PDA

Visualizza Versione Completa : Solidarietà a Gabrio, Cecco Rivolta, TPO, COBAS, Indymedia



PROLET
05-03-02, 22:16
"E' stato un atto intimidatorio"
Indymedia all'attacco: perché sequestrare i computer, se bastava copiarne il contenuto?


Ore 7.30 di mattina. Una quarantina fra Ros e carabinieri della caserma di san Lazzaro forzano due finestre del Teatro polivalente occupato a Bologna ed entrano all'interno dello stabile con un mandato di perquisizione locale. Contemporaneamente, la stessa scena si sta ripetendo anche al centro sociale Gabrio di Torino e nella casa occupata Cecco Rivolta di Firenze, e due ore dopo si replicherà nella sede territoriale dei Cobas di Taranto. Stesse dinamiche e stessa motivazione: la procura di Genova ha deciso di sequestrare video e foto raccolte dalla rete di media-attivisti Indymedia Italy (http://italy.indymedia.org) durante le manifestazioni di luglio contro il G8. Durante le azioni carabinieri e Ros prendono un po' di tutto: a Torino la metà delle videocassette sequestrate (in tutto 9) sono quelle in vendita che contengono il video sui fatti di Genova Aggiornamento1, a Firenze fra le varie cassette sequestrate finisce anche il video realizzato dalla regione Toscana, sempre su Genova. Ma è a Bologna che avviene il sequestro più consistente. Dal Teatro polivalente occupato vengono portati via tutti i computer, non solo quelli del gruppo locale che partecipa al progetto Indymedia ma anche quelli delle associazioni teatrali e politiche. Spariscono parrucche, soldi e pistole finte dei gruppi teatrali e dal Sexyshock (il laboratorio sulla sessualità), manca persino un vibratore: al suo posto è rimasta una scatola azzurra vuota con su scritto "perfect pleasure - multi speed". Nel Tpo, infatti, si trova la sede dell'archivio centrale di Indymedia, dove nei giorni del G8 e durante tutta l'estate sono state raccolte circa 150 ore di girato sulle tre giornate di manifestazioni.
Tutti i computer presenti nell'edificio sono stati immediatamente spediti a Genova, dove verranno esaminati dai periti della procura. "Quello che contestiamo - dice Simone Sabattini, dello studio legale Gamberini, presente al momento del sequestro - non è l'iniziativa in sé, ma il modo in cui è stata realizzata". In questi mesi Indymedia ha reso pubbliche molte immagini relative ai fatti di Genova. Video e foto sono arrivati alle commissioni istituite dal parlamento italiano e da quello europeo, così come all'Agenzia dell'Onu per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani, che proprio in seguito all'azione di Indymedia si è occupata delle violenze delle forze dell'ordine a Genova. La stessa persona a cui questa mattina è stato notificato il sequestro collabora al procedimento penale relativo alle manifestazioni antiG8 come perito di parte. Proprio per questo tutti i gruppi che operano all'interno del Tpo hanno condannato le azioni dei carabinieri come "un ingiustificato atto intimidatorio": " assurdo il metodo con cui hanno svolto l'operazione - dice Carlo Bottos, del centro sociale - questo posto è stato concesso dal comune, è come una casa con un contratto di affitto, una proprietà privata. Invece i carabinieri hanno sfondato porte e finestre buttando tutto all'aria. Per di più il sequestro dei computer vuol dire bloccare le attività di 60 persone che lavorano e producono qui dentro. Non potevano fare semplicemente una copia del contenuto?". Solidarietà ai media attivisti è stata espressa da tutte le anime del movimento, dalla Rete no global campana al network telematico dei centri sociali Ecn. Quello di ieri è il secondo sequestro subito da Indymedia dopo le manifestazioni di Genova: il primo era avvenuto la notte del 21 luglio, quando sempre i carabinieri irruppero nelle due scuole genovesi che costituivano il quartier generale del Gsf ferendo 63 persone e sequestrando parte dei materiali presenti nel Media center, fra cui appunto le videocassette di Indymedia. Anche negli Stati uniti Indymedia è nel mirino delle forze dell'ordine. Dopo le manifestazioni di un anno fa a Quebec city la Fbi ha tentato più volte di ottenere i materiali custoditi dai media attivisti.


--------------------------
www.prolet.too.it