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Metabo
03-05-13, 18:45
L?età dell?oro del gas: tutti pazzi per il fracking | Voglio cambiare aria (http://www.linkiesta.it/blogs/voglio-cambiare-aria/l-eta-dell-oro-del-gas-tutti-pazzi-il-fracking)

L’età dell’oro del gas: tutti pazzi per il fracking
Daniela Patrucco

L’estrazione del gas dai giacimenti di carbone sta rivoluzionando il mercato dell’energia. Nei paesi anglosassoni il fracking (http://it.wikipedia.org/wiki/Fracking) infiamma l’economia, gli agricoltori e gli ambientalisti.
Attraverso il pompaggio di acqua, sabbia e sostanze chimiche, si frattura la roccia che si trova in profondità portando in superficie la miscela di gas e acqua salina. Con la tecnica del fracking questo gas “non convenzionale”, un tempo troppo difficile da estrarre, è oggi economicamente molto vantaggioso.
Vantaggioso per chi?
In Australia la produzione di gas è aumentata di 22 volte dal 2010 e si prevede che entro il 2020 gli aussie sorpasseranno il Qatar, attualmente leader dell’esportazione mondiale di gas. Il boom ha sinora interessato in particolare il Queensland e la città di Roma dove il tasso di disoccupazione è al 2%, meno della metà del tasso australiano medio. L’estrazione di gas in Australia non è cosa di oggi ma si è sempre praticata nell’entroterra, lontano dalla maggior parte degli Australiani e dai terreni agricoli.
Lock The Gate (http://lockthegate.org.au/) è il movimento di protesta che si è diffuso nel New South Wales, lo stato più popoloso dell’Australia che comprende Sydney e Canberra (la capitale), dove la pratica del fracking è attualmente meno avanzata. Gli agricoltori, che a malapena condividono la ricchezza di questo boom, sono invitati a “chiudere i cancelli” delle loro proprietà. Già perché se loro sono proprietari della superficie, ciò che c’è sotto è dello Stato. Le aziende che hanno le licenze di esplorazione, pur obbligate a negoziare accordi di compensazione con i proprietari terrieri, non hanno bisogno di chiedere alcun permesso per trivellare.
Chi paga?
Un recente rapporto della Queensland Water Commission (http://www.qwc.qld.gov.au/csg/underground-water.html), un ente pubblico australiano, ha rivelato che i livelli dell’acqua di 528 falde acquifere diminuiranno a causa dell’estrazione di quella utilizzata per il fracking. A chi si preoccupa per l’inquinamento delle falde, l’acqua utilizzata deve infatti essere depurata con processi di osmosi inversa, Mr Knox, presidente dell'Australian Petroleum Production, ha garantito che si tratta dell'"acqua potabile più pura della terra".
L’IEA, International Energy Agency (http://www.iea.org/newsroomandevents/pressreleases/2012/may/name,27266,en.html), ha stimato che in assenza di interventi da parte dei governi, entro il 2035 l’estrazione di gas non convenzionale si triplicherà, determinando un arresto nello sviluppo delle energie rinnovabili. In Gran Bretagna i conservatori vedono nella pratica del fracking la soluzione alla crisi energetica del paese e vorrebbero avviare le perforazioni. Il ministro democratico dell’energia, attualmente orientato allo sviluppo dell’energia eolica, ha avviato un’indagine per verificare l’entità dei giacimenti del Regno Unito. Secondo gli ambientalisti inglesi il gioco non vale la candela: la pratica del fracking può causare pericolo per le popolazioni a causa dell’inquinamento dell’acqua e dei terremoti che potrebbe provocare.

Fracking: gli scienziati allertano sui rischi sismici (http://www.rinnovabili.it/ambiente/fracking-oklahoma-terremoto-974/)



Articolo Washington, 27 marzo 2013
Da una ricerca della US Geological Survey, University of Oklahoma e Columbia University

Fracking: gli scienziati allertano sui rischi sismici
Un gruppo di scienziati riconduce il terremoto di magnitudo 5.7 che colpì l’Oklahoma nel 2011 alla tecnica di estrazione di gas naturale e petrolio detta fracking


http://www.rinnovabili.it/wp-content/uploads/2013/03/fracking.jpg (http://www.rinnovabili.it/ambiente/fracking-oklahoma-terremoto-974/attachment/fracking/)(Rinnovabili.it) – Non cessa il dibattito sugli eventuali rischi ambientali della tecnica di estrazione di petrolio e gas naturale detta fracking (http://www.rinnovabili.it/ambiente/ccs-e-terremoti-esiste-una-correlazione-da-studiare60018/). Ad allarmare geologi e ambientalisti è soprattutto il pericolo di causare veri e propri eventi sismici. Ma quella che fino a ieri era considerata solo un’eventualità, oggi potrebbe diventare una certezza. Un gruppo di ricercatori della University of Oklahoma, Columbia University e US Geological Surveyha condotto uno studio (http://geology.gsapubs.org/content/early/2013/03/26/G34045.1.abstract?cited-by=yes&legid=geology;G34045.1v1#aff-1) che dimostra, per la prima volta in modo scientifico, il legame tra terremoti di rilevante entità e il fracking, ossia la tecnica con cui si iniettano fluidi ad alta pressione per provocare fratture nelle rocce e agevolare la fuoriuscita di petrolio e gas. Nello specifico, tale pratica estrattiva avrebbe provocato, secondo i ricercatori, il sisma di magnitudo 5.7 che colpì l’Oklahoma nel 2011 e che fu seguito da numerose scosse di assestamento. Secondo lo studio, vicino la città di Prague furono pompati fluidi in pozzi petroliferi abbandonati per ben 18 anni prima del terremoto e nel 2006 si registrò un’eccessiva crescita della pressione nel sottosuolo. Un rischio generale di eventi sismici è stato accertato già nel 2012 dalla National Academy of Sciences e uno studio effettuato da alcuni scienziati presso il Geological Survey degli Stati Uniti ha evidenziato che dal 1972 al 2008 sono stati segnalati dai due ai sei eventi sismici ogni anno, spesso troppo poco intensi per essere avvertiti; nel 2009 sono invece stati registrati più di 50 terremoti e il numero è più che raddoppiato nel 2010. Ciò ha indotto molti studiosi a chiedersi se questa insolita sismicità fosse legata all’aumento nella zona delle attività di estrazione con la tecnica del fracking. “Il rischio che l’uomo possa provocare terremoti di grandi dimensioni anche attraverso una piccola iniezione di fluidi – spiega Abers Geoffrey, coautore dello studio – è probabilmente molto più alto di quanto si era creduto in precedenza”. Se state iniziando a pensare che questi fluidi sparati ad alta pressione possano provocare forti scosse anche in Italia, paese ad elevatissima sismicità, non temete: in Europa, almeno per ora, il fracking è vietato dalla legge.


Poi questo articolo molto interessante
L'agronomista: Fracking: che cos'è e quali sono i rischi della "nuova età dell'oro del gas naturale" (http://luismenichilli.blogspot.it/2013/03/fracking-che-cose-e-quali-sono-i-rischi.html)

paulhowe
06-05-13, 01:27
Alle cacchiate non c'e mai fine !!!

paulhowe
06-05-13, 01:36
of huge oil-containing Texas shale formations, such as the Eagle Ford Shale in South Texas and the Wolfcamp/Wolfberry play in the Permian Basin, has been truly astonishing. Just three years ago, Texas statewide oil production had bottomed out at just more than 1.1 million barrels a day after a 25 year decline from the boom times of the early 1980s. By February of this year, that daily output had more than doubled, to 2.295 million barrels a day. “Astonishing” may not be a strong enough word, but I’m out of adjectives here.


Why The Shale Miracle Has Happened In Texas - Forbes (http://www.forbes.com/sites/davidblackmon/2013/05/01/why-the-shale-miracle-has-happened-in-texas/)

The next day, on April 30, Kate Galbraith, writing in the Texas Tribune (http://www.texastribune.org/2013/04/30/texas-shale-boom-brings-budget-benefits/) online newspaper, detailed what that rapid rise in oil production means to the Texas state treasury. Quoting James Lebas, a highly regarded fiscal consultant in Austin, the story relates that the oil and gas industry paid approximately $12 billion in Texas taxes during 2012, “up from $9.25 billion in 2011 and $7.4 billion in 2010.”

paulhowe
06-05-13, 01:39
Qui parliamo di MILIARDI DI BARILI DI PETROLIO !

Preparing for Cline Boom, group looks to Odessa - Odessa American: Business (http://www.oaoa.com/news/business/article_8e4c415e-b43d-11e2-bcf0-0019bb30f31a.html)

In Texas and nationwide, many shale fields left to explore | www.statesman.com (http://www.statesman.com/news/news/opinion/in-texas-and-nationwide-many-shale-fields-left-to-/nXcgr/)

paulhowe
06-05-13, 15:00
Anche l' Illinois si unisce alla corsa.

Southern Illinois braces for oil rush as 'fracking' regulations considered by lawmakers | Fox News (http://www.foxnews.com/politics/2013/05/06/southern-illinois-braces-for-oil-rush-as-fracking-regulations-considered-by/)

Metabo
06-05-13, 18:41
Shale gas: non è neanche un buon investimento! (http://www.noncicredo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=477:shale-gas-non-e-neanche-un-buon-investimento&catid=81:gas-di-scisto&Itemid=74)
Shale gas: non è neanche un buon investimento!

http://www.noncicredo.org/templates/mario5/images/PostDateIcon.png26.04.13 | http://www.noncicredo.org/templates/mario5/images/PostAuthorIcon.png Mario
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/fracking2.jpgParlando del gas di scisto, lo shale gas come lo chiamano gli anglofoni, ho sempre sottolineato due aspetti che ritengo essere i più importanti per capire di cosa stiamo parlando.
Il primo è il fatto che l’estrazione di questa fonte fossile non convenzionale è un modo per risolvere in parte la crisi delle risorse primarie di energia, specie in paesi, come gli USA, in cui è enormemente più forte la spinta a produrre e consumare che quella a conservare l’ambiente per le generazioni future.
Fanculo la sostenibilità dunque a favore di imprese, multinazionali e lobby varie.
Il secondo aspetto è invece quello legato agli effetti che il metodo di estrazione dello shale gas ha sull’ambiente e di conseguenza sulla salute dei cittadini. Ho spiegato molte volte come tutto questo avviene. Su questo sito trovate una meravigliosa animazione (http://www.noncicredo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=475:fracking-per-ottenere-il-gas-di-scisto-e-inquinare-lacqua&catid=81:gas-di-scisto&Itemid=74) in 3D della Trial Exhibits Inc., che mostra perfettamente il funzionamento del fracking e quali danni esso possa provocare alle falde d’acqua con tutto quello che ne consegue in termini di allevamento di bestiame, coltivazione agricola, uso sanitario e personale.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto00.jpgSe negli Stati Uniti la questione è stata messa da parte con una certa fretta tanto che oggi più di un terzo del gas usato nel sistema produttivo viene dai giacimenti scistici, in Europa, dove i movimenti ecologisti hanno un peso specifico maggiore o forse dove le Big Oil & co. hanno un appeal leggermente minore, ci si muove con i piedi di piombo. Alcuni stati (la Francia ad esempio) hanno bloccato anche le ricerche e il Parlamento Europeo ha ammonito i suoi membri a non muoversi nella direzione dello shale gas senza essere più che sicuri che l’ambiente non verrà danneggiato.
A dire il vero un po’ di confusione ancora esiste, perché le informazioni su questo tipo di risorsa sono frammentarie e poggiano, prevalentemente su indagini condotte da grandi compagnie petrolifere, come la BP, trascinandosi dietro un enorme puzzo di conflitto di interesse.
Il movimento statunitense, mosso dalla realizzazione nel 2010 del documentario Gasland di Josh Fox (che trovate qui con sottotitoli italiani (http://www.noncicredo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=419:gasland-il-film-con-sottotitoli-italiani&catid=81:gas-di-scisto&Itemid=74)), si va allargando ogni giorno di più ed è facile capirne il motivo quando si pensa che uno dei più grandi giacimenti, il Marcellus, si trova sotto stati come la Pennsylvania, New York, Ohio, ma soprattutto sotto una enorme falda che “abbevera” più di 20 milioni di abitanti, compresi i cittadini di New York City. E questi l’acqua del rubinetto la bevono regolarmente, in percentuali elevatissime, anche quando vanno fuori a cena.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/acqua.jpgLe preoccupazioni sono dunque legate alla propria salute, a quella del bestiame nelle fattorie, all’inquinamento dei pozzi d’acqua, all’esplosione causata dall’acqua carica di metano che esce dai rubinetti delle abitazioni.
Ma, a queste “quisquiglie” l’establishment (tutte le grandi aziende gasiere) e buona parte della politica oppongono l’esigenza di avere energia per far funzionare la macchina dei consumi, per avere sempre hamburger da McDonalds, per abbagliare Times Square con le mille pubblicità. E poi, continuano, il prezzo del combustibile è calato, visto che il gas che estraiamo da noi non dobbiamo più comprarlo da quegli antipatici dei paesi produttori (come la Russia, il Canada, il Qatar, …). E, continuano nel loro comizio, compriamo anche meno carbone così da ridurre l’effetto serra. Peccato che il minor acquisto di carbone statunitense ne abbia fatto diminuire il prezzo così da consentire ad altri paesi di comprarne di più. Peccato che non si consideri che anche l’estrazione di shale gas provoca effetti serra, regalando all’atmosfera quantità di metano non previste. Il metano è un gas serra 70-80 volte più dannoso della CO2 per la nostra atmosfera.
Cadiamo dunque nel solito dilemma se la preservazione di un ambiente adatto a sostenerci sia più o meno importante del mantenimento di condizioni di “benessere” (nel senso usato per questo termine dalla società dei consumi) raggiunte e rispetto alle quali la maggior parte della cittadinanza dei cosiddetti paesi avanzati non ha intenzione di recedere.
Su questo aspetto si potrebbe aprire un capitolo immenso che ci coinvolge tutti. Basta un dato qualsiasi estratto da tutti quelli che fotografano la situazione. Potremmo parlare del consumo di carne che implica consumo di suolo e di acqua; o del consumo di carburante per muovere persone e oggetti con motori a scoppio (37 milioni gli autoveicoli in Italia con un rapporto di 10 a 1 tra il trasporto su gomma e su ferro delle merci); o la costruzione di centrali termoelettriche inutili (il pacchetto di produzione di energia italiano da fonti fossili è il doppio di quello che serve) e si potrebbe continuare a lungo.
Si fa dunque fatica, molta fatica, a convincere il nostro vicino che il gas di scisto è una porcheria perché non risolve affatto i problemi del mondo, anzi li acuisce e ne crea di nuovi.
Ci vorrebbe, per convincere gli scettici, un argomento economico, di quelli che dimostrino che tutti questi vantaggi che la Halliburton, La Exxon, la Total sbandierano sono dei falsi miti, delle bugie proprio come tutto l’ambaradan che hanno messo in piedi spacciando per progresso l’indebitamento economico, sociale e soprattutto ambientale che abbiamo subito negli ultimi 60 anni.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/drill.jpg (http://www.postcarbon.org/reports/DBD-report-FINAL.pdf)Bene, oggi quell’argomento ce l’abbiamo.
A febbraio di quest’anno è uscito negli Stati Uniti uno studio molto robusto di circa 180 pagine, ricchissimo di dati, tabelle, grafici, chiamato “Drill, baby, drill”. Il che significa: “Trivella baby trivella”. E come sottotitolo: “Può il combustibile non convenzionale portarci verso un’era di abbondanza energetica?” L’autore è David Hughes, geologo, il quale ha studiato per 40 anni i problemi delle fonti non convenzionali soprattutto in Canada. Si è occupato anche del picco del petrolio e del gas, diventando come scienziato un punto di riferimento in questi ambiti.
Il documento (http://www.postcarbon.org/reports/DBD-report-FINAL.pdf) di cui sto parlando è stato realizzato per il Post Carbon Institute. Si tratta di un’associazione che ha come scopo quello di guidare la transizione verso un mondo più resiliente, equo e sostenibile. Lo fa coinvolgendo aspetti di ogni genere: individuali, delle comunità, della produzione e politici. Il loro sito, in inglese, è www.postcarbon.org (http://www.postcarbon.org), ricchissimo di materiale e di informazioni.
Quanto segue è un riassunto delle parti che riguardano lo shale gas. Tutte le informazioni e le immagini sono di proprietà del Post Carbon Institute.
Si comincia con un’analisi decisamente interessante, ma che qui ci porterebbe troppo lontano, sui consumi pro capite dei combustibili fossili divisi per aree geografiche e per tipo.
Quello che si capisce è che la produzione di fonti primarie fossili negli Stati Uniti è nettamente calata negli anni. Ad esempio il numero di pozzi petroliferi attivi è sceso dal 1970 ad oggi del 30%, con un andamento progressivo che non fa certo sperare in una ripresa miracolosa.
La produzione di gas, al contrario, non ha subito negli ultimi 15 anni variazioni degne di nota; essa è sempre stata insufficiente, costringendo gli States all’importazione, che tuttavia a partire dal 2006 si è progressivamente ridotta.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto07.jpgclicca per ingrandire

(http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto07.jpg)Un’altra osservazione interessante è la riduzione negli ultimi tempi del gas proveniente dall’oceano (è assai probabile che la disgrazia nel golfo del Messico qualche strascico l’abbia lasciato), che ormai è solo un piccola parte del combustibile proveniente dai pozzi in terraferma.
Quello che stupisce è il fatto che, mentre i pozzi crescono di numero, quasi raddoppiando, la produttività media di ogni singolo pozzo si riduce drasticamente di quasi il 40%. Questo si può tradurre dicendo che per mantenere la produzione attuale è necessario scavare nuovi pozzi in numero sempre maggiore.
Quando si comincia a discutere di shale gas ci imbattiamo nelle previsioni dell’EIA (Energy Information Administration) un reparto del ministero dell’energia statunitense che si occupa delle valutazioni su qualunque cosa abbia a che fare con l’energia. Certo che fare previsioni sullo shale gas non è semplice anche perché è comparso da poco sulla scena in modo importante. Così l’EIA offre diversi scenari possibili dipendenti dal tipo di crescita economica e dal costo del petrolio.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto09.jpgclicca per ingrandire

(http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto09.jpg)Ma tutte le situazioni portano allo stesso risultato: la crescita nei consumi di metano per gli USA è basata sul gas di scisto!
EIA fornisce anche, a seconda degli scenari, le previsioni di quanto costerà nei prossimi anni il gas. E le valutazioni, anche quelle “peggiori” portano a valori che sono comunque inferiori a quelli sperati e valutati dai produttori di shale gas. E questa non è sicuramente una bella notizia per Halliburton e soci.
E brutte notizie arrivano anche sulle quantità necessarie a sostenere la società attuale degli Stati Uniti fino al 2040. In sostanza secondo EIA la quantità di combustibile di cui occorre disporre è davvero troppa rispetto a quella disponibile, una quantità che oggi nessuno sa dove si potrà andare a cercare.
Serve infatti l’intera produzione di gas tradizionale attualmente disponibile più quasi altrettanto da fonti che non si sa nemmeno se esistono. Più precisamente si dovrà disporre dell’intera produzione attuale più il 60% di quella potenzialmente presente nei giacimenti, ma che in questo momento non si può dire se si potrà estrarre.
I conti sono presto fatti:


serve tre volte il gas recuperato dai giacimenti minerali;
cinque volte quello disponibile oggi dai pozzi offshore;
il doppio delle riserve certe dell’Alaska;
il doppio del gas convenzionale da pozzi realizzati in terraferma.


Insomma, se davvero si vuole sostenere il ritmo attuale, servono 1 milione e 700 mila nuovi pozzi, una follia!
La prospettiva terrificante è quella di creare quasi 80 mila trivellazioni l’anno fino al 2040. E non è tutto, perché questo dato non tiene conto della riduzione della produttività (di cui parleremo tra breve).
In effetti i pozzi saranno sempre meno tradizionali e sempre più orizzontali con l’utilizzo della tecnica del fracking. Secondo l’EIA nei primi anni non ci saranno grossi problemi: nei primi 4 anni (fino al 2016) per incrementare la fornitura del 28% basterà un ritmo di crescita dei pozzi del 4%. Ma poi la quantità estratta calerà inevitabilmente (vedremo meglio più avanti come) e per avere un aumento del 10% di produttività servirà un ritmo di crescita delle trivellazioni di oltre il 70% ogni anno.
Non sempre ci fermiamo a riflettere quando ci viene detto quanto gas o petrolio rimane a disposizione di questa società energivora. Ci accontentiamo dei valori lordi. Ed è un po’ come calcolare il tempo che occorre per raggiungere in automobile un certo paese, semplicemente in base al chilometraggio, senza badare a semafori, ingorghi, code e quant’altro.
In questo modo otteniamo i valori migliori possibili, non calcoliamo quale parte di quei giacimenti ha combustibile di alta qualità, quale parte ha combustibile ad alta concentrazione, quale parte è di facile estrazione, quale parte presenta costi di estrazione abbordabili e quale no.
Se a questo aggiungiamo che i dati forniti al mondo intero provengono da BP (British Petroleum) non è che possiamo avere tutta questa fiducia.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto10.jpgclicca per ingrandire

(http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto10.jpg) L’immagine a fianco (a piramide) mostra la situazione che mette insieme risorse, spese necessarie per ricavare il gas (sia in termini energetici che finanziari). Più ci muoviamo verso il basso e maggiore è la quantità di combustibile presente, ma diminuisce la sua qualità essendo meno concentrato, più difficile e costoso da estrarre. La prima linea mostra il limite oltre il quale diventa antieconomico operare. E’ sicuramente vero che nuove tecnologie (e tra queste va annoverato il fracking) possono abbassare questa linea permettendo di recuperare combustibile che prima era inaccessibile, ma non si potrà mai superare la seconda barriera che rappresenta la situazione di pareggio energetico, cioè quando l’energia per ottenere il combustibile è uguale a quella che da esso si potrà poi ricavare.
Spesso, quando sentiamo dire che avremo combustibili ancora per 100, 200 o 300 anni, si tratta di boutade che non tengono in nessun conto questo tipo di osservazioni.
In effetti chiunque abbia studiato un po’ di fisica sa che il bilancio energetico ha senso se il lavoro compiuto è inferiore all’energia ricavata. Il concetto di rendimento insomma deve essere ben chiaro. A questo riguardo è anche molto interessante osservare che non tutti i combustibili “costano” allo stesso modo. Ad esempio per ricavare un barile di petrolio tradizionale basta bruciarne un ventiquattresimo, il resto è energia netta disponibile; mentre per ottenere un barile di olio dalle sabbie bituminose bisogna spenderne mezzo. Ogni combustibile dunque è più o meno conveniente anche a seconda dell’energia necessaria per portarlo dai giacimenti sul mercato.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto11.jpgclicca per ingrandire

(http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto11.jpg)Tenendo presenti queste osservazioni possiamo passare al gas di scisto. Che gli USA abbiano riserve più che abbondanti di questa fonte primaria è chiaro guardando l’immagine a fianco, fornita da EIA nel settembre 2011. La distribuzione è abbastanza uniforme, tanto da aver fatto gridare all’industria che l’autosufficienza sarebbe stata raggiunta ovunque. La realtà è diversa, perché non tutti i giacimenti sono uguali: ce ne sono di migliori, che riescono ad offrire gas di qualità a basso prezzo e altri che sono esattamente l’opposto.
Ma se consideriamo la storia dello shale gas, possiamo osservare che nel 2012 ha raggiunto il 40% della produzione totale di gas degli USA, anche se nel 2012 la produzione si è fermata senza ulteriormente crescere. Questo ha bilanciato comunque il calo nella produzione di combustibile convenzionale.
Se si analizza la produzione di tutti i pozzi, i sei più attivi forniscono l’88% del gas complessivo. Segno che la maggior parte delle trivellazioni sono a rendimento molto basso. E poi ci sono i “tassi di declino” che sono enormi. Nel giro di tre anni o poco più il livello di produzione scende del 90% e nuovi pozzi vanno scavati. Questo si traduce in 42 miliardi $ di investimenti annui per mantenere la produzione attuale, cifra che probabilmente non sarà coperta dalla vendita dei prodotti al prezzo attuale del gas. E, dal momento che in futuro, a meno di scoperte oggi non ipotizzabili di nuove tecniche meno dispendiose di estrazione, la situazione è destinata a peggiorare, questo imporrà un aumento dei prezzi e manderà a gambe all’aria la teoria secondo cui la bilancia energetica Usa sta migliorando di giorno in giorno.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto13.jpgclicca per ingrandire

(http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto13.jpg) I giacimenti “storici” e più famosi di gas di scisto sono il Barnett in Texas, dove tutta la storia è cominciata e dove è stata elaborata la tecnica del fracking. Un anno fa quasi 15 mila pozzi erano attivi, producendo 6 miliardi scarsi di metri cubi di metano al giorno. Il giacimento di Haynesville tra Texas e Louisiana è oggi il maggior produttore statunitense, mentre il Marcellus, in Pennsylvania, è al terzo posto. Questi ultimi due hanno avuto un boom improvviso negli ultimi anni (dopo il 2007).
Come tuttavia si vede dall’immagine la crescita impetuosa avvenuta dal 2000 in poi si è arrestata nell’ultimo anno in tutti i pozzi presi in considerazione.

http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto14.jpgclicca per ingrandire

(http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto14.jpg)E proprio del giacimento campione, Haynesville, osserviamo la curva di decadimento produttivo, che non è diversa da quella degli altri siti. In essa è stata calcolata la produttività media di tutti i pozzi presenti nei 4 anni di attività. I dati appaiono piuttosto chiari: non sono pozzi destinati a produrre per molto tempo, se nell’arco di 3 anni passano da una produzione 100 a meno di 10.
Come detto si tratta di valori medi, perché ad Haynesville ci sono alcuni pozzi che pompano decisamente tanto e, guarda caso, sono quelli che vengono regolarmente citati dalla stampa e nelle pubblicità.
Anche questa immagine è significativa. Se infatti consideriamo solo i pozzi scavati prima del 2011, osserviamo come la loro produttività è calata vistosamente. Per mantenere il livello occorrerebbe perforare 774 nuovi pozzi, con una spesa di circa 7 miliardi € l’anno, al netto di altri costi per le infrastrutture. E siccome la densità dei pozzi è ormai altissima non è che si possa pensare di continuare in questa direzione.
La conclusione di queste osservazioni (‘) è che l’avventura del gas di scisto non ha un futuro molto roseo. Delle due l’una: o si dovrà continuare a scavare pozzi ad un ritmo forsennato o si dovranno sensibilmente alzare i prezzi del gas.
Se a questo aggiungiamo i rischi ambientali e sociali connessi con l’utilizzo del fracking, mi sembra che nessun cittadino statunitense possa essere minimamente contento.
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(‘) fonti:
> Mark J. Kaiser and Yunke Yu, 2012, “LOUISIANA HAYNESVILLE SHALE—2: Economic operating envelopes characterized for Haynesville shale,” Oil and Gas Journal, January 9, 2012.
> United States Geological Survey, “Variability of Distributions of Well-Scale Estimated Ultimate Recovery for Continuous (Unconventional) Oil and Gas Resources in the United States,” 2012.

paulhowe
06-05-13, 18:54
La realtà è diversa, perché non tutti i giacimenti sono uguali: ce ne sono di migliori, che riescono ad offrire gas di qualità a basso prezzo e altri che sono esattamente l’opposto.
Ma se consideriamo la storia dello shale gas, possiamo osservare che nel 2012 ha raggiunto il 40% della produzione totale di gas degli USA, anche se nel 2012 la produzione si è fermata senza ulteriormente crescere. Questo ha bilanciato comunque il calo nella produzione di combustibile convenzionale.
Se si analizza la produzione di tutti i pozzi, i sei più attivi forniscono l’88% del gas complessivo. Segno che la maggior parte delle trivellazioni sono a rendimento molto basso. E poi ci sono i “tassi di declino” che sono enormi. Nel giro di tre anni o poco più il livello di produzione scende del 90% e nuovi pozzi vanno scavati. Questo si traduce in 42 miliardi $ di investimenti annui per mantenere la produzione attuale, cifra che probabilmente non sarà coperta dalla vendita dei prodotti al prezzo attuale del gas.




Tanto per cominciare si cerca sopratutto il gas, mentre il petrolio comporta costi e problematiche diverse.

Sono in corso diverse analisi su quali siano le potenzialita totali, visto che per pozzi che sono in calo, ce ne sono altri che aprono.

Ad esempio nel CLINE Shale del texas si pensa ci siano alcune decine di miliardi di barili.
In Texas and nationwide, many areas like Cline Shale left to explore | Lubbock Online | Lubbock Avalanche-Journal (http://lubbockonline.com/filed-online/2013-04-29/texas-and-nationwide-many-areas-cline-shale-left-explore#.UYffIbWTgo4)

cosi come nel niobrara del Colorado

Blockbuster U.S. Shale Formation (http://www.energyandcapital.com/articles/us-blockbuster-shale-formation/3270)



Il prezzo del gas naturale peraltro negli ultimi 3 anni negli USA si e' piu che dimezzato. E' questo l'effetto piu rilevante degli SHALE, vale a dire portare nel sistema produttivo energia a basso costo e far recuperare margini di guadagno alle industrie.


Inutile quindi rodersi il culo, gli USA hanno enorme risorse da utilizzare.........gli altri andranno con il cappello in mano!

Metabo
07-05-13, 10:10
Tanto per cominciare si cerca sopratutto il gas, mentre il petrolio comporta costi e problematiche diverse.

Sono in corso diverse analisi su quali siano le potenzialita totali, visto che per pozzi che sono in calo, ce ne sono altri che aprono.

Ad esempio nel CLINE Shale del texas si pensa ci siano alcune decine di miliardi di barili.
In Texas and nationwide, many areas like Cline Shale left to explore | Lubbock Online | Lubbock Avalanche-Journal (http://lubbockonline.com/filed-online/2013-04-29/texas-and-nationwide-many-areas-cline-shale-left-explore#.UYffIbWTgo4)

cosi come nel niobrara del Colorado

Blockbuster U.S. Shale Formation (http://www.energyandcapital.com/articles/us-blockbuster-shale-formation/3270)



Il prezzo del gas naturale peraltro negli ultimi 3 anni negli USA si e' piu che dimezzato. E' questo l'effetto piu rilevante degli SHALE, vale a dire portare nel sistema produttivo energia a basso costo e far recuperare margini di guadagno alle industrie.


Inutile quindi rodersi il culo, gli USA hanno enorme risorse da utilizzare.........gli altri andranno con il cappello in mano!

Gli americani si sono buttati sullo shale solo perché sono con l'acqua alla gola.
Di certo se gli usa si suicidano con gli shalegas ci guadagnano gli altri, perché russi e arabi e venezuelani e tutti gli altri produttori, sono costretti ad abbassare il prezzo del petroli.
Il futuro resta l'energia verde, gli usa già sono indietro, cosi si tagliano le gambe.

Amati75
07-05-13, 13:28
Gli americani si sono buttati sullo shale solo perché sono con l'acqua alla gola.
Di certo se gli usa si suicidano con gli shalegas ci guadagnano gli altri, perché russi e arabi e venezuelani e tutti gli altri produttori, sono costretti ad abbassare il prezzo del petroli.
Il futuro resta l'energia verde, gli usa già sono indietro, cosi si tagliano le gambe.

Che fantasia che hai.

Qassim
07-05-13, 21:47
Non so se faccia male o no lo shale gas, però il consumo di carbone è calato veramente ed è pure tracollato il prezzo, non c'è gente che ne consuma di più, sarà forse anche la crisi ma di certo di carbone in giro ce n'è di meno. E il carbone di sicuro bene non fa.

paulhowe
07-05-13, 22:31
Gli americani si sono buttati sullo shale solo perché sono con l'acqua alla gola.Di certo se gli usa si suicidano con gli shalegas ci guadagnano gli altri, perché russi e arabi e venezuelani e tutti gli altri produttori, sono costretti ad abbassare il prezzo del petroli.Il futuro resta l'energia verde, gli usa già sono indietro, cosi si tagliano le gambe.Gli americani si sono "buttati" sullo shalegas cosi come a suo tempo si "buttarono" sull'informatica, l'aerospaziale, la plastica, l'automobile, gli elettrodomestici.....si chiama spirito imprenditoriale!Tale spirito produce degli output in termini di crescita della produttivita, della tecnologia e quindi del benessere di tutti.Nello specifico senza l'avanzamento tecnologico non ci sarebbe stato questo interesse sullo shales i cui giacimenti vorrei ricordarlo esistono da secoli.L'energia verde e' una cagata pazzesca almeno che non si sviluppi in regioni dove le condizioni climatiche lo permettano, peraltro gli USA non sono affatto indietro basta vedere quante solar farms e quante wind farms esistono negli USA tra texas, arizona e california.

paulhowe
07-05-13, 22:33
Non so se faccia male o no lo shale gas, però il consumo di carbone è calato veramente ed è pure tracollato il prezzo, non c'è gente che ne consuma di più, sarà forse anche la crisi ma di certo di carbone in giro ce n'è di meno. E il carbone di sicuro bene non fa.

Infatti il gas sta progressivamente sostituendo il carbone.

pedro
07-05-13, 22:33
Gli americani si sono buttati sullo shale solo perché sono con l'acqua alla gola.

Scritto in italiano fa ridere, se lo hai scritto in Italia fa ridere due volte.

paulhowe
07-05-13, 22:36
Ma lui ha una "licenza poetica" !



....questi alcuni effetti industriale degli shales

Shale gas driving US energy prices down, Alcoa says | Metal Bulletin (http://www.metalbulletin.com/Article/3201816/Base-metals/Shale-gas-driving-US-energy-prices-down-Alcoa-says.html)

http://seekingalpha.com/article/1408731-obama-s-central-america-speech-a-hint-for-granting-lng-exports-to-non-fta-countries?source=google_news

paulhowe
10-05-13, 01:02
US Oil Production Is Nearly Even With Imports (http://www.cnbc.com/id/100721958)

paulhowe
10-05-13, 01:24
Exxon to Build $10 Billion U.S. LNG Export Plant With Qatar - Bloomberg (http://www.bloomberg.com/news/2013-05-09/exxon-to-build-10-billion-u-s-lng-export-plant-with-qatar-1-.html)


Exxon Mobil Corp. (XOM) (http://www.bloomberg.com/quote/XOM:US), the largest energy company by market value, signed an agreement with Qatar Petroleum International to move forward with construction of a $10 billion natural gas export terminal in Texas (http://topics.bloomberg.com/texas/).

paulhowe
15-05-13, 02:13
Previsioni di un sorpasso alla Russia in termini di produzione

U.S. to Surpass Russia as Largest Non-OPEC Oil Producer | Fox Business (http://www.foxbusiness.com/news/2013/05/14/us-oil-boom-leaves-opec-sidelined-from-demand-growth/?intcmp=obnetwork)

http://online.wsj.com/article/SB10001424127887323716304578482380781253080.html?m od=googlenews_wsj

atvar51
15-05-13, 07:44
Che fantasia che hai.


Non e' fantasia

Gli usa funzionano in base ad un paradigma di risorse illimitate - diciamo che ci somo probabilita' molto elevate che sia una convinzione errata, e che finiranmo col pagarla

Metabo
15-05-13, 10:22
Non e' fantasia

Gli usa funzionano in base ad un paradigma di risorse illimitate - diciamo che ci somo probabilita' molto elevate che sia una convinzione errata, e che finiranmo col pagarla

La verità è che non sanno più a che santo rivolgersi.
Ma cosi si stanno giocando l'ultima occasione di ripensare il loro "stile di vita"
La parte dell’articolo dove dice che stanno mettendo a rischio la falda che alimenta New York, dovrebbe far venire i capelli bianchi dalla paura a chiunque.

Amati75
15-05-13, 13:01
Non e' fantasia

Gli usa funzionano in base ad un paradigma di risorse illimitate - diciamo che ci somo probabilita' molto elevate che sia una convinzione errata, e che finiranmo col pagarla

Ma va la...
Ma queste convinzioni su cosa le basate?

Amati75
15-05-13, 13:02
La verità è che non sanno più a che santo rivolgersi.
Ma cosi si stanno giocando l'ultima occasione di ripensare il loro "stile di vita"
La parte dell’articolo dove dice che stanno mettendo a rischio la falda che alimenta New York, dovrebbe far venire i capelli bianchi dalla paura a chiunque.

:drinky:

paulhowe
15-05-13, 14:02
La verità è che non sanno più a che santo rivolgersi.
Ma cosi si stanno giocando l'ultima occasione di ripensare il loro "stile di vita"
La parte dell’articolo dove dice che stanno mettendo a rischio la falda che alimenta New York, dovrebbe far venire i capelli bianchi dalla paura a chiunque.


A quando l' "invasione degli ultracorpi" ?

amaryllide
15-05-13, 14:25
Gli americani si sono "buttati" sullo shalegas cosi come a suo tempo si "buttarono" sull'informatica, l'aerospaziale, la plastica, l'automobile, gli elettrodomestici.....si chiama spirito imprenditoriale!Tale spirito produce degli output in termini di crescita della produttivita, della tecnologia e quindi del benessere di tutti..
vaglielo a dire a quelli che hanno l'acqua che prende fuoco in casa, che sta aumentando il loro benessere. Sei davvero al di là della capacità di intendere

amaryllide
15-05-13, 14:26
Ma va la...
Ma queste convinzioni su cosa le basate?
sui fatti? Mi citi quando e quale presidente ha mai imposto come politica nazionale l'idea che il consumo illimitato è un suicidio?

Metabo
15-05-13, 16:12
vaglielo a dire a quelli che hanno l'acqua che prende fuoco in casa, che sta aumentando il loro benessere. Sei davvero al di là della capacità di intendere

No è un flammer o troll

amaryllide
15-05-13, 20:12
sui fatti? Mi citi quando e quale presidente ha mai imposto come politica nazionale l'idea che il consumo illimitato è un suicidio?
mi rispondo da solo: nessun presidente. Lo fece solo un candidato, e lo ammazzarono tre mesi dopo questo discorso
Bob Kennedy: il Pil misura tutto, tranne quello che ci serve davvero | LIBRE (http://www.libreidee.org/2009/01/bob-kennedy-il-pil-misura-tutto-tranne-quello-che-ci-serve-davvero/)

Amati75
15-05-13, 20:17
sui fatti? Mi citi quando e quale presidente ha mai imposto come politica nazionale l'idea che il consumo illimitato è un suicidio?

Ma che centra...? :confused:

Indicami quale sitema economico al mondo, sia esso capitalista o comunista, non punti alla crescita....

Evidentemente poi ti sfugge, che la crescita puo' avvenire anche a parita' di consumo di risorse prime, estremamente difficile e complicato, ma teoricamente possibile.

Amati75
15-05-13, 20:20
mi rispondo da solo: nessun presidente. Lo fece solo un candidato, e lo ammazzarono tre mesi dopo questo discorso
Bob Kennedy: il Pil misura tutto, tranne quello che ci serve davvero | LIBRE (http://www.libreidee.org/2009/01/bob-kennedy-il-pil-misura-tutto-tranne-quello-che-ci-serve-davvero/)

Guarda che non e' mica vietato perseguire interessi o fini che non siano relazionati strettamete al "PIL"...

Il PIL e' semplicemente una sintesi estrema in un arco di tempo definito in una zona geografica definita, stop... non so cosa mai ci leggiate in questo che non si capisca.

Vi sono tanti altri parametri che sono utili da leggere ASSIEME al dato del PIL, anche perhce; il PIl ad esempio NON racchiude la totalita' delle transazioni economiche.

Amati75
15-05-13, 20:23
vaglielo a dire a quelli che hanno l'acqua che prende fuoco in casa, che sta aumentando il loro benessere. Sei davvero al di là della capacità di intendere

Lo sai che molti di qeusti casi sono stai tentativi di frode in case civili, smascherati come ta;li? Molti prima di registrare i video allacciavano i tubi del metano ai tubi dell' acqua.

Vi sono anche i casi reali, ma si sta palando di un industria in espansione che dovra' quindi settare i propri parametri, regolamenti ecc ecc.

Ad esempio in Canada sono decenni che estraggono oil sands, sviluppando pero' nel tempo tencihce meno problematiche e piu' efficenti, lo stesso accadra' per il fracking negli USA.

Silver Dollar
15-05-13, 20:45
Lo sai che molti di qeusti casi sono stai tentativi di frode in case civili, smascherati come ta;li? Molti prima di registrare i video allacciavano i tubi del metano ai tubi dell' acqua.

Vi sono anche i casi reali, ma si sta palando di un industria in espansione che dovra' quindi settare i propri parametri, regolamenti ecc ecc.

Ad esempio in Canada sono decenni che estraggono oil sands, sviluppando pero' nel tempo tencihce meno problematiche e piu' efficenti, lo stesso accadra' per il fracking negli USA.

Eh no ma c'è er combloddo

Metabo
16-05-13, 13:05
Shale gas: non è neanche un buon investimento! (http://www.noncicredo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=477:shale-gas-non-e-neanche-un-buon-investimento&catid=81:gas-di-scisto&Itemid=74)
Shale gas: non è neanche un buon investimento!

http://www.noncicredo.org/templates/mario5/images/PostDateIcon.png26.04.13 | http://www.noncicredo.org/templates/mario5/images/PostAuthorIcon.png Mario
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/fracking2.jpgParlando del gas di scisto, lo shale gas come lo chiamano gli anglofoni, ho sempre sottolineato due aspetti che ritengo essere i più importanti per capire di cosa stiamo parlando.
Il primo è il fatto che l’estrazione di questa fonte fossile non convenzionale è un modo per risolvere in parte la crisi delle risorse primarie di energia, specie in paesi, come gli USA, in cui è enormemente più forte la spinta a produrre e consumare che quella a conservare l’ambiente per le generazioni future.
Fanculo la sostenibilità dunque a favore di imprese, multinazionali e lobby varie.
Il secondo aspetto è invece quello legato agli effetti che il metodo di estrazione dello shale gas ha sull’ambiente e di conseguenza sulla salute dei cittadini. Ho spiegato molte volte come tutto questo avviene. Su questo sito trovate una meravigliosa animazione (http://www.noncicredo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=475:fracking-per-ottenere-il-gas-di-scisto-e-inquinare-lacqua&catid=81:gas-di-scisto&Itemid=74) in 3D della Trial Exhibits Inc., che mostra perfettamente il funzionamento del fracking e quali danni esso possa provocare alle falde d’acqua con tutto quello che ne consegue in termini di allevamento di bestiame, coltivazione agricola, uso sanitario e personale.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto00.jpgSe negli Stati Uniti la questione è stata messa da parte con una certa fretta tanto che oggi più di un terzo del gas usato nel sistema produttivo viene dai giacimenti scistici, in Europa, dove i movimenti ecologisti hanno un peso specifico maggiore o forse dove le Big Oil & co. hanno un appeal leggermente minore, ci si muove con i piedi di piombo. Alcuni stati (la Francia ad esempio) hanno bloccato anche le ricerche e il Parlamento Europeo ha ammonito i suoi membri a non muoversi nella direzione dello shale gas senza essere più che sicuri che l’ambiente non verrà danneggiato.
A dire il vero un po’ di confusione ancora esiste, perché le informazioni su questo tipo di risorsa sono frammentarie e poggiano, prevalentemente su indagini condotte da grandi compagnie petrolifere, come la BP, trascinandosi dietro un enorme puzzo di conflitto di interesse.
Il movimento statunitense, mosso dalla realizzazione nel 2010 del documentario Gasland di Josh Fox (che trovate qui con sottotitoli italiani (http://www.noncicredo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=419:gasland-il-film-con-sottotitoli-italiani&catid=81:gas-di-scisto&Itemid=74)), si va allargando ogni giorno di più ed è facile capirne il motivo quando si pensa che uno dei più grandi giacimenti, il Marcellus, si trova sotto stati come la Pennsylvania, New York, Ohio, ma soprattutto sotto una enorme falda che “abbevera” più di 20 milioni di abitanti, compresi i cittadini di New York City. E questi l’acqua del rubinetto la bevono regolarmente, in percentuali elevatissime, anche quando vanno fuori a cena.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/acqua.jpgLe preoccupazioni sono dunque legate alla propria salute, a quella del bestiame nelle fattorie, all’inquinamento dei pozzi d’acqua, all’esplosione causata dall’acqua carica di metano che esce dai rubinetti delle abitazioni.
Ma, a queste “quisquiglie” l’establishment (tutte le grandi aziende gasiere) e buona parte della politica oppongono l’esigenza di avere energia per far funzionare la macchina dei consumi, per avere sempre hamburger da McDonalds, per abbagliare Times Square con le mille pubblicità. E poi, continuano, il prezzo del combustibile è calato, visto che il gas che estraiamo da noi non dobbiamo più comprarlo da quegli antipatici dei paesi produttori (come la Russia, il Canada, il Qatar, …). E, continuano nel loro comizio, compriamo anche meno carbone così da ridurre l’effetto serra. Peccato che il minor acquisto di carbone statunitense ne abbia fatto diminuire il prezzo così da consentire ad altri paesi di comprarne di più. Peccato che non si consideri che anche l’estrazione di shale gas provoca effetti serra, regalando all’atmosfera quantità di metano non previste. Il metano è un gas serra 70-80 volte più dannoso della CO2 per la nostra atmosfera.
Cadiamo dunque nel solito dilemma se la preservazione di un ambiente adatto a sostenerci sia più o meno importante del mantenimento di condizioni di “benessere” (nel senso usato per questo termine dalla società dei consumi) raggiunte e rispetto alle quali la maggior parte della cittadinanza dei cosiddetti paesi avanzati non ha intenzione di recedere.
Su questo aspetto si potrebbe aprire un capitolo immenso che ci coinvolge tutti. Basta un dato qualsiasi estratto da tutti quelli che fotografano la situazione. Potremmo parlare del consumo di carne che implica consumo di suolo e di acqua; o del consumo di carburante per muovere persone e oggetti con motori a scoppio (37 milioni gli autoveicoli in Italia con un rapporto di 10 a 1 tra il trasporto su gomma e su ferro delle merci); o la costruzione di centrali termoelettriche inutili (il pacchetto di produzione di energia italiano da fonti fossili è il doppio di quello che serve) e si potrebbe continuare a lungo.
Si fa dunque fatica, molta fatica, a convincere il nostro vicino che il gas di scisto è una porcheria perché non risolve affatto i problemi del mondo, anzi li acuisce e ne crea di nuovi.
Ci vorrebbe, per convincere gli scettici, un argomento economico, di quelli che dimostrino che tutti questi vantaggi che la Halliburton, La Exxon, la Total sbandierano sono dei falsi miti, delle bugie proprio come tutto l’ambaradan che hanno messo in piedi spacciando per progresso l’indebitamento economico, sociale e soprattutto ambientale che abbiamo subito negli ultimi 60 anni.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/drill.jpg (http://www.postcarbon.org/reports/DBD-report-FINAL.pdf)Bene, oggi quell’argomento ce l’abbiamo.
A febbraio di quest’anno è uscito negli Stati Uniti uno studio molto robusto di circa 180 pagine, ricchissimo di dati, tabelle, grafici, chiamato “Drill, baby, drill”. Il che significa: “Trivella baby trivella”. E come sottotitolo: “Può il combustibile non convenzionale portarci verso un’era di abbondanza energetica?” L’autore è David Hughes, geologo, il quale ha studiato per 40 anni i problemi delle fonti non convenzionali soprattutto in Canada. Si è occupato anche del picco del petrolio e del gas, diventando come scienziato un punto di riferimento in questi ambiti.
Il documento (http://www.postcarbon.org/reports/DBD-report-FINAL.pdf) di cui sto parlando è stato realizzato per il Post Carbon Institute. Si tratta di un’associazione che ha come scopo quello di guidare la transizione verso un mondo più resiliente, equo e sostenibile. Lo fa coinvolgendo aspetti di ogni genere: individuali, delle comunità, della produzione e politici. Il loro sito, in inglese, è www.postcarbon.org (http://www.postcarbon.org), ricchissimo di materiale e di informazioni.
Quanto segue è un riassunto delle parti che riguardano lo shale gas. Tutte le informazioni e le immagini sono di proprietà del Post Carbon Institute.
Si comincia con un’analisi decisamente interessante, ma che qui ci porterebbe troppo lontano, sui consumi pro capite dei combustibili fossili divisi per aree geografiche e per tipo.
Quello che si capisce è che la produzione di fonti primarie fossili negli Stati Uniti è nettamente calata negli anni. Ad esempio il numero di pozzi petroliferi attivi è sceso dal 1970 ad oggi del 30%, con un andamento progressivo che non fa certo sperare in una ripresa miracolosa.
La produzione di gas, al contrario, non ha subito negli ultimi 15 anni variazioni degne di nota; essa è sempre stata insufficiente, costringendo gli States all’importazione, che tuttavia a partire dal 2006 si è progressivamente ridotta.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto07.jpgclicca per ingrandire

(http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto07.jpg)Un’altra osservazione interessante è la riduzione negli ultimi tempi del gas proveniente dall’oceano (è assai probabile che la disgrazia nel golfo del Messico qualche strascico l’abbia lasciato), che ormai è solo un piccola parte del combustibile proveniente dai pozzi in terraferma.
Quello che stupisce è il fatto che, mentre i pozzi crescono di numero, quasi raddoppiando, la produttività media di ogni singolo pozzo si riduce drasticamente di quasi il 40%. Questo si può tradurre dicendo che per mantenere la produzione attuale è necessario scavare nuovi pozzi in numero sempre maggiore.
Quando si comincia a discutere di shale gas ci imbattiamo nelle previsioni dell’EIA (Energy Information Administration) un reparto del ministero dell’energia statunitense che si occupa delle valutazioni su qualunque cosa abbia a che fare con l’energia. Certo che fare previsioni sullo shale gas non è semplice anche perché è comparso da poco sulla scena in modo importante. Così l’EIA offre diversi scenari possibili dipendenti dal tipo di crescita economica e dal costo del petrolio.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto09.jpgclicca per ingrandire

(http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto09.jpg)Ma tutte le situazioni portano allo stesso risultato: la crescita nei consumi di metano per gli USA è basata sul gas di scisto!
EIA fornisce anche, a seconda degli scenari, le previsioni di quanto costerà nei prossimi anni il gas. E le valutazioni, anche quelle “peggiori” portano a valori che sono comunque inferiori a quelli sperati e valutati dai produttori di shale gas. E questa non è sicuramente una bella notizia per Halliburton e soci.
E brutte notizie arrivano anche sulle quantità necessarie a sostenere la società attuale degli Stati Uniti fino al 2040. In sostanza secondo EIA la quantità di combustibile di cui occorre disporre è davvero troppa rispetto a quella disponibile, una quantità che oggi nessuno sa dove si potrà andare a cercare.
Serve infatti l’intera produzione di gas tradizionale attualmente disponibile più quasi altrettanto da fonti che non si sa nemmeno se esistono. Più precisamente si dovrà disporre dell’intera produzione attuale più il 60% di quella potenzialmente presente nei giacimenti, ma che in questo momento non si può dire se si potrà estrarre.
I conti sono presto fatti:


serve tre volte il gas recuperato dai giacimenti minerali;
cinque volte quello disponibile oggi dai pozzi offshore;
il doppio delle riserve certe dell’Alaska;
il doppio del gas convenzionale da pozzi realizzati in terraferma.


Insomma, se davvero si vuole sostenere il ritmo attuale, servono 1 milione e 700 mila nuovi pozzi, una follia!
La prospettiva terrificante è quella di creare quasi 80 mila trivellazioni l’anno fino al 2040. E non è tutto, perché questo dato non tiene conto della riduzione della produttività (di cui parleremo tra breve).
In effetti i pozzi saranno sempre meno tradizionali e sempre più orizzontali con l’utilizzo della tecnica del fracking. Secondo l’EIA nei primi anni non ci saranno grossi problemi: nei primi 4 anni (fino al 2016) per incrementare la fornitura del 28% basterà un ritmo di crescita dei pozzi del 4%. Ma poi la quantità estratta calerà inevitabilmente (vedremo meglio più avanti come) e per avere un aumento del 10% di produttività servirà un ritmo di crescita delle trivellazioni di oltre il 70% ogni anno.
Non sempre ci fermiamo a riflettere quando ci viene detto quanto gas o petrolio rimane a disposizione di questa società energivora. Ci accontentiamo dei valori lordi. Ed è un po’ come calcolare il tempo che occorre per raggiungere in automobile un certo paese, semplicemente in base al chilometraggio, senza badare a semafori, ingorghi, code e quant’altro.
In questo modo otteniamo i valori migliori possibili, non calcoliamo quale parte di quei giacimenti ha combustibile di alta qualità, quale parte ha combustibile ad alta concentrazione, quale parte è di facile estrazione, quale parte presenta costi di estrazione abbordabili e quale no.
Se a questo aggiungiamo che i dati forniti al mondo intero provengono da BP (British Petroleum) non è che possiamo avere tutta questa fiducia.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto10.jpgclicca per ingrandire

(http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto10.jpg) L’immagine a fianco (a piramide) mostra la situazione che mette insieme risorse, spese necessarie per ricavare il gas (sia in termini energetici che finanziari). Più ci muoviamo verso il basso e maggiore è la quantità di combustibile presente, ma diminuisce la sua qualità essendo meno concentrato, più difficile e costoso da estrarre. La prima linea mostra il limite oltre il quale diventa antieconomico operare. E’ sicuramente vero che nuove tecnologie (e tra queste va annoverato il fracking) possono abbassare questa linea permettendo di recuperare combustibile che prima era inaccessibile, ma non si potrà mai superare la seconda barriera che rappresenta la situazione di pareggio energetico, cioè quando l’energia per ottenere il combustibile è uguale a quella che da esso si potrà poi ricavare.
Spesso, quando sentiamo dire che avremo combustibili ancora per 100, 200 o 300 anni, si tratta di boutade che non tengono in nessun conto questo tipo di osservazioni.
In effetti chiunque abbia studiato un po’ di fisica sa che il bilancio energetico ha senso se il lavoro compiuto è inferiore all’energia ricavata. Il concetto di rendimento insomma deve essere ben chiaro. A questo riguardo è anche molto interessante osservare che non tutti i combustibili “costano” allo stesso modo. Ad esempio per ricavare un barile di petrolio tradizionale basta bruciarne un ventiquattresimo, il resto è energia netta disponibile; mentre per ottenere un barile di olio dalle sabbie bituminose bisogna spenderne mezzo. Ogni combustibile dunque è più o meno conveniente anche a seconda dell’energia necessaria per portarlo dai giacimenti sul mercato.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto11.jpgclicca per ingrandire

(http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto11.jpg)Tenendo presenti queste osservazioni possiamo passare al gas di scisto. Che gli USA abbiano riserve più che abbondanti di questa fonte primaria è chiaro guardando l’immagine a fianco, fornita da EIA nel settembre 2011. La distribuzione è abbastanza uniforme, tanto da aver fatto gridare all’industria che l’autosufficienza sarebbe stata raggiunta ovunque. La realtà è diversa, perché non tutti i giacimenti sono uguali: ce ne sono di migliori, che riescono ad offrire gas di qualità a basso prezzo e altri che sono esattamente l’opposto.
Ma se consideriamo la storia dello shale gas, possiamo osservare che nel 2012 ha raggiunto il 40% della produzione totale di gas degli USA, anche se nel 2012 la produzione si è fermata senza ulteriormente crescere. Questo ha bilanciato comunque il calo nella produzione di combustibile convenzionale.
Se si analizza la produzione di tutti i pozzi, i sei più attivi forniscono l’88% del gas complessivo. Segno che la maggior parte delle trivellazioni sono a rendimento molto basso. E poi ci sono i “tassi di declino” che sono enormi. Nel giro di tre anni o poco più il livello di produzione scende del 90% e nuovi pozzi vanno scavati. Questo si traduce in 42 miliardi $ di investimenti annui per mantenere la produzione attuale, cifra che probabilmente non sarà coperta dalla vendita dei prodotti al prezzo attuale del gas. E, dal momento che in futuro, a meno di scoperte oggi non ipotizzabili di nuove tecniche meno dispendiose di estrazione, la situazione è destinata a peggiorare, questo imporrà un aumento dei prezzi e manderà a gambe all’aria la teoria secondo cui la bilancia energetica Usa sta migliorando di giorno in giorno.
http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto13.jpgclicca per ingrandire

(http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto13.jpg) I giacimenti “storici” e più famosi di gas di scisto sono il Barnett in Texas, dove tutta la storia è cominciata e dove è stata elaborata la tecnica del fracking. Un anno fa quasi 15 mila pozzi erano attivi, producendo 6 miliardi scarsi di metri cubi di metano al giorno. Il giacimento di Haynesville tra Texas e Louisiana è oggi il maggior produttore statunitense, mentre il Marcellus, in Pennsylvania, è al terzo posto. Questi ultimi due hanno avuto un boom improvviso negli ultimi anni (dopo il 2007).
Come tuttavia si vede dall’immagine la crescita impetuosa avvenuta dal 2000 in poi si è arrestata nell’ultimo anno in tutti i pozzi presi in considerazione.

http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto14.jpgclicca per ingrandire

(http://www.noncicredo.org/images/stories/articoli/shale/scisto14.jpg)E proprio del giacimento campione, Haynesville, osserviamo la curva di decadimento produttivo, che non è diversa da quella degli altri siti. In essa è stata calcolata la produttività media di tutti i pozzi presenti nei 4 anni di attività. I dati appaiono piuttosto chiari: non sono pozzi destinati a produrre per molto tempo, se nell’arco di 3 anni passano da una produzione 100 a meno di 10.
Come detto si tratta di valori medi, perché ad Haynesville ci sono alcuni pozzi che pompano decisamente tanto e, guarda caso, sono quelli che vengono regolarmente citati dalla stampa e nelle pubblicità.
Anche questa immagine è significativa. Se infatti consideriamo solo i pozzi scavati prima del 2011, osserviamo come la loro produttività è calata vistosamente. Per mantenere il livello occorrerebbe perforare 774 nuovi pozzi, con una spesa di circa 7 miliardi € l’anno, al netto di altri costi per le infrastrutture. E siccome la densità dei pozzi è ormai altissima non è che si possa pensare di continuare in questa direzione.
La conclusione di queste osservazioni (‘) è che l’avventura del gas di scisto non ha un futuro molto roseo. Delle due l’una: o si dovrà continuare a scavare pozzi ad un ritmo forsennato o si dovranno sensibilmente alzare i prezzi del gas.
Se a questo aggiungiamo i rischi ambientali e sociali connessi con l’utilizzo del fracking, mi sembra che nessun cittadino statunitense possa essere minimamente contento.
------------------------------
(‘) fonti:
> Mark J. Kaiser and Yunke Yu, 2012, “LOUISIANA HAYNESVILLE SHALE—2: Economic operating envelopes characterized for Haynesville shale,” Oil and Gas Journal, January 9, 2012.
> United States Geological Survey, “Variability of Distributions of Well-Scale Estimated Ultimate Recovery for Continuous (Unconventional) Oil and Gas Resources in the United States,” 2012.

Gli americani hanno perso la guerra (un'altra) sulle energie rinnovabili, non avendo più nessuna chance di crescita, si sono buttati a capo fitto sugli shale-gas.
Ma la pagheranno caro sul profilo ambientale, ma anche economico nel medio lungo periodo.
Significa che compreranno tecnologie verde da noi e i cinesi, insieme all’acqua potabile

Amati75
16-05-13, 19:02
Gli americani hanno perso la guerra (un'altra) sulle energie rinnovabili, non avendo più nessuna chance di crescita, si sono buttati a capo fitto sugli shale-gas.
Ma la pagheranno caro sul profilo ambientale, ma anche economico nel medio lungo periodo.
Significa che compreranno tecnologie verde da noi e i cinesi, insieme all’acqua potabile


Ma basta con ste cacchiate.....

Mike
17-05-13, 01:52
Lo sai che molti di qeusti casi sono stai tentativi di frode in case civili, smascherati come ta;li? Molti prima di registrare i video allacciavano i tubi del metano ai tubi dell' acqua.


Link please? Mi sa di cazzata lontano un miglio, il metano delle tubature domestiche sta ad una pressione di 0,03 bar (bassa pressione), mentre l'acqua dell'acquedotto di solito ne fa 3-6 bar. Se tu facessi una cosa del genere, il risultato sarebbe che l'acqua entrerebbe dentro le tubature del metano e le risalirebbe al contrario fino ad arrivare almeno al contatore (il quale si suppone sia dotato di una valvola di non ritorno), ma non uscirebbe nemmeno una bolla di metano dai rubinetti. Riprova, sarai più fortunato.

Amati75
17-05-13, 13:14
Link please? Mi sa di cazzata lontano un miglio, il metano delle tubature domestiche sta ad una pressione di 0,03 bar (bassa pressione), mentre l'acqua dell'acquedotto di solito ne fa 3-6 bar. Se tu facessi una cosa del genere, il risultato sarebbe che l'acqua entrerebbe dentro le tubature del metano e le risalirebbe al contrario fino ad arrivare almeno al contatore (il quale si suppone sia dotato di una valvola di non ritorno), ma non uscirebbe nemmeno una bolla di metano dai rubinetti. Riprova, sarai più fortunato.

Che io rammenti vi sono stati due casi di civil lawsuits portato a anti da ecogruppi che sono stato do messi appunto perche' I video portati come prova furno o manipolati o fabbricati. Ho letto di cio su articoli. Se trovo un link lo postero'.
Vi e' un famoso documentario Gasland, che parla di questo fenomeno, nominato anche All' Oscar. Il problema d questi documentari e' che sono altamente politicizzati, come il suddetto, nel quale s vede il video più famoso dell uomo semi pelato che da fuoco All acqua. Peccato che il video e l' autore ritengono irrilevante inatto che in quell area tali casi sono preseti da decenni, da molto prima delle estrazioni tramite fracking. L' area e' interessata da tale fenomeno in modo naturale.

Che sia possibile? Certo, nelle estrazioni non realizzate d'accordo agli standard esistenti, come appunto indicato prima, essendo un industria relativamente nuova, avrà una curva d' apprendimento.
del resto utilizzare carbone o oil per la creazione dell elettricità e' molto più contaminante della gas, così come molti più terremoti sono legati All estrazione tradizionale di petrolio che tramite shale, in sintesi i rischi ci sono in gli forma di estrazione di materie prime, addirittura pure alcune energie rinnovabili, hanno rischi, anche l' energia geotermica ha dei links con possibili terremoti.

Metabo
17-05-13, 15:32
Che io rammenti vi sono stati due casi di civil lawsuits portato a anti da ecogruppi che sono stato do messi appunto perche' I video portati come prova furno o manipolati o fabbricati. Ho letto di cio su articoli. Se trovo un link lo postero'.
Vi e' un famoso documentario Gasland, che parla di questo fenomeno, nominato anche All' Oscar. Il problema d questi documentari e' che sono altamente politicizzati, come il suddetto, nel quale s vede il video più famoso dell uomo semi pelato che da fuoco All acqua. Peccato che il video e l' autore ritengono irrilevante inatto che in quell area tali casi sono preseti da decenni, da molto prima delle estrazioni tramite fracking. L' area e' interessata da tale fenomeno in modo naturale.

Che sia possibile? Certo, nelle estrazioni non realizzate d'accordo agli standard esistenti, come appunto indicato prima, essendo un industria relativamente nuova, avrà una curva d' apprendimento.
del resto utilizzare carbone o oil per la creazione dell elettricità e' molto più contaminante della gas, così come molti più terremoti sono legati All estrazione tradizionale di petrolio che tramite shale, in sintesi i rischi ci sono in gli forma di estrazione di materie prime, addirittura pure alcune energie rinnovabili, hanno rischi, anche l' energia geotermica ha dei links con possibili terremoti.

Ma ti sei letto l'articolo che ho postato, comunque vedremo, già fra un paio di anni.

Amati75
17-05-13, 16:23
Ma ti sei letto l'articolo che ho postato, comunque vedremo, già fra un paio di anni.

Letto, e mi pare un articolo piuttosto politicizzato, per dire usano propio l'immagine del singore con l'acqua che prende fuoco, presa dal documentario GASLAND, quello che ritiene come "irrilevante" che tali situaizoni sono presenti in quell' area da decenni prima che il fracking fosse presente nella zona, visto che e' una situazione nella zona che si presenta in natura.

Il boom repetentino dei giacimenti ha abbassato enormemente i prezzi, e quindi ovviamente anche investimenti, produttivita' ecc ecc, non a caso propio i produttori stanno spingendo per la via libera per la costruzione di terminali per gas liquefatto per l'esportazione (dato che potrebbero quindi aumentare i prezzi pur restano sottocosto rispetto agli altri produttori), i quali richeidono investimenti consistenti cosi come temp per la costruzione... decisamente piu' di "un paio d'annni".. ergo non richiederebbero la possibilita' di costruire tali infrastrutture se vedessero che la loro produttivita' e' effettivamente come quella che indica l'articolo, ovvero se sono dipsosti ad investire MLD di dollari per infrastrutture che dovrannno durare decenni e che richiedono alcuni anni per essere messe a punto.

Mi pare piu' che evidente quindi che l'articolo ha ovviamente in se dati ed analisi errate (a meno che tu voglia sostenere che tutti i partecipanti in tale industria abbiano scelto di commettere suicidio finanziario collettivo e simultaneo), ed il fatto che sia politicizzato lo rende ancora piu' evidente e plausibile.

Metabo
17-05-13, 16:34
Letto, e mi pare un articolo piuttosto politicizzato, per dire usano propio l'immagine del singore con l'acqua che prende fuoco, presa dal documentario GASLAND, quello che ritiene come "irrilevante" che tali situaizoni sono presenti in quell' area da decenni prima che il fracking fosse presente nella zona, visto che e' una situazione nella zona che si presenta in natura.

Il boom repetentino dei giacimenti ha abbassato enormemente i prezzi, e quindi ovviamente anche investimenti, produttivita' ecc ecc, non a caso propio i produttori stanno spingendo per la via libera per la costruzione di terminali per gas liquefatto per l'esportazione (dato che potrebbero quindi aumentare i prezzi pur restano sottocosto rispetto agli altri produttori), i quali richeidono investimenti consistenti cosi come temp per la costruzione... decisamente piu' di "un paio d'annni".. ergo non richiederebbero la possibilita' di costruire tali infrastrutture se vedessero che la loro produttivita' e' effettivamente come quella che indica l'articolo, ovvero se sono dipsosti ad investire MLD di dollari per infrastrutture che dovrannno durare decenni e che richiedono alcuni anni per essere messe a punto.

Mi pare piu' che evidente quindi che l'articolo ha ovviamente in se dati ed analisi errate (a meno che tu voglia sostenere che tutti i partecipanti in tale industria abbiano scelto di commettere suicidio finanziario collettivo e simultaneo), ed il fatto che sia politicizzato lo rende ancora piu' evidente e plausibile.

No, semplicemente non hanno altra scelta, per rilanciare un minimo l'economia usa, che si basa sulla crescità infinita.

Amati75
17-05-13, 16:41
No, semplicemente non hanno altra scelta, per rilanciare un minimo l'economia usa, che si basa sulla crescità infinita.

Mi pare una risposta piu' che altro basata su quello che ti piacerebbe a te, piu ' che ad altro.

Non si investono miliardi di dollari con prospettive pluridecennali, quanda a tua detta, sarebbe evidente che la produzione entro 4 anni crollerebbe del 90%, quando sempre a tua detta, cio' e' riscontrabile gia' ora, a meno che tu ritenga appunto che ogni singolo player dell' industira, sia un cretino suicida, ogni singola player.. il che non solo e' irrazionale ma estremamente improbabile.

Per l'ultima pate, la solita titera senza senso, vuota slogna retorico che nontiene ovviamente conto di come funziona l'economia.

Anche mantenendo tutto uguale, ma avned un solo fattore che diventa piu; efficente, esempio un migliromaento tecnologico che permette di produrre lo stesso volume utilizzando meno materia prima, o meno spreco implica una crescita economica (maggiore profitto che quindi potra' essere investito in altro, ad esempio in settori nuovi o sotto investiti) e cosi via, ad esempio, un gmae changer nei prossimi lustri potrebbe essere la produzione 3D che implica ZERO sprechi (e' un add on manufactoring process)

Del resto non ho mai sentito un sistema economico che non punti alla crescita sopravvivere se non solo nelle fnatasie di chi lo propone.

Amati75
17-05-13, 17:05
doppio post

Amati75
17-05-13, 17:06
6/22/2012 @ 12:29PM |31,411 views

The Arithmetic Of Shale Gas


There are a few societal costs to the development of shale gas, such as the potential contamination of groundwater, complications in treating and recycling water used in fracking. Then there’s air pollution from leaking methane (a potent greenhouse gas) and from the diesel-powered rigs and trucks involved in drilling. If you live too close to a drilling rig you’ll find it’s noisy too.
But all things considered, the benefits of shale gas appear to far outweigh any costs. Many utilities are finding that burning natural gas to generate electricity is cheaper (and cleaner) than coal. Cheaper supplies of fuel and feedstocks benefit U.S. industry, especially manufacturers and chemicals makers which after years of looking for cheap gas abroad have been reinvesting in the U.S. Homeowners benefit from cheaper heating and cooling (http://www.forbes.com/sites/christopherhelman/2012/06/22/the-arithmetic-of-shale-gas/#) and electricity. Drilling for gas has created hundreds of thousands of jobs during this economic malaise and it’s generated billions of dollars of lease payments (http://www.forbes.com/sites/christopherhelman/2012/06/22/the-arithmetic-of-shale-gas/#) and royalties to landowners.

A group of Yale economics graduates, many of them energy industry executives, led by Yale Professor Emeritus Paul W. MacAvoy, were curious about whether they could quantify the economic benefit that shale gas has on America. So they recently set out to do a cost-benefit analysis, valuing and balancing the pros against the cons. They’ve released their findings in a paper called “The Arithmetic of Shale Gas. (http://ssrn.com/abstract=2085027)”
I’ve parsed all the complicated academic equations so you don’t have to. Their conclusion: the benefits of continued shale gas development are enormous and dramatically outweigh even worst-case scenario costs of pollution and clean-up.
Some specifics. Consider that back in 2008, before the shale boom really took off, the nominal price of natural gas (that is, the price at the Henry Hub in Louisiana) averaged $7.97 per mcf. In 2011, the price averaged $3.95 per mcf. Multiply that price drop of $4.02 per mcf by the 25.6 trillion cubic feet the country consumed in 2008 and you find that thanks to the shale boom, America is paying $103 billion a year less for natural gas. (With gas prices falling even further since 2011, in 2012 the benefit will be even greater.)
Had drillers not cracked the code on shale gas, the United States would instead have been forced to do what the experts expected five years ago: import massive quantities of gas, in the form of LNG from countries like Qatar, Australia, even Russia. Import-dependent nations like Japan and Korea pay upwards of $14 per mcf for LNG — more than triple U.S. prices. If the U.S. had to supplement domestic supplies with imports, the extra costs could have easily added $50 billion a year to the national natgas bill.
As the report’s authors write: “It is startling to acknowledge that consumer (http://www.forbes.com/sites/christopherhelman/2012/06/22/the-arithmetic-of-shale-gas/#)benefits from the technology of shale gas drilling and new gas production can be expected to exceed $100 billion per year, year in and year out, as long as present production rates are maintained.”
But it’s not enough to just look at the benefits. What about the costs?
The authors collected as many reports as they could find describing “accidents, misuse of technology and poor well design and installation.” A 2011 report for the Secretary of Energy (http://www.forbes.com/energy/) counted 19 times that water from fracking operations spilled out of thousands of wells drilled. None of these instances included groundwater contamination. The Oklahoma Corporations Commission, which regulates the 100,000 oil and gas wells that have been hydraulically fractured in Oklahoma had zero documented instances of groundwater contamination. The EPA has reported two instances of groundwater contamination from fracking in Wyoming, though the agency has been roundly criticized for its methods.
Despite any evidence showing that drilling and fracking cause spills or pollution with any frequency, the authors decided to calculate the costs for a scenario that assumes 100 spills a year out of 10,000 new wells drilled each year. They figure that if 5,000 gallons of polluted frack water were to spill into a field, the cost to scrape up a hypothetical 5,000 cubic yards of contaminated soil and dispose of it at an offsite landfill would be on the order of $2.5 million. Furthermore, if a potable water well were polluted by fracking, the cost to haul in a potable water supply and drill a new water well would be about $5,000. Given 100 incidents in a year, the clean-up costs associated with fracking accidents would be roughly $250 million.

Comparing this $250 million a year in damages against the $100 billion in savings, and “economic benefits, as estimated in as limited methodology as is reasonable, exceed costs to the community by 400-to-1.”
(The study authors don’t attempt to quantify the costs of gas leaking into the atmosphere and don’t factor in any legal costs incurred in settling with landowners whose water is polluted. I would have hypothesized a worse worst-case scenario that would tack on an additional $2.5 million per incident in legal settlements (http://www.forbes.com/sites/christopherhelman/2012/06/22/the-arithmetic-of-shale-gas/2/#) and/or fines, to bring the total to $500 million a year. In that case, the benefits outweigh the costs by only 200-to-1.)
The study group also looked at the potential benefit to consumers of replacing oil consumption with gas — most likely via cars that run on compressed gas or LNG. It takes roughly 6,000 cubic feet of gas to get the energy equivalent of one barrel of oil. The authors assume an average natgas price of $5 per mcf (nearly double today’s price) and an average oil price of $100 per barrel (about $20 more than today). Thus, you need $30 worth of natgas to replace $100 of oil, a savings of $70 per barrel. Replacing just 1 million barrels per day of oil demand with natural gas would save $70 million a day, or nearly $26 billion a year.

Their conclusion, of course: not even inflated costs associated with unrealistically high incidences of pollution can come close to balancing the societal benefits of the shale gas boom.


The Arithmetic Of Shale Gas - Forbes (http://www.forbes.com/sites/christopherhelman/2012/06/22/the-arithmetic-of-shale-gas/2/)


Il link al Paper per se:

The Arithmetic of Shale Gas by Robert Ames, Anthony Corridore, Joel Ephross, Edward Hirs, Paul MacAvoy, Richard Tavelli :: SSRN (http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2085027)

-Duca-
17-05-13, 18:00
Link please? Mi sa di cazzata lontano un miglio, il metano delle tubature domestiche sta ad una pressione di 0,03 bar (bassa pressione), mentre l'acqua dell'acquedotto di solito ne fa 3-6 bar. Se tu facessi una cosa del genere, il risultato sarebbe che l'acqua entrerebbe dentro le tubature del metano e le risalirebbe al contrario fino ad arrivare almeno al contatore (il quale si suppone sia dotato di una valvola di non ritorno), ma non uscirebbe nemmeno una bolla di metano dai rubinetti. Riprova, sarai più fortunato.

io penso che la gente che si crea opinioni sui fatti e sul mondo guardando video (spesso tarocchi) su youtube non è messa tanto bene.

Metabo
17-05-13, 18:32
Mi pare una risposta piu' che altro basata su quello che ti piacerebbe a te, piu ' che ad altro.

Non si investono miliardi di dollari con prospettive pluridecennali, quanda a tua detta, sarebbe evidente che la produzione entro 4 anni crollerebbe del 90%, quando sempre a tua detta, cio' e' riscontrabile gia' ora, a meno che tu ritenga appunto che ogni singolo player dell' industira, sia un cretino suicida, ogni singola player.. il che non solo e' irrazionale ma estremamente improbabile.

Per l'ultima pate, la solita titera senza senso, vuota slogna retorico che nontiene ovviamente conto di come funziona l'economia.

Anche mantenendo tutto uguale, ma avned un solo fattore che diventa piu; efficente, esempio un migliromaento tecnologico che permette di produrre lo stesso volume utilizzando meno materia prima, o meno spreco implica una crescita economica (maggiore profitto che quindi potra' essere investito in altro, ad esempio in settori nuovi o sotto investiti) e cosi via, ad esempio, un gmae changer nei prossimi lustri potrebbe essere la produzione 3D che implica ZERO sprechi (e' un add on manufactoring process)

Del resto non ho mai sentito un sistema economico che non punti alla crescita sopravvivere se non solo nelle fnatasie di chi lo propone.

Non vuoi guardare in faccia la realtà, del resto anche questa boiata della ripresa dell'economia usa, non sta né in cielo né in terra.
Semplicemente gli usa hanno ripreso ha fare quello che facevano prima del 2008.
L'unica soluzione per gli usa è abbassare il loro tenore di vita e rincominciare a investire in tecnologia verde, magari a costruire motori di auto decenti per risparmiare carburante.

Amati75
17-05-13, 19:08
Non vuoi guardare in faccia la realtà, del resto anche questa boiata della ripresa dell'economia usa, non sta né in cielo né in terra.
Semplicemente gli usa hanno ripreso ha fare quello che facevano prima del 2008.
L'unica soluzione per gli usa è abbassare il loro tenore di vita e rincominciare a investire in tecnologia verde, magari a costruire motori di auto decenti per risparmiare carburante.

Ok in pratica mi accusi a me di non guardare in faccia alla realta', ma pretenderesti (in caso contrario non strebbe in piedi la tua teoria) che ogni singolo player del shale gas (che include alcune delle piu' grandi ed importanti multinazionali internazionali, non solo USA) di volersi finanziariamente suicidare simultantamente ed allo stesso momento... ed io sarei quello che non "guarda in faccia alla realta' " ? :eek1:

Tu ti basi piu su quello che vorresti, non su quello che e'.

Immaggino che tu sia anche fra coloro che prevedevano la morte del Dollaro (con cambi tipo 2 a 1 con l' Euro) solo pochi anni fa.

Metabo
17-05-13, 19:32
Ok in pratica mi accusi a me di non guardare in faccia alla realta', ma pretenderesti (in caso contrario non strebbe in piedi la tua teoria) che ogni singolo player del shale gas (che include alcune delle piu' grandi ed importanti multinazionali internazionali, non solo USA) di volersi finanziariamente suicidare simultantamente ed allo stesso momento... ed io sarei quello che non "guarda in faccia alla realta' " ? :eek1:

Tu ti basi piu su quello che vorresti, non su quello che e'.

Immaggino che tu sia anche fra coloro che prevedevano la morte del Dollaro (con cambi tipo 2 a 1 con l' Euro) solo pochi anni fa.

Sfruttano una risorsa che a loro nell'immediato porta molti soldi, ma solo a loro.
Che c'è da capire, le multinazionali se è per questo disboscano anche la foresta amazzonica e tramite i loro servi nel mondo, stanno mettendo al bando le colture tradizionali per vendere le loro OGM.
Le ripercussioni del fraking comunque non si faranno attendere, altro che acqua che prende fuoco.

I cinesi, francesi , inglesi, norvegesi e altri, che investono in queste tecnologie, hanno solo da guadagnarci, il povero americano, che sta in loco, no.

Amati75
17-05-13, 19:45
Sfruttano una risorsa che a loro nell'immediato porta molti soldi, ma solo a loro.


Tu non hai letto l'articolo o il paper peer reviewed che ti ho postato... (visto che mi accusavi di non aver letto..)
Cosi come la tua tesi viene contradetta dai fatti.

Se si trattassse di qualcosa nell' immediato non starebbero invesntendo e spiengendo per poter investire Miliardi di dollari in infrastrututre i cui coti saranno recuperati in termini di lustri o decenni.

L'unico modo nel quale la tua teoria possa aver un minimo di razionalita' sarbbe se appunto ogni singolo player del settore avesse deciso simultaneamente di suicidarsi finanziariamente, ilche e' ovviamente una stupidita oltre che impossibile a livello di probabilita'.




Che c'è da capire, le multinazionali se è per questo disboscano anche la foresta amazzonica e tramite i loro servi nel mondo, stanno mettendo al bando le colture tradizionali per vendere le loro OGM.
Le ripercussioni del fraking comunque non si faranno attendere, altro che acqua che prende fuoco.


Ma veramente in Amazzonia si opera SOLO ed ESCLUSIVAMENTE dietro permesso del GOVERNO Brasiliano, iul quale ha fattomolti piu' danno delle MN costruendo autostrade transamazzoniche e la relativa crescita demografica nell' area.



I cinesi, francesi , inglesi, norvegesi e altri, che investono in queste tecnologie, hanno solo da guadagnarci, il povero americano, che sta in loco, no.



Veramente Cinesi ed altri stanno cercando di sivluppare le loro riserve.... stanno comprando Know-How per appunto fare quello.....

deepak
17-05-13, 20:57
Mi pare una risposta piu' che altro basata su quello che ti piacerebbe a te, piu ' che ad altro.


Questo discorso vale per tutti, alla fine le opinioni non sono altro che la proiezione dei propri desideri, e ce le costruiamo in base a cosa desideriamo, non a cosa riteniamo essere giusto o sbagliato, vero o falso, lo diceva anche un amico mio:



Generalmente, gli uomini prestano fede volentieri a ciò che desiderano.

http://biografieonline.it/img/bio/g/Giulio_Cesare.jpg

Amati75
17-05-13, 21:01
Questo discorso vale per tutti, alla fine le opinioni non sono altro che la proiezione dei propri desideri, e ce le costruiamo in base a cosa desideriamo, non a cosa riteniamo essere giusto o sbagliato, vero o falso, lo diceva anche un amico mio:



Generalmente, gli uomini prestano fede volentieri a ciò che desiderano.

http://biografieonline.it/img/bio/g/Giulio_Cesare.jpg

Dipende, se il ragionamento e' basato su razionalita' e cose fattuali, non e' per nulla la stessa cosa.

1+1=2 non e' opinabile e non e' certo un risultato "soggettivo".

deepak
17-05-13, 21:37
Dipende, se il ragionamento e' basato su razionalita' e cose fattuali, non e' per nulla la stessa cosa.

1+1=2 non e' opinabile e non e' certo un risultato "soggettivo".

Infatti io di numeri nelle discussioni politiche non ne vedo mai, ma solo opinioni, e inserire numeri corretti in una discussione sul fracking è impossibile anche per Dio in persona, quindi quello che state sostenendo in questo thread non è altro che la proiezione dei vostri desideri, sia che siate contrari che a favore, facci caso, non c'è un americanista che dice che il fracking faccia male, eppure essere americanisti e essere pro fracking mica devono per forza andare a braccetto, oppure il contrario, non c'è nessun antiamericanista che dica che il fracking sia una buona cosa... ma guarda un po' che coincidenze :)

Amati75
17-05-13, 21:44
Infatti io di numeri nelle discussioni politiche non ne vedo mai, ma solo opinioni, e inserire numeri corretti in una discussione sul fracking è impossibile anche per Dio in persona, quindi quello che state sostenendo in questo thread non è altro che la proiezione dei vostri desideri, sia che siate contrari che a favore, facci caso, non c'è un americanista che dice che il fracking faccia male, eppure essere americanisti e essere pro fracking mica devono per forza andare a braccetto, oppure il contrario, non c'è nessun antiamericanista che dica che il fracking sia una buona cosa... ma guarda un po' che coincidenze :)

Veramente ho messo il link ad un peer reviewed paper intitolato "The Arithmetic Of Shale Gas"..... :)

Sui benefici economici dello shale gas, non ho certo necessita' di essere " americanista", lo vedo tutti i mesi nella bolletta della luce che mi manda la FPL.

paulhowe
17-05-13, 22:08
3 Foreign Companies Invest in U.S. Project to Export Liquid Gas - NYTimes.com (http://dealbook.nytimes.com/2013/05/17/3-foreign-companies-invest-in-u-s-project-to-export-liquid-gas/)

deepak
17-05-13, 23:25
Veramente ho messo il link ad un peer reviewed paper intitolato "The Arithmetic Of Shale Gas"..... :)

Sui benefici economici dello shale gas, non ho certo necessita' di essere " americanista", lo vedo tutti i mesi nella bolletta della luce che mi manda la FPL.

Appunto, hai le competenze per capire se quei numeri siano sbagliati o esatti? Secondo me neanche tutti gli ingegneri del mondo possono capirlo, le variabili in gioco sono assurde, dal tipo di roccia, alla profondità alle componenti sociali di come si utilizzerà il gas, credi a quei numeri perchè ti piace crederci.
Per quanto riguarda la bolletta sicuramente è un beneficio, ma il danno ambientale? Magari non c'è', o magari c'è, boh.

Amati75
17-05-13, 23:32
Appunto, hai le competenze per capire se quei numeri siano sbagliati o esatti? Secondo me neanche tutti gli ingegneri del mondo possono capirlo, le variabili in gioco sono assurde, dal tipo di roccia, alla profondità alle componenti sociali di come si utilizzerà il gas, credi a quei numeri perchè ti piace crederci.
Per quanto riguarda la bolletta sicuramente è un beneficio, ma il danno ambientale? Magari non c'è', o magari c'è, boh.


E' un PEER REVIEWED paper..... diciamo che le probabilita' che sia altamente errato ( o semplicemente errato) siano piuttosto contenute.

"Per quanto riguarda la bolletta sicuramente è un beneficio, ma il danno ambientale? Magari non c'è', o magari c'è, boh."

Se ti fossi degnato di leggere anche solo l'articolo, non dico il paper, avresti la risposta, il costo di eventuali bonifiche e' una piccola frazione dei benefici economici che ne derivano.

In pratica mi vorresti rispondere su un qualcosa che non hai minimamente letto e pretenderesti pure di dirla giusta? :encouragement:

paulhowe
17-05-13, 23:32
Appunto, hai le competenze per capire se quei numeri siano sbagliati o esatti? Secondo me neanche tutti gli ingegneri del mondo possono capirlo, le variabili in gioco sono assurde, dal tipo di roccia, alla profondità alle componenti sociali di come si utilizzerà il gas, credi a quei numeri perchè ti piace crederci.
Per quanto riguarda la bolletta sicuramente è un beneficio, ma il danno ambientale? Magari non c'è', o magari c'è, boh.


Questi numeri grosso modo si conoscono e spesso le stime sono per difetto e non per eccesso, perche quando si investono miliardi di dollari si cerca sempre
di immaginare quale e' lo "scenario peggiore" e quindi si fanno valutazioni prudenti.

Se si procede con l'investimento e' perche nonostante queste valutazioni prudenti si e' calcolato un profitto futuro, altrimenti si lascia perdere.
Logicamente ci sono delle variabili, la piu grande di tutte e' il prezzo del petrolio se guardiamo agli shale oil perche se il barile scende sotto
i 75 dollari tale business non e' piu profittevole.

Per quanto riguarda il gas invece a detta di tutti gli esperti le riserve sono enormi, alcuni parlano di 100 anni di consumi.

deepak
18-05-13, 00:02
E' un PEER REVIEWED paper..... diciamo che le probabilita' che sia altamente errato ( o semplicemente errato) siano piuttosto contenute.

"Per quanto riguarda la bolletta sicuramente è un beneficio, ma il danno ambientale? Magari non c'è', o magari c'è, boh."

Se ti fossi degnato di leggere anche solo l'articolo, non dico il paper, avresti la risposta, il costo di eventuali bonifiche e' una piccola frazione dei benefici economici che ne derivano.

In pratica mi vorresti rispondere su un qualcosa che non hai minimamente letto e pretenderesti pure di dirla giusta? :encouragement:


Non mi hai capito, io l'ho letto l'articolo, ma non ho le competenze per capire se dica cazzate o meno, e non ce le hai neanche tu.
Ti piace lo scenario che viene prospettato e quindi ci credi.

Qui non stiamo parlando di gas, stiamo parlando di come le persone creano e seguono le proprie opinioni, e da che mondo è mondo le persone credono in ciò che vogliono vedere realizzato.

Amati75
18-05-13, 00:14
Non mi hai capito, io l'ho letto l'articolo, ma non ho le competenze per capire se dica cazzate o meno, e non ce le hai neanche tu.
Ti piace lo scenario che viene prospettato e quindi ci credi.


Allora, una cosa e' l'articolo, un altra e' il PEER REVIEW Paper.
Ora, magari ho sbagliato io assumendo erroneamente una cosa, quindi correggo, sai cos'e' un "peer review paper" ?

Se si, stai trollando, se no, beh specificalo che con piacere lo spiego equindi il perhce' le tue osservazioni sono piu; che probabilmente solo un esercizio retorico.

Il link del paper che puoi scaricare in PDF (19 pagine, 12 effettive):

http://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2085027

Autori del paper e breve conclusione:



The Arithmetic of Shale Gas

Robert M. Ames (http://papers.ssrn.com/sol3/cf_dev/AbsByAuth.cfm?per_id=377761)
Solazyme, Inc.; Yale Graduates Energy Study Group

Anthony Corridore (http://papers.ssrn.com/sol3/cf_dev/AbsByAuth.cfm?per_id=377763)
Lafarge Corp.; Yale Graduates Energy Study Group

Joel Nathan Ephross (http://papers.ssrn.com/sol3/cf_dev/AbsByAuth.cfm?per_id=880479)
Duane Morris LLP

Edward Hirs (http://papers.ssrn.com/sol3/cf_dev/AbsByAuth.cfm?per_id=97504)
University of Houston - Department of Economics; Yale Graduates Energy Study Group; Hillhouse Resources, LLC

Paul W. MacAvoy (http://papers.ssrn.com/sol3/cf_dev/AbsByAuth.cfm?per_id=63054)
Yale School of Management; Yale Graduates Energy Study Group

Richard Tavelli (http://papers.ssrn.com/sol3/cf_dev/AbsByAuth.cfm?per_id=1857279)
Yale Graduates Energy Study Group

June 15, 2012


Abstract:
Academic and professional assessments of shale gas (also known as frac gas) from vast shale formations in the US have focused on the social costs of shale gas development. Using the economic tools of traditional cost benefit analysis, we demonstrate that for one given year, 2010, the consumer surplus from shale gas is in excess of $100 billion to the US economy. The benefit to the US economy of replacing 1.0 million bbls per day of oil consumption with the BTU equivalent of natural gas is in excess of $25 billion.




Qui non stiamo parlando di gas, stiamo parlando di come le persone creano e seguono le proprie opinioni, e da che mondo è mondo le persone credono in ciò che vogliono vedere realizzato.


Ma veramente il topic del 3D e' il gas e petrolio estratto tramite il fracking.
Le opinioni poi devono abvere un riscontro nel mondo reale, in caso contrario passano dall' essere opinioni ad essere "fantasticherie".

Metabo
18-05-13, 13:48
I pro fraking, guarda caso sono tutte agenzie governative o filo governative, come chiedere all'oste se il vino è buono.
Di certo tutta questa sbandierata ripresa dell'economia usa è un falso dei media, semplicemente gli americani stanno ritruccando e gonfiando l'economia reale.
Gli shale gas sono sempre e comunque gas che inquinano, il futuro è l'energia verde e i gas dai carboni fossili dovranno essere ridotti, con gli shale-gas gli americani hanno rinunciato all'energia verde, dove sono gli ultimi al mondo, anche perché non vogliono abbassare il loro tenore di vita che comunque scendere volenti o nolenti, poi non ci lamentiamo se new orleans sparisce nell'oceano e intere cittadine vengono spazzate via dai tornato.
Prima o poi ci sarà un incidente stile golfo del messico, ma quando uno se la cerca...

Amati75
18-05-13, 14:15
I pro fraking, guarda caso sono tutte agenzie governative o filo governative, come chiedere all'oste se il vino è buono.
Di certo tutta questa sbandierata ripresa dell'economia usa è un falso dei media, semplicemente gli americani stanno ritruccando e gonfiando l'economia reale.
Gli shale gas sono sempre e comunque gas che inquinano, il futuro è l'energia verde e i gas dai carboni fossili dovranno essere ridotti, con gli shale-gas gli americani hanno rinunciato all'energia verde, dove sono gli ultimi al mondo, anche perché non vogliono abbassare il loro tenore di vita che comunque scendere volenti o nolenti, poi non ci lamentiamo se new orleans sparisce nell'oceano e intere cittadine vengono spazzate via dai tornato.
Prima o poi ci sarà un incidente stile golfo del messico, ma quando uno se la cerca...

il peer reviewed paper linkato di governativo non ha neanche l' ombra.
per il resto, nuovamente, piu' basato su quello che vorresti che fosse che su quello che e'.

paulhowe
18-05-13, 15:27
Come al solito cazzate a go-go!!!


In primo luogo l'impatto in termini di pollution degli shale sono inferiori a quelli del carbone, perche stiamo parlando di gas recuperato, con una tecnica diversa......e' gas quello che esce, non barre radioattive di plutonio !!

In secondo luogo gli USA sarebbero "ultimi in fatto di energia verde" ?????

Ma hai bevuto 10 aperol di troppo?

Renewable energy in the United States - Wikipedia, the free encyclopedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Renewable_energy_in_the_United_States)

List of countries by electricity production from renewable sources - Wikipedia, the free encyclopedia (http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_electricity_production_from_r enewable_sources)

7 Countries with Most Solar Power Usage » Greener Ideal (http://www.greenerideal.com/alternative-energy/0323-7-countries-with-most-solar-power-usage/)

Wind power by country - Wikipedia, the free encyclopedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Wind_power_by_country)


L'energia verde conviene realmente solo in alcune aree del mondo tipo il solare in Arizona o l'eolico nel west texas......paesi come la germania sussidiano pesantemente questo settore.

Metabo
18-05-13, 16:05
Come al solito cazzate a go-go!!!


In primo luogo l'impatto in termini di pollution degli shale sono inferiori a quelli del carbone, perche stiamo parlando di gas recuperato, con una tecnica diversa......e' gas quello che esce, non barre radioattive di plutonio !!

In secondo luogo gli USA sarebbero "ultimi in fatto di energia verde" ?????

Ma hai bevuto 10 aperol di troppo?

Renewable energy in the United States - Wikipedia, the free encyclopedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Renewable_energy_in_the_United_States)

List of countries by electricity production from renewable sources - Wikipedia, the free encyclopedia (http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_electricity_production_from_r enewable_sources)

7 Countries with Most Solar Power Usage » Greener Ideal (http://www.greenerideal.com/alternative-energy/0323-7-countries-with-most-solar-power-usage/)

Wind power by country - Wikipedia, the free encyclopedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Wind_power_by_country)


L'energia verde conviene realmente solo in alcune aree del mondo tipo il solare in Arizona o l'eolico nel west texas......paesi come la germania sussidiano pesantemente questo settore.

Come no.
L'america ha fallito nelle green economy, basta vedere il caso della Solyndra.
Cosi è gettata nelle fonti convenzionali, ma al primo incidente tipo quello nel golfo del messico, che con il fraking è molto probabile, ci sarà da piangere.
Comunque gli usa sono anni luce indietro, nelle nuove tecnologie, per esempio nella costruzione di motori per auto, europa e giappone ormai sono irraggiungibili.
Come già detto, visto che gli usa sono con l'acqua alla gola si sono gettati su una fonte sicura di guadagno, ma solo nel breve periodo.

Amati75
18-05-13, 16:38
In relazione ai progetti per l'esportazione di gas liquefatto:


U.S. Approves Natural Gas Export Project in Texas


The Energy Department conditionally approved the Freeport LNG project in Texas to export natural gas, concluding that more overseas sales offer net economic benefits for the U.S.
The Freeport development, which is partly owned by ConocoPhillips (COP), Dow Chemical Co. (DOW) and Osaka Gas Co. (9532), is only the second approved by the Obama administration for exports to countries that don’t have free-trade agreements with the U.S. Similar permission is not required to export to countries that have free-trade deals.
Hydraulic fracturing in shale rock formations has led to record natural gas production in the U.S. How much of that bonanza should be sold to non-U.S. customers has been hotly debated in Washington in recent months as the Energy Department weighed 20 applications for export terminals.
“It’s positive for the entire industry,” Will Frohnhoefer, an analyst with BTIG LLC in New York, said in an interview. The decision shows the Energy Department, “is serious about its task and it’s going ahead and evaluating these projects on their merits,” he said.
The decision drew wide praise from industry groups, as they called on the department to quickly approve the remaining applications. The announcement was “welcome news,” said Bill Cooper, president of the Center for Liquefied Natural Gas in Washington. Natural gas is cooled to a liquid so that it can be transported by tanker to overseas markets.
Timeline Uncertain
“The rain cloud in that otherwise beautiful sky is we don’t know the timeline for moving forward,” Cooper said in an interview.
Erik Milito, director of upstream and industry operations for the American Petroleum Institute in Washington, said in a statement that the announcement was a “step in the right direction.”
The Sierra Club criticized the decision, saying it would lead to more development of natural gas.
“More drilling means more fracking, more air and water pollution, and more climate fueled weather disasters like last year’s record fires, droughts and superstorms,” said Deb Nardone, director of the San Francisco-based environmental group’s Beyond Natural Gas campaign.
Price Concerns
While oil and gas producers have lobbied for unfettered exports, companies including Dow that use natural gas as an ingredient for their products have argued for limits on overseas sales, fearing they could cause prices to rise domestically.
Dow issued a statement supporting the Energy Department’s decision, saying it reflected a “measured and balanced” review of the issue. George Biltz, Dow’s vice president for energy and climate change, said the U.S. should neither block exports entirely nor open the floodgates to overseas sales.
“We like the decision because it’s not in either extreme,” Biltz said in a phone interview.
Less than a decade ago when U.S. demand for gas looked like it might outstrip supply, Dow invested in a Freeport import terminal that would now be converted for exports. That investment may mean the company would get revenue from sales to non-U.S. customers, despite its opposition to large export levels.
Biltz said Dow isn’t investing in the multibillion-dollar effort to convert the terminal for exports.
‘Economic Development’
The Energy Department cited the changing energy landscape in announcing the conditional approval of the Freeport terminal, which is jointly operated by Freeport LNG Expansion, LP, and FLNG Liquefaction, LLC.
“The development of U.S. natural gas resources is having a transformative impact on the U.S. energy landscape, helping to improve our energy security while spurring economic development and job creation around the country,” the department said in its news release.
Bill Gibbons, a department spokesman, said the administration was addressing the issue “in a responsible way” and would weigh applications on a case-by-case basis.
After a preliminary review, it seems “the order provides us everything that we requested in terms of the authorization and we commend the Department of Energy on the thoroughness of their review and consideration of exports and getting to the right result,” John Tobola, general counsel of Freeport, said in a telephone interview today.
If all 20 projects were to win approval, they could ship the equivalent of 41 percent of the total U.S. production this year, according to Energy Department data.
FERC Approval
Freeport, a closely held partnership, wants to install refrigeration units, storage tanks and other equipment alongside its existing gas-import terminal on Quintana Island about 65 miles (105 kilometers) south of Houston.
The Freeport LNG project must still win approval from the Federal Energy Regulatory Commission.
The big hurdle was thought to be the Energy Department, which must decide if the projects are in the national interest. The department concluded that exports from the Freeport facility are “likely to yield net economic benefits” to the U.S.
Freeport would be able to export as much as 1.4 billion cubic feet of natural gas a day for 20 years. In May 2011, the department conditionally approved Cheniere Energy Inc.’s Sabine Pass LNG Terminal in Louisiana for a rate of as much as 2.2 billion cubic feet a day.
In the release, the department cited an Energy Information Administration forecast projecting production to reach a record 69.3 billion cubic feet a day in 2013.


Senator Lisa Murkowski of Alaska, the top Republican on the Senate Energy and Natural Resources Committee, said in a statement she hoped the Energy Department decision was “the first of many projects that will be approved in the coming weeks and months, not years.”
To contact the reporters on this story: Jim Snyder in Washington at jsnyder24@bloomberg.net; Edward Klump in Houston at eklump@bloomberg.net
To contact the editors responsible for this story: Jon Morgan at jmorgan97@bloomberg.net; Susan Warren at susanwarren@bloomberg.net

Find out more about Bloomberg for iPhone: Bloomberg Mobile (http://m.bloomberg.com/iphone/)

Amati75
18-05-13, 16:42
Come no.
L'america ha fallito nelle green economy, basta vedere il caso della Solyndra.
Cosi è gettata nelle fonti convenzionali, ma al primo incidente tipo quello nel golfo del messico, che con il fraking è molto probabile, ci sarà da piangere.
Comunque gli usa sono anni luce indietro, nelle nuove tecnologie, per esempio nella costruzione di motori per auto, europa e giappone ormai sono irraggiungibili.
Come già detto, visto che gli usa sono con l'acqua alla gola si sono gettati su una fonte sicura di guadagno, ma solo nel breve periodo.

:drinky:

Hmm la vettura elettrica piu' avanzata al mondo e' la Tesla model S che da 300 miglia con una ricarica.....

L'utilizzazione di energie rinnovabili per la prodsuzione di energia elettrica e' in aumento da alcuni anni.

La Solyndra e' fallita, cosi come quelle europee per via del sottocosto Cinese, un affarraccio, cio' non toglie che appunto l'utilizzazione delle rinnovabili e' in aumento, il gas shale sta togliendil poisto al carbone ed al petrolio, MOLTO piu' inquinanti..

Tu parli troppo alla "superficiale".

paulhowe
18-05-13, 17:58
Come no.
L'america ha fallito nelle green economy, basta vedere il caso della Solyndra.
Cosi è gettata nelle fonti convenzionali, ma al primo incidente tipo quello nel golfo del messico, che con il fraking è molto probabile, ci sarà da piangere.
Comunque gli usa sono anni luce indietro, nelle nuove tecnologie, per esempio nella costruzione di motori per auto, europa e giappone ormai sono irraggiungibili.
Come già detto, visto che gli usa sono con l'acqua alla gola si sono gettati su una fonte sicura di guadagno, ma solo nel breve periodo.


Vabbe i soliti deliri !!!!


La green economy e' una cagata di slogan inventato da chi aveva bisogno di sussidi pubblici perche oltre il 6-7-8% di apporto alle necessita di energia
globale non puo dare! E' un fatto tecnologico, non di volonta politica.

Il solare puo funzionare in Arizona o nel New Mexico non puo funzionare nel Maine o nell'Oregon.
Chi dice il contrario lo dice sapendo di mentire.

I "motori per l'auto" sostanzialmente quasi non hanno piu una nazionalita perche se si fa il sezionamento di una auto, si scopre che ci stanno centinaia di pezzi e gran parte di quei pezzi vengono fabbricati in una quindicina di paesi diversi.
Peraltro non esiste un paese che abbia piu stabilimenti di auto degli USA in termini di brands: GM. FORD, CHRYSTLER, BMW, TOYOTA, NISSAN, HYUNDAY.....stanno tutti qui.

Gli USA sarebbero con l'acqua alla gola????

Non ce ne siamo accorti....sara per questo che l'indice Dow Jones e' hai massimi storici, sara il caso che le aziende tecnologicamente piu avanzate stanno qui, sara il caso che tra qualche anno con tutta probabilita scavalcheremo la Russia in termini di produzione dell'oro nero, dopo averla scavalcata nella produzione del gas, sara un caso che si esportano oltre 1.8 trillioni di merci e servizi l'anno e si progettano e realizzano armamenti avanzatissimi.....

Se questo lo chiami "acqua alla gola"!

Metabo
18-05-13, 18:13
:drinky:

Hmm la vettura elettrica piu' avanzata al mondo e' la Tesla model S che da 300 miglia con una ricarica.....

L'utilizzazione di energie rinnovabili per la prodsuzione di energia elettrica e' in aumento da alcuni anni.

La Solyndra e' fallita, cosi come quelle europee per via del sottocosto Cinese, un affarraccio, cio' non toglie che appunto l'utilizzazione delle rinnovabili e' in aumento, il gas shale sta togliendil poisto al carbone ed al petrolio, MOLTO piu' inquinanti..

Tu parli troppo alla "superficiale".

Detto da uno che fa propaganda e basta e svicola da ogni discussione è abbastanza ridicolo, ti voglio umiliare per l'ultima volta, poi basta perché è inutile discutere con te e il tuo gemello, il fatto che gli americani si sono buttati sugli shale-gas è perché sono cosi tanto con l'acqua alla gola che non sanno più dove sbattere la testa (anche in generale sull’economia), considerando il loro scarso livello nella eco-green, un esempio lampante è il consumo delle auto americane, totalmente fuori controllo, anche perche i motori americani come sa chiunque capisca un po' di auto o si vede qualche puntata di top gear, sono obsoleti e tecnicamente scarsi in confronto ai motori europei e giapponesi, ma invece di farsi auto più piccole (che non significa andare in giro con le 500), seguitano a farsi quei macchinoni consuma benzina che sono un retaggio del ventesimo secolo, perché se alzano il costo della benzina si suicidano economicamente e definitivamente e poi non saprebbero da dove iniziare per fare un motore di auto decente; come già detto si sono buttati a capo fitto nello sfruttamento degli shale-gas, per la serie finche la barca va lasciala andare, ma credo che non andrà molto lontano questa barca.
Comunque obama aveva capito la strada da percorre, ma l'americano medio non vuole sentire, peggio per lui.


Obama dimezza i consumi delle auto entro il 2024 - MOTORI (http://www.lettera43.it/motori/industria/obama-dimezza-i-consumi-delle-auto-entro-il-2024_4367562780.htm)

NUOVE NORME

Obama dimezza i consumi delle auto entro il 2024

Le auto e i light trucks non potranno superare le 54.5 miglia per gallone.

http://www.lettera43.it/img/xarticolo-vuoto.gif.pagespeed.ic.uV1mEAk7d6.png
http://www.lettera43.it/upload/images/08_2012/l43-barack-obama-120829161348_medium.jpgBarack Obama.
(http://www.lettera43.it/foto/obama-dimezza-i-consumi-delle-auto-entro-il-2024_4367562780.htm)
di Alex D’Agosta


Circa 54,5 miglia per gallone, tradotto per gli europei, vuol dire 87,70 chilometri per gallone, quindi 23,17 a litro.
È il target che l’amministrazione Obama ha posto come limite di consumo massimo per le auto americane nel 2024, ed è quasi il doppio di percorrenza imposto dalle normative ecologiche attuali.
TRGUARDO DIFFICILE CON I SUV. Abituati alle nostre utilitarie e ai migliori motori diesel anche di berline importanti, sembra un traguardo facilmente alla portata. Ma se si pensa a buona parte delle vetture in circolazione e più desiderabili dagli americani, cioè Suv e grandi pick-up, è facile intuire che 12 anni si dissolvono facilmente come in un bicchiere d’acqua, perché difficilmente si potrà ancora contare solo sui motori termici come li conosciamo adesso.
Le prime preoccupazioni dei cugini Oltreoceano a questa misura non tengono conto del sicuro risparmio nel portafoglio, perché pensano invece che tale misura richieda un importante aumento del costo di acquisto delle auto.
GUADAGNO POLITICO. Ma il grande guadagno di questa operazione, che avrà effetti positivi dal punto di vista ambientale, è comunque politico. Il presidente Barack Obama ha infatti spiegato che «questi fuel standards rappresentano il singolo passo più importante mai fatto per ridurre la dipendenza dal petrolio straniero». Fatti bene i conti, vorrebbe dire che taglierebbe l’importazione dai paesi Opec del 50% rispetto a oggi.
L’associazione dei dealer americani, però, protesta contro queste nuove regole, stimando un incremento medio delle vetture che dovranno adeguarsi a consumi così bassi di circa 3 mila dollari, il che escluderebbe sulla carta la possibilità di rinnovare l’auto a circa 7 milioni di americani.
AUTO CON NUOVI STANDARD. Per soddisfare la regola non scritta che occorre offrire auto abbordabili a tutti, bisognerà correre ai ripari introducendo il prima possibile auto già pronte con i nuovi standard. Probabilmente sarà già il 2017 l’anno della svolta con i primi modelli capaci di raggiungere tali valori.
Peccato che non sia finita qui e che il dibattito più importante verta invece sulla sicurezza. Già da un anno, quando il limite di nuove norme partita dal 2025 ed era ancora più alto, cioè a 56.2 mpg, un sondaggio fra oltre 1100 ingegneri del settore aveva sancito che ben il 90% temeva che la necessaria diminuzione di peso dei veicoli avrebbe influito sulla sicurezza, causa l’utilizzo di materiali più leggeri e l’aggiunta di nuovi elementi 'insoliti' come turbine, batterie e motori elettrici.
Mercoledì, 29 Agosto 2012

paulhowe
18-05-13, 18:34
Vabbe come detto soliti deliri di chi mischia pere e mele e non sa dare alcuna coerenza ai suoi discorsi!


Gli USA si sono "buttati" sugli shales perche le condizioni tecnologiche e di mercato lo rendono favorevole.

Se non ci fossero state quelle condizioni tali giacimenti che si conoscono da decenni non sarebbero stati trivellati.

Peraltro dietro questi risultati ci sono sforzi tecnici e ingegneristici non da poco che pochissimi paesi potrebbero realizzare!

Cosi come pochissimi paesi (forse nessuno) e' in grado di star dietro agli yankees in fatto di imprenditorialita, per cui parliamo di shales, come potremmo parlare di 3 D PRINTING, o di Social Media, o di aziende spaziali private, o di cloud computing o di
nanotecnologie.....e via dicendo!

Si chiama capacita di impresa ed e' la vera forza di questo paese, molto piu delle bombe atomiche o delle portaerei.




un esempio lampante è il consumo delle auto americane, totalmente fuori controllo, anche perche i motori americani come sa chiunque capisca un po' di auto o si vede qualche puntata di top gear, sono obsoleti e tecnicamente scarsi in confronto ai motori europei e giapponesi, ma invece di farsi auto più piccole (che non significa andare in giro con le 500), seguitano a farsi quei macchinoni consuma benzina che sono un retaggio del ventesimo secolo, perché se alzano il costo della benzina si suicidano economicamente e definitivamente e poi non saprebbero da dove iniziare per fare un motore di auto decente; come già detto si sono buttati a capo fitto nello sfruttamento degli shale-gas, per la serie finche la barca va lasciala andare, ma credo che non andrà molto lontano questa barca.



Sono "scarsi" rispetti a quelli europei? In cosa ? Un motore puo essere scarso?

Non so se ti e' chiara l'idea che i motori che si progettano qui devono essere in grado di percorrere enormi distanze,
e infatti e' normale per un auto americana percorrere anche 500-600mila km senza tanti problemi nel corso della sua vita utile
anche perche le cilindrate generose aiutano molto.

Inoltre in italia con 13.000a euro compri una 500 che ha meno di 70cv, qui mettendoci qualche migliaio di dollari in piu compri un Chevrolet Camaro che ha 300 cavalli !

http://1.bp.blogspot.com/-gVAKumSx09o/UIv7IDwXqjI/AAAAAAAAFGg/1xCUOqaThD8/s1600/71d4cafe516cee25_chevy-camaro-2010.jpg


Tanto per capirci su chi abbia l'acqua alla gola!!


Non so se hai capito che con gli shale gas i paesi dell'opec e putin prenderanno una stangata sui denti!!

Avete finito di fare gli ammazzasette!

Amati75
18-05-13, 18:40
Detto da uno che fa propaganda e basta e svicola da ogni discussione è abbastanza ridicolo, ti voglio umiliare per l'ultima volta, poi basta perché è inutile discutere con te e il tuo gemello, il fatto che gli americani si sono buttati sugli shale-gas è perché sono cosi tanto con l'acqua alla gola che non sanno più dove sbattere la testa (anche in generale sull’economia), considerando il loro scarso livello nella eco-green, un esempio lampante è il consumo delle auto americane, totalmente fuori controllo, anche perche i motori americani come sa chiunque capisca un po' di auto o si vede qualche puntata di top gear, sono obsoleti e tecnicamente scarsi in confronto ai motori europei e giapponesi, ma invece di farsi auto più piccole (che non significa andare in giro con le 500), seguitano a farsi quei macchinoni consuma benzina che sono un retaggio del ventesimo secolo, perché se alzano il costo della benzina si suicidano economicamente e definitivamente e poi non saprebbero da dove iniziare per fare un motore di auto decente; come già detto si sono buttati a capo fitto nello sfruttamento degli shale-gas, per la serie finche la barca va lasciala andare, ma credo che non andrà molto lontano questa barca.
Comunque obama aveva capito la strada da percorre, ma l'americano medio non vuole sentire, peggio per lui.


Obama dimezza i consumi delle auto entro il 2024 - MOTORI (http://www.lettera43.it/motori/industria/obama-dimezza-i-consumi-delle-auto-entro-il-2024_4367562780.htm)

NUOVE NORME

Obama dimezza i consumi delle auto entro il 2024

Le auto e i light trucks non potranno superare le 54.5 miglia per gallone.

http://www.lettera43.it/img/xarticolo-vuoto.gif.pagespeed.ic.uV1mEAk7d6.png
http://www.lettera43.it/upload/images/08_2012/l43-barack-obama-120829161348_medium.jpgBarack Obama.
(http://www.lettera43.it/foto/obama-dimezza-i-consumi-delle-auto-entro-il-2024_4367562780.htm)
di Alex D’Agosta


Circa 54,5 miglia per gallone, tradotto per gli europei, vuol dire 87,70 chilometri per gallone, quindi 23,17 a litro.
È il target che l’amministrazione Obama ha posto come limite di consumo massimo per le auto americane nel 2024, ed è quasi il doppio di percorrenza imposto dalle normative ecologiche attuali.
TRGUARDO DIFFICILE CON I SUV. Abituati alle nostre utilitarie e ai migliori motori diesel anche di berline importanti, sembra un traguardo facilmente alla portata. Ma se si pensa a buona parte delle vetture in circolazione e più desiderabili dagli americani, cioè Suv e grandi pick-up, è facile intuire che 12 anni si dissolvono facilmente come in un bicchiere d’acqua, perché difficilmente si potrà ancora contare solo sui motori termici come li conosciamo adesso.
Le prime preoccupazioni dei cugini Oltreoceano a questa misura non tengono conto del sicuro risparmio nel portafoglio, perché pensano invece che tale misura richieda un importante aumento del costo di acquisto delle auto.
GUADAGNO POLITICO. Ma il grande guadagno di questa operazione, che avrà effetti positivi dal punto di vista ambientale, è comunque politico. Il presidente Barack Obama ha infatti spiegato che «questi fuel standards rappresentano il singolo passo più importante mai fatto per ridurre la dipendenza dal petrolio straniero». Fatti bene i conti, vorrebbe dire che taglierebbe l’importazione dai paesi Opec del 50% rispetto a oggi.
L’associazione dei dealer americani, però, protesta contro queste nuove regole, stimando un incremento medio delle vetture che dovranno adeguarsi a consumi così bassi di circa 3 mila dollari, il che escluderebbe sulla carta la possibilità di rinnovare l’auto a circa 7 milioni di americani.
AUTO CON NUOVI STANDARD. Per soddisfare la regola non scritta che occorre offrire auto abbordabili a tutti, bisognerà correre ai ripari introducendo il prima possibile auto già pronte con i nuovi standard. Probabilmente sarà già il 2017 l’anno della svolta con i primi modelli capaci di raggiungere tali valori.
Peccato che non sia finita qui e che il dibattito più importante verta invece sulla sicurezza. Già da un anno, quando il limite di nuove norme partita dal 2025 ed era ancora più alto, cioè a 56.2 mpg, un sondaggio fra oltre 1100 ingegneri del settore aveva sancito che ben il 90% temeva che la necessaria diminuzione di peso dei veicoli avrebbe influito sulla sicurezza, causa l’utilizzo di materiali più leggeri e l’aggiunta di nuovi elementi 'insoliti' come turbine, batterie e motori elettrici.
Mercoledì, 29 Agosto 2012

"..Detto da uno che fa propaganda e basta e svicola da ogni discussione è abbastanza ridicolo, ti voglio umiliare per l'ultima volta.."

:44:

Ma se no hai risposto praticamente a nulla... eviti di rispondere, svicoli e te la dai a gambe elevate.. l'unica cosa che riesci a fare e ripetere slogan vuoti e ripewte cazzate che ti credi solo perche' ti piacciono.
Ma a chji credi darla a bere o povero inetto? Tu al massimo umili te stesso.

Vorrei farti presente che di macchine che fanno oltre 40 miglia per gallone nella gamma delle auto USA vene sono parecchie, ora.
Fino a qualche anno fa erano poche dato che non erano richieste nel mercato locale, ora si, e ve ne sono neanche poche, vuoi qualche esempio per riderti ancora piu' in faccia o credi che magari riesci ad informarti da solo.. ?

Del resto, sveglio, vorrei ricordarti che FORD e GM operano in tutto il mondo ed hanno avuto o hanno il controllo di marche Giapponesi ed Europee, quindi con il relativo Know-how...

Anche nel settore SUV, i consumi sono migliroati enormemente, ovvio consuameno sempre piu' di una utilitaria, mi pare ovvio, ma i modelli nuovi consumano meno di quelli si solo pochi anni fa.

E' cosi semplice smentirti... ragioni come un bimbo, non vedi oltre il tuo nasetto e ragioni a compartimenti stagni... :drinky:

Capisco che ti piaccia la tua idea, ma se quello che affermi e' una cacchiata che non ha riscontro (del resto basta vedere i primi intervnti di questa disucsisone.. per aver un minimo di concretezza la tua idea impliceherebbe che TUTTI gli poeratori di una industria siano diventati irrazionali dall; oggi al domani e nello stesso momento... una cosa assurda e completamente irrealistica...e queste sarebbero le tue basi per "umiliarmi" ? :facepalmi: Al massimo con ste fantasie ti umili da solo...).

Guarda, quando sarai in grado anche solo di rispondere ad un 10% in modo piu' razionale e meno fantasioso avrai fatto passi avanti, nel mentre a parte riderti in faccia vi e' poco da fare (risponderti fattualmente come fatto fino ad ora e' purtroppo tempo sprecato, non sei in grado di arrivarci)... a cuccia.. :snob:

Amati75
18-05-13, 18:42
Vabbe come detto soliti deliri di chi mischia pere e mele e non sa dare alcuna coerenza ai suoi discorsi!


Gli USA si sono "buttati" sugli shales perche le condizioni tecnologiche e di mercato lo rendono favorevole.

Se non ci fossero state quelle condizioni tali giacimenti che si conoscono da decenni non sarebbero stati trivellati.

Peraltro dietro questi risultati ci sono sforzi tecnici e ingegneristici non da poco che pochissimi paesi potrebbero realizzare!

Cosi come pochissimi paesi (forse nessuno) e' in grado di star dietro agli yankees in fatto di imprenditorialita, per cui parliamo di shales, come potremmo parlare di 3 D PRINTING, o di Social Media, o di aziende spaziali private, o di cloud computing o di
nanotecnologie.....e via dicendo!

Si chiama capacita di impresa ed e' la vera forza di questo paese, molto piu delle bombe atomiche o delle portaerei.






Sono "scarsi" rispetti a quelli europei? In cosa ? Un motore puo essere scarso?

Non so se ti e' chiara l'idea che i motori che si progettano qui devono essere in grado di percorrere enormi distanze,
e infatti e' normale per un auto americana percorrere anche 500-600mila km senza tanti problemi nel corso della sua vita utile
anche perche le cilindrate generose aiutano molto.

Inoltre in italia con 13.000a euro compri una 500 che ha meno di 70cv, qui mettendoci qualche migliaio di dollari in piu compri un Chevrolet Camaro che ha 300 cavalli !

http://1.bp.blogspot.com/-gVAKumSx09o/UIv7IDwXqjI/AAAAAAAAFGg/1xCUOqaThD8/s1600/71d4cafe516cee25_chevy-camaro-2010.jpg


Tanto per capirci su chi abbia l'acqua alla gola!!


Non so se hai capito che con gli shale gas i paesi dell'opec e putin prenderanno una stangata sui denti!!

Avete finito di fare gli ammazzasette!

Metabo e' uno di quei classici che parla senza sapere un cacchio degli USA, parla piu' in base a cosa vorrebbe e non sa nulla di quello che e', vive di fantasia, a parte quello, potrebbe essere un fenomeno da baraccone.

paulhowe
18-05-13, 18:58
Anche nel settore SUV, i consumi sono migliroati enormemente, ovvio consuameno sempre piu' di una utilitaria, mi pare ovvio, ma i modelli nuovi consumano meno di quelli si solo pochi anni fa.

Sara rimasto agli Hummer di 10 anni fa.....non conosce la gamma dei Cross over, che sono letteralmente decollati.

Per chi volesse avere una idea in dettaglio, qui i numeri aggiornatissimi sulle vendite e le marche di auto

Auto Sales - Markets Data Center - WSJ.com (http://online.wsj.com/mdc/public/page/2_3022-autosales.html)

Amati75
18-05-13, 20:09
Un esempio di coem gli USA (ed ovviamente quindi i suoi player economici) siano "finiti":

In its next generation of jet engines (http://topics.bloomberg.com/jet-engines/), General Electric Co (GE) (http://www.bloomberg.com/quote/GE:US). plans to use a new, and possibly revolutionary, technology.
In each engine, 19 nozzles will shoot fuel into a combustion chamber, where it mixes with compressed air. Because the fuel must be distributed precisely, the interior of a nozzle is very sophisticated: Elaborate chambers and passageways help curtail emissions, control nitrous-oxide levels and prevent temperature surges. Previously, making each nozzle required (http://www.3ders.org/articles/20130426-ge-to-mass-produce-critical-jet-engine-part-use-3d-printing.html) welding 20 disparate pieces together. Now, GE is employing 3-D printing to build each nozzle as a single piece, using laser sintering on a metal alloy called cobalt chromium.
The new nozzle is faster to make, five times more durable and a full pound lighter -- on a two-engine plane, that saves almost 40 pounds. And it radically reduces scrap. By 2020, the company expects that 100,000 of its engine parts will be made using this process.

How 3-D Printing Could Disrupt the Economy of the Future - Bloomberg (http://www.bloomberg.com/news/2013-05-14/how-3-d-printing-could-disrupt-the-economy-of-the-future.html)

paulhowe
19-05-13, 16:30
U.S. shale gas alters Japan's energy plans (http://www.japantimes.co.jp/news/2013/05/19/business/u-s-shale-gas-alters-japans-energy-plans/#.UZjheLWTgo4)

paulhowe
24-05-13, 04:37
Fuel Fix » Shale gas prompts $72B in planned chemical investments (http://fuelfix.com/blog/2013/05/20/chemistry-council-report-shale-gas-prompts-71-7-billion-in-investments/)

MaIn
29-05-13, 15:06
GLI USA INONDANO IL MONDO DI GREGGIO E L’AFRICA TREMA (http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/gli-usa-inondano-il-mondo-di-greggio-e-lafrica-trema-56663.htm)

Metabo
31-05-13, 16:31
L'agronomista (http://luismenichilli.blogspot.it/)

Auguri, già fra qualche hanno ci sarà da ridere o piangere.
Senza contare che le reali capacità produttive di questi nuovi siti, sono tutte da vedere.
Comunque alla brutta gli usa fanno da cavia per il mondo.


I problemi per l'ambiente e questione economica

http://assets.inhabitat.com/wp-content/blogs.dir/1/files/2012/03/rig-wind-river-537x358.jpg (http://assets.inhabitat.com/wp-content/blogs.dir/1/files/2012/03/rig-wind-river-537x358.jpg). Le aziende americane che operano in questo settore non hanno l'obbligo di dichiarare quali sostanze utilizzano per il processo di fracking, ma grazie ad alcune analisi indipendenti sappiamo che, tra le altre, nel mix di additivi si possono trovare naftalene, benzene, toluene, xylene, etilbenzene, piombo, diesel, formadelhyde, acido solforico, thiourea, cloruro di benzile, acido nitrilotriacetico, acrylamide, ossido di propilene, ossido di etilene, acetaldehyde. Ma anche uranio, radio e mercurio, tutte sostanze cancerogene e radioattive, molto nocive per la salute dell'uomo. Le malattie legate a questa pratica vanno dall'asma ai tumori più disparati e danni al fegato e ai reni causati da un misterioso componente non ancora identificato, di cui conosciamo soltanto la sigla, EXP-F0173-11 . Roba da far gelare il sangue nelle vene. Ancor di più se si pensa che negli Stati Uniti sono oggi attivi più di 20mila pozzi, e il numero è destinato inesorabilmente ad aumentare. Oltre alle malattie c'è poi la desertificazione dei terreni sovrastanti i giacimenti, l'inquinamento atmosferico, dato dalla dispersione fisiologica nell'atmosfera di circa il 7,5% del gas estratto, e una non ancora ben chiarita relazione con dei terremoti accaduti nelle vicinanze di alcuni giacimenti. Tra questi, l'episodio più vicino a noi, in cui è stato messo in relazione un terremoto con la pratica del fracking, riguarda il sisma che ha colpito l'anno scorso l'Emilia-Romagna, ma gli studi su quest'attinenza sono ancora allo stadio iniziale. Accanto a tutto ciò c'è poi il problema dell'acqua potabile mista a gas: in alcune case vicine alle zone di estrazione, se si avvicina una fiamma ad un rubinetto aperto l'acqua si incendia. In un caso l'abitazione di un uomo è esplosa. Per ora però lo sfruttamento dello shale gas è una questione che riguarda soprattutto gli USA, dove si è diffuso maggiormente in stati come la Pennsylvania, Texas, Wyoming e Colorado, mentre New York e Illinois stanno valutando la sua adozione. Finora solo il piccolo e liberal Vermont ha vietato il fracking. Ed è proprio negli Stati Uniti che si sono registrati i maggiori danni all'ambiente. Un rapporto pubblicato nel 2010 da un’associazione della Pennsylvania ha dimostrato che dal gennaio 2008 all’agosto 2010 ci sono state ben 1435 violazioni delle leggi statali sull'estrazione di petrolio e gas, e che almeno 952 di queste hanno avuto effetti negativi sull’ambiente (fonte: noncicredo.org). A rischio, come si vede nel documentario Gasland del regista Josh Fox (http://www.gaslandthemovie.com/), che ha portato alla ribalta mondiale il problema, è addirittura il fiume Delaware, ben presente nella memoria storica americana perchè la notte di natale del 1776 fu attraversato da George Washington alla testa dell sue truppe, in quello che fu uno dei primi atti della guerra d'indipendenza americana. Oltre a questo significativo evento storico il problema oggi è rappresentato dal pericolo che corrono le sue acque, un bacino idrografico tra i più grandi al mondo e il più importante d'America, che rifornisce di acqua potabile all'incirca 15 milioni di abitanti sparsi fra Philadelfia e New York. L'acqua, come abbiamo visto prima, è fondamentale nel fracking, perchè ad altissima pressione procura le fratture nella roccia e veicola la sabbia e gli additivi chimici. Il consumo di acqua nel processo è altissimo: per ogni pozzo ne vengono utilizzati dai 4 ai 10 milioni di litri, e ogni pozzo può essere fratturato fino a 20 volte. Tutto ciò significa, per il solo stato della Pennsylvania, un consumo annuale di acqua per il fracking che varia dai 150 ai 300 miliardi di litri. Sarebbe da pazzi e criminali mettere in pericolo una tale risorsa, base stessa della vita umana, ma tant'è, oggi il gas la fa da padrone. In questi anni in America si sono organizzati numerosi movimenti di protesta Anti-fracking, ma la grande remuneratività di tale sistema di estrazione rende difficile la salvaguardia dell'ambiente e delle persone. Nel sottosuolo nord'americano secondo l'EIA (Energy Information Administration) ci sarebbero circa 21 mila miliardi di metri cubi di gas. Una quantità enorme, tale da far parlare di "America Saudita". Le stime delle riserve accertate, più 1600 miliardi di metri cubi che secondo l'EIA si trovano in giacimenti ancora inesplorati, faranno degli Stati Uniti nei prossimi dieci anni il primo produttore al mondo di risorse fossili, procurando al paese un risparmio di molti miliardi di dollari e soprattutto l'affrancamento dalle turbolenze del medio-oriente, da cui oggi gli States acquistano la maggior parte del petrolio. Questo sarà nei prossimi anni un elemento decisivo per decidere se e come sfruttare lo shale gas, anche a discapito dell'ambiente. Vedremo cosa accadrà, per il momento la pratica è poco regolamentata e lasciata in balìa di molti piccoli produttori che, per far quadrare i conti e cercare di lucrare al massimo sulle proprie concessioni, non si fanno molti scrupoli sulla tutela delle persone e dell'ambiente. Sono molte le cause avviate in vari stati per danni agli uomini e per inquinamento ambientale, ma il peso economico delle società spesso ha la meglio, soprattutto perchè ai proprietari dei terreni circostanti i pozzi vengono offerte ingenti somme di denaro per vendere la terra e trasferirsi altrove e, com'è facile capire, in molti abbandonano la lotta pur di ricominciare a vivere una vita sana e normale. Alla base della questione legale collegata al fracking c'è la legge federale del 2005 promossa da George Bush e Dick Cheney, denominata "Energy Policy Act", che permette alle aziende che operano nel campo energetico di bypassare norme come il Safe drinking water act (per la difesa dell'acqua potabile), o il Clean air act e il Clean water act, tutte leggi varate negli anni '70 per tutelare le risorse ambientali, in particolare l'acqua potabile. Il caso ha poi voluto che la maggior parte delle riserve si trovasse in regioni, come quelle medio-orientali degli Stati Uniti, economicamente depresse e spesso poco densamente abitate, rendendo ancora più difficile l'organizzazione di una lotta efficace contro le lobby dei petrolieri.


http://tpzoo.files.wordpress.com/2010/06/map.jpg (http://tpzoo.files.wordpress.com/2010/06/map.jpg)

Metabo
09-06-13, 13:29
Gli economisti sono morti, qualcuno glielo dica. La bolla dello shale gas and oil | Informare per Resistere (http://www.informarexresistere.fr/2013/06/04/gli-economisti-sono-morti-qualcuno-glielo-dica-la-bolla-dello-shale-gas-and-oil/)
Maria Ferdinanda Piva - http://www.informarexresistere.fr/wp-content/uploads/2013/06/Cattura6.jpg (http://www.informarexresistere.fr/2013/06/04/gli-economisti-sono-morti-qualcuno-glielo-dica-la-bolla-dello-shale-gas-and-oil/cattura6-7/)Le grandi testate – certo ve ne sarete accorti – stanno cercando di indurci a guardare di buon occhio lo sfruttamento in Europa (http://blogeko.iljournal.it/il-presidente-del-consiglio-letta-appoggia-il-fracking-e-lo-dira-domani-a-bruxelles/73236) (e in Italia (http://blogeko.iljournal.it/trivellazioni-in-pianura-padana-stavolta-tocca-al-fracking-e-allo-shale-gas)) di idrocarburi non convenzionali, come lo shale oil e lo shale gas che si estraggono attraverso il fracking, una tecnica devastantedal punto di vista ambientale.
Questo post (http://www.rischiocalcolato.it/2013/05/gli-ecologisti-sono-morti-qualcuno-glielo-dica-shale-gas-and-oil.html) pubblicato venerdì dal blog economico Rischio Calcolato (ne ho parodiato il titolo, dice che siamo morti noi ecologisti) riassume la quintessenza del punto di vista che va per la maggiore: gli Stati Uniti con il fracking hanno trovato una cornucopia di energia a buon mercato. Noi in Europa paghiamo il gas ad un prezzo molto più alto. Anche in Europa c’è molto gas da estrarre col fracking. Gli ecologisti non hanno più alcun peso, vogliamo continuare a farci del male inseguendo le loro fisime?
Assoluta miopia: non ecologica ma proprio economica. Gli economisti (non gli ecologisti!) se cascano in una trappola del genere sono morti, e soprattutto fanno morire noi.
La produzione di shale gas negli Stati Uniti è molto costosa anche se i prezzi del gas sono bassi. E’ dunque con ogni probabilità un’effimera bolla finanziaria creata al prezzo di perduranti devastazioni ambientali: uno schema di Ponzi (http://it.wikipedia.org/wiki/Schema_Ponzi) che, per reggersi, ha bisogno di nuovi gonzi. E li cerca in Europa.
E’ vero, grazie alle tecniche non convenzionali gli Stati Uniti hanno moltiplicato l’estrazione di idrocarburi. Ma la prodigiosa crescita della produzione avviene solo grazie ad un ancor più forsennato aumento del numero delle trivellazioni. E ogni trivellazione costa l’iradiddio.
Procediamo con ordine. Innanzitutto l’andamento della produzione di petrolio negli Usa in rapporto con il numero delle trivellazioni. Come ha calcolato (http://www.ecoblog.it/post/67917/troppi-buchi-negli-usa-per-poco-petrolio-in-piu?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+ecoblog%2Fit+%28ecoblog%29) Marco Pagani, l’EcoAlfabeta di Ecoblog, grazie allo shale oil dal 2008 gli Usa hanno aumentato del 25% circa la produzione di petrolio: ma contemporaneamente hanno più che quadruplicato il numero delle trivellazioni.
Però il prezzo del petrolio (negli Usa come in tutto il mondo) è relativamente alto. Lo shale gas ha portato ai mercati americani gas a basso prezzo ma presenta il medesimo problema dello shale oil: per aumentare la produzione bisogna aumentare ancor più velocemente il numero delle trivellazioni.
L’andamento dell’estrazione in due pozzi-tipo di shale gas è stato ricostruito ancora da EcoAlfabeta (http://www.ecoblog.it/post/69127/il-rapido-declino-della-produzione-dei-pozzi-tra-le-cause-della-bolla-del-shale-gas): si dimezza ogni anno, nel giro di poco tempo restano solo le briciole.
Il Post Carbon Institute ha condensato in un grafico (pubblicato all’interno di un rapporto (http://www.postcarbon.org/reports/DBD-report-FINAL.pdf) sugli idrocarburi non convenzionali) il numero di pozzi produttivi per il gas (convenzionale e non) e la produttività media dei pozzi, sempre negli Stati Uniti. In vent’anni il numero dei pozzi è aumentato del 90% e la produttività del pozzo medio è diminuita del 38%.

http://blogeko.iljournal.it/wp-content/uploads/2013/06/Cattura5.jpg
Come se la necessità di aumentare freneticamente il numero delle trivellazioni già non fosse un ostacolo sufficientemente arduo, il costo di ogni singolo pozzo scavato negli Usa è quadruplicato (http://www.eia.gov/dnav/pet/pet_crd_wellcost_s1_a.htm) fra il 2002 e il 2007 (ultimi dati disponibili).
Non sto a dilungarmi sulle pesanti controindicazioni ambientali del fracking tipo il rischio di innescare terremoti (http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=fracking-can-cause-earthquakes) (non sto parlando di scosse strumentali) o di contaminare (http://blogeko.iljournal.it/fracking-violentare-la-terra-per-estrarre-gas-il-film-gasland-con-sottotitoli-italiani) la falda sotterranea d’acqua che serve per bere e per irrigare i campi. Mi fermo alle mere questioni pecuniarie. Come è possibile che, nonostante questi alti costi di estrazione, il gas americano abbia un prezzo più basso rispetto al gas convenzionale europeo?
E’ possibile perchè i produttori ci stanno rimettendo anche la camicia e hanno tutti i bilanci in rosso: è la considerazione del capo di Exxon Mobil raccolta (http://www.forbes.com/sites/christopherhelman/2012/07/03/exxons-tillerson-speaks-some-convenient-truths/)da Forbes quasi un anno fa. Sottolineo: da Forbes, una testata economica e non ambientalista. Aggiungo che da allora i prezzi (http://www.infomine.com/investment/metal-prices/natural-gas/5-year/) non hanno avuto esattamente un clamoroso recupero. Sul problema della bolla del gas americano è tornato (http://mondediplo.com/2013/03/09gaz) anche Le Monde Diplomatique del marzo scorso.
Già nel 2011 il New York Times (e sottolineo ancora una volta l’autorevolezza della testata) avanzava il dubbio (http://www.nytimes.com/2011/06/26/us/26gas.html?_r=3&src=rechp&pagewanted=all&) che lo shale gas fosse una bolla innescata dalla speculazione finanziaria: una sorta di schema di Ponzi che può reggersi (e procurare guadagni) solo finchè troverà nuovi adepti disposti a sorreggerlo. L’ultimo arrivato si prenderà solo macerie. E’ questo che vogliono da noi e dall’Europa?
Gli economisti sono morti, qualcuno glielo dica. La bolla dello shale gas and oil | Blogeko.it (http://blogeko.iljournal.it/gli-economisti-sono-morti-qualcuno-glielo-dica-la-bolla-dello-shale-gas-and-oil/73522)

Metabo
09-06-13, 13:36
No all'Italia petrolizzata: Vivere e morire di fracking (http://dorsogna.blogspot.it/2012/02/vivere-e-morire-di-fracking.html)
http://3.bp.blogspot.com/-5DPGbfOVpz8/UZxmVYuvN0I/AAAAAAAAJ-E/dk4eqJRbC4Q/s640/Screen%2BShot%2B2013-05-21%2Bat%2B11.29.52%2BPM.png





Saturday, March 3, 2012

Vivere e morire di fracking (http://dorsogna.blogspot.it/2012/02/vivere-e-morire-di-fracking.html)

http://1.bp.blogspot.com/-m4kGkUX-dYY/T1u55wS8_xI/AAAAAAAAD-k/YGChLrh8Dug/s400/frac_water.jpg (http://1.bp.blogspot.com/-m4kGkUX-dYY/T1u55wS8_xI/AAAAAAAAD-k/YGChLrh8Dug/s1600/frac_water.jpg)
My name is Kimberlie McEvoy, I own my home in Connoquenessing Township, Butler County, and I have black water.

Il mio nome e' Kimberlie Mc Evoy. Ho una casa nella cittadina di Connoquenessing, contea di Butler, e ho l'acqua nera.

Between the end of February and the beginning of March 2011 my water turned black and had a foul, smelly odor. My fiancée and I showered in the water and became sick with headaches, fatigue and painful sinuses. I’m so glad I did not bathe my two-year-old daughter in the water.

Fra la fine del Febbraio 2011 e l'inizio del Marzo 2011 la mia acqua e' diventata nera e aveva un odore puzzolente, marcio. Il mio fidanzato e io ci siamo fatti la doccia in quell'acqua e ci siamo ammalati di mal di testa, affaticamento, sinusiti dolorose. Sono cosi' felice che non abbiamo fatto il bagno a nostra figlia li dentro.

The only thing in my environment that had changed was the drilling of two gas wells near my home, so I called the gas company, Rex Energy. They came out and retested my water well and gave me a water buffalo. The retest of my water showed arsenic, manganese, ammonia and other volatile organic compounds. Rex is now fracking the gas wells.

L'unica cosa che e' cambiata attorno a me e' stato il trivellamento di due pozzi di gas vicino a casa mia. Cosi' chiamai la compagnia del gas, Rex Energy. Sono venuti e hanno testato la mia acqua del pozzo e mi hanno dato un "water buffalo" (un gigante contenitore di acqua). La mia acqua conteneva arsenico, manganese, ammonia e altri composti organici volatili. La Rex sta facendo fracking sui pozzi di gas.

Right now the health and well being of my family depends on my water buffalo. When Rex Energy takes it away we will have no water. Since the fracking and flaring have begun, the air quality has deteriorated. We can’t play outside without getting a headache or a sore throat.

In questo momento, la salute della mia famiglia dipende dai "water buffalo". Quando la Rex Energy ce lo portera' via non avremo piu' acqua. Da quando hanno iniziato a fare fracking e flaring, la qualita' dell'aria e' deteriorata. Non possiamo giocare fuori senza che ci vengano mal di testa e gole irritate.

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La contea di Butler si trova in Pennsylvania, dove fanno gia' fracking da un po di tempo. Ci sono una trentina di pozzi nel giro di pochi chilomentri, e una discarica a cielo aperto di monnezza di risulta. La signora Kimberlie vive qui da anni (http://protectingourwaters.wordpress.com/2012/02/11/sos-butler-county-black-water-purple-water-a-fracking-nightmare/) e come tutti i residenti delle zone rurali americane prende l'acqua dal proprio pozzo artesiano.

Arrivati i signori del fracking, l'acqua e' diventata imbevibile - nera e puzzolente. E non solo per la signora Kimberlie, ma anche per 50 altre famiglie nella zona.

Secondo analisi indipendenti, l'acqua nella contea di Butler aveva alti livelli di toluene, acetone, metano e benzene. In piu' i livelli di riserve acquifere stanno scendendo, visto che per fare fracking occorrono grandi dosi di acqua, spesso prelevata localmente. C'e' gas flaring ed emissioni in aria di sostanze tossiche. L'aria e' irrespirabile e molti sono i casi di persone che si sentono male.

Kimberlie scrisse al governatore, senza avere risposte. Anzi, venne circolato un documento secondo cui era tutto solo "un problema estetico" e che era tuttapposto. La Rex Energy ha sospeso l'erogazione dell'acqua tramite il "water buffalo" il 29 Febbraio 2012, e cosi' Kimberlie deve comprarsi l'acqua da sola.

I love Butler County but I fear I will have to foreclose on my home and leave. I just wonder how many more Pennsylvanians will have to make this same heart breaking decision. Please stop the drilling. It’s not right to allow the gas companies to gamble with our lives.

Amo Butler County, ma temo che dovro' abbandonare la mia casa ed andarmene. Mi domando quanti altri abitanti della Pennsylvania dovranno prendere questa stessa decisione straziante. Per favore fermate le trivelle. Non e' giusto che le ditte del gas possano prendersi gioco delle nostre vite.

La gente nel circondario riporta problemi di sangue dal naso, vomito, mal di testa, lacrimazione agli occhi, pruriti, oltre che i famosi rubinetti incendiari. A volte invece esce fuori dal rubinetto roba schiumosa. A seconda dei giorni l'acqua e' viola, rossa, marrone. C'e' dentro l'arsenico.

Ci sono stati anche due casi di leucemia, e di cani morti dopo avere bevuto l'acqua contaminata.

Uno di questi due "casi" di leucemia e' un vicino di casa di Kimberlie, Dennis Peterson, 49 anni. E' morto a meta' Febbraio 2012, dopo avere avuto il corpo pieno di lesioni squamose e dopo avere sofferto gli stessi sintomi che tutti riportano in zona.

Ovviamente non e' possibilie dire con certezza che il signor Peterson sia morto di fracking, ma il fatto e' che tutti questi problemi siano sopraggiunti a decine di persone *dopo* che hanno iniziato a fare fracking, mentre prima la qualita' della vita era migliore.

La conclusione e' che nel paese piu' ricco del mondo, qui nell'America del fracking hanno aperto una petizione e raccolta fondi: "DONARE ACQUA A BUTLER".

Come se fossimo in un paese del Subsahara in stato di siccita'.
This is fracking for you. These are oilmen for you.

http://www.youtube.com/watch?v=a9y-9_Kz3jM&feature=player_embedded

paulhowe
25-06-13, 02:38
Bakken and Eagle Ford Reach Record Oil Output (http://www.wealthdaily.com/articles/bakken-and-eagle-ford-reach-record-oil-output/4413)


So based on April's numbers, production in the Eagle Ford has grown a staggering 150,663% since 2008.


Pazzesco !!

gigionaz
27-06-13, 09:27
non vedo il problema.
Se si impestano le falde loro vanno a prendersi tutto il Rio delle Amazzoni. Che problema c'è?

paulhowe
02-07-13, 01:31
Oil and Gas in Texas: Abundance, Abundance, Abundance | NorthCentralPA.com (http://www.northcentralpa.com/feeditem/2013-06-30_oil-and-gas-texas-abundance-abundance-abundance)


So abundant are the resources in the Lone Star State that, as of June 27th, there were 843 oil and natural gas drilling rigs operating in Texas, representing an amazing 48% of all the rigs operating in the United States. Even more amazing, that number represents 26% of all the drilling rigs operating anywhere on the face of the earth!
Today, Texas produces more than 30% of America’s oil and natural gas. If Texas were a country, it would be the third largest natural gas producing nation on earth, and the 13th largest oil producer. Prior to the late 1960s and the growing influence of OPEC, Texas produced so much oil that it was able to heavily influence the price of the commodity on the world market. As the Eagle Ford production continues to grow and the massive potential of the Cline Shale begins to be tapped in earnest, the state could find itself once again in a position of global pricing influence.

Metabo
22-07-13, 21:06
Shale-gas con le ?bolle? | IndustriaEnergia.it (http://www.industriaenergia.it/shale-gas-con-le-bolle-2619.html)
Shale-gas con le “bolle”


articolo del 12 luglio 2013



http://industriaenergia.clicca.info/stampa.png (http://www.printfriendly.com/print?url=http://www.industriaenergia.it/shale-gas-con-le-bolle-2619.html)

di Marco Campagna
Di shale-gas, shale-oil e shale-qualsiasi-altra-cosa si sente ormai parlare dovunque e da chiunque.
Di sicuro ha generato un nuovo dinamismo in un mercato che, prezzo del greggio OPEC-dipendente e qualche altro parametro a parte, era diventato un po’ noiosetto.
Gli spunti non mancano, dalle stra-sentite previsioni di indipendenza energetica degli USA entro il 2030 o giù di lì, passando per la conversione degli stessi USA da importatore ad esportatore netto (IEA docet), fino agli stravolgimenti negli assetti geopolitici del globo (vedi New York Times) e i possibili impatti ambientali (vedi The Guardian o New York Times).
Da poco ho letto un interessante contributo di Guido Plotino del Sole24Ore (lo trovate qui), dove si prova ad immaginare cosa succederebbe (o succederà) se anche la Cina si butterà sul famoso e super-promettente (!) shale-gas.
Non dimentichiamo, per completare il quadro, il coro di chi mette in allerta l’Europa a non perdere il “treno energetico” del nuovo millennio.
In effetti, nonostante il sensazionalismo generale, non tutti sono così convinti, e qualcuno prospetta l’ipotesi di una “bolla” dello shale-gas, sia per motivi tecnici che finanziari.
Per quanto riguarda i motivi tecnici, Andy Hall, ovvero un trader dotato di un “certo” intuito (ha fatto soldi scommettendo che negli anni 2000 il prezzo del barile sarebbe andato dai 20 fino ai 100 dollari), fa notare che ogni perforazione dà accesso solo a una piccola sacca di gas e petrolio, anziché a vaste riserve. Per questo, nonostante i pozzi siano inizialmente prolifici, la produzione declina rapidamente: per mantenerla a un livello costante bisogna trivellare di continuo nuovi pozzi, cosa impossibile da fare senza prezzi del barile sufficientemente alti.
Il guru del trading sembra condividere l’analisi fatta dal report del Post Carbon Insitute: i maggiori 5 pozzi di shale gas USA attualmente in produzione hanno tassi di declino della produttività dall’80 al 95% sui primi 36 mesi e in generale dal 30 al 50% della produzione di gas da scisti deve essere rimpiazzata ogni anno con nuovi pozzi: per mantenere il livello si dovrebbero trivellare 7.200 nuovi pozzi l’anno. Servirebbe cioè un investimento di 42 miliardi di dollari l’anno: una cifra nettamente superiore ai ricavi dalle vendite, che sono di 33 miliardi l’anno.
Sull’argomento si è pronunciato anche il FMI, con un documento di fine 2012 del Fondo Monetario Internazionale che collegava domanda e offerta di petrolio (con dentro la “bolla”, così chiamata dal FMI, dello shale oil) al rischio di una nuova fase recessiva molto acuta.
Per quanto riguarda il lato finanziario, gli analisti del PCI in un altro report azzardano una motivazione del perché ci sia ancora chi dipinge lo shale come un buon investimento, nonostante i dati di cui sopra.
Nel 2011, si spiega, le operazioni di fusione e acquisizione legate agli idrocarburi da scisti a Wall Street hanno raggiunto il volume di 46,5 miliardi di dollari e sono diventate il più grande centro di profitto per diverse banche d’investimento. Questo è avvenuto nonostante i pozzi in questo periodo non abbiano mantenuto le promesse in termini di resa: gli operatori hanno sovrastimato le riserve di shale gas e shale oil dal 100 al 500% rispetto alla produzione effettivamente registrata.
Per portare la produzione ai livelli attesi si è spinto a trivellare ancora di più, arrivando a un eccesso di offerta, che ha spinto i prezzi tanto in basso da essere quasi insostenibili: come detto, per mantenere la produzione servirebbero più investimenti di quanto si ricava dalla vendita. I prezzi bassi hanno aperto la porta ad altre fusioni e acquisizioni, che hanno fruttato miliardi alle banche d’investimento. Molti pozzi sono stati venduti a grandi dell’energia ma si sono anche messi in circolazione strumenti finanziari complessi come i VPP (volumetric production payments) spesso piazzati, assieme ad altri asset su riserve non provate, a investitori che – a differenza di Andy Hall – hanno scarsa dimestichezza con le complesse dinamiche della produzione da fossili, come i fondi pensione.
Una dinamica che ricorda in maniera preoccupante quella che ha innescato la crisi: la corsa nel 2007 a scaricare ad altri i famigerati subprimes sui mutui. Titoli che altro non erano se non promesse che non potevano essere mantenute, proprio come, secondo i dati esposti sopra, potrebbero non essere mantenute le promesse su shale-gas e shale-oil.

Metabo
23-07-13, 11:02
Finche la bolla va lasciala andare...

Amati75
23-07-13, 13:23
Gli economisti sono morti, qualcuno glielo dica. La bolla dello shale gas and oil | Informare per Resistere (http://www.informarexresistere.fr/2013/06/04/gli-economisti-sono-morti-qualcuno-glielo-dica-la-bolla-dello-shale-gas-and-oil/)
Maria Ferdinanda Piva - http://www.informarexresistere.fr/wp-content/uploads/2013/06/Cattura6.jpg (http://www.informarexresistere.fr/2013/06/04/gli-economisti-sono-morti-qualcuno-glielo-dica-la-bolla-dello-shale-gas-and-oil/cattura6-7/)Le grandi testate – certo ve ne sarete accorti – stanno cercando di indurci a guardare di buon occhio lo sfruttamento in Europa (http://blogeko.iljournal.it/il-presidente-del-consiglio-letta-appoggia-il-fracking-e-lo-dira-domani-a-bruxelles/73236) (e in Italia (http://blogeko.iljournal.it/trivellazioni-in-pianura-padana-stavolta-tocca-al-fracking-e-allo-shale-gas)) di idrocarburi non convenzionali, come lo shale oil e lo shale gas che si estraggono attraverso il fracking, una tecnica devastantedal punto di vista ambientale.
Questo post (http://www.rischiocalcolato.it/2013/05/gli-ecologisti-sono-morti-qualcuno-glielo-dica-shale-gas-and-oil.html) pubblicato venerdì dal blog economico Rischio Calcolato (ne ho parodiato il titolo, dice che siamo morti noi ecologisti) riassume la quintessenza del punto di vista che va per la maggiore: gli Stati Uniti con il fracking hanno trovato una cornucopia di energia a buon mercato. Noi in Europa paghiamo il gas ad un prezzo molto più alto. Anche in Europa c’è molto gas da estrarre col fracking. Gli ecologisti non hanno più alcun peso, vogliamo continuare a farci del male inseguendo le loro fisime?
Assoluta miopia: non ecologica ma proprio economica. Gli economisti (non gli ecologisti!) se cascano in una trappola del genere sono morti, e soprattutto fanno morire noi.
La produzione di shale gas negli Stati Uniti è molto costosa anche se i prezzi del gas sono bassi. E’ dunque con ogni probabilità un’effimera bolla finanziaria creata al prezzo di perduranti devastazioni ambientali: uno schema di Ponzi (http://it.wikipedia.org/wiki/Schema_Ponzi) che, per reggersi, ha bisogno di nuovi gonzi. E li cerca in Europa.
E’ vero, grazie alle tecniche non convenzionali gli Stati Uniti hanno moltiplicato l’estrazione di idrocarburi. Ma la prodigiosa crescita della produzione avviene solo grazie ad un ancor più forsennato aumento del numero delle trivellazioni. E ogni trivellazione costa l’iradiddio.
Procediamo con ordine. Innanzitutto l’andamento della produzione di petrolio negli Usa in rapporto con il numero delle trivellazioni. Come ha calcolato (http://www.ecoblog.it/post/67917/troppi-buchi-negli-usa-per-poco-petrolio-in-piu?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+ecoblog%2Fit+%28ecoblog%29) Marco Pagani, l’EcoAlfabeta di Ecoblog, grazie allo shale oil dal 2008 gli Usa hanno aumentato del 25% circa la produzione di petrolio: ma contemporaneamente hanno più che quadruplicato il numero delle trivellazioni.
Però il prezzo del petrolio (negli Usa come in tutto il mondo) è relativamente alto. Lo shale gas ha portato ai mercati americani gas a basso prezzo ma presenta il medesimo problema dello shale oil: per aumentare la produzione bisogna aumentare ancor più velocemente il numero delle trivellazioni.
L’andamento dell’estrazione in due pozzi-tipo di shale gas è stato ricostruito ancora da EcoAlfabeta (http://www.ecoblog.it/post/69127/il-rapido-declino-della-produzione-dei-pozzi-tra-le-cause-della-bolla-del-shale-gas): si dimezza ogni anno, nel giro di poco tempo restano solo le briciole.
Il Post Carbon Institute ha condensato in un grafico (pubblicato all’interno di un rapporto (http://www.postcarbon.org/reports/DBD-report-FINAL.pdf) sugli idrocarburi non convenzionali) il numero di pozzi produttivi per il gas (convenzionale e non) e la produttività media dei pozzi, sempre negli Stati Uniti. In vent’anni il numero dei pozzi è aumentato del 90% e la produttività del pozzo medio è diminuita del 38%.

http://blogeko.iljournal.it/wp-content/uploads/2013/06/Cattura5.jpg
Come se la necessità di aumentare freneticamente il numero delle trivellazioni già non fosse un ostacolo sufficientemente arduo, il costo di ogni singolo pozzo scavato negli Usa è quadruplicato (http://www.eia.gov/dnav/pet/pet_crd_wellcost_s1_a.htm) fra il 2002 e il 2007 (ultimi dati disponibili).
Non sto a dilungarmi sulle pesanti controindicazioni ambientali del fracking tipo il rischio di innescare terremoti (http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=fracking-can-cause-earthquakes) (non sto parlando di scosse strumentali) o di contaminare (http://blogeko.iljournal.it/fracking-violentare-la-terra-per-estrarre-gas-il-film-gasland-con-sottotitoli-italiani) la falda sotterranea d’acqua che serve per bere e per irrigare i campi. Mi fermo alle mere questioni pecuniarie. Come è possibile che, nonostante questi alti costi di estrazione, il gas americano abbia un prezzo più basso rispetto al gas convenzionale europeo?
E’ possibile perchè i produttori ci stanno rimettendo anche la camicia e hanno tutti i bilanci in rosso: è la considerazione del capo di Exxon Mobil raccolta (http://www.forbes.com/sites/christopherhelman/2012/07/03/exxons-tillerson-speaks-some-convenient-truths/)da Forbes quasi un anno fa. Sottolineo: da Forbes, una testata economica e non ambientalista. Aggiungo che da allora i prezzi (http://www.infomine.com/investment/metal-prices/natural-gas/5-year/) non hanno avuto esattamente un clamoroso recupero. Sul problema della bolla del gas americano è tornato (http://mondediplo.com/2013/03/09gaz) anche Le Monde Diplomatique del marzo scorso.
Già nel 2011 il New York Times (e sottolineo ancora una volta l’autorevolezza della testata) avanzava il dubbio (http://www.nytimes.com/2011/06/26/us/26gas.html?_r=3&src=rechp&pagewanted=all&) che lo shale gas fosse una bolla innescata dalla speculazione finanziaria: una sorta di schema di Ponzi che può reggersi (e procurare guadagni) solo finchè troverà nuovi adepti disposti a sorreggerlo. L’ultimo arrivato si prenderà solo macerie. E’ questo che vogliono da noi e dall’Europa?
Gli economisti sono morti, qualcuno glielo dica. La bolla dello shale gas and oil | Blogeko.it (http://blogeko.iljournal.it/gli-economisti-sono-morti-qualcuno-glielo-dica-la-bolla-dello-shale-gas-and-oil/73522)


Dopo l' ennesimo tuo post per curiosità ho cliccate sul link dell articolo di Forbes citato nell intervento sopra come una dichiarazione straordinaria, un ammissione.... Ma mi sa che chi ha scritto tale intervento da te postato, o non ha letto l' articolo nella sua interezza e si è fermato a quella frase senza leggere il resto o semplicemente è' consapevole che chi lo legge, cometa signora Metabo per esempio, non farà lo sforzo di cliccare sul link e leggere l' articolo che viene citato, dato che evidentemente conosce bene i suoi "polli", sa che più che probabilmente saranno "entusiasti" di ciò che vi è scritto e non comproveranno se ciò che viene affermato sia esatto o semplicemente una mistificazione.
Le consiglio di leggere l' integrità dell articolo di Forbes e di far presente All autore del papà dello inesatto sopra che forse avrebbe fatto meglio a scrivere con maggiore precisione o onesta', visto che ciò che afferma al riguardo e semplicemente falso e fuori contesto.... È basta appunto leggere l' articolo che lui stesso ha linkato.

Amati75
23-07-13, 13:27
Finche la bolla va lasciala andare...

Beh e' ovvio che tu abbia tali opinioni, se posti articoli che citano erroneamente (volutamente o meno dovresti chieder agli autori) articoli (esempio articolo di Forbes del post precedente), e' ovvio che anche le opinioni finali saranno fallate.

Ma dato che leggere non è complicato presumo tale autore abbia letto l' articolo completo e che quindi la manipolazione che ha fatto sia stata voluta, quindi come minimo, e' di una disonestà intellettuale da brividi, l' alternativa sarebbe che sia ignorante, e non mi pare.

Metabo
23-07-13, 14:03
La realtà fa male gli shale gas o oil, sopratutto questi ultimi sono solo una trovata disperata.
Distruggere l'ambiente, inquinare l'acqua, tutto molto furbo; gli stupidi invece rinnegoziano il loro stile di vita ed economico, puntano poi sulla green economy, su macchine con motori meno inquinanti e cosi via.

Amati75
23-07-13, 14:07
La realtà fa male gli shale gas o oil, sopratutto quest'ultimi sono solo una trovata disperata.

Ehh già... Colpa mia se gli articoli che posta sono incorretti nella migliore delle ipotesi o volutamente disinformati nella peggiore?

Il link dell articolo che viene citato lo può cliccare anche lei..basta leggerlo.... Se preferisce non alo dato che facendolo dovrebbe prendere atto che ciò che ha postato (e creduto) e' il risultato di manipolazione o semplice superficialità non so che dire, ma il cliccare o meno per comprovare ciò che li viene scritto e' una sua scelta personale, se preferisce non farlo per non dover intaccare le sue convinzioni faccia pure, ma appunto li è la prova "provata" che la malafede non conosce ideologia.

Paolo82
25-07-13, 01:45
Sarà un caso, sarò che sono comunisti in quanto big red, ma se Cornell University sostiene la decisione sul ban del fracking nello stato di ny e nella regione dei finger lakes ci sarà o no una ragione?

Amati75
25-07-13, 01:51
Sarà un caso, sarò che sono comunisti in quanto big red, ma se Cornell University sostiene la decisione sul ban del fracking nello stato di ny e nella regione dei finger lakes ci sarà o no una ragione?

Lo Studio della Cornell ( o meglio di un professore ecologista della Cornell) ha svariati studi in contraposizione. Interessante articolo al riguardo:

Fracking Needs Rules, Not Flawed Studies - Bloomberg (http://www.bloomberg.com/news/2012-10-21/fracking-needs-rules-not-flawed-studies.html)

Metabo
25-07-13, 10:40
Sarà un caso, sarò che sono comunisti in quanto big red, ma se Cornell University sostiene la decisione sul ban del fracking nello stato di ny e nella regione dei finger lakes ci sarà o no una ragione?

Il fracking è l'ultimo disperato tentativo degli usa.

paulhowe
25-07-13, 14:10
Il fracking è l'ultimo disperato tentativo degli usa.


Fuel Fix » Shale gas prompts $72B in planned chemical investments (http://fuelfix.com/blog/2013/05/20/chemistry-council-report-shale-gas-prompts-71-7-billion-in-investments/)

72 miliardi di dollari di investimenti, sono proprio un "disperato tentativo", non c'e che dire!

Tu intanto aspetta il "lavoro" in Italia.

paulhowe
28-07-13, 02:01
Si continuano a scoprire giacimenti di Shale gas.

Gas drillers in Pennsylvania find Upper Devonian shale also is lucrative - News - Ohio (http://www.ohio.com/news/gas-drillers-in-pennsylvania-find-upper-devonian-shale-also-is-lucrative-1.416331)

Metabo
28-07-13, 11:53
Si continuano a scoprire giacimenti di Shale gas.

Gas drillers in Pennsylvania find Upper Devonian shale also is lucrative - News - Ohio (http://www.ohio.com/news/gas-drillers-in-pennsylvania-find-upper-devonian-shale-also-is-lucrative-1.416331)

Visto che i giacimenti si esauriscono in fretta devono per forza scoprirne di nuovi, altrimenti sono fregati, infatti, stiamo parlando di un bluff, fra poco costerà più estrarre il materiale che sfruttarlo, una bolla e basta...

paulhowe
28-07-13, 14:54
Visto che i giacimenti si esauriscono in fretta devono per forza scoprirne di nuovi, altrimenti sono fregati, infatti, stiamo parlando di un bluff, fra poco costerà più estrarre il materiale che sfruttarlo, una bolla e basta...

Si e' talmente un "bluff" che sono stati programmati investimenti per circa 100 miliardi di dollari nell'industria petrol-chimica e in quella estrattiva.

Come al solito parlare a cazza di cane senza avere la minima idea.

Amati75
28-07-13, 15:09
Si e' talmente un "bluff" che sono stati programmati investimenti per circa 100 miliardi di dollari nell'industria petrol-chimica e in quella estrattiva.

Come al solito parlare a cazza di cane senza avere la minima idea.

Che parla a casaccio ci ha pensato a dimostrarlo da solo, quando ha postato un articolo, che ha letto, ovviamente superficialmente, che diceva una cosa, dando ance il riferimento all' articolo... si va a leggere l' articolo e questo dice l'opposto.... insomma, manipolazione delle affermazioni altrui, superficilaita' e ragionamenti basati su preconcetti ideologici (in caso contrario si sarevbe assicurato che l articolo stesse affermando il vero e non il falso).

Metabo
28-07-13, 18:03
Si e' talmente un "bluff" che sono stati programmati investimenti per circa 100 miliardi di dollari nell'industria petrol-chimica e in quella estrattiva.

Come al solito parlare a cazza di cane senza avere la minima idea.

Fracking e occupazione: la grande bugia (http://www.ilmonitodelgiardino.it/index.php/parole-nel-vento/20-editoriale/562-fracking-e-occupazione-la-grande-bugia)
http://www.ilmonitodelgiardino.it/plugins/content/jarticlefontsize/font_up.gif http://www.ilmonitodelgiardino.it/plugins/content/jarticlefontsize/font_down.gif

http://www.ilmonitodelgiardino.it/images/stories/parolenelvento/fracking%20e%20occupazione.jpgI sostenitori della fratturazione idraulica - fracking - per estrarre gas e petrolio assicurano che il boom degli idrocarburi degli scisti statunitensi sta creando moltissimi posti di lavoro. Ma è davvero così? No, almeno secondo il rapporto Ohio Utica Shale Region Monitor, concentrato su quanto sta accadendo nel nord dell'Ohio, dove dal 2011 è in atto un vero e proprio boom del fracking. E dove i posti di lavoro non sono cresciuti più che nelle contee meridionali, non interessate dalla fratturazione idraulica.

Lo studio, pubblicato dal Maxine Goodman Levin college of urban affairs della Cleveland State University, ha trovato che la spesa globale nelle contee con le più ricche riserve di shale è aumentata del 21,1% nel 2012, a fronte di un aumento del 6,4% nelle contee dove non c'è fracking. Ma questa differenza dipende esclusivamente dagli investimenti fatti per estrarre lo shale gas e non si è tradotta in una crescita dell'occupazione. Tra il 2011 e il 2012, nelle contee ricche di gas da scisti l'occupazione è cresciuta dell'1,4%, e nelle contee senza fracking l'aumento dei posti di lavoro è stato quasi identico, pari all'1,3%.

Eppure l'Ohio department of job and family services ha detto che è cresciuta molto l'occupazione legata alla trivellazione di pozzi, alla costruzione di tubazioni ed ai lavori legati al fracking. Ma allora, cosa sta succedendo? Il rapporto non lo dice, ma probabilmente il fracking potrebbe far diminuire i posti di lavoro in altri settori economici. E' proprio quanto sostengono in un altro rapporto pubblicato a gennaio le Mothers against drilling in our neighborhoods (Madion) di Broadview Heights, un sobborgo di Cleveland. Una delle loro leader, Tish O'Dell, ha spiegato che «Il numero di posti di lavoro creati dal fracking dovrebbe essere calcolato tenendo conto dei possibili impatti su altri settori, tra i quali l'agricoltura, caseifici e turismo. Se si andasse a fare uno studio veramente serio si dovrebbe guardare a queste cose. Se l'acqua è contaminata e pesci muoiono, cosa andranno a fare i pescatori? Se disponiamo di parchi dove la gente va per la pace e tranquillità, cosa succede quando si trasformano in un paesaggio industriale? Se si dispone di un latte biologico e il terreno è inquinato, che cosa succede? Queste sono tutte domande valide».

Intanto anche i politici dell'Ohio hanno iniziato a lamentarsi per i pochi posti di lavoro nel fracking e delle compagnie che prendono i soldi e non reinvestono. Anche il governatore, il repubblicano John Kasich, ha chiesto alle compagnie gasiere che sfruttano le risorse dello Stato Usa di reinvestire nell'Ohio e di assumere più gente.


Fonte: greenreport.it


http://www.ilmonitodelgiardino.it/plugins/content/bottombox/email.png (http://www.ilmonitodelgiardino.it/index.php/parole-nel-vento/20-editoriale/562-fracking-e-occupazione-la-grande-bugia#) http://www.ilmonitodelgiardino.it/plugins/content/bottombox/print.png (http://www.ilmonitodelgiardino.it/index.php/parole-nel-vento/20-editoriale/562-fracking-e-occupazione-la-grande-bugia#)

Metabo
28-07-13, 18:13
Ohio fracking boom has not brought jobs | Grist (http://grist.org/news/ohio-fracking-boom-has-not-brought-jobs/)
Ohio fracking boom has not brought jobs By John Upton (http://grist.org/author/john-upton/)
http://grist.files.wordpress.com/2013/03/fracking-ohio-hplead.jpg?w=250&h=145Jason Shenk (http://www.flickr.com/photos/exurban/6622767171/) Did you hear the joke about how fracking creates jobs?
We heard it, too. We heard it from the U.S. Chamber of Commerce (http://www.midwestenergynews.com/2012/12/17/commentary-rosy-illinois-fracking-jobs-report-rife-with-flaws/). We heard it from the fracking industry (http://marcellusdrilling.com/2012/02/new-study-predicts-65k-jobs-in-ohio-by-2014-from-utica-shale/). We heard it from the press (http://www.forbes.com/sites/christopherhelman/2013/02/12/president-obama-gets-it-fracking-is-awesome/).
Well here comes a punchline that’s darker than a fracker’s heart: In northeastern Ohio, where a fracking boom kicked off 2011, there was no more jobs growth last year than there was in the state’s unfracked western and southern regions.
That’s the conclusion of a new report (http://urban.csuohio.edu/publications/hill/OhioUticaShaleRegionMonitor_Mar2013.pdf) [PDF] published by Cleveland State University’s Maxine Goodman Levin College of Urban Affairs. The report was not peer-reviewed.
The study found that overall spending in counties with the richest shale reserves increased by 21.1 percent in 2012, compared with a 6.4 percent increase in counties where no fracking is underway. The more shale buried beneath a county, the more money is likely to be spent there in the era of fracking, according to the study’s findings.
But that economic bounce did not translate to jobs growth. In shale-rich counties, employment grew by 1.4 percent between 2011 and 2012. In fracker-free counties, employment grew by 1.3 percent.
http://grist.files.wordpress.com/2013/03/screen-shot-2013-03-22-at-1-27-20-pm.png?w=592&h=217Maxine Goodman Levin College of Urban Affairs The Ohio Department of Job and Family Services says (http://www.bizjournals.com/columbus/news/2013/03/04/shale-drilling-jobs-up-through-1st.html) that employment in well drilling, pipeline construction, and similar work was up last year. So what’s going on? It’s impossible to tell from the report, but it has been speculated that fracking could be killing jobs in other sectors, such as tourism and farming. From a Midwest Energy News report published in January (http://www.midwestenergynews.com/2013/01/10/u-s-chambers-fracking-job-boom-behind-the-numbers/):

Tish O’Dell, co-founder of the group Mothers Against Drilling in Our Neighborhoods (MADION) in the Cleveland suburb of Broadview Heights, said the number of jobs created by fracking should be measured against the possible impacts on industries including farming, dairies and tourism.
“If you were going to do a really serious study you would look at these things,” she said. “If water is contaminated and fish die, what are the fishermen going to do? If you have parks where people go for peace and quiet, what happens when you turn it into an industrial landscape? If you have an organic dairy and the soil is polluted, what does that mean? These are all valid questions.”
Meanwhile, leaders in the state have started lamenting the lack of fracking jobs going to Ohioans. Gov. John Kasich (R) brought the issue up a few months ago, The Columbus Dispatch reported (http://dispatchpolitics.dispatch.com/content/blogs/the-daily-briefing/2012/12/12-8-12-kasich-ong.html):

“You could have a situation where we are not getting the jobs, [the oil and gas companies are] taking the resources, and all their profits and they’re heading home,” Kasich said. “That is not acceptable to me. Now, we don’t have the conclusive evidence that this is happening yet, but I want you all to know, and I want the companies to know that this is an extremely serious matter, and we expect them to be responsive to the people of this state.”
Kasich made these remarks Wednesday during, of all things, a ceremony in his office honoring the 2012 Ohio State football team, with some of the Buckeyes’ players standing behind him. Perhaps as a result, little attention was paid to Kasich’s warning at the time. He has routinely said shale drilling should lead to jobs for Ohioans and not “foreigners,” meaning people from other states.
The lack of jobs growth for Ohioans living on fracked (and now polluted (http://www.dispatch.com/content/stories/local/2011/12/09/pollution-linked-to-fracking.html)) land appears to be yet another sad case of communities getting sucker punched after selling out to fossil fuel companies. There’s your punchline.
John Upton is a science fan and green news boffin who tweets (https://twitter.com/johnupton), posts articles to Facebook (http://www.facebook.com/journalistupton), and blogs about ecology (http://wonkonthewildlife.com/). He welcomes reader questions, tips, and incoherent rants: johnupton@gmail.com.

paulhowe
28-07-13, 19:10
In primo luogo negli shales di Utica si e' investito poco.

I protagonisti di questa corsa sono Bakken nel Dakota, Marcellus negli Appalachi e il Texas con i giacimenti di e Eagle Ford e Cline shales dove ci stanno circa 30 miliardi di barili di oil.

Li ci stanno i grandi numeri, numeri confermati dalla EIA, dagli accordi delle grandi compagnie e dagli enormi investimenti.


Capisco che devi "minimizzare"....ma rassegnati, l'energia costa ormai il 20% in meno che in Europa, questo avra effetti abbastanza evidenti in termini di competezione industriale, almeno che anche Scaroni non sia sul "libro paga del gomblottismo americano".

Paolo Scaroni: "Lo shale gas americano spiazza l?Europa" - Panorama (http://economia.panorama.it/aziende/scaroni-eni-shale-gas-usa)

Rick Hunter
28-07-13, 20:04
piuttosto paul, c'è possibilità che gli States vendano, tramite navi metanifere, il proprio gas a prezzo ridotto rispetto a quello russo-algerino?

Metabo
28-07-13, 20:37
In primo luogo negli shales di Utica si e' investito poco.

I protagonisti di questa corsa sono Bakken nel Dakota, Marcellus negli Appalachi e il Texas con i giacimenti di e Eagle Ford e Cline shales dove ci stanno circa 30 miliardi di barili di oil.

Li ci stanno i grandi numeri, numeri confermati dalla EIA, dagli accordi delle grandi compagnie e dagli enormi investimenti.


Capisco che devi "minimizzare"....ma rassegnati, l'energia costa ormai il 20% in meno che in Europa, questo avra effetti abbastanza evidenti in termini di competezione industriale, almeno che anche Scaroni non sia sul "libro paga del gomblottismo americano".

Paolo Scaroni: "Lo shale gas americano spiazza l?Europa" - Panorama (http://economia.panorama.it/aziende/scaroni-eni-shale-gas-usa)

E chi ha detto il contrario finche dura la bolla, come è dimostrato bisogna di continuo trivellare nuovi pozzi perché si esauriscono in fretta, in più diventa sempre più costoso estrarre il gas, quindi tra poco non converrà più, infine c'è il problema dell'inquinamento, i famosi fiumi inquinati con divieto di pesca, senza parlare delle persone che non hanno più acqua potabile, tutte cose già postate nella pagine precedenti.
Lo shale gas per non parlare del shale oil, sono miraggi più che miracoli, gli usa sono con l'acqua alla gola, stanno perdendo la loro egemonia mondiale e cercano disperatamente un’ancora di salvezza ma cosi finiranno per affogare.

paulhowe
28-07-13, 20:38
piuttosto paul, c'è possibilità che gli States vendano, tramite navi metanifere, il proprio gas a prezzo ridotto rispetto a quello russo-algerino?


Guarda il gas che estraggono soddisfa la domanda nazionale, c'e qualche accordo che si sta combinando con alcuni paesi, ma non c'e da aspettarsi chissa quale livello di export.

La questione non e' questa, ma semplicemente la "pressione" che cio comporta sugli europei in fase di negoziazione con paesi come l'algeria, il qatar e la Russia.

Chiaramente molti paesi europei vedono che negli USA il gas costa circa un terzo rispetto a quanto costa nel vecchio continente e quindi vogliono anche loro spuntare questi livelli ricontrattando le spedizioni con i paesi produttori.

Alla fine l' "effetto shale" e' questo. Non inondare il mercato direttamente, ma cambiare il livello dei prezzi sul mercato.

Arctic
28-07-13, 22:01
Alla fine l' "effetto shale" e' questo. Non inondare il mercato direttamente, ma cambiare il livello dei prezzi sul mercato.

Giusto in su. :D Visto che i prezzi del gas in USA nella prima metà del 2013 sono saliti da 40% a 60%. E si prevede che rimarranno ai livelli di 2009-2011 anche alla fine dell'anno.

paulhowe
28-07-13, 22:05
Giusto in su. :D Visto che i prezzi del gas in USA nella prima metà del 2013 sono saliti da 40% a 60%. E si prevede che rimarranno ai livelli di 2009-2011 anche alla fine dell'anno.

http://www.seeitmarket.com/wp-content/uploads/2012/04/10-Year-Natural-Gas-Index-Chart.png




In europa stanno attorno ai 9-10 dollari.

Fai tu!

Rick Hunter
28-07-13, 22:08
quindi non esporteranno, se non in piccola scala, come fecero per il petrolio e come vige il blocco ad esempio per gli F 22 e gli altri sistemi d'arma "sensibili".

Arctic
28-07-13, 22:27
http://www.seeitmarket.com/wp-content/uploads/2012/04/10-Year-Natural-Gas-Index-Chart.png




In europa stanno attorno ai 9-10 dollari.

Fai tu!
I prezzi attuali del gas negli USA sono intorno a $4.00 per MMBtu e continueranno a crescere. Nonostante tutti enormi investimenti nell'estrazione di shale gas, tutti i produttori dell'ultimo sono in perdita.

Se aggiungi i costi di trasferimento del gas (non necessariamente il shale) agli impianti GNL, trasporto via mare, rigassificazione, etc, il prezzo salirà molto ma molto di più. Già oggi i prezzi saranno pari, se non più alti, del gas venduto in Europa da Russia, Norvegia ed altri.

Tra 3-5 anni la bolla di shale gas si sgonfierà. E lo dicono tanti analisti nel campo. E allora sò c... ;)

paulhowe
28-07-13, 22:36
In europa il prezzo del gas per MMbtu sta a quasi 12 dollari per MMBtu.

Come ho gia scritto, il gas estratto negli USA soddisfa l'esigenza domestica e infatti non si importa piu.

L'effetto degli shales non sta nell'export del gas o del petrolio, ma nella pressione "politica" sugli altri competitors degli USA, perche se gli europei o gli asiatici pagano gli idrocarburi il 20-30% in piu, ci sara un gap competitivo a livello industriale.

Quindi gli europei dovranno ricontrattare le forniture dalla Russia, dall'Algeria, dal Qatar o altre parti, per cercare di ridurre tale gap. ed e' quello che stanno cercando di fare.

Arctic
28-07-13, 22:44
In europa il prezzo del gas per MMbtu sta a quasi 12 dollari per MMBtu.

Come ho gia scritto, il gas estratto negli USA soddisfa l'esigenza domestica e infatti non si importa piu.

L'effetto degli shales non sta nell'export del gas o del petrolio, ma nella pressione "politica" sugli altri competitors degli USA, perche se gli europei o gli asiatici pagano gli idrocarburi il 20-30% in piu, ci sara un gap competitivo a livello industriale.

Quindi gli europei dovranno ricontrattare le forniture dalla Russia, dall'Algeria, dal Qatar o altre parti, per cercare di ridurre tale gap. ed e' quello che stanno cercando di fare.

I prezzi di idrocarburi nei paesi produttori sono molto più bassi dei prezzi in paesi importatori. E come mai che gli importatori ancora non hanno rinegoziati i prezzi? So passati decenni e decenni, e ancora siamo li... ;)

Rick Hunter
28-07-13, 22:52
paul io non penso che se si fosse potuto "ricontrattare" non si sarebbe già fatto, altrimenti vari politici europei sarebbero da incriminare per connivenza con lo straniero se ci avessero fatto, per decenni, pagare di più di quanto si sarebbe potuto e dovuto.
Possiamo fare tutte le "pressioni" che vogliamo ma se i produttori se ne fregano c'è poco da fare, a parte comprare altrove o riconvertire la produzione energetica e puntare tutto sul nucleare, cosa che però in Italia non si può fare in ogni caso e quindi ce la prenderemo comunque in quel posto.

paulhowe
28-07-13, 23:12
paul io non penso che se si fosse potuto "ricontrattare" non si sarebbe già fatto, altrimenti vari politici europei sarebbero da incriminare per connivenza con lo straniero se ci avessero fatto, per decenni, pagare di più di quanto si sarebbe potuto e dovuto.
Possiamo fare tutte le "pressioni" che vogliamo ma se i produttori se ne fregano c'è poco da fare, a parte comprare altrove o riconvertire la produzione energetica e puntare tutto sul nucleare, cosa che però in Italia non si può fare in ogni caso e quindi ce la prenderemo comunque in quel posto.


Il mercato del gas negli USA e' regolato su base diversa rispetto a quello che c'e in europa, parliamo di "spot market" vs take or pay.

Essendosi creato un gap in termini di prezzo chiaramente gli USA hanno acquisito un vantaggio competitivo a livello industriale. Se una materia prima costa 4 volte di piu in un paese rispetto ad un altro mi sembra evidente che ci sono delle pressioni politiche per correggere questa cosa.

INTERVIEW-Europe beware of wishing for spot gas prices -Gazprom | Reuters (http://uk.reuters.com/article/2013/05/16/eu-gas-gazprom-idUKL6N0DX3H920130516)

blobb
28-07-13, 23:41
Shale-gas con le ?bolle? | IndustriaEnergia.it (http://www.industriaenergia.it/shale-gas-con-le-bolle-2619.html)


i Marco Campagna Di shale-gas, shale-oil e shale-qualsiasi-altra-cosa si sente ormai parlare dovunque e da chiunque.
Di sicuro ha generato un nuovo dinamismo in un mercato che, prezzo del greggio OPEC-dipendente e qualche altro parametro a parte, era diventato un po’ noiosetto.
Gli spunti non mancano, dalle stra-sentite previsioni di indipendenza energetica degli USA entro il 2030 o giù di lì, passando per la conversione degli stessi USA da importatore ad esportatore netto (IEA docet), fino agli stravolgimenti negli assetti geopolitici del globo (vedi New York Times) e i possibili impatti ambientali (vedi The Guardian o New York Times).
Da poco ho letto un interessante contributo di Guido Plotino del Sole24Ore (lo trovate qui), dove si prova ad immaginare cosa succederebbe (o succederà) se anche la Cina si butterà sul famoso e super-promettente (!) shale-gas.
Non dimentichiamo, per completare il quadro, il coro di chi mette in allerta l’Europa a non perdere il “treno energetico” del nuovo millennio.
In effetti, nonostante il sensazionalismo generale, non tutti sono così convinti, e qualcuno prospetta l’ipotesi di una “bolla” dello shale-gas, sia per motivi tecnici che finanziari.
Per quanto riguarda i motivi tecnici, Andy Hall, ovvero un trader dotato di un “certo” intuito (ha fatto soldi scommettendo che negli anni 2000 il prezzo del barile sarebbe andato dai 20 fino ai 100 dollari), fa notare che ogni perforazione dà accesso solo a una piccola sacca di gas e petrolio, anziché a vaste riserve. Per questo, nonostante i pozzi siano inizialmente prolifici, la produzione declina rapidamente: per mantenerla a un livello costante bisogna trivellare di continuo nuovi pozzi, cosa impossibile da fare senza prezzi del barile sufficientemente alti.
Il guru del trading sembra condividere l’analisi fatta dal report del Post Carbon Insitute: i maggiori 5 pozzi di shale gas USA attualmente in produzione hanno tassi di declino della produttività dall’80 al 95% sui primi 36 mesi e in generale dal 30 al 50% della produzione di gas da scisti deve essere rimpiazzata ogni anno con nuovi pozzi: per mantenere il livello si dovrebbero trivellare 7.200 nuovi pozzi l’anno. Servirebbe cioè un investimento di 42 miliardi di dollari l’anno: una cifra nettamente superiore ai ricavi dalle vendite, che sono di 33 miliardi l’anno.
Sull’argomento si è pronunciato anche il FMI, con un documento di fine 2012 del Fondo Monetario Internazionale che collegava domanda e offerta di petrolio (con dentro la “bolla”, così chiamata dal FMI, dello shale oil) al rischio di una nuova fase recessiva molto acuta.
Per quanto riguarda il lato finanziario, gli analisti del PCI in un altro report azzardano una motivazione del perché ci sia ancora chi dipinge lo shale come un buon investimento, nonostante i dati di cui sopra.
Nel 2011, si spiega, le operazioni di fusione e acquisizione legate agli idrocarburi da scisti a Wall Street hanno raggiunto il volume di 46,5 miliardi di dollari e sono diventate il più grande centro di profitto per diverse banche d’investimento. Questo è avvenuto nonostante i pozzi in questo periodo non abbiano mantenuto le promesse in termini di resa: gli operatori hanno sovrastimato le riserve di shale gas e shale oil dal 100 al 500% rispetto alla produzione effettivamente registrata.
Per portare la produzione ai livelli attesi si è spinto a trivellare ancora di più, arrivando a un eccesso di offerta, che ha spinto i prezzi tanto in basso da essere quasi insostenibili: come detto, per mantenere la produzione servirebbero più investimenti di quanto si ricava dalla vendita. I prezzi bassi hanno aperto la porta ad altre fusioni e acquisizioni, che hanno fruttato miliardi alle banche d’investimento. Molti pozzi sono stati venduti a grandi dell’energia ma si sono anche messi in circolazione strumenti finanziari complessi come i VPP (volumetric production payments) spesso piazzati, assieme ad altri asset su riserve non provate, a investitori che – a differenza di Andy Hall – hanno scarsa dimestichezza con le complesse dinamiche della produzione da fossili, come i fondi pensione.
Una dinamica che ricorda in maniera preoccupante quella che ha innescato la crisi: la corsa nel 2007 a scaricare ad altri i famigerati subprimes sui mutui. Titoli che altro non erano se non promesse che non potevano essere mantenute, proprio come, secondo i dati esposti sopra, potrebbero non essere mantenute le promesse su shale-gas e shale-oil.

paulhowe
29-07-13, 13:41
In effetti, nonostante il sensazionalismo generale, non tutti sono così convinti, e qualcuno prospetta l’ipotesi di una “bolla” dello shale-gas


Il termine "bolla" non si capisce proprio cosa voglia indicare.

Gli shales sono un fenomeno sostanzialmente americano, nel resto del mondo questo fenomeno, praticamente non c'e.

Il gas estratto viene consumato, e i prezzi sono piu bassi rispetto a 3 anni fa. Quindi non c'e una "bolla" di prezzi.

Il petrolio ha ridotto la dipendenza dalle importanzione, ma non viene venduto all'estero.

Come vedete da questo grafico l'indice composito del settore energia nell'ambito dello S&P 500 e' crescito meno del 10% negli ultimi 5 anni.

https://research.sharebuilder.com/sharebuilder/Stock-Market/All-Industries?sector=12
Questa bolla di cui si parla non c'e.

Metabo
29-07-13, 14:03
Shale-gas con le ?bolle? | IndustriaEnergia.it (http://www.industriaenergia.it/shale-gas-con-le-bolle-2619.html)


i Marco Campagna Di shale-gas, shale-oil e shale-qualsiasi-altra-cosa si sente ormai parlare dovunque e da chiunque.
Di sicuro ha generato un nuovo dinamismo in un mercato che, prezzo del greggio OPEC-dipendente e qualche altro parametro a parte, era diventato un po’ noiosetto.
Gli spunti non mancano, dalle stra-sentite previsioni di indipendenza energetica degli USA entro il 2030 o giù di lì, passando per la conversione degli stessi USA da importatore ad esportatore netto (IEA docet), fino agli stravolgimenti negli assetti geopolitici del globo (vedi New York Times) e i possibili impatti ambientali (vedi The Guardian o New York Times).
Da poco ho letto un interessante contributo di Guido Plotino del Sole24Ore (lo trovate qui), dove si prova ad immaginare cosa succederebbe (o succederà) se anche la Cina si butterà sul famoso e super-promettente (!) shale-gas.
Non dimentichiamo, per completare il quadro, il coro di chi mette in allerta l’Europa a non perdere il “treno energetico” del nuovo millennio.
In effetti, nonostante il sensazionalismo generale, non tutti sono così convinti, e qualcuno prospetta l’ipotesi di una “bolla” dello shale-gas, sia per motivi tecnici che finanziari.
Per quanto riguarda i motivi tecnici, Andy Hall, ovvero un trader dotato di un “certo” intuito (ha fatto soldi scommettendo che negli anni 2000 il prezzo del barile sarebbe andato dai 20 fino ai 100 dollari), fa notare che ogni perforazione dà accesso solo a una piccola sacca di gas e petrolio, anziché a vaste riserve. Per questo, nonostante i pozzi siano inizialmente prolifici, la produzione declina rapidamente: per mantenerla a un livello costante bisogna trivellare di continuo nuovi pozzi, cosa impossibile da fare senza prezzi del barile sufficientemente alti.
Il guru del trading sembra condividere l’analisi fatta dal report del Post Carbon Insitute: i maggiori 5 pozzi di shale gas USA attualmente in produzione hanno tassi di declino della produttività dall’80 al 95% sui primi 36 mesi e in generale dal 30 al 50% della produzione di gas da scisti deve essere rimpiazzata ogni anno con nuovi pozzi: per mantenere il livello si dovrebbero trivellare 7.200 nuovi pozzi l’anno. Servirebbe cioè un investimento di 42 miliardi di dollari l’anno: una cifra nettamente superiore ai ricavi dalle vendite, che sono di 33 miliardi l’anno.
Sull’argomento si è pronunciato anche il FMI, con un documento di fine 2012 del Fondo Monetario Internazionale che collegava domanda e offerta di petrolio (con dentro la “bolla”, così chiamata dal FMI, dello shale oil) al rischio di una nuova fase recessiva molto acuta.
Per quanto riguarda il lato finanziario, gli analisti del PCI in un altro report azzardano una motivazione del perché ci sia ancora chi dipinge lo shale come un buon investimento, nonostante i dati di cui sopra.
Nel 2011, si spiega, le operazioni di fusione e acquisizione legate agli idrocarburi da scisti a Wall Street hanno raggiunto il volume di 46,5 miliardi di dollari e sono diventate il più grande centro di profitto per diverse banche d’investimento. Questo è avvenuto nonostante i pozzi in questo periodo non abbiano mantenuto le promesse in termini di resa: gli operatori hanno sovrastimato le riserve di shale gas e shale oil dal 100 al 500% rispetto alla produzione effettivamente registrata.
Per portare la produzione ai livelli attesi si è spinto a trivellare ancora di più, arrivando a un eccesso di offerta, che ha spinto i prezzi tanto in basso da essere quasi insostenibili: come detto, per mantenere la produzione servirebbero più investimenti di quanto si ricava dalla vendita. I prezzi bassi hanno aperto la porta ad altre fusioni e acquisizioni, che hanno fruttato miliardi alle banche d’investimento. Molti pozzi sono stati venduti a grandi dell’energia ma si sono anche messi in circolazione strumenti finanziari complessi come i VPP (volumetric production payments) spesso piazzati, assieme ad altri asset su riserve non provate, a investitori che – a differenza di Andy Hall – hanno scarsa dimestichezza con le complesse dinamiche della produzione da fossili, come i fondi pensione.
Una dinamica che ricorda in maniera preoccupante quella che ha innescato la crisi: la corsa nel 2007 a scaricare ad altri i famigerati subprimes sui mutui. Titoli che altro non erano se non promesse che non potevano essere mantenute, proprio come, secondo i dati esposti sopra, potrebbero non essere mantenute le promesse su shale-gas e shale-oil.

Finita questa bolla si ritroveranno solo acque inquinate e terreni agricoli inutilizzabili, il suicidio del fracking.

paulhowe
29-07-13, 14:20
Finita questa bolla si ritroveranno solo acque inquinate e terreni agricoli inutilizzabili, il suicidio del fracking.




Tu invece ti ritroverai disoccupato a vita.

I pozzi si trovano a 1500-2000 metri di profondita, queste aree non sono utilizzate per l'agricoltura e le acque stanno a meno di 100 metri di profondita.

Capisco che non hai la piu pallida idea di cosa stiamo parlando, quindi continua a fare il troll a tempo pieno.

Per intanto noi da questa parte dell'oceano............ U.S. oil production surpasses "most optimistic forecasts" - Mywesttexas.com: Oil (http://www.mywesttexas.com/business/oil/article_597e6d1f-d511-503a-b730-18815f1d27db.html)

Rick Hunter
29-07-13, 20:12
Finita questa bolla si ritroveranno solo acque inquinate e terreni agricoli inutilizzabili, il suicidio del fracking.



invece noi ci troveremo con qualche milione di pannellino al silicio del caxxo giusto...? Metabo... no comment, potrei risultare spiacevole.

L'unica salvezza è il nucleare miscelato al gas estratto dalle scisti, non ci sono alternative valide, a meno di voler tornare al medioevo, dove per altro ci stiamo reincamminando, recessione significa questo sostanzialmente. Ma se gli italiani non vogliono salvarsi, come pare, allora meritano solo di essere invasi e messi sotto tutela da qualche potentato straniero che prenderà le decisioni per loro, ovviamente non a costo zero, tutti gli occupanti si fanno pagare cara l'occupazione e noi non abbiamo nemmeno materie prime, solo il nostro lavoro come ricchezza. E qualche bene culturale asportabile.

Metabo
30-07-13, 15:24
invece noi ci troveremo con qualche milione di pannellino al silicio del caxxo giusto...? Metabo... no comment, potrei risultare spiacevole.

L'unica salvezza è il nucleare miscelato al gas estratto dalle scisti, non ci sono alternative valide, a meno di voler tornare al medioevo, dove per altro ci stiamo reincamminando, recessione significa questo sostanzialmente. Ma se gli italiani non vogliono salvarsi, come pare, allora meritano solo di essere invasi e messi sotto tutela da qualche potentato straniero che prenderà le decisioni per loro, ovviamente non a costo zero, tutti gli occupanti si fanno pagare cara l'occupazione e noi non abbiamo nemmeno materie prime, solo il nostro lavoro come ricchezza. E qualche bene culturale asportabile.

Gli shale gas e oil sono una balla, un miraggio, chiamali come vuoi, altro che miracolo o nuova era energetica tutto il resto sono solo chiacchiere.

Metabo
30-07-13, 15:46
Risorse, Economia e Ambiente: Inizia a emergere la realtà del gas di scisti (shale gas) (http://aspoitalia.blogspot.it/2012/07/inizia-emergere-la-realta-del-gas-di.html)
Inizia a emergere la realtà del gas di scisti (shale gas) Posted by lou del bello (http://www.blogger.com/profile/13795677029823365193)





Da The Automatic Earth (http://theautomaticearth.com/Finance/shale-gas-reality-begins-to-dawn.html) del 24 giugno 2012. Traduzione di Massimiliano Rupalti, revisione Francesco Aliprandi






http://3.bp.blogspot.com/-5nLRhmB3jDg/T_C649Hv5KI/AAAAAAAAATk/9IBk5m1Y7wo/s320/Shale+Gas+Bubble.jpg (http://3.bp.blogspot.com/-5nLRhmB3jDg/T_C649Hv5KI/AAAAAAAAATk/9IBk5m1Y7wo/s1600/Shale+Gas+Bubble.jpg)







Qui su The Automatic Earth abbiamo a lungo sostenuto che il Nord America stia vivendo un sogno collettivo riguardo al gas naturale non convenzionale. Mentre il gas è innegabilmente lì, il ritorno energetico sull'energia investita (EROEI) è drammaticamente più basso di quello delle fonti convenzionali. La natura cruciale dell'EROEI è stata ampiamente ignorata, ma alla fine determinerà ciò che è una fonte di energia e ciò che non lo è, e il gas di scisti sta per fallire l'esame.

Come abbiamo indicato nel precedente post prepariamoci per lo shock Nord Americano del gas (http://theautomaticearth.com/Energy/get-ready-for-the-north-american-gas-shock.html) nel luglio 2011, la situazione del gas naturale non è affatto quella che sembra:
La bolla del gas di scisti è un esempio perfetto dell'irrazionalità dei mercati, del potere perverso degli incentivi a breve termine, della spinta a inseguire la scia, del dominio dei sogni sulla realtà nel determinare i prezzi e della risolutezza di una mandria nel gettarsi da un dirupo tutta insieme.
La percezione di un'abbondanza di gas ha portato i prezzi così in basso che nessuno dei partecipanti sta facendo soldi (o almeno non producendo gas) né creando valore. E' una storia già vista di indebitamento eccessivo e di svuotamento di aziende produttive dirette mortalmente all'inseguimento di un miraggio.

Molti insider dell'industria sanno perfettamente (http://www.nytimes.com/interactive/us/natural-gas-drilling-down-documents-4-intro.html) che le prospettive di recuperare quantità sostanziali di gas sono ridotte e che l'industria è strutturata come uno schema Ponzi. Tuttavia si sono potuti fare soldi sul breve periodo gonfiando i prezzi dei terreni e costruendo infrastrutture per gestire il gas.


La dimensione dell'imbroglio è talmente enorme che coloro che ci sono cascati prevedono, in tutta serietà, che il Nord America diventerà una potenza esportatrice di gas naturale ed una minaccia per i produttori australiani di LNG (http://www.bloomberg.com/news/2012-04-02/australia-lng-boom-threatened-by-u-s-shale-exporters-energy.html) o per i russi della (http://www.bloomberg.com/news/2012-06-21/gazprom-biggest-loser-as-shale-gas-upends-world-markets.html)Gazprom (http://www.bloomberg.com/news/2012-06-21/gazprom-biggest-loser-as-shale-gas-upends-world-markets.html).


Questa idea, risultato di un misto fra avidità e disperazione (di fronte alla mancanza di prospezioni sul gas convenzionale), è completamente scollegata dalla realtà. (Leggete qui (http://aspoitalia.blogspot.it/2012/05/lo-shale-gas-visto-dalla-russia.html) l'eccellente post di Dmitri Orlov sul perché la Gazprom non ha nulla di cui preoccuparsi).


L'eccesso euforico tuttavia è estremamente contagioso. Dato che i prezzi sono guidati da ciò che uno percepisce, non dalla realtà, questa montatura ha il potere di cambiare le dinamiche di un'industria, esagerandone in pratica i cicli di espansione e contrazione. La montatura ha portato ad una sensazione di abbondanza, come se il Nord America annegasse nel gas naturale. Il fastidioso fatto che questa percezione sia completamente sbagliata non altera il suo potere in relazione ai prezzi.
Le aziende di gas naturale che hanno giocato d'azzardo sul gas di scisti hanno fronteggiato dei prezzi così bassi - di gran lunga inferiori ai prezzi di produzione - che tutte quante hanno prodotto gas in perdita. Il rischio finanziario è aumentato drasticamente mentre le aziende affogavano nei debiti cercando di sopravvivere con i prezzi bassi creati da persone che credevano in una fantasia. Alla fine, le vittime degli imbrogli finanziari stanno emergendo (http://www.businessweek.com/news/2012-06-08/chesapeake-directors-resign-after-shareholder-rejection). E' molto probabile che ce ne saranno molte di più, man mano che le aziende che hanno cercato di tenersi a galla falliranno.
Wolf Richter:
Gas Naturale: dove sono andati a morire i soldi infiniti (http://www.testosteronepit.com/home/2012/6/20/natural-gas-where-endless-money-went-to-die.html)
Ahimè, grazie alla politica degli interessi a tasso zero della banca centrale degli Stati Uniti e dei trilioni di dollari che ha consegnato ai suoi compari dalla fine del 2008, le ondate di distruzione creativa si sono indebolite. Invece, somme infinite di denaro hanno cercato un posto dove andare e stanno inseguendo un ritorno economico dove non ce n'è, e così si stanno prendendo dei rischi, qualsiasi tipo di rischio, nella vana battaglia per ottenere un profitto.
Il risultato è una distribuzione del capitale incredibilmente cattiva per un importo di decine di miliardi di dollari verso un'attività economica, la perforazione di pozzi per gas naturale, che è stata altamente infruttuosa per anni. E' lì che i soldi sono andati a morire. Ciò che è rimasto è solamente debito, e pozzi che non produrranno mai abbastanza per rifondere i loro investitori.
Ma i soldi sono finiti. E le perforazioni per il gas naturale stanno collassando. La scorsa settimana c'erano solo 562 impianti che perforavano pozzi per il gas, il numero più basso dal settembre 1999...



http://2.bp.blogspot.com/-oP1cgyR7mpw/T_C66b5XGzI/AAAAAAAAATs/gQY4g0-RFYA/s400/Natural+gas+Rigs+in+Operation.png (http://2.bp.blogspot.com/-oP1cgyR7mpw/T_C66b5XGzI/AAAAAAAAATs/gQY4g0-RFYA/s1600/Natural+gas+Rigs+in+Operation.png)


...A 2.53 dollari per milione di Btu (British Thermal Unit) allo snodo di Henry, il prezzo del gas naturale è aumentato del 33% rispetto al minimo di aprile di 1.90 dollari per milione di Btu, un prezzo mai visto nell'ultimo decennio.
...Ma anche se raddoppiasse, sarebbe ancora al di sotto del costo di produzione. E se pure triplicasse, potrebbe ancora essere troppo basso per la maggior parte dei produttori. Ecco quanto è stato falsato il prezzo della merce.


Ancora da Wolf Richter:
Il gas sporco e a buon mercato sta distruggendo l'industria stessa che lo produce (http://www.businessinsider.com/capital-destruction-in-natural-gas-2012-6)
L'economia del fracking è orrenda. Tutti i pozzi hanno dei tassi di declino e la produzione diminuisce nel tempo. Ma anziché in decenni, come per i pozzi tradizionali, i tassi nel fracking orizzontale si misurano in settimane o mesi: la produzione crolla di colpo a partire dal primo giorno e continua a calare per un anno circa finché non si stabilizza attorno al 10% della produzione iniziale. I modelli di mercato hanno mostrato che un pozzo del Barnett Shale dovrebbe vendere la propria produzione a 8 dollari per milione di Btu per essere in attivo durante la sua esistenza in queste circostanze.
…L'attività perforativa sta distruggendo capitale ad una velocità sorprendente e le aziende rimangono con una montagna di debiti proprio mentre i tassi di declino iniziano a creare scompiglio nei loro conti economici. Per impedire che i tassi di declino danneggino i loro bilanci, le aziende devono perforare sempre di più, con nuovi pozzi che compensino il declino di produzione dei vecchi. Ahimè, lo schema si è schiantato contro un muro, la realtà...
...Nel campo del gas naturale gli affari sono brutali. Il picco delle perforazioni è avvenuto nel settembre 2008, con 1606 impianti. Poi la crisi finanziaria le ha spinte verso un crollo vertiginoso. Dopo il mini picco dell'anno scorso, la discesa è continuata...
...La produzione aumenta e diminuisce con un ritardo temporale rispetto alla quantità di pozzi, e mentre il numero degli impianti ha stabilito i nuovi minimi del decennio, la produzione ha continuato ad aumentare mese dopo mese verso nuovi record. Ma il fatto che sia in ritardo non significa che sia scollegata. E un giorno, vedrete... Oops, è già accaduto. Ci siamo. La produzione ha iniziato la discesa, e non solo in un giacimento, ma in tutti gli Stati Uniti.













E' ancora soltanto una piccola gobba nella curva di produzione. Ma è un segno che il collasso nel numero degli impianti si sta traducendo in una minore produzione. E quando i ripidi tassi di declino cominceranno a sovrapporsi alla diminuzione del numero di pozzi, la produzione crollerà con una velocità impressionante.



http://1.bp.blogspot.com/-6groMSG2kKI/T_C663Y9uzI/AAAAAAAAAT0/Y1AVbrxD7hM/s400/Natural+Gas+Monthly+Production.png (http://1.bp.blogspot.com/-6groMSG2kKI/T_C663Y9uzI/AAAAAAAAAT0/Y1AVbrxD7hM/s1600/Natural+Gas+Monthly+Production.png)

I soldi sono stati regalati all'industria, ma sta emergendo l'idea che il gioco sia finito e che non si materializzeranno mai dei ritorni economici. Lo schema Ponzi ha raggiunto i suoi limiti naturali e gli investitori si stanno svegliando, rendendosi conto di aver inseguito un sogno.
Ironicamente, proprio mentre ha inizio lo smantellamento, i prezzi del gas naturale potrebbero aver raggiunto il minimo. Il gas naturale convenzionale in Nord America ha raggiunto il picco nel 2001. Il coal bed methane (http://it.wikipedia.org/wiki/Coal_Bed_Methane) ed ora il gas di scisti si sono rivelate fonti di energia enormemente sovrastimate. I produttori stanno subendo le conseguenze dei cattivi investimenti e andranno fuori mercato. La domanda ha continuato a crescere spinta anche dal passaggio da carbone a gas naturale per la produzione di energia elettrica .Questa è la situazione ideale per un collasso dell'offerta ed un conseguente picco del prezzo.
Il gas naturale provocherà un enorme shock nel Nord America. Ben lontano dall'essere esportatore, il Nord America sta per sperimentare una crisi di offerta del gas. I prezzi cresceranno nello stesso momento in cui il potere d'acquisto della popolazione precipiterà, a causa della deflazione. La dipendenza strutturale dal gas naturale che è stata cementata in tempi recenti garantirà la massima sofferenza quando i prezzi torneranno a valori reali.

Metabo
30-07-13, 15:48
I tempi sono maturi, tra un po' ci sarà un schianto in usa da far paura, altro che la cina non cresce più.
Per fortuna mamma russia è vicina a noi europei, l'unica cosa che salva gli americani sono i dazi che loro intelligentemente hanno, altro che nuova era energetica...

Amati75
30-07-13, 19:35
I tempi sono maturi, tra un po' ci sarà un schianto in usa da far paura, altro che la cina non cresce più.
Per fortuna mamma russia è vicina a noi europei, l'unica cosa che salva gli americani sono i dazi che loro intelligentemente hanno, altro che nuova era energetica...

:drinky:

Metabo
30-07-13, 22:19
:drinky:

Spero che non hai investito troppi soldi nel fracking...

paulhowe
31-07-13, 17:46
Spero che non hai investito troppi soldi nel fracking...

Shale Threatens Saudi Economy, Warns Prince Alwaleed - WSJ.com (http://online.wsj.com/article/SB10001424127887323854904578635500251760848.html)

Quindi anche i Sauditi sarebbero dei coglioni?



Per fortuna mamma russia è vicina a noi europei



Contento tu di pagare il gas tre volte di piu!! Ma si puo essere piu coglioni di cosi......

Intanto altri giacimenti entrano negli investimenti delle aziende.

Fuel Fix » Enterprise eyes Cline Shale for pipeline growth (http://fuelfix.com/blog/2013/04/17/enterprise-eyes-cline-shale-for-infrastructure-opportunities/?cmpid=eefl)

Amati75
31-07-13, 17:52
Spero che non hai investito troppi soldi nel fracking...

Neanche un dollaro, ma risparmio parecchi dollari in bolletta. :drinky:

Quanto ti costa il riscaldamento d'inverno?

Cmq, hai finalmente letto l'articolo ORIGINALE che l'intevento che hai postato ha quotato? No perche' dice pressoche' l'opposto di quello che hai postato tu.. come la mettiamo? Posti cose che affermano cose inesatte (addirittura mettono il link...evidentmente, sanno che chi condivide a prescindere, NON andra' a leggersi l'articolo originale, come appunto ha fatto lei) e fa pure le battutine?

paulhowe
31-07-13, 18:15
Le statistiche

The Case for Shale Gas in 5 Charts - Emma Green - The Atlantic (http://www.theatlantic.com/events/archive/2013/07/the-case-for-shale-gas-in-5-charts/278194/)

Metabo
31-07-13, 19:30
Come detto spero che non ci rimettete troppi soldi.

Amati75
31-07-13, 21:29
Come detto spero che non ci rimettete troppi soldi.


Insomma, non mi vuole dire se ha leto l' articolo ORIGINALE ? Oh ha portato lei quell' intervento mistificatorio che dice il contrario dell' articolo che cita. :drinky:

paulhowe
09-08-13, 14:29
Daily U.S. oil production hits 22-year high - San Antonio Express-News (http://www.mysanantonio.com/news/local/article/Daily-U-S-oil-production-hits-22-year-high-4718582.php)


http://www.stockhouse.com/news/natural-resources/2013/08/08/u-s-drilling-rig-numbers-up-5-,-production-hits-22


http://www.eluniversal.com/economia/130808/venezuelan-oil-shipments-to-the-us-down-to-30-of-total-exports-in-july


Chiaramente decine di aziende europee si stanno trasferendo (e si trasferiranno) presto negli USA.

paulhowe
10-08-13, 14:03
Il Wolfcamp Shale

The Wolfcamp Shale: The Biggest Shale Oil Play You?ve Never Heard Of (http://www.stansberryresearch.com/growth-stock-wire/3496/the-biggest-shale-oil-play-you-ve-never-heard-of)

Metabo
10-08-13, 22:06
Daily U.S. oil production hits 22-year high - San Antonio Express-News (http://www.mysanantonio.com/news/local/article/Daily-U-S-oil-production-hits-22-year-high-4718582.php)


U.S. drilling rig numbers up 5%, production hits 22-year high: USED-XOM-Stockhouse news (http://www.stockhouse.com/news/natural-resources/2013/08/08/u-s-drilling-rig-numbers-up-5-,-production-hits-22)


Venezuelan Oil Shipments To The Us Down To 30 Of Total Exports In July - Economia - El Universal (http://www.eluniversal.com/economia/130808/venezuelan-oil-shipments-to-the-us-down-to-30-of-total-exports-in-july)


Chiaramente decine di aziende europee si stanno trasferendo (e si trasferiranno) presto negli USA.

Come si dice finche la bolla va, più si estrae e più il picco di guadagno sarà raggiunto e superato, poi solo dolori...

Metabo
10-08-13, 22:08
Obama invece di fare l'antipatico con Putin gli dovrebbe dare retta, almeno ci capisce qualcosa.

Fracking: secondo Gazprom, è insostenibile - Petrolio (http://petrolio.blogosfere.it/2012/07/fracking-secondo-gazprom-e-insostenibile.html)
Fracking: secondo Gazprom, è insostenibile http://cdn.blogosfere.it/mtsupport/2010/10/fotodeb-anteprima-32x32-189107.jpg (http://petrolio.blogosfere.it/blogger/petrolio) Mercoledì 25 Luglio 2012, 13:13 in Gas (http://petrolio.blogosfere.it/gas/), Geopolitica (http://petrolio.blogosfere.it/geopolitica/) di Debora Billi (http://petrolio.blogosfere.it/blogger/petrolio)






http://shared.blogosfere.it/images/ui/fb.gif Commenti dei lettori (http://petrolio.blogosfere.it/2012/07/fracking-secondo-gazprom-e-insostenibile.html#fb_comments)


La Gazprom commissiona uno studio ad una compagnia americana, e smonta le mirabilie economiche del fracking. Grande scandalo generale.

http://cdn.blogosfere.it/petrolio/images/gazprom8-anteprima-600x393-725378.jpg (http://petrolio.blogosfere.it/galleria/2012/07/fracking-secondo-gazprom-e-insostenibile.html/1)
Uh ma che interessante 'sta cosa. Che sul fracking (http://petrolio.blogosfere.it/tag/fracking) fosse in corso una guerra ambientale è risaputo, che ce ne fosse anche una tecnico-scientifica (http://petrolio.blogosfere.it/2012/07/picco-del-petrolio-uno-sbaglio-non-ci-giurerei-troppo.html) anche, e persino di quella economica si conosce; ma che adesso diventasse una questione di geopolitica energetica non me lo aspettavo. (foto:infophoto)
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La Gazprom (http://petrolio.blogosfere.it/cerca/?search=gazprom) dice la sua su shale gas e fracturing, entra nella querelle a piedi pari e smonta il castello. Così riporta Platts (http://www.platts.com/RSSFeedDetailedNews/RSSFeed/NaturalGas/8545823):
La compagnia pubblica Gazprom, la più grande compagnia di gas del mondo, ha dichiarato che il boom del gas di scisti negli Stati Uniti è economicamente insostenibile, e basa le proprie dichiarazioni su dati forniti da uno studio di consulenza americano che ha sede ad appena 20 miglia dalla Casa Bianca.
Secondo lo studio della Pace Global Energy Services commissionato da Gazprom, i costi reali del gas di scisti sarebbero superiori del 150% rispetto ai guadagni che si stanno attualmente realizzando, e di certo nel medio e lungo termine. Ma le compagnie continuano a fare fracking perché, nel processo, producono anche dei gas liquefatti di alto valore.
Inoltre, presto i costi aumenteranno perché si costringeranno le compagnie a prendere provvedimenti contro l'inquinamento delle falde acquifere. Si può produrre certamente oro dall'acqua di mare, ma ha economicamente senso? Conclude Gazprom.
Naturalmente, queste analisi della compagnia russa hanno destato un vespaio. Grande indignazione arriva dalle anime candide, che accusano Mosca di causare panico per scoraggiare i "clienti" internazionali dal comprarsi le nuove tecnologie USA (http://www.halliburton.com/public/projects/pubsdata/hydraulic_fracturing/fracturing_101.html) per il fracking, onde continuare a vendere gas russo. Che vergogna, pagare studi scientifici per influenzare il mercato! Una cosa davvero inaudita, mai vista prima!
Meglio: vista e stravista, dato che è una tecnica di marketing usata in tutti i settori (dal petrolio al farmaceutico al militare all'alimentare), per appioppare al mondo le proprie patacche con l'avallo "scientifico". Ma è solo quando sono i concorrenti a farlo, che viene denunciata a gran voce con grave scandalo e profondo sdegno. C'è da sdegnarsi per tale sfacciata ipocrisia, piuttosto.
O piuttosto, non sarà che dopo aver inondato il mondo con costosi studi "scientifici" vòlti a dimostrare che il fracking è un'imperdibile meraviglia, finalmente sono invece i russi a togliergli il tappeto da sotto i piedi e ad averci azzeccato?

Amati75
10-08-13, 22:12
Obama invece di fare l'antipatico con Putin gli dovrebbe dare retta, almeno ci capisce qualcosa.

Fracking: secondo Gazprom, è insostenibile - Petrolio (http://petrolio.blogosfere.it/2012/07/fracking-secondo-gazprom-e-insostenibile.html)
Fracking: secondo Gazprom, è insostenibile

http://cdn.blogosfere.it/mtsupport/2010/10/fotodeb-anteprima-32x32-189107.jpg (http://petrolio.blogosfere.it/blogger/petrolio) Mercoledì 25 Luglio 2012, 13:13 in Gas (http://petrolio.blogosfere.it/gas/), Geopolitica (http://petrolio.blogosfere.it/geopolitica/) di Debora Billi (http://petrolio.blogosfere.it/blogger/petrolio)


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La Gazprom commissiona uno studio ad una compagnia americana, e smonta le mirabilie economiche del fracking. Grande scandalo generale.

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Secondo lo studio della Pace Global Energy Services commissionato da Gazprom, i costi reali del gas di scisti sarebbero superiori del 150% rispetto ai guadagni che si stanno attualmente realizzando, e di certo nel medio e lungo termine. Ma le compagnie continuano a fare fracking perché, nel processo, producono anche dei gas liquefatti di alto valore.
Inoltre, presto i costi aumenteranno perché si costringeranno le compagnie a prendere provvedimenti contro l'inquinamento delle falde acquifere. Si può produrre certamente oro dall'acqua di mare, ma ha economicamente senso? Conclude Gazprom.
Naturalmente, queste analisi della compagnia russa hanno destato un vespaio. Grande indignazione arriva dalle anime candide, che accusano Mosca di causare panico per scoraggiare i "clienti" internazionali dal comprarsi le nuove tecnologie USA (http://www.halliburton.com/public/projects/pubsdata/hydraulic_fracturing/fracturing_101.html) per il fracking, onde continuare a vendere gas russo. Che vergogna, pagare studi scientifici per influenzare il mercato! Una cosa davvero inaudita, mai vista prima!
Meglio: vista e stravista, dato che è una tecnica di marketing usata in tutti i settori (dal petrolio al farmaceutico al militare all'alimentare), per appioppare al mondo le proprie patacche con l'avallo "scientifico". Ma è solo quando sono i concorrenti a farlo, che viene denunciata a gran voce con grave scandalo e profondo sdegno. C'è da sdegnarsi per tale sfacciata ipocrisia, piuttosto.
O piuttosto, non sarà che dopo aver inondato il mondo con costosi studi "scientifici" vòlti a dimostrare che il fracking è un'imperdibile meraviglia, finalmente sono invece i russi a togliergli il tappeto da sotto i piedi e ad averci azzeccato?

Assolutamente disinteressato.... :drinky:

Amati75
10-08-13, 22:38
Increased world supply cuts into Gazprom's monopolistic practices By Paolo von Schirach
June 6, 2013
WASHINGTON – Russia’s claim to be a significant world power rests mostly on its huge hydrocarbon reserves. Selling abroad massive amounts of oil and gas generates a lot of revenue. This is money President Putin can use to reinforce his semi-autocratic regime. But the economic value of all this energy is largely based on global and regional scarcity. And this is changing, at least as far as natural gas exports are concerned.
Shale’s ripple effects
As the FT explains, Gazprom, Russia major gas exporter, is no longer capable of imposing its gas prices and conditions to its European customers. In part this is due to Europe challenging Gazprom anti-competitive practices. But the real reason is that gas dependent Europeans are beginning to realize that they have choices. They can get their gas elsewhere.
Indeed, a key ripple effect of the US shale gas revolution is that many Middle East and other gas producers who were gearing up to export Liquefied Natural Gas (LNG) to America now have to make other plans. Thanks to shale gas exploitation, America now produces and will keep producing all the gas it needs. Therefore it is logical for Middle East exporters to look at Europe as a likely alternative for all the excess gas that America will not buy.
Europe’s new bargaining power
This dramatic shift amounting to additional world supply reinforces Europe’s bargaining position vis-a-vis Gazprom. The Russians have already been forced to make concessions on prices and other terms that have dented their profits. These unfavorable trends, coupled with unimaginative management, have reduced the profits and the strength of Russia’s gas giant.
Going forward, assuming future US LNG exports to Europe and brand new shale gas production in Poland and elsewhere in Europe, Russia’s position will become even weaker. Once energy is no longer scarce, Russia’s huge advantage as the default supplier who can impose its own prices on a captive market will be over.
Putin should start thinking quite seriously about diversifying the Russian economy. But I would not expect sudden miracles from a brittle, unimaginative regime mostly concerned with its own self-preservation.

How The US Shale Gas Revolution Hurts Russia ? Schirach ReportThe Global Society Monitor by Paolo von Schirach (http://schirachreport.com/index.php/2013/06/06/how-the-us-shale-gas-revolution-hurts-russia/)

Amati75
10-08-13, 22:42
Shale gas divides Russia and the U.S.December 4, 2012 Mikhail Korchemkin (http://rbth.ru/author/Mikhail+Korchemkin), Ian Pryde (http://rbth.ru/author/Ian+Pryde)
Despite its monopoly on the world's gas market, Gazprom may face tough competition in the near future. The development of shale gas may be a serious challenge for Russia's leading energy company.


Gazprom needs to adapt, and fast
By Mikhail Korchemkin
A few years ago, Gazprom regarded the United States as one of the main consumers of Russian natural gas. By 2015, the Russian gas monopoly had planned to increase its share in the U.S. natural gas market to 10 percent.


However, the shale gas revolution thwarted its plans. The U.S. doubled its annual shale gas output in 2007 and 2008, even though import prices were quite reasonable, at $243 and $307 per 1,000 cubic meters, respectively. During most of 2009, the import price remained below $130, but shale gas production continued to grow.
U.S. imports of liquefied natural gas (LNG) not only failed to double over the past five years as had been predicted, but fell dramatically, with imports in the first eight months of 2012 less than one-fifth of the volumes half a decade earlier. Thanks to shale gas, the tables have been turned: The U.S. has changed from a major gas importer into a potential exporter.
Russia’s president, Vladimir Putin, in October warned that the development of shale gas production solutions “could seriously restructure the global market for hydrocarbons.”
Yet Gazprom CEO Alexei Miller still speaks about the shale gas revolution as if it were a futuristic Hollywood movie, commenting recently that Gazprom didn’t consider shale to be a promising business.
The truth is that the global gas market is now unfavourable for Gazprom. Because of reduced U.S. demand for natural gas, the LNG traditionally supplied from Trinidad, Nigeria and other countries is being rerouted to the spot markets of Europe and Asia, resulting inlower prices. Gazprom’s competitors have renegotiated and cut their prices faster, grabbing market share, and it currently faces huge political pressure and lawsuits. The answer is to meet its customers halfway in price negotiations.
The shale revolution also hits Gazprom’s prospects of supplying gas to China by pipeline. China plans to increase its shale gas output to 80 billion cubic metres per year by 2020. Given annual supplies of 55 billion cubic metres of natural gas from Central Asia, Russia will have no gas future in China, at least until Gazprom offers Beijing a competitive fee.
Gazprom still believes that, despite the global shale gas bonanza, its position in the world market will remain unshaken.
“The current shale gas output volumes won’t be enough to change the situation in the European gas market because of the cuts in the production of traditional natural gas,” Gazprom said in its report for the third quarter of 2012. “In the medium term, Gazprom’s natural gas supplies to its traditional markets will remain competitive.”
Yet the global figures tell a different story. If shale gas production costs remain at the average U.S. level of $4 to $5 per MMBtu, then shale gas will be as competitive in some regions as pipeline gas delivered by Gazprom.
Does Gazprom have real shale gas production prospects of its own? I don’t think so. Instead it should focus on keeping its (falling) share in the major gas markets – in Russia, the former Soviet Union and Europe.
Inefficent Gazprom needs to cut costs, especially on pipeline construction, and put off exploring some deposits, specifically the Bovanenkovo gas field.
Shale gas may be attractive for independent Russian producers, including Novatek, Itera and smaller companies working in the regions that have no access to network gas. They will be able to work in local markets, offering fees below those charged by Gazprom. The Kremlin has promised that domestic gas supplies will eventually be as profitable as exports, so shale gas could ultimately displace Gazprom’s pipelines.
I believe shale gas production costs will average $4-5 per MMBtu. In the U.S., production costs remain within $3 per MMBtu at some deposits, which is lower than Gazprom’s average wholesale price in Russia.
So the challenge for Gazprom is clear: Become more competitive, or face being eclipsed by its competitors.
Mikhail Korchemkin is president of East European Gas Analysis, a consulting firm.


Shale gas divides Russia and the U.S. | Russia Beyond The Headlines (http://rbth.ru/articles/2012/12/04/shale_gas_divides_russia_and_the_us_20801.html)

paulhowe
10-08-13, 23:21
Il "conte Vlad" sognava di costruire un Opec del gas per dettare la sua agenda a livello mondiale.


Gli e' andata proprio male. La prossima tappa e' l'isolamento economico della Russia.

Nel campo del gas siamo indipendenti e in quella del petrolio le importazioni sono crollate ai minimi.

paulhowe
10-08-13, 23:24
Come si dice finche la bolla va, più si estrae e più il picco di guadagno sarà raggiunto e superato, poi solo dolori...


Si sono dolori per chi gli shales non ce li ha!


Forse non hai capito che qui parliamo di centinaia di miliardi di barili di petrolio, non di qualche pozzo sperduto.

Si tratta inoltre di "prodotti" che vengono consumati in tutto il nord america, dove c'e un enorme rete di gasdotti per cui si possono vendere in Canada e Messico.

Mi sa che hai scambiato il petrolio e il gas per qualche "new economy company" con 50 dipendenti e una capitalizzazione di 100 miliardi di dollari.

Vai a studiare e capirai di cosa stiamo parlando.

Watson
11-08-13, 00:51
L?età dell?oro del gas: tutti pazzi per il fracking | Voglio cambiare aria (http://www.linkiesta.it/blogs/voglio-cambiare-aria/l-eta-dell-oro-del-gas-tutti-pazzi-il-fracking)

L’età dell’oro del gas: tutti pazzi per il fracking
Daniela Patrucco

L’estrazione del gas dai giacimenti di carbone sta rivoluzionando il mercato dell’energia. Nei paesi anglosassoni il fracking (http://it.wikipedia.org/wiki/Fracking) infiamma l’economia, gli agricoltori e gli ambientalisti.
Attraverso il pompaggio di acqua, sabbia e sostanze chimiche, si frattura la roccia che si trova in profondità portando in superficie la miscela di gas e acqua salina. Con la tecnica del fracking questo gas “non convenzionale”, un tempo troppo difficile da estrarre, è oggi economicamente molto vantaggioso.
Vantaggioso per chi?
In Australia la produzione di gas è aumentata di 22 volte dal 2010 e si prevede che entro il 2020 gli aussie sorpasseranno il Qatar, attualmente leader dell’esportazione mondiale di gas. Il boom ha sinora interessato in particolare il Queensland e la città di Roma dove il tasso di disoccupazione è al 2%, meno della metà del tasso australiano medio. L’estrazione di gas in Australia non è cosa di oggi ma si è sempre praticata nell’entroterra, lontano dalla maggior parte degli Australiani e dai terreni agricoli.
Lock The Gate (http://lockthegate.org.au/) è il movimento di protesta che si è diffuso nel New South Wales, lo stato più popoloso dell’Australia che comprende Sydney e Canberra (la capitale), dove la pratica del fracking è attualmente meno avanzata. Gli agricoltori, che a malapena condividono la ricchezza di questo boom, sono invitati a “chiudere i cancelli” delle loro proprietà. Già perché se loro sono proprietari della superficie, ciò che c’è sotto è dello Stato. Le aziende che hanno le licenze di esplorazione, pur obbligate a negoziare accordi di compensazione con i proprietari terrieri, non hanno bisogno di chiedere alcun permesso per trivellare.
Chi paga?
Un recente rapporto della Queensland Water Commission (http://www.qwc.qld.gov.au/csg/underground-water.html), un ente pubblico australiano, ha rivelato che i livelli dell’acqua di 528 falde acquifere diminuiranno a causa dell’estrazione di quella utilizzata per il fracking. A chi si preoccupa per l’inquinamento delle falde, l’acqua utilizzata deve infatti essere depurata con processi di osmosi inversa, Mr Knox, presidente dell'Australian Petroleum Production, ha garantito che si tratta dell'"acqua potabile più pura della terra".
L’IEA, International Energy Agency (http://www.iea.org/newsroomandevents/pressreleases/2012/may/name,27266,en.html), ha stimato che in assenza di interventi da parte dei governi, entro il 2035 l’estrazione di gas non convenzionale si triplicherà, determinando un arresto nello sviluppo delle energie rinnovabili. In Gran Bretagna i conservatori vedono nella pratica del fracking la soluzione alla crisi energetica del paese e vorrebbero avviare le perforazioni. Il ministro democratico dell’energia, attualmente orientato allo sviluppo dell’energia eolica, ha avviato un’indagine per verificare l’entità dei giacimenti del Regno Unito. Secondo gli ambientalisti inglesi il gioco non vale la candela: la pratica del fracking può causare pericolo per le popolazioni a causa dell’inquinamento dell’acqua e dei terremoti che potrebbe provocare.

Fracking: gli scienziati allertano sui rischi sismici (http://www.rinnovabili.it/ambiente/fracking-oklahoma-terremoto-974/)



Articolo Washington, 27 marzo 2013
Da una ricerca della US Geological Survey, University of Oklahoma e Columbia University

Fracking: gli scienziati allertano sui rischi sismici
Un gruppo di scienziati riconduce il terremoto di magnitudo 5.7 che colpì l’Oklahoma nel 2011 alla tecnica di estrazione di gas naturale e petrolio detta fracking


http://www.rinnovabili.it/wp-content/uploads/2013/03/fracking.jpg (http://www.rinnovabili.it/ambiente/fracking-oklahoma-terremoto-974/attachment/fracking/)(Rinnovabili.it) – Non cessa il dibattito sugli eventuali rischi ambientali della tecnica di estrazione di petrolio e gas naturale detta fracking (http://www.rinnovabili.it/ambiente/ccs-e-terremoti-esiste-una-correlazione-da-studiare60018/). Ad allarmare geologi e ambientalisti è soprattutto il pericolo di causare veri e propri eventi sismici. Ma quella che fino a ieri era considerata solo un’eventualità, oggi potrebbe diventare una certezza. Un gruppo di ricercatori della University of Oklahoma, Columbia University e US Geological Surveyha condotto uno studio (http://geology.gsapubs.org/content/early/2013/03/26/G34045.1.abstract?cited-by=yes&legid=geology;G34045.1v1#aff-1) che dimostra, per la prima volta in modo scientifico, il legame tra terremoti di rilevante entità e il fracking, ossia la tecnica con cui si iniettano fluidi ad alta pressione per provocare fratture nelle rocce e agevolare la fuoriuscita di petrolio e gas. Nello specifico, tale pratica estrattiva avrebbe provocato, secondo i ricercatori, il sisma di magnitudo 5.7 che colpì l’Oklahoma nel 2011 e che fu seguito da numerose scosse di assestamento. Secondo lo studio, vicino la città di Prague furono pompati fluidi in pozzi petroliferi abbandonati per ben 18 anni prima del terremoto e nel 2006 si registrò un’eccessiva crescita della pressione nel sottosuolo. Un rischio generale di eventi sismici è stato accertato già nel 2012 dalla National Academy of Sciences e uno studio effettuato da alcuni scienziati presso il Geological Survey degli Stati Uniti ha evidenziato che dal 1972 al 2008 sono stati segnalati dai due ai sei eventi sismici ogni anno, spesso troppo poco intensi per essere avvertiti; nel 2009 sono invece stati registrati più di 50 terremoti e il numero è più che raddoppiato nel 2010. Ciò ha indotto molti studiosi a chiedersi se questa insolita sismicità fosse legata all’aumento nella zona delle attività di estrazione con la tecnica del fracking. “Il rischio che l’uomo possa provocare terremoti di grandi dimensioni anche attraverso una piccola iniezione di fluidi – spiega Abers Geoffrey, coautore dello studio – è probabilmente molto più alto di quanto si era creduto in precedenza”. Se state iniziando a pensare che questi fluidi sparati ad alta pressione possano provocare forti scosse anche in Italia, paese ad elevatissima sismicità, non temete: in Europa, almeno per ora, il fracking è vietato dalla legge.


Poi questo articolo molto interessante
L'agronomista: Fracking: che cos'è e quali sono i rischi della "nuova età dell'oro del gas naturale" (http://luismenichilli.blogspot.it/2013/03/fracking-che-cose-e-quali-sono-i-rischi.html)

Sarà.....
Però io ho letto da qualche parte che lo sfruttamento del "shale gas" in USA ha reso il paese autonomo dalle importazioni , e che tale shale gas ha determinato , con la sua offerta , una diminuzione del prezzo internazionale del gas stesso.....

Metabo
11-08-13, 10:46
Sarà.....
Però io ho letto da qualche parte che lo sfruttamento del "shale gas" in USA ha reso il paese autonomo dalle importazioni , e che tale shale gas ha determinato , con la sua offerta , una diminuzione del prezzo internazionale del gas stesso.....

Gli shale gas sono una balla o una bolla, i pozzi si esauriscono in fretta e bisogna sempre scavarne di nuovi altrimenti è finita, tra l'altro sono un disastro ambientale, già ci sono laghi e fiumi dove è stata vietata la pesca e famiglie senza acqua potabile, tutte cose che puoi leggere nelle pagine precedenti, non mi va di ripostare i soliti link, qui gli psudo americani seguitano a postare di miliardi di barili sotto il sottosuolo usa, peccato che dopo i primi milioni estrarti gli altri sono troppo costosi, già adesso i guadagni sono in calo e gli usa cercano di fregare noi europei un'altra volta, vendendoci questa volta la tecnologia e i macchinari per alimentare un altro po' di anni la bolla perché negli usa sembra che il picco estrattivo se non sia stato superato ci manca poco.
Discorso di Obama sul clima. Il veleno del fracking diventa anche una bolla finanziaria | Blogeko.it (http://blogeko.iljournal.it/discorso-di-obama-sul-clima-il-veleno-del-fracking-diventa-anche-una-bolla-finanziaria/74330)
Shale gas won't stop peak oil, but could create an economic crisis | Nafeez Ahmed | Environment | theguardian.com (http://www.theguardian.com/environment/earth-insight/2013/jun/21/shale-gas-peak-oil-economic-crisis)

paulhowe
11-08-13, 15:16
Gli shale gas sono una balla o una bolla, i pozzi si esauriscono in fretta e bisogna sempre scavarne di nuovi altrimenti è finita, tra l'altro sono un disastro ambientale, già ci sono laghi e fiumi dove è stata vietata la pesca e famiglie senza acqua potabile, tutte cose che puoi leggere nelle pagine precedenti, non mi va di ripostare i soliti link, qui gli psudo americani seguitano a postare di miliardi di barili sotto il sottosuolo usa, peccato che dopo i primi milioni estrarti gli altri sono troppo costosi, già adesso i guadagni sono in calo e gli usa cercano di fregare noi europei un'altra volta, vendendoci questa volta la tecnologia e i macchinari per alimentare un altro po' di anni la bolla perché negli usa sembra che il picco estrattivo se non sia stato superato ci manca poco.
Discorso di Obama sul clima. Il veleno del fracking diventa anche una bolla finanziaria | Blogeko.it (http://blogeko.iljournal.it/discorso-di-obama-sul-clima-il-veleno-del-fracking-diventa-anche-una-bolla-finanziaria/74330)
Shale gas won't stop peak oil, but could create an economic crisis | Nafeez Ahmed | Environment | theguardian.com (http://www.theguardian.com/environment/earth-insight/2013/jun/21/shale-gas-peak-oil-economic-crisis)




Ma che pataccaro!

In europa il fracking non si puo fare perche le condizioni mancano.

Non esiste nessuna bolla perche non stiamo parlando di aziende che vendono aria fritta che capitalizzano come la Boeing, ma di milioni di barili di petrolio e milioni di mc di gas che si sono aggiunti alla produzione e che hanno sostituito quelle importate per cui c'era domanda.

In altre parole gli USA hanno sostituito con la produzione interna, quello che un tempo era import.

In queste condizioni non si puo creare nessuna bolla perche la domanda non e' artificiale ma reale, la gente mette benzina, usa il gas per cucinare e riscaldarsi.

Metabo rassegnati gli USA hanno trovato la gallina dalle uova d'oro che consentira un livello di competitivita enorme ai danni di tutti gli altri paesi del mondo.

Amati75
11-08-13, 15:22
Quello che Metabo non capisce, o preferisce non capire e' che come quasi sempre accade vi e un overshoot, i prezzi si stabilizzeranno ad un livello maggiore del presente, ma mai arrivando al livello di quello che si paga in Europa per il gas Russo, non a caso i produttori stanno spingendo sempre di più' per i permessi di costruzione per i terminali di gas liquefatto per l'esportazione, potendo vendere quindi il gas a prezzi maggiori di quelli in essere al presente negli USA, dove appunto vi e' una sovraofferta.

Che e alla fine quello che Gazprom... teme (come da articoli postati), del resto la sola prospettiva di quello che sara' in tale senso ha fato rivedere le tariffe in sfavore della Gazprom che vede gli utili in calo per la prima vlta da anni ed anni e di conseguenza meno entrate per il governo Russo.
Tali entrate rappresentano i 2/3 del budget governativo di Putin...

Metabo
12-08-13, 11:48
Quello che Metabo non capisce, o preferisce non capire e' che come quasi sempre accade vi e un overshoot, i prezzi si stabilizzeranno ad un livello maggiore del presente, ma mai arrivando al livello di quello che si paga in Europa per il gas Russo, non a caso i produttori stanno spingendo sempre di più' per i permessi di costruzione per i terminali di gas liquefatto per l'esportazione, potendo vendere quindi il gas a prezzi maggiori di quelli in essere al presente negli USA, dove appunto vi e' una sovraofferta.

Che e alla fine quello che Gazprom... teme (come da articoli postati), del resto la sola prospettiva di quello che sara' in tale senso ha fato rivedere le tariffe in sfavore della Gazprom che vede gli utili in calo per la prima vlta da anni ed anni e di conseguenza meno entrate per il governo Russo.
Tali entrate rappresentano i 2/3 del budget governativo di Putin...

Gli shale oil sono una balla come gli shale gas, questo è un dato di fatto, i motivi li ho già postati, in russia come gli altri paesi produttori tradizionali semplicemente dormono tra due guanciali, un po' meno gli americani che una volta esauritosi il picco dei loro "nuovi"idrocarburi, staranno peggio di prima.

Metabo
12-08-13, 12:02
Ma che pataccaro!

In europa il fracking non si puo fare perche le condizioni mancano.

Non esiste nessuna bolla perche non stiamo parlando di aziende che vendono aria fritta che capitalizzano come la Boeing, ma di milioni di barili di petrolio e milioni di mc di gas che si sono aggiunti alla produzione e che hanno sostituito quelle importate per cui c'era domanda.

In altre parole gli USA hanno sostituito con la produzione interna, quello che un tempo era import.

In queste condizioni non si puo creare nessuna bolla perche la domanda non e' artificiale ma reale, la gente mette benzina, usa il gas per cucinare e riscaldarsi.

Metabo rassegnati gli USA hanno trovato la gallina dalle uova d'oro che consentira un livello di competitivita enorme ai danni di tutti gli altri paesi del mondo.

Meglio cosi che in europa non si può fare il fracking.
Per il resto è una bolla e basta perché superato il picco estrattivo che nel fraking arriverà molto presto, visto che i pozzi si esauriscono molto in fretta; tra un po' costerà più estrarre il materiale che quello che rende sul mercato, ci sono decine di link a riguardo con veri esperti, strano che nessuno ha chiesto il tuo parere, tra l'altro il fracking ha diminuito il lavoro in certi stati, perché tutto il lavoro nel turismo e agricoltura è sparito, proprio perché dove passano le trivelle, i danni ambientali sono irreparabili, gli usa sono con l'acqua alla gola e si sono buttati nel fraking sperando nel miracolo, ma è solo un miraggio.

Amati75
12-08-13, 13:27
Gli shale oil sono una balla come gli shale gas, questo è un dato di fatto, i motivi li ho già postati, in russia come gli altri paesi produttori tradizionali semplicemente dormono tra due guanciali, un po' meno gli americani che una volta esauritosi il picco dei loro "nuovi"idrocarburi, staranno peggio di prima.

Questa e' una non risposta a quanto scritto....

Il discorso che ti ho fatto (e te l'ho fatto pure parecchie settimane fa) e' in sintesi quello che veniva detto nell'articolo originale, che tu non ha letto, quell' articolo che veniva usato come "fonte" in un tuo articolo, rammenti? Solo che appunto tale articolo, quello da te postato era imparziale nel riportare cosa l'originale affermasse, semplice no?

paulhowe
12-08-13, 22:13
Gli shale oil sono una balla come gli shale gas, questo è un dato di fatto, i motivi li ho già postati, in russia come gli altri paesi produttori tradizionali semplicemente dormono tra due guanciali, un po' meno gli americani che una volta esauritosi il picco dei loro "nuovi"idrocarburi, staranno peggio di prima.


E certo infatti l'aumento di quasi 2 milioni di barili di produzione in piu al giorno sono "acqua colorata" del Mississipi U.S. Oil-Production Rise Is Fastest Ever - WSJ.com (http://online.wsj.com/article/SB10001424127887323468604578249621718888086.html)

La fine dell'import di gas anche quella e' stata fatta con l' aria fritta!!

Di giacimenti di petrolio e gas (oltre che di carbone) negli USA ce ne ha in quantita enorme.

Gli shales continueranno a svilupparsi fino a che il prezzo del petrolio resta sopra i 70 dollari al barile.

Non c'e nessuna "bolla" perche questi sono idrocarburi che vengono consumati, non le azioni di qualche societa di assicurazione......e vengono consumati al posto di quelli importati.

E infatti: US oil boom behind product tanker market explosion this year (http://www.carbonpositive.net/media-centre/industry-updates/1547-us-oil-boom-behind-product-tanker-market-explosion-this-year.html)

paulhowe
12-08-13, 22:18
Per il resto è una bolla e basta perché superato il picco estrattivo che nel fraking arriverà molto presto, visto che i pozzi si esauriscono molto in fretta


Peccato per te che le cose stanno molto diversamente:

URTeC: Wolfcamp play dwarves Bakken, Eagle Ford - Oil & Gas Journal (http://www.ogj.com/articles/2013/08/urtech-wolfcamp-play-dwarves-bakken-eagle-ford.html)

Bakken Explorers 2013: Continental: Bakken much bigger than previously thought - August 11, 2013 - Petroleum News (http://www.petroleumnews.com/pntruncate/88539439.shtml)


Di petrolio e gas ce ne in quantita enorme.

Metabo
13-08-13, 11:00
Peccato per te che le cose stanno molto diversamente:

URTeC: Wolfcamp play dwarves Bakken, Eagle Ford - Oil & Gas Journal (http://www.ogj.com/articles/2013/08/urtech-wolfcamp-play-dwarves-bakken-eagle-ford.html)

Bakken Explorers 2013: Continental: Bakken much bigger than previously thought - August 11, 2013 - Petroleum News (http://www.petroleumnews.com/pntruncate/88539439.shtml)


Di petrolio e gas ce ne in quantita enorme.

Che non potrai mai tirare fuori perché costerà troppo, fare il finto tonto ti riesce bene, sotto il suolo degli stati uniti ci può essere tutto quello che vuoi, peccato che non puoi estrarlo tutto a basso costo, tutti gli esperti sono d'accordo.
Finche la bolla va...

paulhowe
13-08-13, 13:34
Che non potrai mai tirare fuori perché costerà troppo, fare il finto tonto ti riesce bene, sotto il suolo degli stati uniti ci può essere tutto quello che vuoi, peccato che non puoi estrarlo tutto a basso costo, tutti gli esperti sono d'accordo.
Finche la bolla va...


Vabbe buonanotte!!

Il fenomeno dello shale e' legato a due fattori: il progresso tecnologico e il prezzo degli idrocarburi (petrolio in particolare).

La tecnologia consente di fare cose che 30 o 40 anni sarebbero state costose e tecnicamente molto difficili, il prezzo del petrolio a 100 dollari assicura margini di guadagno.

Se tale prezzo scendesse sotto i 70 dollari al barile il fracking non sarebbe conveniente perche i profitti spariscono.

Fino a che il prezzo sta sopra ci saranno un sacco di compagnie disposte a scavare pozzi e sostituire l'import di gas e petrolio con la produzione nazionale. I margini di crescita in questo senso sono rilevanti perche gli USA importano circa 8 milioni di barili al giorno. Quindi non c'e nessuna bolla perche si sta semplicemente cambiando la provenienza di tali risorse........invece di importarle esse provengono dalla produzione nazionale.

Lo capisce anche un bambino di 5 anni..... Metabo di anni ne ha 4.

paulhowe
15-08-13, 22:19
Marcellus va forte:

Marcellus Shale gas production rising faster than predictions, having national impact - 8/15/2013 6:39:03 AM | Newser (http://www.newser.com/article/da86brlg1/marcellus-shale-gas-production-rising-faster-than-predictions-having-national-impact.html)

paulhowe
31-08-13, 14:49
Booming oil production boosted GDP estimate, White House advisers say - The Hill's E2-Wire (http://thehill.com/blogs/e2-wire/e2-wire/319649-booming-oil-production-boosted-gdp-estimate-white-house-advisers-say)

atvar51
02-09-13, 19:40
Il problema e' un altro

Quale sia l'equilibrio tra.risorse consumate ed il loro replenishment

Come ho gia' detto, gli usa (economicamente).si basano su un paradigma.di risorse inesauribili e crescenti; beh, e' una cazzata

Amati75
02-09-13, 19:51
Il problema e' un altro

Quale sia l'equilibrio tra.risorse consumate ed il loro replenishment

Come ho gia' detto, gli usa (economicamente).si basano su un paradigma.di risorse inesauribili e crescenti; beh, e' una cazzata

Beh tutto il mondo si basa su tale paradigma fino a quando le rinnovabili non potranno sostituire le NON rinnovabili.

Giocondo
02-09-13, 20:01
Assolutamente disinteressato.... :drinky:

Disinteressatamente parlando, secondo te la Siberia (più la Russia Europea, che comunuque è metà degli Usa lei da sola) non ha nessuna località in cui si possa fare un po di fracking e produrre un po di gas da scisti?
E' evidente che una eventuale gara di questo tipo non potrebbe che essere vinta, comunque, dalla Russia, solo per le disponibilità di risorse che ha.

Rimane che tutto questo fideismo cieco sul fracking (e ricordo che uno stato come la Francia, che non si è mai tirato indietro neanche davanti a 60 reattori nucleari, l'ha messo al bando) da parte di pappagalli che si spacciano per tuttologi (se si tratta di stelle e strisce, questi sanno tutto di tutto, dal petrolio alle armi, dal commercio all'arte...), fa più ridere della russofilia spiccia di Metabo...ma qualcuno per caso ha notizie delle tar sands? E si che non erano tanti anni fa quando ormai venivano date per rivoluzionarie anche quelle...

PS: guardate che i Brasiliani stanno già superando i 3000m...se ci riescono si aprono strade impensabili, altro che fracking. E se per sbaglio riusciamo a mettere le mani sugli idrati...ma li effettivamente ci sono problemi tecnologici non banali.

Giocondo
02-09-13, 20:03
Beh tutto il mondo si basa su tale paradigma fino a quando le rinnovabili non potranno sostituire le NON rinnovabili.

Ossia mai, dato che dovremmo estinguerci noi per poter fare spazio a loro...

blobb
02-09-13, 20:11
Quella del gas e del petrolio da scisti è solo una bolla temporanea e non una rivoluzione permanente che regalerà combustibili fossili a basso prezzo. Ad affermarlo, contraddicendo l'entusiasmo di molti, è Andy Hall, trader che negli anni 2000 a Citigroup fece fortuna scommettendo sull'aumento del prezzo del barile.
Redazione Qualenergia.it (http://qualenergia.it/node/8590)
31 maggio 2013

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http://qualenergia.it/sites/default/files/articolo-img/shale-gas-usa.jpg?1369992111


Quella dello shale gas e dello shale oil è solo una bolla temporanea e non, come alcuni sostengono, una rivoluzione permanente che regalerà al mondo un futuro di combustibili fossili a basso prezzo. Su queste pagine lo avevamo già scritto, ma questa volta ad affermarlo, contraddicendo l'entusiasmo di molti, è un guru del trading di petrolio e gas, Andy Hall, le cui scommesse sul petrolio gli sono valse negli anni 2000 un salario da 100 milioni di dollari presso Citigroup.Il rapido declino dell'output verificato in alcuni pozzi shale "significa probabilmente che l'abbondanza di risorse è solo temporanea", scrive Hall in una lettera finita nelle mani del Financial Times e destinata agli investitori di Astenbek, l'hedge found da 4,5 miliardi di dollari che Hall gestisce.Quello del gas e del petrolio da scisti è un tema caldo nel mondo delle fossili. La rivoluzione shale, che sta rendendo gli Usa esportatori netti di gas e si prevede, entro il 2030, anche di petrolio, preoccupa l'Opec, i cui ministri sono riuniti questa settimana a Vienna per uno dei due incontri annuali dell'organizzazione. Il timore è che i nuovi combustibili fossili non convenzionali spinga in basso i prezzi del barile sul lungo termine.Questa è ad esempio l'opinione del pundit del settore Dennis Gartman, che pubblicamente ha dichiarato che se fosse nei panni dei paesi Opec cercherebbe di vendere molto e subito. Non la pensa così invece l'Arabia Saudita, che non sembra temere la shale revolution (che pure sta già facendo subire cali dell'export verso gli Usa a membri Opec come Nigeria e Angola) e probabilmente nemmeno l'Opec nel complesso, che ha deciso di mantenere inalterato a 30 milioni di barili al giorno il proprio obiettivo di produzione. Ora si scopre che questa visione, cioè che gli idrocarbutri da scisti potranno influire poco sul futuro delle fossili, è condivisa anche da una personalità con un certo intuito come Hall, che ha fatto i soldi scommettendo che nel corso degli anni 2000 il barile sarebbe salito da meno di 20 dollari ad oltre 100.Le motivazioni per cui shale gas e shale oil sono un fenomeno temporaneo, spiega Hall agli investitori del suo fondo, sono tecniche: ogni perforazione dà accesso solo a una piccola sacca di gas e petrolio, anziché a vaste riserve. Per questo, nonostante i pozzi siano inizialmente prolifici, la produzione declina rapidamente: per mantenerla a un livello costante bisogna trivellare di continuo nuovi pozzi, cosa impossibile da fare senza prezzi del barile sufficientemente alti.Insomma il guru del trading sembra condividere l'analisi fatta dal report del Post Carbon Insitute di cui avevamo parlato (http://www.qualenergia.it/articoli/20130221-i-mutui-subrimes-del-gas-da-scisti) qualche mese fa. In quello studio si riportava che i maggiori 5 pozzi di shale gas Usa attualmente in produzione hanno tassi di declino della produttività dall'80 al 95% sui primi 36 mesi e che in generale dal 30 al 50% della produzione di gas da scisti deve essere rimpiazzata ogni anno con nuovi pozzi: per mantenere il livello si dovrebbero trivellare 7.200 nuovi pozzi l'anno. Servirebbe cioè un investimento di 42 miliardi di dollari l'anno: una cifra nettamente superiore ai ricavi dalle vendite, che sono di 33 miliardi l'anno. Stesso discorso per il petrolio da scisti, detto anche tight oil o shale oil: qui 2 pozzi coprono l'80% della produzione Usa e hanno tassi di declino della produttività dall'81 al 90% sui primi 24 mesi. Sull'argomento ricordiamo anche un documento di fine 2012 del Fondo Monetario Internazionale (Qualenergia.it, Petrolio e drammatiche crisi economiche. Un report del FMI (http://qualenergia.it/articoli/20121204-petrolio-e-drammatiche-crisi-economiche-un-report-del-fmi-0)) che collegava domanda e offerta di petrolio (con dentro la bolla, così chiamata dal FMI, dello shale oil) al rischio di una nuova fase recessiva molto acuta.Gli analisti del PCI in un altro report spiegavano anche il lato finanziario della questione, ossia perché c'è ancora chi dipinge lo shale come un buon investimento, nonostante i dati di cui sopra. Nel 2011, si spiega, le operazioni di fusione e acquisizione legate agli idrocarburi da scisti a Wall Street hanno raggiunto il volume di 46,5 miliardi di dollari e sono diventate il più grande centro di profitto per diverse banche d'investimento. Questo è avvenuto nonostante i pozzi in questo periodo non abbiano mantenuto le promesse in termini di resa: gli operatori hanno sovrastimato le riserve di shale gas e shale oil dal 100 al 500% rispetto alla produzione effettivamente registrata.Per portare la produzione ai livelli attesi si è spinto a trivellare ancora di più, arrivando a un eccesso di offerta, che ha spinto i prezzi tanto in basso da essere quasi insostenibili: come detto, per mantenere la produzione servirebbero più investimenti di quanto si ricava dalla vendita. I prezzi bassi hanno aperto la porta ad altre fusioni e acquisizioni, che hanno fruttato miliardi alle banche d'investimento. Molti pozzi sono stati venduti a grandi dell'energia ma si sono anche messi in circolazione strumenti finanziari complessi come i VPP (volumetric production payments) spesso piazzati, assieme ad altri asset su riserve non provate, a investitori che - a differenza di Andy Hall - hanno scarsa dimestichezza con le complesse dinamiche della produzione da fossili, come i fondi pensione.Una dinamica che ricorda in maniera preoccupante quella che ha innescato la crisi: la corsa nel 2007 a scaricare ad altri i famigerati subprimes sui mutui. Titoli che altro non erano che promesse che non potevano essere mantenute, proprio come quella che i dati sul declino della produzione dei pozzi ci mostrano essere quella del gas e del petrolio da scisti.

La shale revolution è una bolla, parola di guru del trading | QualEnergia.it (http://qualenergia.it/articoli/20130531-la-shale-revolution-%C3%A8-una-bolla-parola-di-guru-del-trading)

blobb
02-09-13, 20:12
Sul mercato americano crollano gli investimenti in gas e petrolio da scisti: prezzi bassi e rapido declino dei pozzi hanno fatto scendere il valore degli asset e i produttori hanno difficoltà a finanziare nuove trivellazioni. Sembra si stia verificando quanto prevedeva chi da tempo mette in guardia dalla cosiddetta “bolla dello shale gas”. Chi ci guadagna?
Redazione Qualenergia.it (http://qualenergia.it/node/8590)
28 agosto 2013

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Il mercato degli asset oil & gas nordamericano nei primi sei mesi del 2013 si è dimezzato rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, passando da 54 a 26 miliardi di dollari, dicono i dati di Bloomberg. Compagnie importanti come BHP e Shell hanno drasticamente ridimensionato i loro investimenti in shale gas e shale oil. La corsa a questi 'fossili non convenzionali' negli Usa frena bruscamente, gas e petrolio da scisti non sembrano mantenere le promesse di prosperità di poco tempo fa. Sta già scoppiando la bolla che qualcuno ha pronosticato?Per ora ciò che è certo è che i prezzi del gas negli Usa, scesi nel 2012 a causa dell'oversupply, e il fatto che molti pozzi stiano rendendo meno del previsto stanno dissuadendo da ulteriori investimenti e facendo calare il valore degli asset. Dopo i record degli ultimi tre anni il volume degli asset energetici scambiati sul mercato nordamericano ha toccato il minimo dal 2004.Le aziende si stanno concentrando sullo sfuttamento dei progetti già operativi e si sono praticamente fermate sul fronte nuove acquisizioni: il motivo, secondo gli analisti, è che è difficile giustificare investimenti, dato che i giacimenti ottenuti nella corsa avvenuta dal 2009 al 2012 attualmente come valore sono ben al di sotto del prezzo cui sono stati acquistati.Insomma, dopo il boom del 2008-2012 - nel quale si sono acquistati diritti di estrazione per 461 miliardi di dollari – per la prima volta da quando si sono diffuse le tecniche di trivellazione che permettono di ottenere gas e petrolio dagli scisti, gli investimenti in shale gas sono calati.Questo rallentamento, osserva Bloomberg, potrebbe durare per anni e minaccia di ostacolare la crescita della produzione di gas e petrolio. Le aziende che hanno investito nello shale nel rush degli ultimi 3 anni, ora con gli asset che valgono meno di quanto si prevedeva, si trovano a corto di risorse per finanziare nuove trivellazioni. Più i produttori sono indebitati e costretti a vendere asset per finanziarsi, più il valore di questi calerà.Insomma, sembra che stia verificandosi quanto prevedeva chi da tempo mette in guardia sull'eccessiva fiducia nel petrolio e nel gas da scisti, osservando come l'industria in questione, oltre ai noti problemi di impatto ambientale sia di dubbia sostenibilità anche dal punto di vista economico. Poco tempo fa avevamo riportato l'opinione di un guru per i trader delle fossili come (http://qualenergia.it/articoli/20130531-la-shale-revolution-%C3%A8-una-bolla-parola-di-guru-del-trading)Andy Hall (http://qualenergia.it/articoli/20130531-la-shale-revolution-%C3%A8-una-bolla-parola-di-guru-del-trading). In una lettera agli investitori del fondo d'investimento che gestisce, Hall presentava un'analisi simile a quella fatta in un report dell'ong ambientalista Post Carbon Insitute (http://www.qualenergia.it/articoli/20130221-i-mutui-subrimes-del-gas-da-scisti), di cui abbiamo parlato nei mesi scorsi. In quello studio si riportava che, con i tassi di declino che hanno i pozzi di shale gas (anchedall'80 al 95% sui primi 36 mesi), dal 30 al 50% della produzione di gas da scisti deve essere rimpiazzata ogni anno con nuovi pozzi: per mantenere il livello di produzione Usa si dovrebbero trivellare 7.200 nuovi pozzi l'anno. Servirebbe cioè un investimento di 42 miliardi di dollari l'anno, molto superiore ai ricavi dalle vendite, 33 miliardi nel 2012. Stesso discorso per il petrolio da scisti, detto anche tight oil o shale oil: qui 2 pozzi coprono l'80% della produzione Usa e hanno tassi di declino della produttività dall'81 al 90% sui primi 24 mesi.Perché dunque c'è ancora chi magnifica il boom dello shale? Il Post Carbon Insitute lo spiega in un altro report: le operazioni di fusione e acquisizione legate agli idrocarburi da scisti a Wall Street negli ultimi due anni sono diventate il più grande centro di profitto per diverse banche d'investimento. Questo è avvenuto nonostante i pozzi in questo periodo non abbiano mantenuto le promesse in termini di resa: gli operatori – si riporta - hanno sovrastimato le riserve di shale gas e shale oil dal 100 al 500% rispetto alla produzione effettivamente registrata.Per portare la produzione ai livelli attesi si è spinto a trivellare ancora di più, arrivando a un eccesso di offerta, che ha spinto i prezzi tanto in basso da essere quasi insostenibili. I prezzi bassi hanno aperto la porta ad altre fusioni e acquisizioni, che hanno fruttato miliardi alle banche d'investimento. Molti pozzi sono stati venduti a grandi dell'energia ma si sono anche messi in circolazione strumenti finanziari complessi come i VPP (volumetric production payments) spesso piazzati, assieme ad altri asset su riserve non provate, a investitori che hanno scarsa dimestichezza con le complesse dinamiche della produzione da fossili, come i fondi pensione.Sull'argomento ricordiamo anche un documento di fine 2012 del Fondo Monetario Internazionale (Qualenergia.it, Petrolio e drammatiche crisi economiche. Un report del FMI (http://qualenergia.it/articoli/20121204-petrolio-e-drammatiche-crisi-economiche-un-report-del-fmi-0)) che collegava domanda e offerta di petrolio al rischio di una nuova fase recessiva molto acuta e che parlava espilitamente di "bolla dello shale gas".Una dinamica che ricorda in maniera preoccupante qanto avvenuto nel 2007 con i famigerati subprimes sui mutui, titoli che altro non erano che promesse che non potevano essere mantenute. Succederà lo stesso anche con gli idrocarburi da scisti, ossia: la bolla scoppierà? Staremo a vedere, ma di certo i dati sul crollo degli investimenti sul mercato nordamericano ci dicono che siamo più vicini alla resa dei conti.
Shale gas e shale oil, verso lo scoppio della bolla? | QualEnergia.it (http://qualenergia.it/articoli/20130828-shale-gas-e-shale-oil-verso-lo-scoppio-della-bolla)

Amati75
02-09-13, 20:18
Disinteressatamente parlando, secondo te la Siberia (più la Russia Europea, che comunuque è metà degli Usa lei da sola) non ha nessuna località in cui si possa fare un po di fracking e produrre un po di gas da scisti?
E' evidente che una eventuale gara di questo tipo non potrebbe che essere vinta, comunque, dalla Russia, solo per le disponibilità di risorse che ha.


La Russia ha le prime riserve al mondo tecnicamente usufruibili di Shale Oil, non gas, quelle sono in USA (Shale Gas):

EIA report - U.S. #1 in Shale Gas Reserves, Russia #1 in Shale Oil Reserves (http://oilprice.com/Energy/Natural-Gas/EIA-report-U.S.-1-in-Shale-Gas-Reserves-Russia-1-in-Shale-Oil-Reserves.html)

I 2/3 delle riserve usufruibili si shale gas sono in 6 paesi:

USA
Cina
Argentina
Algeria
Canada
Messico

Mentre per il petrolio:

Russia
USA
Cina
Argentina
Libia
Venezuela


Quindi per quanto riguarda il GAS la tua considerazione non ha basi, l'ha nel caso del petrolio, ma l'impatto nei prezzi lo si e' avuto difatti nel GAS.
Oltre a questo non e' che scavi un buco per terre ed estrai shale gas, servono delle tecnologia ed un know How specifico, che Gazprom non ha nella stessa quantita' delle aziende operanti nel settore gia' da tempo.




Rimane che tutto questo fideismo cieco sul fracking (e ricordo che uno stato come la Francia, che non si è mai tirato indietro neanche davanti a 60 reattori nucleari, l'ha messo al bando) da parte di pappagalli che si spacciano per tuttologi (se si tratta di stelle e strisce, questi sanno tutto di tutto, dal petrolio alle armi, dal commercio all'arte...), fa più ridere della russofilia spiccia di Metabo...ma qualcuno per caso ha notizie delle tar sands? E si che non erano tanti anni fa quando ormai venivano date per rivoluzionarie anche quelle...



Paesi come USA, o Russia possono svilppare i deposito shale di gas e/o petrolio, ne hanno lo spazio, la Francia e' uno "sputo" per cosi dire, densamente popolato.

Per quanto concerne le "Tar Sands" dovresti chiuederlo ai Canadesi:

https://images.angelpub.com/2012/44/16922/total-oil-production-canada.jpg




PS: guardate che i Brasiliani stanno già superando i 3000m...se ci riescono si aprono strade impensabili, altro che fracking. E se per sbaglio riusciamo a mettere le mani sugli idrati...ma li effettivamente ci sono problemi tecnologici non banali.


Petrobras sta investendo moltissimo in tecnologie per la produzione a grandi profondita' dato che li hanno le enormi riserve, o se per quello, anche il Messico sta aprendosi, finalmente, agli nvestimenti nel settore, il che dovrebbe portare il know per i giacimnti non sfruttati al largo di Veracruz, che con le tecnologia in essere a Pemex al presente non era sfruttabili.

Ma quello e' appunto petrolio, non gas.

Amati75
02-09-13, 20:20
Ossia mai, dato che dovremmo estinguerci noi per poter fare spazio a loro...

Loro chi?

Per caso l' Europa non si basa sullo stesso paradigma? Non lo farebbe la Russia (anzi, ci vive di questo), non lo farebbe la Cina?

blobb
02-09-13, 20:21
La Russia ha le prime riserve al mondo tecnicamente usufruibili di Shale Oil, non gas, quelle sono in USA (Shale Gas):

EIA report - U.S. #1 in Shale Gas Reserves, Russia #1 in Shale Oil Reserves (http://oilprice.com/Energy/Natural-Gas/EIA-report-U.S.-1-in-Shale-Gas-Reserves-Russia-1-in-Shale-Oil-Reserves.html)

I 2/3 delle riserve usufruibili si shale gas sono in 6 paesi:

USA
Cina
Argentina
Algeria
Canada
Messico

Mentre per il petrolio:

Russia
USA
Cina
Argentina
Libia
Venezuela


Quindi per quanto riguarda il GAS la tua considerazione non ha basi, l'ha nel caso del petrolio, ma l'impatto nei prezzi lo si e' avuto difatti nel GAS.
Oltre a questo non e' che scavi un buco per terre ed estrai shale gas, servono delle tecnologia ed un know How specifico, che Gazprom non ha nella stessa quantita' delle aziende operanti nel settore gia' da tempo.





Paesi come USA, o Russia possono svilppare i deposito shale di gas e/o petrolio, ne hanno lo spazio, la Francia e' uno "sputo" per cosi dire, densamente popolato.

Per quanto concerne le "Tar Sands" dovresti chiuederlo ai Canadesi:

https://images.angelpub.com/2012/44/16922/total-oil-production-canada.jpg




Petrobras sta investendo moltissimo in tecnologie per la produzione a grandi profondita' dato che li hanno le enormi riserve, o se per quello, anche il Messico sta aprendosi, finalmente, agli nvestimenti nel settore, il che dovrebbe portare il know per i giacimnti non sfruttati al largo di Veracruz, che con le tecnologia in essere a Pemex al presente non era sfruttabili.

Ma quello e' appunto petrolio, non gas.

ma se gli investimenti stanno calando....
i pozzi dello shale sono poco remunerativi si esauriscono dopo 2-3 anni...

Amati75
02-09-13, 20:32
ma se gli investimenti stanno calando....
i pozzi dello shale sono poco remunerativi si esauriscono dopo 2-3 anni...


I prezzi dello shael gas hanno subito il classico overshoot, al ribasso, sono arrivato troppo in basso, mi pare fino a 3 dollari, si attesteranno verso i 6 (sempre meno di quelli che fanno pagare i Russi).

Per fare questo le aziende del settore stanno spingendo per l'approvazione e la costruzione di terminali di gas liquifatto, dato che potranno esportare e vendere a prezzi maggiori ripsetto al sovraservito mercato interno.

Come del resto ti indica anche uno degli articoli che citi:

" arrivando a un eccesso di offerta, che ha spinto i prezzi tanto in basso da essere quasi insostenibili"

Quindi non si tratta di mancqnza di risorsa, ma del piu' naturale e plurisecolare... equilibrio dei prezzi.

Difatti:

Energy Department Expands LNG Exports As Shale Gas Soars - Forbes (http://www.forbes.com/sites/williampentland/2013/08/15/energy-department-expands-lng-exports-as-shale-gas-soars/)

I prezzi poi hanno iniziato gia' a riaggiustartsi, difatti rispetto all' articolo che hai citato, di maggio, vediamo cosa dice un articolo di Agosto:

Marcellus Shale natural gas production is rising even faster this year than energy experts had predicted, and that's having a national impact on energy.

Marcellus Shale gas production rising faster than predictions, having national impact - 8/15/2013 6:39:03 AM | Newser (http://www.newser.com/article/da86brlg1/marcellus-shale-gas-production-rising-faster-than-predictions-having-national-impact.html)

blobb
02-09-13, 20:35
I prezzi dello shael gas hanno subito il classico overshoot, al ribasso, sono arrivato troppo in basso, mi pare fino a 3 dollari, si attesteranno verso i 6 (sempre meno di quelli che fanno pagare i Russi).

Per fare questo le aziende del settore stanno spingendo per l'approvazione e la costruzione di terminali di gas liquifatto, dato che potranno esportare e vendere a prezzi maggiori ripsetto al sovraservito mercato interno.

Come del resto ti indica anche uno degli articoli che citi:

" arrivando a un eccesso di offerta, che ha spinto i prezzi tanto in basso da essere quasi insostenibili"

Quindi non si tratta di mancqnza di risorsa, ma del piu' naturale e plurisecolare... equilibrio dei prezzi.

Difatti:

Energy Department Expands LNG Exports As Shale Gas Soars - Forbes (http://www.forbes.com/sites/williampentland/2013/08/15/energy-department-expands-lng-exports-as-shale-gas-soars/)

I prezzi poi hanno iniziato gia' a riaggiustartsi, difatti rispetto all' articolo che hai citato, di maggio, vediamo cosa dice un articolo di Agosto:

Marcellus Shale natural gas production is rising even faster this year than energy experts had predicted, and that's having a national impact on energy.

Marcellus Shale gas production rising faster than predictions, having national impact - 8/15/2013 6:39:03 AM | Newser (http://www.newser.com/article/da86brlg1/marcellus-shale-gas-production-rising-faster-than-predictions-having-national-impact.html)

dagli articoli che ti ho postato il problema è strutturale...
i pozzi durano poco....

Amati75
02-09-13, 20:44
dagli articoli che ti ho postato il problema è strutturale...
i pozzi durano poco....

Non e' "strutturale".. e' un problema di sovraforniture che ha spinto i prezi troppo in basso, con i terminali per l'export tale problema si inziera' a risolvere.

Il Gas e' li non e' che sia evaporato nel mentre....

Giocondo
02-09-13, 21:01
La Russia ha le prime riserve al mondo tecnicamente usufruibili di Shale Oil, non gas, quelle sono in USA (Shale Gas):

Ma figurati...sai perché per la russia mancano sempre i numeri? Perché non è mai stata neanche lontanamente esplorata a livello degli Usa. Quando bazzicavo il Kazakhstan, tutti si chiedevano perché prima non fosse stato trovato niente. La risposta era semplicissima, i sovietici non avevano le risorse per esplorare tutta l'asia centrale (e politicamente era meglio che i nomadi se ne stessero buoni e non alzassero troppo la cresta), difatti neanche 10 anni dopo il crollo dell'Urss si è scoperto di tutto in Kazakhstan, si è scoperto che il Turkmenistan è stracolmo di gas da far paura, che Kirgizistan e Tagikistan sono pieni di oro, uranio e chi più ne ha più ne metta.
Inoltre, altro problema non banale per la Russia, la distribuzione per loro è un casino pazzesco, e questo ha portato a tralasciare intere aree del paese (e continua a portare).



Quindi per quanto riguarda il GAS la tua considerazione non ha basi, l'ha nel caso del petrolio, ma l'impatto nei prezzi lo si e' avuto difatti nel GAS.
Oltre a questo non e' che scavi un buco per terre ed estrai shale gas, servono delle tecnologia ed un know How specifico, che Gazprom non ha nella stessa quantita' delle aziende operanti nel settore gia' da tempo.

Ma de che, ma tu pensi veramente che ci sia solo Gazprom da quelle parti? Le tecnologie ormai sono alla portata di tutti, chiami Schlumberger e sei apposto, pensi che quelli facciano distinzioni se sei americano o russo?
Gli americani come sempre sono stati i primi, ma non per questo sono gli unici. E resta tutto da valutare l'impatto ambientale, a me questa storia suona molto da cromo esavalente, non sono mai stati molto famosi per la sicurezza e per l'ambiente (e non tirar fuori teorie strane, che ci ho lavorato proprio in campo petrolifero fino a luglio, mancava solo John Wayne e eravamo al completo). Anche gli inglesi hanno avuto bisogno del Piper Alpha prima di far qualcosa, e ancora non bastava, per un pelo riuscivano a insabbiare tutto.



Paesi come USA, o Russia possono svilppare i deposito shale di gas e/o petrolio, ne hanno lo spazio, la Francia e' uno "sputo" per cosi dire, densamente popolato.

Ma non inventiamoci teorie ridicole, la Gran Bretagna secondo te è grande? La Danimarca? L'Olanda?
La Francia aveva tutto l'interesse a sviluppare una simile tecnologia visto che non ha idrocarburi, non so perché l'ha vietata ma mi fa sorgere un più che ragionevole dubbio.



Per quanto concerne le "Tar Sands" dovresti chiuederlo ai Canadesi:

Si lo so, in Alberta in particolar modo. Erano partiti in pompa magna, poi piano piano si sono resi conto che deviare interi FIUMI, forse, era un pochino troppo....



Petrobras sta investendo moltissimo in tecnologie per la produzione a grandi profondita' dato che li hanno le enormi riserve, o se per quello, anche il Messico sta aprendosi, finalmente, agli nvestimenti nel settore, il che dovrebbe portare il know per i giacimnti non sfruttati al largo di Veracruz, che con le tecnologia in essere a Pemex al presente non era sfruttabili.

Ma quello e' appunto petrolio, non gas.

Petrolio o gas non cambia niente, le strutture sono praticamente identiche. Il problema sono i metri di colonna d'acqua, si puo fare tutto ma più si va su e più costa. I brasiliani non sanno fare una sega, devono chiamare la Saipem, o Technip, o Subsea7, che sanno fare tutto, ma chiedono cifre da capogiro.

Giocondo
02-09-13, 21:02
Loro chi?

Per caso l' Europa non si basa sullo stesso paradigma? Non lo farebbe la Russia (anzi, ci vive di questo), non lo farebbe la Cina?

Loro le rinnovabili.
Se vuoi che queste superino le non rinnovabili, ti servono coltivazioni sterminate e spazi infiniti per impianti di vario genere, il che è sostanzialmente impossibile con 7 miliardi di animali che divorano tutto.

Amati75
02-09-13, 21:23
Ma figurati...sai perché per la russia mancano sempre i numeri? Perché non è mai stata neanche lontanamente esplorata a livello degli Usa. Quando bazzicavo il Kazakhstan, tutti si chiedevano perché prima non fosse stato trovato niente. La risposta era semplicissima, i sovietici non avevano le risorse per esplorare tutta l'asia centrale (e politicamente era meglio che i nomadi se ne stessero buoni e non alzassero troppo la cresta), difatti neanche 10 anni dopo il crollo dell'Urss si è scoperto di tutto in Kazakhstan, si è scoperto che il Turkmenistan è stracolmo di gas da far paura, che Kirgizistan e Tagikistan sono pieni di oro, uranio e chi più ne ha più ne metta.
Inoltre, altro problema non banale per la Russia, la distribuzione per loro è un casino pazzesco, e questo ha portato a tralasciare intere aree del paese (e continua a portare).


Io ho specificato risorse sfruttabili, di quelle ipotetiche al presente non saprei che farmene, tu?




Ma de che, ma tu pensi veramente che ci sia solo Gazprom da quelle parti? Le tecnologie ormai sono alla portata di tutti, chiami Schlumberger e sei apposto, pensi che quelli facciano distinzioni se sei americano o russo?
Gli americani come sempre sono stati i primi, ma non per questo sono gli unici. E resta tutto da valutare l'impatto ambientale, a me questa storia suona molto da cromo esavalente, non sono mai stati molto famosi per la sicurezza e per l'ambiente (e non tirar fuori teorie strane, che ci ho lavorato proprio in campo petrolifero fino a luglio, mancava solo John Wayne e eravamo al completo). Anche gli inglesi hanno avuto bisogno del Piper Alpha prima di far qualcosa, e ancora non bastava, per un pelo riuscivano a insabbiare tutto.


Non ho detto che vi sia solo Gazprom, ma Gazprom e' la principale ed e' anche la principale fonte di reddito da gas per il Governo.



Ma non inventiamoci teorie ridicole, la Gran Bretagna secondo te è grande? La Danimarca? L'Olanda?
La Francia aveva tutto l'interesse a sviluppare una simile tecnologia visto che non ha idrocarburi, non so perché l'ha vietata ma mi fa sorgere un più che ragionevole dubbio.


La GB ec ecc possono anche provarci,ma sono appunt piccole e densatemente popolate, avranno quindo problematiche maggiori rispetto a USA e Russia nello sfruttare tali risorse, cosi come avranno per conseguenza, costi maggiori.



Si lo so, in Alberta in particolar modo. Erano partiti in pompa magna, poi piano piano si sono resi conto che deviare interi FIUMI, forse, era un pochino troppo....


Saanno anche partiti in pompa magna, ma la produzione sta aumentando ancora.



Petrolio o gas non cambia niente, le strutture sono praticamente identiche.


Saran anche identiche, ma i prezzi che hano subito maggiore impatto sono stati quelli del GAS.



Il problema sono i metri di colonna d'acqua, si puo fare tutto ma più si va su e più costa. I brasiliani non sanno fare una sega, devono chiamare la Saipem, o Technip, o Subsea7, che sanno fare tutto, ma chiedono cifre da capogiro.


Beh Petrobras sta incvestnedo molto in tecnologie per il deepdrilling, se non erro per i giacimenti sotto gli strati di sale.

Giocondo
03-09-13, 02:11
Io ho specificato risorse sfruttabili, di quelle ipotetiche al presente non saprei che farmene, tu?

Non sono ipotetiche, sono non esplorate. La differenza è enorme.
L'Asia centrale non aveva risorse ipotetiche, li nessuno sapeva niente, era un buco nero. Hanno fatto due perforazioni, quattro rilievi geologici, è uscito di tutto, dai giacimenti alle miniere. Scommettiamo che la Siberia è uguale?
Se vuoi parlare di risorse ipotetiche allora possiamo includere l'Artico, che è solo propaganda per fare un po di scena, li non siamo neanche lontanamente in condizione di avvicinarci (e il problema non è perforare ma portare a casa...)



Non ho detto che vi sia solo Gazprom, ma Gazprom e' la principale ed e' anche la principale fonte di reddito da gas per il Governo.

I governi in generale fanno soldi a palate con le royalties, quindi volendo il governo russo potrebbe tranquillamente fare concorrenza agli Usa sullo shale gas dando un po di concessioni in giro. Pensa che l'Eni (sorprendentemente in collaborazione con Enel in certi casi) è una delle più attive da quelle parti. Se non lo fa i motivi sono vari, dalla non economicità/inquinamento (ipotesi), problemi di distribuzione o semplicemente gli basta il gas convenzionale visto che gli acquirenti sono già tutti belli "wired".
Tralaltro la questione del costo è complessa, visto che il gas ha il prezzo legato al prezzo del petrolio tramite una qualche sorta di algoritmo che non sono mai riuscito a capire, anche se le due cose di fatto si possono considerare indipendenti (circa), quindi il prezzo del gas convenzionale non necessariamente riflette il reale prezzo di produzione. Ho come l'impressione che se si dovessero fare veramente la guerra, i Russi potrebbero avere ampi margini di manovra, ma è solo un'impressione.



La GB ec ecc possono anche provarci,ma sono appunt piccole e densatemente popolate, avranno quindo problematiche maggiori rispetto a USA e Russia nello sfruttare tali risorse, cosi come avranno per conseguenza, costi maggiori.

Il primo esportatore di LNG è il Qatar, e con questo chiudiamo la questione. La dimensione dello stato è assolutamente irrilevante.
Tra parentesi, in UK stanno avendo problemi da 3 mesi per le proteste contro il fracking, vediamo come va a finire.



Saanno anche partiti in pompa magna, ma la produzione sta aumentando ancora.

Era stata spacciata come la rivoluzione del secolo...stiamo parlando di meno del 4% della produzione mondiale, ossia nulla. Io mi sto riferendo alla differenza tra i roboanti proclami iniziali e la sostanziale marginalità attuale.
Se hanno fatto così allora, ci si può ragionevolmente attendere gli stessi risultati adesso.



Saran anche identiche, ma i prezzi che hano subito maggiore impatto sono stati quelli del GAS.

Guarda che quella frase è riferita al Brasile, non allo shale gas...



Beh Petrobras sta incvestnedo molto in tecnologie per il deepdrilling, se non erro per i giacimenti sotto gli strati di sale.

Infatti, non c'entra niente.
Il problema non è affatto perforare, si arriva già tranquillamente a 12000 metri, che in mezzo ci siano 1000 o 4000m di acqua è ininfluente. Il problema nasce dalla testa pozzo in poi, li sono cazzi. E al momento parlare di 3000m è ancora cosa enormemente complessa, non impossibile ma molto complessa e quindi costosa. Per questo oltre certe profondità non si procede, non per altro. Il Blue Stream è stato posato in certi tratti a 2700m, dalla nostra beneamata Saipem.

atvar51
03-09-13, 08:13
Beh tutto il mondo si basa su tale paradigma fino a quando le rinnovabili non potranno sostituire le NON rinnovabili.

Per niente, e non sto parlando unicamente di energia

Basta vedere quale sia il consumo procapite di energia tra paesi a clima e livello di vira comparabile, e quale sia l'origine di questa energia....ed inoltre.quale sia la percentuale di riciclo dei rifiuti

atvar51
03-09-13, 08:22
Loro le rinnovabili.
Se vuoi che queste superino le non rinnovabili, ti servono coltivazioni sterminate e spazi infiniti per impianti di vario genere, il che è sostanzialmente impossibile con 7 miliardi di animali che divorano tutto.

Ma per niente, basterebbe un quadrato di 20.000 km2 dinsuperficie del sahara per fornire tutta l'elettricita' europea

Giocondo
03-09-13, 09:24
Ma per niente, basterebbe un quadrato di 20.000 km2 dinsuperficie del sahara per fornire tutta l'elettricita' europea

Si nei sogni di qualche svitato. Perché non fare anche Atlantropa a questo punto?
Prova a trovare la superficie necessaria per trasferire metà del fabbisogno di fossili per autotrazione dai non rinnovabili ai biocarburanti, poi ci fai sapere.

PS: mi fai un calcoletto sui costi di 20000kmq di FV, inclusi adeguati cavi sottomarini di adeguate dimensioni? :ghigno:

Metabo
03-09-13, 11:44
Il miracolo del fracking fra un po' sarà solo un ricordo, i dati sono a dimostrarlo, quindi la maggior parte di questi discorsi non hanno senso.

paulhowe
03-09-13, 12:55
Il miracolo del fracking fra un po' sarà solo un ricordo, i dati sono a dimostrarlo, quindi la maggior parte di questi discorsi non hanno senso.
:facepalmi::44::drinky:



Marcellus Shale Gas Production Growing Rapidly, Having A Major Impact On National Energy (http://www.huffingtonpost.com/2013/08/15/marcellus-shale-gas-production_n_3759541.html)


http://www.marketminder.com/img/Shale-Gas-by-Resource.jpg

Giocondo
03-09-13, 12:56
Una gara tra pasdaran...inutile perderci tempo. Ci mancano solo i fanatici del FV, e abbiamo la rosa completa.

Metabo
03-09-13, 13:34
Discorso di Obama sul clima. Il veleno del fracking diventa anche una bolla finanziaria | Blogeko.it (http://blogeko.iljournal.it/discorso-di-obama-sul-clima-il-veleno-del-fracking-diventa-anche-una-bolla-finanziaria/74330)
Discorso di Obama sul clima. Il veleno del fracking diventa anche una bolla finanziaria

http://blogeko.iljournal.it/wp-content/uploads/2013/06/Cattura65.jpg (http://blogeko.iljournal.it/wp-content/uploads/2013/06/Cattura65.jpg)Anche il presidente Usa si è accorto che le stagioni non sono più (http://blogeko.iljournal.it/clima-impazzito-al-circolo-polare-artico-fa-piu-caldo-che-in-sardegna-e-in-algeria/73453) quelle di una volta e l’altro giorno ha pronunciato il famoso discorso sul clima (http://blogeko.iljournal.it/74304/74304) che in sostanza consiste in una doppia polpetta avvelenata – una polpetta avvelenata ecologica ed economica – somministrata al mondo, Italia compresa.
Infatti il discorso di Obama è stato in gran parte speso sottolineando la necessità di non bruciare più carbone per produrre energia elettrica (fra i combustibili fossili il carbone è quello che oggettivamente comporta le più alte emissioni di anidride carbonica (http://blogeko.iljournal.it/unepocale-soglia-simbolica-la-co2-tocca-per-tutto-il-giorno-le-400-parti-per-milione/72749), il principale gas dell’effetto serra) e di usare invece il gas metano, che in sè e per sè, bruciando, emette effettivamente meno anidride carbonica.
Però negli Usa produrre metano significa in gran parte ricorrere al fracking. Oltre ad essere devastante (http://blogeko.iljournal.it/fracking-violentare-la-terra-per-estrarre-gas-il-film-gasland-con-sottotitoli-italiani) dal punto di vista ecologico, il fracking causa anche la dispersione di metano nell’atmosfera: il metano è un gas serra 25 volte più potente dell’anidride carbonica. Secondo alcuni studi, dal punto di vista del clima bruciare metano estratto col fracking è ancor peggio (http://www.eeb.cornell.edu/howarth/Howarth%20et%20al%20%202011.pdf) che bruciare carbone. E’ la polpetta avvelenata ecologica.
Dal punto di vista economico, la polpetta avvelenata è questa: estrarre gas col fracking e venderlo a basso prezzo (come ora accade negli Usa) è una pratica che si regge nella misura in gli investitori continuano a finanziarla confidando nel fatto che gli altri (magari l’Europa (http://blogeko.iljournal.it/lue-si-barcamena-sul-devastante-fracking-che-piace-a-letta-o-forse-lo-appoggia/73283)…) la credono profittevole e cascano a loro volta nella ragnatela. L’endorsement di Obama, ahimè, da questo punto di vista non sarà certo vano.
Per l’analisi della bolla finanziaria che sta crescendo sul fracking vi rimando ad un dettagliato articolo (http://www.guardian.co.uk/environment/earth-insight/2013/jun/21/shale-gas-peak-oil-economic-crisis) pubblicato qualche giorno fa dal quotidiano britannico Guardian.
Questo è un blog di ecologia, amici lettori. L’economia è la sorella siamese dell’ecologia, nel senso che ogni attività umana dipende dalle risorse naturali: ma la finanza e la speculazione stanno su un altro pianeta. Dunque mi limito a riportare il succo dell’articolo del Guardian, ben fornito di link per chi vorrà approfondire.
Dice: la presunta cornucopia di gas estraibile con in fracking in realtà non esiste (e questo è assodato (http://blogeko.iljournal.it/gli-economisti-sono-morti-qualcuno-glielo-dica-la-bolla-dello-shale-gas-and-oil/73522), aggiungo io). I prestiti per estrarre gas col fracking in luoghi in cui in realtà non ce n’è (o ce n’è poco) sono stati impacchettati in altri prodotti finanziari e rivenduti in modo più o meno analogo ai famosi mutui subprime relativi alle abitazioni, la cui bolla scoppiò nel 2007 innescando la crisi finanziaria in cui siamo tuttora invischiati.
In questi casi – e di qui in poi sono considerazioni mie – l’ultimo ad intervenire nel business e a prendere in mano il cerino acceso finisce per scottarsi dolorosamente le dita. Fra gli ultimi arrivati che smaniano per prendere in mano il cerino acceso del fracking va segnalato il Governo italiano (http://blogeko.iljournal.it/il-presidente-del-consiglio-letta-appoggia-il-fracking-e-lo-dira-domani-a-bruxelles/73236). Ci mangeremo una polpetta tossica davvero. Grazie, eh, Mr Obama per averla cucinata.

Metabo
03-09-13, 13:36
:facepalmi::44::drinky:



Marcellus Shale Gas Production Growing Rapidly, Having A Major Impact On National Energy (http://www.huffingtonpost.com/2013/08/15/marcellus-shale-gas-production_n_3759541.html)


http://www.marketminder.com/img/Shale-Gas-by-Resource.jpg

Peccato che è assodato che tutto quel gas non è estraibile agli stessi costi di oggi, insomma una balla o bolla, ben impacchettata.

Metabo
03-09-13, 13:48
Secondo un quotidiano Usa i due bambini non potranno parlarne per tutta la vita
Fracking di shale gas: 750.000 dollari per chiudere la bocca ad una famiglia americana

[7 agosto 2013]
http://www.greenreport.it/wp-content/uploads/2013/08/Famiglia-shale-gas-320x234.jpg (http://www.greenreport.it/wp-content/uploads/2013/08/Famiglia-shale-gas.jpg)

Un accordo come quello firmato da Chris e Stephanie Hallowich con una compagnia estrattiva di shale gas che nel 2011 avevano denunciato per danneggiamenti alla loro salute, non è cosa rara negli Usa del boom del fracking, ma quello comprato con 750.000 dollari è anche il silenzio a vita dei due bambini dei coniugi Hallowich su quel che succede con la fratturazione idraulica all’ambiente ed alle falde idriche in molti dei pozzi estrattivi dell’immenso giacimento del Marcellus Shale
I figli degli Hallowich hanno 7 e 10 anni e diversi giudici ed avvocati si chiedono se tutto questo sia legale, mentre cominciano a venir fuori altri accordi transattivi che imbavagliano i figli di genitori coinvolti in vertenze giuridiche con le compagnie gasiere.
Il divieto contro i Hallowichs ed i loro figli di parlare di tutto ciò che riguarda lo sviluppo Marcellus Shale è stato rivelato dal Pittsburgh Post-Gazette, che ha recentemente chiesto la trascrizione dell’udienza porte chiuse alla Washington County Court, che ha concesso al giornale le 900 pagine di documenti con i quali Range Resources, Williams Gas/Laurel Mountain Midstream e MarkWest Energy tappano la bocca per sempre alla famiglia Hallowich.
Gli Hallowichs si erano da sempre opposti al fracking del gas del Marcellus Shale e soprattutto ai due pozzi, all’impianto di compressione del gas ed al bacino di lagunaggio delle acque e fanghi inquinati di 3 acri che sono stati realizzati accanto alla loro fattoria a Mount Pleasant, Washington County, e che hanno danneggiato il loro valore della loro proprietà e la loro salute, con i due bambini che soffrono di continui bruciori agli occhi, mal di gola, di testa e d’orecchi, mentre le sostanze chimiche usate nel fracking hanno contaminato le loro riserve idriche sotterranee.
Alla fine sono stati tacitati con un indennizzo di 750.000 dollari che prevede che i bambini vengano allontanati da un ambiente insalubre, in cambio le compagnie gasiere hanno ottenuto un “gag order” che vieta a tutti i componenti della famiglia di parlare a vita del Marcellus Shale o del fracking.
Diversi avvocati dicono di non aver mai visto finora un accordo di non divulgazione di notizie che comprenda anche i figli minori ed in molti mettono in dubbio la validità della sentenza per quanto riguarda i due bambini (http://www.post-gazette.com/stories/local/washington/hallowich-children-not-part-of-gag-order-698343/).
Gli avvocati delle compagnie minimizzano e dicono che in realtà il fracking non aveva causato alcun danno alla salute della famiglia e che i 750.000 dollari servono solo a mettere a tacere dei fastidiosi oppositori che stavano danneggiando l’immagine di un’industria ambientalmente perfetta.
Ora gli Hallowichs potranno comprarsi una nuova casa lontana dagli impianti di fracking e cominciare una nuova vita, ma la loro vicenda ha fatto riemergere la cultura del silenzio che circonda l’estrazione di shale gas, sempre più spesso denunciata dalle associazioni ambientaliste ed il bavaglio a vita messo a due bambini – sempre che sia vero, anche se non cambierebbe poi molto – conferma la volontà delle compagnie gasiere di nascondere i problemi e gli impatti ecologici della fratturazione idraulica.
- See more at: Fracking di shale gas: 750.000 dollari per chiudere la bocca ad una famiglia americana - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile (http://www.greenreport.it/news/comunicazione/fracking-di-shale-gas-750-000-dollari-per-chiudere-la-bocca-ad-una-famiglia-americana/#sthash.aXXdubkE.dpuf)

Metabo
03-09-13, 13:50
«Il fracking è inutile e rischioso: non serve alla competitività di Ue e Germania» - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile (http://www.greenreport.it/news/acqua/il-fracking-e-inutile-e-rischioso-e-non-serve-alla-competitivita-di-ue-e-germania/)

Giocondo
03-09-13, 16:56
http://www.marketminder.com/img/Shale-Gas-by-Resource.jpg


Comunque ho fatto un rapido conto, stiamo parlando di qualcosa come il 3.5% del consumo mondiale? (chiedo conferma)
E questa sarebbe la rivoluzione? Non siamo forse in linea con quel che ho già detto sulle tar sands?

Certo se uno è un pappagallo ha altri interessi, non certo il dire qualcosa di sensato.

Amati75
03-09-13, 17:10
Comunque ho fatto un rapido conto, stiamo parlando di qualcosa come il 3.5% del consumo mondiale? (chiedo conferma)
E questa sarebbe la rivoluzione? Non siamo forse in linea con quel che ho già detto sulle tar sands?

Certo se uno è un pappagallo ha altri interessi, non certo il dire qualcosa di sensato.

Nel perosnale non ho quantitficato quanto sia l'impatto a livello mondiale, di certo pero' i PREZZI ne hanno risentito parecchio (al ribasso).

Giocondo
03-09-13, 17:13
Nel perosnale non ho quantitficato quanto sia l'impatto a livello mondiale, di certo pero' i PREZZI ne hanno risentito parecchio (al ribasso).

Ma ci sono mille cose da vedere, dove e per quanto ad esempio. Il 3.5% non può niente, se non limitatamente nel tempo e in qualche area specifica (Usa di fatto, visto che lo fanno solo loro su larga scala).
Inoltre, a noi ce ne frega una sega se non ci dotiamo di rigassificatori, cosa che stiamo facendo molto timidamente...di recente è stato completato un certo progetto iniziato 5 anni fa, senza calcolare le pratiche autorizzative...si potrà mica lavorare in questo modo?

Amati75
03-09-13, 17:36
Non sono ipotetiche, sono non esplorate. La differenza è enorme.
L'Asia centrale non aveva risorse ipotetiche, li nessuno sapeva niente, era un buco nero. Hanno fatto due perforazioni, quattro rilievi geologici, è uscito di tutto, dai giacimenti alle miniere. Scommettiamo che la Siberia è uguale?
Se vuoi parlare di risorse ipotetiche allora possiamo includere l'Artico, che è solo propaganda per fare un po di scena, li non siamo neanche lontanamente in condizione di avvicinarci (e il problema non è perforare ma portare a casa...)
I governi in generale fanno soldi a palate con le royalties, quindi volendo il governo russo potrebbe tranquillamente fare concorrenza agli Usa sullo shale gas dando un po di concessioni in giro. Pensa che l'Eni (sorprendentemente in collaborazione con Enel in certi casi) è una delle più attive da quelle parti. Se non lo fa i motivi sono vari, dalla non economicità/inquinamento (ipotesi), problemi di distribuzione o semplicemente gli basta il gas convenzionale visto che gli acquirenti sono già tutti belli "wired".
Tralaltro la questione del costo è complessa, visto che il gas ha il prezzo legato al prezzo del petrolio tramite una qualche sorta di algoritmo che non sono mai riuscito a capire, anche se le due cose di fatto si possono considerare indipendenti (circa), quindi il prezzo del gas convenzionale non necessariamente riflette il reale prezzo di produzione. Ho come l'impressione che se si dovessero fare veramente la guerra, i Russi potrebbero avere ampi margini di manovra, ma è solo un'impressione.



Il primo esportatore di LNG è il Qatar, e con questo chiudiamo la questione. La dimensione dello stato è assolutamente irrilevante.
Tra parentesi, in UK stanno avendo problemi da 3 mesi per le proteste contro il fracking, vediamo come va a finire.



Era stata spacciata come la rivoluzione del secolo...stiamo parlando di meno del 4% della produzione mondiale, ossia nulla. Io mi sto riferendo alla differenza tra i roboanti proclami iniziali e la sostanziale marginalità attuale.
Se hanno fatto così allora, ci si può ragionevolmente attendere gli stessi risultati adesso.



Guarda che quella frase è riferita al Brasile, non allo shale gas...



Infatti, non c'entra niente.
Il problema non è affatto perforare, si arriva già tranquillamente a 12000 metri, che in mezzo ci siano 1000 o 4000m di acqua è ininfluente. Il problema nasce dalla testa pozzo in poi, li sono cazzi. E al momento parlare di 3000m è ancora cosa enormemente complessa, non impossibile ma molto complessa e quindi costosa. Per questo oltre certe profondità non si procede, non per altro. Il Blue Stream è stato posato in certi tratti a 2700m, dalla nostra beneamata Saipem.


Mi riferivo allo shale gas ed alle problematiche legate all' ambiente.

Amati75
03-09-13, 17:37
Ma ci sono mille cose da vedere, dove e per quanto ad esempio. Il 3.5% non può niente, se non limitatamente nel tempo e in qualche area specifica (Usa di fatto, visto che lo fanno solo loro su larga scala).
Inoltre, a noi ce ne frega una sega se non ci dotiamo di rigassificatori, cosa che stiamo facendo molto timidamente...di recente è stato completato un certo progetto iniziato 5 anni fa, senza calcolare le pratiche autorizzative...si potrà mica lavorare in questo modo?


Beh pero' un impatto indirettolo hanno avuto anceh sui prezzi che l' Europa paga alla Russia, la Gazprom ha dovuto dare degli sconti (se non erro del 7%), solo pochi anni fa la Russia vaeva una quota del mercato pari al 47%, ora e' attonro al 30, anche grazie ai rigassificatori (parlo di Europa, non Italia in specifico).

atvar51
03-09-13, 17:47
Si nei sogni di qualche svitato. Perché non fare anche Atlantropa a questo punto?
Prova a trovare la superficie necessaria per trasferire metà del fabbisogno di fossili per autotrazione dai non rinnovabili ai biocarburanti, poi ci fai sapere.f

PS: mi fai un calcoletto sui costi di 20000kmq di FV, inclusi adeguati cavi sottomarini di adeguate dimensioni? :ghigno:


Biocarburanti?

Idrogeno,.xome vettore energetico, e mezzo di accumulazione


Ps: quanti km2 di archimede costrruiresti, con 42 mikiardi/anno?

paulhowe
03-09-13, 17:49
Peccato che è assodato che tutto quel gas non è estraibile agli stessi costi di oggi, insomma una balla o bolla, ben impacchettata.

Peccato che i dati che arrivano ti smentiscono in pieno, perche la produzione di gas e quella di petrolio e' in aumento.

Piu di cosi. Poi ci sei tu che prevedi l'arrivo degli alieni da marte.

paulhowe
03-09-13, 17:50
Comunque ho fatto un rapido conto, stiamo parlando di qualcosa come il 3.5% del consumo mondiale? (chiedo conferma)
E questa sarebbe la rivoluzione? Non siamo forse in linea con quel che ho già detto sulle tar sands?

Certo se uno è un pappagallo ha altri interessi, non certo il dire qualcosa di sensato.



E infatti e' un fenomeno tutto americano, e ne beneficiano solo qua.

atvar51
03-09-13, 17:51
Si nei sogni di qualche svitato. Perché non fare anche Atlantropa a questo punto?
Prova a trovare la superficie necessaria per trasferire metà del fabbisogno di fossili per autotrazione dai non rinnovabili ai biocarburanti, poi ci fai sapere.

PS: mi fai un calcoletto sui costi di 20000kmq di FV, inclusi adeguati cavi sottomarini di adeguate dimensioni? :ghigno:


Puoi chiedere.a.siemens i dati del desertec, oppure andarteli a leggere

atvar51
03-09-13, 17:54
Si nei sogni di qualche svitato. Perché non fare anche Atlantropa a questo punto?
Prova a trovare la superficie necessaria per trasferire metà del fabbisogno di fossili per autotrazione dai non rinnovabili ai biocarburanti, poi ci fai sapere.

PS: mi fai un calcoletto sui costi di 20000kmq di FV, inclusi adeguati cavi sottomarini di adeguate dimensioni? :ghigno:


A proposito, cazzo c'entra il fotovoltaico? Sei ossessionato?

Metabo
03-09-13, 18:53
Peccato che i dati che arrivano ti smentiscono in pieno, perche la produzione di gas e quella di petrolio e' in aumento.

Piu di cosi. Poi ci sei tu che prevedi l'arrivo degli alieni da marte.

In aumento certo, peccato che superata una certa soglia non si va oltre, poi se è aumentata è perché stanno trivellando come matti, visto la velocità con cui si esauriscono in fretta i nuovi pozzi, ma tutta roba che puoi leggere nelle pagine precedenti.

Giocondo
04-09-13, 01:43
Biocarburanti?

Idrogeno,.xome vettore energetico, e mezzo di accumulazione


Ps: quanti km2 di archimede costrruiresti, con 42 mikiardi/anno?

Oh signor...l'idrogeno secondo te è una strada seria?? L'unica (UNICA) via per produrre idrogeno su larga scala si chiama dissociazione termochimica e si abbina ai reattori nucleari a gas (che non è il gas naturale...). Altre vie sono da dementi, essendo di fatto energivore. Poi ci farai anche sapere come e dove stoccarlo senza far saltare in aria mezze città.

Archimede non serve a una sega, c'è un utente di questo forum che ha lavorato nei primi anni 70 al progenitore di Archimede, se vuoi lo chiamiamo e gli facciamo fare grasse risate.

Giocondo
04-09-13, 01:45
E infatti e' un fenomeno tutto americano, e ne beneficiano solo qua.

E quindi perché ci stai sventrando i coglioni come se fosse la quarta rivoluzione industriale?
Tanto poi arriverà una Erin Brokovic qualsiasi e ve lo infilerà in culo a tutti...:13:
(Perché è palese che si arriverà a quello...)

Giocondo
04-09-13, 01:47
A proposito, cazzo c'entra il fotovoltaico? Sei ossessionato?

Sono ossessionato dalla demenza che ci ha fatto tirare al vento 100 miliardi di euro nel corso degli anni per trovarci esattamente al punto di partenza e senza soldi. Il progetto che parla di 20mila kmq nel deserto libico riguarda un mega impianto FV in grado di produrre energia per l'Europa (chiaramente l'ideatore non ha considerato i fattori geopolitici...).
Tu citi cose di cui poi non sai niente, pensa te...

EDIT:
http://www.rinnovabili.it/energia/termodinamico/entro-il-2012-un-%E2%80%98progetto-solare%E2%80%99-nel-deserto-del-sahara630/

Robe da ridere a crepapelle per 100 anni di Giove! Allora, l'intero Kashagan, la più grande infrastruttura mai pensata dall'uomo, costerà a regime circa 140 miliardi di dollari. Per finanziarla, si sono mosse società del calibro di Eni, Shell, Exxon, ConocoPhillips, Total, Kazmunaigas, e banche come Nomura, BNP Paribas, Societe General, credo Unicredit, e decine di altre.
Arrivano questi, e sparano 400 miliardi per far boiate nel deserto (chi ci mandiamo a tenerli puliti i pannelli, evitando che la loro efficienza scenda a livelli infimi? Come evitiamo che si surriscaldino a livelli stellari con efficienza che precipita a zero?)....te la traduco perché evidentemente sei profano: MARKETING DI BASSA LEGA.

paulhowe
10-09-13, 02:02
Plastics & Rubber Weekly - Shale gas to boost US plastics jobs, says report (http://www.prw.com/subscriber/headlines2.html?cat=1&id=3463)


Best Investments in Energy: It's a Race for Profits in the Utica Shale - Money Morning (http://moneymorning.com/2013/09/09/best-investments-in-energy-its-a-race-for-profits-in-the-utica-shale/)

Giocondo
10-09-13, 10:49
Per fortuna che voi macchiette, sui links degli altri, fate sempre tanto sarcasmo...:lol-036:

Ma chi te li passa tutti questi link? Dove lo trovi il tempo per raspare nei meandri del web? Sarei proprio curioso di sapere cosa ci guadagni a stuprare la tua dignita' in questo modo...

paulhowe
13-09-13, 02:43
Con buona pace di Metabo e Giacomo

:amen::74324294:

U.S. to Pass Russia in Liquid Fuels Production, Says IEA - WSJ.com (http://online.wsj.com/article/SB10001424127887323595004579070502233782752.html)

Metabo
13-09-13, 12:05
Con buona pace di Metabo e Giacomo

:amen::74324294:

U.S. to Pass Russia in Liquid Fuels Production, Says IEA - WSJ.com (http://online.wsj.com/article/SB10001424127887323595004579070502233782752.html)

Finche dura...

Giocondo
13-09-13, 16:59
Con buona pace di Metabo e Giacomo

:amen::74324294:

U.S. to Pass Russia in Liquid Fuels Production, Says IEA - WSJ.com (http://online.wsj.com/article/SB10001424127887323595004579070502233782752.html)

Chi e' Giacomo?

Guarda che a parte farti le seghette tu di notte con queste notizie, non ci si fa altro.
L'articolo parla di produzione di combustibili liquidi, meglio nota come downstream. Per i meno avvezzi, come te, e' legata alla capacita' di raffinazione, che notoriamente in occidente e' maggiore che nel resto del mondo (l'Italia fino a qualche anno fa raffinava il 120% del suo fabbisogno...con ovvie ripercussioni sulle esportazioni).
Quindi non si sa bene quale ragionamento astratto te lo faccia collegare col fracking.

paulhowe
13-09-13, 17:36
Chi e' Giacomo?

Guarda che a parte farti le seghette tu di notte con queste notizie, non ci si fa altro.
L'articolo parla di produzione di combustibili liquidi, meglio nota come downstream. Per i meno avvezzi, come te, e' legata alla capacita' di raffinazione, che notoriamente in occidente e' maggiore che nel resto del mondo (l'Italia fino a qualche anno fa raffinava il 120% del suo fabbisogno...con ovvie ripercussioni sulle esportazioni).
Quindi non si sa bene quale ragionamento astratto te lo faccia collegare col fracking.



Giacomino, guarda che non "raffinano" l'aria. Il petrolio estratto con il metodo fracking e' una di quelle risorse che rientra nel conteggio, cosi come il carburante biofuel ricavato dai prodotti agricoli.

Quindi alla fine il "liquid fuel" tra un po sara maggiore di quello prodotto in Russia con buona soddisfazione dell'economia che importa meno energia tu e Metabo continuate a pagare il gas tre volte di piu......contenti voi.

Metabo
13-09-13, 17:56
Giacomino, guarda che non "raffinano" l'aria. Il petrolio estratto con il metodo fracking e' una di quelle risorse che rientra nel conteggio, cosi come il carburante biofuel ricavato dai prodotti agricoli.

Quindi alla fine il "liquid fuel" tra un po sara maggiore di quello prodotto in Russia con buona soddisfazione dell'economia che importa meno energia tu e Metabo continuate a pagare il gas tre volte di piu......contenti voi.

Peccato che per superare la russia e altri produttori tradizionali bisogna scavare un infinita di nuovi pozzi, visto la velocita con cui si esauriscono i precedenti e ogni volta i pozzi rendono di meno, ci sono decine di pagine che parlano di questa bolla chiamata fracking.

Guerra o Bolla? Quale sarà la scelta del premio Nobel per la Pace? (http://www.greenenergyjournal.it/index.php/editoriale/42-notizie-green/955-guerra-o-bolla-quale-sara-la-scelta-del-premio-nobel-per-la-pace#.UjM1R389Ur4)
Guerra o Bolla? Quale sarà la scelta del premio Nobel per la Pace?




http://www.greenenergyjournal.it/images/a-obama_oil-e1368637482211.jpg

Brusca frenata della corsa al Fracking (http://www.greenenergyjournal.it/index.php/top-green-della-settimana/58-quarta-settimana-di-febbraio-2013/448-shale-gas-in-usa-e-gia-realta-in-europa-e-un-ombra-che-avanza#.UijZg7yLe1E) negli USA, gas e petrolio da scisti non sembrano mantenere le promesse di prosperità fino a poco tempo fa inneggiate a destra e a manca. Grandi compagnie come BHP e Shell hanno drasticamente ridimensionato i loro investimenti in shale gas e shale oil. Una bolla finanziaria creata al prezzo di grandi devastazioni ambientali (http://www.greenenergyjournal.it/index.php/top-green-della-settimana/69-seconda-settimana-di-aprile-2013/592-terremoti-in-oklaoma-a-causa-del-fracking-per-l-italia-un-punto-interrogativo#.Uijt97yLe1E), una sorta di schema di Ponzi quella del Fracking. (http://www.greenenergyjournal.it/index.php/top-green-della-settimana/46-terza-settimana-di-dicembre-2012/199-regno-unito-lo-spettro-dello-shale-gas-prende-vita#.UijZsbyLe1E) Il mercato del petrolio statunitense nei primi mesi del 2013 si è dimezzato rispetto allo stesso periodo dell'anno prima, passando da 54 a 26 miliardi di dollari. È vero che che gli USA dal 2008 hanno aumentato del 25% circa la produzione di petrolio grazie allo shale oil, ma per fare ciò hanno dovuto quadruplicare il numero delle trivellazioni, il cui prezzo è superiore al guadagno, quadruplicato è anche il prezzo di ogni singolo pozzo da Fracking scavato. Per portare la produzione ai livelli attesi è stato necessario trivellare sempre di più, arrivando a un eccesso di offerta, che ha portato ad un calo dei prezzi quasi insostenibile. I prezzi bassi, a loro volta, hanno determinato un overload di operazioni di fusione e acquisizione legate agli idrocarburi da scisti che hanno fruttato miliardi alle banche d'investimento. Nel periodo tra il 2008 e il 2012 sono stati acquistati diritti di estrazione per 461 miliardi di dollari, con il 2012 invece è arrivato l'amaro:gli investimenti in shale gas sono calati, i prezzi del gas negli Usa sono scesi a causa dell'eccesso di offerta e i pozzi hanno reso meno del previsto. Adesso i giacimenti ottenuti nella corsa al Fracking, avvenuta dal 2009 al 2012, hanno un valore nettamente inferiore al prezzo d'acquisto. Questo sta dissuadendo gli investitori in maniera negativa e, conseguentemente, sta facendo calare ulteriormente il valore degli asset. Dopo i record degli ultimi tre anni il volume degli asset energetici scambiati sul mercato nordamericano ha toccato il minimo dal 2004. Le aziende che hanno investito nel Fracking negli ultimi 3 anni, adesso si ritrovano con gli asset che valgono meno del previsto e non hanno risorse sufficienti per finanziare nuove trivellazioni. Inoltre più i produttori si ritrovano indebitati e costretti a vendere asset per finanziarsi, più il valore di questi si abbassa. Secondo un recente studio (http://www.postcarbon.org/article/1531617-fracked-gas-won-t-solve-energy-crunch) del Post Carbon Institute, considerandoil tasso di declino che hanno i pozzidi shale gas (dall'80 al 95% nei primi 36 mesi), circa il 50% della produzione deve essere rimpiazzata ogni anno con nuovi pozzi. Tradotto nel caso USA: per mantenere il livello di produzione nordamericano si dovrebbero trivellare 7.200 nuovi pozzi ogni anno. Un affare che comporterebbe un investimento di 42 miliardi di dollari l'anno, considerando che i ricavi del 2012 ammontano a 33 miliardi l'investimento necessario è superiore ai ricavi. La medesima situazione vale per lo shale oil (petrolio da shisti). La bolla finanziaria legata al Fracking potrebbe essere contenuta in due maniere: o continuando all'infinito a guadagnare su nuovi investitori (situazione che pare esser già crollata), oppure incrementando l'economia con un intervento militare in Siria (collegato all'industria delle armi), proprio uno dei primi punti oggi nell'agenda di Barak Obama.

Amati75
13-09-13, 18:02
Updated Thu 12 Sep 2013, 9:36am AEST

A veteran of the oil and gas industry says a shale gas boom in the United States was a game changer for the world's energy market and Australian projects need to prepare for increased competition.
Hundreds of delegates are discussing the future of Australia's oil and gas sector at the South East Asia Australia Offshore Conference (SEAAOC) in Darwin this week.
Conference chair and former director of Shell International Gas, Arthur Dixon, says the US has gone from being an anticipated importer of energy to an exporter of cheap shale gas.
"So a few years ago, the US was on track to be an importer of energy, in particular LNG, and we in the LNG industry were looking forward to a big, big market over there," he says.
"But then along came shale gas... and the result today is they (the US) are awash with cheap gas and it's being used in power stations where coal was previously being used.
"US coal is now being sold into Europe, where it's cheaper than Russian gas, and we wait to see what the competition will be with Russian gas as they lose some of their market share,
"So this region, Australia, is suffering quite a degree of competition from the US... it would be making current projects nervous, but there would be even more pressure on the new projects that are coming along."
Mr Dixon says there was huge potential in Australia for shale gas projects, but the general public needed to get over some of its fears on fracking.
"All I'm asking is for people not to just leap on it and say 'fracking is bad and we should never have it anymore',
"Because this is something that's a game changer, it's an economic boost, it's a major thing, and we can do it successfully, safely, environmentally safely, it can be done."

Energy market changing as US shale gas boom bites - ABC Rural (Australian Broadcasting Corporation) (http://www.abc.net.au/news/2013-09-11/shale-gas-boom/4951968)

Al link vi e' anche un intervsita (in Inglese) che si puo' ascoltare, molto interessante.

Metabo
13-09-13, 18:24
Updated Thu 12 Sep 2013, 9:36am AEST

A veteran of the oil and gas industry says a shale gas boom in the United States was a game changer for the world's energy market and Australian projects need to prepare for increased competition.
Hundreds of delegates are discussing the future of Australia's oil and gas sector at the South East Asia Australia Offshore Conference (SEAAOC) in Darwin this week.
Conference chair and former director of Shell International Gas, Arthur Dixon, says the US has gone from being an anticipated importer of energy to an exporter of cheap shale gas.
"So a few years ago, the US was on track to be an importer of energy, in particular LNG, and we in the LNG industry were looking forward to a big, big market over there," he says.
"But then along came shale gas... and the result today is they (the US) are awash with cheap gas and it's being used in power stations where coal was previously being used.
"US coal is now being sold into Europe, where it's cheaper than Russian gas, and we wait to see what the competition will be with Russian gas as they lose some of their market share,
"So this region, Australia, is suffering quite a degree of competition from the US... it would be making current projects nervous, but there would be even more pressure on the new projects that are coming along."
Mr Dixon says there was huge potential in Australia for shale gas projects, but the general public needed to get over some of its fears on fracking.
"All I'm asking is for people not to just leap on it and say 'fracking is bad and we should never have it anymore',
"Because this is something that's a game changer, it's an economic boost, it's a major thing, and we can do it successfully, safely, environmentally safely, it can be done."

Energy market changing as US shale gas boom bites - ABC Rural (Australian Broadcasting Corporation) (http://www.abc.net.au/news/2013-09-11/shale-gas-boom/4951968)

Al link vi e' anche un intervsita (in Inglese) che si puo' ascoltare, molto interessante.

Hai letto la parte dell'articolo che ho postato come dice che la produzione di shale gas negli usa è già in calo?
Credo di si.

Metabo
13-09-13, 18:35
Lo shale oil delude: Shell costretta a svalutare asset Usa - Il Sole 24 ORE (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-08-02/shale-delude-shell-costretta-064749.shtml?uuid=AbnP3cJI)
Lo shale oil delude: Shell costretta a svalutare asset Usa Sissi Bellomo02 agosto 2013

In questo articoloLa trimestrale di Royal Dutch Shell suona come un avvertimento a non lasciarsi abbagliare da chi prospetta «magnifiche sorti e progressive» per lo shale oil. La più grande compagnia petrolifera europea – che come molte altre major ha più che dimezzato gli utili nel secondo trimestre – ha dovuto riconoscere il parziale fallimento delle sue operazioni di fracking negli Stati Uniti, svalutandole per 2,1 miliardi di dollari. Un bagno di realismo che, unito alle crescenti difficoltà in Nigeria, ha pesato non poco sui risultati, già compromessi da costi crescenti, cambi valutari sfavorevoli e un rallentamento della produzione che ha spinto Shell ad abbandonare l'obiettivo di salire dagli attuali 3 a 4 milioni di barili al giorno nel 2017 («Ci concentreremo sui target finanziari», ha spiegato il ceo uscente Peter Voser).


Shell, che l'anno scorso aveva già svalutato per 298 milioni di $ alcuni asset nordamericani di shale gas, è stata in seguito delusa dalla ricerca di shale oil e ha avviato una revisione delle operazioni, con l'obiettivo di vendere entro 18 mesi almeno 4 delle 9 aree esplorative che possiede negli Usa.
Proprio ieri il dipartimento Usa per l'Energia ha certificato che nel 2011, le riserve provate di petrolio in territorio americano hanno avuto l'incremento più forte dal 1977, quando ha inizio la serie dei dati: +15% a 29 miliardi di barili, un record. Per Shell tuttavia, ha ammesso direttore finanziario Simon Henry, trovare petrolio da shale si è rivelato più difficile che trovare gas: «Ci sono delle zone favorevoli, ma sono molto più difficili da trovare e sviluppare».
Per la major anglo-olandese c'è poi il problema Nigeria, condiviso con l'Eni. Nel Paese africano, afferma Voser, «i furti di petrolio e le interruzioni delle forniture di gas stanno causando estesi danni ambientali e potrebbero costare al Governo 12 miliardi l'anno di mancate entrate». Shell per parte sua ha accusato nel secondo trimestre una perdita di 100mila barili equivalenti petrolio al giorno (boeg) – il 40% della sua produzione onshore – e questo l'ha convinta a proseguire con i disinvestimenti, avviati fin dal 2010: cederà licenze produttive per altri 80-100mila boeg.
Shell, che ha registrato utili trimestrali di 2,4 miliardi di $ (-60%), non è l'unica major a soffrire, nonostante le quotazioni del petrolio siano da oltre due anni quasi ininterrottamente sopra 100 $/barile: proprio ieri il Brent è avanzato dell'1,7%, a 109,54 $, il massimo da 4 mesi. Hanno comunicato pesanti ribassi degli utili anche Bp, Eni e – per la prima volta da quattro anni – anche ExxonMobil. Il gigante Usa ha deluso le attese non solo per il crollo del risultato netto (da 15,9 a 6,9 miliardi di $), in parte legato a poste straordinarie positive iscritte a bilancio un anno fa, ma anche per l'ennesimo calo della produzione, ormai in discesa da otto trimestri consecutivi, che si è attestata a 4 milioni boe al giorno (-1,9%). Una performance dal sapore particolarmente amaro per la compagnia simbolo di un Paese in pieno boom petrolifero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo sapevo che finiva cosi, ma cosi velocemente...

Amati75
13-09-13, 18:46
Hai letto la parte dell'articolo che ho postato come dice che la produzione di shale gas negli usa è già in calo?
Credo di si.

Lo dica a questi qui:

Posted:08/15/2013 2:33 am EDT | Updated: 09/06/2013 5:03 pm EDT

PITTSBURGH (AP) — Marcellus Shale natural gas production is rising even faster this year than energy experts had predicted, and that's having a national impact on energy.
Bentek, a Colorado company that analyzes energy trends, said 2013 production in Pennsylvania and West Virginia is up about 50 percent compared with last year. Figures for the pipelines that take gas out of the Marcellus show that in the first six months of the year, Pennsylvania produced about 1.5 trillion cubic feet of gas, with projections for a year-end total of about 3.2 trillion cubic feet.
That yearly number translates into the equivalent of about 550 million barrels of oil.
The official mid-2013 production figures for Pennsylvania and West Virginia haven't been released yet by those states, but Bentek's figures are considered very reliable by government and industry sources.
Marcellus production this year "has definitely outpaced our expectations," said Diana Oswald, a Bentek energy analyst, and it's changing long-established national energy trends.
Marcellus gas is "actually starting to displace" production from the Gulf of Mexico in places, Oswald said. For example, when serious shale drilling started in Pennsylvania in 2008, output barely registered on a national level, and most of the Northeast relied on natural gas that was being pumped from the Gulf of Mexico or from Canada through a network of pipelines.
Now, Marcellus gas is supplying the Pennsylvania and Northeast markets, and it's grown to be the nation's most productive gas field. Bentek expects a surplus will soon start flowing to the South and Midwest.

Tom Murphy, a director of the Penn State University Marcellus Center for Research & Outreach, said that while the number of drilling rigs operating in Pennsylvania has declined, companies have learned to drill more efficiently, "so fewer rigs are drilling more wells."
The Marcellus Shale is a gas-rich formation deep underground that extends across Pennsylvania, West Virginia, New York, Ohio and Maryland, but most of the production is in Pennsylvania and West Virginia.
Production from West Virginia is also on track to increase by about 50 percent this year, according to Bentek. Ohio shale gas production is in its beginning stages but is expected to grow substantially in 2014 and 2015.
In 2011 and 2012, there was a highly publicized debate over the potential of the Marcellus Shale, with some contending the industry had exaggerated the numbers. But the actual production figures have mostly put that debate to rest.
Murphy believes there is still a backlog of about 2,000 wells that have already been drilled but aren't hooked up to pipelines for production yet. Others estimate the backlog at 1,000 wells, but in either case, it's adding to the production surge.
Kathryn Klaber, CEO of the Marcellus Shale Coalition, said in an email that the industry group expects "that activity will remain robust" since the necessary infrastructure is increasingly in place to process and move natural gas to market.

Marcellus Shale Gas Production Growing Rapidly, Having A Major Impact On National Energy (http://www.huffingtonpost.com/2013/08/15/marcellus-shale-gas-production_n_3759541.html)


Quando le rispono mi faccia sapere.


Cmqw, quello che lei Metabo, evita di considerare (ed e' ovvio il perche') e' che i prezzi saranno destinati ad aumentare dai 3/4 dollari presenti a 6/7 dollari, il che ovviamente ampliera' i margini.

Ma 6/7 dollari sono sempre meno di quanto costa a lei.

Vi e' stata un sovraproduzione che ha spinto i prezzi al ribasso, non potendolo ancora esportare, il mercato era (ed e') saturo, legge domanda/offerta, i prezzi calano.

Non a caso i produttori stanno spingendo per i permessi di esportazioni, permessi per terminali LNG ecc ecc.. appunto per l'esportazioni, quindi disassuturando il mercato interno, aumenteranno i prezzi interni, ora cosa pensa lei che accada?

Questo e' un discorso che le si era fatto mesi e mesi e mesi fa....

Giocondo
13-09-13, 18:53
Giacomino, guarda che non "raffinano" l'aria. Il petrolio estratto con il metodo fracking e' una di quelle risorse che rientra nel conteggio, cosi come il carburante biofuel ricavato dai prodotti agricoli.

Quindi alla fine il "liquid fuel" tra un po sara maggiore di quello prodotto in Russia con buona soddisfazione dell'economia che importa meno energia tu e Metabo continuate a pagare il gas tre volte di piu......contenti voi.

Il biofuel è una cazzata, lasciamolo da parte.
La capacità di raffinazione non c'entra nulla con quella di estrazione, tu in teoria potresti essere un gigantesco produttore senza raffinerie (Iran...), o un gigantesco raffinatore senza giacimenti (Italia...). Per gli Usa, hanno sia la produzione che la raffinazione, ma quest'ultima si aumenta con investimenti che richiedono anni di lavoro.
In pratica, tu puoi estrarre tutto lo shale che vuoi, le tue raffinerie non si ingrandiscono da sole. Quindi in questo discorso evidentemente gli Usa stanno portando a termine investimenti in downstream iniziati magari 5 o 10 anni fa (sic!).

Non ho capito cosa c'entra l'ultima riga, è proprio una delle tue cazzate buttate li a caso, l'energia Usa è sempre costata molto meno che qui, io poi vivo in UK sai che me ne fotte a me dei tuoi discorsi...

Giocondo
13-09-13, 18:54
Updated Thu 12 Sep 2013, 9:36am AEST

A veteran of the oil and gas industry says a shale gas boom in the United States was a game changer for the world's energy market and Australian projects need to prepare for increased competition.
Hundreds of delegates are discussing the future of Australia's oil and gas sector at the South East Asia Australia Offshore Conference (SEAAOC) in Darwin this week.
Conference chair and former director of Shell International Gas, Arthur Dixon, says the US has gone from being an anticipated importer of energy to an exporter of cheap shale gas.
"So a few years ago, the US was on track to be an importer of energy, in particular LNG, and we in the LNG industry were looking forward to a big, big market over there," he says.
"But then along came shale gas... and the result today is they (the US) are awash with cheap gas and it's being used in power stations where coal was previously being used.
"US coal is now being sold into Europe, where it's cheaper than Russian gas, and we wait to see what the competition will be with Russian gas as they lose some of their market share,
"So this region, Australia, is suffering quite a degree of competition from the US... it would be making current projects nervous, but there would be even more pressure on the new projects that are coming along."
Mr Dixon says there was huge potential in Australia for shale gas projects, but the general public needed to get over some of its fears on fracking.
"All I'm asking is for people not to just leap on it and say 'fracking is bad and we should never have it anymore',
"Because this is something that's a game changer, it's an economic boost, it's a major thing, and we can do it successfully, safely, environmentally safely, it can be done."

Energy market changing as US shale gas boom bites - ABC Rural (Australian Broadcasting Corporation) (http://www.abc.net.au/news/2013-09-11/shale-gas-boom/4951968)

Al link vi e' anche un intervsita (in Inglese) che si puo' ascoltare, molto interessante.

Erin Brokovich cosa dice?

Amati75
13-09-13, 18:58
Erin Brokovich cosa dice?


Non lo so, ma sicuramente potresti fare una ricerca su Google per vedere se ha fatto qualche dichiarazione.

Giocondo
13-09-13, 19:01
Non lo so, ma sicuramente potresti fare una ricerca su Google per vedere se ha fatto qualche dichiarazione.

Ridi ridi mona...ricordati delle tar sands, te l'ho già detto...

Amati75
13-09-13, 19:04
Ridi ridi mona...ricordati delle tar sands, te l'ho già detto...


Rido certo il venditore di comodini che se la ride dell' auto esperto. :D
Se permetti vi e' da ridere.


Tar sands ? Queste?

http://www.energytrendsinsider.com/wp-content/uploads/2013/07/canada-oil-sands-production.jpg?00cfb7

Giocondo
13-09-13, 19:08
Rido certo il venditore di comodini che se la ride dell' auto esperto. :D
Se permetti vi e' da ridere.


Tar sands ? Queste?

http://www.energytrendsinsider.com/wp-content/uploads/2013/07/canada-oil-sands-production.jpg?00cfb7

Proprio quelle.
Qualche anno fa c'era una squadra di arrapati che si smanettava giorno e notte sulle tar sands, dicendoci che avrebbero rivoluzionato il mondo e spaccato il culo a tutti...tu prova a vedere quel numero li, che a te magari sembra anche roboante, sul totale prodotto mondiale (era 90 Mbl/giorno qualche tempo fa), poi mi fai sapere la tua rivoluzione che fine fa.
Per inciso, hanno avuto anche loro dei bei problemi ambientali che li hanno frenati non poco, difatti all'epoca si davano di quei numeri che neanche tutta l'Opec riusciva a fare...e guarda come sono finiti.

Metabo
13-09-13, 19:16
Lo dica a questi qui:

Posted:08/15/2013 2:33 am EDT | Updated: 09/06/2013 5:03 pm EDT

PITTSBURGH (AP) — Marcellus Shale natural gas production is rising even faster this year than energy experts had predicted, and that's having a national impact on energy.
Bentek, a Colorado company that analyzes energy trends, said 2013 production in Pennsylvania and West Virginia is up about 50 percent compared with last year. Figures for the pipelines that take gas out of the Marcellus show that in the first six months of the year, Pennsylvania produced about 1.5 trillion cubic feet of gas, with projections for a year-end total of about 3.2 trillion cubic feet.
That yearly number translates into the equivalent of about 550 million barrels of oil.
The official mid-2013 production figures for Pennsylvania and West Virginia haven't been released yet by those states, but Bentek's figures are considered very reliable by government and industry sources.
Marcellus production this year "has definitely outpaced our expectations," said Diana Oswald, a Bentek energy analyst, and it's changing long-established national energy trends.
Marcellus gas is "actually starting to displace" production from the Gulf of Mexico in places, Oswald said. For example, when serious shale drilling started in Pennsylvania in 2008, output barely registered on a national level, and most of the Northeast relied on natural gas that was being pumped from the Gulf of Mexico or from Canada through a network of pipelines.
Now, Marcellus gas is supplying the Pennsylvania and Northeast markets, and it's grown to be the nation's most productive gas field. Bentek expects a surplus will soon start flowing to the South and Midwest.

Tom Murphy, a director of the Penn State University Marcellus Center for Research & Outreach, said that while the number of drilling rigs operating in Pennsylvania has declined, companies have learned to drill more efficiently, "so fewer rigs are drilling more wells."
The Marcellus Shale is a gas-rich formation deep underground that extends across Pennsylvania, West Virginia, New York, Ohio and Maryland, but most of the production is in Pennsylvania and West Virginia.
Production from West Virginia is also on track to increase by about 50 percent this year, according to Bentek. Ohio shale gas production is in its beginning stages but is expected to grow substantially in 2014 and 2015.
In 2011 and 2012, there was a highly publicized debate over the potential of the Marcellus Shale, with some contending the industry had exaggerated the numbers. But the actual production figures have mostly put that debate to rest.
Murphy believes there is still a backlog of about 2,000 wells that have already been drilled but aren't hooked up to pipelines for production yet. Others estimate the backlog at 1,000 wells, but in either case, it's adding to the production surge.
Kathryn Klaber, CEO of the Marcellus Shale Coalition, said in an email that the industry group expects "that activity will remain robust" since the necessary infrastructure is increasingly in place to process and move natural gas to market.

Marcellus Shale Gas Production Growing Rapidly, Having A Major Impact On National Energy (http://www.huffingtonpost.com/2013/08/15/marcellus-shale-gas-production_n_3759541.html)


Quando le rispono mi faccia sapere.


Cmqw, quello che lei Metabo, evita di considerare (ed e' ovvio il perche') e' che i prezzi saranno destinati ad aumentare dai 3/4 dollari presenti a 6/7 dollari, il che ovviamente ampliera' i margini.

Ma 6/7 dollari sono sempre meno di quanto costa a lei.

Vi e' stata un sovraproduzione che ha spinto i prezzi al ribasso, non potendolo ancora esportare, il mercato era (ed e') saturo, legge domanda/offerta, i prezzi calano.

Non a caso i produttori stanno spingendo per i permessi di esportazioni, permessi per terminali LNG ecc ecc.. appunto per l'esportazioni, quindi disassuturando il mercato interno, aumenteranno i prezzi interni, ora cosa pensa lei che accada?

Questo e' un discorso che le si era fatto mesi e mesi e mesi fa....

Hai letto la parte del calo di produzione, non ostante trivellano come pazzi per stare dietro alla richiesta, ora parti per la tangente che le tue solite fantasie, fammi vedere qualche dato, altrimenti stiamo alle solite balle spacciate per verità.

Amati75
13-09-13, 19:17
Proprio quelle.
Qualche anno fa c'era una squadra di arrapati che si smanettava giorno e notte sulle tar sands, dicendoci che avrebbero rivoluzionato il mondo e spaccato il culo a tutti...tu prova a vedere quel numero li, che a te magari sembra anche roboante, sul totale prodotto mondiale (era 90 Mbl/giorno qualche tempo fa), poi mi fai sapere la tua rivoluzione che fine fa.
Per inciso, hanno avuto anche loro dei bei problemi ambientali che li hanno frenati non poco, difatti all'epoca si davano di quei numeri che neanche tutta l'Opec riusciva a fare...e guarda come sono finiti.

Ma a me che me dovrebbe fregare se non sarebbero numeri roboanti ? Non capisco.
Al Canada aiuta di certo.

Per quanto riguarda il gas shale, anceh se non e' un numero importante nella produzione mondiale, HA ripercussioni indirettenel mercato energetico.

Gli USA IMPORTANO meno, quindi le produzioni che prima andavano in USA sono offerte su altri mercati, aumentando la concorrenza su tali mercarti, e questo e' per quanto riguarda il GAS.
Poi, come al link fornito viene indicato nell'intervista audio che si puo' sentire, la produzione di gas in USA ha fatto si che le centrali lasciassero da parte il carbone in misura sempre crescente, il che implica che il carbone che prima veniva utilizzato in loco, ora viene offerto sui mercati internazionli, Europa inclusa.

Insomma, le conseguenze NON si fermano al numero della produzione dello shale negli USA.

Amati75
13-09-13, 19:17
Hai letto la parte del calo di produzione, non ostante trivellano come pazzi per stare dietro alla richiesta, ora parti per la tangente che le tue solite fantasie, fammi vedere qualche dato, altrimenti stiamo alle solite balle spacciate per verità.

Niente.. Metabo se non gli arriva una dritta dalla direzione della Pravda non ci arriva a capire il discorso del prezzo.

paulhowe
13-09-13, 19:17
Peccato che per superare la russia e altri produttori tradizionali bisogna scavare un infinita di nuovi pozzi, visto la velocita con cui si esauriscono i precedenti


Si peccato per te che qui parliamo di formazioni di shale gas di enorme consistenza non certo qualche km2 di giacimenti.

Metabo
13-09-13, 19:21
Questo articolo l'avevo già postato mi sembra, ma con questo/i bisogna ripetere le cose dieci volte, poi ripetere e ripetere.
Shale gas: non è neanche un buon investimento! (http://www.scienzaverde.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1210:shale-gas-non-e-neanche-un-buon-investimento&catid=101:edizione-n-49-maggio-2013-)


Shale gas: non è neanche un buon investimento!

Mario Brusamolin


http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/fracking2.jpgParlando del gas di scisto, lo shale gas come lo chiamano gli anglofoni, ho sempre sottolineato due aspetti che ritengo essere i più importanti per capire di cosa stiamo parlando.
Il primo è il fatto che l’estrazione di questa fonte fossile non convenzionale è un modo per risolvere in parte la crisi delle risorse primarie di energia, specie in paesi, come gli USA, in cui è enormemente più forte la spinta a produrre e consumare che quella a conservare l’ambiente per le generazioni future.
Fanculo la sostenibilità dunque a favore di imprese, multinazionali e lobby varie.
Il secondo aspetto è invece quello legato agli effetti che il metodo di estrazione dello shale gas ha sull’ambiente e di conseguenza sulla salute dei cittadini. Ho spiegato molte volte come tutto questo avviene. Sul mio sito trovate una meravigliosa animazione (http://www.noncicredo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=475:fracking-per-ottenere-il-gas-di-scisto-e-inquinare-lacqua&catid=81:gas-di-scisto&Itemid=74) in 3D della Trial Exhibits Inc., che mostra perfettamente il funzionamento del fracking e quali danni esso possa provocare alle falde d’acqua con tutto quello che ne consegue in termini di allevamento di bestiame, coltivazione agricola, uso sanitario e personale.
http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/scisto00.jpgSe negli Stati Uniti la questione è stata messa da parte con una certa fretta tanto che oggi più di un terzo del gas usato nel sistema produttivo viene dai giacimenti scistici, in Europa, dove i movimenti ecologisti hanno un peso specifico maggiore o forse dove le Big Oil & co. hanno un appeal leggermente minore, ci si muove con i piedi di piombo. Alcuni stati (la Francia ad esempio) hanno bloccato anche le ricerche e il Parlamento Europeo ha ammonito i suoi membri a non muoversi nella direzione dello shale gas senza essere più che sicuri che l’ambiente non verrà danneggiato.
A dire il vero un po’ di confusione ancora esiste, perché le informazioni su questo tipo di risorsa sono frammentarie e poggiano, prevalentemente su indagini condotte da grandi compagnie petrolifere, come la BP, trascinandosi dietro un enorme puzzo di conflitto di interesse.
Il movimento statunitense, mosso dalla realizzazione nel 2010 del documentario Gasland di Josh Fox (che trovate nel mio sito con sottotitoli italiani (http://www.noncicredo.org/index.php?option=com_content&view=article&id=419:gasland-il-film-con-sottotitoli-italiani&catid=81:gas-di-scisto&Itemid=74)), si va allargando ogni giorno di più ed è facile capirne il motivo quando si pensa che uno dei più grandi giacimenti, il Marcellus, si trova sotto stati come la Pennsylvania, New York, Ohio, ma soprattutto sotto una enorme falda che “abbevera” più di 20 milioni di abitanti, compresi i cittadini di New York City. E questi l’acqua del rubinetto la bevono regolarmente, in percentuali elevatissime, anche quando vanno fuori a cena.
http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/acqua.jpgLe preoccupazioni sono dunque legate alla propria salute, a quella del bestiame nelle fattorie, all’inquinamento dei pozzi d’acqua, all’esplosione causata dall’acqua carica di metano che esce dai rubinetti delle abitazioni.
Ma, a queste “quisquiglie” l’establishment (tutte le grandi aziende gasiere) e buona parte della politica oppongono l’esigenza di avere energia per far funzionare la macchina dei consumi, per avere sempre hamburger da McDonalds, per abbagliare Times Square con le mille pubblicità. E poi, continuano, il prezzo del combustibile è calato, visto che il gas che estraiamo da noi non dobbiamo più comprarlo da quegli antipatici dei paesi produttori (come la Russia, il Canada, il Qatar, …). E, continuano nel loro comizio, compriamo anche meno carbone così da ridurre l’effetto serra. Peccato che il minor acquisto di carbone statunitense ne abbia fatto diminuire il prezzo così da consentire ad altri paesi di comprarne di più. Peccato che non si consideri che anche l’estrazione di shale gas provoca effetti serra, regalando all’atmosfera quantità di metano non previste. Il metano è un gas serra 70-80 volte più dannoso della CO2 per la nostra atmosfera.
Cadiamo dunque nel solito dilemma se la preservazione di un ambiente adatto a sostenerci sia più o meno importante del mantenimento di condizioni di “benessere” (nel senso usato per questo termine dalla società dei consumi) raggiunte e rispetto alle quali la maggior parte della cittadinanza dei cosiddetti paesi avanzati non ha intenzione di recedere.
Su questo aspetto si potrebbe aprire un capitolo immenso che ci coinvolge tutti. Basta un dato qualsiasi estratto da tutti quelli che fotografano la situazione. Potremmo parlare del consumo di carne che implica consumo di suolo e di acqua; o del consumo di carburante per muovere persone e oggetti con motori a scoppio (37 milioni gli autoveicoli in Italia con un rapporto di 10 a 1 tra il trasporto su gomma e su ferro delle merci); o la costruzione di centrali termoelettriche inutili (il pacchetto di produzione di energia italiano da fonti fossili è il doppio di quello che serve) e si potrebbe continuare a lungo.
Si fa dunque fatica, molta fatica, a convincere il nostro vicino che il gas di scisto è una porcheria perché non risolve affatto i problemi del mondo, anzi li acuisce e ne crea di nuovi.
Ci vorrebbe, per convincere gli scettici, un argomento economico, di quelli che dimostrino che tutti questi vantaggi che la Halliburton, La Exxon, la Total sbandierano sono dei falsi miti, delle bugie proprio come tutto l’ambaradan che hanno messo in piedi spacciando per progresso l’indebitamento economico, sociale e soprattutto ambientale che abbiamo subito negli ultimi 60 anni.
http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/drill.jpg (http://www.postcarbon.org/reports/DBD-report-FINAL.pdf)Bene, oggi quell’argomento ce l’abbiamo.
A febbraio di quest’anno è uscito negli Stati Uniti uno studio molto robusto di circa 180 pagine, ricchissimo di dati, tabelle, grafici, chiamato “Drill, baby, drill”. Il che significa: “Trivella baby trivella”. E come sottotitolo: “Può il combustibile non convenzionale portarci verso un’era di abbondanza energetica?” L’autore è David Hughes, geologo, il quale ha studiato per 40 anni i problemi delle fonti non convenzionali soprattutto in Canada. Si è occupato anche del picco del petrolio e del gas, diventando come scienziato un punto di riferimento in questi ambiti.
Il documento (http://www.postcarbon.org/reports/DBD-report-FINAL.pdf) di cui sto parlando è stato realizzato per il Post Carbon Institute. Si tratta di un’associazione che ha come scopo quello di guidare la transizione verso un mondo più resiliente, equo e sostenibile. Lo fa coinvolgendo aspetti di ogni genere: individuali, delle comunità, della produzione e politici. Il loro sito, in inglese, è www.postcarbon.org (http://www.postcarbon.org), ricchissimo di materiale e di informazioni.
Quanto segue è un riassunto delle parti che riguardano lo shale gas. Tutte le informazioni e le immagini sono di proprietà del Post Carbon Institute.
Si comincia con un’analisi decisamente interessante, ma che qui ci porterebbe troppo lontano, sui consumi pro capite dei combustibili fossili divisi per aree geografiche e per tipo.
Quello che si capisce è che la produzione di fonti primarie fossili negli Stati Uniti è nettamente calata negli anni. Ad esempio il numero di pozzi petroliferi attivi è sceso dal 1970 ad oggi del 30%, con un andamento progressivo che non fa certo sperare in una ripresa miracolosa.
La produzione di gas, al contrario, non ha subito negli ultimi 15 anni variazioni degne di nota; essa è sempre stata insufficiente, costringendo gli States all’importazione, che tuttavia a partire dal 2006 si è progressivamente ridotta.
http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/scisto07.jpgclicca per ingrandire

(http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/scisto07.jpg)Un’altra osservazione interessante è la riduzione negli ultimi tempi del gas proveniente dall’oceano (è assai probabile che la disgrazia nel golfo del Messico qualche strascico l’abbia lasciato), che ormai è solo un piccola parte del combustibile proveniente dai pozzi in terraferma.
Quello che stupisce è il fatto che, mentre i pozzi crescono di numero, quasi raddoppiando, la produttività media di ogni singolo pozzo si riduce drasticamente di quasi il 40%. Questo si può tradurre dicendo che per mantenere la produzione attuale è necessario scavare nuovi pozzi in numero sempre maggiore.
Quando si comincia a discutere di shale gas ci imbattiamo nelle previsioni dell’EIA (Energy Information Administration) un reparto del ministero dell’energia statunitense che si occupa delle valutazioni su qualunque cosa abbia a che fare con l’energia. Certo che fare previsioni sullo shale gas non è semplice anche perché è comparso da poco sulla scena in modo importante. Così l’EIA offre diversi scenari possibili dipendenti dal tipo di crescita economica e dal costo del petrolio.
http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/scisto09.jpgclicca per ingrandire

(http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/scisto09.jpg)Ma tutte le situazioni portano allo stesso risultato: la crescita nei consumi di metano per gli USA è basata sul gas di scisto!
EIA fornisce anche, a seconda degli scenari, le previsioni di quanto costerà nei prossimi anni il gas. E le valutazioni, anche quelle “peggiori” portano a valori che sono comunque inferiori a quelli sperati e valutati dai produttori di shale gas. E questa non è sicuramente una bella notizia per Halliburton e soci.
E brutte notizie arrivano anche sulle quantità necessarie a sostenere la società attuale degli Stati Uniti fino al 2040. In sostanza secondo EIA la quantità di combustibile di cui occorre disporre è davvero troppa rispetto a quella disponibile, una quantità che oggi nessuno sa dove si potrà andare a cercare.
Serve infatti l’intera produzione di gas tradizionale attualmente disponibile più quasi altrettanto da fonti che non si sa nemmeno se esistono. Più precisamente si dovrà disporre dell’intera produzione attuale più il 60% di quella potenzialmente presente nei giacimenti, ma che in questo momento non si può dire se si potrà estrarre.
I conti sono presto fatti:


serve tre volte il gas recuperato dai giacimenti minerali;
cinque volte quello disponibile oggi dai pozzi offshore;
il doppio delle riserve certe dell’Alaska;
il doppio del gas convenzionale da pozzi realizzati in terraferma.


Insomma, se davvero si vuole sostenere il ritmo attuale, servono 1 milione e 700 mila nuovi pozzi, una follia!
La prospettiva terrificante è quella di creare quasi 80 mila trivellazioni l’anno fino al 2040. E non è tutto, perché questo dato non tiene conto della riduzione della produttività (di cui parleremo tra breve).
In effetti i pozzi saranno sempre meno tradizionali e sempre più orizzontali con l’utilizzo della tecnica del fracking. Secondo l’EIA nei primi anni non ci saranno grossi problemi: nei primi 4 anni (fino al 2016) per incrementare la fornitura del 28% basterà un ritmo di crescita dei pozzi del 4%. Ma poi la quantità estratta calerà inevitabilmente (vedremo meglio più avanti come) e per avere un aumento del 10% di produttività servirà un ritmo di crescita delle trivellazioni di oltre il 70% ogni anno.
Non sempre ci fermiamo a riflettere quando ci viene detto quanto gas o petrolio rimane a disposizione di questa società energivora. Ci accontentiamo dei valori lordi. Ed è un po’ come calcolare il tempo che occorre per raggiungere in automobile un certo paese, semplicemente in base al chilometraggio, senza badare a semafori, ingorghi, code e quant’altro.
In questo modo otteniamo i valori migliori possibili, non calcoliamo quale parte di quei giacimenti ha combustibile di alta qualità, quale parte ha combustibile ad alta concentrazione, quale parte è di facile estrazione, quale parte presenta costi di estrazione abbordabili e quale no.
Se a questo aggiungiamo che i dati forniti al mondo intero provengono da BP (British Petroleum) non è che possiamo avere tutta questa fiducia.
http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/scisto10.jpgclicca per ingrandire

(http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/scisto10.jpg) L’immagine a fianco (a piramide) mostra la situazione che mette insieme risorse, spese necessarie per ricavare il gas (sia in termini energetici che finanziari). Più ci muoviamo verso il basso e maggiore è la quantità di combustibile presente, ma diminuisce la sua qualità essendo meno concentrato, più difficile e costoso da estrarre. La prima linea mostra il limite oltre il quale diventa antieconomico operare. E’ sicuramente vero che nuove tecnologie (e tra queste va annoverato il fracking) possono abbassare questa linea permettendo di recuperare combustibile che prima era inaccessibile, ma non si potrà mai superare la seconda barriera che rappresenta la situazione di pareggio energetico, cioè quando l’energia per ottenere il combustibile è uguale a quella che da esso si potrà poi ricavare.
Spesso, quando sentiamo dire che avremo combustibili ancora per 100, 200 o 300 anni, si tratta di boutade che non tengono in nessun conto questo tipo di osservazioni.
In effetti chiunque abbia studiato un po’ di fisica sa che il bilancio energetico ha senso se il lavoro compiuto è inferiore all’energia ricavata. Il concetto di rendimento insomma deve essere ben chiaro. A questo riguardo è anche molto interessante osservare che non tutti i combustibili “costano” allo stesso modo. Ad esempio per ricavare un barile di petrolio tradizionale basta bruciarne un ventiquattresimo, il resto è energia netta disponibile; mentre per ottenere un barile di olio dalle sabbie bituminose bisogna spenderne mezzo. Ogni combustibile dunque è più o meno conveniente anche a seconda dell’energia necessaria per portarlo dai giacimenti sul mercato.
http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/scisto11.jpgclicca per ingrandire

(http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/scisto11.jpg)Tenendo presenti queste osservazioni possiamo passare al gas di scisto. Che gli USA abbiano riserve più che abbondanti di questa fonte primaria è chiaro guardando l’immagine a fianco, fornita da EIA nel settembre 2011. La distribuzione è abbastanza uniforme, tanto da aver fatto gridare all’industria che l’autosufficienza sarebbe stata raggiunta ovunque. La realtà è diversa, perché non tutti i giacimenti sono uguali: ce ne sono di migliori, che riescono ad offrire gas di qualità a basso prezzo e altri che sono esattamente l’opposto.
Ma se consideriamo la storia dello shale gas, possiamo osservare che nel 2012 ha raggiunto il 40% della produzione totale di gas degli USA, anche se nel 2012 la produzione si è fermata senza ulteriormente crescere. Questo ha bilanciato comunque il calo nella produzione di combustibile convenzionale.
Se si analizza la produzione di tutti i pozzi, i sei più attivi forniscono l’88% del gas complessivo. Segno che la maggior parte delle trivellazioni sono a rendimento molto basso. E poi ci sono i “tassi di declino” che sono enormi. Nel giro di tre anni o poco più il livello di produzione scende del 90% e nuovi pozzi vanno scavati. Questo si traduce in 42 miliardi $ di investimenti annui per mantenere la produzione attuale, cifra che probabilmente non sarà coperta dalla vendita dei prodotti al prezzo attuale del gas. E, dal momento che in futuro, a meno di scoperte oggi non ipotizzabili di nuove tecniche meno dispendiose di estrazione, la situazione è destinata a peggiorare, questo imporrà un aumento dei prezzi e manderà a gambe all’aria la teoria secondo cui la bilancia energetica Usa sta migliorando di giorno in giorno.
http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/scisto13.jpgclicca per ingrandire

(http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/scisto13.jpg) I giacimenti “storici” e più famosi di gas di scisto sono il Barnett in Texas, dove tutta la storia è cominciata e dove è stata elaborata la tecnica del fracking. Un anno fa quasi 15 mila pozzi erano attivi, producendo 6 miliardi scarsi di metri cubi di metano al giorno. Il giacimento di Haynesville tra Texas e Louisiana è oggi il maggior produttore statunitense, mentre il Marcellus, in Pennsylvania, è al terzo posto. Questi ultimi due hanno avuto un boom improvviso negli ultimi anni (dopo il 2007).
Come tuttavia si vede dall’immagine la crescita impetuosa avvenuta dal 2000 in poi si è arrestata nell’ultimo anno in tutti i pozzi presi in considerazione.

http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/scisto14.jpgclicca per ingrandire

(http://www.scienzaverde.it/images/stories/maggio13/scisto14.jpg)E proprio del giacimento campione, Haynesville, osserviamo la curva di decadimento produttivo, che non è diversa da quella degli altri siti. In essa è stata calcolata la produttività media di tutti i pozzi presenti nei 4 anni di attività. I dati appaiono piuttosto chiari: non sono pozzi destinati a produrre per molto tempo, se nell’arco di 3 anni passano da una produzione 100 a meno di 10.
Come detto si tratta di valori medi, perché ad Haynesville ci sono alcuni pozzi che pompano decisamente tanto e, guarda caso, sono quelli che vengono regolarmente citati dalla stampa e nelle pubblicità.
Anche questa immagine è significativa. Se infatti consideriamo solo i pozzi scavati prima del 2011, osserviamo come la loro produttività è calata vistosamente. Per mantenere il livello occorrerebbe perforare 774 nuovi pozzi, con una spesa di circa 7 miliardi € l’anno, al netto di altri costi per le infrastrutture. E siccome la densità dei pozzi è ormai altissima non è che si possa pensare di continuare in questa direzione.
La conclusione di queste osservazioni (‘) è che l’avventura del gas di scisto non ha un futuro molto roseo. Delle due l’una: o si dovrà continuare a scavare pozzi ad un ritmo forsennato o si dovranno sensibilmente alzare i prezzi del gas.
Se a questo aggiungiamo i rischi ambientali e sociali connessi con l’utilizzo del fracking, mi sembra che nessun cittadino statunitense possa essere minimamente contento.

paulhowe
13-09-13, 19:22
Il biofuel è una cazzata, lasciamolo da parte.


Certo fanno 850mila barili di greggio equivalente al giorno.....chiamala "cazzata"!!!

Ce l'avessero in italia avrebbero risolto buona parte dei loro problemi.



Per gli Usa, hanno sia la produzione che la raffinazione, ma quest'ultima si aumenta con investimenti che richiedono anni di lavoro.

Guarda che le raffinerie USA lavorano pure il petrolio del Venezuela....quindi credo che i margini per trattare lo sweet che si estrae dal texas ce l'hanno.


In pratica, tu puoi estrarre tutto lo shale che vuoi, le tue raffinerie non si ingrandiscono da sole. Quindi in questo discorso evidentemente gli Usa stanno portando a termine investimenti in downstream iniziati magari 5 o 10 anni fa (sic!).


Lo shale si fa da quasi 3 anni ormai e la produzione di greggio e salita di quasi 2 milioni di barili.....dove li hanno messi se non sono stati lavorati???? Sotto una caverna??



Non ho capito cosa c'entra l'ultima riga, è proprio una delle tue cazzate buttate li a caso, l'energia Usa è sempre costata molto meno che qui, io poi vivo in UK sai che me ne fotte a me dei tuoi discorsi...

No, il gas addirittura alcuni anni fa costava come in europa e anche di piu vatti a vedere i grafici.

paulhowe
13-09-13, 19:25
Questo articolo l'avevo già postato mi sembra, ma con questo/i bisogna ripetere le cose dieci volte, poi ripetere e ripetere.
Shale gas: non è neanche un buon investimento! (http://www.scienzaverde.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1210:shale-gas-non-e-neanche-un-buon-investimento&catid=101:edizione-n-49-maggio-2013-)


:facepalmi::lol-036::eek1::drinky::44:


Nooooooooooooo...."non e' un buon investimento" infatti le decine di miliardi di dollari che svariate compagnie anche straniere stanno facendo e' per compiacere te!!

Lascia perdere che su ste cose non sai nulla.

Giocondo
13-09-13, 19:28
Ma a me che me dovrebbe fregare se non sarebbero numeri roboanti ? Non capisco.
Al Canada aiuta di certo.

Per quanto riguarda il gas shale, anceh se non e' un numero importante nella produzione mondiale, HA ripercussioni indirettenel mercato energetico.

Gli USA IMPORTANO meno, quindi le produzioni che prima andavano in USA sono offerte su altri mercati, aumentando la concorrenza su tali mercarti, e questo e' per quanto riguarda il GAS.
Poi, come al link fornito viene indicato nell'intervista audio che si puo' sentire, la produzione di gas in USA ha fatto si che le centrali lasciassero da parte il carbone in misura sempre crescente, il che implica che il carbone che prima veniva utilizzato in loco, ora viene offerto sui mercati internazionli, Europa inclusa.

Insomma, le conseguenze NON si fermano al numero della produzione dello shale negli USA.

Guarda che a differenza tua, non sono digiuno della materia. Proprio per questo ti sto caldamente invitando a non fare il tifoso, come Pollo Fritto, perché a fare i tifosi si resta sempre delusi.
I tifosi delle tar sands di 5-6 anni fa adesso non li senti neanche più parlare, non vorrei mai Amatino mio che tra 5-6 anni tu ti trovassi nella loro stessa situazione scottato da una tecnologia che aveva fatto la fiammata iniziale (come le tar sands...) e poi aveva rivelato tutti i suoi limiti.

PS: mi spiegate perché in Europa di fatto il fracking è vietato? Ci sarà pure una spiegazione plausibile, visto che tecnologicamente abbiamo tutto quel che ci serve per farlo.

Giocondo
13-09-13, 19:29
Si peccato per te che qui parliamo di formazioni di shale gas di enorme consistenza non certo qualche km2 di giacimenti.

Ecco, Amatino: lo vedi il tifoso dai numeri iperstellari?
Lo dico per te, non fare la sua stessa fine...

Giocondo
13-09-13, 19:35
Certo fanno 850mila barili di greggio equivalente al giorno.....chiamala "cazzata"!!!

Ce l'avessero in italia avrebbero risolto buona parte dei loro problemi.

Non risolveresti un cazzo folpo, non voglio neanche entrare nel discorso terreni agricoli tolti alla produzione alimentare per far andare quattro cretini con le loro macchinette, perché di 4 cretini si tratta.
Se qualcuno volesse arrivare anche solo al 10%, dovrebbe ridursi a mangiare bacche, perché non basta semplicemente la terra. ( si potrebbe fare una digressione su quel che sta succedendo in centro asia...sono cose da guerra commerciale in piena regola).



[COLOR=#333333]

Guarda che le raffinerie USA lavorano pure il petrolio del Venezuela....quindi credo che i margini per trattare lo sweet che si estrae dal texas ce l'hanno.

Discorso che sai solo tu cosa vuol dire.



Lo shale si fa da quasi 3 anni ormai e la produzione di greggio e salita di quasi 2 milioni di barili.....dove li hanno messi se non sono stati lavorati???? Sotto una caverna??

Avranno avuto capacità residua, che ne so. Ma allora si tratta di capacità produttiva che già avevano, quindi non c'e niente di nuovo da riportare.



No, il gas addirittura alcuni anni fa costava come in europa e anche di piu vatti a vedere i grafici.

Ma tu l'hai capito che a me non me ne sbatte niente del discorso?

Giocondo
13-09-13, 19:36
:facepalmi::lol-036::eek1::drinky::44:


Nooooooooooooo...."non e' un buon investimento" infatti le decine di miliardi di dollari che svariate compagnie anche straniere stanno facendo e' per compiacere te!!

Lascia perdere che su ste cose non sai nulla.

Veramente poco sopra la Shell dice che non gli piace.
Sai te chi ha ragione...

Amati75
13-09-13, 19:45
Guarda che a differenza tua, non sono digiuno della materia. Proprio per questo ti sto caldamente invitando a non fare il tifoso, come Pollo Fritto, perché a fare i tifosi si resta sempre delusi.
I tifosi delle tar sands di 5-6 anni fa adesso non li senti neanche più parlare, non vorrei mai Amatino mio che tra 5-6 anni tu ti trovassi nella loro stessa situazione scottato da una tecnologia che aveva fatto la fiammata iniziale (come le tar sands...) e poi aveva rivelato tutti i suoi limiti.

PS: mi spiegate perché in Europa di fatto il fracking è vietato? Ci sarà pure una spiegazione plausibile, visto che tecnologicamente abbiamo tutto quel che ci serve per farlo.


Che tu sia un espero lo abbiamo capito, lo avrai detto in tutte le salse, i dati pero' parlano piuttosto chiaro, sia in questo contesto che ad esempio sull' influenza nelle quote di mercato Russe in Europa.
Non sto facendo il tifoso, mi sto basando sui dati.

Il discorso dei petroli pesanti aveva un senso economico appunto 6 anni fa, con il barile vicino ai $150.
Tutto alla fine si riduce ad un discorso di quanto costa l'unita' di prodotto, piu' aumenta piu' produzioni non convenzionali sono economicamente possibili, ed e' un ciclo , piu' diventano economicamente possibili, piu' sono utilizzate, piu' aumenta l'offeta e col tempo il mercato va verso una sovraofferta ed i prezzi ricalano fino a quando non saranno economicamente convenienti ecc ecc... il mercato NON resta mai in equilibrio, punta solo all' equilibrio ed e' in un continuo stato di overshoot sia in una direzione che nell'altra, fa finta un pendolo.

Stesso discorso applica allo shale, con i prezzi verso i 12 o addirittura 16/18 in Giappone per esempio, lo shale gas ha margini, nel caso degli USA fino a quando non potra' essere esportato tramite LNG(si pensa entro un paio di anni), il mercato interno sara' sovrasaturato con i prezzi quindi depressi, ma appunto vi sara' un riequilibrio. I prezzi dello shale dovrebbe salire verso i 6 dollari (dop aver toccato un minimo di 2, ed ora sono verso i 4).

In Europa il discorso dell' utilizzazione degli Shale e' piu' complicato, il continente e' molto piu' densamente popolato rispetto agli USA (nel caso della Cina il problema sarebbe l'acqua, la Cina ne ha poca, ma le aziende Occidentali stanno cercando di utilizzare acqua di mare in Cina) , quindi i costi associati alla sicurezza, ambientali ecc ecc sono molto piu' elevati.

In ogni caso un ottimo articolo della Forbes al riguardo:

1. Price
Natural gas prices had peaked above $12 per million BTUs in the U.S. in 2008 (http://www.eia.gov/dnav/ng/hist/rngwhhdM.htm), making gas an attractive commodity for drillers looking to make a buck. At the same time, those drillers were adopting the hydraulic fracturing technology perfected by George Mitchell (http://www.forbes.com/profile/george-mitchell/) outside Fort Worth, Texas in the mid-1990s.
Economics fed the boom, and then the boom changed the economics. The gas price dropped close to $2 per MBTU last year (It’s currently just under $4).
U.S. dry shale gas production (via EIA)

“We weren’t just good at finding natural gas, we were great at finding natural gas, and so we’ve got a glut,” said Dan Pickering of the Houston-based energy investment firm Tudor, Pickering, Holt & Co.
Thanks to the glut, drilling for gas is no longer profitable in the U.S. or overseas. The U.S. has stopped importing gas and started exporting (http://www.forbes.com/sites/jeffmcmahon/2011/06/01/tanker-orders-foresee-shift-to-natural-gas/)gas and the coal (http://www.forbes.com/sites/jeffmcmahon/2012/12/10/surprise-side-effect-of-shale-gas-boom-coal-boom-overseas/) it no longer needs, which has crushed prices worldwide, making unconventional drilling practices less attractive to wildcatters abroad.
“When we look at unconventional new ventures, Argentina is very sexy,” said Laurent Poncet of Statoil. “But when you go and look at the economic framework and the uncertainty, the political risk and this kind of thing, the best investment play is still in North America.”


Six Reasons Fracking Has Flopped Overseas - Forbes (http://www.forbes.com/sites/jeffmcmahon/2013/04/07/six-reasons-fracking-has-flopped-overseas/)

paulhowe
13-09-13, 20:15
Non risolveresti un cazzo folpo, non voglio neanche entrare nel discorso terreni agricoli tolti alla produzione alimentare per far andare quattro cretini con le loro macchinette, perché di 4 cretini si tratta.
Se qualcuno volesse arrivare anche solo al 10%, dovrebbe ridursi a mangiare bacche, perché non basta semplicemente la terra. ( si potrebbe fare una digressione su quel che sta succedendo in centro asia...sono cose da guerra commerciale in piena regola).


Certo e tempo addietro con la super produzione questo cibo veniva distrutto per non far crollare i prezzi.....




Avranno avuto capacità residua, che ne so.

Ecco appunto informati perche la produzione e' salita di quasi 2 milioni di barili al giorno quindi se non lo lavorano e lo vendono l'avranno messo sotto una caverna ma non e' cosi perche i dati dicono che l'import di greggio sweet proveniente dall'africa occidentale e' calato moltissimo perche appunto sostituito dallo shale, cosi come e' calato quello proveniente dal venezuela e dai paesi del golfo.

Se sommiamo la riduzione dei consumi europei sono venuti a mancare oltre 3 milioni di barili al giorno, solo parzialmente compensati dall'economie emergenti.

paulhowe
13-09-13, 20:29
Ecco, Amatino: lo vedi il tifoso dai numeri iperstellari?
Lo dico per te, non fare la sua stessa fine...


Magari pure questi sono scemi

Permian Basin on track to be top shale oil producer - Houston Business Journal (http://www.bizjournals.com/houston/blog/drilling-down/2013/09/permian-basin-on-track-to-be-top-shale.html)



http://www.ibtimes.com/us-oil-boom-domestic-drillers-last-week-pumped-most-crude-1989-1405430

Metabo
13-09-13, 21:23
:facepalmi::lol-036::eek1::drinky::44:


Nooooooooooooo...."non e' un buon investimento" infatti le decine di miliardi di dollari che svariate compagnie anche straniere stanno facendo e' per compiacere te!!

Lascia perdere che su ste cose non sai nulla.

Lo shale oil delude: Shell costretta a svalutare asset Usa - Worldnews.com (http://article.wn.com/view/2013/08/02/Lo_shale_oil_delude_Shell_costretta_a_svalutare_as set_Usa/#/related_news)

Tu sei molto furbo, molto furbo...

paulhowe
13-09-13, 21:45
Lo shale oil delude: Shell costretta a svalutare asset Usa - Worldnews.com (http://article.wn.com/view/2013/08/02/Lo_shale_oil_delude_Shell_costretta_a_svalutare_as set_Usa/#/related_news)

Tu sei molto furbo, molto furbo...

Ci sono moltissimi giacimenti negli USA alcuni sono profittevoli altri molto meno.

La produzione e' in forte crescita inutile fare il troll ci stanno i numeri vatteli a leggere e smetti di fare il pataccaro.

Metabo
13-09-13, 21:53
Ci sono moltissimi giacimenti negli USA alcuni sono profittevoli altri molto meno.

La produzione e' in forte crescita inutile fare il troll ci stanno i numeri vatteli a leggere e smetti di fare il pataccaro.

La produzione è in crescita?
Non mi sembra postami i link, in aumento sono le trapanazioni che sono 4 volte tante per stare dietro all'esaurimento veloce dei pozzi, l'avrò postato mille volte, certo da uno che "lavora negli usa" come te...mi aspetterei un po' più di precisione, ecco perché sono in crisi economica gli usa.
Ma tua madre lo sa che stai davanti al computer fino a tardi?

Metabo
13-09-13, 21:56
Vai a dormire che è tardi...

Shale gas e shale oil, verso lo scoppio della bolla? | QualEnergia.it (http://qualenergia.it/articoli/20130828-shale-gas-e-shale-oil-verso-lo-scoppio-della-bolla)
Shale gas e shale oil, verso lo scoppio della bolla? (http://qualenergia.it/articoli/20130828-shale-gas-e-shale-oil-verso-lo-scoppio-della-bolla) Sul mercato americano crollano gli investimenti in gas e petrolio da scisti: prezzi bassi e rapido declino dei pozzi hanno fatto scendere il valore degli asset e i produttori hanno difficoltà a finanziare nuove trivellazioni. Sembra si stia verificando quanto prevedeva chi da tempo mette in guardia dalla cosiddetta “bolla dello shale gas”. Chi ci guadagna?
Redazione Qualenergia.it (http://qualenergia.it/node/8590)
28 agosto 2013

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http://qualenergia.it/sites/default/files/articolo-img/shale-gas-polonia_0.jpg?1377687628


Il mercato degli asset oil & gas nordamericano nei primi sei mesi del 2013 si è dimezzato rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, passando da 54 a 26 miliardi di dollari, dicono i dati di Bloomberg. Compagnie importanti come BHP e Shell hanno drasticamente ridimensionato i loro investimenti in shale gas e shale oil. La corsa a questi 'fossili non convenzionali' negli Usa frena bruscamente, gas e petrolio da scisti non sembrano mantenere le promesse di prosperità di poco tempo fa. Sta già scoppiando la bolla che qualcuno ha pronosticato?Per ora ciò che è certo è che i prezzi del gas negli Usa, scesi nel 2012 a causa dell'oversupply, e il fatto che molti pozzi stiano rendendo meno del previsto stanno dissuadendo da ulteriori investimenti e facendo calare il valore degli asset. Dopo i record degli ultimi tre anni il volume degli asset energetici scambiati sul mercato nordamericano ha toccato il minimo dal 2004.Le aziende si stanno concentrando sullo sfuttamento dei progetti già operativi e si sono praticamente fermate sul fronte nuove acquisizioni: il motivo, secondo gli analisti, è che è difficile giustificare investimenti, dato che i giacimenti ottenuti nella corsa avvenuta dal 2009 al 2012 attualmente come valore sono ben al di sotto del prezzo cui sono stati acquistati.Insomma, dopo il boom del 2008-2012 - nel quale si sono acquistati diritti di estrazione per 461 miliardi di dollari – per la prima volta da quando si sono diffuse le tecniche di trivellazione che permettono di ottenere gas e petrolio dagli scisti, gli investimenti in shale gas sono calati.Questo rallentamento, osserva Bloomberg, potrebbe durare per anni e minaccia di ostacolare la crescita della produzione di gas e petrolio. Le aziende che hanno investito nello shale nel rush degli ultimi 3 anni, ora con gli asset che valgono meno di quanto si prevedeva, si trovano a corto di risorse per finanziare nuove trivellazioni. Più i produttori sono indebitati e costretti a vendere asset per finanziarsi, più il valore di questi calerà.Insomma, sembra che stia verificandosi quanto prevedeva chi da tempo mette in guardia sull'eccessiva fiducia nel petrolio e nel gas da scisti, osservando come l'industria in questione, oltre ai noti problemi di impatto ambientale sia di dubbia sostenibilità anche dal punto di vista economico. Poco tempo fa avevamo riportato l'opinione di un guru per i trader delle fossili come (http://qualenergia.it/articoli/20130531-la-shale-revolution-%C3%A8-una-bolla-parola-di-guru-del-trading)Andy Hall (http://qualenergia.it/articoli/20130531-la-shale-revolution-%C3%A8-una-bolla-parola-di-guru-del-trading). In una lettera agli investitori del fondo d'investimento che gestisce, Hall presentava un'analisi simile a quella fatta in un report dell'ong ambientalista Post Carbon Insitute (http://www.qualenergia.it/articoli/20130221-i-mutui-subrimes-del-gas-da-scisti), di cui abbiamo parlato nei mesi scorsi. In quello studio si riportava che, con i tassi di declino che hanno i pozzi di shale gas (anchedall'80 al 95% sui primi 36 mesi), dal 30 al 50% della produzione di gas da scisti deve essere rimpiazzata ogni anno con nuovi pozzi: per mantenere il livello di produzione Usa si dovrebbero trivellare 7.200 nuovi pozzi l'anno. Servirebbe cioè un investimento di 42 miliardi di dollari l'anno, molto superiore ai ricavi dalle vendite, 33 miliardi nel 2012. Stesso discorso per il petrolio da scisti, detto anche tight oil o shale oil: qui 2 pozzi coprono l'80% della produzione Usa e hanno tassi di declino della produttività dall'81 al 90% sui primi 24 mesi.Perché dunque c'è ancora chi magnifica il boom dello shale? Il Post Carbon Insitute lo spiega in un altro report: le operazioni di fusione e acquisizione legate agli idrocarburi da scisti a Wall Street negli ultimi due anni sono diventate il più grande centro di profitto per diverse banche d'investimento. Questo è avvenuto nonostante i pozzi in questo periodo non abbiano mantenuto le promesse in termini di resa: gli operatori – si riporta - hanno sovrastimato le riserve di shale gas e shale oil dal 100 al 500% rispetto alla produzione effettivamente registrata.Per portare la produzione ai livelli attesi si è spinto a trivellare ancora di più, arrivando a un eccesso di offerta, che ha spinto i prezzi tanto in basso da essere quasi insostenibili. I prezzi bassi hanno aperto la porta ad altre fusioni e acquisizioni, che hanno fruttato miliardi alle banche d'investimento. Molti pozzi sono stati venduti a grandi dell'energia ma si sono anche messi in circolazione strumenti finanziari complessi come i VPP (volumetric production payments) spesso piazzati, assieme ad altri asset su riserve non provate, a investitori che hanno scarsa dimestichezza con le complesse dinamiche della produzione da fossili, come i fondi pensione.Sull'argomento ricordiamo anche un documento di fine 2012 del Fondo Monetario Internazionale (Qualenergia.it, Petrolio e drammatiche crisi economiche. Un report del FMI (http://qualenergia.it/articoli/20121204-petrolio-e-drammatiche-crisi-economiche-un-report-del-fmi-0)) che collegava domanda e offerta di petrolio al rischio di una nuova fase recessiva molto acuta e che parlava espilitamente di "bolla dello shale gas".Una dinamica che ricorda in maniera preoccupante qanto avvenuto nel 2007 con i famigerati subprimes sui mutui, titoli che altro non erano che promesse che non potevano essere mantenute. Succederà lo stesso anche con gli idrocarburi da scisti, ossia: la bolla scoppierà? Staremo a vedere, ma di certo i dati sul crollo degli investimenti sul mercato nordamericano ci dicono che siamo più vicini alla resa dei conti.

paulhowe
13-09-13, 22:05
Metabo vai a giocare con la playstation che e' meglio:

Fracking Moves U.S. Crude Output to Highest Level Since 1989 - Bloomberg (http://www.bloomberg.com/news/2013-09-11/fracking-pushes-u-s-crude-output-to-highest-level-since-1989.html)

Drilling techniques including hydraulic fracturing, or fracking, pushed crude output up by 124,000 barrels, or 1.6 percent, to 7.745 million barrels a day in the seven days ended Sept. 6, the Energy Information Administration said today.



Bevi meno birra !!

Giocondo
14-09-13, 14:10
In Europa il discorso dell' utilizzazione degli Shale e' piu' complicato, il continente e' molto piu' densamente popolato rispetto agli USA (nel caso della Cina il problema sarebbe l'acqua, la Cina ne ha poca, ma le aziende Occidentali stanno cercando di utilizzare acqua di mare in Cina) , quindi i costi associati alla sicurezza, ambientali ecc ecc sono molto piu' elevati.


Strano, non stai citando un paese che sarebbe perfetto, enormi spazi disabitati, disponibilità d'acqua praticamente illimitata, capacità industriali sufficienti....come ti dicevo tempo fa, se (SE) la tecnologia si rivela realmente rivoluzionaria, c'è qualcuno in grado di fare una enorme concorrenza e annullare i presunti vantaggi strategici.
Senza contare il fatto che è ancora enormemente più semplice tirare una condotta piuttosto che dotarsi di terminali LNG.

Metabo
14-09-13, 14:37
Metabo vai a giocare con la playstation che e' meglio:

Fracking Moves U.S. Crude Output to Highest Level Since 1989 - Bloomberg (http://www.bloomberg.com/news/2013-09-11/fracking-pushes-u-s-crude-output-to-highest-level-since-1989.html)

Drilling techniques including hydraulic fracturing, or fracking, pushed crude output up by 124,000 barrels, or 1.6 percent, to 7.745 million barrels a day in the seven days ended Sept. 6, the Energy Information Administration said today.



Bevi meno birra !!

Quindi?

paulhowe
14-09-13, 15:06
Strano, non stai citando un paese che sarebbe perfetto, enormi spazi disabitati, disponibilità d'acqua praticamente illimitata, capacità industriali sufficienti....come ti dicevo tempo fa, se (SE) la tecnologia si rivela realmente rivoluzionaria, c'è qualcuno in grado di fare una enorme concorrenza e annullare i presunti vantaggi strategici.
Senza contare il fatto che è ancora enormemente più semplice tirare una condotta piuttosto che dotarsi di terminali LNG.


La questione in Cina non riguarda solo l'acqua ma il fatto che questi giacimenti si trovano a profondita molto grandi in aree molto remote e trasportare tali idrocarburi nell'accidentato territorio costerebbe una fortuna.

Il fenomeno dello shale e' per questo motivo un fenomeno solo americano, aggiungiamo poi che le capacita tecniche di scavare pozzi con la massima precisione e impiegare con efficienza le sostanze e le attrezzature per sprigionare gas e petrolio dal sottosuolo ce l'hanno solo gli yankees.

paulhowe
14-09-13, 15:07
Quindi?


Quindi sei un pataccaro. I dati ufficiali parlano di un incremento di quasi 2 milioni di barili di petrolio al giorno rispetto a 3 anni fa.

Giocondo
14-09-13, 15:40
La questione in Cina non riguarda solo l'acqua ma il fatto che questi giacimenti si trovano a profondita molto grandi in aree molto remote e trasportare tali idrocarburi nell'accidentato territorio costerebbe una fortuna.

Il fenomeno dello shale e' per questo motivo un fenomeno solo americano, aggiungiamo poi che le capacita tecniche di scavare pozzi con la massima precisione e impiegare con efficienza le sostanze e le attrezzature per sprigionare gas e petrolio dal sottosuolo ce l'hanno solo gli yankees.

:44::44::44:

Cazzaro.

Sono tutte chiacchiere, ci sono già gasdotti/oleodotti di lunghezze inimmaginabili, e dove non ci sono si costruiscono, i soldi ci sono, russi e cinesi ne hanno le tasche piene di soldi (difatti si stanno facendo la guerra in Asia Centrale).
La Russia ha le stesse identiche (presunte) condizioni americane, a parte gli Urali è una enorme pianura. Quindi non raccontiamoci storielle. Fermo restando che col meccanismo delle royalties si sta un nanosecondo a far arrivare le major in loco e a trivellare a più non posso.

Ritenta sarai più fortunato. Tra parentesi, tu che sai, Marcellus e tutte quelle belle storie li, chi li opera? Parliamo di majors, o di qualche indipendente?

Amati75
14-09-13, 15:51
:44::44::44:

Cazzaro.

Sono tutte chiacchiere, ci sono già gasdotti/oleodotti di lunghezze inimmaginabili, e dove non ci sono si costruiscono, i soldi ci sono, russi e cinesi ne hanno le tasche piene di soldi (difatti si stanno facendo la guerra in Asia Centrale).
La Russia ha le stesse identiche (presunte) condizioni americane, a parte gli Urali è una enorme pianura. Quindi non raccontiamoci storielle. Fermo restando che col meccanismo delle royalties si sta un nanosecondo a far arrivare le major in loco e a trivellare a più non posso.

Ritenta sarai più fortunato. Tra parentesi, tu che sai, Marcellus e tutte quelle belle storie li, chi li opera? Parliamo di majors, o di qualche indipendente?

Mi pare che articolo di Forbes citato ieri, indichi 6 punti che fanno si, che al presente i fenomeno Shale sia un fenomeno "USA", avere tutte l condizioni in loco non e' di certo "semplice".
Alcuni sono manipolabili altri no, evidentemente averne alcuni senza altri non e' sufficente.

Giocondo
14-09-13, 16:00
Mi pare che articolo di Forbes citato ieri, indichi 6 punti che fanno si, che al presente i fenomeno Shale sia un fenomeno "USA", avere tutte l condizioni in loco non e' di certo "semplice".
Alcuni sono manipolabili altri no, evidentemente averne alcuni senza altri non e' sufficente.

Non credo proprio che in tutta la Siberia, senza contare la Russia europea, non ci siano zone con le 6 condizioni insieme.
Ma le majors si sono già buttate a capofitto nella questione?

Amati75
14-09-13, 16:03
Non credo proprio che in tutta la Siberia, senza contare la Russia europea, non ci siano zone con le 6 condizioni insieme.
Ma le majors si sono già buttate a capofitto nella questione?


Nelle 6 condizioni indicate nell' articolo non vi sono solo gli aspetti "geografici".

1-Price
2-Regulatory Framework
3-Property and Mineral Rights
4. Infrastructure
5. Water
6. Expertise

http://www.forbes.com/sites/jeffmcmahon/2013/04/07/six-reasons-fracking-has-flopped-overseas/

Giocondo
14-09-13, 16:13
Nelle 6 condizioni indicate nell' articolo non vi sono solo gli aspetti "geografici".

1-Price
2-Regulatory Framework
3-Property and Mineral Rights
4. Infrastructure
5. Water
6. Expertise

Six Reasons Fracking Has Flopped Overseas - Forbes (http://www.forbes.com/sites/jeffmcmahon/2013/04/07/six-reasons-fracking-has-flopped-overseas/)



Ok l'ho letto adesso e mi lascia ancora più perplesso.
In particolare


“It’s just set up for conventional oil and gas production. There’s no way in the traditional production sharing contract that we as an industry can come in and make money,”

Ma quindi a che regole giocano? Te l'ho già detto, io sento puzza di Erin Brocovich lontano un chilometro. Se le grandi compagnie ancora latitano, devono aver subodorato l'inculata, che riguarda, a quel che intuisco io, regolamenti ancora tutti da scrivere.

Anche il discorso expertise è una balla, non stiamo parlando di costruire la bomba atomica, le tecniche di drilling sono ormai stranote sia in Europa che in Russia, con qualche prova e qualche test ci arriviamo anche noi, volendo.

Giocondo
14-09-13, 16:20
Link all'articolo sopra...
European Gas Giant Backs French Fear Of Fracking - Forbes (http://www.forbes.com/sites/jeffmcmahon/2011/09/22/european-gas-giant-backs-french-concern-on-fracking/)


Fracking fluids are believed to contain, in addition to water, benzene, ethylbenzene, formaldehyde, methanol, naphthalene, polycyclic aromatic hydrocarbons, toluene, xylene, boric acid, hydrochloric acid, isopropanol, and diesel fuel.

In the U.S., only the use of diesel fuel must be disclosed, and the formula used at each well may be guarded as a trade secret.

The Energy Policy Act of 2005 exempted hydraulic fracturing operations from the Safe Drinking Water Act, freeing drilling companies from the obligation to disclose the chemicals injected into deep shale formations to shatter shale and convey gas back to the well.


Puzza puzzolentissima a distanze chilometriche...non me la raccontate giusta cari tifosi. La Francia è superdipendente dal nucleare, e ha una delle supermajors più super che ci siano, ha uno dei 3 maggiori contractors del mondo, e ha industrie e tecnologie per fare tutto quel che serve. Eppure, decide di metterlo al bando.
Very very suspicious.

Amati75
14-09-13, 16:24
Ok l'ho letto adesso e mi lascia ancora più perplesso.
In particolare



Ma quindi a che regole giocano? Te l'ho già detto, io sento puzza di Erin Brocovich lontano un chilometro. Se le grandi compagnie ancora latitano, devono aver subodorato l'inculata, che riguarda, a quel che intuisco io, regolamenti ancora tutti da scrivere.

Anche il discorso expertise è una balla, non stiamo parlando di costruire la bomba atomica, le tecniche di drilling sono ormai stranote sia in Europa che in Russia, con qualche prova e qualche test ci arriviamo anche noi, volendo.


Evidentemente i sei fattori, o meglio, l'interazione fra di essi ha importanza, e non e' detto ovviamente, che siano tutti quelli che si necessitano, Frobes ne ha "trovati" 6, cio' non implica che non ve ne possano essere altri, fatto sta pero' che appunto negli USA tale situazione c'e', ed il mercato era talmente saturo di prodotto che i prezzi da 12 sono passati a 2, troppo bassi.

Leggevo che vi saranno o uno o due anni di consolidamento (numero di aziende) e prezzi che dovrebbero stabilizzarsi attorno ai 6 dollari, anche grazie all'inizio delle esportazioni tramite LNG.

Evidentemente questo e' uno di quei casi che ho si hanno tutti gli "ingredienti" nelle giuste dosi o semplicemente non "funziona".

Amati75
14-09-13, 16:27
Link all'articolo sopra...
European Gas Giant Backs French Fear Of Fracking - Forbes (http://www.forbes.com/sites/jeffmcmahon/2011/09/22/european-gas-giant-backs-french-concern-on-fracking/)



Puzza puzzolentissima a distanze chilometriche...non me la raccontate giusta cari tifosi. La Francia è superdipendente dal nucleare, e ha una delle supermajors più super che ci siano, ha uno dei 3 maggiori contractors del mondo, e ha industrie e tecnologie per fare tutto quel che serve. Eppure, decide di metterlo al bando.
Very very suspicious.


La Francia ha un terrritorio molto piu' piccolo degli USA cosi come la densita' abitativa piu' eleveta, ergo eventuali problematiche ecologiche sarebbero piu' "impattanti", ed appunto ha il nucleare in misura enorme.

Giocondo
14-09-13, 16:37
La Francia ha un terrritorio molto piu' piccolo degli USA cosi come la densita' abitativa piu' eleveta, ergo eventuali problematiche ecologiche sarebbero piu' "impattanti", ed appunto ha il nucleare in misura enorme.

Ma facci ridere, la Francia del sud è scarsamente abitata, se uno vuol fare le cose le fa, se non vuol farle non le fa.
Finiamola di girarci intorno, si dice chiaramente che i fluidi usati sono pieni di porcherie e che in America ancora le regole lo consentono. Quando servirà metterci mano, con contromisure o prodotti alternativi, cosa succederà ai costi di produzione?

Amatino, io te l'avevo anche detto, e tu non mi hai voluto ascoltare. Guarda, sto facendo come per la Tav, mi guardo volutamente dall'approfondire l'argomento perché a ogni cosa che leggo, mi escono cose contrarie alla vulgata comune (per la tav quindi mi escono responsi pro- visto che la vulgata è anti-). Ma qui c'è puzza di tar sands da un chilometro, e le tar sands hanno come primo nemico i problemi ambientali, altro che calo del prezzo.

paulhowe
14-09-13, 16:56
:44::44::44:

Cazzaro.

Sono tutte chiacchiere, ci sono già gasdotti/oleodotti di lunghezze inimmaginabili, e dove non ci sono si costruiscono, i soldi ci sono, russi e cinesi ne hanno le tasche piene di soldi (difatti si stanno facendo la guerra in Asia Centrale).
La Russia ha le stesse identiche (presunte) condizioni americane, a parte gli Urali è una enorme pianura. Quindi non raccontiamoci storielle. Fermo restando che col meccanismo delle royalties si sta un nanosecondo a far arrivare le major in loco e a trivellare a più non posso.

Ritenta sarai più fortunato. Tra parentesi, tu che sai, Marcellus e tutte quelle belle storie li, chi li opera? Parliamo di majors, o di qualche indipendente?


Certo aspetto di vedere quanti barili di petrolio hanno estratto fino ad oggi i cinesi.....

Per intanto leggi, cosi ti documenti e fai meno il "petroliere in pantofole"

Energy-Hungry China Struggles To Join Shale-Gas Revolution - WSJ.com (http://online.wsj.com/article/SB10001424127887323980604579030883246871124.html)


The region's rough terrain, poor infrastructure and deeply buried gas formations present tough technical challenges. The area is so densely populated and intensely farmed that drilling sites are being built within 360 feet of homes in villages like Maoba—upsetting residents who complain of noise, dust and environmental concerns. To ease the way, Shell and its partners are compensating local residents and local government officials for using their land and roads and other inconveniences.
.......................The rock itself in China is more difficult to extract gas from. There are high underground stresses, and Shell experienced some deformed well casings early in China drilling, according to a March paper published by Shell employees. "In general, you have to drill deeper" in China to reach shale gas, said Shell Chief Technology Officer Gerald Schotman.


China shale gas goals pipe dreams, experts say - Caixin Online - MarketWatch (http://www.marketwatch.com/story/china-shale-gas-goals-pipe-dreams-experts-say-2013-08-26)


In the first half of 2013, 56 shale gas wells were in the exploratory phase in the country, but only 24 were producing gas.


Only six wells — all dug by either China Petrochemical had daily output capacity of 10,000 cubic meters or more. And all the shale gas blocks sold in the most recent round of auctioning were in the early phases of prospecting, meaning they hadn’t produced a drop.




China back to drawing board as shale gas fails to flow | Reuters (http://www.reuters.com/article/2013/09/05/china-shale-idUSL4N0GY23420130905)


BEIJING, Sept 6 (Reuters) - China (http://www.reuters.com/places/china) has gone back to the drawing board on how to develop what could be the world's largest shale gas reserves after attempts to stimulate investment and engineer an energy revolution brought little progress in the gas fields.

paulhowe
14-09-13, 17:07
Ma facci ridere, la Francia del sud è scarsamente abitata, se uno vuol fare le cose le fa, se non vuol farle non le fa.
Finiamola di girarci intorno, si dice chiaramente che i fluidi usati sono pieni di porcherie e che in America ancora le regole lo consentono. Quando servirà metterci mano, con contromisure o prodotti alternativi, cosa succederà ai costi di produzione?




I francesi hanno meno bisogno di energia rispetto ad altri paesi perche hanno un sacco di centrali nucleari e i depositi piu importanti sono nella cosidetta Paris Basin praticamente regione intorno alla capitale dove c'e un elevata densita abitativa.

Per capire perche gli shales in altri paesi non decollano ed e' sostanzialmente un fenomeno americano bisogna capire le 6 ragioni che ostacolano tale sviluppo

Six Reasons Fracking Has Flopped Overseas - Forbes (http://www.forbes.com/sites/jeffmcmahon/2013/04/07/six-reasons-fracking-has-flopped-overseas/)


Qualora questo gap dovesse permanere (come e' prevedibile) gli europei e i cinesi accumuleranno nei prossimi 2-3 anni un divario in termini di competizione industriale con inevitabili conseguenze sulla loro competitivita produttiva.

Amati75
14-09-13, 17:18
Ma facci ridere, la Francia del sud è scarsamente abitata, se uno vuol fare le cose le fa, se non vuol farle non le fa.
Finiamola di girarci intorno, si dice chiaramente che i fluidi usati sono pieni di porcherie e che in America ancora le regole lo consentono. Quando servirà metterci mano, con contromisure o prodotti alternativi, cosa succederà ai costi di produzione?

Amatino, io te l'avevo anche detto, e tu non mi hai voluto ascoltare. Guarda, sto facendo come per la Tav, mi guardo volutamente dall'approfondire l'argomento perché a ogni cosa che leggo, mi escono cose contrarie alla vulgata comune (per la tav quindi mi escono responsi pro- visto che la vulgata è anti-). Ma qui c'è puzza di tar sands da un chilometro, e le tar sands hanno come primo nemico i problemi ambientali, altro che calo del prezzo.

Gia' uno che vorrebbe comparare l' estensione territoriale del sud della Francia con quella degli USA.. Ed io vorrei far ridere?

Oh Giocondino, se non stai approfondendo come fai a sapere se ciò che dici ha in senso?

Mi pare che questa tua affermazione sia una conferma del fatto che ti basi più su ciò che vorresti che fosse ( esempio come per le quote Russe), quindi perché prima di scrivere in modo così paternalistico, che ti apre solo alla possibilità di farti prendere per i fondelli, prima non ti informi, poi dopo puoi scrivere come ti pare dato che puoi sostenere ciò che affermi, non prima, no?

Del resto mi hai detto tante cose, ad ora con molti pochi risultati.

Amati75
14-09-13, 18:06
I francesi hanno meno bisogno di energia rispetto ad altri paesi perche hanno un sacco di centrali nucleari e i depositi piu importanti sono nella cosidetta Paris Basin praticamente regione intorno alla capitale dove c'e un elevata densita abitativa.

Per capire perche gli shales in altri paesi non decollano ed e' sostanzialmente un fenomeno americano bisogna capire le 6 ragioni che ostacolano tale sviluppo

Six Reasons Fracking Has Flopped Overseas - Forbes (http://www.forbes.com/sites/jeffmcmahon/2013/04/07/six-reasons-fracking-has-flopped-overseas/)


Qualora questo gap dovesse permanere (come e' prevedibile) gli europei e i cinesi accumuleranno nei prossimi 2-3 anni un divario in termini di competizione industriale con inevitabili conseguenze sulla loro competitivita produttiva.

http://cdn.energytribune.com/wp-content/uploads/ET_021413Fig2.jpg


Cacchio, nloi Italiani, neanche volendo potremmo, in quanto a risorse naturali energetiche in quantita' "industriali" la natura ci ha propio "gabbato".

paulhowe
21-09-13, 20:59
Con buona pace di Metabo e Giacomino

Boom in energy production sends US shipyards into overdrive | Fox News (http://www.foxnews.com/us/2013/09/20/boom-in-natural-gas-production-sends-us-shipyards-into-overdrive/)

Amati75
21-09-13, 21:18
Con buona pace di Metabo e Giacomino

Boom in energy production sends US shipyards into overdrive | Fox News (http://www.foxnews.com/us/2013/09/20/boom-in-natural-gas-production-sends-us-shipyards-into-overdrive/)


"It Makes Sense" visto che appunto per aggirare il problema della saturazione del mercato interno si necessitava la capacita' per esportare. Il Giappone, che sta chiudendo le centrali nucleari e che sta puntando sul GAS, al presente lo paga sui 18 dollari, ed ha chiesto con insistenza al govenro USA la fornitura di gas (visti i prezzi):

Energy Department was right to approve Cove Point for natural gas exports


By Editorial Board,September 17, 2013
SOME BUILDING projects may be shovel-ready. Others are shovel-desperate (http://www.washingtonpost.com/opinions/cove-point-means-business/2012/05/06/gIQATG3T6T_story.html): they are reasonable proposals that make economic sense and boast private backers but are being slowed or blocked by interest groups leaning on the government.
One that belongs in the second category is a plan to convert a natural gas import plant, an expensive facility in Cove Point, Md. (http://www.washingtonpost.com/opinions/an-energy-dilemma-at-mds-cove-point/2013/06/14/f9bb06c2-d3a1-11e2-a73e-826d299ff459_story.html), that’s sitting idle, into one that can handle exports to gas-hungry Japan and India. The Energy Department approved the plan last week (http://www.washingtonpost.com/local/energy-department-approves-export-of-natural-gas-by-dominion-to-non-fta-countries/2013/09/11/6fcc5932-1b0b-11e3-80ac-96205cacb45a_story.html), but in Baltimore on Tuesday, a coalition of environmentalists and citizens groups promised to prevent the project from getting the 60 or so additional signoffs it needs. They should find a better use for their time.
According to projections distributed by the Federal Energy Regulatory Commission (http://www.ferc.gov/market-oversight/mkt-gas/overview/ngas-ovr-lng-wld-pr-est.pdf),the price of natural gas at Cove Point next month will be $3.22. The price in Japan will be $15.35. The economic opportunity is obvious. True, liquefying and transporting American gas on tankers will push up the price for Asian buyers, but it still will be an attractive option. High transport costs limit how much gas American companies will be able to sell abroad, so, contrary to a major argument from critics of the project (http://fuelfix.com/blog/2013/01/10/manufacturers-lobby-against-unfettered-natural-gas-exports/?cmpid=eefl), domestic gas prices will stay low. American manufacturers would have an edge against overseas competitors who have to pay shipping costs for access to cheap U.S. natural gas. The bottom line, according to a recent study commissioned by the Energy Department (http://energy.gov/sites/prod/files/2013/04/f0/nera_lng_report.pdf), is that allowing natural gas exports would result in net benefits to the country in every scenario analysts considered.


Energy Department was right to approve Cove Point for natural gas exports - Washington Post (http://articles.washingtonpost.com/2013-09-17/opinions/42149126_1_cove-point-domestic-gas-prices-natural-gas)

nordista
22-09-13, 06:59
Gli americani hanno perso la guerra (un'altra) sulle energie rinnovabili, non avendo più nessuna chance di crescita, si sono buttati a capo fitto sugli shale-gas.
Ma la pagheranno caro sul profilo ambientale, ma anche economico nel medio lungo periodo.
Significa che compreranno tecnologie verde da noi e i cinesi, insieme all’acqua potabile


L'acqua la comprerete voi europei da noi canadesi, visto che da soli ne abbiamo più di qualsiasi altro continente, assieme all'odiato oil sands. Le tecnologie verdi potrete mettervele in quel posto, visto che economicamente state morendo.

Metabo
22-09-13, 16:54
"It Makes Sense" visto che appunto per aggirare il problema della saturazione del mercato interno si necessitava la capacita' per esportare. Il Giappone, che sta chiudendo le centrali nucleari e che sta puntando sul GAS, al presente lo paga sui 18 dollari, ed ha chiesto con insistenza al govenro USA la fornitura di gas (visti i prezzi):

Energy Department was right to approve Cove Point for natural gas exports


By Editorial Board,September 17, 2013
SOME BUILDING projects may be shovel-ready. Others are shovel-desperate (http://www.washingtonpost.com/opinions/cove-point-means-business/2012/05/06/gIQATG3T6T_story.html): they are reasonable proposals that make economic sense and boast private backers but are being slowed or blocked by interest groups leaning on the government.
One that belongs in the second category is a plan to convert a natural gas import plant, an expensive facility in Cove Point, Md. (http://www.washingtonpost.com/opinions/an-energy-dilemma-at-mds-cove-point/2013/06/14/f9bb06c2-d3a1-11e2-a73e-826d299ff459_story.html), that’s sitting idle, into one that can handle exports to gas-hungry Japan and India. The Energy Department approved the plan last week (http://www.washingtonpost.com/local/energy-department-approves-export-of-natural-gas-by-dominion-to-non-fta-countries/2013/09/11/6fcc5932-1b0b-11e3-80ac-96205cacb45a_story.html), but in Baltimore on Tuesday, a coalition of environmentalists and citizens groups promised to prevent the project from getting the 60 or so additional signoffs it needs. They should find a better use for their time.
According to projections distributed by the Federal Energy Regulatory Commission (http://www.ferc.gov/market-oversight/mkt-gas/overview/ngas-ovr-lng-wld-pr-est.pdf),the price of natural gas at Cove Point next month will be $3.22. The price in Japan will be $15.35. The economic opportunity is obvious. True, liquefying and transporting American gas on tankers will push up the price for Asian buyers, but it still will be an attractive option. High transport costs limit how much gas American companies will be able to sell abroad, so, contrary to a major argument from critics of the project (http://fuelfix.com/blog/2013/01/10/manufacturers-lobby-against-unfettered-natural-gas-exports/?cmpid=eefl), domestic gas prices will stay low. American manufacturers would have an edge against overseas competitors who have to pay shipping costs for access to cheap U.S. natural gas. The bottom line, according to a recent study commissioned by the Energy Department (http://energy.gov/sites/prod/files/2013/04/f0/nera_lng_report.pdf), is that allowing natural gas exports would result in net benefits to the country in every scenario analysts considered.


Energy Department was right to approve Cove Point for natural gas exports - Washington Post (http://articles.washingtonpost.com/2013-09-17/opinions/42149126_1_cove-point-domestic-gas-prices-natural-gas)

Perché secondo te l'offerta degli shale gas resterà cosi com'è, già adesso è in calo con i costi di produzione in crescita, insomma un miraggio altro che miracolo.

Frank A. Verrastro: «Il gas americano? L'export crescerà ma in modo limitato» - Il Sole 24 ORE (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-03-21/americano-export-crescera-modo-064341.shtml?uuid=Abn4U7fH)

Metabo
22-09-13, 16:55
L'acqua la comprerete voi europei da noi canadesi, visto che da soli ne abbiamo più di qualsiasi altro continente, assieme all'odiato oil sands. Le tecnologie verdi potrete mettervele in quel posto, visto che economicamente state morendo.

Lasciate perdere gli usa finche siete in tempo.

Giocondo
22-09-13, 17:00
L'acqua la comprerete voi europei da noi canadesi, visto che da soli ne abbiamo più di qualsiasi altro continente, assieme all'odiato oil sands. Le tecnologie verdi potrete mettervele in quel posto, visto che economicamente state morendo.

Non certo per le (presunte) tecnologie verdi. Ci siamo suicidati politicamente, il resto sta venendo da se, faccio notare che i problemi italiani non sono gli stessi dell'Europa come continente, i morti siamo noi non gli altri.

PS: l'acqua non manca in Europa, manca tutto il resto magari.

paulhowe
22-09-13, 17:21
Perché secondo te l'offerta degli shale gas resterà cosi com'è, già adesso è in calo con i costi di produzione in crescita, insomma un miraggio altro che miracolo.

Frank A. Verrastro: «Il gas americano? L'export crescerà ma in modo limitato» - Il Sole 24 ORE (http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-03-21/americano-export-crescera-modo-064341.shtml?uuid=Abn4U7fH)



Frega poco o nulla dell'export.

La cosa piu interessante e' il consumo interno che riduce l'import dall'estero creando quindi un "conto-giro" di denaro per l'economia nazionale.

Se l'abitante di NY compra il petrolio dal Texas piuttosto che dalla Nigeria o dal Venezuela, permetti che ci guadagnano gli USA nel loro complesso. Ma ti serve l'insegnante di sostegno sti concetti sono "troppo grandi" per te!

paulhowe
22-09-13, 17:24
Non certo per le (presunte) tecnologie verdi. Ci siamo suicidati politicamente, il resto sta venendo da se, faccio notare che i problemi italiani non sono gli stessi dell'Europa come continente, i morti siamo noi non gli altri.

PS: l'acqua non manca in Europa, manca tutto il resto magari.



Con le tecnologie verdi ci fai la birra, al netto dei finanziamenti pubblici l'impatto e' modesto e queste realta funzionano la dove esistono le condizioni climatiche favorevoli.


Non mi si puo raccontare la favoletta che in Germania o in Olanda il "solare funziona ed e' economicamente sostenibile", perche se in Arizona dove splende il sole per 320 giorni l'anno devono stare attenti a non esagerare con questi investimenti significa che la storiella e' il frutto dei soliti giri di sovvenzioni da regalare alle lobbies amiche.

Giocondo
22-09-13, 17:26
Frega poco o nulla dell'export.

La cosa piu interessante e' il consumo interno che riduce l'import dall'estero creando quindi un "conto-giro" di denaro per l'economia nazionale.

Se l'abitante di NY compra il petrolio dal Texas piuttosto che dalla Nigeria o dal Venezuela, permetti che ci guadagnano gli USA nel loro complesso. Ma ti serve l'insegnante di sostegno sti concetti sono "troppo grandi" per te!

Stavo pensando una cosa, caro pollastrello lesso: se per sbaglio gli europei decidessero di investire pesantemente sui rigassificatori (credo che succederà prima o dopo), sai che casino per il tuo gas che costa un terzo di quello russo? :D
Devi solo sperare che rimaniamo nell'attuale casino politico viaggiando a vista senza strategie, sennò poi non potrai più sparar cazzate sul forum...

Giocondo
22-09-13, 17:29
Con le tecnologie verdi ci fai la birra, al netto dei finanziamenti pubblici l'impatto e' modesto e queste realta funzionano la dove esistono le condizioni climatiche favorevoli.


Non mi si puo raccontare la favoletta che in Germania o in Olanda il "solare funziona ed e' economicamente sostenibile", perche se in Arizona dove splende il sole per 320 giorni l'anno devono stare attenti a non esagerare con questi investimenti significa che la storiella e' il frutto dei soliti giri di sovvenzioni da regalare alle lobbies amiche.

Solita risposta che non c'entra una sega col messaggio citato. Sei un caso disperato, datti al taglio e cucito.
Che poi voglio proprio vedere se trovi un mio messaggio dove io abbia sostenuto le energie rinnovabili più in voga (quelle meno in voga siccome non fanno marketing, non se le fila nessuno, e invece sarebbero le migliori).

paulhowe
22-09-13, 18:52
Stavo pensando una cosa, caro pollastrello lesso: se per sbaglio gli europei decidessero di investire pesantemente sui rigassificatori (credo che succederà prima o dopo), sai che casino per il tuo gas che costa un terzo di quello russo? :D
Devi solo sperare che rimaniamo nell'attuale casino politico viaggiando a vista senza strategie, sennò poi non potrai più sparar cazzate sul forum...


E siccome i rigassificatori gratis non sono va posto in essere quale e' il guadagno ottenuto sul prezzo attuale del gas.

paulhowe
22-09-13, 18:54
(quelle meno in voga siccome non fanno marketing, non se le fila nessuno, e invece sarebbero le migliori).


E quale sono i mulini a vento?

Giocondo
22-09-13, 19:17
E siccome i rigassificatori gratis non sono va posto in essere quale e' il guadagno ottenuto sul prezzo attuale del gas.

I rigassificatori non sono gratis ma neanche i gasdotti, il rigassificatore di Livorno è costato 900 milioni, South Stream non mi ricordo quanti miliardi, mi pare 14. Un giorno quando i deficienti che ci governano e i deficienti che dicono no a tutto verranno finalmente messi a tacere, non vedo come si potrà impedire di farne altri. Comunque ne abbiamo già 3, non è che ne siamo sprovvisti. Ma si parlava di 15 qualche anno fa, per diventare un hub per l'europa...a quel punto vedi il gas americano quanto viene a costare.

Giocondo
22-09-13, 19:19
E quale sono i mulini a vento?

Le biomasse ad esempio, considerando le quantità di gasolio che si devono portare con autocisterna in montagna, dove raramente arriva il gas. Centrali elettriche a biomassa con teleriscaldamento, si potrebbe applicare su vasta scala su tutto l'arco alpino e appennini, e vedi se non incidono in modo sensibile.

paulhowe
22-09-13, 19:29
Le biomasse ad esempio, considerando le quantità di gasolio che si devono portare con autocisterna in montagna, dove raramente arriva il gas. Centrali elettriche a biomassa con teleriscaldamento, si potrebbe applicare su vasta scala su tutto l'arco alpino e appennini, e vedi se non incidono in modo sensibile.


Si ma le auto non vanno a biomassa.