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Visualizza Versione Completa : Un pizzico di civiltà: la ru486 sbarca in Italia. E il vaticano...



Hope
31-07-09, 21:53
L'Ru486 arriva in Italia.

La pillola, che consente di abortire in modo farmacologico, e quindi senza bisturi, è già in uso in tutti i paesi della comunità europea ad eccezione dell'Irlanda.

Il farmaco potrà essere somministrata a non più di sette settimane di gestazione del feto, e prevede un trattamento abortivo che può arrivare a durare al massimo 14 giorni.

La pillola presenterebbe però anche effetti collaterali importanti.

Pare infatti che abbia causato più di una morte negli Usa per un'infezione di un batterio che però si trova normalmente nella flora batterica intestinale dell'uomo.

Oltre a casi estremi, i sintomi riscontrati sono nausea, febbre, vomito ed emorragie, talvolta abbondanti, fino a 15 giorni.

La pillola costerà 14,28 euro, uno tra i prezzi più bassi in Europa.

Intanto arrivano forti critiche dal Vaticano, che annuncia scomunica alle donne che ne faranno uso e ai medici che la prescriveranno.

Il presidente della Pontificia Academia pro Vita: “più di venti donne sono morte assumendo questa pillola, E' come un veleno”.

Diversa la posizione di Silvio Viale, ginecologo del Sant'Anna di Torino: “E' vero, ci sono stati 20 decessi negli Usa.

Ma pensiamo anche che in America ogni anno muoiono oltre 50 persone per l'uso di aspirina. Le percentuali di morte di questo farmaco sono molto più basse di molti altri di uso comune”.


Fonte: tusciaweb (http://www.tusciaweb.it/notizie/2009/luglio/31_20n_ru.htm)

il Gengis
01-08-09, 12:13
Ru486, i vantaggi superano gli svantaggi

di Silvio Viale, ginecologo dell'ospedale Sant'Anna di Torino

Nel 99 fu registrata in 12 dei 15 Paesi della Comunità Europea, oggi la Ru486 è registrata in una quarantina di Paesi ed è sempre più utilizzata nella ricerca clinica in molti campi della medicina

Eugenia Roccella e Assuntina Morresi sono impegnate da tempo in una campagna di stampa contro la RU486. Sulla base del più classico pietismo antiscientifico sono giunte a contare 16 morti e a denunciare un clima di omertà internazionale che vedrebbe complici l'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), la Fda (Food and Drug Administration, «Agenzia per gli alimenti e i medicinali»), l'Emea (European Medicines Agency, «Agenzia europea per i medicinali») e le agenzie farmacologiche di mezzo mondo. Non badando troppo alla insistente ripetitività dei loro articoli, ho preferito continuare a documentarmi sulle riviste scientifiche, relegando al campo del furore ideologico le interpretazioni del duo militante anti-ru486.

Il tempo mi ha dato ragione. Nel 2005 l'OMS ha inserito la RU486 nell'elenco dei farmaci essenziali. Nel giugno 2007 la Commissione europea ha approvato le nuove indicazioni per l'Europa dopo una revisione iniziata nel dicembre 2005. Sulla base di queste indicazioni nel novembre 2007 è stata avviata dalla Francia una procedura di mutuo per l'Italia, come quella che nel 1999 portò a registrare la RU486 in 12 dei 15 Paesi della CE. Oggi la RU486 è registrata in una quarantina di Paesi ed è sempre più utilizzata nella ricerca clinica in molti campi della medicina.

Grazie anche alle polemiche, che hanno scoraggiato la ricerca di nuove molecole, è l'unico farmaco della sua categoria utilizzato nell'uomo da venti anni. Un elenco parziale di queste ricerche riguarda varie indicazioni ostetriche, i tumori di ovaio, utero, prostata e mammella, l'endometriosi, i miomi, il meningioma, la depressione bipolare, i disordini psicotici affettivi, l'Alzheimer, la sclerosi multipla, la sindrome di Cushing e lo stress postraumatico.

Si tratta quindi di un farmaco, peraltro già autorizzato in Italia dal 1999 per la Sindrome di Cushing, ed il fatto che gli oppositori si ostinino a definirlo un «chimico» rende bene l'idea del pregiudizio; nessuno definirebbe un chimico qualunque altro farmaco. Ugualmente, termini come kill-pill, pesticida umano o diserbante possono essere efficaci nella polemica giornalistica, ma minano la credibilità scientifica di chi li adopera. L'ovvia intenzione è quella di terrorizzare le donne e insinuare il dubbio in un mondo politico scientificamente pigro, disattento ed opportunista. Ripetere insistentemente lo «scandalo» delle morti si presta bene a creare incertezza, facendo leva sull?emotività.

Per esemplificare, pensate un po' cosa accadrebbe se due giornaliste donne raccontassero le storie delle almeno trenta donne che ogni anno muoiono in Italia per gravidanza e accusassero di omertà il sistema sanitario, le associazioni professionali e la stampa. A conferma dello scandalo, nessuno sa quante siano le donne che muoiono in gravidanza in Italia, al di là del tasso ufficiale di 6-7 per 100.000 gravidanze. Sarebbe facile sostenere che nessuno se ne cura, a parte qualche articolo a sensazione, con la rituale dichiarazione strampalata di qualche politico di turno del tipo che «non è possibile morire in gravidanza nel 2000 in Italia». Eppure di gravidanza si muore ancora, come sporadicamente si muore anche per aborto.

La storia delle morti per RU486 è una grande mistificazione statistica e mette assieme cose diverse.

L'unica cosa importante è la segnalazione di sei morti in Nord America per shock settico attribuite cinque al Clostridium sordellii e una al Clostridium perfrigens.
Su queste morti l'Emea esclude «un nesso potenziale con il mifepristone» e negli Stati Uniti si è avviato un monitoraggio. Approfondendo il tema a ritroso, si è scoperto come tali infezioni, sebbene rare, siano state segnalate in neonatologia, in ortopedia, tra i tossicodipendenti e in altre condizioni mediche.

In una review del 2006 sono elencati 45 casi, da 17 giorni di età a 95 anni, con una mortalità complessiva del 70%, che diventa 100% per i 15 casi di ostetricia: otto casi dopo il parto, due per aborto spontaneo e cinque per aborto medico. Il Clostridium è stato isolato anche i sei neonati dei quali cinque morirono. Come scrive l'Aifa nel numero di ottobre della propria rivista si tratta di «un numero limitato di eventi rari senza un chiaro legame fisiopatologico con il metodo utilizzato». Importante è che il medico lo sappia e che la donna sia informata. Nello studio clinico dell'Ospedale S.Anna di Torino si informava di un rischio di mortalità di 1 per 100.000, che ovviamente non ha scoraggiato alcuna donna dal parteciparvi.
Come già accennato, nel loro elenco Roccella e Morresi mescolano cose diverse, con differenti livelli di evidenza.

Per quanto riguarda le morti inglesi, non ufficialmente confermate, si deve ritenere che le indagini delle autorità sanitarie abbiano escluso ogni nesso causale. Il caso svedese riguarda una complicazione emorragica in una paziente che non si è recata in ospedale, come avrebbe dovuto fare. Quello francese del 1991 è legato all'uso endovena della prostaglandina che si utilizzava all'epoca per gli aborti terapeutici e che da tempo non si utilizza più. In Italia abbiamo continuato ad utilizzarla fino a pochi anni fa. Il caso cubano che riguarda un aborto del secondo trimestre eseguito con le sole prostaglandine, senza RU486 (cioè nello stesso modo come lo facciamo in Italia) che è stato segnalato al congresso della FIAPAC (associazione europea operatori aborto e contraccezione) da un medico spagnolo che passa molto tempo a Cuba. Non è stato nascosto, come continuano sostenere Roccella e Morresi, ma comunicato a centinaia di persone, a riprova di come le infezioni da Clostridium siano sempre da tenere presente in ostetricia. Quello cubano è un caso in cui la RU486 non c'entra nulla.

Per quanto riguarda la morte per gravidanza extrauterina, la RU486 non è la responsabile, non essendo la RU486 che provoca la gravidanza. Al massimo vi è un errore di conduzione clinica in un caso misconosciuto di gravidanza extrauterina. Sebbene le gravidanze extrauterine siano temute, la mortalità è di 60 per 100.000, il trattamento medico è ormai in uso consolidato con un farmaco «off label», cioè senza autorizzazione, che da anni è somministrato negli ospedali italiani. Dopo la somministrazione le donne sono dimesse in attesa che la gravidanza si spenga e tornano in ospedale solo per dei controlli. Nessun ginecologo inserirebbe mai una morte per gravidanza extrauterina tra le morti per RU486.

Il punto forse è proprio questo. Leggendo gli articoli di Roccella e Morresi si deduce che il duo anti-RU486 non conosca le dinamiche dell'aborto e sia mal consigliato da medici che non fanno aborti. Solo così si spiegano la sottovalutazione dei sintomi e delle complicazioni dell'aborto chirurgico, da un lato, e le esagerazioni dei sintomi dell'aborto medico. Solo così si spiega come venga sottolineato negativamente che un terzo delle donne abbia bisogno di un antidolorifico per l'aborto medico, dimenticandosi che in quello chirurgico l'anestesia è somministrata al 100%. Solo così si spiega l'uso sproporzionato della parola emorragia. Solo così si può raccontare la favola dell'aborto che dura giorni, quando i sintomi sono legati alla prostaglandina (il farmaco del terzo giorno), mentre non ve ne sono dopo la Ru486 (il farmaco del primo giorno). I sintomi di fatto si limitano al periodo espulsivo, riducendosi subito dopo. Ovviamente, sempre, con le dovute eccezioni. Comunque, non è vero che l?aborto dura tre giorni o più.

D'altro canto, nell'aborto chirurgico le complicazioni tardive sono superiori a quelle che vengono rilevate nella scheda istat compilata al momento delle dimissioni. Il rischio di un secondo intervento è di almeno l'1%. Tornando all'elenco di morti, comunque venga allungato, esso implica un rischio minimo vicino a zero, che occorre non sottovalutare, ma che non può essere preso a pretesto per campagne antiabortiste contro la RU486. Nel Nord America il rischio di mortalità stimato per l'aborto medico è di 0,8-1 per 100.000, analogo a quello per aborto spontaneo. Quello per aborto chirurgico nelle prime settimane di gravidanza è di 0,1 per 100.000, mentre nelle settimane successive è analogo. Il tasso di mortalità aumenta peraltro con l'avanzare della gravidanza. Per confronto negli Stati Uniti il rischio di mortalità in gravidanza è di 10 per 100.000. In nessun settore delle attività umane un rischio di 1 per 100.000 costituisce una limitazione.

Dire che l'aborto medico ha un rischio di mortalità di dieci volte superiore a quello medico significa dire una cosa apparentemente vera in astratto, ma in pratica è come moltiplicare zero per dieci. Esattamente come se si dicesse che proseguire una gravidanza ha un rischio di mortalità di 10 e 100 volte superiore all'aborto, con il conseguente implicito paradossale suggerimento che sarebbe meglio abortire. Non sono argomenti di questo tipo che possono imporre una scelta al medico e alla donna, o che possano suggerire di vietare la RU486.
Appena sarà registrata, la «pillola abortiva» potrà essere utilizzata negli aborti terapeutici, riducendo i rischi connessi all'uso della sola prostaglandina, e negli aborti nelle prime settimane di gravidanza come alternativa all'aborto chirurgico.

La suggestione è alimentata dal fatto che è difficile avere un'esatta dimensione di un rischio, poiché molti fattori entrano in gioco nella sua percezione. Se, per esempio, si leggesse un ipotetico «bugiardino» dell'automobile con gli stessi criteri con i quali leggiamo quello dei farmaci, probabilmente non dovremmo più salirci sopra, ma il bisogno di spostarsi in auto ci fa sorvolare sui rischi dell'automobile. Se il rischio di mortalità del mifepristone è 1 per 100.000, quello del Viagra, è di 5 per 100.000 ricette, cioè maggiore, ma Roccella e Morresi non chiedono di proibire il Viagra. Come maggiori sono i rischi di morire in automobile e nella gravidanza a termine.

Il rischio per una donna di morire per la RU486 è uguale a quello di essere assassinata, cioè circa 1 su 100.000, ed è inferiore di solo 100 volte a quello di essere colpita da un fulmine, che è di 1 su 10.000.000. A Eugenia Roccella, ad Assuntina Morresi e ai loro emuli voglio dire che le storie delle donne morte per aborto sono sempre tragiche, come lo sono sempre quelle, purtroppo più numerose, delle donne che muoiono in gravidanza. Aggrapparsi a loro per vietare la Ru486 è disonesto ed ha il sapore di una mossa disperata, poiché allo stato attuale la RU486 non è un farmaco pericoloso e i vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi.

da l'Unità 8.3.08

Vitadidonna News: Ru486, i vantaggi superano gli svantaggi (http://www.vitadidonna.it/news/2008/03/ru486-i-vantaggi-superano-gli-svantaggi.html)

il Gengis
01-08-09, 12:13
La volontà di punire
di NATALIA ASPESI

I nemici della pillola Ru486 hanno trovato un nuovo slogan per combatterla, anche adesso che è stata approvata dai sapienti componenti dell'Agenzia italiana per il farmaco: il suo uso indurrebbe a una "clandestinità legale" chi affronta con quel metodo una interruzione di gravidanza.

Anche se verrà somministrata solo in ospedale, che non si può definire un luogo propriamente clandestino. Come slogan non ha alcun significato, ma consente di riavvicinare alla parola aborto la parola clandestino, cioè a ricacciare quel drammatico evento esclusivamente femminile nell'ombra non solo del peccato ma anche in quella del crimine.

Ancora una volta donne assassine, sia pure in modo legale. Insomma, criminali legalizzate. Sono almeno trent'anni, da quando si cominciò a parlare di una possibile pillola abortiva, che fu giudicata ancora più diabolica dell'intervento chirurgico, pur spaventoso; è da più di venti, da quando in Europa ha cominciato ad essere prescritta negli ospedali e in alcuni casi venduta nelle farmacie (e adesso anche su Internet), che in Italia la si combatte con tanta fermezza che ogni tentativo di introdurla e sperimentarla alla luce del sole, cioè legalmente, è stato contrastato e fatto fallire. Naturalmente la guerra non è finita: agli obiettori di coscienza dell'intervento chirurgico si aggiungeranno quelli della pillola: a meno che, e questo sarebbe un imprevisto capovolgimento, pur di impedire l'uso luttuoso della stessa, si finisca con ritenere un male minore l'aborto tradizionale.

Tra i detrattori della povera Ru486 ci sono quelli che sbandierano i 29 decessi che avrebbe causato non si sa in quanti anni né in quanti paesi: sinceramente quando l'aborto era clandestino e quindi illegale, e al posto della chirurgia c'erano i ferri da calza e della pillola il decotto di prezzemolo, erano migliaia all'anno le donne che morivano. E a meno che ai nostri difensori dell'embrione interessi solo la sopravvivenza delle donne portatrici dello stesso, e da tener quindi lontane dalla eventuale pericolosità della pillola, bisognerebbe impedire agli italiani tutti di guidare la macchina visti i più di 5000 morti l'anno sulle strade, e anche in alcuni casi di lavorare, contando i tre morti al giorno su impalcature, pozzi, fornaci eccetera.

Clandestinità legale e decessi sono le solite espressioni di stanca ipocrisia che si ritengono dovute per ragioni politiche e non certo morali. Allora paiono più accettabili gli anatemi terrorizzanti che neppure Savonarola avrebbe pronunciato e che richiamano antichi dipinti popolari pieni di diavoli che strappano la lingua o impalano dal di dietro certi poveri nudi peccatori. In questi casi non ci si attiene alla realtà e alla logica, ma all'apocalisse più punitiva.
"Veleno letale" è una bella espressione forte, vaticana, ancora più forte "pesticida umano", lanciato come un dardo dal vescovo di San Marino. Il più savio da quelle parti è monsignor Fisichella che ricorda, come è giusto per lui, come è l'aborto in sé ad essere per un cattolico peccato grave, così grave da meritare la scomunica, come ricorda monsignor Sgreccia, appellandosi però non alle coscienze morali e religiose delle persone, ma al solito governo, perché si svegli dal suo torpore sul tema. La parlamentare Carlucci tuona, tanto per dire una sciocchezza, "si legalizza l'aborto fai da te", colpa naturalmente della sinistra anche se molte sue colleghe di coalizione, più accorte, o tacciono o non hanno nulla in contrario. C'è chi da gentiluomo, come il sottosegretario Mantovano, vuole soccorrere le donne che si sa sono sempre incapaci e sventate e guai ad abbandonarle a se stesse come avverrebbe con la pillola. Brilla come sempre per pugnace crudeltà il presidente del Movimento per la Vita Carlo Casini, al fronte antiabortista sin dagli anni 70, e da allora non si è mai fermato. Il suo timore è che la pillola banalizzi l'aborto, che le donne, inaffidabili, la prendano come un bicchier d'acqua, non percepiscano l'abisso del loro gesto, non soffrano abbastanza ed estinguano il senso di colpa e il rimpianto in meno di cent'anni.

Ci sarebbero altre cose da dire, poi viene in mente che da anni si dicono sempre le stesse, anno dopo anno, non solo contro la legge che consente l'interruzione di gravidanza (quella clandestina non interessa), ma anche contro la prevenzione, gli anticoncezionali, i condom, ugualmente degni di scomunica. Si vorrebbe che almeno per una volta visto che siamo anche noi, povere italiane, cittadine d'Europa più che del Vaticano, non si facesse tanto ripetitivo casino attorno a quell'interruzione di gravidanza che non sarà mai sconfitta né da leggi proibizioniste, né da anatemi vescovili, né dal dolore individuale o dal senso di irrimediabile perdita: perché questa è la vita delle donne, oggi di quelle più povere, più abbandonate e più sole, e meno male che adesso c'è (speriamo) la Ru486.

(1 agosto 2009)

La volontà di punire - cronaca - Repubblica.it (http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/cronaca/pillola-discordia/aspesi-commento/aspesi-commento.html)

Colo Le Fou
01-08-09, 12:20
Fortunatamente voi atei vi estinguerete prendendo le vostre pillole,e noi Cattolici avremo la terra tutta per noi.

il Gengis
01-08-09, 13:11
Fortunatamente voi atei vi estinguerete prendendo le vostre pillole,e noi Cattolici avremo la terra tutta per noi.

io sono un maschio, peppina

eq...
01-08-09, 13:27
Il farmaco potrà essere somministrata a non più di sette settimane di gestazione del feto, e prevede un trattamento abortivo che può arrivare a durare al massimo 14 giorni.

Quindi una persona può stare anche per 14 giorni fuori dall'ospedale, prima in attesa di un evento che "dovrebbe" essere "abbastanza" traumatico, poi con il pericolo di complicazioni magari in completa solitudine?

Sarebbe interessante capire perché le donne preferiscano una situazione del genere.

eq...
01-08-09, 13:29
Ru486, i vantaggi superano gli svantaggi

di Silvio Viale, ginecologo dell'ospedale Sant'Anna di Torino

Potresti evidenziare in grassetto dove parla dei vantaggi, perché sono un po' tardo.

Grazie. :)

Colo Le Fou
01-08-09, 13:35
io sono un maschio, peppina

Beh,ma avrete bisogno di donne per accoppiarvi.E se tutte prendesser la suddetta pilllola(e non ci vorrà tanto),vi estinguereste.Oppure potreste unirvi a donne cattoliche,ma si sa l'effetto che le donne hanno su noi uomini:vi trasformerebbero in fedeli provetti.
Comunuqe,io non faccio il caffè.

contropotere
01-08-09, 17:37
La donna è l'unica titolare del diritto alla proprietà del proprio corpo e quindi ne deve disporre come meglio crede.
Nessuno può aggredire la persona e la proprietà altrui e le prese di posizione della chiesa romana contro la pillola abortiva, che vanno in questa direzione, sono intollerabili.
La donna che ricorre all'aborto lo fa assumendosi, tutta intera, la responsabilità dei pericoli a cui si espone.
Ne prendano atto tutti e si mettano l'anima in pace.

eq...
01-08-09, 18:47
Ne prendano atto tutti e si mettano l'anima in pace.

Posso prenderne atto senza mettermi l'anima in pace? :14345:

contropotere
01-08-09, 18:51
Posso prenderne atto senza mettermi l'anima in pace? :14345:

Concesso :D

edera rossa
02-08-09, 01:07
Fortunatamente voi atei vi estinguerete prendendo le vostre pillole,e noi Cattolici avremo la terra tutta per noi.

ai poveri atei, laici, anticlericali, diversamente credenti ecc. non resterà che aver figli con le mogli dei buoni cattolici; uffa sempre noi a dover salvare il mondo.

il Gengis
02-08-09, 12:39
RADICALI: LA PIU' GRANDE AFFERMAZIONE IN TEMA DI DIRITTI CIVILI - "Si tratta della piu' grande affermazione in tema di diritti civili, in Italia, dal 1993, quando un referendum radicale permise l'abolizione delle pene detentive per i consumatori di droghe".
Lo dichiarano Bruno Mellano (presidente di Radicali italiani) e Igor Boni (segretario Associazione radicale Adelaide Aglietta in riferimento all'autorizzazione da parte dell'Aifa della commercializzazione della pillola abortiva Ru 486. "E' una vittoria radicale; radicali erano i consiglieri regionali Carmelo Palma e Bruno Mellano che, nel lontano novembre 2000, interrogarono l'allora assessore regionale alla Sanita' del Piemonte, Antonio D'Ambrosio (AN), chiedendo "se esista una qualche direttiva regionale o nazionale che impedisce il ricorso generalizzato all'aborto farmacologico" (D'Ambrosio rispose negativamente); radicale e' Silvio Viale, il ginecologo dell'Ospedale S. Anna di Torino che il 29 gennaio 2001 richiese al suo Ospedale la possibilita' di attuare aborti con la RU486 e che nel settembre 2005, primo in Italia, inizio' a somministrare la pillola abortiva alle donne; l'Associazione Radicale Adelaide Aglietta (di cui Viale e' presidente), fin dalla sua costituzione, ha supportato il Dr. Viale nella sua iniziativa, che, ricordiamolo, ha dovuto fronteggiare gli attacchi di due ministri della Sanita' del centro-destra, prima Girolamo Sirchia e poi Francesco Storace.. e Viale e' stato anche indagato dalla Procura della Repubblica di Torino, che ha accertato la correttezza del suo operato".

ABORTO: ARRIVA LA RU486 TRA FAVOREVOLI E CONTRARI - le reazioni - Clandestinoweb: sondaggi politici, elettorali. Il sondaggio politico elettorale che fa opinione (http://www.clandestinoweb.com/number-news/12559-aborto-arriva-la-ru486-tra-favorevoli-e-contrari-le-rea.html)

Carrie
03-08-09, 05:16
In data odierna l’AIFA, l’Agenzia italiana del farmaco, deciderà se e come immettere in commercio anche nel Belpaese la pillola abortiva Ru486. L’approvazione non è affatto scontata: ieri la sottosegretario al welfare Eugenia Roccella (PDL, già presentatrice del Family Day) è intervenuta pesantemente, sostenendo in sede parlamentare che nel mondo sarebbero stati registrati 29 decessi, dal 1988 a oggi, di donne che avevano assunto il farmaco. Roccella si è altresì lamentata che “tale dato non risulta nei verbali del comitato tecnico scientifico dell’AIFA né dell’Autorità europea per i farmaci EMEA”. A Roccella ha risposto oggi, intervistato da Repubblica, il ginecologo Silvio Viale, che per primo sperimentò il farmaco presso un ospedale di Torino: “Anche se questi 29 casi fossero reali, ma non lo sono, non costituirebbero un ostacolo per la registrazione di nessun altro farmaco. La mortalità per il Viagra, per esempio, è di dieci volte superiore. Come pure quella di molti farmaci da banco in commercio in Italia. Nel 2003 i centri antiveleno hanno segnalato 59 morti negli Usa per l’aspirina, e nessuno si sogna di toglierla dal commercio”.

(uaar)

il Gengis
03-08-09, 22:36
Ru486/Ricovero, Viale: leggete l’articolo 8 fino in fondo. Il test psicologico obbligatorio è da Stato totalitario.

1 agosto 2009

“La legge 194 non prescrive affatto il ricovero, ma che l’intervento abortivo sia fatto in una delle strutture autorizzate, persino in poliambulatori pubblici funzionalmente collegati all’ospedale. Basta leggere l’articolo 8 fino in fondo. E’ sorprendente come si commenti e si polemizzi senza leggere la 194.”

Ad affermarlo è Silvio Viale, il ginecologo torinese ed esponente radicale, che interviene sulla minaccia del ministro Sacconi costringere le donne che vogliono usare la ru486 a 3-4 e più giorni di ricovero, che ha proseguito:

“Sia all’articolo 8 che all’articolo 12 si parla sempre di intervento, considerato sempre urgente, e del ricovero solo se necessario. Nel caso dell’aborto medico l’intervento è la somministrazione dei farmaci e sta al medico in scienza e coscienza, insieme alla donna, stabilire le modalità di osservazione e monitoraggio. Dopo la prima somministrazione (mifepristone) sono sufficienti uno o due ore, mentre dopo la seconda (prostaglandina) due ore dopo è necessario un periodo più lungo di alcune ore. Al momento della dimissione si prenderà atto della sintomatologia e della condizione clinica (espulsione avvenuta o meno, gravidanza interrotta o meno) e si deciderà come proseguire il monitoraggio e i controlli.”

“E’ poi da stato totalitario confessionale la proposta di test psicologici per le donne per potere scegliere il metodo medico, che è una versione diversa del colloquio obbligatorio con i militanti antiabortisti che il MPV chiede da tempo. Anche qua, basta leggere la 194 che non prescrive consulenze psicologiche o psichiatriche obbligatorie nemmeno per l’aborto dopo il novantesimo giorno, quando la motivazione è un “grave pericolo per la salute psichica della donna” e l’aborto è solitamente fatto con le sole prostaglandine. De resto non si capisce perché una donna, a differenza dei maschi, non possa decidere da sola per le questioni che la riguardano: dove sono finiti i rappresentanti delle pari opportunità?”

Platone
04-08-09, 22:59
Sarebbe interessante capire perché le donne preferiscano una situazione del genere.

Per lo stesso motivo per cui non si è più in grado di accettare la morte come evento pubblico, celandola piuttosto dietro i muri degli ospedali e delle case di cura.
Un tempo morire significava intraprendere un nuovo viaggio, alla morte dell'uomo partecipava la comunità, quasi gli si dovesse augurare il meglio.
Prima che il pensiero filosofico cominciasse a parlare dell'essere e del nulla, divenir altro era lo stesso che il tramutarsi di un positivo in una differente positività..non a caso nelle culture pre-ontologiche c'era l'idea che l'incominciante si conservasse nel risultante, in ogni sua sfumatura (religiosa, magica ecc..). Quando Parmenide porta alla luce il senso estremo dell'assenza allora la questione cambia radicalmente: i primitivi muoiono senza saperne alcunchè del nulla, ma se il divenir altro è anzitutto divenir nulla da parte dell'incominciante va da sé che è l'intero senso dell'esistere a voltare pagina..e con esso usi, costumi, abitudini relative al suo venir meno..e perire con la comprensione della totale negatività del nulla è l'estrema angoscia, una lama affilata..

Lupo
05-08-09, 08:30
ai poveri atei, laici, anticlericali, diversamente credenti ecc. non resterà che aver figli con le mogli dei buoni cattolici; uffa sempre noi a dover salvare il mondo.
E' duro...ma qualcuno lo deve fare...