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Visualizza Versione Completa : UFOs in Val di Susa



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09-01-13, 14:07
Il monte Musinè

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Il monte Musinè, che in dialetto piemontese significa “asinello”, è posizionato a 20 km da Torino, sulla strada che porta verso la Val di Susa, e lo si può considerare come il primo contrafforte alpino. Dalla forma vagamente piramidale, spoglio e inospitale nella parte superiore, sembra trovare gradimento soprattutto da parte delle vipere.


Ecco in breve le motivazioni per le quali viene annoverato fra i luoghi misteriosi e come ad esse rispondono la scienza e l’archeologia ufficiali:

1) Da sempre circolano voci di lupi mannari, di immagini spettrali che vagano nella penombra, di strani animali. Vi sarebbe una grotta maledetta nella quale, ogni 1° maggio, si darebbero appuntamento streghe, maghi, e licantropi per inneggiare alle forze del male. Secondo alcuni scritti del ‘600 e ‘700 la vallata fu spesso percorsa da “musiche demoniache”, accompagnate da urla angosciose cariche di dolore. Una antica leggenda vuole che il re Erode fosse esiliato su questa montagna, come punizione per la strage degli innocenti.

2) Secondo alcuni storici fu proprio in questa zona che in cielo apparvero a Costantino la croce fiammeggiante e la scritta “In Hoc Signo Vinces” , segni che convinsero l’imperatore a convertirsi al Cristianesimo. I cosiddetti “Campi Taurinati”, di cui parlano le cronache dell’epoca, sembrerebbero coincidere con la zona pianeggiante di Grugliasco e Rivoli che separa Torino dal massiccio del Musinè.

3) Stando a quanto dichiarato da molti esoteristi il luogo sarebbe un gigantesco catalizzatore di energie benefiche. Non dimentichiamoci che si troverebbe su una linea “ortogonica” (una di quelle che circondano la Terra come una ragnatela e che indicano zone di particolare concentrazione di energia) che, entrando dalla Francia, attraversa tutta la nostra penisola. Secondo altri sarebbe addirittura una sorta di “finestra” aperta su un’altra dimensione.

4) Il sito amplificherebbe, nel momento in cui vi si sosta, le facoltà extrasensoriali che ognuno di noi avrebbe, ma che solo in particolari circostanze risultano evidenti. Gli stessi rabdomanti hanno dichiarato che in prossimità del monte bacchette e pendolini si muoverebbero in modo molto più accentuato del normale.

5) Da sempre la zona è teatro di apparizioni di misteriosi bagliori azzurri, verdastri e fluorescenti. Esse hanno fatto la loro comparsa fin dal lontano 966 d.c. All’epoca il vescovo Amicone si trovava in Val Susa per consacrare la chiesa di San Michele sul monte Pirchiano, di fronte al Musinè. Durante la notte, in attesa dell’arrivo dell’alto prelato, i valligiani assistettero ad uno spettacolo affascinante ma pauroso al contempo: il cielo fu percorso da travi e globi di fuoco che illuminarono la chiesa come se fosse scoppiato un incendio. Altre storie parlano di carri di fuoco che spesso sorvolavano la vetta.

6) Ai giorni nostri frequenti sono gli avvistamenti notturni e diurni di oggetti volanti non identificati.

7) Il monte, essendo un antico vulcano spento da millenni, è ricco di gallerie e passaggi irregolari scavati dallo scorrere dell’antico magma, in gran parte però inesplorati.

8) Ai piedi del Musinè esiste un “cono d’ombra” cioè una zona di interferenza che oscura qualsiasi trasmissione radio. Anche gli aerei privati che si trovano a sorvolare il luogo vengono disturbati nelle loro trasmissioni radio. Questi problemi cessano nel momento in cui ci si allontana dalla montagna.

9) Appare strana la distribuzione della vegetazione, particolarmente ricca ai piedi del monte, ma che poi si dirada in modo quasi repentino col crescere dell’altitudine. La Forestale ha inutilmente speso ingenti capitali per rimboscare la zona, nella quale le giovani piante sembrano morire una dopo l’altra. La credenza popolare spiega il mistero con la processione continua di anime dannate che salgono e scendono il monte senza sosta. Secondo una credenza un po’ più moderna sarebbero le emanazioni radioattive di una base segreta a produrre tale sterilità.

10) Le pendici sono ricche di d’incisioni rupestri e di pietroni disposti in modo forse rituale, testimonianze di un passato ancora ben da decifrare. In un masso è raffigurata addirittura una giraffa africana, ma questi animali non vivevano in Piemonte, nemmeno nel neolitico.

11) La salita è costeggiata, in località Torre della Vigna, fra i 400 e i 900 metri, da una serie di strutture a forma di coppa, dette coppelle. Queste sono disposte in maniera tale da formare delle mappe celesti. Sono rappresentate la Croce del Nord, l’Orsa Maggiore, l’Orsa Minore, Cassiopea e le Pleiadi. In pratica c’è tutto l’emisfero boreale ma anche altre raffigurazioni non ancora identificate. Suggestiva è la visione dalla vallata quando, riempite le cavità di combustibile e incendiate, la montagna si ricopre di tante piccole luci.

12) Il Musinè è sede anche di uno stranissimo obelisco che acquistò fama mondiale grazie ad un libro di Peter Kolosimo intitolato “Astronavi sulla preistoria”. Sulla superficie compaiono alcune croci che rappresentano probabilmente cinque persone, un cerchio in alto a sinistra con un punto al centro e due semicerchi tagliati nella parte inferiore che assomigliano in modo clamoroso ai moderni dischi volanti. Secondo lo scrittore sarebbe una sorta di rappresentazione delle evoluzioni di macchine aeree che furono viste in cielo dai nostri antichi progenitori.

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13) Fra il 1973 e il 1978, anno in cui fu portata via, qualcuno collocò sulle pendici del monte una targa metallica inneggiante alla “fraternità universale fra tutti i popoli”. Il testo parla di “punti elettrodinamici”, di “entità astrali” ed indica dieci grandi personaggi del passato, da Cristo a Martin Luther King, indicandoli come esempi da seguire. Il 7 ottobre del 1984 un gruppo di esoteristi ne ha fatto un’altra copia e l’ ha ricollocata al suo posto. Questa nuova versione è in alluminio anodizzato ed è stata cementata alla base della grande croce che spicca sulla montagna.

14) La scienza e l’archeologia cosa rispondono a queste affermazioni? Innanzitutto le luci nel cielo sono fulmini globulari (fenomeno comunque piuttosto raro) o fulmini tradizionali, attratti dagli spessi strati sottostanti, tutti permeati di magnetite ( si sono però manifestate anche in assenza di temporali). Non esiste una manifestazione a carattere ufologico maggiore che in altre zone d’Italia (è comunque presente, ed è poi difficile fare delle statistiche attendibili in questo campo perché le variabili sono molte, dalla disponibilità delle persone a parlarne alla qualità dell’indagine svolta da chi indaga sul fenomeno). La luminosità sulle pendici del monte è dovuta alla presenza di “fuochi fatui”, come conseguenza di gas che ancora fuoriesce dall’interno della montagna (ancora dopo millenni?, senza considerare che i “fuochi fatui” sono prodotti da materiale in decomposizione). La presenza di un ambiente così ostile nella parte superiore del monte deriva dalla mancanza di fonti d’acqua nel sottosuolo ( ma perché la diversificazione è così marcata? E perché questa insistenza, quasi irrazionale, delle autorità nel cercare di rimboschire la zona ?). L’obelisco o è un falso degli anni ’70, secondo alcuni (ma le prove?), oppure è una rappresentazione dell’alba e del tramonto con gli uomini in adorazione ( mentre considerare come un immagine del sole il cerchio puntato al suo interno può essere corretto perché comune a molte civiltà preistoriche, vedere nei due semicerchi una sua raffigurazione nelle fasi di inizio e fine giornata è pura speculazione).

Fonte Centro Studi Fortiani

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09-01-13, 15:57
Altra leggenda diffusa è quella dello stregone:


"Un signorotto della zona di nome Gualtiero, amante del rischio e dell'avventura che capeggiando alcuni amici, coraggiosi e spavaldi come lui, riuscì a penetrare nella mitica magione dello stregone del monte.
Procedendo cautamente nella grotta, lo sparuto gruppo di giovani giunse in una stupenda sala sotterranea e ivi fu affrontato da un'enorme dragone d'oro con due splendidi rubini incastonati al posto degli occhi.
I loro sguardi, incuriositi più che atterriti, si posarono su di una scritta che faceva bella mostra sulla parete del salone e che ammoniva gli incauti profanatori a non toccare il tesorocustodito dal leggendario mostro, in quanto questa loro azione sarebbe stata apportatrice di tremente calamità!
I baldanzosi amici, per nulla impauriti, evitarono il drago e addentrandosi nelle caverne seguenti rinvennero cofani letteralmente traboccanti di ori, di gioielli rarissimi e di pietre preziose di valore inestimabile.
La sibillina cronaca non svela se i giovani s'impadronirono dei tesori o se memori della precedente ammonizione preferirono desistere dal saccheggio ma è certo che proseguendo il cammino si trovarono quasi per incanto nella grotta più interna, un vero antro fiabesco dove videro il nostro mago seduto accanto ad un limpido laghetto, con due splendidi grifoni accovacciati ai suoi piedi...
Il tenebroso vegliardo, li esortò ad avvicinarsi e a fissare i loro sguardi estasiati sulla superficie del lago che come uno schermo televisivo del XX secolo proiettava gli avvenimenti futuri del nostro pianeta.
E quello che videro non fu certamente confortante, un'insieme di apparizioni apocalittiche, terrificanti, che procurarono nei loro animi angoscia e tormento!
Similmente ad un magico incantesimo scorsero eserciti potenti, decisamente imbestialiti dall'odio, che con tubi fiammeggianti radevano al suolo città e villaggi. Percepirono enormi uccelli tonanti che scaricavano le loro "uova mortali" su popolazioni inermi seminando la morte e la distruzione e infine mostri metallici di paurose sembianze che abbattevan alberi, ostacoli impoervi e costruzioni solidissime con un ritmo implacabile e senza tentennamenti di sorta!
I nostri escursionisti, per quanto coraggiosi, furono atterriti da quel tragico spettacolo di distruzione totale ed istintivamente fuggirono dalla caverna e usciti all'aperto scesero rapidamente, balzando di roccia in roccia con fulmineo procedere.
Ma ad un tratto uno spaventoso boato fece loro alzare il capo verso la vetta e scorsero il maligno occultista che fuggiva con un carro fiammeggante, scortato dai due mitologici grifoni, innalzandosi sempre più nell'alto del cielo e nello stesso istante massi giganteschi rotolarono dalla montagna ostruendo per sempre la tetra apertura.
Si dice che ogni tant il "malefico" ritorni con il suo carro infuocato, scendendo fino all'imboccatura della grotta per manipolare i suoi filtri, che bollendo e crepitando nelle ampolle e negli alambicchi fanno tremare e vibrare con paurosi sussulti il terreno e le rocce del monte misterioso che si riscalda fortemente e a temperature così elevate che la vegetazione stenta a crescere e l'acqua evapora prima di sgorgare dalle potenziali sorgenti...
Gli abitanti delle terre vicine, accostarono spesso, mettendo in vetrina una fantasia molto spiccata, i tanto discussi globi di fuoco con questa fiabesca leggenda e ne tramandarono la credenza ai loro discendenti."

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11-01-13, 15:49
Altra leggenda è quella della torre della sacra di san michele, che col tempo si è modificata al femminile, mentre nella sua versione più antica potrebbe avere più connessioni con fenomeni ufologici

La versione più diffusa, al femminile sarebbe questa:


Si racconta che Alda, bellissima fanciulla, si fosse rifugiata presso l' Abbazia per cercare rifugio dalla guerra che imperversava nei paesi limitrofi.
Un giorno però fu inseguita e raggiunta da soldati di ventura. La ragazza piuttosto che perdere la sua virtù si buttò giù dalla torre invocando l'aiuto della Madonna.
A questo punto fu soccorsa da due angeli che la deposero incolume per terra.
La bell' Alda però divenne presuntuosa e cominciò a vantarsi senza sosta del miracolo di cui era stata protagonista e si arrabbiava se la gente non le credeva.
Per dimostrare definitivamente di essere prediletta dalla Vergine chiamò a raccolta i suoi compaesani e annunciò che si sarebbe nuovamente buttata dalla torre.
Così fece ma questa volta nessuno venne a salvarla e si sfracellò sulle rocce sottostanti.
La leggenda termina dicendo che di lei "L toc pi gross rimast a l'era l'ouria" ovvero "Il pezzo più grosso rimasto era l'orecchio"


La versione più antica e riservata a pochi esoterici parla invece del "bell'Aldo" che, per sfuggire a chi lo voleva evirare e a certi bunga-bunga gay :D, salì sulla torre e spiccò il volo ... la versione più diffusa del finale sarebbe quella in cui, nello spiccare il volo, si trasformò in un vampiro e volò verso il colle braida, :D dove ancor oggi svolazza in certe notti particolari di luna ... ma non escludo collegamenti con i voli ufologici

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11-01-13, 16:01
Una curiosità:
Umberto Eco si è parzialmente ispirato a questa abbazia benedettina per ambientare il suo celebre romanzo "Il nome della rosa" e il personaggio di Adelmo, prima vittima del romanzo e guarda caso "disponibile" a certe prestazioni, viene trovato ai piedi di una scarpata.

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11-01-13, 20:14
Altro mistero della Val di Susa, la misteriosa pietra tagliata in due che si trova a Villar Focchiardo

http://media.ifocus.focus.it/allegati/2012/10/0c1d2be9-a83e-4086-99c0-4fb5ea4e114d.JPG

detta "La pera ëd Roland (La pietra di Orlando)"
Narra la tradizione che questa grossa pietra sia stata tagliata in due da Orlando, furioso, con la sua leggendaria spada.
... semprechè non sia stato goldrake con il suo famoso super raggio