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Visualizza Versione Completa : Nuovi incentivi 2013 per le auto a basse emissioni, tutte le novità



Marcello1986
02-03-13, 00:09
http://www.motori24.ilsole24ore.com/IMMAGINI/Mercato/incentivi-auto_352x288.jpg
Buone notizie per chi sta pensando di acquistare un veicolo green.

Dal 14 marzo 2013, infatti, partiranno i nuovi incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni grazie al Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 febbraio che sblocca 120 milioni di euro disponibili per il triennio 2013-2015 pur se vincolati alla rottamazione di un vecchio veicolo con più di dieci anni.



Il provvedimento nasce con l’obiettivo di:

promuovere la realizzazione di nuove stazioni di ricarica per i veicoli elettrici
favorire la diffusione di veicoli a basse emissioni destinati al trasporto pubblico e privato
incentivare l’acquisto di veicoli elettrici o ibridi
Il finanziamento massimo ottenibile da chi compra un’auto elettrica o ibrida (che emetta meno di 50g/km di CO2) è di 5.000 euro. Per i veicoli ‘più inquinanti’ (tra i 50 e i 95 g/km di CO2) l’incentivo è di 1.200 euro. Gli incentivi riguarderanno tutti i veicoli elettrici, ibridi, a metano, a biometano, a GPL, a biocombustibili, a idrogeno con emissioni di anidride carbonica (CO2) non superiori a 120 g/km.

Tuttavia, è giusto sottolineare che il piano di finanziamento stabilito dal decreto esecutivo è rivolto principalmente ai veicoli aziendali (automobili, veicoli commerciali leggeri, ciclomotori e motocicli a due e tre ruote, quadri cicli) e a quelli pubblici (taxi, auto in regime di car sharing, noleggio, servizi di linea…) e, in minima parte, all’utenza privata.

Cifre alla mano, dei 120 milioni sbloccati dal Ministero, ben 35,5 milioni di euro saranno destinati ai veicoli ad alte percorrenze chilometriche mentre per le utenze private saranno erogati solo 4,5 milioni di euro. Ma vediamo nel dettaglio:

5.000 euro per i veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 50 g/km
4.000 euro per i veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 95 g/km
2.000 euro per i veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 120 g/km
Per le auto elettriche acquistate nel 2015, il contributo previsto sarà pari al 15% del costo d’acquisto e rapportato a dei tetti massimi di spesa:

3.500 euro per i veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 50 g/km
3.000 euro per i veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 95 g/km
1.800 euro per i veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 120 g/km
Per tutte le informazioni su come accedere agli incentivi e per conoscere il piano ministeriale è possibile consultare il sito Home - Basse Emissioni Complessive (http://www.bec.mise.gov.it/site/bec/home.html).

Nuovi incentivi 2013 per le auto a basse emissioni, tutte le novità (http://www.tuttogreen.it/nuovi-incentivi-2013-per-le-auto-a-basse-emissioni-tutte-le-novita/)

Marcello1986
02-03-13, 00:14
Devono incentivare tutte le auto diversamente non si mette la parola fine alla crisi del settore automotive.

Mitchell
03-03-13, 17:37
Keynes e la crisi - seconda parte: una critica - Ludwig von Mises Italia (http://vonmises.it/2012/02/13/keynes-e-la-crisi-seconda-parte-una-critica/)


http://vonmises.it/wp-content/uploads/2012/02/keynes-e-la-crisi-parte-2.png

Marcello1986
03-03-13, 21:48
Keynes e la crisi - seconda parte: una critica - Ludwig von Mises Italia (http://vonmises.it/2012/02/13/keynes-e-la-crisi-seconda-parte-una-critica/)


http://vonmises.it/wp-content/uploads/2012/02/keynes-e-la-crisi-parte-2.png

Indubbiamente gli incentivi alterano l'equilibrio del mercato dell'auto, ammesso che ci sia ancora un mercato visto che è in perenne contrazione da quando il Governo ha interrotto gli aiuti. L'articolo che hai postato è interessante e anche il grafico evidenzia in maniera chiara l'effetto distorsivo che giocano i finanziamenti nel settore considerato, però non vedo altre alternative, giacché in assenza di un serio intervento rischiamo seriamente di fare saltare un settore che genera il 20% circa del pil.

Considerando che tutto quello che viene speso ritorna sotto forma di maggiori entrate in termini di Iva, e che quindi lo Stato riesce a bilanciare le uscite, una politica interventista in questo campo è quanto mai necessaria per evitare la Cig nelle aziende (produttori e indotto) e la chiusura di concessionarie e rivenditori autorizzati in tutto il territorio.

Faccio un esempio. Attualmente la Panda ha una buona richiesta ma ciò nonostante una parte dei lavoratori è in Cig, questo perché le vendite non compensano la capacità produttiva di Pomigliano.
Ipotizzando un ritorno agli incentivi, l'impianto ha ottime possibilità di “girare” a pieno regime e quindi di “assorbire” i lavoratori cassintegrati. Correggetemi se sbaglio: se è vero che lo Stato recupera le somme stanziate con il maggior incasso dell'Iva, evidentemente è più conveniente stimolare il mercato e far girare l'economia, piuttosto che finanziare gli ammortizzatori sociali che di fatto sono improduttivi, poiché non assicurano un ritorno come gli incentivi.

L'articolo considera poi ulteriori effetti negativi, ossia lo spostamento delle risorse da un settore all'altro, l'indebitamento delle famiglie ecc....però viene trascurato un dato fondamentale: stiamo parlando di grandi numeri, il 20% circa del Prodotto interno lordo italiano, questo significa che è un settore vitale per la nostra economia.

Mitchell
04-03-13, 13:25
Indubbiamente gli incentivi alterano l'equilibrio del mercato dell'auto, ammesso che ci sia ancora un mercato visto che è in perenne contrazione da quando il Governo ha interrotto gli aiuti. L'articolo che hai postato è interessante e anche il grafico evidenzia in maniera chiara l'effetto distorsivo che giocano i finanziamenti nel settore considerato, però non vedo altre alternative, giacché in assenza di un serio intervento rischiamo seriamente di fare saltare un settore che genera il 20% circa del pil.

Considerando che tutto quello che viene speso ritorna sotto forma di maggiori entrate in termini di Iva, e che quindi lo Stato riesce a bilanciare le uscite, una politica interventista in questo campo è quanto mai necessaria per evitare la Cig nelle aziende (produttori e indotto) e la chiusura di concessionarie e rivenditori autorizzati in tutto il territorio.

Faccio un esempio. Attualmente la Panda ha una buona richiesta ma ciò nonostante una parte dei lavoratori è in Cig, questo perché le vendite non compensano la capacità produttiva di Pomigliano.
Ipotizzando un ritorno agli incentivi, l'impianto ha ottime possibilità di “girare” a pieno regime e quindi di “assorbire” i lavoratori cassintegrati. Correggetemi se sbaglio: se è vero che lo Stato recupera le somme stanziate con il maggior incasso dell'Iva, evidentemente è più conveniente stimolare il mercato e far girare l'economia, piuttosto che finanziare gli ammortizzatori sociali che di fatto sono improduttivi, poiché non assicurano un ritorno come gli incentivi.

L'articolo considera poi ulteriori effetti negativi, ossia lo spostamento delle risorse da un settore all'altro, l'indebitamento delle famiglie ecc....però viene trascurato un dato fondamentale: stiamo parlando di grandi numeri, il 20% circa del Prodotto interno lordo italiano, questo significa che è un settore vitale per la nostra economia.


Gli incentivi non hanno mai funzionato. Se funzionassero allora potremmo incentivare tutte le aziende italiane dalle più piccole alle più grosse.

Il problema ovviamente è altrove. Il settore automobilistico europeo è fortemente maturo, soprattutto quello di fascia medio-bassa, dove l'unico modo di guadagnare è sul costo di produzione. Quindi, produrre in Europa questa fascia di mercato è antieconomico. Nessun governo europeo è riuscito ad impedire l'inevitabile crisi del settore automobilistico. Continuare a pompare soldi vuol dire solo allocare in modo inefficiente il capitale capitali preziosi che potrebbero essere utilizzati più proficuamente in altri settori. La dismissione degli impianti non redditizi è l'unica via possibile.

Marcello1986
04-03-13, 23:11
Gli incentivi non hanno mai funzionato. Se funzionassero allora potremmo incentivare tutte le aziende italiane dalle più piccole alle più grosse.

Il problema ovviamente è altrove. Il settore automobilistico europeo è fortemente maturo, soprattutto quello di fascia medio-bassa, dove l'unico modo di guadagnare è sul costo di produzione. Quindi, produrre in Europa questa fascia di mercato è antieconomico. Nessun governo europeo è riuscito ad impedire l'inevitabile crisi del settore automobilistico. Continuare a pompare soldi vuol dire solo allocare in modo inefficiente il capitale capitali preziosi che potrebbero essere utilizzati più proficuamente in altri settori. La dismissione degli impianti non redditizi è l'unica via possibile.


Se non si interviene in fretta perderemo il resto delle aziende che operano nell'automotive, inoltre l'inerzia favorirà il processo di deindustrializzazione in corso accelerando il declino della nostra economia. Non metto in dubbio che gli incentivi siano delle misure che alla lunga squilibrano il mercato, però sinceramente preferisco vedere gli operai al lavoro e non a spasso come in questo momento.
A mio avviso gli incentivi funzionano benissimo, basta vedere la curva delle vendite nel grafico che hai postato, il problema è che il mercato è saturo quindi non ci sono ulteriori spazi per ampliare la produzione. L'unica speranza è l'arrivo di tecnologie capaci di ridurre quasi a zero i consumi, magari attraverso la commercializzazione di veicoli elettrici ad alta autonomia.

Il punto è un altro, tu ne fai una questione di principio, partendo dal presupposto che escludi qualsiasi finanziamento pubblico, in realtà anche i liberisti più oltranzisti sanno benissimo che è impossibile estromettere lo Stato dalle dinamiche della nostra economia, e in tempi di crisi i soldi pubblici sono l'unica barriera che può evitare il tracollo definitivo.

Non è un mistero che la nostra agricoltura vada avanti a via di sovvenzioni e aiuti comunitari, e che gran parte dei fondi stanziati dalla Ue servano a rendere competitivi dei prodotti, quelli agricoli, che altrimenti non reggerebbero la concorrenza con le esportazioni dei paesi del Nord Africa.

Possiamo fare lo stesso discorso per tanti altri settori ma l'unica via è quella di tenere aperti gli impianti, giacché le dismissioni e le delocalizzazioni, senza trascurare la folle corsa alla riduzione degli stipendi, ci stanno portando verso il fallimento.

Pensa che se i politici fossero stati lungimiranti attualmente non avremmo interi settori saccheggiati dai cinesi, su tutti quello nautico, entrato in crisi dopo che i soliti noti hanno deciso di “criminalizzare” con un tassazione folle gli acquirenti di barche, yacht ecc...

Marchionne ha aperto impianti in Serbia e in Brasile perché le amministrazioni locali e statali di quei paesi hanno deciso di investire nelle industrie per creare occupazione, eppure anche una tassazione di favore può essere considerata alla stregua di un incentivo, addirittura in Serbia si parla di non pagare imposte per circa dieci anni, senza trascurare tutti gli altri benefici diretti e indiretti promessi alla multinazionale italiana.

Morale della favola: le attuali politiche stanno facendo scappare tutte le industrie e se continua questo trend negativo il nostro paese sarà costretto a dichiarare il fallimento. Gli incentivi servono semplicemente a stimolare il mercato e ben vengano se l'alternativa è la chiusura degli stabilimenti.

P.S. In Germania Vw continua a distribuire assegni extra agli operai, l'ultimo il mese scorso, evidentemente l'Italia è gestita da incapaci.