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Visualizza Versione Completa : Andrzej Sapkowski e Lo Strigo



Rexal
29-03-12, 11:02
Andrzej Sapkowski è lo scrittore polacco di "dark fantasy" (se proprio gli si vuole attribuire un genere) conosciuto per aver inventato Geralt di Rivia, Lo Strigo, conosciuto ai più come The Witcher.
In Europa, tra gli appassionati del genere, le avventure dello strigo erano ben note prima dell'avvento di un videogioco (anch'esso di produzione polacca) con lo stesso nome. In Italia si è dovuto aspettare il successo del prodotto ludico: il che fa capire quanto sia miope l'editoria italiana - anche quella di genere.

In Italia sono stati tradotti:
La spada del destino (Miecz przeznaczenia), scritto nel 1992 ma edito in Italia solo l'anno scorso con Editrice Nord, 6 racconti
Il guardiano degli innocenti (Ostatnie życzenie), 1993, tradotto ed edito con Editrice nord sempre l'anno scorso, 7 racconti
Il sangue degli elfi (Krew elfów), 1994, tradotto ed edito con Editrice Nord quest'anno, Romanzo

Così come fece Tolkien, anche Sapkowski ha chiesto ai traduttori di fare tutto il necessario per tradurre in Italiano, quanto più possibile, i termini geografici, i nomi propri etc. Ecco perché lo Strigo.

Le analogie finiscono qui.

Infatti ci troviamo di fronte a narrativa rivolta a un pubblico adulto, dove l'impianto è quello della favola, ma i dialoghi e la prosa sono adatti a un lettore maturo.

Quello dello strigo è un mestiere strano. Appartenenti a una casta di guerrieri stregoni, mutati attraverso un processo doloroso, invalidante (sono tutti sterili e alcuni portano anche il marchio visibile della mutazione) e spesso mortale, gli strighi errano sulla terra alla ricerca di contratti. Il contratto, per uno strigo, è sempre l'uccisione di uno o più mostri. E i contratti vanno sempre onorati.
La forza di Geralt di Rivia, trovatello (ma il suo passato è poco chiaro) affidato alla rocca di Kaer Moren quando era ancora in fasce, sta soprattutto nei suoi amici e occasionali compagni di avventure, primo tra tutti il donnaiolo Ranuncolo, ma anche dalle numerose amanti e amiche conosciute durante i suoi vagabondaggi.

In questi racconti, il mondo di Geralt e dei suoi amici è una grande allegoria del nostro. Il mostro a caccia di mostri, si rende conto che l'orrore in molti casi si nasconde dietro delle apparenze assolutamente umane, normali e a volte persino amichevoli e che spesso, il mostro che tutti inseguono coi forconi, altro non è che uno spauracchio per canalizzare la mostruosità interiore della cosiddetta brava gente e dei ben pensanti. Altre volte, però, il mostro è un mostro a 360° e come tale viene trattato. Nulla è semplice. Niente è preso alla leggera. Tutto si può risolvere con un po' di astuzia.

Vi raccomando questa favola moderna, che cronologicamente ha anticipato il realismo cinico e dark di Martin.


PS non mi stancherò mai di sottolineare come l'Italia, da sempre inquietantemente refrattaria alla narrativa fantastica , sia riuscita ancora una volta a perdere un treno editoriale che altrove nel mondo ha partorito in seguito due videogiochi vendutissimi, una serie televisiva (orribile), e un album musicale antologico con una serie di gruppi (tra cui i Vader) che hanno dedicato una canzone ciascuno allo Strigo.

http://www.fantasy-fan.org/files/The_Witcher/witcher_wallpaper.jpg

Rexal
29-03-12, 11:08
http://youtu.be/A3GEPkjNh6k