PDA

Visualizza Versione Completa : QUANT'E' GRAVE IL SUICIDIO?



solocristiano
22-04-12, 19:42
Quant'è grave il suicidio?
In questi giorni si sente parecchio di gente che non ce la fa per via di questa crisi e la fanno finita. A parte le motivazioni di questo gesto estremo, il Signore dice che non c'è nessun “peccato imperdonabile”, se non resistere allo Spirito Santo (Mt. 12:31,32). Io penso che sia persino possibile che Giuda si sia salvato, perchè l'andare ad impiccarsi era come una forma di rimorso, solo che non poteva affrontare di vivere con la vergogna e l'umiliazione del sapere d'aver tradito il suo Signore (è così che penso io). Perciò penso che molti di quelli che oggi si suicidano a motivo di questa crisi finanziaria, hanno vergogna di vivere nell'umiliazione di trovarsi poveri in qualche modo, è non hanno la forza e la capacita, ma sopratutto la fede nel Signore. Anche il re Saul commise suicidio, eppure era un credente (1°Sam. 31:4,5), e anche lui per i stessi motivi, sapeva d'aver fallito e non riusciva ad affrontare la propria sconfitta, così decise di mettere fine alla propria vita. Una cosa strana che si legge in una lettera di Paolo è che dichiarò d'aver pregato che il corpo di qualcuno venisse distrutto, affinchè il suo spirito venisse salvato (1°Cor.5:5). E mi sono chiesto – distrutto in che modo? Per mezzo delle sue preghiere o “sapeva” che quel ribelle avrebbe finito col commettere suicidio? Beh, non ci vien detto; però lui disse che l'anima poteva lo stesso essere lo stesso salvata, anche se il suo corpo veniva distrutto.
Alcuni nelle chiese sono molto dogmatici al riguardo e dicono che non c'è perdono nel suicidio, e per loro chi fa questo peccato è condannato in eterno all'inferno. Ci sono altri che hanno un sentimento più moderato al riguardo; e io credo che questo sia sostenuto da numerosi passi biblici e storie bibliche; sì, penso che è piuttosto possibile che in casi estremi, la vita sia divenuta insopportabile, perciò il suicidio può essere giustificabile.

E per voi il suicidio è giustificabile?

nomeutente
22-04-12, 23:14
Non credo che un credente debba interessarsi troppo di quale sarà il giudizio che cadrà sugli increduli, sui mondani, sui disubbidienti....etc...

Al pari non credo che un vero cristiano, che viva la propria fede insieme ad altri e non in qualche sua estrema solitudine, possa mai arrivare a decidere di sacrificare la propria vita con un suicidio.

Non è quella la volontà di Dio.

Trascrivo un versetto dalla lettera dell'apostolo Giovanni, che ritengo molto semplice e potente.

In Cristo deve essere rivisto lo stesso concetto di vita.

I Giovanni 5:12
Chi ha il Figliuolo ha la vita; chi non ha il Figliuol di Dio non ha la vita.

sugarbabe
23-04-12, 14:35
la estrema disperazione che porta al suicidio è la negazione di ogni speranza e quindi, in una certa misura, della fede.
al contempo è però una condizione psicologica che merita tutta la comprensione e la compassione possibile da parte degli altri, che mai dovranno prendersi la libertà di giudicare qualcosa che non possono capire.
la testimonianza dell'altrui disperazione dovrebbe portare il cristiano ad interrogarsi se e come si è fatto tutto il possibile per evitare che un altro essere umano cadesse nella disperazione.
e credo che nessuno possa in coscienza dire che ha fatto davvero tutto il possibile.
alla fine il giudizio non sta a noi, perché nessuno conosce le circostanze altrui così a fondo da poter esprimere un giudizio. e sopratutto il nostro giudizio lascia il tempo che trova, quindi questo è un altro motivo per non esprimerlo.

Leviathan
23-04-12, 15:10
penso che dipenda dal contesto, che non sia una condanna all'inferno automatica

solocristiano
23-04-12, 16:07
Non credo che un credente debba interessarsi troppo di quale sarà il giudizio che cadrà sugli increduli, sui mondani, sui disubbidienti....etc...

Al pari non credo che un vero cristiano, che viva la propria fede insieme ad altri e non in qualche sua estrema solitudine, possa mai arrivare a decidere di sacrificare la propria vita con un suicidio.

Non è quella la volontà di Dio.

Trascrivo un versetto dalla lettera dell'apostolo Giovanni, che ritengo molto semplice e potente.

In Cristo deve essere rivisto lo stesso concetto di vita.

I Giovanni 5:12
Chi ha il Figliuolo ha la vita; chi non ha il Figliuol di Dio non ha la vita.

La mia era solo un osservazione di quello che sta accadendo oggi con questa crisi che ha colpito anche famiglie cristiane. Perciò era una riflessione riguardo a domande di alcuni che hanno avuto questa disgrazia in famiglia – cioè, se un cristiano arriva a commettere suicido può perdere la sua salvezza?
Anch'io so che non è quella la volontà di Dio, ma ho voluto verificare con le Scritture la sorte di un cristiano, che fuori dalla volontà di Dio, arriva a commettere un gesto estremo.

nomeutente
24-04-12, 16:58
La mia era solo un osservazione di quello che sta accadendo oggi con questa crisi che ha colpito anche famiglie cristiane. Perciò era una riflessione riguardo a domande di alcuni che hanno avuto questa disgrazia in famiglia – cioè, se un cristiano arriva a commettere suicido può perdere la sua salvezza?
Anch'io so che non è quella la volontà di Dio, ma ho voluto verificare con le Scritture la sorte di un cristiano, che fuori dalla volontà di Dio, arriva a commettere un gesto estremo.

Un cristiano è tale non perchè si comporta da cristiano, rispetta determinate regole, pratiche o comandamenti, ma sostanzialmente perchè muove la sua vita nella fede in Colui che può rendere compiuta la nostra salvezza, che può fare buono il nostro operare, in Colui che fa ogni cosa nuova.

La Scrittura evidenzia chiaramente che la morte, in qualsiasi forma essa ci colga od in qualsiasi forma la si vada a cercare, rappresenta l'evidenza ed il frutto ultimo a cui ci porta il peccato.

Per la fede in Colui che è resurrezione e vita essa è vinta insieme al potere del peccato.

I Corinti 15:54-55
....La morte è stata sommersa nella vittoria. O morte, dov'è la tua vittoria? O morte, dov'è il tuo dardo?

Icestar
24-04-12, 17:16
Non credo che un credente debba interessarsi troppo di quale sarà il giudizio che cadrà sugli increduli, sui mondani, sui disubbidienti....etc...


Perché?

nomeutente
24-04-12, 18:45
Perché?

L'aspetto principale di questo perchè sta nel fatto che la vita di un credente, seguace di Cristo, deve mirare verso il trono di Dio....

Icestar
24-04-12, 19:19
L'apetto principale di questo perchè sta nel fatto che la vita di un credente, seguace di Cristo, deve mirare verso il trono di Dio....

ok, cancello la sottoscrizione alla discussione. grazie della risposta

nomeutente
24-04-12, 19:21
ok, cancello la sottoscrizione alla discussione. grazie della risposta

aggiungo una "s" ad "apetto" di modo che diventa aspetto

ben ti sia!

sugarbabe
24-04-12, 19:23
boh, non si può rispondere a tutto a suon di versetti biblici e frasi preconfezionate.

Domenico
24-04-12, 19:30
E per voi il suicidio è giustificabile?


Dal punto di vista cristiano e secondo l’insegnamento della Parola di Dio, il suicidio non è giustificabile per qualsiasi ragione. Forse, qualcuno mi risponderà: non essere troppo dogmatico; ci sono certe particolari situazioni, che potrebbero giustificare il suicidio.

Secondo me, non esistono situazioni particolari che possono autorizzare una persona a compiere un atto di tale genere, quindi a giustificare il suicidio. Giustificare il suicidio, infatti, equivale ad ammettere la sua validità. Se prendiamo in esame il comandamento, che precisa: Non uccidere (Esodo 20:13), non credo che questo divieto miri solamente a far comprendere che Dio non vuole che si ammazzi una persona, in diverse maniere, ma include anche ogni persona per ciò che riguarda la sua vita. Se si accetta questa spiegazione, cristianamente parlando, non vedo com'è possibile giustificare il suicidio.

Qui non si tratta di condannare il suicida all’inferno, senza nessuna possibilità di essere perdonato, quindi salvato. I segreti intimi delle persone, in fin dei conti, li conosce solo Dio, ed è Lui, che dirà l’ultima parola. Non vedo come si possa accettare il suicidio, come una forma di pentimento (tipo il caso di Giuda Iscariota) che si tolse la vita, impiccandosi, per la vergogna che provava nell’avere tradito il sangue innocente.

Chi compie atti criminosi, se veramente si pente per quel che ha commesso, non si toglie la vita per la vergogna che prova davanti alla società, ma corre a Dio, confessando senza vergogna, sia in pubblico che in privato, quello che ha fatto. Se si compie una simile azione, troverà sempre Dio pronto a perdonarlo.

Infine, se il suicidio si definisce: “estrema disperazione...” “...negazione di ogni speranza e quindi, in una certa misura, della fede”, è chiaro che quando la nostra speranza non è basata su Dio e su ciò che Egli promette, è facile disperare, per il semplice fatto che non si intravedono vie d’uscita; mentre la nostra speranza è sostenuta dalla fede, nei casi più difficili e disperati, l’uomo che pone in Dio la sua fiducia, troverà sempre il modo per uscirne, con felici soluzioni.

In ultima analisi, quando l’essere umano pensa di non aver bisogno di Dio, in situazioni difficili e disperati, perché crede di potercela fare, sarà proprio allora che i suoi castelli che ha costruito, gli crolleranno sotto i suoi occhi.

nomeutente
24-04-12, 19:31
boh, non si può rispondere a tutto a suon di versetti biblici e frasi preconfezionate.

Tra le tante cose scritte nei libri di questo mondo senz'altro, per ciò che mi riguarda, gli evangeli ed in generale i testi biblici assumono valore inestimabile.

nomeutente
24-04-12, 19:37
la estrema disperazione che porta al suicidio è la negazione di ogni speranza e quindi, in una certa misura, della fede.
al contempo è però una condizione psicologica che merita tutta la comprensione e la compassione possibile da parte degli altri, che mai dovranno prendersi la libertà di giudicare qualcosa che non possono capire.
la testimonianza dell'altrui disperazione dovrebbe portare il cristiano ad interrogarsi se e come si è fatto tutto il possibile per evitare che un altro essere umano cadesse nella disperazione.
e credo che nessuno possa in coscienza dire che ha fatto davvero tutto il possibile.
alla fine il giudizio non sta a noi, perché nessuno conosce le circostanze altrui così a fondo da poter esprimere un giudizio. e sopratutto il nostro giudizio lascia il tempo che trova, quindi questo è un altro motivo per non esprimerlo.

Non credo che il cristiano sia chiamato ad addossarsi, specie se con scrupolo umano e di coscienza, quella che tu chiami l'altrui disperazione; potrebbe rimanerne schiacciato dal peso.

Spero tu non fraintenda quanto ti esprimo.

Hodder
24-04-12, 20:16
Giudici 16:28-30
28 Allora Sansone invocò il Signore e disse: «Signore, ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, Dio, e in un colpo solo mi vendicherò dei Filistei per i miei due occhi!». 29 Sansone palpò le due colonne di mezzo, sulle quali posava la casa; si appoggiò ad esse, all'una con la destra, all'altra con la sinistra. 30 Sansone disse: «Che io muoia insieme con i Filistei!». Si curvò con tutta la forza e la casa rovinò addosso ai capi e a tutto il popolo che vi era dentro. Furono più i morti che egli causò con la sua morte di quanti aveva uccisi in vita.


Dio diede a Sansone la straordinaria forza per compiere il Suo proponimento. In questa azione Sansone diede la sua vita cosicché il giusto giudizio fosse fatto. La vita di Sansone veramente era nelle mani di Dio e la sua morte era per portare la vendetta sui nemici del Signore. Sansone era il vaso scelto nello scopo di Dio per fare questo atto. Ricordiamoci che Sansone chiese a Dio la forza per farlo. Non chiese forza per il suicidio, ma per la vendetta sui Filistei per quello che avevano fatto all'unto del Signore. Dio esaudendo il desiderio avrebbe sicuramente causato la morte di Sansone. Sansone morì per la gloria di Dio.
La nostra relazione personale con Dio è più importante di qualsiasi cosa.

sugarbabe
24-04-12, 22:31
ah no? il cristiano vede uno che si dispera e che fa?

Domenico
24-04-12, 23:04
ah no? il cristiano vede uno che si dispera e che fa?

Cerca di aiutarlo, e non credo che possa suggerirgli di suicidarsi

nomeutente
24-04-12, 23:39
Giudici 16:28-30
28 Allora Sansone invocò il Signore e disse: «Signore, ricordati di me! Dammi forza per questa volta soltanto, Dio, e in un colpo solo mi vendicherò dei Filistei per i miei due occhi!». 29 Sansone palpò le due colonne di mezzo, sulle quali posava la casa; si appoggiò ad esse, all'una con la destra, all'altra con la sinistra. 30 Sansone disse: «Che io muoia insieme con i Filistei!». Si curvò con tutta la forza e la casa rovinò addosso ai capi e a tutto il popolo che vi era dentro. Furono più i morti che egli causò con la sua morte di quanti aveva uccisi in vita.


Dio diede a Sansone la straordinaria forza per compiere il Suo proponimento. In questa azione Sansone diede la sua vita cosicché il giusto giudizio fosse fatto. La vita di Sansone veramente era nelle mani di Dio e la sua morte era per portare la vendetta sui nemici del Signore. Sansone era il vaso scelto nello scopo di Dio per fare questo atto. Ricordiamoci che Sansone chiese a Dio la forza per farlo. Non chiese forza per il suicidio, ma per la vendetta sui Filistei per quello che avevano fatto all'unto del Signore. Dio esaudendo il desiderio avrebbe sicuramente causato la morte di Sansone. Sansone morì per la gloria di Dio.
La nostra relazione personale con Dio è più importante di qualsiasi cosa.

Le tue osservazioni sono molto pertinenti. :)

Sta di fatto che, da cristiani chiamati a camminare verso la perfezione che è nel Padre, credo bisogna aver ben chiara la differenza tra ciò che rientra nel vecchio patto (legge) e ciò che appartiene al nuovo (grazia).

Se da una parte il sangue di Abele grida vendetta, dall'altra quello dell'Agnello ci parla di cose migliori.

Questa differenza, ad esempio, è nel modo in cui combattere i tali e quali nemici.

Luca 6:27-29
Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi oltraggiano. A chi ti percuote su una guancia, porgigli anche l'altra; e a chi ti toglie il mantello non impedire di prenderti anche la tunica.

Credo tu intenda.

Dio ci benedica in queste cose.

Hodder
25-04-12, 10:00
Le tue osservazioni sono molto pertinenti. :)

Sta di fatto che, da cristiani chiamati a camminare verso la perfezione che è nel Padre, credo bisogna aver ben chiara la differenza tra ciò che rientra nel vecchio patto (legge) e ciò che appartiene al nuovo (grazia).

Se da una parte il sangue di Abele grida vendetta, dall'altra quello dell'Agnello ci parla di cose migliori.

Questa differenza, ad esempio, è nel modo in cui combattere i tali e quali nemici.

Luca 6:27-29
Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che vi oltraggiano. A chi ti percuote su una guancia, porgigli anche l'altra; e a chi ti toglie il mantello non impedire di prenderti anche la tunica.

Credo tu intenda.

Dio ci benedica in queste cose.

:)

sugarbabe
25-04-12, 10:58
Cerca di aiutarlo, e non credo che possa suggerirgli di suicidarsi
beh nomeutente suggeriva che non ci fosse il dovere di aiutare chi soffre e neanche di interrogarsi, come individuo, se i propri comportamenti sono stati all'altezza della situazione. questa mi sembra, rispetto al messaggio cristiano, una novità tutta sua personale.

nomeutente
25-04-12, 12:52
beh nomeutente suggeriva che non ci fosse il dovere di aiutare chi soffre e neanche di interrogarsi, come individuo, se i propri comportamenti sono stati all'altezza della situazione. questa mi sembra, rispetto al messaggio cristiano, una novità tutta sua personale.

Nella mia esperienza di fede ho potuto constatare che ciò che l'uomo può, in rapporto ad un altro uomo, nella migliore delle ipotesi, è aiutarlo a vivere qualche anno, giorno, ora, momento in più.

A ciò, ad esempio, mira la scienza medica, la ricerca del benessere comune, a ciò mira lo scambio dei nostri più genuini sentimenti di amicizia, familiarità..etc...

La consapevolezza del nostro operare come cristiani però, non deve mai prescindere dal considerare che il salvare appartiene a Gesù Cristo il Signore.

E tale salvezza non viene di certo realizzata per via di liturgie, forme rituali o simili cose.

Salmi 3:8
Al SIGNORE appartiene la salvezza; la tua benedizione sia sul tuo popolo!

sugarbabe
25-04-12, 12:59
Nella mia esperienza di fede ho potuto constatare che ciò che l'uomo può, in rapporto ad un altro uomo, nella migliore delle ipotesi, è aiutarlo a vivere qualche anno, giorno, ora, momento in più.

A ciò, ad esempio, mira la scienza medica, la ricerca del benessere comune, a ciò mira lo scambio dei nostri più genuini sentimenti di amicizia, familiarità..etc...

La consapevolezza del nostro operare come cristiani però, non deve mai prescindere dal considerare che il salvare appartiene a Gesù Cristo il Signore.

E tale salvezza non viene di certo realizzata per via di liturgie, forme rituali o simili cose che possano convolgere la nostra esperienza di fede, personale.

Salmi 3:8
Al SIGNORE appartiene la salvezza; la tua benedizione sia sul tuo popolo!

ma infatti tu non devi pensare alla salvezza, ma fare il tuo dovere di cristiano. che è:

31 «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. 32 E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; 33 e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli della sua destra: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v'è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; 36 fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi". 37 Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? 39 Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?" 40 E il re risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me". 41 Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! 42 Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; 43 fui straniero e non m'accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste". 44 Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?" 45 Allora risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto a uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me". 46 Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna».

nomeutente
25-04-12, 13:29
ma infatti tu non devi pensare alla salvezza, ma fare il tuo dovere di cristiano. che è:

31 «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti gli angeli, prenderà posto sul suo trono glorioso. 32 E tutte le genti saranno riunite davanti a lui ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; 33 e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli della sua destra: "Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che v'è stato preparato fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; 36 fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi". 37 Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto? O nudo e ti abbiamo vestito? 39 Quando mai ti abbiamo visto ammalato o in prigione e siamo venuti a trovarti?" 40 E il re risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto lo avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me". 41 Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! 42 Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; 43 fui straniero e non m'accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste". 44 Allora anche questi gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto aver fame, o sete, o essere straniero, o nudo, o ammalato, o in prigione, e non ti abbiamo assistito?" 45 Allora risponderà loro: "In verità vi dico che in quanto non l'avete fatto a uno di questi minimi, non l'avete fatto neppure a me". 46 Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna».

Quello che dici è bene.

V'è un particolare però, una parola chiave che, nell'occasione, è meglio sottolineare e grassettare, "i giusti".

Non si può prescindere dal fatto che giusti si diviene non per le nostre opere, il nostro saper fare, il nostro sentimentalismo, umanesimo, per la nostra devota religiosità, ma per la nostra fede nella SUA OPERA.

Pochi mesi fa un buon uomo che abitava poco distante da casa, sulla sessantina d'anni, sempre impegnato a sistemare il giardino, a curare i suoi possedimenti, le sue cose... si è tolto la vita sparandosi un colpo di fucile alla testa.

Abitava con sua madre, deceduta pochi mesi prima in seguito ad una malattia di vecchiaia.

Non ho avuto notizia della morte della madre il che mi avrebbe indotto a dargli le mie condoglianze.

Qualche volta mi è capitato di scambiare con lui un saluto, qualche parola, anche se da un pò di tempo ciò non accadeva.

Non credo di dover portare con me un peso o scrupolo di coscienza per non essere riuscito a capire il suo bisogno di speranza incoraggiandolo in questa parte.

sugarbabe
25-04-12, 14:15
ah, quindi a posto così. un tuo vicino di casa si spara per la solitudine e tu non ti rimpreveri nulla. beh, la sua solitudine era causata da centinaia di persone come te che non vedono e non vogliono vedere. da una società che condanna alla solitudine, pur soffrendo di sovraffollamento. qualche domanda fattela ogni tanto.

nomeutente
25-04-12, 15:02
ah, quindi a posto così. un tuo vicino di casa si spara per la solitudine e tu non ti rimpreveri nulla. beh, la sua solitudine era causata da centinaia di persone come te che non vedono e non vogliono vedere. da una società che condanna alla solitudine, pur soffrendo di sovraffollamento. qualche domanda fattela ogni tanto.

Ricordo di una volta che gli cennavo riguardo alla speranza che anima i cristiani circa le cose che verranno.

Non mi è sembrato, in quegli attimi, particolarmente attento ed interessato.

Nell'amore che Dio ci dona c'è libertà ed a riguardo, credo bisogna fare molta attenzione a non cadere vittime di pesi e scrupoli di coscienza che poco aiutano, a mio parere, la causa dell'evangelo rendendo gli animi instabili e distratti da quella che è la prima ragione della nostra personale salvezza che è quella di cercare Dio, conoscerlo, amarlo, servirlo nelle sue opere.

In ciò è il riposo della fede.

Tu invece, oltre a questa generale condanna di una società sovraffollata che induce alla solitudine, cosa mi dici riguardo alle tue esperienze più dirette?
Credi che il tuo da fare possa impedire guerre, malattie, tradimenti, violenze.... o suicidi?
Ti rendi conto dell'enormità di queste cose?

solocristiano
25-04-12, 17:16
Dal punto di vista cristiano e secondo l’insegnamento della Parola di Dio, il suicidio non è giustificabile per qualsiasi ragione. Forse, qualcuno mi risponderà: non essere troppo dogmatico; ci sono certe particolari situazioni, che potrebbero giustificare il suicidio.

Secondo me, non esistono situazioni particolari che possono autorizzare una persona a compiere un atto di tale genere, quindi a giustificare il suicidio. Giustificare il suicidio, infatti, equivale ad ammettere la sua validità. Se prendiamo in esame il comandamento, che precisa: Non uccidere (Esodo 20:13), non credo che questo divieto miri solamente a far comprendere che Dio non vuole che si ammazzi una persona, in diverse maniere, ma include anche ogni persona per ciò che riguarda la sua vita. Se si accetta questa spiegazione, cristianamente parlando, non vedo com'è possibile giustificare il suicidio.

Qui non si tratta di condannare il suicida all’inferno, senza nessuna possibilità di essere perdonato, quindi salvato. I segreti intimi delle persone, in fin dei conti, li conosce solo Dio, ed è Lui, che dirà l’ultima parola. Non vedo come si possa accettare il suicidio, come una forma di pentimento (tipo il caso di Giuda Iscariota) che si tolse la vita, impiccandosi, per la vergogna che provava nell’avere tradito il sangue innocente.

Chi compie atti criminosi, se veramente si pente per quel che ha commesso, non si toglie la vita per la vergogna che prova davanti alla società, ma corre a Dio, confessando senza vergogna, sia in pubblico che in privato, quello che ha fatto. Se si compie una simile azione, troverà sempre Dio pronto a perdonarlo.

Infine, se il suicidio si definisce: “estrema disperazione...” “...negazione di ogni speranza e quindi, in una certa misura, della fede”, è chiaro che quando la nostra speranza non è basata su Dio e su ciò che Egli promette, è facile disperare, per il semplice fatto che non si intravedono vie d’uscita; mentre la nostra speranza è sostenuta dalla fede, nei casi più difficili e disperati, l’uomo che pone in Dio la sua fiducia, troverà sempre il modo per uscirne, con felici soluzioni.

In ultima analisi, quando l’essere umano pensa di non aver bisogno di Dio, in situazioni difficili e disperati, perché crede di potercela fare, sarà proprio allora che i suoi castelli che ha costruito, gli crolleranno sotto i suoi occhi.



Non è che stia giustificando il suicidio come pentimento, ma che è comprensibile che l'essere umano (nella sua debolezza) possa arrivare a questo gesto estremo per vari motivi che sì, solo il Signore è giudice. Ma mi rendo condo che in casi estremi, se la vita diventa insopportabile, allora il suicidio può essere giustificabile. Ad esempio ci sono stati vari casi di persone (anche cristiani) che in tempo di guerra sono stati catturate dal nemico e sono stati sottoposti a crudeli torture, sapendo che comunque poi sarebbero state uccise; e non riuscendo a sopportare il pensiero di dover affrontare tutto ciò, commisero suicidio (e questo è pur valido per l'eutanasia). In questo senso il suicidio non è sulla lista dei peccati imperdonabili, giacchè c'è un solo peccato imperdonabile, quello di rigettare l'Amore di Gesù che è la bestemmia contro lo Spirito Santo.
Ho letto di cristiani che hanno commesso apostasia e la vita per loro era diventata un inferno e insopportabile, quindi non riuscivano più ad andare avanti nella carne; né potevano sopportare più la tortura del loro spirito, la tortura (nella coscienza) da parte del diavolo (come è successo a Giuda), così l'han fatta finita. Con questo credo che il Signore giudicherà con giustizia e con equità il grado d'ogni situazione e determinerà se ognuno meriti d'essere punito oppure no. Forse qualcuno penserà che questa sia troppa indulgenza, ma la Scrittura ci dice che, Dio non ha mandato il suo Figlio per condannare il mondo, ma per salvarlo per mezzo del suo Amore, che sicuramente è molto più grande del nostro! Poi a me vien sempre in mente quello che dice Paolo: “CHI PENSA DI STARE IN PIEDI, GUARDI DI NON CADERE” (1°Corinzi 10:12); perchè io sono debolissimo - solo Lui è forte!!!

.

Domenico
26-04-12, 17:06
Non è che stia giustificando il suicidio come pentimento, ma che è comprensibile che l'essere umano (nella sua debolezza) possa arrivare a questo gesto estremo per vari motivi che sì, solo il Signore è giudice. Ma mi rendo condo che in casi estremi, se la vita diventa insopportabile, allora il suicidio può essere giustificabile. Ad esempio ci sono stati vari casi di persone (anche cristiani) che in tempo di guerra sono stati catturate dal nemico e sono stati sottoposti a crudeli torture, sapendo che comunque poi sarebbero state uccise; e non riuscendo a sopportare il pensiero di dover affrontare tutto ciò, commisero suicidio (e questo è pur valido per l'eutanasia). In questo senso il suicidio non è sulla lista dei peccati imperdonabili, giacchè c'è un solo peccato imperdonabile, quello di rigettare l'Amore di Gesù che è la bestemmia contro lo Spirito Santo.
Ho letto di cristiani che hanno commesso apostasia e la vita per loro era diventata un inferno e insopportabile, quindi non riuscivano più ad andare avanti nella carne; né potevano sopportare più la tortura del loro spirito, la tortura (nella coscienza) da parte del diavolo (come è successo a Giuda), così l'han fatta finita. Con questo credo che il Signore giudicherà con giustizia e con equità il grado d'ogni situazione e determinerà se ognuno meriti d'essere punito oppure no. Forse qualcuno penserà che questa sia troppa indulgenza, ma la Scrittura ci dice che, Dio non ha mandato il suo Figlio per condannare il mondo, ma per salvarlo per mezzo del suo Amore, che sicuramente è molto più grande del nostro! Poi a me vien sempre in mente quello che dice Paolo: “CHI PENSA DI STARE IN PIEDI, GUARDI DI NON CADERE” (1°Corinzi 10:12); perchè io sono debolissimo - solo Lui è forte!!!

.

Senza dubbio, chi commette il suicidio, lo compie “nella sua debolezza”. È certo che il peccato imperdonabile, è la bestemmia contro lo Spirito Santo, e non il suicidio.

Sono perfettamente convinto che se Giuda Iscariota, si fosse realmente pentito, non solo Dio l’avrebbe perdonato, ma lui stesso non avrebbe scelto la via del suicidio, per levarsi di mezzo. È incontestabile che Gesù non è venuto nel mondo per condannarlo, ma per salvarlo. Però, questa salvezza, pur essendo a disposizione di tutti, l'usufruiscono chi crede ed accetta l’opera che ha compiuto il Cristo, morendo sulla croce e risuscitato dai morti.

Che non bisogna giudicare, per non essere giudicati, non solo è vero perché l’afferma chiaramente Gesù, ma anche perché, il vero giudice che conosca il tutto dell’uomo, è solo Dio.

estate tax
23-09-12, 13:25
oh, com'è che se un pedofilo o altro pervertito o empio si defenestra, al 90% non muore e facilmente manco si fa troppo male, mentre se una buona brava persona, per la crisi o perchè vittima di abusi o ingiustizie, tenta il suicidio, al 90% ci riesce al primo colpo altrimenti rimane rovinata a vita?

nomeutente
26-09-12, 16:39
oh, com'è che se un pedofilo o altro pervertito o empio si defenestra, al 90% non muore e facilmente manco si fa troppo male, mentre se una buona brava persona, per la crisi o perchè vittima di abusi o ingiustizie, tenta il suicidio, al 90% ci riesce al primo colpo altrimenti rimane rovinata a vita?

Suddai, le tue considerazioni sono prive di riscontro misurabile, non credi?

estate tax
26-09-12, 20:14
Suddai, le tue considerazioni sono prive di riscontro misurabile, non credi?
mah, insomma. e cmq, se siete protestanti dovreste credere che uno per quanto empio può avere sempre dio dalla sua parte, mentre il bambino abusato oltre a ritrovarsi all'inferno da questa parte, dio può pure condannarlo dall'altra.

sugarbabe
27-09-12, 00:20
mah, insomma. e cmq, se siete protestanti dovreste credere che uno per quanto empio può avere sempre dio dalla sua parte, mentre il bambino abusato oltre a ritrovarsi all'inferno da questa parte, dio può pure condannarlo dall'altra.
eh?

nomeutente
28-09-12, 14:05
mah, insomma. e cmq, se siete protestanti dovreste credere che uno per quanto empio può avere sempre dio dalla sua parte, mentre il bambino abusato oltre a ritrovarsi all'inferno da questa parte, dio può pure condannarlo dall'altra.

In Cristo c'è sempre una risposta, potente, nonchè piena di grazia e di sapienza.

Difficile però ritenere che un suicida-omicida di se stesso, possa ereditare il Regno di Dio.