PDA

Visualizza Versione Completa : Solidarietà a Gabrio, Cecco Rivolta, TPO, COBAS, Indymedia



PROLET
05-03-02, 22:17
"E' stato un atto intimidatorio"
Indymedia all'attacco: perché sequestrare i computer, se bastava copiarne il contenuto?


Ore 7.30 di mattina. Una quarantina fra Ros e carabinieri della caserma di san Lazzaro forzano due finestre del Teatro polivalente occupato a Bologna ed entrano all'interno dello stabile con un mandato di perquisizione locale. Contemporaneamente, la stessa scena si sta ripetendo anche al centro sociale Gabrio di Torino e nella casa occupata Cecco Rivolta di Firenze, e due ore dopo si replicherà nella sede territoriale dei Cobas di Taranto. Stesse dinamiche e stessa motivazione: la procura di Genova ha deciso di sequestrare video e foto raccolte dalla rete di media-attivisti Indymedia Italy (http://italy.indymedia.org) durante le manifestazioni di luglio contro il G8. Durante le azioni carabinieri e Ros prendono un po' di tutto: a Torino la metà delle videocassette sequestrate (in tutto 9) sono quelle in vendita che contengono il video sui fatti di Genova Aggiornamento1, a Firenze fra le varie cassette sequestrate finisce anche il video realizzato dalla regione Toscana, sempre su Genova. Ma è a Bologna che avviene il sequestro più consistente. Dal Teatro polivalente occupato vengono portati via tutti i computer, non solo quelli del gruppo locale che partecipa al progetto Indymedia ma anche quelli delle associazioni teatrali e politiche. Spariscono parrucche, soldi e pistole finte dei gruppi teatrali e dal Sexyshock (il laboratorio sulla sessualità), manca persino un vibratore: al suo posto è rimasta una scatola azzurra vuota con su scritto "perfect pleasure - multi speed". Nel Tpo, infatti, si trova la sede dell'archivio centrale di Indymedia, dove nei giorni del G8 e durante tutta l'estate sono state raccolte circa 150 ore di girato sulle tre giornate di manifestazioni.
Tutti i computer presenti nell'edificio sono stati immediatamente spediti a Genova, dove verranno esaminati dai periti della procura. "Quello che contestiamo - dice Simone Sabattini, dello studio legale Gamberini, presente al momento del sequestro - non è l'iniziativa in sé, ma il modo in cui è stata realizzata". In questi mesi Indymedia ha reso pubbliche molte immagini relative ai fatti di Genova. Video e foto sono arrivati alle commissioni istituite dal parlamento italiano e da quello europeo, così come all'Agenzia dell'Onu per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani, che proprio in seguito all'azione di Indymedia si è occupata delle violenze delle forze dell'ordine a Genova. La stessa persona a cui questa mattina è stato notificato il sequestro collabora al procedimento penale relativo alle manifestazioni antiG8 come perito di parte. Proprio per questo tutti i gruppi che operano all'interno del Tpo hanno condannato le azioni dei carabinieri come "un ingiustificato atto intimidatorio": " assurdo il metodo con cui hanno svolto l'operazione - dice Carlo Bottos, del centro sociale - questo posto è stato concesso dal comune, è come una casa con un contratto di affitto, una proprietà privata. Invece i carabinieri hanno sfondato porte e finestre buttando tutto all'aria. Per di più il sequestro dei computer vuol dire bloccare le attività di 60 persone che lavorano e producono qui dentro. Non potevano fare semplicemente una copia del contenuto?". Solidarietà ai media attivisti è stata espressa da tutte le anime del movimento, dalla Rete no global campana al network telematico dei centri sociali Ecn. Quello di ieri è il secondo sequestro subito da Indymedia dopo le manifestazioni di Genova: il primo era avvenuto la notte del 21 luglio, quando sempre i carabinieri irruppero nelle due scuole genovesi che costituivano il quartier generale del Gsf ferendo 63 persone e sequestrando parte dei materiali presenti nel Media center, fra cui appunto le videocassette di Indymedia. Anche negli Stati uniti Indymedia è nel mirino delle forze dell'ordine. Dopo le manifestazioni di un anno fa a Quebec city la Fbi ha tentato più volte di ottenere i materiali custoditi dai media attivisti.


--------------------------
www.prolet.too.it

PROLET
06-03-02, 20:30
Soccorso Rosso/Associazione Solidarietà Proletaria (SR/ASP)

La verità sui fatti di Genova non potrà essere cancellata.

Il governo della banda Berlusconi è il vero responsabile della morte di Carlo Giuliani, e della mattanza scatenata dagli aguzzini del regime contro i manifestanti anti G8.

Esprimiamo solidarietà ai compagni della Casa Occupata Cecco Rivolta di Firenze, TPO di Bologna, Gabrio di Torino, Cobas di Taranto per le perquisizioni subite da parte delle forze di polizia mandate dai magistrati Andrea Canciani e Anna Canepa della Procura del Tribunale di Genova.

Quest'ennesimo atto intimidatorio e repressivo vuole colpire il circuito dell'informazione libera Indymedia Italia, per il ruolo che questa rete di controinformazione ha avuto nel documentare l'azione di repressione feroce durante le manifestazioni di Genova in occasione del G8 del Luglio dello scorso anno, da parte dell'apparato repressivo dello Stato italiano e il suo governo reazionario, fascista, mafioso e clericale di Berlusconi,.

Il Governo Berlusconi e il suo ministro "sceriffo" Scajola, dopo avere scatenato la repressione nei giorni del G8, dopo l'assassinio di Carlo Giuliani e la mattanza di migliaia di manifestanti, dopo aver arrestato e denunciato centinai di compagni, nel tentativo di eliminare le prove dei loro misfatti, proseguono l'operazione repressiva contro i compagni e il movimento antagonista.

Il ministro Scajola, dopo aver dichiarato apertamente di aver dato ordine di sparare in occasione delle manifestazioni di Genova, con la solita scusa della prevenzione agli attacchi terroristici, mentre organizza retate, arresti, espulsioni e deportazione di migliaia di emigranti, un vero e proprio pogrom di extracomunitari, continua a sostenere la "bontà" del suo operato e quella dei suoi collaboratori più stretti: questi loschi individui, nonostante i fatti accaduti e documentati, che li mostrano essere gli unici veri responsabili dei danni alla città di Genova e ai suoi abitanti, sono ancora là nel proseguire indisturbati l'opera di persecuzione di nuovi compagni in tutta Italia.

Ma la solidarietà di classe in difesa di quanti vengono colpiti dalla repressione, l'unità reale del movimento di lotta popolare contro le politiche di rapina, la lotta per la difesa delle conquiste economiche e sociali, la crescita dirompente della coscienza e la pratica connessa per la formazione di un vero partito comunista che sappia lottare per la conquista di un nuovo mondo, il socialismo, per il proletariato e le masse popolari, vinceranno contro la banda Berlusconi, la borghesia imperialista e il loro sistema infame di miseria e di guerra, che continua a reprimere, a perseguitare compagni, lavoratori, disoccupati, e ancora a tenere in carcere decine e decine di rivoluzionari prigionieri a partire dagli anni '70.

Solidarietà con i compagni della rete Indymedia.

Libertà per i compagni prigionieri!


www.prolet.too.it