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Visualizza Versione Completa : Articolo 18, parliamone



Österreicher
06-03-02, 01:49
Come spesso accade sulle proposte del Governo si leva solo un coro di critiche fatte di parole prive di contenuto e che non vanno a spiegare le ragioni vere del dissenso. La stessa cosa sta accadendo per la riforma che il Governo vuole approntare per favorire il rilancio dell’occupazione nel nostro Paese. Il leader della CGIL addirittura aveva preannunciato un autunno caldo già nella scorsa primavera quando si era ancora in campagna elettorale per lasciar intendere quale sarebbe stato il suo unico scopo: fare politica usando il sindacato. E non ha mancato una sola occasione per comportarsi da uomo di partito più che da guida di un sindacato dei lavoratori. Non ha organizzato scioperi generali per una legislatura, si è accettata l’introduzione di un certo livello di flessibilità nelle assunzioni laddove le medesime proposte di sette anni fa avanzate da Berlusconi vennero demonizzate, e già si scaldava all’idea di ricoprire un ruolo di primo piano nell’opposizione del successivo governo. Ed oggi si sentirà come un leone in gabbia per essere stato costretto ad accettare una proposta unitaria con CISL e UIL di rinuncia allo sciopero generale favorendo agitazioni in ogni settore per due ore. L’oggetto del contendere è la modifica dell’articolo 18 della legge n.300 del 1970, meglio nota come Statuto dei Lavoratori, proposta dal Governo con l’intento di favorire la riemersione del sommerso e la creazione di nuovi posti di lavoro.

L’art. 18 sancisce che “il giudice con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento ai sensi dell’art.2 della stessa legge (relativo alle guardie giurate) o annulla il licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo, ovvero ne dichiara la nullità a norma della legge stessa, ordina al datore di lavoro, imprenditore e non imprenditore, che in ciascuna sede, stabilimento, filiale, ufficio o reparto autonomo nel quale ha avuto luogo il licenziamento occupa alle sue dipendenze più di 15 prestatori di lavoro o più di 5 se trattasi di imprenditore agricolo, di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro”.
L’articolo in questione risulta particolarmente complesso e lungo e prevede, tra le altre cose, anche il diritto al risarcimento del lavoratore ingiustamente licenziato e, in caso di rifiuto da parte del lavoratore al reintegro, ad un equo indennizzo pari a quindici mensilità di retribuzione globale di fatto.

La proposta del Governo nello specifico consiste nel sostituire l’obbligo di reintegro nel posto di lavoro da parte del datore di lavoro con l’obbligo ad un equo indennizzo (stabilito dal giudice nel momento in cui accerta l’ingiusto licenziamento) per tutte quelle imprese che riemergono dal sommerso, per i lavoratori i cui contratti a tempo determinato siano trasformati in contratto a tempo determinato, per i lavoratori delle aziende che superano la soglia dei 15 dipendenti.

In sostanza l’obiettivo del Governo è quello, attraverso la sperimentazione di questa proposta, di favorire l’incremento delle assunzioni da parte di quelle aziende che rinunciano ad assumere per non superare il livello dei 15 dipendenti che le sottoporrebbe agli obblighi dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori e di spingere diverse imprese ad uscire dal sommerso.

E’ ovvio che non tutti possono essere d’accordo su queste proposte, ma l’augurio che il dibattito politico sia indirizzato in modo costruttivo a favorire un miglioramento della legge mantenendo immutati gli obiettivi che il governo si è prefisso.

dal Forum della Lista del Giornale

Österreicher
06-03-02, 01:50
dal Corriere della Sera del 29 novembre 2001
Governo e sindacati

Sciopero generale Tanto rumore per (quasi) nulla

di PIETRO ICHINO


Se non fossero Cgil, Cisl e Uil a garantirci, con lo sciopero generale, che il disegno di legge del governo cambierà davvero incisivamente la normativa sui licenziamenti, ci sarebbe motivo di dubitarne. Quelle che il governo propone su questa materia sono misure che, se effettivamente adottate, sembrano poter produrre effetti quantitativamente molto modesti (sono altre le parti del disegno di legge veramente importanti e meritevoli di una discussione approfondita; ma nessuno ne parla). Tutto induce a pensare che saranno assai pochi gli imprenditori con maestranze «in nero» disposti a sobbarcarsi gli oneri della regolarizzazione solo per avere in futuro maggiore possibilità di licenziarle. Non saranno molti neppure i contratti di lavoro a termine trasformati in rapporti stabili per fruire domani della maggiore facilità di liberarsene: qui infatti l’imprenditore rischierà, nel caso di futuro licenziamento, un controllo prevedibilmente più severo sulla validità del contratto a termine originario, reso possibile proprio dal decreto legislativo su questa materia del settembre scorso. Davvero una «non riforma» come questa merita uno sciopero generale? Luciano Gallino, sulla Repubblica dell’altro ieri, giustificava la reazione dura del movimento sindacale con la metafora della diga: basta un forellino piccolo piccolo perché presto o tardi l’intera diga finisca col crollare. Ma, se è per questo, la diga del diritto del lavoro italiano ha già delle falle enormi: delle vere e proprie voragini. Non costituiscono forse una falla enorme nella diga i due milioni di «collaboratori coordinati e continuativi» che lavorano quotidianamente in condizioni di sostanziale dipendenza da imprese grandi e piccole, senza alcuna protezione?
O i tre milioni di lavoratori «in nero» del tutto invisibili al sindacato, al fisco e agli ispettori del lavoro? O gli altri tre milioni di lavoratori impiegati in aziende con meno di sedici dipendenti, nelle quali il famoso e «intoccabile» articolo 18 dello Statuto, essenziale per la «dignità del lavoro», non si applica? Non è forse a causa di una grande falla aperta in quella diga che oggi quattro nuove assunzioni su cinque avvengono in forma precaria, fuori del campo di applicazione dello Statuto, e da almeno due decenni il numero dei lavoratori appartenenti a quel campo protetto va costantemente riducendosi?
C’è poi una domanda che pesa come un macigno sul movimento sindacale: quanti tra quei molti milioni di lavoratori esclusi dalla protezione aderiranno allo sciopero generale? E se - come tutti si attendono - quello sciopero lo faranno soltanto i protetti, gli impiegati pubblici, i dipendenti delle grandi aziende dove lo Statuto si applica, esso potrà ancora chiamarsi «sciopero generale»? Qualcuno, nelle file della maggioranza, finge di rammaricarsi di questo sciopero; ma in realtà esso rende al governo un servizio prezioso: gli offre una patente di incisivo riformatore che - almeno per questa parte del disegno di legge contestato - esso certamente non merita. Lo scontro con il sindacato sulla «non riforma» dei licenziamenti consente di porre in ombra la profonda divisione che su questo tema corre all’interno dello schieramento della maggioranza, così come all’interno di quello di opposizione: divisione che impedisce al Governo di porre in cantiere una vera riforma, capace di allineare il nostro Paese con il resto d’Europa su questo terreno. Per altro verso, anche il governo, coll’insistere nel voler «toccare» (ma poco poco) l’«intoccabile» articolo 18, rende al movimento sindacale un segnalato servizio: difficilmente, altrimenti, avremmo visto Cgil Cisl e Uil strette a coorte, la lancia in resta, sotto una bandiera comune.
Cofferati, col sostegno ritrovato di Pezzotta e Angelini, risponde a Maroni come l’immortale Totò: «Lei tocca? e io le faccio il ritocco». Il provvidenziale «tocco» del governo consente di chiamare i fedeli in difesa della «città santa» fingendo che essa sia assediata; ma per ora i fedeli possono stare tranquilli: la «città santa» dell’articolo 18 non corre alcun rischio serio. Colpisce che, con quel che bolle in pentola, si proclami uno sciopero generale per così poco.

Pietro Ichino

Österreicher
06-03-02, 02:31
Discussione principale a questo indirizzo: http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=107

22gradi
25-12-21, 01:54
Dell'art. 18 non ne abbiamo più bisogno di parlare in quanto è stato distrutto dal PD.

THE MATRIX
25-12-21, 12:57
Dell'art. 18 non ne abbiamo più bisogno di parlare in quanto è stato distrutto dal PD.


Se così fosse stato oggi le imprese non continuerebbero ad aver paura di assumere.
L'art. 18 va abolito anche nella versione di Renzi, e sostituito con il divieto di licenziare solo per motivi discriminatori (politici, religiosi, sessuali, razziali...). In questo caso si ricorre alla magistratura e si deve dimostrare che il licenziamento sia discriminatorio. Fine.
Avremmo un milione minimo di nuovi assunti. Ovviamente a tempo indeterminato visto che non ci sarebbe più alcun motivo per dare delle scadenze. La gente valida verrebbe confermata senza problemi, gli scansafatiche cacciati senza problemi.

Salvo
25-12-21, 13:13
Se scoppiasse una rivoluzione Renzi e la Fornero finirebbero appesi a testa in giù dalla tettoia di qualche distributore di benzina (come Benito e Claretta).

anton
25-12-21, 13:55
Se scoppiasse una rivoluzione Renzi e la Fornero finirebbero appesi a testa in giù dalla tettoia di qualche distributore di benzina (come Benito e Claretta).

e anche ichino e i loro sostenitori sui forums...
tutta gente che ha libertà di pensiero proprio perchè non ha capacità di pensiero autonomo... ma solo quello indotto dai media e che ripetono e prarticano senza intuirne le cause e le conseguenze,

i-alca
25-12-21, 13:58
Se così fosse stato oggi le imprese non continuerebbero ad aver paura di assumere.
L'art. 18 va abolito anche nella versione di Renzi, e sostituito con il divieto di licenziare solo per motivi discriminatori (politici, religiosi, sessuali, razziali...). In questo caso si ricorre alla magistratura e si deve dimostrare che il licenziamento sia discriminatorio. Fine.
Avremmo un milione minimo di nuovi assunti. Ovviamente a tempo indeterminato visto che non ci sarebbe più alcun motivo per dare delle scadenze. La gente valida verrebbe confermata senza problemi, gli scansafatiche cacciati senza problemi.

Un pensionato non dovrebbe avere il diritto di parlare di lavoro.

anton
25-12-21, 13:59
Un pensionato non dovrebbe avere il diritto di parlare di lavoro.

perchè il lavoro lo conosce troppo??:cool:

i-alca
25-12-21, 14:00
perchè il lavoro lo conosce troppo??:cool:

Perché straparla di cose che non gli interessano più. Se proprio vuole parlarne che rinunci prima al retributivo.

THE MATRIX
25-12-21, 14:08
Se scoppiasse una rivoluzione Renzi e la Fornero finirebbero appesi a testa in giù dalla tettoia di qualche distributore di benzina (come Benito e Claretta).

Aspettiamo che i cacasotto del forum facciano la rivoluzione. Sono decenni che vi aspettiamo. Vigliacconi che avete paura della galera che però non appende nessuno a testa in giù. Ovviamente, noi non siamo mica dei fuori di testa psicopatici che si sognano la notte di appendere la gente a testa in giù.

THE MATRIX
25-12-21, 14:09
e anche ichino e i loro sostenitori sui forums...
tutta gente che ha libertà di pensiero proprio perchè non ha capacità di pensiero autonomo... ma solo quello indotto dai media e che ripetono e prarticano senza intuirne le cause e le conseguenze,


Scommetto che sei in brodo di giuggiole nel mentre fantastichi di violentare ogni nemico che ti sei inventato.

Che siano solo dei poveri psicopatici?

THE MATRIX
25-12-21, 14:10
Un pensionato non dovrebbe avere il diritto di parlare di lavoro.

:44:
Ah certo.
Fra gente che sogna di appendermi a testa in giù, gente che vuole chiudermi la bocca.... direi che le mie parole facciano più male delle scudisciate.
Lo trovo incredibile ma se certa gente è problematica....

THE MATRIX
25-12-21, 14:13
Perché straparla di cose che non gli interessano più. Se proprio vuole parlarne che rinunci prima al retributivo.

Dici che avrei il retributivo con una pensione con un quarto in meno del mio stipendio? Quando c'era il retributivo la mia pensione sarebbe stata come il mio stipendio, non a soli 1300 euro dopo tutti quegli anni di lavoro e perchè si deve pagare gente che non ha mai versato un euro o non ha versato a sufficienza.

Comunque devi prendere atto che c'è gente che ha altre idee e non puoi chiudergli la bocca. Quinbdi sogna anche tu di chiudermi la bocca, è il massimo che puoi fare :44:

heint
25-12-21, 14:14
Se così fosse stato oggi le imprese non continuerebbero ad aver paura di assumere.
L'art. 18 va abolito anche nella versione di Renzi, e sostituito con il divieto di licenziare solo per motivi discriminatori (politici, religiosi, sessuali, razziali...). In questo caso si ricorre alla magistratura e si deve dimostrare che il licenziamento sia discriminatorio. Fine.
Avremmo un milione minimo di nuovi assunti. Ovviamente a tempo indeterminato visto che non ci sarebbe più alcun motivo per dare delle scadenze. La gente valida verrebbe confermata senza problemi, gli scansafatiche cacciati senza problemi.

Forse ma almeno quelli assunti non verrebbero lasciati a casa ogni 3 mesi e se volessero fare un mutuo avrebbero 1000 problemi di meno e comunque dopo un po avrebbero comunque assunto (se avessero voluto continuare a produrre e non chiudere la fabbrica)...... e magari al posto di andarsene altrove i laureati resterebbero qui dove il posto anche se non eterno è pagato assai meglio che qui... ma a una che vota quelli per cui il lavoro si trova giocando a calcetto, oppure quelli che se ne vanno altrove ci fanno un piacere oppure anche imprenditori esteri investite in Italia che qui gli ingeneri non li pagate quasi nulla .... che lo dico a fare? Tanto di sicuro non capisce :D

THE MATRIX
25-12-21, 14:24
Forse ma almeno quelli assunti non verrebbero lasciati a casa ogni 3 mesi e se volessero fare un mutuo avrebbero 1000 problemi di meno e comunque dopo un po avrebbero comunque assunto (se avessero voluto continuare a produrre e non chiudere la fabbrica)...... e magari al posto di andarsene altrove i laureati resterebbero qui dove il posto anche se non eterno è pagato assai meglio che qui... ma a una che vota quelli per cui il lavoro si trova giocando a calcetto, oppure quelli che se ne vanno altrove ci fanno un piacere oppure anche imprenditori esteri investite in Italia che qui gli ingeneri non li pagate quasi nulla .... che lo dico a fare? Tanto di sicuro non capisce :D

Il lavoro si trova giocando a calcetto? :44:
Dubito che sia un metodo valido per trovare lavoro. Ma siccome non ho mai giocato a calcetto non saprei. Evidentemente tu sei quello informato.

Rimane il punto: divieto di licenziare solo per motivi discriminatori. Sul resto significa che se una impresa ha una carenza di ordini può licenziare e quando ne ha tanti assume quanto vuole senza il timore di doverseli tenere sul groppone per sempre.
Sceglierà tranquillamente di tenere quelli che ritiene migliori senza bisogno di sostituirli ogni 3 mesi come ora.

Ma è questo che avete voluto ed è questo che avete avuto. Che dire? Contenti voi contenti tutti. Ma dovreste smettere di frignare però.

heint
25-12-21, 14:31
Il lavoro si trova giocando a calcetto? :44:
Dubito che sia un metodo valido per trovare lavoro. Ma siccome non ho mai giocato a calcetto non saprei. Evidentemente tu sei quello informato.

Rimane il punto: divieto di licenziare solo per motivi discriminatori. Sul resto significa che se una impresa ha una carenza di ordini può licenziare e quando ne ha tanti assume quanto vuole senza il timore di doverseli tenere sul groppone per sempre.
Sceglierà tranquillamente di tenere quelli che ritiene migliori senza bisogno di sostituirli ogni 3 mesi come ora.

Ma è questo che avete voluto ed è questo che avete avuto. Che dire? Contenti voi contenti tutti. Ma dovreste smettere di frignare però.

Poletti questo sconosciuto ... vedo che sei proprio poco preparata!!!
Tutto il resto sono favole metropolitane che ci porta ad essere un dei paesi con la minore produttività dove quelli che valgono se ne vanno ... ... intanto guardati questi grafici e rammenta che siamo messi così anche grazie a queste "lungimiranti" politiche Monti/renziane che hanno affossato del tutto questo paese e degli altri incapaci che li hanno preceduti e seguiti

https://www.lavoce.info/archives/89512/litalia-vista-dallocse-in-sei-grafici/

E con questo evito di replicare ... tanto non capiresti.

22gradi
25-12-21, 14:47
Se così fosse stato oggi le imprese non continuerebbero ad aver paura di assumere.
L'art. 18 va abolito anche nella versione di Renzi, e sostituito con il divieto di licenziare solo per motivi discriminatori (politici, religiosi, sessuali, razziali...). In questo caso si ricorre alla magistratura e si deve dimostrare che il licenziamento sia discriminatorio. Fine.
Avremmo un milione minimo di nuovi assunti. Ovviamente a tempo indeterminato visto che non ci sarebbe più alcun motivo per dare delle scadenze. La gente valida verrebbe confermata senza problemi, gli scansafatiche cacciati senza problemi.

Certo come no, io fossi in te (e relativi amici progressive) chiederei pure di togliere la malattia pagata sopra ai 2 giorni di assenza se non addirittura il licenziamento in tronco!
Già nel Paese dei Balocchi succede di tutto e di peggio, tu continua a credere che a togliere diritti ai lavoratori si migliora la società e si aumentano i posti di lavoro, vai continua a crederci!

novis
25-12-21, 20:34
Anche io ho sempre pensato che in tema di lavoro subordinato dovrebbero valere solo semplici regole:
Il licenziamento e' sempre legittimo ( indipendentemente dalle dimensioni dell'impresa) e non deve quindi essere motivato, pero' deve essere annunciato con un congruo preavviso ( non esiste licenziare con un whatsapp) ; i contratti di lavoro possono ovviamente pattuire una buonauscita per tutelare nell'immediato il lavoratore dalla perdita del lavoro, che e' il punto piu' importante, l'unico che interessa davvero al lavoratore licenziato ; fa eccezione il licenziamento per giusta causa che invece puo' avvenire in tronco, ma che potrebbe eventualmente dar luogo a una causa dinnanzi a un giudice sulla legittimita' o meno.

Il Pasquino
25-12-21, 20:42
Se così fosse stato oggi le imprese non continuerebbero ad aver paura di assumere.
L'art. 18 va abolito anche nella versione di Renzi, e sostituito con il divieto di licenziare solo per motivi discriminatori (politici, religiosi, sessuali, razziali...). In questo caso si ricorre alla magistratura e si deve dimostrare che il licenziamento sia discriminatorio. Fine.
Avremmo un milione minimo di nuovi assunti. Ovviamente a tempo indeterminato visto che non ci sarebbe più alcun motivo per dare delle scadenze. La gente valida verrebbe confermata senza problemi, gli scansafatiche cacciati senza problemi.
Il licenziamento "individuale" è per DEFINIZIONE "discriminatorio"!
Nel momento in cui si decide di licenziare l'uno e non l'altro "senza una motivazione valida," come sanciva l'art.18, si commette una discriminazione!!!!
Gli scansafatiche si sono sempre potuti licenziare nel privato.
L'art. 18 pretendete a solo di avere motivi validi e dimostrabili del fatto che fosse uno scansafatiche.
Bastava non adempiere ai propri compiti assegnati per poter essere licenziati per giusta causa.
Situazioni già viste all'epoca!
Quello che vi raccontano sono favolette inventate e diffuse da imprenditori senza scrupoli!

Saluti

Eric Draven
25-12-21, 20:47
Dell'art. 18 non ne abbiamo più bisogno di parlare in quanto è stato distrutto dal PD.

direi che hai vinto il premio per il miglior necroposting dell'anno

Il Pasquino
25-12-21, 20:51
Anche io ho sempre pensato che in tema di lavoro subordinato dovrebbero valere solo semplici regole:
Il licenziamento e' sempre legittimo ( indipendentemente dalle dimensioni dell'impresa) e non deve quindi essere motivato, pero' deve essere annunciato con un congruo preavviso ( non esiste licenziare con un whatsapp) ; i contratti di lavoro possono ovviamente pattuire una buonauscita per tutelare nell'immediato il lavoratore dalla perdita del lavoro, che e' il punto piu' importante, l'unico che interessa davvero al lavoratore licenziato ; fa eccezione il licenziamento per giusta causa che invece puo' avvenire in tronco, ma che potrebbe eventualmente dar luogo a una causa dinnanzi a un giudice sulla legittimita' o meno.

È esattamente il contrario!!
Il licenziamento senza giusta causa DEVE ESSERE VIETATO!!!
Se hai delle motivazioni valide come tagli o scansafatiche, incompetenza, ecc., come era nell'art.18, si PUÒ LICENZIARE IN TRONCO!

Se licenzi perché sindacalista, motivi di antipatia, politici od ideologici od anche per reazione a sciopero o proteste sindacali e motivi con motivazioni non valide L'IMPRENDITORE NON PUÒ FARLO!!!
Senza art.18 sono aumentate le morti bianche perché ciò spinge colleghi e sindacalisti all'omertà per non rischiare il licenziamento con motivazioni inventate.
Saluti

novis
25-12-21, 21:02
Il licenziamento "individuale" è per DEFINIZIONE "discriminatorio"!
Nel momento in cui si decide di licenziare l'uno e non l'altro "senza una motivazione valida," come sanciva l'art.18, si commette una discriminazione!!!!
Gli scansafatiche si sono sempre potuti licenziare nel privato.
L'art. 18 pretendete a solo di avere motivi validi e dimostrabili del fatto che fosse uno scansafatiche.
Bastava non adempiere ai propri compiti assegnati per poter essere licenziati per giusta causa.
Situazioni già viste all'epoca!
Quello che vi raccontano sono favolette inventate e diffuse da imprenditori senza scrupoli!

Saluti

E infatti questa storia del licenziamento discriminatorio non sta in piedi ( se anche esiste in USA vuol dire che sbagliano anche in USA), perche' se un'azienda ha assunto una determinata persona si vede che allora non ha affatto " discriminato" e quindi e' del tutto illogico imputarle la discriminazione al momento del licenziamento. Inoltre come dici tu ogni licenziamento individuale ha sempre in se' anche un aspetto discriminatorio ( esattamente come ogni assunzione, a maggior ragione) , il punto e' ammettere che questo e' legittimo, e' nella natura delle cose per cui l'azienda non deve giustificarsi, motivare, spiegare, affrontare un processo e convincere un giudice perfetto estraneo...al massimo e per correttezza si dovrebbe fornire una motivazione al lavoratore licenziato
La vera questione che rileva nel licenziamento individuale e' il costo, l'art.18 cosi' come riformato serve principalmente a quello ossia a rendere costoso il licenziamento, tuttavia lo stesso risultato potrebbe essere ottenuto dai contratti collettivi o individuali.

Il Pasquino
25-12-21, 21:09
Forse ma almeno quelli assunti non verrebbero lasciati a casa ogni 3 mesi e se volessero fare un mutuo avrebbero 1000 problemi di meno e comunque dopo un po avrebbero comunque assunto (se avessero voluto continuare a produrre e non chiudere la fabbrica)...... e magari al posto di andarsene altrove i laureati resterebbero qui dove il posto anche se non eterno è pagato assai meglio che qui... ma a una che vota quelli per cui il lavoro si trova giocando a calcetto, oppure quelli che se ne vanno altrove ci fanno un piacere oppure anche imprenditori esteri investite in Italia che qui gli ingeneri non li pagate quasi nulla .... che lo dico a fare? Tanto di sicuro non capisce :D
Illusi!!
Quelli del PD che hanno detto quelle idiozie hanno solo preso atto dello stato dello schifoso mondo del lavoro italiano.
La vergogna è che nessun partito politico, preso atto della situazione italiana, si sia posto il problema di affrontare e risolvere questa situazione.
Saluti

anton
25-12-21, 21:12
è esattamente il contrario!!
Il licenziamento senza giusta causa deve essere vietato!!!
Se hai delle motivazioni valide come tagli o scansafatiche, incompetenza, ecc., come era nell'art.18, si può licenziare in tronco!

Se licenzi perché sindacalista, motivi di antipatia, politici od ideologici od anche per reazione a sciopero o proteste sindacali e motivi con motivazioni non valide l'imprenditore non può farlo!!!
Senza art.18 sono aumentate le morti bianche perché ciò spinge colleghi e sindacalisti all'omertà per non rischiare il licenziamento con motivazioni inventate.
Saluti

sono nuovamente aumentate ma le statistiche dicono che sono diminuite... Chi mente?? E perchè??

ryzen
25-12-21, 21:13
Dell'art. 18 non ne abbiamo più bisogno di parlare in quanto è stato distrutto dal PD.

Non aveva piu' senso mantenerlo in vita :teach:

novis
25-12-21, 21:17
È esattamente il contrario!!
Il licenziamento senza giusta causa DEVE ESSERE VIETATO!!!
Se hai delle motivazioni valide come tagli o scansafatiche, incompetenza, ecc., come era nell'art.18, si PUÒ LICENZIARE IN TRONCO!

Se licenzi perché sindacalista, motivi di antipatia, politici od ideologici od anche per reazione a sciopero o proteste sindacali e motivi con motivazioni non valide L'IMPRENDITORE NON PUÒ FARLO!!!
Senza art.18 sono aumentate le morti bianche perché ciò spinge colleghi e sindacalisti all'omertà per non rischiare il licenziamento con motivazioni inventate.
Saluti


No, uno scansafatiche non rientra assolutamente nell'ambito del licenziamento per giusta causa ( che peraltro e' una possibilita' piu' mitologica che reale, in quanto persino in caso di furto a danno dell'azienda o di comportamenti infami nei confronti del datore di lavoro il giudice non riconosce la sussistenza della giusta causa), al massimo nel licenziamento per " giustificato motivo", che e' quello che secondo me deve essere abolito....un giudice estraneo non deve valutare al posto dell'imprenditore se sussiste il giustificato motivo, perche' nessuno oltre all'imprenditore deve fare questa valutazione. Le valutazioni in merito sono esclusivamente sue, come sono sue quelle che ha fatto quando ha assunto ( mica imbastiamo un processo all'azienda che non ci ha assunti...eppure potrebbe non averlo fatto per mera antipatia o per chissa' che altro, alle volte conta anche solo l'aspetto fisico...)
Per quanto riguarda le attivita' sindacali dovrebbero esserci gia' delle tutele specifiche ? Ovvio che non si puo' licenziare il lavoratore che sciopera, ma questi sono casi molto particolari che vanno tutelati con norme particolari.
Ma ripeto, per me tutto il punto ( anche dell'art.18 attuale ) sta nel costo del licenziamento individuale

Il Pasquino
25-12-21, 21:39
E infatti questa storia del licenziamento discriminatorio non sta in piedi ( se anche esiste in USA vuol dire che sbagliano anche in USA), perche' se un'azienda ha assunto una determinata persona si vede che allora non ha affatto " discriminato" e quindi e' del tutto illogico imputarle la discriminazione al momento del licenziamento. Inoltre come dici tu ogni licenziamento individuale ha sempre in se' anche un aspetto discriminatorio ( esattamente come ogni assunzione, a maggior ragione) , il punto e' ammettere che questo e' legittimo, e' nella natura delle cose per cui l'azienda non deve giustificarsi, motivare, spiegare, affrontare un processo e convincere un giudice perfetto estraneo...al massimo e per correttezza si dovrebbe fornire una motivazione al lavoratore licenziato
La vera questione che rileva nel licenziamento individuale e' il costo, l'art.18 cosi' come riformato serve principalmente a quello ossia a rendere costoso il licenziamento, tuttavia lo stesso risultato potrebbe essere ottenuto dai contratti collettivi o individuali.
Mai riassunto per art.18??
Come crede che si possa lavorare serenamente in una azienda in cui si è stato reintegrato per art.18??
Al massimo ci restavi il tempo per trovare un nuovo posto di lavoro o per concordare una buona uscita.
Era una questione di principio. Perché l'art.18 nacque per tutelare proprio i sindacati, i sindacalisti e gli iscritti ai partiti politici e gli scioperanti.
Saluti

Il Pasquino
25-12-21, 21:53
No, uno scansafatiche non rientra assolutamente nell'ambito del licenziamento per giusta causa ( che peraltro e' una possibilita' piu' mitologica che reale, in quanto persino in caso di furto a danno dell'azienda o di comportamenti infami nei confronti del datore di lavoro il giudice non riconosce la sussistenza della giusta causa), al massimo nel licenziamento per " giustificato motivo", che e' quello che secondo me deve essere abolito....un giudice estraneo non deve valutare al posto dell'imprenditore se sussiste il giustificato motivo, perche' nessuno oltre all'imprenditore deve fare questa valutazione. Le valutazioni in merito sono esclusivamente sue, come sono sue quelle che ha fatto quando ha assunto ( mica imbastiamo un processo all'azienda che non ci ha assunti...eppure potrebbe non averlo fatto per mera antipatia o per chissa' che altro, alle volte conta anche solo l'aspetto fisico...)
Per quanto riguarda le attivita' sindacali dovrebbero esserci gia' delle tutele specifiche ? Ovvio che non si puo' licenziare il lavoratore che sciopera, ma questi sono casi molto particolari che vanno tutelati con norme particolari.
Ma ripeto, per me tutto il punto ( anche dell'art.18 attuale ) sta nel costo del licenziamento individuale
Proprio perché non si in può dimostrare che si è stati licenziati per motivi abietti che è stato introdotto all'epoca il principio che di base non si potesse licenziare senza giusta causa.
Per questi motivi deve essere il giudice a valutare le motivazioni se non ci siano motivi ricattatori o di rivalsa del datore di lavoro.
Infine le garantisco che con l'art.18 ho visto licenziare dipendenti a cui erano stati assegnati determinati compiti che rientrassero nel mansionario con tempistiche corrette e alla scadenza gli hanno contestato che non avesse svolto i propri compiti e con ciò fu licenziato per giusta causa!
Saluti

novis
25-12-21, 22:02
Mai riassunto per art.18??
Come crede che si possa lavorare serenamente in una azienda in cui si è stato reintegrato per art.18??
Al massimo ci restavi il tempo per trovare un nuovo posto di lavoro o per concordare una buona uscita.
Era una questione di principio. Perché l'art.18 nacque per tutelare proprio i sindacati, i sindacalisti e gli iscritti ai partiti politici e gli scioperanti.
Saluti

Infatti e' quello che dico,l'art.18 serve a far avere al lavoratore licenziato una buonauscita : infatti le imprese fanno questo scambio , se il lavoratore licenziato rinuncia alla causa paghera' subito una buonauscita di tot; se il lavoratore va in causa sara' il giudice a costringere l'azienda a pagare al lavoratore un risarcimento per " licenziamento illegittimo" di tot...il " licenziamento illegittimo" serve in realta' solo ad introdurre in modo surrettizio la buonauscita, perche' nessun lavoratore resta a forza lavorare in un'azienda in cui lo si vuole mandare via con la prospettiva di avere una buonauscita.
( Poi ci sono i licenziamenti per riduzione del personale, chiusure varie ecc..., molto piu' numerosi, in cui i lavoratori sono bravi e licenziati " legittimamente" e quindi non beccano un centesimo, il che e' un po' ironico...).
A questo punto tanto vale contrattualizzare la buonauscita e discutere di questa

Vladimir Ilyich
26-12-21, 04:03
Se fosse per me, per poter licenziare un lavoratore sarebbe necessaria una sentenza di un giudice terzo.

Perché lavorare - e campare la vita - non è una generosa concessione del padrone, è un diritto.

Questo, ovviamente, stando all’interno del modo di produzione capitalistico. In una società socialista il problema non di potrebbe neppure.