PDA

Visualizza Versione Completa : Europa cristiana, perché sì alla Russia e no alla Turchia



carlomartello
19-08-09, 00:12
http://www.floscarmeli.org/Immagini_Liturgia/Ritratto.JPEG


A proposito dell'ingresso della Turchia in Europa.

tratto dalle dichiarazioni del card. Ratzinger a “Le Figaro Magazine”:

“L'Europa è un continente culturale e non geografico. È la sua cultura che le dona una identità comune. Le radici che hanno formato e permesso la formazione di questo continente sono quelle del cristianesimo. (...) In questo senso, la Turchia ha sempre rappresentato nel corso della storia un altro continente, in permanente contrasto con l'Europa. Ci sono state le guerre con l'impero bizantino, la caduta di Constantinopoli, le guerre balcaniche e la minaccia per Vienna e l'Austria. Penso quindi questo: sarebbe un errore identificare i due continenti. Significherebbe una perdita di ricchezza la scomparsa della cultura in favore dei benefici in campo economico. La Turchia, che si considera uno stato laico, ma fondato sull'islam, potrebbe tentare di dar vita a un continente culturale con alcuni paesi arabi vicini e divenire così la protagonista di una cultura che possieda la propria identità, ma che sia in comunione con i grandi valori umanisti che noi tutti dovremmo riconoscere. Questa idea non si oppone a forme di associazione e di collaborazione stretta e amichevole con l'Europa e permetterebbe il sorgere di una forza comune che si opponga a qualsiasi forma di fondamentalismo”.

Il card. Ratzinger ha ribadito nel successivo discorso a Velletri, secondo quanto riferito da “Il Giornale del Popolo” e da un dispaccio dell’Ansa del 20 settembre di quell'anno:

“Storicamente e culturalmente la Turchia ha poco da spartire con l'Europa: perciò sarebbe un errore grande inglobarla nell'Unione Europea. Meglio sarebbe se la Turchia facesse da ponte tra Europa e mondo arabo oppure formasse un suo continente culturale insieme con esso. L'Europa non è un concetto geografico, ma culturale, formatosi in un percorso storico anche conflittuale imperniato sulla fede cristiana, ed è un fatto che l'impero ottomano è sempre stato in contrapposizione con l'Europa. Anche se Kemal Ataturk negli anni Venti ha costruito una Turchia laica, essa resta il nucleo dell'antico impero ottomano, ha un fondamento islamico e quindi è molto diversa dall'Europa che pure è un insieme di stati laici ma con fondamento cristiano, anche se oggi sembrano ingiustificatamente negarlo. Perciò l'ingresso della Turchia nell’UE sarebbe antistorico”.

L'Europa è cristiana: ma nel suo cielo brilla la mezzaluna turca (http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/19629)


Sempre a proposito della caduta di Bisanzio e del trasferimento dell'eredità bizantina nella della "Terza Roma" russa.

tratto dagli scritti del card. Joseph Ratzinger
“Europa. I suoi fondamenti spirituali ieri, oggi e domani”:

“(...) Certo non possiamo dimenticare che c’è anche una seconda radice dell’Europa, di un’Europa non occidentale: l’Impero Romano aveva in effetti, come già detto, resistito a Bisanzio contro le tempeste della migrazione dei popoli e dell’invasione islamica. Bisanzio intendeva se stessa come la vera Roma; qui di fatto l’Impero non era mai tramontato, ragion per cui si continuava ad avanzare una rivendicazione nei confronti dell’altra metà, quella occidentale, dell’Impero. Anche questo Impero Romano d’Oriente si è esteso ulteriormente verso il nord, fin dentro il mondo slavo, e si è creato un proprio mondo, greco-romano, che si differenzia rispetto all’Europa latina dell’occidente in virtù di una diversa liturgia, una diversa costituzione ecclesiastica, una diversa scrittura, e in virtù della rinuncia al latino come comune lingua insegnata.
Certamente ci sono anche sufficienti elementi unificanti, che possono fare dei due mondi un unico, comune continente: in primo luogo la comune eredità della Bibbia e della Chiesa antica, la quale del resto in entrambi i mondi rinvia aldilà di se stessa verso un’origine che ora giace al di fuori dell’Europa, e cioè in Palestina; inoltre la stessa comune idea di Impero, la comune comprensione di fondo della Chiesa e quindi anche la comunanza delle fondamentali idee del diritto e degli strumenti giuridici; infine io menzionerei anche il monachesimo, che nei grandi sommovimenti della storia è rimasto l’essenziale portatore non solamente della continuità culturale, bensì soprattutto dei fondamentali valori religiosi e morali, degli orientamenti ultimi dell’uomo, e in quanto forza pre-politica e sovra-politica divenne portatore delle sempre nuovamente necessarie rinascite.
(...).

Se in base a quanto sin qui detto possiamo considerare il sorgere dell’impero carolingio da una parte, e la continuazione dell’impero romano a Bisanzio e la sua missione verso i popoli slavi dall’altra parte come la vera e propria nascita del continente Europa, l’inizio dell’epoca moderna significa per ambedue le Europe una svolta, un cambiamento radicale, che concerne sia l’essenza di questo continente, sia i suoi contorni geografici.

Nel 1453 Costantinopoli venne conquistata dai Turchi. O.Hiltbrunner commenta questo evento in maniera laconica: «gli ultimi ... dotti emigrarono... verso l’Italia e trasmisero agli umanisti del Rinascimento la conoscenza dei testi originali greci; ma l’Oriente sprofondò nell’assenza di cultura». Questa affermazione può essere formulata in maniera un po’ troppo rozza, poiché in effetti anche il regno della dinastia degli Osman aveva la sua cultura; ma è vero che la cultura greco-cristiana, europea, di Bisanzio trovò con ciò la sua fine. Così una delle due ali dell’Europa rischiò in tal modo di scomparire, ma l’eredità bizantina non era morta: Mosca dichiara se stessa come la terza Roma, fonda ora un proprio patriarcato sulla base dell’idea di una seconda translatio imperii e si presenta dunque come una nuova metamorfosi del Sacrum Imperium - come una propria forma di Europa, che tuttavia rimase unita con l’Occidente e si orientò sempre più verso di esso, fino a che Pietro il Grande tentò di farla diventare un paese occidentale. Questo spostamento verso nord dell’Europa bizantina portò con sé il fatto che ora anche i confini del continente si misero in movimento ampiamente verso oriente. La fissazione degli Urali come frontiera è oltremodo arbitraria, in ogni caso il mondo a oriente di essi diventò sempre più una specie di sottostruttura dell’Europa, né Asia né Europa, essenzialmente forgiato dal soggetto Europa, senza partecipare però esso stesso del suo carattere di soggetto: oggetto, e non portatore esso stesso della sua storia. Forse con ciò è definita, tutto sommato, l’essenza di uno stato coloniale.

Possiamo dunque, a riguardo dell’Europa bizantina, non occidentale, all’inizio dell’epoca moderna, parlare di un duplice evento: da una parte vi è il dissolvimento dell’antica Bisanzio con la sua continuità storica nei confronti dell’Impero Romano; dall’altra parte questa seconda Europa ottiene con Mosca un nuovo centro e amplia i suoi confini verso oriente, per erigere infine in Siberia una specie di pre-struttura coloniale”.

Europa (http://www.universitas-university.org/UUdoc_altri/ratzinger_europa.htm)


carlomartello

Manfr
20-08-09, 14:03
E' interessante notare però come tra i titoli dell'imperatore ottomano ci fosse anche quello di "Imperatore Romano d'Oriente" !

Colo Le Fou
20-08-09, 21:35
E' interessante notare però come tra i titoli dell'imperatore ottomano ci fosse anche quello di "Imperatore Romano d'Oriente" !

Usurpato all'Imperatore di Bisanzio!

Resurgens
21-08-09, 16:27
Usurpato all'Imperatore di Bisanzio!

E' un caso che il titolo di Pontefice del capo della Chiesa Cattolica sia lo stesso del principale funzionario religioso dell'antica Roma?

R.

Nazzareno
21-08-09, 16:49
E' un caso che il titolo di Pontefice del capo della Chiesa Cattolica sia lo stesso del principale funzionario religioso dell'antica Roma?

R.

Non è un caso, però, a rigore, il termine indicava una carica religiosa importantissima, quindi sin dai primi secoli venne usato per designare tutti i Vescovi (difatti ancora oggi, una Messa solenne celebrata dal Vescovo è detta "Pontificale"); fu usato anche, per gli stessi motivi, per indicare i Sacerdoti del Tempio di Gerusalemme.

La considerazione di Resurgens me ne suggerisce però un'altra, sull'Impero Ottomano. Mi pare di aver letto, non ricordo dove, che nel progetto politico di Maometto il Conquistatore il concetto di "romanità" fosse assai importante. Egli pensava (anche se forse in termini non troppo espliciti) ad una nuova romanità orientale, turcofona e musulmana, che avrebbe dovuto inglobare e far rifiorire quella, oramai decadente, dei cosidetti "Bizantini", esattamente come Costantino aveva gettato le basi per una romanità cristiana e grecofona, in sostituzione di quella pagana e latina. Se trovo un lik, lo posto...