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Visualizza Versione Completa : Aleksandr Prokhanov



Tyler Durden
30-03-12, 14:50
Scusate l'intrusione, ma come da titolo vorrei un vostro parere sul pensiero di questo analista.
Non sò se è la sezione adatta, ma ho visto che ''flirta'' con il KPRF di Zjuganov e, pur essendo un nazionalista, è un ammiratore di Stalin e dell'URSS.

gerty80
31-03-12, 11:52
Iniziamo a dire che essere comunisti e nostalgici dell'urss in Russia non coincide come spesso si può immaginare. Un nazionalista di estrema destra russo, ha tutto il diritto di rimpiangere l'urss in quanto rappresentava una potenza militare, una seconda forza mondiale e una bilancia allo strapotere atlantico (il tutto in due parole). I nazionalisti si vedono adesso la loro grande nazione in mano a faccendieri e oligarchi corrotti che stracomandano e decidono dell'economia e della finanza russa a discapito delle classi subalterne. Il crollo dello stato sociale sovietico si è fatto davvero sentire negli ultimi 20 anni nell'est europeo e MEDIAMENTE la qualità della vita delle classi operaie e classi della piccola borghesia e delle piccole imprese a gestione familiare è crollata.
Zjuganov può essere visto come nazionalista da questo punto di vista, ma rimane comunista.
Se non altro che Putin disse che la caduta dell'urss è stata una cosa orribile. Ma non è comunista.
Bisogna iniziare a considerare che essere nazionalisti in Russia è una cosa del tutto diversa dall'essere nazionalisti in occidente. Il nazionalista russo non è quello che vuole affermare i propri valori e tradizioni in netto contrasto con altre nazioni, ma colui il quale ha il "compito" di essere parte attiva della rinascita della propria patria e agisce in funzione altruistica e non ha pretese di superiorità o meno con altri (ho risolto la questione in modo veloce e blando, sono in "pausa caffè" e sto lavorando :D).

Quindi Zjuganov e il partito comunista russo hanno rappresentato quella valvola di salvezza nazionale anche per i nazionalisti e fascistume vario, nonostante non fosse portavoce dei loro valori e credenze. Tanto è vero che Prokhanov prima stava dalla parte di Gennadj adesso è "Con Putin, contro il governo" che è una gran bella differenza.

Tyler Durden
31-03-12, 16:05
Intanto grazie per la risposta.:)

Iniziamo a dire che essere comunisti e nostalgici dell'urss in Russia non coincide come spesso si può immaginare. Un nazionalista di estrema destra russo, ha tutto il diritto di rimpiangere l'urss in quanto rappresentava una potenza militare, una seconda forza mondiale e una bilancia allo strapotere atlantico (il tutto in due parole). I nazionalisti si vedono adesso la loro grande nazione in mano a faccendieri e oligarchi corrotti che stracomandano e decidono dell'economia e della finanza russa a discapito delle classi subalterne. Il crollo dello stato sociale sovietico si è fatto davvero sentire negli ultimi 20 anni nell'est europeo e MEDIAMENTE la qualità della vita delle classi operaie e classi della piccola borghesia e delle piccole imprese a gestione familiare è crollata.
Zjuganov può essere visto come nazionalista da questo punto di vista, ma rimane comunista.
Se non altro che Putin disse che la caduta dell'urss è stata una cosa orribile. Ma non è comunista.

Perfettamente d'accordo



Bisogna iniziare a considerare che essere nazionalisti in Russia è una cosa del tutto diversa dall'essere nazionalisti in occidente. Il nazionalista russo non è quello che vuole affermare i propri valori e tradizioni in netto contrasto con altre nazioni, ma colui il quale ha il "compito" di essere parte attiva della rinascita della propria patria e agisce in funzione altruistica e non ha pretese di superiorità o meno con altri (ho risolto la questione in modo veloce e blando, sono in "pausa caffè" e sto lavorando :D).

Penso di aver capito che intendi, una sorta di ''Stato guida'' all'interno di un progetto imperiale giusto?


Quindi Zjuganov e il partito comunista russo hanno rappresentato quella valvola di salvezza nazionale anche per i nazionalisti e fascistume vario, nonostante non fosse portavoce dei loro valori e credenze. Tanto è vero che Prokhanov prima stava dalla parte di Gennadj adesso è "Con Putin, contro il governo" che è una gran bella differenza.

Ah quindi adesso Prokhanov è con Putin, seppur su posizioni critiche?

gerty80
01-04-12, 02:15
Intanto grazie per la risposta.:)


Nessun problema :D




Penso di aver capito che intendi, una sorta di ''Stato guida'' all'interno di un progetto imperiale giusto?
No. Fai un errore di valutazione importante. La differenza sostanziale fra Zjuganov e (ad esempio) Dugin sta proprio qua. Ingenuamente si tende (in occidente) a considerare, anche grazie ad una certa propaganda atlantista, il partito comunista russo attuale come quasi un partito rossobruno (parola che tanto piace ai "democratici" liberali, metto tra virgolette la parola democrazia, perché è molto bella per usarla accanto a "liberali"). In realtà la differenza è estremamente grossa che distacca totalmente il pensiero di Zjuganov (partito comunista russo) dal pensiero di Thiriart nazionalcomunitario o dal dugin nazionalbolscevico e dal nazionalcomunismo tradizionale tedesco o dal socialismo prussiano....
Zjuganov si muove su binari Marxisti alla luce della storia dell'urss e delle esperienze storico-politiche sovietiche. Cito dal suo libro Stato e Potenza:
"Una condizione decisisva per la conservazione ed il rafforzamento del nostro senso dello stato è la restaurazione del potere popolare : il potere della maggioranza schiacciante della popolazione lavoratrice. La borghesia compradora criminale che ha conquistato le posizioni chiave non è in grado di dar vita ad una propria idea di stato. (...) Per uqesto l'ala patriottica degli imprenditori che ragione in termini di interesse nazionale si trova oggi di fronte ad una scelta: o riconoscere il ruolo guida delle classi lavoratrici nella lotta per la salvezza del paese o venr risucchiata nel campo dei traditori della patria. Non c'è via di mezzo".
Poco più avanti Gennadj illustra come la Russia non può essere tale senza "l'unione" che corrisponde bene o male ai vecchi confini sovietici. L'unione dei popoli di cultura slava e di lingua russa. Parla di popolo russo riferendosi a tutti coloro che sono di quella cultura e tradizione.

Non è bizantinismo ma ricostruzione di un mondo multipolare contro la globalizzazione e il cosmopolitismo capitalista e reazionario.




Ah quindi adesso Prokhanov è con Putin, seppur su posizioni critiche?

Non lo so sinceramente, non conosco più di tanto il tizio in questione, so solo che sta dalla parte di putin. Credo che lo veda come l'uomo forte capace di far fronte agli scazzi esterni ed esteri nella politica russa chiudendo qualche occhio alla corruzione dilagante (unica cosa che si sono portati dall'urss dagli anni 80 ad oggi!).

Tyler Durden
01-04-12, 13:04
No. Fai un errore di valutazione importante. La differenza sostanziale fra Zjuganov e (ad esempio) Dugin sta proprio qua. Ingenuamente si tende (in occidente) a considerare, anche grazie ad una certa propaganda atlantista, il partito comunista russo attuale come quasi un partito rossobruno (parola che tanto piace ai "democratici" liberali, metto tra virgolette la parola democrazia, perché è molto bella per usarla accanto a "liberali"). In realtà la differenza è estremamente grossa che distacca totalmente il pensiero di Zjuganov (partito comunista russo) dal pensiero di Thiriart nazionalcomunitario o dal dugin nazionalbolscevico e dal nazionalcomunismo tradizionale tedesco o dal socialismo prussiano....
Zjuganov si muove su binari Marxisti alla luce della storia dell'urss e delle esperienze storico-politiche sovietiche. Cito dal suo libro Stato e Potenza:
"Una condizione decisisva per la conservazione ed il rafforzamento del nostro senso dello stato è la restaurazione del potere popolare : il potere della maggioranza schiacciante della popolazione lavoratrice. La borghesia compradora criminale che ha conquistato le posizioni chiave non è in grado di dar vita ad una propria idea di stato. (...) Per uqesto l'ala patriottica degli imprenditori che ragione in termini di interesse nazionale si trova oggi di fronte ad una scelta: o riconoscere il ruolo guida delle classi lavoratrici nella lotta per la salvezza del paese o venr risucchiata nel campo dei traditori della patria. Non c'è via di mezzo".
Poco più avanti Gennadj illustra come la Russia non può essere tale senza "l'unione" che corrisponde bene o male ai vecchi confini sovietici. L'unione dei popoli di cultura slava e di lingua russa. Parla di popolo russo riferendosi a tutti coloro che sono di quella cultura e tradizione.
Non è bizantinismo ma ricostruzione di un mondo multipolare contro la globalizzazione e il cosmopolitismo capitalista e reazionario.

Sì avevo letto, se non sbaglio proprio tramite Dugin, che il KPRF fonda l'esperienza Sovietica con la tradizione Russa alla luce del materialismo dialettico marxista, o almeno io l'avevo recepito così.

E del rapporto tra Dugin e Zjuganov che sai dirmi? A.D., in questa intervista, dice di aver aiutato Zjuganov nella realizzazione del programma del suo futuro partito...
Rivoluzione Eurasiatica: la Quarta Profezia di Aleksandr Dugin | Centro Studi l'Arco e la Clava (http://www.centrostudilarcoelaclava.it/sito/?p=1802)


Non lo so sinceramente, non conosco più di tanto il tizio in questione, so solo che sta dalla parte di putin. Credo che lo veda come l'uomo forte capace di far fronte agli scazzi esterni ed esteri nella politica russa chiudendo qualche occhio alla corruzione dilagante (unica cosa che si sono portati dall'urss dagli anni 80 ad oggi!).
Bhe non sarebbe il primo.:D

Tyler Durden
01-04-12, 18:02
Questa è l'intervista con cui ho scoperto Prokhanov:

L'ultimo soldato dell'Impero

Intervista ad Aleksandr Prokhanov, a cura di Claudio Mutti (Mosca, 1/3/93)

D: Vuole parlarci della Sua attività letteraria?
R: Finora sono stato più un letterato e un romanziere che non un uomo politico. Ho appena terminato di scrivere un romanzo che si intitola "L'ultimo soldato dell'Impero" ed è dedicato agli avvenimenti culminati nel putsch dell'agosto '91. Sono stato al centro di quegli avvenimenti; i membri del comitato che organizzò il putsch erano miei amici.
Il mio primo libro riguardava invece il mondo contadino e le tradizioni popolari russe. Poi dovetti abbandonare le regioni che amavo per visitare la Siberia e le zone industriali. Così passai alla futurologia e scrissi un romanzo sulla città dell'avvenire. Successivamente il destino mi condusse sui fronti di guerra e così scrissi una serie di romanzi a sfondo geopolitico. Ho al mio attivo quattro libri sull'Afghanistan, un paese nel quale sono stato una quindicina di volte.
Infine pubblicai un romanzo sulla tragedia della perestrojka: "Seicento anni dopo la battaglia".

D: Quale funzione ha svolto la letteratura nel periodo che ha visto il crollo dell'Unione Sovietica?
R: L'intellettualità e il mondo letterario russo sono divisi in due campi contrapposti: i democratici filo-americani e i patrioti. All'inizio della perestrojka furono i democratici a svolgere un ruolo che ebbe ripercussioni determinanti sul piano politico. Gli scrittori di orientamento patriottico rimanevano passivi ed incassavano colpi su colpi. Ma adesso l'intellettualità patriottica è passata al contrattacco; e io penso che la vittoria dei patrioti sarà ineluttabile.

D: Nel malaugurato caso di una definitiva vittoria della democrazia, quali sarebbero le prospettive d'azione della letteratura russa?
R: La letteratura russa ha accumulato, negli ultimi sei anni, una grande esperienza di resistenza. Nel caso in cui il potere democratico rendesse impossibile una continuazione della lotta sul piano politico, la letteratura diventerebbe un grande accumulatore di resistenza patriottica. Essa, d'altronde, ha già un'esperienza di questo tipo: in certi periodi della nostra storia, la letteratura è stata l'unica forma di resistenza.

D: In quali circostanze lo scrittore Prokhanov è diventato il direttore del quindicinale "Den", che reca come sottotitolo la dicitura «giornale dell'opposizione spirituale»?
R: Allorché avvertimmo il pericolo incombente della disintegrazione dello Stato e prevedemmo la situazione che si sarebbe venuta a creare sulle sue rovine, decidemmo di allineare il giornale "Den", che allora era il "Giornale dell'Unione degli Scrittori dell'URSS", sulla trincea della lotta contro le tendenze filo-americane e filo-sioniste presenti nel campo della cultura. Nell'agosto del '91, dell'Unione si impadronirono esponenti della democrazia radicale come Evtushenko e Cernicenko, che tentarono di eliminarmi, anche fisicamente. Allora "Den" assunse il ruolo di organo d'opposizione; e, poiché non esisteva ancora né un opposizione politica, né un'opposizione militare, ma solo una piccola opposizione di nazionalisti russi, decidemmo di rappresentare l'opposizione spirituale. In quel momento, dunque, decidemmo di non scomparire, ma di lottare con le forze a nostra disposizione. Per tre mesi siamo stati l'unico nucleo di resistenza. Abbiamo ricevuto minacce d'ogni genere, siamo stati ostacolati in mille modi, ma non abbiamo disarmato e così siamo diventati un punto di riferimento centrale per tutti i settori dell'opposizione. Attorno a "Den" si è costituito un nucleo di intellettuali, tra cui Aleksandr Dughin, che ha mostrato come l'idea sociale dei rossi e l'idea nazionale dei bianchi non si trovino in contrapposizione, ma, anzi, siano complementari e convergano verso un unico obiettivo, tant'è vero che ogni vero Russo è contemporaneamente nazionalista e socialista. Perciò attualmente "Den" non è solo un giornale di propaganda, ma anche uno strumento di elaborazione politica per tutta l'opposizione.

D: Il giornale da Lei diretto riserva un'attenzione tutta speciale all'Islam e annovera anche, tra i suoi redattori, esponenti del Partito della Rinascita Islamica. Qual'è il rapporto tra Islam e opposizione patriottica?
R: Il nostro obiettivo è la restaurazione dell'Impero. Ora, il nostro è un Impero eurasiatico, che ha sempre avuto una fondamentale componente musulmana. Dunque, la lotta degli Ortodossi contro l'Islam, come si ha in Jugoslavia, è priva di ogni significato. Anzi, è solo interesse degli Stati Uniti che Islam e Ortodossia si combattano tra loro. Il nostro primo compito, perciò, consiste nel riunire su un unico fronte queste due grandi forze: Islam e Ortodossia, elemento turco-tataro ed elemento slavo. Bisogna comprendere che non è possibile batterci separatamente contro il mondialismo. Come ortodosso, d'altronde, posso dire che l'Islam c'è molto vicino per la bellezza della sua cultura, per la forza della sua tradizione, per il grado sublime della sua spiritualità.

D: Con queste idee, come ha vissuto l'esperienza afghana?
R: Mi ricordavo sempre dei grandi scrittori russi (Lermontov, Tolstoj, Puskin ...) che parteciperanno ad avvenimenti militari contro la Turchia, mi manifestarono sempre il loro amore per l'Islam. Io stesso, d'altra parte, non ho mai considerato la guerra in Afghanistan come una guerra contro l'Islam o contro i Musulmani, ma come una guerra imposta da ragioni geopolitiche.

D: Com'è l'Italia vista dalla Russia?
R: Credo che l'Italia sia il Rinascimento interrotto. E il periodo di Mussolini è una sorta di nuovo Quattrocento.

L'intervista (http://aurora.altervista.org/07intervista.htm)

gerty80
04-04-12, 06:31
Sì avevo letto, se non sbaglio proprio tramite Dugin, che il KPRF fonda l'esperienza Sovietica con la tradizione Russa alla luce del materialismo dialettico marxista, o almeno io l'avevo recepito così.

E del rapporto tra Dugin e Zjuganov che sai dirmi? A.D., in questa intervista, dice di aver aiutato Zjuganov nella realizzazione del programma del suo futuro partito...
Rivoluzione Eurasiatica: la Quarta Profezia di Aleksandr Dugin | Centro Studi l'Arco e la Clava (http://www.centrostudilarcoelaclava.it/sito/?p=1802)


Bhe non sarebbe il primo.:D

Credo che i rapporti siano rapporti intellettuali; cioè, alla luce degli avvenimenti dei primi anni 90, come ho detto, ci fu un fronte compatto contro ciò che stava succedendo. Inoltre sicuramente le idee di dugin sull'eurasia e sulla rinascita del patriottismo e del nazionalismo russo hanno influenzato non poco il programma del partito comunista russo che fra l'altro ripende le idee di rinascita nazionale del Fronte di Salvezza Nazionale; se non altro Dugin si rivede nelle idee della Rivoluzione Conservatrice, abbastanza lontane dal pensiero di Zjuganov, almeno leggendo le sue pubblicazioni e i suoi discorsi e interviste. Sicuramente Dugin rappresenta una grande forza culturale che bene o male influenza le anime delle ale estreme russe. Ma a mio avviso è una via che ha molto a che fare con la cultura russa e con la storia russa, non penso che sia possibile riportare il suo pensiero qui in italia e farne una nostra via nazionale del suo pensiero. Fra l'altro il nazionalboscevismo ha ben poco in comune con il marxismo-leninismo, che comunque sia nasce da una costola del pensiero (e azione politica) di Lenin e Stalin. Per i rapporti attuali di Dugin e il suo movimento politico so ben poco, credo che sul forum Eurasiatici sappiano risponderti meglio di me sicuramente.