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Visualizza Versione Completa : L'ipocrisia del "Laicismo".



Ceslom
11-05-13, 19:59
Recentemente ho riflettuto in merito alla delicata tematica del Laicismo e del rapporto fra Religione e Stato e, maturando una visione complessiva della posizione maggioritaria diffusa fra i laicisti, ho potuto constatare l'intrinseca ipocrisia e fallacità della loro concezione di indipendenza dello Stato dalle fedi religiose, con particolare riferimento al contesto italiano, nel quale il laicismo sovente è congiunto a posizioni ateiste anticlericali di palese tendenziosità ideologica.

Nella fattispecie, reputo che questa ipocrisia dei laicisti si manifesti principalmente in riferimento a due questioni: la propugnazione del principio non-ingerenza della religione negli affari di Stato e il presunto carattere imparziale e "universale" del Laicismo.

Per quanto concerne la prima questione, i laicisti, come d'altronde tutti gli eredi ideologici dell'esperienza filosofico-culturale illuminista, sostengono il principio secondo cui il diritto di partecipazione all'attività politico-istituzionale di una nazione dovrebbe essere garantito ad ogni cittadino, indifferentemente dai suoi orientamenti politici e dalla sua fede. Tuttavia, essi al contempo si dimostrano particolarmente sensibili al tema del rapporto fra Religione e Stato rimarcando la supposta necessità di evitare un'"ingerenza" del primo negli affari del secondo. Questo fondamentalismo aprioristicamente anticlericale e spudoratamente e puerilmente idealistico giunge persino a contraddire il principio di diritto di partecipazione politica, poiché, dal momento che la politica di uno Stato è determinata dalla natura delle varie entità che vi contribuiscono, anche i credenti, in virtù del medesimo democratico principio, svolgono politica in riferimento alle loro convinzioni, ma quando giustamente beneficiano di un loro diritto, vengono tacciati di "ingerenza" dai laicisti, che in questa maniera contraddicono loro stessi, poiché sono loro stessi a sostenere il principio di partecipazione politica democratica universale!

Alla luce di ciò, è possibile constatare che per i laicisti in realtà lo Stato non deve essere indipendente dalla Religione, ma selettivo e chiuso nei confronti di essa. Questa contraddizione intrinseca della concezione laicista costituisce un serio danno per la democrazia, poiché l'esclusione, con l'accusa di ingerenza, di quella fetta di cittadinanza intenzionata a partecipare alla politica sostenendo ideali e convinzioni di ispirazione religiosa, mina il diritto di partecipazione democratica universale.

La seconda questione attiene al presunto carattere "universale" del Laicismo. Opponendosi strenuamente a ogni forma di manifestazione sovrastrutturale della Religione, il Laicismo giunge a diventare esso stesso una religione, basata sulla venerazione dello Stato. Ma i cittadini che non desiderano venerare lo Stato? Vengono perseguitati, con l'accusa di compromettere il principio di convivenza civile. Cosa rievoca questa ennesima contraddizione? Evoca la teocrazia, poiché il fondamentalismo laicista conduce alla Teocrazia Laicista.

Conseguentemente, il Laicismo non è affatto un principio universale, bensì una concezione fallace e tendenziosa, di matrice ontologicamente idealistica e totalitaria.

Grazie per la lettura.

nomeutente
13-05-13, 21:29
Uno dei motivi per i quali spesso sorge contesa tra religiosi e laicisti è dovuto alla differenza che si fa tra mondo religioso e mondo laico.

Due mondi nell'ambito dei quali ognuno cerca di tutelare i propri spazi.

In professione di fede cristiana invece, questa differenza non ha particolari ragioni di esistenza.

Il Maestro e dopo di Lui i Suoi discepoli sono stati infatti molto chiari a riguardo.

Ben note ad esempio, sono le parole di Gesù davanti a Pilato.

Giovanni 18:36
Gesù rispose: Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei ministri contenderebbero, acciocchè io non fossi dato in man de' Giudei; ma ora il mio regno non è di qui.

Senza riportare gli altri innumerevoli riferimenti, in coerenza con le parole del Maestro, i cristiani di ogni popolo, nazione, tribù, possono testimoniare di essere ben consapevoli che la loro vita non è miseramente legata all'ordine di cose di questo mondo, ma invece alla prospettiva reale di una nuova creazione che non avrà mai fine.

Il laico guarda sì al mondo presente, ai diritti, alle libertà degli individui, alle generazioni future, alla prospettiva di un mondo migliore e cose simili, ma non di certo a quella realtà eterna alla quale ognuno, come ben chiaro nella testimonianza del Cristo, volendo o nolendo, parteciperà la sua parte.

Seppure differenza deve farsi dunque, in via cristiana, bisogna che questa sia fatta tra l'uomo di fede e l'uomo incredulo.

Ceslom
15-05-13, 22:04
La distinzione fra il regno mondano e il Regno dei Cieli, per il credente, assume una finalità soteriologica: il credente non si salva attaccandosi a questo mondo, ma dedicandosi alla ricerca del Regno di Dio.

Pertanto, questa distinzione non preclude il fatto che anche questo mondo, seppur corrotto e caduco, è proprietà del Signore e soltanto Egli possiede il diritto di governarlo. In questa prospettiva i governi laici costituiscono un'usurpazione del potere divino, una ribellione dell'uomo che crede di essere il proprietario del mondo, sostituendo in questo modo il Creatore.

Le terre non si venderanno per sempre; perché la terra è Mia, e voi state da Me come forestieri e avventizi. (Levitico 25:23)

nomeutente
16-05-13, 09:36
In prospettiva e testimonianza di fede cristiana si può ben affermare che i regni, i principati, le podestà, i governi di questo mondo, volendo o non volendo, sono sottoposti in ultima istanza all'autorità del Figliuolo di Dio, autorità che non può essere messa in discussione, nè usurpata da alcuno.

Matteo 28:18
E Gesù, accostatosi, parlò loro, dicendo: Ogni podestà mi è data in cielo, ed in terra.

Riconoscere l'autorità e divinità del Figliuolo di Dio vuol dire essere nella Luce, nel Regno di Dio, nella vita.

Ribellarsi, disconoscere, ignorare l'autorità del Figliuolo di Dio vuol dire essere nelle tenebre, sotto la podestà di Satana, nella morte.

In questa prospettiva di lettura, la distinzione tra mondo laico e mondo religioso non ha molto senso, essendo che entrambi, in classificazione generale, sono sottoposti all'autorità del Giusto.

Nella realtà delle cose inoltre, si può affermare che è più spesso il mondo religioso invece che quello laico, a presentarsi come rappresentante dell'autorità di Dio in terra.

solocristiano
16-05-13, 18:58
... è proprietà del Signore e soltanto Egli possiede il diritto di governarlo....

E' vero che “questo mondo” è di Colui che ne è il Creatore, ma come disse il diavolo a Gesù - “io ti darò tutto il potere di questi regni e la loro gloria, perchè ESSA mi è stata DATA nelle mani e io la do a chi voglio” (Luca 4:5). Ora chi glielo ha dato in mano? Beh, si può dire il suo Proprietario; cioè, prima è stato dato in mano all'uomo (Genesi 1:26) e poi con la caduta dell'uomo nel peccato è stato il Tentatore a prendere l'uomo con ciò che il buon Dio gli aveva dato ad Adamo e Eva. Ecco perchè lui può ben dire - “io lo do a chi voglio”. E di sicuro non lo darà in mano ad un cristiano che prega Dio Padre: “venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà come in cielo, così in terra”. Il diavolo lo può dar a chiunque altro, giacchè lui “è il dio di questa età”, ma di sicuro non a chi crede in Gesù, che “è stato manifestato... per distruggere le opere del diavolo” (1°Gv.3:8).

Ceslom
16-05-13, 22:39
... è proprietà del Signore e soltanto Egli possiede il diritto di governarlo....

E' vero che “questo mondo” è di Colui che ne è il Creatore, ma come disse il diavolo a Gesù - “io ti darò tutto il potere di questi regni e la loro gloria, perchè ESSA mi è stata DATA nelle mani e io la do a chi voglio” (Luca 4:5). Ora chi glielo ha dato in mano? Beh, si può dire il suo Proprietario; cioè, prima è stato dato in mano all'uomo (Genesi 1:26) e poi con la caduta dell'uomo nel peccato è stato il Tentatore a prendere l'uomo con ciò che il buon Dio gli aveva dato ad Adamo e Eva. Ecco perchè lui può ben dire - “io lo do a chi voglio”. E di sicuro non lo darà in mano ad un cristiano che prega Dio Padre: “venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà come in cielo, così in terra”. Il diavolo lo può dar a chiunque altro, giacchè lui “è il dio di questa età”, ma di sicuro non a chi crede in Gesù, che “è stato manifestato... per distruggere le opere del diavolo” (1°Gv.3:8).

Non condivido l'assunto secondo cui inizialmente questo mondo sarebbe appartenuto ad Adamo ed Eva e quindi all'Uomo. Infatti ritengo che la podestà satanica e la podestà umana coincidono, essendo ambedue improntate alla mondanità. La podestà di Dio, invece, era limitata soltanto al periodo precedente la Tentazione del Serpente, pertanto Adamo ed Eva non erano proprietari, ma semplicemente erano dei fruitori senza peccato.

Satana ha usurpato l'autorità divina dissimulando questa usurpazione tramite concezioni quali il laicismo, il secolarismo e le varie ideologie materialistiche che esistono oggigiorno.

Qual'è il dovere del credente, in una simile prospettiva? Rivendicare il principio della sola podestà del Signore, oppure rimanere indifferente?

solocristiano
17-05-13, 18:49
Qual'è il dovere del credente, in una simile prospettiva? Rivendicare il principio della sola podestà del Signore, oppure rimanere indifferente?

Beh, il dovere del cristiano (almenoper me), è quello che insegna la Scrittura, che è poi “ilprincipio della sola podestà del Signore” - “ogni persona siasottoposta alle autorità superiori (anche se sono “laici o divarie ideologie materialistiche”), poiché non c'è autorità, senon da Dio; e le autorità che esistono sono istituite da Dio”(Rm.13.1). Questo fu scritto da Paolo per i fratelli che stavano aRoma, sotto la dittatura dei Cesari, e in quel tempo nientemeno cheNerone.
Con questo Paolo era indifferente? No!Il Cristiano sta solo dalla parte del Signore e non è indifferente,è “sottoposto alle autorità superiori”, solo in obbedienza alleScritture. Mi vien a mente il profeta Geremia che ai giorni suoi, “leautorità superiori” erano nientemeno che Babilonia, a cui Dioaveva dato potere su tutte le altre nazioni, inclusa Israele. LaBibbia dice che Dio aveva “dato tutti questi paesi in mano diNebukadnetsar, re di Babilonia... perchè lo servano... e avverràche la nazione o il regno che non vorrà servire a lui, aNebukadnetsar, re di Babilonia e non vorrà porre il suo collo sottoil giogo del re di Babilonia, io la punirò, dice l'Eterno, con laspada, con la fame e con la peste, finchè non li abbia sterminatiper mano sua... Perchè... vorreste morire?.. Servite il re diBabilonia e vivrete” (Geremia 27:6-8,13,18).
Così oggi, “qual'è il dovere delcredente”? Per me è quello di obbedire a Dio se si vuolsopravvivere e di porre i nostri colli sotto il giogo delle “autoritàsuperiori”, quali che esse siano, giacchè (finchè torni Gesù) sono portateavanti dall'uomo peccatore e inconvertito, e ciò non produrrà altroche governi peccatori ed inconvertiti e così pure la sua economia (comevediamo bene oggigiorno), istruzione, religione e guerre empiederivate dal malvagio cuore dell'uomo - “nei quali il dio di questosecolo” può ben dire: “io do (il suo potere di governare) a chivoglio”.

jaguar
01-06-13, 13:29
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Conseguentemente, il Laicismo non è affatto un principio universale, bensì una concezione fallace e tendenziosa, di matrice ontologicamente idealistica e totalitaria.

Grazie per la lettura.

...che per esempio ti garantisce il diritto democratico di parlare e scrivere pubblicamente le tue idee, senza incorrere in alcuna sanzione.
:snob:

jaguar
02-06-13, 11:15
...che per esempio ti garantisce il diritto democratico di parlare e scrivere pubblicamente le tue idee, senza incorrere in alcuna sanzione.
:snob:

(...appunto per restare in tema di ipocrisia...:face4:)

nomeutente
03-06-13, 11:07
...che per esempio ti garantisce il diritto democratico di parlare e scrivere pubblicamente le tue idee, senza incorrere in alcuna sanzione.
:snob:

vi sono tempi e tempi

tempi in cui laicismo e religione hanno trovato comune accordo nella soppressione delle minoranze

tempi in cui si è trovato compromesso tra i poteri per garantire libertà alle minoranze

i cristiani, nella loro esperienza di fede, pur onorando e rispettando le autorità costituite, ricevono libertà fondamentale e sostanziale, nello spirito, prima che nel corpo, dal Figliuolo di Dio

si parla infatti, a proposito, della libertà dei Figliuoli di Dio

libertà che va oltre i tempi della tolleranza o della caccia all'ultimo cristiano e che riguarda la riconciliazione eterna dell'uomo con Dio