Visualizza Versione Completa : Il peccato nelle comunità evangeliche
Ho una domanda da porvi. Nel cattolicesimo esiste il peccato veniale e il peccato mortale, distinti da particolari caratteristiche e dal fatto che il primo non necessita della confessione sacramentale, mentre il secondo necessita del sacramento della Penitenza per poter essere in grazia di Dio e quindi ricevere l'Eucarestia. Mentre nelle varie denominazioni evangeliche come si articola la dottrina del peccato? Esiste la differenza fra peccato mortale e veniale? E cosa comporta essere in stato di peccato mortale?
nomeutente
11-03-12, 00:39
Non credo sia cosa utile quella di approfondire studi e teologie per poi definire il peccato facendone classi e categorie di vario ordine, tipo e gravità.
La distinzione tra veniale e capitale, ad esempio, mi metterebbe un pò in difficoltà.
Dio ti benedica e ti dia grazia nel Suo figliuolo, diventato peccato per noi.
2 Corinzi 5:21
Colui che non ha conosciuto peccato, Egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in Lui.
Violafenix
11-03-12, 12:08
Il peccato è peccato! Per Dio che è tre volte santo non c'è differenza tra peccato veniale o mortale, per Lui sono tutti causa di allontanamento dalla sua santità, quindi mortali.
Nelle nostre chiese se un fratello si sente nel peccato solitamente non prende il pane e il vino da solo, a meno che non sia stato messo sotto disciplina dalla sua stessa chiesa per qualcosa di molto grave.
Ho una domanda da porvi. Nel cattolicesimo esiste il peccato veniale e il peccato mortale, distinti da particolari caratteristiche e dal fatto che il primo non necessita della confessione sacramentale, mentre il secondo necessita del sacramento della Penitenza per poter essere in grazia di Dio e quindi ricevere l'Eucarestia. Mentre nelle varie denominazioni evangeliche come si articola la dottrina del peccato? Esiste la differenza fra peccato mortale e veniale? E cosa comporta essere in stato di peccato mortale?
Gm 2:10 Poiché chiunque avrà osservato tutta la legge, e avrà fallito in un sol punto, si rende colpevole su tutti i punti.
Come vedi, non credo proprio ci possano essere sostanziali differenze di peccato, in quanto come tale viene identificato il medesimo alla trasgressione della Legge di Dio cui tutti siamo mancanti.
Tuttavia vi è un peccato che non sarà perdonato che è quello di non aver creduto nell'opera espiatrice di Cristo.
Buona Domenica
nomeutente
12-03-12, 22:40
Il peccato, il peggio del peggio del peggio che l'uomo avesse mai potuto compiere verso un altro uomo e verso Dio è stato inchiodato lì, sulla croce.
Oltraggi, ingiurie, scherni, sputi, flagelli, torture, oppressione, schiaffi, tradimenti, paure, violenze, maledizione....
Galati 3:13
Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»).
Ho una domanda da porvi. Nel cattolicesimo esiste il peccato veniale e il peccato mortale, distinti da particolari caratteristiche e dal fatto che il primo non necessita della confessione sacramentale, mentre il secondo necessita del sacramento della Penitenza per poter essere in grazia di Dio e quindi ricevere l'Eucarestia. Mentre nelle varie denominazioni evangeliche come si articola la dottrina del peccato? Esiste la differenza fra peccato mortale e veniale? E cosa comporta essere in stato di peccato mortale?
Le domande che poni, mirano solamente il lato polemico, particolarmente con il cattolicesimo, o sono poste ai fini di conoscere il peccato nella sua essenza, per ciò che riguarda la condotta dell’uomo nei confronti di Dio?
solocristiano
15-03-12, 18:08
Ho una domanda da porvi. Nel cattolicesimo esiste il peccato veniale e il peccato mortale, distinti da particolari caratteristiche e dal fatto che il primo non necessita della confessione sacramentale, mentre il secondo necessita del sacramento della Penitenza per poter essere in grazia di Dio e quindi ricevere l'Eucarestia. Mentre nelle varie denominazioni evangeliche come si articola la dottrina del peccato? Esiste la differenza fra peccato mortale e veniale? E cosa comporta essere in stato di peccato mortale?
E cosa comporta essere in stato di peccato mortale?
C'è un solo peccato “in stato mortale”, che poi è quello che insegna lo stesso Vangelo, cioè il resistere allo Sp.Santo dell'Amore di Dio. Che è poi il massimo dell'autogiustizia il quale non sarà perdonato, né in questo mondo, né nel prossimo (Mt. 12:31,32). E questo mostra che sì che ci sono sono alcuni peccati, che, sebbene non saranno perdonati in questo mondo (dagli uomini), lo saranno nel futuro mondo da Dio (1°Pt.4:6). Non però l'autogiustizia, la quale si considera più giusta e buona di Dio e che dice di non aver bisogno di Dio, nè del suo aiuto, né tanto meno della sua Salvezza. Insomma, sono tanto giusti e buoni (come i scribi e farisei) che rifiutano d'accettare il fatto d'essere peccatori; e allora non c'è nulla che Dio possa fare per aiutarli e infine salvarli, perciò sono “in stato mortale”permanente – giacchè sono senza Gesù!
Le domande che poni, mirano solamente il lato polemico, particolarmente con il cattolicesimo, o sono poste ai fini di conoscere il peccato nella sua essenza, per ciò che riguarda la condotta dell’uomo nei confronti di Dio?
Nessuna polemica. Io sono cattolico e conosco piuttosto bene la dottrina cattolica, quindi anche tutto ciò che riguarda il tema del peccato. Volevo quindi confrontare il cattolicesimo con le denominazioni evangeliche su questo tema.
Nessuna polemica. Io sono cattolico e conosco piuttosto bene la dottrina cattolica, quindi anche tutto ciò che riguarda il tema del peccato. Volevo quindi confrontare il cattolicesimo con le denominazioni evangeliche su questo tema.
Anzitutto, per peccato s’intende la violazione della legge divina, così afferma la Parola di Dio. Chiunque commette il peccato trasgredisce la legge: il peccato è la violazione della legge (1Giovanni 3:4) (s’intende quella di Dio). Fare una certa classificazione, usando i termini: “veniale" e "mortale”, non solo per non farli apparire uguali nella loro natura e gravità, ma anche e soprattutto davanti alla severità divina, che non tollera e non giustifica il peccato di qualsiasi genere. Questo tipo di ragionamento, che sembra coerente con la logica umana, non serve tanto, soprattutto davanti a Dio che dichiara, tramite le Sacre Scritture: Chiunque infatti osserva tutta la legge, ma viene meno in un sol punto, è colpevole su tutti i punti (Giacomo 2:10).
Mi domando: perché l’uomo ha inventato il peccato “veniale”, (visto che non figura negli insegnamenti della Parola del Signore)? Probabilmente per far credere che se l’uomo commette adulterio, per esempio, non è lo stesso di chi dice una bugia. Davanti a Dio, però, l’essere umano dovrà rendere conto, sia del suo operato come anche del suo parlare. Addirittura Gesù afferma che la persona dovrà rendere conto di ogni oziosa parola che avrà detto. Or io dico che nel giorno del giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola oziosa che avranno detta (Matteo 12:36). Tutto questo che significa? Lo scopo dell’insegnamento biblico, quindi quello di Dio, è quello di convincere gli uomini che dovranno fare attenzione, sia alla loro condotta come anche al loro modo di parlare.
I peccati, grandi e quelli piccoli, (come l’uomo preferisce chiamarli), per essere perdonati da Dio, devono essere confessati a Lui, secondo quanto è scritto: Chi copre le sue trasgressioni non prospererà, ma chi le confessa e le abbandona otterrà misericordia (Proverbi 28:13). Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità (1Giovanni 1:9).
Essere perdonati dai nostri peccati, significa trovarsi in “grazia di Dio”, cioè godere quello stato di relazione spirituale con Lui. Questo, naturalmente, l’uomo potrà sperimentarlo qui sulla terra, perché è durante la vita terrena che Dio concede il perdono di tutti i peccati del peccatore. Voi, che eravate morti nei peccati e nell’incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati (Colossesi 2:13).
C’è un solo peccato imperdonabile davanti a Dio, ed è la bestemmia contro lo Spirito Santo Perciò io vi dico: Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà loro perdonata (Matteo 12:31). Perché la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdodonata? Bestemmiare contro lo Spirito Santo, non significa dirGli le cattive parolacce, come fanno le persone quando le pronunciano conto Dio, ma significa essenzialmente rifiutare l’opera dello Spirito Santo nella vita umana che è quella di convincere l’uomo del suo stato di peccato.
E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio.
Di peccato, perché non credono in me;
di giustizia, perché io vado al Padre e non mi vedrete più;
di giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato (Giovanni 16:8-11).
Tenuto conto che è solo lo Spirito Santo che compie questa particolare azione, e senza il convincimento di peccato, non c’è salvezza, chi si oppone e rifiuta questa divina opera dello Spirito di Dio, non fa altro di bestemmiare lo Spirito Santo.
nomeutente
18-03-12, 22:25
Nella sapienza e nel consiglio di Dio ci sono molte cose buone.
Prima che il peccato giunga a salario è bene che i credenti vigilino sulla propria mente e sul proprio cuore, nella luce di Dio.
Un pò di lievito fa lievitare tutta la pasta...
Una sola mosca fa imputridire tutto l'olio del profumiere...
Le piccole volpi guastano le vigne...
Romani 6:22-23
Ma ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, avete per frutto la vostra santificazione e per fine la vita eterna; perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
nomeutente
01-04-12, 13:03
Un passo ancora, in avanti, per meglio evidenziare come la logica religiosa finalizzata a classificare il peccato presenta una serie di aspetti critici.
Tra questi, uno dei più manifesti credo stia proprio nella tendenza che è in queste prassi, a rinnegare, quasi senza accorgersene, la potenza del perdono eterno di Dio che è in Cristo.
In una società matura di conoscenza come la nostra infatti, dovrebbe essere facile smascherare il vanto di chi ritiene possa amministrare la giustizia ed il perdono di Dio, elargendo grazie e penali, in base a definizioni da manuale.
Basterebbe ragionare meglio ad esempio, riguardo al ruolo del giudice-sacerdote in uso presso il mondo cattolico romano, il quale, dopo aver esaminato in confessione i vari casi di peccato, è lì pronto ad indicare al confessato il numero ed il tipo di preghiere mnemoniche da recitare davanti a quella statuetta o in onore a quel tale, detto santo, ad acquietare e riscattare sensi di colpa ad origine e fine ignoto.
Nessuna polemica. Io sono cattolico e conosco piuttosto bene la dottrina cattolica, quindi anche tutto ciò che riguarda il tema del peccato. Volevo quindi confrontare il cattolicesimo con le denominazioni evangeliche su questo tema.
Volevo chiedere ad Imperium, (mi scuserai se le faccio una domanda) visto che all’inizio, da bravo cattolico e conoscitore della dottrina del peccato, voleva confrontarsi su questo tema, con le denominazioni evangeliche, come mai che fino ad oggi, non hai dato nessuna risposta a quello che è stato scritto?
nomeutente
04-04-12, 16:47
Nel frattempo che.....
Riporto qualche considerazione per meglio evidenziare come la classificazione del peccato contenga in sè altri aspetti critici.
Mi spiego meglio riportando un episodio (Luca 7:36-50), quello di Gesù in casa di Simone, uno dei farisei, che vide l'arrivo di una donna ch'era stata peccatrice.
A ragion d'uomo, ad esempio, il peccato di quella donna, pubblico e riconosciuto tale in base alla morale del tempo, apparirebbe molto più grande di quello che era nella vita di Simone.
Appunto, in base alla morale comune, Simone era uno a posto, quella donna una alla quale puntare l'indice.
Non così agli occhi di Dio.
Nell'insegnamento che si trae dall'episodio, infatti, è chiaro che il peccato diventa sempre maggiore nel momento in cui non lo si riconosce. (Simone fariseo)
Diverso il caso in cui la percezione dello stesso ci porta a ravvedimento, a ricevere il perdono di Dio e ad amare. (la donna peccatrice)
Maggiore è il senso del peccato, maggiore il senso del perdono di Dio, maggiore la forza dell'amore che Dio ci dona.
Shirel Levi
02-10-23, 22:41
Ho una domanda da porvi. Nel cattolicesimo esiste il peccato veniale e il peccato mortale, distinti da particolari caratteristiche e dal fatto che il primo non necessita della confessione sacramentale, mentre il secondo necessita del sacramento della Penitenza per poter essere in grazia di Dio e quindi ricevere l'Eucarestia. Mentre nelle varie denominazioni evangeliche come si articola la dottrina del peccato? Esiste la differenza fra peccato mortale e veniale? E cosa comporta essere in stato di peccato mortale?
Nell'esegesi biblica, la Chiesa valdese rifiuta l'approccio fondamentalista, prendendo atto che diversi peccati e divieti non sono più tali: anche i testi vetero- o neotestamentari in cui gli autori esprimono la condanna (oggi, sappiamo, sbagliata) persino cruenta degli atti sessuali tra persone dello stesso sesso, come tutti gli altri passi biblici, vengono contestualizzati e relativizzati nell'ambiente storico e sociale in cui furono scritti: se così non si operasse, i cristiani fondamentalisti dovrebbero accettare della bibbia tutta una serie di divieti leggi e obblighi (basti pensare a Deuteronomio 13:7-16 o Esodo 21:7-8 o Numeri 15:32-36)
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