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Visualizza Versione Completa : La predicazione della croce, scandalo e pazzia



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29-06-12, 18:39
I Corinti 1:22-23
E mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, che è scandalo per i Giudei, e pazzia per i Greci.

Il versetto riportato è nella lettera dell'apostolo Paolo scritta ai cristiani di Corinto.

L'apostolo, forte della sua esperienza, evidenzia alcuni effetti della predicazione dell'evangelo.

Non sempre la predicazione della croce produce riconciliazione in Cristo e conversione nell'uomo, sia esso appartenente alle schiere degli uomini devoti e religiosi od a quelle dei sapienti ed uomini del mondo civile.

Perchè?

Hodder
30-06-12, 18:41
Era (è?) umiliante far parte di una religione con un Dio Crocifisso. Nel comune modo di pensare Dio è potenza, è forza, mentre nella croce c'è supplizio crudele e atroce, impotenza e disonore, il contrario di ciò che noi normalmente siamo portati a desiderare. Ci vuole allora una "conversione", cioè un vero cambiamento di mentalità, un' altro modo di pensare, un'altra scala di valori per essere cristiani. Nessuna filosofia e nessun prodigio possono rivelare un Dio che soffre e muore, ed è solo nell'adesione personale alla croce, adesione maturata lentamente e dolorosamente, che si può capire il senso, il valore e l'importanza di tutto ciò che nel mondo è sofferenza-morte‐disprezzo. Per un discepolo non avrà più senso la ricerca della potenza e del successo. Egli si metterà nella prospettiva, nella logica di questa "follia", di fronte alla quale ogni discorso umano è povero ed inadeguato. E’ per questo che Paolo identifica il Vangelo con la Croce e la sua stessa missione con la Croce.
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Chiamata a sé la folla con i suoi discepoli, disse loro: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. (Marco 8,34)
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"La fede non è mai tanto forte e splendida come quando la tribolazione e l'afflizione sono massime."
(Martin Lutero, Gesammelte Werke, Weimarer Ausgabe [=WA, "Weimarana"], vol. 16, p. 234, righi 30-31)

nomeutente
01-07-12, 20:29
Riporto la risposta di Gesù ad alcuni Greci e Giudei, mentre che questi erano alla ricerca di sapienza e di segni.

Giovanni 12:20-27
Or tra quelli che salivano alla festa per adorare c'erano alcuni Greci. Questi dunque, avvicinatisi a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, gli fecero questa richiesta: Signore, vorremmo vedere Gesù. Filippo andò a dirlo ad Andrea; e Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.
Gesù rispose loro, dicendo: L'ora è venuta, che il Figlio dell'uomo dev'essere glorificato. In verità, in verità vi dico che se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita, la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà in vita eterna.

Matteo 12:38-40
Allora alcuni scribi e farisei presero a dirgli: Maestro, noi vorremmo vederti fare un segno. Ma egli rispose loro: Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno; e segno non le sarà dato, tranne il segno del profeta Giona. Poiché, come Giona stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti, così il Figlio dell'uomo starà nel cuore della terra tre giorni e tre notti.

Matteo 16:1-4
I farisei e i sadducei si avvicinarono a lui per metterlo alla prova e gli chiesero di mostrar loro un segno dal cielo. Ma egli rispose: Quando si fa sera, voi dite: "Bel tempo, perché il cielo rosseggia!" e la mattina dite: "Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!" L'aspetto del cielo lo sapete dunque discernere, e i segni dei tempi non riuscite a discernerli? Questa generazione malvagia e adultera chiede un segno, e segno non le sarà dato se non quello di Giona. E, lasciatili, se ne andò.

In entrambi i casi Gesù cennò riguardo alla sua prossima morte in croce.