Morfeo
18-08-09, 00:54
"Secondo me se Bossi continua così bisogna richiedergli il permesso di soggiorno. Perché? Poi parliamo degli extra-comunitari... ma alcune volte loro hanno molto più il senso della patria che non Bossi. Che per me è da permesso da soggiorno... e non so nemmeno se glielo darei. Non mi piace affatto". Alessandra Mussolini sfoga con Affaritaliani.it tutto il malessere e la rabbia del Popolo della Libertà per le ultime uscite del Carroccio e del Senatùr.
"Adesso deve tenere la scena perché siamo d'estate, ma tanto al ritorno sappiamo noi come comportarci", minaccia la deputata del Pdl. "Ci sono tante cose da rettificare. Ci vuole un bel tagliandino... Serve un tagliando e ci faremo sentire. In Parlamento ci sarà modo, nei fatti, di poter mettere in atto degli aggiustamenti per quanto riguarda alcune leggi che sono state varate e capire se funzionano o meno. Adesso è veramente il momento di richiedere il permesso di soggiorno per questa cosa dell'Inno di Mameli. Quindi alla ripresa ci faremo sentire eccome".
Secondo la presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia, però, il governo non è in pericolo. "Il rischio per il governo non c'è perché queste sono situazioni di estemporaneità. L'esecutivo è molto forte perché si regge su altre gambe".
E ancora: "Bossi non è una novità. Ma dato che abbiamo parlato tanto di senso dello Stato, di nazione e di Italia... direi basta con queste giacchette verdi quando si presentano in Parlamento. Anche su questo punto - annuncia la Mussolini - serve una discussione formale. Non si possono più vedere ministri che rappresentano l'Italia con le giacche o le cravatte o i fazzoletti verdi. Un conto è in televisione, perché segnalano un'identità, ma quando sono in Aula e rappresentano tutti gli italiani non possono né fare propaganda né rappresentare la Padania, che ovviamente non esiste".
INNO MAMELI/ POLI BORTONE: MERIDIONALI NON ACQUISTINO PADANO
"Se Bossi insiste con la cancellazione dell'inno di Mameli e la divisione dell'Italia come Presidente di Io Sud lancio l'appello a tutti i meridionali (quelli che vivono al Sud, ma anche a quanti vivono nel resto d'Italia) a non acquistare prodotti della Padania fino a quando non tornerà la ragionevolezza e quindi un'Italia federale all'interno di una Nazione unitaria". E' la replica della leader del movimento Io Sud, la parlamentare Adriana Poli Bortone alle prese di posizione della Lega sull'inno nazionale.
LA REPLICA DEL CARROCCIO - "La mia personale conoscenza e stima dei popoli meridionali del nostro Paese è tale da non dubitare che le farneticazioni di Adriana Poli Bortone cadranno nello stesso vuoto che le ha generate. Invitare chiunque a non utilizzare i prodotti del Made in Italy è grave, ma è delirante se a farlo è un ex ministro dell'Agricoltura". Con queste parole il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta la proposta della senatrice Adriana Poli Bortone di non comprare i prodotti del Made in Italy.
NAPOLI (PDL): LEGA NERVOSA INTRAVEDE CONFINI SUA ESPANSIONE
"La Lega Nord intravede i confini della sua espansione politica e questa circostanza crea nervosismo. Non si spiegano altrimenti le sparate estive sui dialetti e sull'inno nazionale. Bossi per primo sa che esse sono destinate a rimanere sulla carta, non diventeranno mai legge dello Stato, almeno con questa maggioranza". Lo afferma il vicepresidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli. "Tra i motivi che spingono il leader leghista ad alzare la posta - aggiunge - riesco solo a intravedere un lungo negoziato sulle candidature alle prossime regionali. Mi rifiuto di credere che Bossi e la Lega hanno imbastito questa strategia attorno a una presunta vulnerabilità del premier. Berlusconi ha uno 'scudo' imperforabile rappresentato dal consenso elettorale, un giudizio di Dio che in democrazia conta più di qualsiasi altro. Ogni disegno politico che mirasse ad aggirare quel verdetto è destinato a fallire. Lo sanno Bossi come le opposizioni. Bossi sa anche che in nessuno Stato federale, sia la Svizzera o siano gli Stati Uniti, i dialetti hanno cittadinanza nella scuola come insegnamento obbligatorio. Meglio sarebbe chiudere qui la discussione per non dare l'impressione agli italiani in vacanza che la politica passa il mese d'agosto ad acchiappar farfalle sotto l'arco di Tito. Mi limito solo a dire, con Gentilini, che oggi ci sentiamo tutti alpini".
"Adesso deve tenere la scena perché siamo d'estate, ma tanto al ritorno sappiamo noi come comportarci", minaccia la deputata del Pdl. "Ci sono tante cose da rettificare. Ci vuole un bel tagliandino... Serve un tagliando e ci faremo sentire. In Parlamento ci sarà modo, nei fatti, di poter mettere in atto degli aggiustamenti per quanto riguarda alcune leggi che sono state varate e capire se funzionano o meno. Adesso è veramente il momento di richiedere il permesso di soggiorno per questa cosa dell'Inno di Mameli. Quindi alla ripresa ci faremo sentire eccome".
Secondo la presidente della Commissione parlamentare per l'infanzia, però, il governo non è in pericolo. "Il rischio per il governo non c'è perché queste sono situazioni di estemporaneità. L'esecutivo è molto forte perché si regge su altre gambe".
E ancora: "Bossi non è una novità. Ma dato che abbiamo parlato tanto di senso dello Stato, di nazione e di Italia... direi basta con queste giacchette verdi quando si presentano in Parlamento. Anche su questo punto - annuncia la Mussolini - serve una discussione formale. Non si possono più vedere ministri che rappresentano l'Italia con le giacche o le cravatte o i fazzoletti verdi. Un conto è in televisione, perché segnalano un'identità, ma quando sono in Aula e rappresentano tutti gli italiani non possono né fare propaganda né rappresentare la Padania, che ovviamente non esiste".
INNO MAMELI/ POLI BORTONE: MERIDIONALI NON ACQUISTINO PADANO
"Se Bossi insiste con la cancellazione dell'inno di Mameli e la divisione dell'Italia come Presidente di Io Sud lancio l'appello a tutti i meridionali (quelli che vivono al Sud, ma anche a quanti vivono nel resto d'Italia) a non acquistare prodotti della Padania fino a quando non tornerà la ragionevolezza e quindi un'Italia federale all'interno di una Nazione unitaria". E' la replica della leader del movimento Io Sud, la parlamentare Adriana Poli Bortone alle prese di posizione della Lega sull'inno nazionale.
LA REPLICA DEL CARROCCIO - "La mia personale conoscenza e stima dei popoli meridionali del nostro Paese è tale da non dubitare che le farneticazioni di Adriana Poli Bortone cadranno nello stesso vuoto che le ha generate. Invitare chiunque a non utilizzare i prodotti del Made in Italy è grave, ma è delirante se a farlo è un ex ministro dell'Agricoltura". Con queste parole il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia commenta la proposta della senatrice Adriana Poli Bortone di non comprare i prodotti del Made in Italy.
NAPOLI (PDL): LEGA NERVOSA INTRAVEDE CONFINI SUA ESPANSIONE
"La Lega Nord intravede i confini della sua espansione politica e questa circostanza crea nervosismo. Non si spiegano altrimenti le sparate estive sui dialetti e sull'inno nazionale. Bossi per primo sa che esse sono destinate a rimanere sulla carta, non diventeranno mai legge dello Stato, almeno con questa maggioranza". Lo afferma il vicepresidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli. "Tra i motivi che spingono il leader leghista ad alzare la posta - aggiunge - riesco solo a intravedere un lungo negoziato sulle candidature alle prossime regionali. Mi rifiuto di credere che Bossi e la Lega hanno imbastito questa strategia attorno a una presunta vulnerabilità del premier. Berlusconi ha uno 'scudo' imperforabile rappresentato dal consenso elettorale, un giudizio di Dio che in democrazia conta più di qualsiasi altro. Ogni disegno politico che mirasse ad aggirare quel verdetto è destinato a fallire. Lo sanno Bossi come le opposizioni. Bossi sa anche che in nessuno Stato federale, sia la Svizzera o siano gli Stati Uniti, i dialetti hanno cittadinanza nella scuola come insegnamento obbligatorio. Meglio sarebbe chiudere qui la discussione per non dare l'impressione agli italiani in vacanza che la politica passa il mese d'agosto ad acchiappar farfalle sotto l'arco di Tito. Mi limito solo a dire, con Gentilini, che oggi ci sentiamo tutti alpini".