivoluzione Industriale : la prima ha distrutto un apparato di credenze, la seconda ha cambiato profondamente il modo di vita che alimentava.
Il nostro secolo che si sta concludendo poi ha visto per molti la materializzazione dell'Inferno sulla Terra : le due Guerre Mondiali, il genocidio di Ebrei e Zingari, l'età delle divisione del mondo in due blocchi, prima Est-Ovest, adesso Nord-Sud, la bomba atomica, simbolo del male incarnato, ci hanno rimandati in una prospettiva dualistica, Inferno-Paradiso, cancellando quella ternalizzazione dei rapporti che era nata nel Basso Medioevo.
Mi sembra dunque che alla domanda "ancora il Purgatorio ?" si possa rispondere negativamente. D'altronde la mia esperienza personale di fronte alla lettura della seconda cantica della Divina Commedia mi fa pensare di come ormai ci muoviamo in un quadro concettuale totalmente diverso in cui il Purgatorio non può più svolgere quei compiti per il quale era nato. Il 2 Novembre non è più il giorno in cui si celebrano messe per affrettare la fuoriuscita delle anime dal luogo di transizione, ma è il giorno del ricordo dei propri cari : segno evidente che il rapporto uomo-Dio è diventato troppo individualistico per il Purgatorio.

Scarica il contenuto del libro in formato zip

La nascita del Purgatorio (http://gilda.it/gandalf/italiano/lab_storico/medioevo/purgatorio.htm)

Violafenix
02-03-12, 15:17
Questa è una domanda che mi sono fatto e che faccio a tutti voi (cristiani) – che succede a coloro che non hanno mai udito il Vangelo, ai poveri pagani ignoranti che neanche sanno chi è Gesù? Come può un Dio d'amore mandare alla dannazione eterna, chi non ha mai avuto l'opportunità di ascoltare l'evangelo e di sapere così cosa devono fare per essere salvati? E poi ci sono milioni di persone appartenenti a diverse religioni e credo nel mondo, che poveretti si comportano come meglio possono, e vivono secondo la poca luce che possiedono, che fine fanno? Ora vi chiedo – come può il Padre nostro e Dio nostro mandarli all'inferno, semplicemente perchè nessuno ha predicato loro l'evangelo di Cristo e mostrato loro l'amore di Dio, affinchè desiderassero di essere salvati? Saranno condannati al castigo eterno, anche se poi in vita furono persone “buone” e semplici, anche se non hanno conosciuto la Parola di Cristo e la sua verità?
Sì, è vero, questa vita è la vera chance, il giorno della grazia e della salvezza in Gesù Cristo, questo è vero e sicuro. Però chi ci dice che di là non possono essere salvati? Dite che lo dice la Bibbia! Ma la Bibbia parla persino di mille anni del regno di Cristo sulla terra, per far cosa? E chi mi dice che nel millennio le persone non possono essere salvati, giacchè vedranno Gesù con i loro stessi occhi, come Tommaso l'incredulo ha voluto vedere i buchi dei chiodi e il costato trafitto di Gesù per credere? Chi ha insegnato in tutti questi secoli che è impossibile? La Bibbia? No!!! Solo le chiese! Esse hanno insegnato e insegnano, che con la morte tutto è finito, vien il giudizio (loro), che se non sei salvato prima della morte, è finita e vai dritto all'inferno. Questo è più o meno quello che insegnano, così te ne andrai nelle loro chiese più per paura, che per Amore. Come diceva bene Celentano, che parlano più dell'inferno che del Cielo; e che credono di più all'inferno e predicano l'inferno più dello stesso Cielo che Gesù è venuto a portare.
Qualcuno dirà – ecco, ci siamo, una nuova dottrina! Beh, per alcuni può essere nuova, ma è sostenuta dalle Scritture, perciò non è nuova, ma è la chiesa che non ne ha mai parlato o non voleva farlo sapere o che neanche se ne sono accorti, che la Scrittura parla che il “VANGELO è STATO PREDICATO ANCHE AI MORTI” (1°Pietro 4:6). E questo vuol dire che c'è la possibilità, che alcuni possono essere salvati nel mondo dello spirito. Come dice la Scrittura che, “Egli era la luce vera, che illumina ogni uomo che vien nel mondo” (Gv.1:9). E perchè non li può illuminare anche quando usciranno dal mondo ed entreranno in quello dello spirito; o vogliamo applicare “quella Luce” solo a questa ? Quando milioni e milioni di persone non ricevono la Luce, non odono mai l'evangelo? In un certo senso il mondo odierno consiste sia del mondo fisico che di quello spirituale, no? Così veniamo in questo mondo, poi ce ne andiamo nell'altro che in un certo senso è ancora questo mondo, cioè la parte spirituale di esso. Così tutto è bene ciò che finisce bene; sia che moriamo, sia che viviamo, avremo (TUTTI!) la possibilità di conoscere e ricevere la Luce della Salvezza (1°Pt.4:6).

E' inpossibile che qualcuno muoi senza aver avuto la possibilità di conoscere Dio:


Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me.
Apocalisse 3:20

Lui la possibilità la offre a tutti quanti indistintamente, siamo noi che non sempre apriamo quella porta...

Sò di una testimonianza di un'uomo, un indigeno che non poteva conoscere ne gesù ne la Bibbia, in cui Dio andava in sogno...

Per questo dico che se qualcuno di noi lo cerca, Lui di certo si lascerà trovare.



Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa
Luca 11:10

Lucio P.
02-03-12, 17:50
Per quanto possa sembrare banale per me il purgatorio lo si può intravvedere nella vita di tutti i giorni. Ancor più per quanto riguarda una scelta per l’al di là! Il Signore ci ha dato il libero arbitrio non riesco proprio a concepire una pena da scontare dopo la morte.
In tal senso quello che in realtà si può affermare è: dopo la morte del corpo ci sarà un premio con parametri diversi cui tutti saremo sottoposti.
E’ più o meno da paragonare ad un premio oscar laddove tutti gli invitati sono per l’appunto candidati a ottenere quel premio; nessuno escluso.

Tutti coloro che avranno creduto nel Cristo e la Sua opera espiatrice saranno salvati ma il premio per ognuno di essi sarà giustamente diverso; la parabola dei talenti ne è prova.
Il purgatorio è segno di sofferenze ma non da morti bensì da vivi! Le malattie sono proprio quelle che conducono l’uomo al ravvedimento; fintanto che Iddio le permette.
Nella realtà potremmo aver avuto molte volte ed anche attraverso malattie (purgatorio o consigli) la chiamata al ravvedimento e se anche queste non ci fanno piegare le ginocchia, raccoglieremo ciò che abbiamo esattamente scelto; non vedo alternative sul dopo la morte del corpo!

Quando sentiamo parlare di Gesù e di quanto Egli ha fatto, dobbiamo operare le nostre scelte; non ci sono scusanti che tengano!
Il tribunale dell’Eccelso è per tutti, unica differenza:

Coloro che hanno creduto riceveranno un premio in base a quanto hanno fatto.
Gli altri seguiranno le loro scelte; se esse non comprendevano il Cristo, unico mezzo di salvezza, temo proprio che l’allontanamento da Dio sia inevitabile e per scelta propria.

In tutto questo l’amore (dopo la morte) non centra proprio nulla!
Un esempio potrebbe essere proprio quello di un genitore che applica l’amore nei confronti dei propri figli.
Orbene, facciamo il possibile per educare i nostri figli nel migliore dei modi; cerchiamo con moltissimi consigli di tenerli lontani dai pericoli che la vita volere oppure no ci mette innanzi; eppure le scelte saranno sempre e solo da loro operate, nel bene e nel male.
Se opereranno secondo i consigli prudenti che gli saranno stati impartiti essi di sicuro non sbatteranno il NASO; in caso contrario, lo BATTERANNO e si faranno parecchio male se non addirittura rimetterci la vita.

Saluti

nomeutente
02-03-12, 18:00
La nascita del purgatorio - Le Goff Jacques - Libro - IBS - Einaudi - Einaudi tascabili. Saggi (http://www.ibs.it/code/9788806183875/le-goff-jacques/nascita-del-purgatorio.html)

La nascita del Purgatorio
Titolo Originale La nassaince du Purgatoire
© 1981 Edition Gallimard, Paris
© 1982 e 1996 Giulio Einaudi editore s.p.a, Torino
--------------------------------------------------------------------------------
Progetto storiografico
Il proposito del libro è chiaro fin dalle prime pagine : studiare la formazione secolare di quel "terzo luogo" a partire dal giudeo-cristianesimo e, di mostrarne la nascita nell'Occidente medioevale nella seconda metà del secolo XII, e il rapido successo nel corso del secolo seguente.
Studiare la storia di una credenza significa metterne in rilievo i possibili aspetti di continuità con il passato (presenti soprattutto nella tradizione giudaica, egizia, e in misura minore nella cultura pagana), ma anche comprenderne la specificità . L'emergere e il costituirsi attraverso i secoli della credenza nel Purgatorio presuppone e comporta una modifica sostanziale dei quadri spazio-temporali dell'immaginario cristiano. In una società intrisa di religiosità come quella medioevale, scegliere fra lasciare vagare o far riposare i morti significa optare per due modi alternativi di vita. È dunque necessario analizzare anche le dinamiche sociali soggiacenti, spiegare come mai il secolo XII sia stato il vero creatore del Purgatorio. Bisogna sottolineare come Le Goff rimanga fedele a quel suo credo metodologico espresso insieme con Toubert riguardo alla funzione del documento/monumento. Nell'articolo "È possibile una storia totale del Medioevo?" si sottolineava come il lettore non dovesse essere posto davanti a fredde conclusioni, frutto della ricerca dello storico, ma come dovesse anch'egli penetrare le tensioni esistenti nello studio, in modo tale da comprendere quali fossero le difficoltà presenti nel confermare (o smentire) un'ipotesi, e quale indirizzo lo studioso aveva voluto dare alla sua ricerca. Date queste premesse, e visto la grande padronanza della scrittura da parte dell'autore, il libro è avvincente, mai noioso, mai propenso alla ricostruzione delle sole idee riguardanti il Purgatorio, ma sempre attento nel mettere in relazione il contributo della speculazione di grandi monaci e teologi, con quello "dell'immaginario collettivo" che anima un'idea e rende possibile una sua accettazione a livello sociale. D'altronde non furono univoche le soluzioni proposte e il risultato finale non può essere spiegato attraverso la sola storia delle idee del Purgatorio, ma si rende necessario una contestualizzazione del discorso che comprenda tanto il ruolo politico-teologico svolto dalla Chiesa quanto la rappresentazione che la gente comune aveva dell'aldilà (gli exempla monastici, straordinari mezzi di propaganda del Purgatorio, si basavano il più delle volte su racconti popolari e tradizioni folkloriche).
Storia delle mentalità dunque, dove la funzione del Purgatorio non è solo di aggiunta ad un sistema di dogmi, ma è piuttosto il paradigma di come la morte fosse rappresentata nell'Occidente cristiano. Credere nell'esistenza del Purgatorio significa innanzitutto credere in un giudizio sulle anime dei morti (cosa piuttosto diffusa in qualsiasi tipo di religione), ma tale giudizio è di tipo particolare : non definitivo, ma momentaneo, fino al momento in cui non ci sarà il definitivo trapasso verso il Paradiso. In sostanza all'alternativa tra salvezza o dannazione si insinua quel "terzo luogo" che tante controversie genererà prima con la chiesa orientale poi con quella protestante, entrambe unite nel contestare la mancanza di riferimento nelle Scritture. La Chiesa, quando sancirà dogmaticamente la nascita del Purgatorio nel Tridentino, sarà comunque attenta a non presentare descrizioni troppo particolareggiate : il Purgatorio sarà uno stato, non un luogo. Troppe ineffetti erano state le controversie all'interno della stessa cristianità sulla geografia del Purgatorio : dove si situava ? Era un luogo terrestre o meno ? Era di tipo infernale oppure la sua natura era quella di essere piuttosto un Paradiso mancato ? Che tipo di proporzionalità vigeva tra pene commesse quaggiù e tempo trascorso a purificarsi ? Dopo il capitolo riguardante la sistemazione scolastica e la nascita di quella "contabilità del Purgatorio" che sarà alla base del fenomeno delle indulgenze, il libro termina con l'analisi della seconda cantica della Divina Commedia ; la scelta è quasi obbligata poiché Dante fu sicuramente il più grosso teologo del Purgatorio dato che raccolse tutti gli elementi precedentemente proposti e offrì un modello esaustivo che rispondeva a tutte le domande sopracitate.
Esiste ancora uno spazio per il Purgatorio ?
La risposta va trovata nell'evoluzione intercorsa tra il Medioevo e i nostri giorni. Il Purgatorio nacque in una società fortemente comunitaria, in cui la morte e il peccato non erano questioni individuali riguardanti l'uomo e Dio, ma coinvolgevano una pluralità di rapporti difficilmente immaginabili per noi moderni. L'apparizione di un defunto che richiedeva suffragi veniva puntualmente raccolta e trascritta da qualche ecclesiastico colto per essere inserita in quadro di rapporti sociali che non coinvolgevano mai due persone, ma sempre, e almeno, tre : il morto, colui che riceve la visione, l'intermediario che la trascrive. Ci si può chiedere, nella nostra prospettiva, se quei meccanismi fossero soltanto funzionali a mettere in giro una credenza, ma quello di cui bisogna tener conto è che difficilmente un alto ecclesiastico, persona colta e difficilmente "credulona", "inventava" apparizioni, visioni, ma, anzi, si premurava di trascrivere soltanto ciò che aveva potuto accertare personalmente. Tutta la società spingeva a credere che dovesse esistere un luogo in cui il peccatore poteva redimersi, in cui il peccato non coincidesse tragicamente con la dannazione dell'anima. Noi viviamo dopo l'Illuminismo ed è da qui bisogna partire. Tutto l'apparato di credenze elaborato dal Medioevo è stato considerato pura superstizione che la Ragione poteva facilmente comprendere e criticare, in prospettiva della costruzione di una società basata su rapporti razionali. Certo c'era già stata la Riforma Protestante che aveva considerato il Purgatorio non conforme alla Scrittura e quindi solo invenzione umana, tanto più deprecabile perché alimentava il fenomeno delle indulgenze, e ancor prima il Rinascimento, che aveva elaborato una nuova visione dell'uomo (secondo la classica interpretazione burckardiana). Ma è soltanto nell'Età dei Lumi che elités intellettuali cercano nuovi paradigmi per comprendere il mondo circostante : il primo scossone al "sistema Purgatorio" è avviato. A metà dell'Ottocento poi inizia la Rivoluzione Industriale che cambierà definitivamente il modo di vivere degli uomini. La fabbrica con le sue rigide regole, i suoi pesanti vincoli, il suo lavoro ripetitivo, in cui l'operaio fa parte di un complesso processo che non riesce a capire, chiudono definitivamente le porte ad una società comunitaria e danno il via ad un modo di vita prettamente individualistico. È chiaro che questa può sembrare un ricostruzione piuttosto semplicistica (ed ineffetti lo è), ma mi sembra che le due tappe che abbiano contribuito maggiormente a segnare il declino del Purgatorio siano state l'Illuminismo e la Rivoluzione Industriale : la prima ha distrutto un apparato di credenze, la seconda ha cambiato profondamente il modo di vita che alimentava.
Il nostro secolo che si sta concludendo poi ha visto per molti la materializzazione dell'Inferno sulla Terra : le due Guerre Mondiali, il genocidio di Ebrei e Zingari, l'età delle divisione del mondo in due blocchi, prima Est-Ovest, adesso Nord-Sud, la bomba atomica, simbolo del male incarnato, ci hanno rimandati in una prospettiva dualistica, Inferno-Paradiso, cancellando quella ternalizzazione dei rapporti che era nata nel Basso Medioevo.
Mi sembra dunque che alla domanda "ancora il Purgatorio ?" si possa rispondere negativamente. D'altronde la mia esperienza personale di fronte alla lettura della seconda cantica della Divina Commedia mi fa pensare di come ormai ci muoviamo in un quadro concettuale totalmente diverso in cui il Purgatorio non può più svolgere quei compiti per il quale era nato. Il 2 Novembre non è più il giorno in cui si celebrano messe per affrettare la fuoriuscita delle anime dal luogo di transizione, ma è il giorno del ricordo dei propri cari : segno evidente che il rapporto uomo-Dio è diventato troppo individualistico per il Purgatorio.

Scarica il contenuto del libro in formato zip

La nascita del Purgatorio (http://gilda.it/gandalf/italiano/lab_storico/medioevo/purgatorio.htm)

Al di là della possibilità di approfondire, posso affermare che, a mio parere, si tratta di buone considerazioni, trasparenti ed in parte condivisibili.

Sta di fatto che il tale Purgatorio, se si vuole restare in forte accordo con quanto asserito nelle Scritture, non c'è mai stato; neanche ne è chiara la sua utilità ai fini della realizzazione di quella vera fede alla quale siamo chiamati mentre che abbiamo tempo.

La potenzialità salvifica dell'eterna, gloriosa ed incommensurabile grazia che è in Cristo, Figliuolo diletto, non teme confronti.

Per varie, libere ed oneste ragioni, davvero non credo sia facile convincersi poi, che questo "purificatoio di anime" sia esistito soltanto per un tempo.

E neanche che lo stesso abbia mutato di ruolo e funzione, con i secoli, adattandosi al largo consenso dell'uomo contemporaneo.

Mi balzano alla mente le gravi parole di Gesù indirizzate alla classe religiosa del tempo:

Matteo 23:15
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché viaggiate per mare e per terra per fare un proselito; e quando lo avete fatto, lo rendete figlio della geenna il doppio di voi.

Sapresti dare una spiegazione al perchè di quel doppio?

solocristiano
02-03-12, 18:05
E'impossibile che qualcuno muoia senza aver avuto la possibilità diconoscere Dio...


Beh,secondo la Scrittura invece è possibile giacchè dice: “Per questo(quelli che in vita non hanno “avuto la possibilità di conoscereDio”) infatti è stato predicatol'evangelo anche ai morti”(1°Pietro 4:6).
Perciòvivi o morti, che siano vissuti prima o dopo Cristo, tuttiriceveranno la Luce! Prima o poi tuttiavranno una opportunità di venire salvatio almeno riconciliati.Così che soloquelli che avranno rifiutatocon testardaggine e consapevolezzala salvezza di Cristo e la sostituzione da parte sua, l'aver subitoil castigo al loro posto;solo questi “bestemmiatori” dovranno subire essi stessi ilgiudizio e scontarela pena dell'inferno. Infatti, se uno non crede che Gesù ha sofferto (in croce)per i suoi peccati, allora il peccatore stesso dovrà soffrire per isuoi peccati! Come disse Gesù: “Ogni peccato e bestemmia saràperdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo SpiritoSanto nonsarà loro perdonata. E chiunque parla contro il Figlio dell'uomo,sarà perdonato; machi parla contro lo Spirito Santo, nongli sarà perdonato, né in questa vita né in quella futura”(Matteo 12:31,32).

nomeutente
02-03-12, 18:26
E'impossibile che qualcuno muoia senza aver avuto la possibilità diconoscere Dio...


Beh,secondo la Scrittura invece è possibile giacchè dice: “Per questo(quelli che in vita non hanno “avuto la possibilità di conoscereDio”) infatti è stato predicatol'evangelo anche ai morti”(1°Pietro 4:6).
Perciòvivi o morti, che siano vissuti prima o dopo Cristo, tuttiriceveranno la Luce! Prima o poi tuttiavranno una opportunità di venire salvatio almeno riconciliati.Così che soloquelli che avranno rifiutatocon testardaggine e consapevolezzala salvezza di Cristo e la sostituzione da parte sua, l'aver subitoil castigo al loro posto;solo questi “bestemmiatori” dovranno subire essi stessi ilgiudizio e scontarela pena dell'inferno. Infatti, se uno non crede che Gesù ha sofferto (in croce)per i suoi peccati, allora il peccatore stesso dovrà soffrire per isuoi peccati! Come disse Gesù: “Ogni peccato e bestemmia saràperdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo SpiritoSanto nonsarà loro perdonata. E chiunque parla contro il Figlio dell'uomo,sarà perdonato; machi parla contro lo Spirito Santo, nongli sarà perdonato, né in questa vita né in quella futura”(Matteo 12:31,32).






La nota di apertura è senz'altro rispondente al vero.

Vi sono infatti diversi livelli di conoscenza, consapevolezza ed esperienza in tutte le cose di Dio e della vita.

Buone comunque anche le tue considerazioni.

Lascia che ti dica però, fratello, che a volte può essere bene lasciare che le nostre convinzioni siano minate.

La verità deve essere provata per contrasto.

Te lo dico perchè anch'io sono molto contento quando riesco a cambiare idea.

Lo sono più di quanto dovessi esserlo nel riuscire a convincere altri a farlo.

Domenico
02-03-12, 21:10
Questa è una domanda che mi sono fatto e che faccio a tutti voi (cristiani) – che succede a coloro che non hanno mai udito il Vangelo, ai poveri pagani ignoranti che neanche sanno chi è Gesù? Come può un Dio d'amore mandare alla dannazione eterna, chi non ha mai avuto l'opportunità di ascoltare l'evangelo e di sapere così cosa devono fare per essere salvati? E poi ci sono milioni di persone appartenenti a diverse religioni e credo nel mondo, che poveretti si comportano come meglio possono, e vivono secondo la poca luce che possiedono, che fine fanno? Ora vi chiedo – come può il Padre nostro e Dio nostro mandarli all'inferno, semplicemente perchè nessuno ha predicato loro l'evangelo di Cristo e mostrato loro l'amore di Dio, affinchè desiderassero di essere salvati? Saranno condannati al castigo eterno, anche se poi in vita furono persone “buone” e semplici, anche se non hanno conosciuto la Parola di Cristo e la sua verità?
Sì, è vero, questa vita è la vera chance, il giorno della grazia e della salvezza in Gesù Cristo, questo è vero e sicuro. Però chi ci dice che di là non possono essere salvati? Dite che lo dice la Bibbia! Ma la Bibbia parla persino di mille anni del regno di Cristo sulla terra, per far cosa? E chi mi dice che nel millennio le persone non possono essere salvati, giacchè vedranno Gesù con i loro stessi occhi, come Tommaso l'incredulo ha voluto vedere i buchi dei chiodi e il costato trafitto di Gesù per credere? Chi ha insegnato in tutti questi secoli che è impossibile? La Bibbia? No!!! Solo le chiese! Esse hanno insegnato e insegnano, che con la morte tutto è finito, vien il giudizio (loro), che se non sei salvato prima della morte, è finita e vai dritto all'inferno. Questo è più o meno quello che insegnano, così te ne andrai nelle loro chiese più per paura, che per Amore. Come diceva bene Celentano, che parlano più dell'inferno che del Cielo; e che credono di più all'inferno e predicano l'inferno più dello stesso Cielo che Gesù è venuto a portare.
Qualcuno dirà – ecco, ci siamo, una nuova dottrina! Beh, per alcuni può essere nuova, ma è sostenuta dalle Scritture, perciò non è nuova, ma è la chiesa che non ne ha mai parlato o non voleva farlo sapere o che neanche se ne sono accorti, che la Scrittura parla che il “VANGELO è STATO PREDICATO ANCHE AI MORTI” (1°Pietro 4:6). E questo vuol dire che c'è la possibilità, che alcuni possono essere salvati nel mondo dello spirito. Come dice la Scrittura che, “Egli era la luce vera, che illumina ogni uomo che vien nel mondo” (Gv.1:9). E perchè non li può illuminare anche quando usciranno dal mondo ed entreranno in quello dello spirito; o vogliamo applicare “quella Luce” solo a questa ? Quando milioni e milioni di persone non ricevono la Luce, non odono mai l'evangelo? In un certo senso il mondo odierno consiste sia del mondo fisico che di quello spirituale, no? Così veniamo in questo mondo, poi ce ne andiamo nell'altro che in un certo senso è ancora questo mondo, cioè la parte spirituale di esso. Così tutto è bene ciò che finisce bene; sia che moriamo, sia che viviamo, avremo (TUTTI!) la possibilità di conoscere e ricevere la Luce della Salvezza (1°Pt.4:6).


Citare Dante, per sostenere la validità del Purgatorio, ha poco valore per il semplice fatto che la “Divina Commedia”, (con l’aggettivo che si è dato “Divina” all’opera di Dante, il suo insegnamento non risponde a verità), soprattutto se si confronta con quello delle Sacre Scritture canoniche, che, veramente, sono di origine divina.

Quando si tiene in debito conto quello che insegnano le Scritture canoniche e si credono e si accettino come direttive divine per l’uomo di tutti i tempi, certi ragionamenti che si fanno per spiegare l’argomento in questione, non hanno nessun valore, soprattutto davanti a quello che Dio ha stabilito nella Sua Parola, per la salvezza del peccatore. Infatti, per la salvezza del peccatore, le Sacre Scritture prevedono che l’uomo, non importi a quale strato sociale appartenga e di quale cultura religiosa proviene, deve credere nell’opera redentrice che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, compì con il sacrificio di se stesso, immolando la sua vita innocente per il vile peccatore. La fede nel Suo nome, che include il sacrificio sulla croce, è sufficiente davanti a Dio, perché il peccatore ottenga, il totale perdono dei suoi peccati e la vita eterna. In questa fede nel Suo nome, è previsto anche il ravvedimento e il pentimento da parte del peccatore.

Gesù non è venuto in terra per salvare “i giusti”, perché i giusti non hanno bisogno di ravvedimento, ma i peccatori. I peccatori, in effetti, sono quelli che senza giri di parole, si riconoscono tali e non hanno nessuna vergogna a confessarlo, sia in privato che in pubblico, ma soprattutto davanti a Dio. A prova di ciò, c’è un testo della Parola di Dio che afferma: Chi copre le sue colpe non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia (Proverbi 28:13).

C’è una parola, particolarmente nel Nuovo Testamto, che viene ripetuta tante volte, ed è: “Credere”. Ecco alcuni testi:

Giovanni 3:18 Chi crede in lui non è condannato ma chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
Giovanni 3:36 Chi crede nel Figlio ha vita eterna ma chi non ubbidisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio dimora su di lui.
Giovanni 6:47 In verità, in verità vi dico: Chi crede in me ha vita eterna.
[b]Giovanni 7:38 Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, da dentro di lui sgorgheranno fiumi d’acqua viva".
Giovanni 12:44 Or Gesù gridò e disse: "Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato.
1 Pietro 2:6 Nella Scrittura si legge infatti: "Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, eletta, preziosa, e chi crede in essa non sarà affatto svergognato".
1 Giovanni 5:10 Chi crede nel Figlio di Dio ha questa testimonianza in sé; chi non crede a Dio, lo ha fatto bugiardo, perché non ha creduto alla testimonianza che Dio ha reso circa suo Figlio.

Non è un puro caso che quando le Sacre Scritture adoperano il verbo “credere”, con riferimento alla salvezza, al perdono dei peccati e alla vita eterna, usano il “presente” e non il “futuro”. Infatti, il giorno della salvezza, è presentato nei seguenti termini:

2 Corinzi 6:2 perché egli dice: "Io ti ho esaudito nel tempo accettevole e ti ho soccorso nel giorno della salvezza". Ecco ora il tempo accettevole, ecco ora il giorno della salvezza.

Inoltre, l’esortazione e l’ammonimento a credere, è presentato con il tempo “presente”:

Salmi 95:7 Poiché egli è il nostro DIO, e noi siamo il popolo del suo pascolo e il gregge di cui egli si prende cura. Oggi, se udite la sua voce,
Ebrei 3:7 Perciò, come dice lo Spirito Santo: "Oggi, se udite la sua voce,
Ebrei 3:15 mentre ci è detto: "Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori come nella provocazione".
Ebrei 4:7 egli determina di nuovo un giorno: Oggi dicendo dopo tanto tempo, come è stato detto prima per mezzo di Davide: "Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori".

Quando si cita 1Pietro 4:6 IL VANGELO PREDICATO AI MORTI, per sostenere che dopo la morte ci sarà possibilità di salvezza, si dimentica che chi predicô “ai morti”, è stato Gesù Cristo, come è chiaramente affermato nel famoso testo di (1Pietro 3:18-20). Ho spiegato che la “predicazione” in quel testo, unico nel suo genere in tutto il Nuovo Testamento, non ha il senso di offrire la salvezza, visto che si limitava ai ribelli del tempo di Noè, e non a tutti i trapassati, ma di portare a conoscenza, anche ai morti, cioè a quelli che non appartengono più nel numero dei viventi che, Gesù, per l’opera che Egli compì con il sacrificio di se stesso sulla croce, ha portato a compimento la redenzione per il genere umano.

Infine, c’è anche un altro rilievo di ordine pratico e cioè: l'oggi, di cui la Bibbia parla, appartiene ai viventi, i quali, possiedono la facoltà di accogliere o respingere, l’offerta della salvezza; il domani, anche quello più lontano, non rappresenta la garanzia che le cose potranno cambiare, ma è usato generalmente dall’uomo con il significato di “rimandare” ad un tempo migliore, che in pratica, possibilmente non verrà mai.

Lucio P.
02-03-12, 23:23
Molto interessante quanto afferma il commentario Bosio:


6. Poiché per questo è stato annunziato l’evangelo anche ai morti; onde fossero bensì giudicati secondo gli uomini quanto alla carne, ma vivessero secondo Dio quanto allo spirito. (1Pi 4:6)

Per questo si riferisce a quanto segue e specialmente alle ultime parole di 1Pi 4:6. L’Evangelo è stato annunziato non solo ai vivi ma anche ai morti, per questo, cioè allo scopo di mettere anche loro in presenza dell’offerta della grazia e di render così possibile anche per loro il pentimento e la fede nel Salvatore. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza, della verità; poiché v’ è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede se stesso qual prezzo di riscatto per tutti 1Ti 2:4-6. Posti dinanzi alla salvezza, anche coloro che già avevano, subito il giudizio della morte corporale riservato a tutti gli uomini peccatori Ro 6:23 Ge 3, hanno avuto la possibilità di vivere secondo Dio quanto allo spirito; cioè di possedere nel loro spirito quella vita nuova di pace, di santità, di felicità ch’ è conforme alla natura di Dio ed al suo disegno di misericordia verso gli uomini. In una parola, hanno potuto ricevere la vita vera, la vita eterna. in attesa della beata risurrezione. Se l’hanno scientemente e volontariamente rifiutata, facendo della loro libertà l’uso più funesto, nessuno potrà trovare ingiusta la sentenza che li colpirà.

Pietro non, dice né quando, né dove, né da chi, né con quali risultati, l’Evangelo è stato annunziato ai morti; ma da quanto ha detto in 1Pi 3:19 20 si può arguire che è stato annunziato dal Signor Gesù stesso dopo la sua risurrezione. Quando tutto fu compiuto, Cristo proclamò la buona novella ai morti nell’Hades e mandò i suoi apostoli a proclamarla ai vivi per tutto il mondo. 1Pi 3:19 20 parlava di una predicazione agli uomini del diluvio soltanto; la dichiarazione di 1Pi 4:6 è più generale e si riferisce a tutti i morti che non hanno udito ancora l’Evangelo nella sua purezza e semplicità. Come il giudizio si estende a tutti i morti, l’Evangelo ha dovuto, secondo la volontà misericordiosa del Dio di giustizia; essere annunziato a tutti. Come appare dal fin qui detto, non crediamo esatta l’opinione che vede nei morti di cui parla S. Pietro i morti nei falli e nei peccati. La parola non può avere un senso diverso da quello che ha nella espressione quasi tecnica nel N. T. i vivi ed i morti. Le parole: onde fossero bensì giudicati... sono al passato e tornano a dire: onde benché abbiano di già subito il giudizio della morte del corpo, comune a tutti gli uomini, possano vivere secondo Dio- Paolo dice in Ro 8:10: Se Cristo è in voi, ben è il corpo morto a cagione del peccato: ma lo spirito è vita a cagione della giustizia.

solocristiano
03-03-12, 17:56
La verità deve essere provata per contrasto.

A proposito che “la verità deve essere provata per contrasto”, sono d'accordo; ma qua stiamo parlando della verità della Parola di Dio e non quella generica (del mondo). Perciò quello che io scrivo è quello che viene riferita alla Parola di Dio (la Bibbia), perciò di conseguenza è questione di fede in essa. Ora come faccio io a sapere che cosa è vero (nelle cose spirituali che stiamo discutendo) o falso? Ebbene, la Parola (di Dio) è il mio fondamento, la guida, il metro di misura mediante il quale misuro quello che viene scritto riguardo alla discussione, in questo caso sulla possibilità “che il Vangelo sia predicato ai morti” (1°Pt.4:6), o meglio ancora “lo stato invisibile”. Ne parla nel Vangelo, “i discepoli, vedendolo (Gesù) camminare sul mare, si turbarono e dissero: è un FANTASMA!... (Mt. 14:26), anche in Luca 24:37,39 parla che quando “Gesù si rese presente in mezzo a loro... essi, terrorizzati e pieni di paura pensavano di vedere uno spirito”. Ma Gesù disse loro: “Guardate le mani e i miei piedi, perchè sono io”, poi spiego loro come è fatto uno spirito - “Perchè uno spirito non ha ha carne e ossa come vedete che ho io”. Così quando si muore nel corpo, noi cristiani è “andare con il Signore” (2°Cor.5:8). Ma tutti gli altri milioni di non salvati che fine fanno? Vanno tutti direttamente all'inferno? No, giacchè il Giudizio finale vien dopo i mille anni del regno di Cristo sulla terra (apc.20:7,11-15), perciò tutti quelli “spiriti non salvati” sono ancora “in vita” nel mondo dello spirito (Sceol, stato invisibile) e il loro testino non è ancora stabilito; per l'appunto fino al giudizio finale di Apc.20:11-15. Così, ecco che coloro che sono morti senza conoscere il Vangelo (la Luce), Dio darà anche a loro una possibilità di conoscerlo e saranno giudicati secondo le loro opere e scelta che avranno avuto nel mondo dello spirito (1°Pt.4:6; Apc.20:15). E chi lo sa, forse già ora vi sono di quelli che stanno ricevendo Gesù Cristo nel mondo dello spirito proprio adesso. Lo dice la Scrittura - “Or questo: <è salito”> che cosa vuol dire se non che prima è pure disceso nelle parti più basse della terra?” (Efs.4:9). Così il buon Gesù andò (nell'Ades) e predicò agli spiriti imprigionati che erano morti fino allora (Mt.12:40. 1°Pt.3:19. 4:6). Beh, a pensarci su, quando un non salvato arriva nel mondo dello spirito e ne vede le realtà (e la Bibbia qualcosa a noi vivi (di qua, ce ne parla un po'), di certo vorrà essere salvato no? E di sicuro, seppure in questa vita non lo fu (salvato, per vari motivi) di certo lo vorrà e crederà allora.

Insomma, sembra che ci siano 3 classi di persone (quanto riguardo allo spirito) – Gli assolutamente salvati che vanno a stare con il Signore, e il loro destino è stabilito (in Cielo). Poi gli assolutamente probi, gl'incorreggibilmente malvagi, che persino dopo la morte e di fronte ai fatti continueranno ad essere ribelli e tanto leali a se stessi e al loro padre (il diavolo) quanto lo furono in questa vita e anche il loro destino sarà stabilito. A parte che al Giudizio gli verrà dato davvero quello che si meritano e in piena dose! E poi ci sono quelli in MEZZO, che non sono salvati ma che erano un po' “buoni (peccatori)” e che non hanno avuto la possibilità di udire il Vangelo o che non l'abbiano capito come si doveva (in Spirito), perciò son rimasti agnostici (solo Dio sa!). Ecco perchè Dio deve attendere fino al Giudizio del gran trono bianco per vedere se verranno salvati, per vedere se sono scritti nel libro della vita (Apc. 20:15).

Domenico
04-03-12, 04:10
La verità deve essere provata per contrasto.

A proposito che “la verità deve essere provata per contrasto”, sono d'accordo; ma qua stiamo parlando della verità della Parola di Dio e non quella generica (del mondo). Perciò quello che io scrivo è quello che viene riferita alla Parola di Dio (la Bibbia), perciò di conseguenza è questione di fede in essa. Ora come faccio io a sapere che cosa è vero (nelle cose spirituali che stiamo discutendo) o falso? Ebbene, la Parola (di Dio) è il mio fondamento, la guida, il metro di misura mediante il quale misuro quello che viene scritto riguardo alla discussione, in questo caso sulla possibilità “che il Vangelo sia predicato ai morti” (1°Pt.4:6), o meglio ancora “lo stato invisibile”. Ne parla nel Vangelo, “i discepoli, vedendolo (Gesù) camminare sul mare, si turbarono e dissero: è un FANTASMA!... (Mt. 14:26), anche in Luca 24:37,39 parla che quando “Gesù si rese presente in mezzo a loro... essi, terrorizzati e pieni di paura pensavano di vedere uno spirito”. Ma Gesù disse loro: “Guardate le mani e i miei piedi, perchè sono io”, poi spiego loro come è fatto uno spirito - “Perchè uno spirito non ha ha carne e ossa come vedete che ho io”. Così quando si muore nel corpo, noi cristiani è “andare con il Signore” (2°Cor.5:8). Ma tutti gli altri milioni di non salvati che fine fanno? Vanno tutti direttamente all'inferno? No, giacchè il Giudizio finale vien dopo i mille anni del regno di Cristo sulla terra (apc.20:7,11-15), perciò tutti quelli “spiriti non salvati” sono ancora “in vita” nel mondo dello spirito (Sceol, stato invisibile) e il loro testino non è ancora stabilito; per l'appunto fino al giudizio finale di Apc.20:11-15. Così, ecco che coloro che sono morti senza conoscere il Vangelo (la Luce), Dio darà anche a loro una possibilità di conoscerlo e saranno giudicati secondo le loro opere e scelta che avranno avuto nel mondo dello spirito (1°Pt.4:6; Apc.20:15). E chi lo sa, forse già ora vi sono di quelli che stanno ricevendo Gesù Cristo nel mondo dello spirito proprio adesso. Lo dice la Scrittura - “Or questo: <è salito”> che cosa vuol dire se non che prima è pure disceso nelle parti più basse della terra?” (Efs.4:9). Così il buon Gesù andò (nell'Ades) e predicò agli spiriti imprigionati che erano morti fino allora (Mt.12:40. 1°Pt.3:19. 4:6). Beh, a pensarci su, quando un non salvato arriva nel mondo dello spirito e ne vede le realtà (e la Bibbia qualcosa a noi vivi (di qua, ce ne parla un po'), di certo vorrà essere salvato no? E di sicuro, seppure in questa vita non lo fu (salvato, per vari motivi) di certo lo vorrà e crederà allora.

Insomma, sembra che ci siano 3 classi di persone (quanto riguardo allo spirito) – Gli assolutamente salvati che vanno a stare con il Signore, e il loro destino è stabilito (in Cielo). Poi gli assolutamente probi, gl'incorreggibilmente malvagi, che persino dopo la morte e di fronte ai fatti continueranno ad essere ribelli e tanto leali a se stessi e al loro padre (il diavolo) quanto lo furono in questa vita e anche il loro destino sarà stabilito. A parte che al Giudizio gli verrà dato davvero quello che si meritano e in piena dose! E poi ci sono quelli in MEZZO, che non sono salvati ma che erano un po' “buoni (peccatori)” e che non hanno avuto la possibilità di udire il Vangelo o che non l'abbiano capito come si doveva (in Spirito), perciò son rimasti agnostici (solo Dio sa!). Ecco perchè Dio deve attendere fino al Giudizio del gran trono bianco per vedere se verranno salvati, per vedere se sono scritti nel libro della vita (Apc. 20:15).


È senza dubbio una buona regola avere la Parola di Dio come metro per misurare quello che si scrive e quello che si afferma. Le nostre convinzioni e il nostro modo di intendere la Parola del Signore, di solito lo esprimiamo, attraverso il nostro modo di riferirci. Non sempre, però, noi sappiamo valutare obbiettivamente quello che diciamo, mentre chi ci legge e ci ascolta, visto che probabilmente la pensa in maniera diversa da noi, potrà fare un’analisi per mettere in evidenza la correttezza di un’interpretazione.

Quando si parla di una “possibilità che il Vangelo sia predicato ai morti” (1°Pt.4: 6)”, si lascia intendere (almeno per me) che quest'attività continui ancora ai nostri giorni, fino il giorno del giudizio universale, cui parla (Apocalisse 20:11-15), dopo il millennio di Cristo sulla terra, in favori dei trapassati. Se la mia interpretazione è esatta, rientra nella logica chiedere: chi sta svolgendo quest'attività?

Dal momento che si sa con certezza che è stato Gesù Cristo in persona che andò nell’Ades a predicare a quei residenti, e tenuto conto che di nessun altro si fa il minimo accenno, per ragione di coerenza, bisogna ammettere che l’attività di predicare ai morti, non fu un’opera isolata nel tempo, cioè concernente la morte di Gesù, ma continua a svolgerla fino il giorno in cui tutti quelli che non sono salvati, dovranno comparire davanti al “trono bianco”, per rendere ognuno di loro conto di quello che avranno fatto e giudicati secondo le loro opere.

Una simile ipotesi, per essere accettata e non lasciata nel vago, dovrebbe avere il supporto delle Scritture, cioè la provare con un testo biblico che lo affermi chiaramente. Se questa prova biblica non viene fornita, insistere a proporla, non è correttezza esegetica.

Se si esamina attentamente il testo biblico in questione, senza quei preconcetti che di solito limitano un'esatta comprensione, si noterà subito che, la forma grammaticale del testo, non favorisce l’ipotesi in questione.

«perché anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, il giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte nella carne, ma vivificato dallo Spirito, nel quale egli andò anche a predicare agli spiriti che erano in carcere, che un tempo furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè mentre si fabbricava l'arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate attraverso l'acqua» (1 Pietro 3:18-20)

Infatti per questo è stato annunziato il vangelo anche ai morti; affinché, dopo aver subito nel corpo il giudizio comune a tutti gli uomini, possano vivere mediante lo spirito, secondo la volontà di Dio (1Pietro 4:6)

La forma grammaticale del primo testo, mette in evidenza un “passato” (fu messo a morte nella carne) e un passato (egli andò) a predicare agli spiriti che erano in carcere. Il passato dei due eventi, si riferisce immancabilmente: 1) alla morte di Gesù in carne, morte che è stata una sola volta e non si ripeterà più, e, 2) l’andata di Gesù nell'Ades, avvenuta tra la morte e la risurrezione, avvenuta una sola volta, senza lasciare una minima traccia di continuità.

Nel secondo testo si parla di un “passato” è stato annunziato il vangelo. Davanti ad una tale forma grammaticale, rientra nella logica chiedere: chi ha svolto quest'attività e quando è stata attivata? La risposta è senza dubbio: da Gesù Cristo, quando Egli scese nell’Ades. Anche in questo testo, la forma grammaticale usata, non lascia presupporre una continuità che giustifica l’ipotesi in questione.

Inoltre, quando si fa riferimento alle “opere e scelta che avranno avuto nel mondo dello spirito”, significa che i morti, (in questo caso quelli non salvati) possiederanno la possibilità di compiere opere e scelte che determineranno la loro salvezza o il loro giudizio. Qual è la prova biblica che dà man forte a quest'intuizione interpretativa?

Ed ancora, quando si afferma che “Dio deve attendere fino al Giudizio del gran trono bianco per vedere se verranno salvati, per vedere se sono scritti nel libro della vita (Apc. 20:15)”, si dimentica o si ignora che, quelli che si trovano scritti nel libro della vita, i loro nomi sono stati inseriti prima della fondazione del mondo (Apocalisse 13:8; 17:8).

Infine, nel giudizio finale, ognuno sarà giudicato secondo le sue opere (Romani 2:6; Apocalisse 20:12-13); lo stesso criterio sarà usato per la premiazione (Apocalisse 22:12). Le opere, in conclusione, sia buone che cattive, si compiono con azioni visibili, cioè con le membra del corpo umano. L’uomo è composto di corpo, anima e spirito (1 Tessalonicesi 5:23). Alla morte, il corpo umano viene messo dentro una bara e seppellito in un cimitero; se si muore annegati, le acque del mare saranno il cimitero di quel corpo; se invece si è divorati da un pesce, il pesce sarà il cimitero di quel corpo. L’altra parte dell’uomo, cioè lo spirito, la Bibbia afferma che ritorna a Dio che l’ha dato (Ecclesiaste 12:7). Infine, l’anima dove andrà? Non certamente dentro una bara per essere seppellita in un cimitero assieme al corpo, ma in un luogo ben diverso, nell'attesa della risurrezione. Sia ben chiaro che nella risurrezione, non sarà l’anima che risorgerà, ma bensì il corpo.

Nell’Ades, dove si trovano i morti, non c’è il corpo umano, c’è solamente l’anima. L’anima senza il corpo umano non può operare, sia in bene che nel male, sarà capace di compierlo in unione con il corpo umano, che è il suo naturale strumento. Quali opere e scelte potranno compiere, che saranno capaci di determinare la salvezza o il giudizio? Queste non sono cervellotiche argomentazioni prive di logicità, sono invece illustrazioni che trovano il loro confronto nella vita pratica e non in una logica idealista.

nomeutente
04-03-12, 14:16
Tra i tanti versi già richiamati ne propongo alcuni altri, contestando attraverso alcune considerazioni quella tesi in base alla quale il purgatorio, luogo di mezzo, sarebbe utile a dare risposta alla domanda di salvezza e conoscenza di Dio di coloro che non hanno avuto modo di trovarne mentre che erano in terra.

Genesi 1:2
La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.

Considerazione 1: Lo Spirito di Dio, dal principio della creazione delle cose si è sempre mosso per un ristoramento, nulla potendolo impedire.


Genesi 6:3
Il SIGNORE disse: «Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l'uomo poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi centoventi anni».

Considerazione 2: In taluni periodi, come ai tempi di Noè, lo Spirito di Dio è arrivato finanche a contendere, litigare con l'uomo affinchè si ravvedesse.


Salmo 14:1-3
Lo stolto ha detto in cuor suo: «Non c'è Dio». Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non c'è nessuno che faccia il bene. Il SIGNORE ha guardato dal cielo i figli degli uomini, per vedere se vi è una persona intelligente, che ricerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non c'è nessuno che faccia il bene, neppure uno.

Considerazione 3: Nelle espressioni ispirate del salmista è chiaro come Dio, fedele e giusto con sè stesso, sia sempre in cerca dell'uomo.

Lucio P.
04-03-12, 16:14
Così, ecco che coloro che sono morti senza conoscere il Vangelo (la Luce), Dio darà anche a loro una possibilità di conoscerlo e saranno giudicati secondo le loro opere e scelta che avranno avuto nel mondo dello spirito (1°Pt.4:6; Apc.20:15). E chi lo sa, forse già ora vi sono di quelli che stanno ricevendo Gesù Cristo nel mondo dello spirito proprio adesso. Lo dice la Scrittura - “Or questo: <è salito”> che cosa vuol dire se non che prima è pure disceso nelle parti più basse della terra?” (Efs.4:9). Così il buon Gesù andò (nell'Ades) e predicò agli spiriti imprigionati che erano morti fino allora (Mt.12:40. 1°Pt.3:19. 4:6). Beh, a pensarci su, quando un non salvato arriva nel mondo dello spirito e ne vede le realtà (e la Bibbia qualcosa a noi vivi (di qua, ce ne parla un po'), di certo vorrà essere salvato no? E di sicuro, seppure in questa vita non lo fu (salvato, per vari motivi) di certo lo vorrà e crederà allora.


Si direbbe che fai delle domande e ti rispondi da solo. In realtà, quello che affermi non fa altro che convalidare quanto già detto precedentemente, cioè:
Il Vangelo e quindi la salvezza in Cristo, viene predicato a coloro che in vita non hanno avuto modo di ascoltare la “buona novella”, ma chiedo: sembra logico pensare che al giorno d’oggi qualcuno non abbia sentito parlare di quanto Gesù ha fatto? Non credo proprio! Però, ammesso che ciò sia vero, è proprio per costoro che l’Evangelo è stato annunziato anche ai morti che non ne hanno sentito parlare.
Quanto affermi sembrerebbe più che altro una scelta di comodo per avvallare il pensiero cattolico (preghiere per i morti) che nulla possono aggiungere a quanto è già stato fatto.

Le scelte, ripeto, sono fatte dai vivi! Troppi sono gli insegnamenti a tal riguardo e non è un semplice versetto a stabilirne il contrario; ognuno pensi ciò che gli fa comodo; l’insegnamento scritturale è ben diverso da quanto la dottrina cattolica ha fin’ora insegnato su alcune tematiche molto discutibili.

Saluti

solocristiano
04-03-12, 18:46
Per me il punto di tutta questa discussione è “EGLI ERA LUCE VERA, CHE ILLUMINA OGNI UOMO CHE VIENE AL MONDO” (Gv. 1:9). Sono stati Tutti gli uomini e donne di ogni età passate fino ad oggi raggiunti dalla “LUCE VERA”? Questo è il punto della domanda! Io dico che il Buon Dio non si fermerà a questa vita terrena per salvare un'anima, ma va oltre la morte. E 1°Pietro 3:19. 4:6 e Efes. 4:9 sono la risposta (per me) a questa domanda che ha turbato molti sinceri cristiani e studiosi della Bibbia nel corso dei secoli: Ma che succede a coloro che non udirono mai l'evangelo, ai poveri pagani ignoranti che mai udirono il Vangelo di Cristo? Come può un Dio d'amore condannare chi non ha mai avuto l'opportunità di conoscere Colui che “ERA LUCE VERA, CHE ILLUMINA OGNI UOMO CHE VIENE AL MONDO”? O ancora più grave - “Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo giudica: la parola che ho annunziata, sarà quella che lo giudicherà nell'ultimo giorno” (Gv.12:48). Ebbene, se questi non ebbero mai l'opportunità di ascoltare l'evangelo e di sapere così cosa devono fare per essere salvati? Quali passi della Bibbia si può intravedere la risposta a questa domanda posta qui sopra, se non questi passi di 1°Pietro 3:19. 4:6? Poi come una chiave che apre la porta ad un corridoio che conduce ad altre porte di altri versi, questi ci aprano la vista mediante il suo Spirito (Salmo 119:18).

nomeutente
05-03-12, 00:13
Per me il punto di tutta questa discussione è “EGLI ERA LUCE VERA, CHE ILLUMINA OGNI UOMO CHE VIENE AL MONDO” (Gv. 1:9). Sono stati Tutti gli uomini e donne di ogni età passate fino ad oggi raggiunti dalla “LUCE VERA”? Questo è il punto della domanda! Io dico che il Buon Dio non si fermerà a questa vita terrena per salvare un'anima, ma va oltre la morte. E 1°Pietro 3:19. 4:6 e Efes. 4:9 sono la risposta (per me) a questa domanda che ha turbato molti sinceri cristiani e studiosi della Bibbia nel corso dei secoli: Ma che succede a coloro che non udirono mai l'evangelo, ai poveri pagani ignoranti che mai udirono il Vangelo di Cristo? Come può un Dio d'amore condannare chi non ha mai avuto l'opportunità di conoscere Colui che “ERA LUCE VERA, CHE ILLUMINA OGNI UOMO CHE VIENE AL MONDO”? O ancora più grave - “Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo giudica: la parola che ho annunziata, sarà quella che lo giudicherà nell'ultimo giorno” (Gv.12:48). Ebbene, se questi non ebbero mai l'opportunità di ascoltare l'evangelo e di sapere così cosa devono fare per essere salvati? Quali passi della Bibbia si può intravedere la risposta a questa domanda posta qui sopra, se non questi passi di 1°Pietro 3:19. 4:6? Poi come una chiave che apre la porta ad un corridoio che conduce ad altre porte di altri versi, questi ci aprano la vista mediante il suo Spirito (Salmo 119:18).

Non è facile dimostare dalla lettura delle Sacre Scritture che Dio sia stato muto con alcuni e predicatore con altri.

Egli ha operato la Sua testimonianza sempre, nei tempi.

Ha così sempre avuto i Suoi testimoni, un popolo che custodisse il Suo nome, disposto a camminare con Lui verso l'eterna Sua grazia.

Dio parla al cuore, allo spirito dell'uomo.

Dubiti di ciò?

Credi che Egli che ha fatto la bocca non sia capace di farlo?

Certo che parla, una volta, due, talvolta grida....

I cieli stessi narrano la sua gloria.

Salmo 62:11-12
Dio ha parlato una volta, due volte ho udito questo: che il potere appartiene a Dio; a te pure, o Signore, appartiene la misericordia; perché tu retribuirai ciascuno secondo le sue azioni.

Salmo 50:1
Il Signore, l'Iddio degl'iddii, ha parlato, ed ha gridato alla terra, dal sol Levante, infino al Ponente.

Salmo 19:1-4
I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani. Un giorno rivolge parole all'altro, una notte comunica conoscenza all'altra. Non hanno favella, né parole; la loro voce non s'ode, ma il loro suono si diffonde per tutta la terra, i loro accenti giungono fino all'estremità del mondo.

Domenico
05-03-12, 07:27
Per me il punto di tutta questa discussione è “EGLI ERA LUCE VERA, CHE ILLUMINA OGNI UOMO CHE VIENE AL MONDO” (Gv. 1:9). Sono stati Tutti gli uomini e donne di ogni età passate fino ad oggi raggiunti dalla “LUCE VERA”? Questo è il punto della domanda! Io dico che il Buon Dio non si fermerà a questa vita terrena per salvare un'anima, ma va oltre la morte. E 1°Pietro 3:19. 4:6 e Efes. 4:9 sono la risposta (per me) a questa domanda che ha turbato molti sinceri cristiani e studiosi della Bibbia nel corso dei secoli: Ma che succede a coloro che non udirono mai l'evangelo, ai poveri pagani ignoranti che mai udirono il Vangelo di Cristo? Come può un Dio d'amore condannare chi non ha mai avuto l'opportunità di conoscere Colui che “ERA LUCE VERA, CHE ILLUMINA OGNI UOMO CHE VIENE AL MONDO”? O ancora più grave - “Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo giudica: la parola che ho annunziata, sarà quella che lo giudicherà nell'ultimo giorno” (Gv.12:48). Ebbene, se questi non ebbero mai l'opportunità di ascoltare l'evangelo e di sapere così cosa devono fare per essere salvati? Quali passi della Bibbia si può intravedere la risposta a questa domanda posta qui sopra, se non questi passi di 1°Pietro 3:19. 4:6? Poi come una chiave che apre la porta ad un corridoio che conduce ad altre porte di altri versi, questi ci aprano la vista mediante il suo Spirito (Salmo 119:18).


Solocristiano, sei disposto ad accettare quello che ha scritto menoutente o sei pronto a contestarlo? Se sei disposto ad accettarlo, rifletti seriamente; se invece non lo condividi, contestalo con una tua argomentazione, di tipo razionale. Dio ci ha dato un cervello e delle facoltà intellettive: usiamole!

Per quanto riguarda me, ho cercato di spiegarti i testi che tu hai citato, ma per te, queste mie spiegazioni non valgono niente; sei trincerato sulle tue posizioni, non senti nessuna ragione e non consideri seriamente quello che altri espongono. Ti sei mai chiesto: la mia posizione (sull’argomento che stiamo trattando) è veramente inconfutabile? Quello che io affermo, è il risultato dell’illuminazione dello spirito di Dio?

Tu fai delle domande è giusto che ci sono delle risposte; tiene presente che lo stesso vale anche per quelle che faccio io. Però, le mie le ignori, visto che non rispondi. In questo mio intervento, vorrei continuare a spiegare i passi biblici che citi (non quelli che ho già spiegato), ma i nuovi, e rispondere alle tue domande-osservazioni.

Se leggiamo nel contesto di Giovanni 1:9 Egli era luce vera, che illumina ogni uomo che viene al mondo, ci rendiamo conto che l’evangelista sta rendendo una nobile testimonianza alla persona di Cristo Gesù. La specificazione comincia a ricordarci che nel principio, Gesù Cristo, era la Parola, e che questa Parola era presso Dio ed era Dio. Quindi, la sua esistenza, come Parola, era prima dell’inizio del tempo, cioè prima della creazione. Da quando l’universo è stato messo all’esistenza fino alla comparsa del genere umano (che iniziò con Adamo) non conosciamo gli anni che trascorsero.

Dall’inizio del genere umano fino alla venuta del Figlio di Dio sulla terra, erano trascorsi tanti secoli. È impensabile concepire un “ESSERE”, qual era il Figlio di Dio-Parola, muto senza dire niente per secoli? Con quale argomento logico si potrà sostenere una simile ipotesi? Solo un ritardato mentale, potrà prospettare una simile idea!

Continuando la sua nobile testimonianza, Giovanni definisce Gesù Cristo vera luce che illumina ogni uomo che viene al mondo. Lo stesso Gesù più tardi si definì: «Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Giovanni 8:12). Sia Giovanni nel suo Prologo che Gesù, stessero parlando agli esseri viventi.

Settecento anni prima della venuta del Figlio di Dio sulla terra, il profeta Isaia aveva parlato della luce che avrebbe illuminato il popolo Il popolo che camminava nelle tenebre, vede una gran luce; su quelli che abitavano il paese dell’ombra della morte, la luce risplende (Isaia 9:1). Questa è una di quelle profezie messianiche, che si riferisce a Gesù.

Tenuto conto che Gesù Cristo è Dio, (Giovanni 1:1) e che lo stesso Giovanni nella sua epistola definisce Dio LUCE Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che vi annunziamo: Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre (1Giovanni 1:5). Gesù Cristo, come Parola, ha sempre parlato e come LUCE ha sempre illuminato.

Nessuno nega Efesini 4:9 che parla della discesa di Gesù nelle parti più basse della terra, che sarebbe l’Ades, il soggiorno dei morti, come riferisce anche 1 Pietro 3:19. Questo lo fece solo Gesù una sola volta, più di duemila anni fa, come specificai chiaramente. Nei due passi in questione, non c’è la minima traccia di un’attività continua. Inoltre, ripeto ancora una volta, la sua predica in quell’ambiente, non aveva lo scopo di offrire la salvezza (la prova viene data dal fatto che non si verificarono delle conversioni) ma di portare a conoscenza, anche tra i morti, che l’opera di redenzione era stata portata a compimento da Gesù.

Quando si chiede: “Ma che succede a coloro che non udirono mai l'evangelo, ai poveri pagani ignoranti che mai udirono il Vangelo di Cristo?” Tutti gli uomini, di qualsiasi razza e di tutti i tempi, vengono all’esistenza dotati di una legge naturale chiamata “coscienza”, che loda quando si compiono buone azioni mentre condanna e rimprovera quando si fa il male. Inoltre, in virtù di questa legge innata, ogni essere umano ha in se il sentimento di Dio, e lo concepisce come un essere sovrano.

L’insegnamento di Paolo, a questo punto è molto importante, perché ci aiuta a comprendere la verità. Il testo è Romani 2:11-16:

11 Perché presso Dio non v’è parzialità.
12 Infatti, tutti coloro che hanno peccato senza legge periranno pure senza legge; e tutti coloro che hanno peccato avendo la legge saranno giudicati in base a quella legge;
13 perché non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che l’osservano saranno giustificati.
14 Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a sé stessi;
15 essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda.
16 Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.

Questa è la norma che Dio userà, in fase di giudizio, per chi non ha mai sentito di Cristo e del vangelo. Spero che le risposte che ho dato, possono aiutarci a farci comprendere la verità dell’argomento trattato.

solocristiano
05-03-12, 17:35
Inoltre, ripeto ancora una volta, la sua predica in quell’ambiente, non aveva lo scopo di offrire la salvezza (la prova viene data dal fatto che non si verificarono delle conversioni) ma di portare a conoscenza, anche tra i morti, che l’opera di redenzione era stata portata a compimento da Gesù.

Beh, se non è andato laggiù per offrire la Salvezza, per me ha sprecato tempo! Si, vede che ho un Gesù diverso dal tuo, o la mia interpretazione è diversa dalla tua, riguardo lo scopo intrapreso laggiù da Gesù. Tu dici che non si sono “verificate conversioni”; io leggo “Cristo ha sofferto...per i peccati, il giusto per gli ingiusti, per CONDURCI a Dio. Fu messo a morte nella carne, ma vivificato dallo Spirito, nel quale andò anche a PREDICARE agli spiriti che erano in carcere”(1°Pt.3:18,20). Poi nel cap. 4:5,6 è ancora più specifico, aggiungendo - “Dio è pronto a giudicare i vivi e i morti (di ieri, di oggi e del futuro) per questo infatti è stato predicato l'evangelo anche ai morti (di ieri, oggi e domani), affinchè fossero giudicati nella carne (in vita) secondo gli uomini, ma vivessero nello SPIRITO secondo Dio”. Beh, questo per me vuol dire, che il piano d'Amore, il Misericordioso Figlio di Dio è andato laggiù nelle viscere della terra, là dove erano questi poveri disgraziati, questi spiriti ribelli e non salvati, e predicò loro il Santo Vangelo che vuol dire UNA BUONA NOTIZIA, non cattiva, ma la buona notizia della Salvezza!
Così, al contrario della tua “prova che non si verificarono delle conversioni”, io credo con tutto il cuore che Gesù converti tantissime povere anime. Non per niente che il Nome del Padre del nostro Signore Gesù Cristo e Padre nostro vien chiamato - “ AMORE” (1°Giovanni 4:8).

Domenico
05-03-12, 17:57
Inoltre, ripeto ancora una volta, la sua predica in quell’ambiente, non aveva lo scopo di offrire la salvezza (la prova viene data dal fatto che non si verificarono delle conversioni) ma di portare a conoscenza, anche tra i morti, che l’opera di redenzione era stata portata a compimento da Gesù.

Beh, se non è andato laggiù per offrire la Salvezza, per me ha sprecato tempo! Si, vede che ho un Gesù diverso dal tuo, o la mia interpretazione è diversa dalla tua, riguardo lo scopo intrapreso laggiù da Gesù. Tu dici che non si sono “verificate conversioni”; io leggo “Cristo ha sofferto...per i peccati, il giusto per gli ingiusti, per CONDURCI a Dio. Fu messo a morte nella carne, ma vivificato dallo Spirito, nel quale andò anche a PREDICARE agli spiriti che erano in carcere”(1°Pt.3:18,20). Poi nel cap. 4:5,6 è ancora più specifico, aggiungendo - “Dio è pronto a giudicare i vivi e i morti (di ieri, di oggi e del futuro) per questo infatti è stato predicato l'evangelo anche ai morti (di ieri, oggi e domani), affinchè fossero giudicati nella carne (in vita) secondo gli uomini, ma vivessero nello SPIRITO secondo Dio”. Beh, questo per me vuol dire, che il piano d'Amore, il Misericordioso Figlio di Dio è andato laggiù nelle viscere della terra, là dove erano questi poveri disgraziati, questi spiriti ribelli e non salvati, e predicò loro il Santo Vangelo che vuol dire UNA BUONA NOTIZIA, non cattiva, ma la buona notizia della Salvezza!
Così, al contrario della tua “prova che non si verificarono delle conversioni”, io credo con tutto il cuore che Gesù converti tantissime povere anime. Non per niente che il Nome del Padre del nostro Signore Gesù Cristo e Padre nostro vien chiamato - “ AMORE” (1°Giovanni 4:8).



Per uno come te,(mi scuserai questa mia espressione) che è trincerato su una posizione, non sente nessuna ragione e non accetta nessun'altra spiegazione, veramente non vale la pena continuare il discorso. Buona giornata!

nomeutente
05-03-12, 23:12
Inoltre, ripeto ancora una volta, la sua predica in quell’ambiente, non aveva lo scopo di offrire la salvezza (la prova viene data dal fatto che non si verificarono delle conversioni) ma di portare a conoscenza, anche tra i morti, che l’opera di redenzione era stata portata a compimento da Gesù.

Beh, se non è andato laggiù per offrire la Salvezza, per me ha sprecato tempo! Si, vede che ho un Gesù diverso dal tuo, o la mia interpretazione è diversa dalla tua, riguardo lo scopo intrapreso laggiù da Gesù. Tu dici che non si sono “verificate conversioni”; io leggo “Cristo ha sofferto...per i peccati, il giusto per gli ingiusti, per CONDURCI a Dio. Fu messo a morte nella carne, ma vivificato dallo Spirito, nel quale andò anche a PREDICARE agli spiriti che erano in carcere”(1°Pt.3:18,20). Poi nel cap. 4:5,6 è ancora più specifico, aggiungendo - “Dio è pronto a giudicare i vivi e i morti (di ieri, di oggi e del futuro) per questo infatti è stato predicato l'evangelo anche ai morti (di ieri, oggi e domani), affinchè fossero giudicati nella carne (in vita) secondo gli uomini, ma vivessero nello SPIRITO secondo Dio”. Beh, questo per me vuol dire, che il piano d'Amore, il Misericordioso Figlio di Dio è andato laggiù nelle viscere della terra, là dove erano questi poveri disgraziati, questi spiriti ribelli e non salvati, e predicò loro il Santo Vangelo che vuol dire UNA BUONA NOTIZIA, non cattiva, ma la buona notizia della Salvezza!
Così, al contrario della tua “prova che non si verificarono delle conversioni”, io credo con tutto il cuore che Gesù converti tantissime povere anime. Non per niente che il Nome del Padre del nostro Signore Gesù Cristo e Padre nostro vien chiamato - “ AMORE” (1°Giovanni 4:8).

Puoi pur continuare, deciso, in questa tua lettura.

Invece che arroccarti nella torre però, a mio parere, ad onor del vero, dovresti provare a dare qualche risposta.

Uno dei nomi con i quali Dio si è fatto conoscere all'uomo nel corso dei tempi è quello dell'Onnipotente.

Quale sarebbe dunque l'impedimento acchè Egli non possa parlare all'uomo, ad ogni uomo, ai giorni della sua carne?

Domenico
06-03-12, 01:25
Puoi pur continuare, deciso, in questa tua lettura.

Invece che arroccarti nella torre però, a mio parere, ad onor del vero, dovresti provare a dare qualche risposta.

Uno dei nomi con i quali Dio si è fatto conoscere all'uomo nel corso dei tempi è quello dell'Onnipotente.

Quale sarebbe dunque l'impedimento acchè Egli non possa parlare all'uomo, ad ogni uomo, ai giorni della sua carne?


Io potrei continuare il discorso se Solocristiano rispondesse alle tante domande che ho fatto.

solocristiano
06-03-12, 16:31
Puoi pur continuare, deciso, in questa tua lettura.

Invece che arroccarti nella torre però, a mio parere, ad onor del vero, dovresti provare a dare qualche risposta.

Uno dei nomi con i quali Dio si è fatto conoscere all'uomo nel corso dei tempi è quello dell'Onnipotente.

Quale sarebbe dunque l'impedimento acchè Egli non possa parlare all'uomo, ad ogni uomo, ai giorni della sua carne?

Non mi arrocco se non alla Parola di Dio! Che poi egli sia onnipotente e che possa fare ogni cosa me lo dice la Scrittura, ma sul caso che lui parli solo nei “giorni della sua carne” potrebbe anche darsi, ma non trovo conferma nella sua Paro; invece che “predica anche ai mori, questo 1°Pt. 4:5,6 lo afferma. Proprio perchè egli è onnipotente, egli dice “che il Vangelo è predicato ai morti” e persino Gv 5:25,28,29. “in verità, vi dico: l'ora viene, anzi è venuta, che i morti, udranno la voce del Figlio di Dio, e coloro che l'avranno udita (=ricevuta) vivranno...Non vi meravigliate di questo, perchè l'ora viene, in qui tutti coloro che sono nei sepolcri (=nel Ades) udranno la sua voce e ne usciranno; quelli che hanno fatto il bene (il bene di ricevere la voce del Vangelo) in resurrezione di vita (ecco perchè li troviamo nel libro della vita in Apc. 20:12), e quelli che hanno fatto il male (di riviutare la voce della salvezza, nell'Ades), in resurrezione di condanna”.

Perciò io sto semplicemente dicendo quello che la Parola dell'Onnipotente dice e nient'altro.

Saluti cristiani!

nomeutente
06-03-12, 17:06
Non mi arrocco se non alla Parola di Dio! Che poi egli sia onnipotente e che possa fare ogni cosa me lo dice la Scrittura, ma sul caso che lui parli solo nei “giorni della sua carne” potrebbe anche darsi, ma non trovo conferma nella sua Paro; invece che “predica anche ai mori, questo 1°Pt. 4:5,6 lo afferma. Proprio perchè egli è onnipotente, egli dice “che il Vangelo è predicato ai morti” e persino Gv 5:25,28,29. “in verità, vi dico: l'ora viene, anzi è venuta, che i morti, udranno la voce del Figlio di Dio, e coloro che l'avranno udita (=ricevuta) vivranno...Non vi meravigliate di questo, perchè l'ora viene, in qui tutti coloro che sono nei sepolcri (=nel Ades) udranno la sua voce e ne usciranno; quelli che hanno fatto il bene (il bene di ricevere la voce del Vangelo) in resurrezione di vita (ecco perchè li troviamo nel libro della vita in Apc. 20:12), e quelli che hanno fatto il male (di riviutare la voce della salvezza, nell'Ades), in resurrezione di condanna”.

Perciò io sto semplicemente dicendo quello che la Parola dell'Onnipotente dice e nient'altro.

Saluti cristiani!

In questa ns. buona e fraterna "partita a scacchi" proporrei di restare, per ora, un pò più concentrati sull'oggi, giorno di Grazia offerto a chiunque.

Le cose che affermi sono buone per loro parte ma, a mio parere, nelle stesse manca luce riguardo al cosa impedisce a Dio ti poter bussare al cuore di ogni uomo, mentre lo stesso è qui in terra.

Cosa ti fa pensare che Dio non possa farlo o che non lo faccia?


Eccelsiaste 3:11
Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: Egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell'eternità, sebbene l'uomo non possa comprendere dal principio alla fine l'opera che Dio ha fatta.


p.s.
Nelle risposte usa il tasto citazione...

:)

Lucio P.
06-03-12, 20:31
Non mi arrocco se non alla Parola di Dio! Che poi egli sia onnipotente e che possa fare ogni cosa me lo dice la Scrittura, ma sul caso che lui parli solo nei “giorni della sua carne” potrebbe anche darsi, ma non trovo conferma nella sua Paro; invece che “predica anche ai mori, questo 1°Pt. 4:5,6 lo afferma. Proprio perchè egli è onnipotente, egli dice “che il Vangelo è predicato ai morti” e persino Gv 5:25,28,29. “in verità, vi dico: l'ora viene, anzi è venuta, che i morti, udranno la voce del Figlio di Dio, e coloro che l'avranno udita (=ricevuta) vivranno...Non vi meravigliate di questo, perchè l'ora viene, in qui tutti coloro che sono nei sepolcri (=nel Ades) udranno la sua voce e ne usciranno; quelli che hanno fatto il bene (il bene di ricevere la voce del Vangelo) in resurrezione di vita (ecco perchè li troviamo nel libro della vita in Apc. 20:12), e quelli che hanno fatto il male (di riviutare la voce della salvezza, nell'Ades), in resurrezione di condanna”.

Perciò io sto semplicemente dicendo quello che la Parola dell'Onnipotente dice e nient'altro.

Saluti cristiani!


Caro fratello, a dire il vero stai interpretando a modo tuo quanto ampiamente è stato confutato. In questo senso, ti sei arroccato; senza per altro ampliare minimamente il significato scritturale alla luce di tutta la Parola di Dio. Ha quindi ragione Domenico a non continuare.

Saluti

solocristiano
07-03-12, 17:17
In questa ns. buona e fraterna "partita a scacchi" proporrei di restare, per ora, un pò più concentrati sull'oggi, giorno di Grazia offerto a chiunque.




Le cose che affermi sono buone per loro parte ma, a mio parere, nelle stesse manca luce riguardo al cosa impedisce a Dio ti poter bussare al cuore di ogni uomo, mentre lo stesso è qui in terra.

Cosa ti fa pensare che Dio non possa farlo o che non lo faccia?


Eccelsiaste 3:11
Dio ha fatto ogni cosa bella al suo tempo: Egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero dell'eternità, sebbene l'uomo non possa comprendere dal principio alla fine l'opera che Dio ha fatta.


p.s.
Nelle risposte usa il tasto citazione...

:)




Lo soche Dio può fare ciò che tu dici, ma la tua è una supposizione eDio in un certo senso è legato alla sua Parola. Invece quella di1°Pietro 3:18,19 e 4:6 è un fatto, giacchè la sua Parola ci diceche Gesù è andato laggiù e ha predicato il Vangelo (della grazia)a coloro che erano in carcere in quel luogo. Dice persino in Daniele2:22 “Egli rivela le cose profonde ed occulte; egli conosce quelch'è nelle tenebre (il mondo invisibile dell'Ades), e la luce dimoracon lui”. Ed è questa Luce della sua Parola che ci rivela queste“cose profonde e occulte”. E da lì si capisce il significato ela profondità quando Paolo dice in Efs. 2: 10,11 che arriverà unbel giorno in cui “NEL NOME DI GESU' SI PIEGHI OGNI GINOCCHIO DELLECREATURE CELESTI, TERRESTRI E SOTTERRANEE,E OGNI LINGUA CONFESSI CHE GESU' CRISTO E' ILSIGNORE, ALLAGLORIA DI DIO PADRE”. E la Scrittura dice persino che Dio “vuoleche tutti gliuomini siano salvati,e che vengono alla conoscenza della verità” (1°Tim.2:4).
p.s
grazie per il suggerimento. Saluti cristiani!

Domenico
07-03-12, 22:20
Non mi arrocco se non alla Parola di Dio! Che poi egli sia onnipotente e che possa fare ogni cosa me lo dice la Scrittura, ma sul caso che lui parli solo nei “giorni della sua carne” potrebbe anche darsi, ma non trovo conferma nella sua Paro; invece che “predica anche ai mori, questo 1°Pt. 4:5,6 lo afferma. Proprio perchè egli è onnipotente, egli dice “che il Vangelo è predicato ai morti” e persino Gv 5:25,28,29. “in verità, vi dico: l'ora viene, anzi è venuta, che i morti, udranno la voce del Figlio di Dio, e coloro che l'avranno udita (=ricevuta) vivranno...Non vi meravigliate di questo, perchè l'ora viene, in qui tutti coloro che sono nei sepolcri (=nel Ades) udranno la sua voce e ne usciranno; quelli che hanno fatto il bene (il bene di ricevere la voce del Vangelo) in resurrezione di vita (ecco perchè li troviamo nel libro della vita in Apc. 20:12), e quelli che hanno fatto il male (di riviutare la voce della salvezza, nell'Ades), in resurrezione di condanna”.

Perciò io sto semplicemente dicendo quello che la Parola dell'Onnipotente dice e nient'altro.

Saluti cristiani!


In un primo momento, avevo pensato di non continuare la discussione, ma poi, dietro l’invito di nomeutente a proseguire, ho deciso di riprendere il discorso nella speranza che quello che dirò in breve, possa portare ad una seria riflessione, per considerare obbiettivamente, l’argomento in discussione, e, non solo questo, ma anche per non fare apparire le chiese che insegnano una diversa verità, com'è stato sostenuto. Il mio intervento, inoltre, mirerà a far vedere che non è affatto vero che dopo la morte, ci sarà ancora speranza di salvezza, concessa dal buon Dio, visto che Egli è un Dio buono ed amorevole che vuole la salvezza di tutti.

Effettivamente la Bibbia insegna che la volontà di Dio è, che tutti gli uomini siano salvati il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità 1Timoteo 2:4; 2Pietro 3:9 Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come alcuni credono che egli faccia, ma è paziente verso di noi non volendo che alcuno perisca, ma che tutti vengano a ravvedimento ed infine che Dio non vuole che l’empio perisca Di’ loro: Com’è vero che io vivo," dice il Signore, l’Eterno, "io non mi compiaccio della morte dell’empio, ma che l’empio si converta dalla sua via e viva; convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvagie. Perché mai dovreste morire, o casa d’Israele?

Questo non vuol dire, però, che Dio salvi il peccatore, senza che questi lo desidera. Per essere più preciso, alla volontà di Dio, si deve unire quella dell’uomo, perché solo in questo modo si potrà appagare il volere divino. Non ci sono peccatori orribili che Dio non possa salvare, secondo il detto della Scrittura: Or la legge intervenne affinché la trasgressione abbondasse; ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata (Romani 5:20).

Dio, attraverso i secoli, non ha mai agito e mai lo farà contro la volontà dell’uomo; non si impone con la Sua autorità onnipotente e non sfonda la porta del cuore umano, se questi non apre la porta. Ecco, io sto alla porta e busso, se qualcuno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui, e cenerò con lui ed egli con me (Apocalisse 3:20).

Alla domanda: cosa deve fare l’uomo per essere salvato? Ecco la risposta:

Ed essi dissero: "Credi nel Signore Gesù Cristo, e sarai salvato tu e la casa tua" (Atti 16:31).

poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato (Romani 10:9).

Tutto questo, quando lo deve fare l’uomo? Durante il tempo della sua vita terrena. È, infatti, durante tutto l’arco della vita che l’uomo vive sulla terra, che Dio manifesta il Suo grande amore, concedendo il perdono di tutti i peccati del peccatori e la certezza della vita eterna, secondo quanto afferma la Scrittura:

Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16).
E con lui Dio ha vivificato voi, che eravate morti nei peccati e nell’incirconcisione della carne, perdonandovi tutti i peccati (Colossesi 2:13).

Si direbbe, perché l’uomo dovrebbe credere in Cristo ed accettarlo nella sua vita come il suo personale Salvatore durante il tempo della sua vita terrena e non pensare a dopo la morte, quando si trova nell’Ades? Perché le Sacre Scritture, a questo proposito, sono molto chiare e precisate. Ecco qualche testo:

Chi ha creduto ed è stato battezzato, sarà salvato; ma chi non ha creduto, sarà condannato (la sottolineatura e mia e non si trova nel testo) (Marco 16:16).

Chi crede in lui non è condannato ma chi non crede è già condannato, (la sottolineatura è mia e non si trova nel testo) perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio (Giovanni 3:18).

E come è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, e dopo ciò viene il giudizio (Ebrei 9:27).

Se la Scrittura afferma che chi non crede, è già condannato, pensare che dopo la morte ci sarà un’altra opportunità di salvezza, è una pura illusione, un inganno del diavolo e il non volere accettare quel Dio afferma nella sua Parola chiaramente.

A questo punto si obbietta: non è affatto vero che dopo la morte ci sarà il giudizio, perché la Bibbia afferma che il giudizio sarà dopo il millennio. Sì, è vero che il giudizio avverrà dopo il millennio, ma il giudizio, cui parla Ebrei 9:27 significa che la sorte di chi non crede durante la sua vita terrena, è già segnata e definitiva, senza nessuna possibilità che possa esserci un cambiamento; quando arriverà il tempo del giudizio, secondo Apocalisse 20:11-12, sarà confermato quello che è stato stabilito sulla terra.

A questo punto si incalza: ma non è scritto che Gesù andò a predicare ai morti il vangelo, secondo 1Pietro 3:18-20; 1Pietro 4:6, aggiungendo anche Gv. 5:25,28,29? Sì, è vero che ciò è scritto. Ora, però, bisogna vedere che cosa significa tutto ciò.

Quando si afferma:



ma sul caso che lui parli solo nei “giorni della sua carne” potrebbe anche darsi, ma non trovo conferma nella sua Paro; invece che “predica anche ai mori, questo 1°Pt. 4:5,6 lo afferma. Proprio perchè egli è onnipotente, egli dice “che il Vangelo è predicato ai morti”


Così com'è espressa, la forma grammaticale non è esatta, perché diversa di come appare nel testo. Infatti, non si tratta solamente di rilevare la differenza rispetto al testo, ma mette anche in risalto il convincimento che dopo la morte ci sarà un’altra opportunità di salvezza per chi non ha creduto sulla terra.

Facendo un confronto con il testo, così come c'è pervenuto, si nota subito una differenza non lieve. Infatti, la frase “predica anche ai mori, questo 1°Pt. 4: 5,6 lo afferma “che il Vangelo è predicato ai morti” (la sottolineatura è mia) rappresenta un modo di storcere la Scrittura, per adattarla con il proprio convincimento di intenderla. In 1Pietro 4: 5,6 si legge:

5 Essi renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti.
6 Per questo infatti è stato predicato l’evangelo anche ai morti, affinché fossero giudicati nella carne secondo gli uomini, ma vivessero nello spirito secondo Dio.

è stato predicato l’evangelo anche ai morti, ha una forma grammaticale al passato[b] è stato predicato, mentre quella riportata è al presente “predica anche ai morti”.

Anche l’altro testo, cioè 1Pietro 3:19-20 recita nel quale egli andò anche a predicare (la sottolineatura è mia e non si trova nel testo) agli spiriti che erano in carcere,
che un tempo furono ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate attraverso l’acqua, ha la forma grammaticale al “passato”, [b]andò a predicare, mentre la forma riportata, è al “presente” “il Vangelo è predicato ai morti”.

Questa semplice osservazione di carattere lessicale, fa dire al testo sacro quello che l’apostolo non intendeva affermare. Per mettere in risalto la differenza tra il passato e il presente, faccio un piccolo esempio di me stesso.

1) Domenico è stato in Canada; 2) Domenico vive in Canada. Con la prima frase, si potrà con ragione chiedere: quando è stato Domenico in Canada? La persona che fa la domanda vuole sapere il tempo in cui Domenico è andato in Canada. Mentre per la seconda frase, non c’è bisogno di fare una domanda, perché Domenico afferma di vivere in Canada.

Andando al dunque, si chiede: quando si recò Gesù a predicare ai morti nell’Ades? La risposta è: tra la sua morte e la sua risurrezione. Se invece si afferma che Gesù “predica il vangelo ai morti”, che significa un presente attivo, la risposta è data dal semplice fatto che, i testi di 1Pietro 3:19; 4:6, avendo la forma al passato, non hanno la minima traccia che possa fare pensare ad un’azione continuata, soprattutto perché, dopo la risurrezione e l’ascensione al cielo, Gesù si è posto a sedere sul trono di Suo Padre.

Quindi, l’azione di Gesù di predicare ai morti, è stata fatta una sola volta, nella stessa maniera come la sua morte è stata compiuta una sola volta e non si ripeterà mai più.

Ora si arriva al punto di sapere quale significato dare dell’andata di Gesù nell’Ades e come intenderlo. Se alla sua predicazione del vangelo ai morti, si dà il significato di offrire una seconda opportunità di salvezza ai morti, ci troviamo in opposizione con i testi di (Marco 16:16, Giovanni 3:18 e Ebrei 9: 27) che affermano, nella forma dogmatica che, chi non crede, è già condannato e che dopo la morte c’è il giudizio.

Queste contraddizioni nascono, non perché il testo biblico si contraddice, ma è il nostro modo di interpretarlo, che lo fa apparire tale. Mentre, se al “predicare” dei testi in questione, si dà il senso di “proclamare, bandire, portare a conoscenza” (come crediamo debba essere inteso) un “avvenimento, un'opera portata a compimento”, quale fu l’opera di redenzione che Gesù compì con la sua morte e la sua risurrezione, non solo che la contraddizione viene eliminata, ma soprattutto rientra anche nella logica che tutti, morti e viventi, dovranno sapere quello che Gesù compì.

Infine, veniamo al testo di Giovanni 5:25,28,29.



e persino Gv 5:25,28,29. “in verità, vi dico: l'ora viene, anzi è venuta, che i morti, udranno la voce del Figlio di Dio, e coloro che l'avranno udita (=ricevuta) vivranno...Non vi meravigliate di questo, perchè l'ora viene, in qui tutti coloro che sono nei sepolcri (=nel Ades) udranno la sua voce e ne usciranno; quelli che hanno fatto il bene (il bene di ricevere la voce del Vangelo) in resurrezione di vita (ecco perchè li troviamo nel libro della vita in Apc. 20:12), e quelli che hanno fatto il male (di riviutare la voce della salvezza, nell'Ades), in resurrezione di condanna”.


Anche questo testo è male interpretato, a fa dire a Gesù quello che Egli non intendeva affermare. Riportiamo per intero il passo:

25 In verità, in verità vi dico: l’ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e quelli che l’avranno udita, vivranno.
26 Poiché, come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere vita in se stesso;
27 e gli ha anche dato l’autorità di giudicare, perché è il Figlio dell’uomo.
28 Non vi meravigliate di questo, perché l’ora viene, in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce
29 e ne usciranno, quelli che hanno fatto il bene in risurrezione di vita, e quelli che hanno fatto il male in risurrezione di condanna.

Dare il senso ai sepolcri (=nel Ades) (la sottolineatura è mia), come ha fatto l’esponente, significa operare un'enorme confusione. Nei sepolcri, c’è solamente rinchiuso il corpo umano fatto di polvere senza l’anima. Alla morte fisica, è il corpo che cessa di vivere, non l’anima. Nella risurrezione, non sarà l’anima che risorgerà ma il corpo.

Per un ulteriore chiarimento, si considerano questi due passi biblici, Luca 16:22-25:

22 Or avvenne che il mendicante morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abrahamo; morì anche il ricco e fu sepolto.
23 E, essendo tra i tormenti nell’inferno, alzò gli occhi e vide da lontano Abrahamo e Lazzaro nel suo seno.
24 Allora, gridando, disse: "Padre Abrahamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito per rinfrescarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma
25 Ma Abrahamo disse: "Figlio, ricordati che tu hai ricevuto i tuoi beni durante la tua vita e Lazzaro similmente i mali; ora invece egli è consolato e tu soffri.

e Apocalisse 6:9-11:

9 Quando egli aperse il quinto sigillo, io vidi sotto l’altare le anime di coloro che erano stati uccisi a motivo della parola di Dio e a motivo della testimonianza che avevano resa
10 e gridarono a gran voce dicendo: "Fino a quando aspetti, o Signore, che sei il Santo e il Verace, a fare giustizia del nostro sangue sopra coloro che abitano sulla terra?".
11 E a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu loro detto che si riposassero ancora un po’ di tempo, finché fosse completato il numero dei loro conservi e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro.

Questi due passi descrivono chiaramente dove si trovano le anime dopo la morte. Nel primo caso, per i non salvati, quale era il ricco, c’è il luogo di tormento, (che non è la tomba dove è stato seppellito il corpo del ricco), nel quale l’occupante, non si ravvede per il modo di vivere che ha condotto sulla terra e nel secondo, sotto l’altare, ci sono le anime dei giusti, cioè dei salvati.

Chi leggerà, senza preconcetti, il capitolo 5 del vangelo di Giovanni, non potrà mai pensare che in quel testo Gesù stia parlando dell’Ades, dove si trovano i morti; bensì sta alludendo alla risurrezione dei morti. Sarà, infatti, Lui, con la Sua autorevole e divina voce che chiamerà i morti ad uscire dalle loro tombe, nella stessa maniera come fece, quando si rivolse a Lazzaro a farlo uscire della tomba.

Ed infine, per quelli che non hanno mai sentito di Cristo e del vangelo, vale quello che ho detto in precedenza, cioè:

L’insegnamento di Paolo, a questo punto è molto importante, perché ci aiuta a comprendere la verità. Il testo è Romani 2:11-16:

11 Perché presso Dio non v’è parzialità.
12 Infatti, tutti coloro che hanno peccato senza legge periranno pure senza legge; e tutti coloro che hanno peccato avendo la legge saranno giudicati in base a quella legge;
13 perché non quelli che ascoltano la legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che l’osservano saranno giustificati.
14 Infatti quando degli stranieri, che non hanno legge, adempiono per natura le cose richieste dalla legge, essi, che non hanno legge, sono legge a sé stessi;
15 essi dimostrano che quanto la legge comanda è scritto nei loro cuori, perché la loro coscienza ne rende testimonianza e i loro pensieri si accusano o anche si scusano a vicenda.
16 Tutto ciò si vedrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo.

Se mi sono intrattenuto un po’ a lungo in questo mio intervento, l’ho fatto, non per polemizzare, ma unicamente per chiarire le Scritture che sono state male interpretate. Spero infine, che la presente spiegazione, serva a far dileguare le nubi che si sono addensati, perché la luce divina possa spendere nella sua forza penetrante e porti certezza e serenità nei nostri cuori.

nomeutente
07-03-12, 22:27
Lo soche Dio può fare ciò che tu dici, ma la tua è una supposizione eDio in un certo senso è legato alla sua Parola. Invece quella di1°Pietro 3:18,19 e 4:6 è un fatto, giacchè la sua Parola ci diceche Gesù è andato laggiù e ha predicato il Vangelo (della grazia)a coloro che erano in carcere in quel luogo. Dice persino in Daniele2:22 “Egli rivela le cose profonde ed occulte; egli conosce quelch'è nelle tenebre (il mondo invisibile dell'Ades), e la luce dimoracon lui”. Ed è questa Luce della sua Parola che ci rivela queste“cose profonde e occulte”. E da lì si capisce il significato ela profondità quando Paolo dice in Efs. 2: 10,11 che arriverà unbel giorno in cui “NEL NOME DI GESU' SI PIEGHI OGNI GINOCCHIO DELLECREATURE CELESTI, TERRESTRI E SOTTERRANEE,E OGNI LINGUA CONFESSI CHE GESU' CRISTO E' ILSIGNORE, ALLAGLORIA DI DIO PADRE”. E la Scrittura dice persino che Dio “vuoleche tutti gliuomini siano salvati,e che vengono alla conoscenza della verità” (1°Tim.2:4).
p.s
grazie per il suggerimento. Saluti cristiani!

Prima di andare oltre nella lettura del passo di cui in I° Pietro, di cui tra l'altro il fratello Domenico sta dando ampie spiegazioni, credo sia necessario dare una risposta.

Ritengo la mia domanda chiara; ciò nonostante la riformulo.

Cosa ti fa pensare che in questa creazione ci siano degli uomini che Dio ha privato dell'opportunità di conoscere la Sua luce e la Sua parola?

Quali esempi biblici o di vita hai da addurre a supporto di questa tua convinzione?

Intanto, nel consigliare vivamente di restare fermi alla realtà di grazia che è offerta all'uomo di oggi e di ogni tempo, riporto un altro versetto.

E' Paolo, l'apostolo, il quale rende testimonianza circa il fatto che il vangelo, mediante il ministerio dello Spirito di Dio, è predicato ad ogni creatura.

Colossesi 1:21-23
E voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, ora Dio vi ha riconciliati nel corpo della carne di Lui, per mezzo della Sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili, se appunto perseverate nella fede, fondati e saldi e senza lasciarvi smuovere dalla speranza del vangelo che avete ascoltato, il quale è stato predicato a ogni creatura sotto il cielo e di cui io, Paolo, sono diventato servitore.

solocristiano
08-03-12, 17:20
Prima di andare oltre nella lettura del passo di cui in I° Pietro, di cui tra l'altro il fratello Domenico sta dando ampie spiegazioni, credo sia necessario dare una risposta.

Ritengo la mia domanda chiara; ciò nonostante la riformulo.

Cosa ti fa pensare che in questa creazione ci siano degli uomini che Dio ha privato dell'opportunità di conoscere la Sua luce e la Sua parola?

Quali esempi biblici o di vita hai da addurre a supporto di questa tua convinzione?

Intanto, nel consigliare vivamente di restare fermi alla realtà di grazia che è offerta all'uomo di oggi e di ogni tempo, riporto un altro versetto.

E' Paolo, l'apostolo, il quale rende testimonianza circa il fatto che il vangelo, mediante il ministerio dello Spirito di Dio, è predicato ad ogni creatura.

Colossesi 1:21-23
E voi, che un tempo eravate estranei e nemici a causa dei vostri pensieri e delle vostre opere malvagie, ora Dio vi ha riconciliati nel corpo della carne di Lui, per mezzo della Sua morte, per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili, se appunto perseverate nella fede, fondati e saldi e senza lasciarvi smuovere dalla speranza del vangelo che avete ascoltato, il quale è stato predicato a ogni creatura sotto il cielo e di cui io, Paolo, sono diventato servitore.


Vedo e leggo che l'argomento che stiamo discutendo è molto difficile, giacchè è come sempre, un interpretare le Scritture e tutti sappiamo che difatti, la Parola di Dio ha portato sia unione che divisione nella chiesa (Mt.10:35). Come voi avete la vostra “buona” maniera di interpretare la discesa di Gesù negl'inferi e spiegare le vostre ragioni tramite la stessa Scrittura, altrettanto io ho la stessa Scrittura, interpretata in maniera diversa. Perciò, come avete spiegato il vostro modo di vedere questo argomento, che io rispetto, ma questa discussione mi ha rafforzato e mi ha convinto di più che “La benignità dell'Eterno dura d'eternità in eternità per quelli che lo temono...(Sal.103:17).

Sul fatto che mi chiedi su cosa baso che Dio possa privare alcuni della sua luce e Parola, da parte mia credo che tutto è possibile a Dio; ma lui ci chiede di predicare la sua Parola in tutto il mondo, e chi avrà creduto nel Vangelo sarà salvato (come ci dice Paolo “come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non c'è chi predichi?). Personalmente io so che non tutti gli abitanti della terra hanno avuto nel passato, come nell'oggi e domani la possibilità di udire il Vangelo, Giacchè ieri vi erano paesi (tipo comunisti) chiusi al Vangelo, e oggi diversi paesi musulmani sono chiusi al Vangelo, persino se ti beccano con una Bibbia ti possono far la pelle. Tu mi prendi Col.1:21-23 e lo interpreti bene alla tua maniera; se ho capito bene, vorresti dire che dove non arriva il missionario, arriverà lo Sp.Santo a predicarlo, o mi sbaglio? (quando Paolo dice: il quale è stato predicato a ogni creatura sotto il cielo). Ebbene io ti chiedo: ma perchè il buon Dio deve mandare i suoi missionari, a rischiare la pelle, quando potrebbe mandare il suo Sp.Santo a far l'opera sua in maniera più convincente di tutti che al confronto suo balbettiamo? Vedi fratello mio, è tutto una questione d'interpretare questa faccenda che “l'evangelo e stato predicato anche ai morti” (a quelli che non avevano udito la Parola che “illumina ogni uomo che vien al mondo”). E trovo che questa frase di Col. 1: 23 cioè - “il quale è stato predicato ad ogni creatura sotto il cielo” conferma proprio che Gesù andò anche laggiù (nel mondo dei morti) affinchè anche a loro fosse predicato l'evangelo, giacchè anche loro erano in un certo senso sotto il cielo; difatti erano sotto terra, e la terra è sotto il cielo). Magari penserai che tiro un po' troppo la corda, ma allora anche voi, dell'altra parte la state tirando.

Ora, come sai, in ogni discussione e punto di vista ci sono tre aspetti: la tua interpretazione, la mia e la pura verità! Perciò in questa nostra bella discussione, vien fuori che magari né tu, né io azzecchiamo totalmente la vera interpretazione. Perciò lascio il giudizio alla Parola di Dio, che tramite Paolo m'insegna: “Noi sappiamo che tutti abbiamo conoscenza; la conoscenza (di per se stessa) gonfia, ma l'amore edifica. Ora se uno pensa di sapere qualche cosa, non sa ancora nulla di come egli dovrebbe sapere” (1°Corinzi 8:1,2).

Saluti cristiani!

nomeutente
08-03-12, 23:02
Vedo e leggo che l'argomento che stiamo discutendo è molto difficile, giacchè è come sempre, un interpretare le Scritture e tutti sappiamo che difatti, la Parola di Dio ha portato sia unione che divisione nella chiesa (Mt.10:35). Come voi avete la vostra “buona” maniera di interpretare la discesa di Gesù negl'inferi e spiegare le vostre ragioni tramite la stessa Scrittura, altrettanto io ho la stessa Scrittura, interpretata in maniera diversa. Perciò, come avete spiegato il vostro modo di vedere questo argomento, che io rispetto, ma questa discussione mi ha rafforzato e mi ha convinto di più che “La benignità dell'Eterno dura d'eternità in eternità per quelli che lo temono...(Sal.103:17).

Sul fatto che mi chiedi su cosa baso che Dio possa privare alcuni della sua luce e Parola, da parte mia credo che tutto è possibile a Dio; ma lui ci chiede di predicare la sua Parola in tutto il mondo, e chi avrà creduto nel Vangelo sarà salvato (come ci dice Paolo “come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non c'è chi predichi?). Personalmente io so che non tutti gli abitanti della terra hanno avuto nel passato, come nell'oggi e domani la possibilità di udire il Vangelo, Giacchè ieri vi erano paesi (tipo comunisti) chiusi al Vangelo, e oggi diversi paesi musulmani sono chiusi al Vangelo, persino se ti beccano con una Bibbia ti possono far la pelle. Tu mi prendi Col.1:21-23 e lo interpreti bene alla tua maniera; se ho capito bene, vorresti dire che dove non arriva il missionario, arriverà lo Sp.Santo a predicarlo, o mi sbaglio? (quando Paolo dice: il quale è stato predicato a ogni creatura sotto il cielo). Ebbene io ti chiedo: ma perchè il buon Dio deve mandare i suoi missionari, a rischiare la pelle, quando potrebbe mandare il suo Sp.Santo a far l'opera sua in maniera più convincente di tutti che al confronto suo balbettiamo? Vedi fratello mio, è tutto una questione d'interpretare questa faccenda che “l'evangelo e stato predicato anche ai morti” (a quelli che non avevano udito la Parola che “illumina ogni uomo che vien al mondo”). E trovo che questa frase di Col. 1: 23 cioè - “il quale è stato predicato ad ogni creatura sotto il cielo” conferma proprio che Gesù andò anche laggiù (nel mondo dei morti) affinchè anche a loro fosse predicato l'evangelo, giacchè anche loro erano in un certo senso sotto il cielo; difatti erano sotto terra, e la terra è sotto il cielo). Magari penserai che tiro un po' troppo la corda, ma allora anche voi, dell'altra parte la state tirando.

Ora, come sai, in ogni discussione e punto di vista ci sono tre aspetti: la tua interpretazione, la mia e la pura verità! Perciò in questa nostra bella discussione, vien fuori che magari né tu, né io azzecchiamo totalmente la vera interpretazione. Perciò lascio il giudizio alla Parola di Dio, che tramite Paolo m'insegna: “Noi sappiamo che tutti abbiamo conoscenza; la conoscenza (di per se stessa) gonfia, ma l'amore edifica. Ora se uno pensa di sapere qualche cosa, non sa ancora nulla di come egli dovrebbe sapere” (1°Corinzi 8:1,2).

Saluti cristiani!

Quando si parla di divisioni nella Chiesa è necessario fare i necessari chiarimenti; non mi risulta che nella Chiesa, Regno di Dio, nelle ossa di quel Corpo, ci sia stata, ci sia o ci sarà mai divisione.

Ho grassettato parte della tua risposta sulla quale mi piacerebbe ci soffermassimo, foss'altro perchè, come tu stesso affermi, spesso il nostro "io so" è lì, semplicemente chiuso nella nostra testolina.

Due testoline però, potrebbero valere più di una.

Dio ci dia luce in Cristo!

Dici dunque che l'ideologia comunista ed i comunisti, ad esempio, siano riusciti ad impedire in maniera assoluta l'azione di Dio nel cuore dell'uomo?

Credo la tua posizione sia troppo improntata sul fatto che Dio, per compiere la Sua opera nell'uomo, tra gli uomini, abbia bisogno dell'uomo.

Purtroppo non se n'è trovato mai uno "buono" nel corso dei tempi del tempo; Lui stesso si è perciò fatto uomo, Lui stesso ci testimonia per lo Spirito, con sangue ed acqua.

I Giovanni 6:8
Tre ancora son quelli che testimoniano sopra la terra: lo Spirito, e l'acqua, e il sangue; e questi tre si riferiscono a quell'una cosa.

Chiudo con l'aforisma di uno dei padri della relatività alla quale sembri voler fare appello, rilegando il tutto a questione di diversa interpretazione mentre, quando si parla di luoghi terzi come il purgatorio, sembra ci sia di mezzo un qualche altro evangelo.

È difficile sapere cosa sia la verità, ma a volte è molto facile riconoscere una falsità. (Einstein)

Domenico
08-03-12, 23:29
Vedo e leggo che l'argomento che stiamo discutendo è molto difficile, giacchè è come sempre, un interpretare le Scritture e tutti sappiamo che difatti, la Parola di Dio ha portato sia unione che divisione nella chiesa (Mt.10:35). Come voi avete la vostra “buona” maniera di interpretare la discesa di Gesù negl'inferi e spiegare le vostre ragioni tramite la stessa Scrittura, altrettanto io ho la stessa Scrittura, interpretata in maniera diversa. Perciò, come avete spiegato il vostro modo di vedere questo argomento, che io rispetto, ma questa discussione mi ha rafforzato e mi ha convinto di più che “La benignità dell'Eterno dura d'eternità in eternità per quelli che lo temono...(Sal.103:17).

Sul fatto che mi chiedi su cosa baso che Dio possa privare alcuni della sua luce e Parola, da parte mia credo che tutto è possibile a Dio; ma lui ci chiede di predicare la sua Parola in tutto il mondo, e chi avrà creduto nel Vangelo sarà salvato (come ci dice Paolo “come crederanno in colui del quale non hanno udito parlare? E come udiranno, se non c'è chi predichi?). Personalmente io so che non tutti gli abitanti della terra hanno avuto nel passato, come nell'oggi e domani la possibilità di udire il Vangelo, Giacchè ieri vi erano paesi (tipo comunisti) chiusi al Vangelo, e oggi diversi paesi musulmani sono chiusi al Vangelo, persino se ti beccano con una Bibbia ti possono far la pelle. Tu mi prendi Col.1:21-23 e lo interpreti bene alla tua maniera; se ho capito bene, vorresti dire che dove non arriva il missionario, arriverà lo Sp.Santo a predicarlo, o mi sbaglio? (quando Paolo dice: il quale è stato predicato a ogni creatura sotto il cielo). Ebbene io ti chiedo: ma perchè il buon Dio deve mandare i suoi missionari, a rischiare la pelle, quando potrebbe mandare il suo Sp.Santo a far l'opera sua in maniera più convincente di tutti che al confronto suo balbettiamo? Vedi fratello mio, è tutto una questione d'interpretare questa faccenda che “l'evangelo e stato predicato anche ai morti” (a quelli che non avevano udito la Parola che “illumina ogni uomo che vien al mondo”). E trovo che questa frase di Col. 1: 23 cioè - “il quale è stato predicato ad ogni creatura sotto il cielo” conferma proprio che Gesù andò anche laggiù (nel mondo dei morti) affinchè anche a loro fosse predicato l'evangelo, giacchè anche loro erano in un certo senso sotto il cielo; difatti erano sotto terra, e la terra è sotto il cielo). Magari penserai che tiro un po' troppo la corda, ma allora anche voi, dell'altra parte la state tirando.

Ora, come sai, in ogni discussione e punto di vista ci sono tre aspetti: la tua interpretazione, la mia e la pura verità! Perciò in questa nostra bella discussione, vien fuori che magari né tu, né io azzecchiamo totalmente la vera interpretazione. Perciò lascio il giudizio alla Parola di Dio, che tramite Paolo m'insegna: “Noi sappiamo che tutti abbiamo conoscenza; la conoscenza (di per se stessa) gonfia, ma l'amore edifica. Ora se uno pensa di sapere qualche cosa, non sa ancora nulla di come egli dovrebbe sapere” (1°Corinzi 8:1,2).

Saluti cristiani!


Nessuno di noi ha mai negato, l’andata di Gesù nel mondo dei morti; questa è una verità chiaramente affermata, e, negarla, equivale a rigettare quello che è scritto nella Parola del Signore. Noi non condividiamo che la discesa di Gesù nel mondo dei morti, abbia continuità fino al giudizio universale.

Questo punto del dissenso, non solo non si trova nei testi citati, ma neanche ci sono tracce per sostenerlo. Accettando la continuazione di predicare l’evangelo ai morti, si tottovaluta l’importanza e l’urgenza dell’oggi di Dio rivolto all’uomo per la sua salvezza e si alimenta una speranza che, non è tutto finito con la morte; ci sarà ancora una seconda opportunità di salvezza nell’altra vita.

Questa interpretazione, non pensa solamente agli impenitenti dei tempi antichi e di quelli che non hanno mai sentito parlare di Cristo e del vangelo, ma include tutti i trapassati, di ogni epoca, anche quelli che durante la loro vita terremo, non hanno voluto sapere niente di Cristo e del vangelo, visto che hanno rifiutato ostinatamente il dono della grazia di Dio in Cristo Gesù.

Un simile insegnamento, oltre a contraddire i testi biblici chiaramente specificati e messi in evidenza in questa nostra discussione, non produce certezza e responsabilità nella vita terrena dell’uomo; si penserà piuttosto a quel tipo di rassegnazione che, in fin dei conti, se non si è accettato Cristo in terra, lo si farà dopo la morte, quando il peccatore intrerà nel luogo del tormento. Noi, non solo respingiamo energicamente ciò, ma diciamo anche che questa è una falsa speranza che non produrrà nessun bene al peccatore, per il semplice fatto che nel luogo del tormento, sì, ci sarà il ricordo del passato, pensando anche agli altri, ma non si verificherà una conversione e un pentimento. La storia narratta in Luca 16:19-31, ne è la prova.

Lucio P.
09-03-12, 19:59
Comunque è bene precisare che, anche in quei paesi laddove i cristiani sono perseguitati e dove l'Evangelo sembra non esser predicato, in realtà la potenza di Dio non viene fermata proprio da nessuno.

Colgo l'occasione e posto questa testimonianza che risale a novembre 2011 e che, in un secondo momento, ho potuto ascoltare dal fratello in Cristo che l'ha ascoltata di prima mano proprio dalla persona coinvolta.

eccola:

LE PIETRE PARLERANNO

Premetto: non farò nomi personali né tantomeno nomi di luoghi laddove i fatti si sono svolti (troppo pericoloso) per le persone coinvolte.

Parliamo di un Paese laddove la religione islamica è prioritaria e dove, per ragioni che ben conosciamo, l’Islam la fa da padrone e non ammette nessun’altra fede che non sia “musulmana o islamica”.

Si racconta di una persona che ha avuto una visione particolare o che lo Spirito del Signore abbia voluto in qualche modo aprire gli occhi dalla cecità comune che contraddistingue non solo il mondo islamico ma anche e purtroppo il popolo di Dio e gran parte del mondo d’oggi in generale.

Orbene, quest’uomo ha avuto per lo Spirito Santo la spinta interiore che Gesù fosse il Dio rivelatosi agli uomini e che, attraverso la Bibbia, avrebbe conosciuto l’intero programma che il nostro Dio ha preparato per i suoi figli.
Nella sua limitata cultura e semplicità si sentiva spinto a dover cercare la Parola del Signore, (la Bibbia). Questa semplicità che non saprei come definire, l’ha condotto nell’unico posto a lui consono; dove? Nell’unica moschea del paese.
Entrato qui dentro, ha incominciato ad esaltare il nome di Gesù come Salvatore del mondo e come colui che ha compiuto miracoli ed ancora ne compie. Immaginate la scena:

<Sto cercando una Bibbia che parla di Gesù come Salvatore del mondo ma non so proprio dove trovarla.>
<Gli interlocutori, ovviamente musulmani, gli dicono che sta farneticando e che non sa proprio quello che dice>.
<Lui insiste che sa benissimo cosa dice e che ha bisogno di una Bibbia>.
A questo punto i vari membri della moschea gli chiedono:

<Ok, tu parli di Gesù e poiché sappiamo che Gesù non è altri che un profeta, dimostraci la potenza che tu dici che egli ha.
Mandano a prelevare una ragazza che dalla nascita ha un braccio (immaginate rivolto a “u” verso il mento) e rivoltosi a questa persona, gli chiedono che Gesù la guarisca visto che secondo lui Gesù è il Figlio di Dio.>

<Quest’uomo, effettivamente e nella sua semplicità che rasenta l’ignoranza più assoluta e no sapendo cosa fare, inizia a balbettare implorando che Gesù guarisse questa ragazza.>

Cosa pensate sia successo?

Questa ragazza è stata realmente guarita! Come sono rimasti gli astanti?

Ma non è ancora finita:

Questa persona chiede a coloro che erano presenti che ha bisogno di trovare una Bibbia, così viene indirizzato ad andare in città e cercare li, la sua Bibbia.

Questo, che io mi sento di chiamare fratello, va in città. E dove credete egli si sia diretto? Altra moschea. Si direbbe che in certo senso andava proprio a cercarsi i guai.

Altra moschea dunque. Anche qui chiede una Bibbia e questa volta riceve oltre agli insulti anche mazzate!

Uscito fuori e demoralizzato si siede in una piazza attigua; quando un uomo incomincia a passargli davanti più volte su e giù.

Orbene, <LE PIETRE PARLERANNO PER ME>

Quest’uomo ad un certo punto si ferma davanti a lui ed esclama!

<Amico, stanotte ho avuto una visione: dovevo venire in questa piazza e portare con me UNA BIBBIA che avrei dovuto dare a qualcuno; sei tu quella persona?>.

Non credo che si possano aggiungere commenti a quanto Dio può fare senza il nostro miserevole intervento.

Saluti

Lucio P.
09-03-12, 20:11
Comunque è bene precisare che, anche in quei paesi laddove i cristiani sono perseguitati e dove l'Evangelo sembra non esser predicato, in realtà la potenza di Dio non viene fermata proprio da nessuno.

Colgo l'occasione e posto questa testimonianza che risale a novembre 2011 e che, in un secondo momento, ho potuto ascoltare dal fratello in Cristo che l'ha ascoltata di prima mano proprio dalla persona coinvolta.

eccola:

LE PIETRE PARLERANNO

Premetto: non farò nomi personali né tantomeno nomi di luoghi laddove i fatti si sono svolti (troppo pericoloso) per le persone coinvolte.

Parliamo di un Paese laddove la religione islamica è prioritaria e dove, per ragioni che ben conosciamo, l’Islam la fa da padrone e non ammette nessun’altra fede che non sia “musulmana o islamica”.

Si racconta di una persona che ha avuto una visione particolare o che lo Spirito del Signore abbia voluto in qualche modo aprire gli occhi dalla cecità comune che contraddistingue non solo il mondo islamico ma anche e purtroppo il popolo di Dio e gran parte del mondo d’oggi in generale.

Orbene, quest’uomo ha avuto per lo Spirito Santo la spinta interiore che Gesù fosse il Dio rivelatosi agli uomini e che, attraverso la Bibbia, avrebbe conosciuto l’intero programma che il nostro Dio ha preparato per i suoi figli.
Nella sua limitata cultura e semplicità si sentiva spinto a dover cercare la Parola del Signore, (la Bibbia). Questa semplicità che non saprei come definire, l’ha condotto nell’unico posto a lui consono; dove? Nell’unica moschea del paese.
Entrato qui dentro, ha incominciato ad esaltare il nome di Gesù come Salvatore del mondo e come colui che ha compiuto miracoli ed ancora ne compie. Immaginate la scena:

<Sto cercando una Bibbia che parla di Gesù come Salvatore del mondo ma non so proprio dove trovarla.>
<Gli interlocutori, ovviamente musulmani, gli dicono che sta farneticando e che non sa proprio quello che dice>.
<Lui insiste che sa benissimo cosa dice e che ha bisogno di una Bibbia>.
A questo punto i vari membri della moschea gli chiedono:

<Ok, tu parli di Gesù e poiché sappiamo che Gesù non è altri che un profeta, dimostraci la potenza che tu dici che egli ha.
Mandano a prelevare una ragazza che dalla nascita ha un braccio (immaginate rivolto a “u” verso il mento) e rivoltosi a questa persona, gli chiedono che Gesù la guarisca visto che secondo lui Gesù è il Figlio di Dio.>

<Quest’uomo, effettivamente e nella sua semplicità che rasenta l’ignoranza più assoluta e no sapendo cosa fare, inizia a balbettare implorando che Gesù guarisse questa ragazza.>

Cosa pensate sia successo?

Questa ragazza è stata realmente guarita! Come sono rimasti gli astanti?

Ma non è ancora finita:

Questa persona chiede a coloro che erano presenti che ha bisogno di trovare una Bibbia, così viene indirizzato ad andare in città e cercare li, la sua Bibbia.

Questo, che io mi sento di chiamare fratello, va in città. E dove credete egli si sia diretto? Altra moschea. Si direbbe che in certo senso andava proprio a cercarsi i guai.

Altra moschea dunque. Anche qui chiede una Bibbia e questa volta riceve oltre agli insulti anche mazzate!

Uscito fuori e demoralizzato si siede in una piazza attigua; quando un uomo incomincia a passargli davanti più volte su e giù.

Orbene, <LE PIETRE PARLERANNO PER ME>

Quest’uomo ad un certo punto si ferma davanti a lui ed esclama!

<Amico, stanotte ho avuto una visione: dovevo venire in questa piazza e portare con me UNA BIBBIA che avrei dovuto dare a qualcuno; sei tu quella persona?>.

Non credo che si possano aggiungere commenti a quanto Dio può fare senza il nostro miserevole intervento.

Saluti

E aggiungo:

Nessuno oggi giorno ne tantomeno ieri, sarà tagliato fuori dell'avere conoscenza di quanto Gesù ha compiuto.
La Bibbia rimarrà sempre il libro più tradotto del mondo e in tutti i dialetti! Nessuno sarà escluso da questo piano di salvezza.

Iddio è oppure no, un Dio grande? Lui sa perfettamente dove la Sua Parola deve arrivare e a CHI! Anche in quei Paesi dove di Dio e della Sua opera di salvezza non vogliono sentirne parlare assolutamente.

Violafenix
10-03-12, 10:56
Guardate questo video :)

Migliaia di musulmani si convertono a Gesù Cristo attraverso sogni e visioni. - YouTube (http://www.youtube.com/watch?NR=1&feature=endscreen&v=wr541SVZPfA)

nomeutente
19-03-12, 16:52
Mi collego alla risposta della Violafenix per posizionare un'altra considerazione, da me acquisita per conoscenza diretta.

Nei locali della Chiesa di Rimini, da non molti mesi, si è concesso uno spazio che potesse essere utile ad offrire culti al Signore a fratelli e sorelle provenienti dall'ex blocco sovietico.

Ne sono venuto in contatto e posso dire che è stato davvero sorprendente ascoltare come questa piccola realtà cristiana si è sviluppata, nell'origine, proprio in quei paesi dove, a ragioni di logica politico religiosa, sarebbe stato impossibile.

In una casa di campagna, una donna anziana, credente, una sera, ha avuto l'opportunità di poter accogliere vari uomini e donne per poter parlare delle cose appartenenti a quel Dio che è pronto a fare misericordia e che ascolta i sospiri di coloro che lo ricercano.

In quella sera si è realizzata, nella semplicità, ma in maniera particolare ed incisiva, la presenza dello Spirito Santo.

Nulla ha poi potuto impedire che la testimonianza potesse allargarsi e parteciparsi a quanti altri il Signore ha voluto raccogliere.

Il regime dei soviet si è mostrato fortemente astio quando tali credenti hanno deciso di metter su quattro mura ed un tetto dove riunirsi, pubblicamente, per offrire culti al Signore.

L'ufficiale di Governo, restìo verso quell'opera, ha dovuto però cedere quando, in un sogno, si è trovato di fronte ad una prossima sentenza di morte.

A nulla sono poi valsi i moti intimidatori del regime, come la decisione di concedere la possibilità di riunirsi soltanto in determinati giorni ed orari, o quando si è deciso di controlalre e registrare l'entrata e l'uscita di tutti i membri che appartenevano a tale realtà.

Oggi, in quelle terre, c'è una grande comunità di cristiani evangelici.

Oggi, il Signore ha permesso che alcuni di quei credenti raggiungessero l'Italia come emigranti e che potessero incontrare altri compatrioti ai quali annunciare l'evangelo onde entrare a far parte di quell'unico popolo, che Dio ama e nel quale Egli ha posto la Sua parola e la Sua testimonianza vivente.

Spero questa narrazione possa risultare utile a svuotare la mente di chi crede in un Dio limitato, incapace di parlare all'uomo durante il suo tempo di vita qui in terra.

Domenico
19-03-12, 17:38
Mi collego alla risposta della Violafenix per posizionare un'altra considerazione, da me acquisita per conoscenza diretta.

Nei locali della Chiesa di Rimini, da non molti mesi, si è concesso uno spazio che potesse essere utile ad offrire culti al Signore a fratelli e sorelle provenienti dall'ex blocco sovietico.

Ne sono venuto in contatto e posso dire che è stato davvero sorprendente ascoltare come questa piccola realtà cristiana si è sviluppata, nell'origine, proprio in quei paesi dove, a ragioni di logica politico religiosa, sarebbe stato impossibile.

In una casa di campagna, una donna anziana, credente, una sera, ha avuto l'opportunità di poter accogliere vari uomini e donne per poter parlare delle cose appartenenti a quel Dio che è pronto a fare misericordia e che ascolta i sospiri di coloro che lo ricercano.

In quella sera si è realizzata, nella semplicità, ma in maniera particolare ed incisiva, la presenza dello Spirito Santo.

Nulla ha poi potuto impedire che la testimonianza potesse allargarsi e parteciparsi a quanti altri il Signore ha voluto raccogliere.

Il regime dei soviet si è mostrato fortemente astio quando tali credenti hanno deciso di metter su quattro mura ed un tetto dove riunirsi, pubblicamente, per offrire culti al Signore.

L'ufficiale di Governo, restìo verso quell'opera, ha dovuto però cedere quando, in un sogno, si è trovato di fronte ad una prossima sentenza di morte.

A nulla sono poi valsi i moti intimidatori del regime, come la decisione di concedere la possibilità di riunirsi soltanto in determinati giorni ed orari, o quando si è deciso di controlalre e registrare l'entrata e l'uscita di tutti i membri che appartenevano a tale realtà.

Oggi, in quelle terre, c'è una grande comunità di cristiani evangelici.

Oggi, il Signore ha permesso che alcuni di quei credenti raggiungessero l'Italia come emigranti e che potessero incontrare altri compatrioti ai quali annunciare l'evangelo onde entrare a far parte di quell'unico popolo, che Dio ama e nel quale Egli ha posto la Sua parola e la Sua testimonianza vivente.

Spero questa narrazione possa risultare utile a svuotare la mente di chi crede in un Dio limitato, incapace di parlare all'uomo durante il suo tempo di vita qui in terra.


Molto interessante questa testimonianza che, prova quello che Dio sa fare, nella vita delle persone che vivono sulla terra.

nomeutente
19-03-12, 18:52
Prossimamente avrò modo di reincontrare questi fratelli e, nell'occasione, potrò meglio chiedere e rallegrarmi di quest'opera di grazia.

Bene.

Da quanto vedo, siamo fermamente d'accordo nell'affermare che nell'oggi c'è il tempo della grazia; tempo in cui l'uomo è invitato a disporsi all'ascolto di quella voce benedetta.

A volte infatti, ho come l'impressione che la propaganda relativa all'esistenza del purgatorio, prescindendo da questioni di interesse religioso, sia una semplice manifestazione di caparbietà d'uomo, senz'altro poco fruttuosa per il Regno di Dio.

Qualcuno ha affermato che l'ostinatezza è la debolezza delle piccole menti.

Ciò detto, mi piacerebbe leggere qualcos'altro riguardo al come l'esistenza di tale purgatorio possa essere stata costruita nel rispetto delle parole e degli insegnamenti di Gesù.

Non riesco a trovarne traccia.

Matteo 13:36-43
ALLORA Gesù, licenziate le turbe, se ne ritornò a casa, e i suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: Dichiaraci la parabola delle zizzanie del campo. Ed egli, rispondendo, disse loro: Colui che semina la buona semenza è il Figliuol dell'uomo. E il campo è il mondo, e la buona semenza sono i figliuoli del regno, e le zizzanie sono i figliuoli del maligno. E il nemico che le ha seminate è il diavolo, e la mietitura è la fin del mondo, e i mietitori son gli angeli. Siccome adunque si colgono le zizzanie, e si bruciano col fuoco, così ancora avverrà nella fin del mondo. Il Figliuol dell'uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali, e gli operatori d'iniquità; e li getteranno nella fornace del fuoco. Ivi sarà il pianto e lo stridor de' denti. Allora i giusti risplenderanno come il sole, nel regno del Padre loro. Chi ha orecchie da udire, oda.

Domenico
20-03-12, 23:40
Prossimamente avrò modo di reincontrare questi fratelli e, nell'occasione, potrò meglio chiedere e rallegrarmi di quest'opera di grazia.

Bene.

Da quanto vedo, siamo fermamente d'accordo nell'affermare che nell'oggi c'è il tempo della grazia; tempo in cui l'uomo è invitato a disporsi all'ascolto di quella voce benedetta.

A volte infatti, ho come l'impressione che la propaganda relativa all'esistenza del purgatorio, prescindendo da questioni di interesse religioso, sia una semplice manifestazione di caparbietà d'uomo, senz'altro poco fruttuosa per il Regno di Dio.

Qualcuno ha affermato che l'ostinatezza è la debolezza delle piccole menti.

Ciò detto, mi piacerebbe leggere qualcos'altro riguardo al come l'esistenza di tale purgatorio possa essere stata costruita nel rispetto delle parole e degli insegnamenti di Gesù.

Non riesco a trovarne traccia.

Matteo 13:36-43
ALLORA Gesù, licenziate le turbe, se ne ritornò a casa, e i suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: Dichiaraci la parabola delle zizzanie del campo. Ed egli, rispondendo, disse loro: Colui che semina la buona semenza è il Figliuol dell'uomo. E il campo è il mondo, e la buona semenza sono i figliuoli del regno, e le zizzanie sono i figliuoli del maligno. E il nemico che le ha seminate è il diavolo, e la mietitura è la fin del mondo, e i mietitori son gli angeli. Siccome adunque si colgono le zizzanie, e si bruciano col fuoco, così ancora avverrà nella fin del mondo. Il Figliuol dell'uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali, e gli operatori d'iniquità; e li getteranno nella fornace del fuoco. Ivi sarà il pianto e lo stridor de' denti. Allora i giusti risplenderanno come il sole, nel regno del Padre loro. Chi ha orecchie da udire, oda.


Secondo il cattolicesimo, il Purgatorio è uno stato dell'anima (non è un luogo) necessario alla beatitudine delle anime peccatrici, seppur presenti nella Grazia.

Come testo biblico che si adduce per provare l’esistenza del Purgatorio, si cita un passo dell’A.T. e due testi del N.T.

Il passo dell’A.T. è il seguente, tratto dal secondo libro dei Maccabei, che recita:

« Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato. » (2 Maccabei 12,44-45).

Questo passo, fortemente enfatizzato dal cattolicesimo, mette in risalto la “preghiera per i morti”. Tenuto conto che il libro dei Maccabei è uno scritto apocrifo, cioè non appartiene al numero dei libri canonici, e come tale non riconosciuto ispirato, sia dagli Ebrei come anche dai cristiani, non ha nessuna validità ai fini delle pratiche e degli obblighi che i testi canonici rivelano, per metterli in pratica. Sì, sa infatti, che in tutti i libri canonici della Bibbia, non si trova nessun riferimento o una pratica, di rivolgere preghiere in favore dei morti. Questo elemento tenuto in considerazione, non solo respinge la pratica delle preghiere per i morti, ma dovrebbe anche portare a serie considerazioni. Se la legge e i profeti, scritti che riflettono chiaramente la credenza degli Ebrei per quanto riguarda la vita dopo la morte, non ne parla, è una chiara evidenza che loro non credevano che i morti, nella vita oltre tomba, possono essere aiutati dai viventi con le preghiere in loro favore.

Se poi si pensa a Gesù e a tutti gli scrittore nel N.T. che non fanno nessun cenne alla pratica delle preghiere per i morti, questa loro posizione, è più che sufficiente per respingere una simile pratica. Gesù che parlò dei morti, sia di quelli che appartengono al numero dei salvati, come anche di quelli che non sono salvati, (Luca 16:19-31), se fosse vera la validità delle preghiere per i morti, cioè di quelli non salvati, certamente ne avrebbe fatto menzione; ma il fatto stesso che Egli non fa nessun riferimento, è una chiara prova della “non validità”. Anche tutti gli scrittori del N.T., particolarmente Paolo, che parla di uno che fu rapito fino al terzo cielo (riferimento che allude a se stesso), non dà la minima impressione che egli credesse alla validità delle preghiere per i morti.

I testi del N.T. che sono stati usati in sede di concilii, per sostenere la validità della dottrina del Purgatorio, sono stati:

«Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell'uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo Spirito, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro» (Matteo 12,31-32) e

«Nessuno infatti, può porre altro fondamento che quello che è stato posto, cioè Gesù Cristo. Ora, se uno costruisce sopra questo fondamento con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l'opera di ciascuno si renderà manifesta; infatti, il giorno la renderà manifesta, perché si rivelerà nel fuoco e il fuoco proverà quel che vale l'opera di ciascuno. Se l'opera di qualcuno che ha costruito sopra rimarrà, egli ne riceverà ricompensa; se l'opera di qualcuno invece sarà consumata dal fuoco, ne avrà danno, però si salverà, ma come attraverso il fuoco» (1 Corinzi 3,11-15).

Da questi testi, San Gregorio Magno, deduceva l’esistenza del Purgatorio; gli stessi passi sono stati usati nei conclii di: Lione del 1274, da quello di Firenze del 1438 e infine ribadita nel Concilio di Trento, nel 1563.

Per quanto riguarda il testo di (1 Corinzi 3,11-15), riportiamo la valutazione che fecero gli “Ortodossi” in sede di Concilio:

«L'Apostolo divide tutto ciò che è costruito sul fondamento proposto (Gesù Cristo) in due parti, ma non suggerisce mai una terza parte come fosse una fase intermedia. [..] La vostra dottrina avrebbe forse qualche fondamento se (l'Apostolo) dividesse le azioni cattive in due generi: un genere purificabile da Dio e l'altro degno della punizione eterna. Ma egli non ha fatto tale divisione. [..] Attribuendo al fuoco il potere di distruggere tutte le azioni cattive, ma non chi le fa è evidente che san Paolo non parla del fuoco del purgatorio, che, come pare dalla vostra opinione, non concerne tutte le azioni cattive, ma solo i piccoli peccati».

Pertanto la Chiesa ortodossa non accetta la esistenza del Purgatorio, però tradizionalmente prega per i morti, chiedendo a Dio che mostri loro la sua misericordia ed il suo amore. Quindi non accettano lo stato ma la condizione.

La frase del passo di Matteo 12:31-32 “...né in quello futuro”, non parla del Purgatorio, ma del giorno del giudizio in cui, tutti gli esseri umani dovranno rendere conto di quello che avranno fatto sulla terra. Neanche in quella sede, verrà cambiato il verdetto del giudizio sulla bestemmia contro lo Spirito Santo, volendo significare che nell’altra vita, non sarà concesso il perdono per quel peccato. Vedere nel testo di Matteo 12:31-32 un chiaro riferimento al Purgatorio, non solo significa forzare il testo con un’interpretazione preconcetta, ma anche non tenere conto di quello che le Sacre Scritture riferiscono circa il COMPLETO PERDONO che Dio concede al peccatore durante la sua vita terrena (vedere Colossesi 2:13 e 1Giovanni 1:9).

La dottrina del Purgatorio, così come è stata stabilita dal cattolicesimo, afferma che le anime, anche quelle salvate, visto che non sono pure abbastanza per entrare in Paradiso, dovranno passare del tempo in Purgatorio per essere completamente purificati. Con questa affermazione, (che per noi che conosciamo ed accettiamo in pieno quello che Gesù copì per la salvezza del peccatore) suona come a voler mettere in discussione, che l’opera che Gesù compì sulla croce del Calvario, non era sufficiente e che il Suo sangue, non purifica tutti i peccati del peccatore. Cosa che, assolutamente, non possiamo accettare, per il semplice fatto che, il sangue di Gesù, purifica totalmente tutte le macchie del peccato nella vita del peccatore. Ecco cosa afferma la Scrittura:

ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, abbiamo comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato (1 Giovanni 1:7).

Tenuto conto quello che avviene, quando il peccatore risponde all’invito di Dio, secondo quello che si legge in Isaia 1:18 Venite quindi e discutiamo assieme, dice l’Eterno, anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana, ci domandiamo: come è possibile accettare e credere a quello che insegna il cattolicesimo intorno al Purgatorio? Solo quelli che non conoscono le Sacre Scritture, possono aderire ad un simile insegnamento.

Infine, al peccatore penitente che si rivolse a Gesù, prima di morire sulla croce:
"Signore, ricordati di me quando verrai nel tuo regno", Gesù rispose:
Allora Gesù gli disse: "In verità ti dico: oggi tu sarai con me in paradiso" (Luca 23:42-43).

Se fosse vero l’esistenza del Purgatorio, questo criminale, che era stato condannato alla crocifissione, pieno di lordure, dopo la sua morte, avrebbe dovuto andare diritto in Purgatore, per purificarsi dei suoi peccati. Gesù, però, riconoscendo il valore della sua conversione e del suo pentimento, gli concede l’entrata in Paradiso, in quello stesso giorno. Quale altra prova dovremmo addurre?

nomeutente
21-03-12, 16:07
Buone considerazioni Domenico che, come sempre, foss'altro per controbilanciare il tuo impegno di servizio, necessitano di lettura e rilettura.

Ringraziato sia Dio per questa tua cordiale disponibilità!

A quanto leggo, sembra ci sia qualcosa che accomuna, a parte qualche lieve dettaglio, le posizioni teologiche e di credo degli ortodossi e dei cattolici.

Mi sembra di aver capito che entrambi ritengono il purgatorio, condizione o stato che fosse, come un qualcosa che riguarda le anime dei trapassati.

Senza entrare negli ordini e nelle tradizioni secolari alle quali appartengono il culto dei morti e pratiche simili, credo che per giustificare, cristianamente, tali posizioni, bisogna fare degli sforzi quasi sovrumani.

Anche a semplice ragione ed intuito d'uomo, infatti, pare assurdo ritenere che il purgatorio sia stato creato da Dio per dare una seconda possibilità alle anime, dopo la morte, affinchè queste si ravvedano, sotto tortura, nel mentre subiscono sofferenze che le inducono in tal senso.

Verrebbe meno il senso della giustizia e della libertà che è nell'amore di Dio, manifestato in Cristo Gesù, pienezza di Grazia e di Verità.

Al pari, è difficile ritenere con convinzione inamovibile, che questo purgatorio sia stato preparato per quelle anime alle quali, un certo Dio "minore", non è riuscito a parlare in quanto impedito o incapace in tal senso mentre che queste erano in terra.

Circa il fatto che il nostro Dio è senz'altro in grado di comunicare ed intendere le risposte dell'uomo, già dalla sua tenera età, riporto le parole di Gesù che rammentava ai discepoli che al servizio dei piccoli vi sono angeli che vivono nella presenza di Dio Padre.

Matteo 18:10
Guardatevi dal disprezzare uno di questi piccoli; perché vi dico che gli angeli loro, nei cieli, vedono continuamente la faccia del Padre mio che è nei cieli.