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Visualizza Versione Completa : Buona Pasqua ?!?



nomeutente
06-04-12, 16:28
Cioccolato, pranzetti e simpatie a parte ....

Forse è il caso di dare uno sguardo più attento agli insegnamenti biblici intorno a questa festa.

La festa della Pasqua, infatti, sebbene fosse stata comandata da Dio stesso, istituita per mano di Mosè, presso il popolo di Israele, oggi come oggi non ha più motivo di esistere.

Si può infatti, da seguaci di Cristo, affermare che si tratta di una festività ormai soppressa, adempiuta nell'opera espiatoria del Cristo, Colui che fu indicato dal Battista come l'Agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo.

Per capire basta leggere un pò meglio la storia di quel popolo, Israele, scelto da Dio per essere Suo testimone profetico nell'annuncio salutare della grazia di Dio ad ogni uomo.

Le festività, i cerimoniali, le leggi ed i comandamenti carnali e visibili contenuti nel così detto vecchio patto, tra Dio e l'uomo, sono stati perfettamente adempiuti in Cristo, testimone fedele e verace di un nuovo patto di sangue.

Nel sacrificio dell'Agnello della Pasqua, il cui sangue sarebbe stato asperso sugli stipiti delle porte dei figliuoli di Abramo per evitare la distruzione dovuta al passaggio dell'Angelo del Signore, il popolo ebreo, oltre a rammemorare la liberazione gloriosa dalla schiavitù d'Egitto ed il ritorno nella terra dei propri padri, preannunciava profeticamente qualcos'altro che sarebbe successo a suo tempo, secondo il supremo volere di Dio.

Nell'Agnello pasquale c'era la profezia di una liberazione eterna, di un passaggio più glorioso, dalle tenebre alla luce, dalla schiavitù del peccato al riposo di grazia in Cristo, il vero ed unico Agnello sacrificale preordinato sin dalla fondazione del mondo, in grado di placare l'ira di Dio.


Spero le righe innanzi scritte risultino chiare e che molti trovino spunto per chiedere, aggiungere, rileggere, criticare.

Domenico
06-04-12, 21:49
Nel sacrificio dell'Agnello della Pasqua, il cui sangue sarebbe stato asperso sugli stipiti delle porte dei figliuoli di Abramo per evitare la distruzione dovuta al passaggio dell'Angelo del Signore, il popolo ebreo, oltre a rammemorare la liberazione gloriosa dalla schiavitù d'Egitto ed il ritorno nella terra dei propri padri, preannunciava profeticamente qualcos'altro che sarebbe successo a suo tempo, secondo il supremo volere di Dio.

Nell'Agnello pasquale c'era la profezia di una liberazione eterna, di un passaggio più glorioso, dalle tenebre alla luce, dalla schiavitù del peccato al riposo di grazia in Cristo, il vero ed unico Agnello sacrificale preordinato sin dalla fondazione del mondo, in grado di placare l'ira di Dio.


Infatti, la festività della Pasqua di oggi, non ha niente a che vedere con quella dei tempi di Mosè e continuata attraverso i secoli fino ai tempi di Gesù.
Lo stesso Gesù, prima di andare alla croce, volle celebrare la Pasqua con i Suoi apostoli, secondo l’usanza che vigeva presso gli Ebrei, non tanto per ricordare la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto, né per la Sua risurrezione, quanto per istituire (quello che oggi i cristiani chiamano la Santa Cena) in memoria della sua morte, come sacrificio per la salvezza dell’umanità, e, in quella circostanza, espresse un particolare desiderio di mangiare quella Pasqua con i suoi, prima di soffrire.

Egli disse loro: « Ho vivamente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire (Luca 22:15).

Più tardi, l’apostolo Paolo, in una dichiarazione dogmatica, scriverà:

Purificatevi del vecchio lievito, per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata.
Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità (1 Corinzi 5:7-8).

È particolarmente significativo che l’apostolo, in questo suo particolare enunciato, non faccia riferimento alla Pasqua, quale ricordo della risurrezione di Gesù Cristo, come i cristiani di oggi fanno, ma trae un significato spirituale dai pani azzimi che venivano usati in quella ricorrenza, per parlare di sincerità e della verità

Ai nostri giorni si afferma: la celebrazione della Pasqua, ricorda il grande evento della risurrezione di Gesù Cristo dai morti; questo è il messaggio che la cristianità proclama. Però, a pensarci seriamente, secondo le Scritture, nel giorno in cui gli Ebrei celebravano la Pasqua, Cristo era morto, rinchiuso in una tomba. È il giorno successivo il sabato, cioè la domenica, che proclama la vittoria sulla morte, vale a dire la risurrezione del Cristo. Infatti, la Sua risurrezione, avvenne in quel giorno.

La chiesa del primo secolo, per dare maggiormente enfasi a questo straordinario evento, celebrava la Santa Cena, nel primo giorno della settimana, cioè la domenica.

Haxel
07-04-12, 10:55
concordo che la nostra Pasqua non è quella ebraica, e concordo ancora che molto spesso, si dimentica il reale significato della nostra Pasqua, cioè la morte è resurrezione di Cristo

nomeutente
07-04-12, 22:37
Infatti, la festività della Pasqua di oggi, non ha niente a che vedere con quella dei tempi di Mosè e continuata attraverso i secoli fino ai tempi di Gesù.
Lo stesso Gesù, prima di andare alla croce, volle celebrare la Pasqua con i Suoi apostoli, secondo l’usanza che vigeva presso gli Ebrei, non tanto per ricordare la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto, né per la Sua risurrezione, quanto per istituire (quello che oggi i cristiani chiamano la Santa Cena) in memoria della sua morte, come sacrificio per la salvezza dell’umanità, e, in quella circostanza, espresse un particolare desiderio di mangiare quella Pasqua con i suoi, prima di soffrire.

Egli disse loro: « Ho vivamente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire (Luca 22:15).

Più tardi, l’apostolo Paolo, in una dichiarazione dogmatica, scriverà:

Purificatevi del vecchio lievito, per essere una nuova pasta, come già siete senza lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata.
Celebriamo dunque la festa, non con vecchio lievito, né con lievito di malizia e di malvagità, ma con gli azzimi della sincerità e della verità (1 Corinzi 5:7-8).

È particolarmente significativo che l’apostolo, in questo suo particolare enunciato, non faccia riferimento alla Pasqua, quale ricordo della risurrezione di Gesù Cristo, come i cristiani di oggi fanno, ma trae un significato spirituale dai pani azzimi che venivano usati in quella ricorrenza, per parlare di sincerità e della verità

Ai nostri giorni si afferma: la celebrazione della Pasqua, ricorda il grande evento della risurrezione di Gesù Cristo dai morti; questo è il messaggio che la cristianità proclama. Però, a pensarci seriamente, secondo le Scritture, nel giorno in cui gli Ebrei celebravano la Pasqua, Cristo era morto, rinchiuso in una tomba. È il giorno successivo il sabato, cioè la domenica, che proclama la vittoria sulla morte, vale a dire la risurrezione del Cristo. Infatti, la Sua risurrezione, avvenne in quel giorno.

La chiesa del primo secolo, per dare maggiormente enfasi a questo straordinario evento, celebrava la Santa Cena, nel primo giorno della settimana, cioè la domenica.

Tra noi cristiani, un motivo di forte unione sta nell'affermare che la profezia contenuta nella Pasqua ebraica si è chiaramente adempiuta nel sacrificio del Cristo, l'Agnello sacrificale, Colui che è stato ucciso, seppur vive nei secoli dei secoli.

E' questa nuova pasqua, con i suoi rituali misti tra simboli di fertilità e processioni malriuscite....che lascia un bel pò da dire...

Apocalisse 5:12
Essi dicevano a gran voce: «Degno è l'Agnello, che è stato immolato, di ricevere la potenza, le ricchezze, la sapienza, la forza, l'onore, la gloria e la lode».