PDA

Visualizza Versione Completa : Le patacche del "furbo" Feltri



Rollingstone
30-08-09, 21:55
30 Agosto 2009

Il direttore risponde

Non un’“informativa”, ma un’emerita patacca

Il mitico Feltri sventola il giorno dopo un foglio e dice che lui ha in mano i documenti. E, perdinci, cosa fa un giornalista quando gli arriva in mano un documento? Nell'Italia della sprovvedutezza e dell'ignavia, almeno lui agisce e pubblica, punto e chiuso. Già, ma perché prima che sia troppo tardi, non c'è qualcuno che si prende la briga di informarlo che quella che sventaglia come la provvida sciabola della giustizia è solo una traccia contorta e oscura che qualcuno ha confezionato e fatto girare in attesa che un allocco si presti al gioco?

È sorprendente che proprio il Mourinho dei direttori, il più mediatico dei mediatici, il più elegantone degli eleganti, il principe dei furboni, non si sia peritato di sottoporre previamente a qualche conoscitore di cose giuridico-giudiziarie quel cosiddetto documento - e se si trattasse di una banale lettera anonima, degna di ritornare tra quella spazzatura da cui proviene? - per smascherarne eventuali aporie, incongruenze, o addirittura strafalcioni. Nella congerie di insinuazioni di cui si raccontava sul Giornale di venerdì, non avevo neppure fatto troppo caso a dove si diceva che sarei stato da tempo «già attenzionato dalla Polizia di Stato per le mie frequentazioni» (ora, a scriverla, mi manca il fiato).

Le cose assurde erano talmente tante, che onestamente questa non mi aveva colpito più di altre. Fino a quando non mi ci ha fatto tornare Roberto Maroni allorché, con una telefonata per me assolutamente inattesa, ha voluto manifestarmi la sua solidarietà e il senso di schifo che gli nasceva dalle cose lette. Ma il ministro dell'Interno teneva anche ad assicurarmi di aver ordinato un'immediata verifica nell'apparato di pubblica sicurezza che da lui dipende, e che nulla, assolutamente nulla di nulla era emerso.

È solo un esempio, appunto. Ma si potrebbe spulciare riga per riga di quel fantomatico documento (vera «sòla») e controbattere, e far emergere di quel testo anzitutto l'implausibilità tecnica, poi magari quella sostanziale. Lo faremo, se necessario. Fin d'ora però, a me non interessa polemizzare istericamente con Feltri, per allertare invece l'opinione pubblica su qualche altra porcata che puntualmente verrà fuori, e che magari Feltri stesso ha «prudentemente» tenuto per un eventuale secondo tempo. Poi, si sa, una perla cattiva attira l'altra, come le ciliegie.

Rimane però il mistero iniziale: come avrà mai fatto il primo degli astuti a non porsi una domandina elementare prima di dare il via libera alla danza (infernale): questo testo che ho in mano è realmente un'«informativa» che proviene da un fascicolo giudiziario oppure è una patacca che, con un minimo appiglio, monta una situazione fantasiosa, fantastica, criminale? Perché, collega Feltri, questa domandina facile facile non te la sei posta? Ma se te la fossi fatta, sei proprio sicuro di avere vicino a te le persone e le competenze giuste per compiere i passi a seconda della gamba? Non sei corso troppo precipitosamente a inaugurare la tua nuova stagione al timone di quello che non è più un foglio corsaro ma il quotidiano della famiglia del presidente del Consiglio, che ti paga credo lautamente? Ad un certo punto, nella giornata di venerdì, nel sito del Giornale è comparso il testo di un lettore non certo mio amico (alfo.m., che ha trovato spazio anche sul sito dell'Uaar).

Spulciando i vostri articoli, costui annotava «l'incredibile quantità di strafalcioni ed inesattezze giuridiche», e didatticamente li elencava (riproduciamo questa lettera, riquadrata, qui sotto). Peccato che quel contributo sia prontamente sparito dall'online, avrebbe potuto far aprire gli occhi a quelli ancora ingenui che in buona fede credono a quello che scriviamo, e non sanno invece con quanta leggerezza talora impegniamo le nostre truppe in campagne tanto veementi quanto malaccorte.

Un divertissement, per noi lo scrivere, come per qualche volpone o volpina lo era - non più tardi di giovedì sera - aggirarsi per gli stand dell'ignaro Meeting menando vanto per l'imminente cannoneggiamento del tuo giornale. Non importa se il divertissment ammazza moralmente una persona, l'importante è il sollazzo. Una scuola di giornalismo anche questa. Già, ma attento, tu naturalmente sai più cose di me, e tuttavia potresti non esserti accorto che si sta restringendo l'area dei lettori che a noi credono sempre e comunque. L'area di quelli che scorgono, dentro la nostra sciagurata categoria, gli intemerati cavalieri senza macchia e senza paura. Quando anche costoro si desteranno, per quelli di una certa scuola sarà la fine. Peccato che nel frattempo - temo - avranno definitivamente ammazzato la professione. Per ora sappi che hai pestato una cacca ciclopica. Auguri.

Post scriptum:

1) Ho visto che i tuoi amici (Sgarbi, Capezzone, Renato Farina...) sono preoccupati per un'aggressione ai tuoi danni che vedono profilarsi all'orizzonte: essi hanno la mia stima, li condivido e li ringrazio, dobbiamo infatti riuscire a vivere in modo che non ci siano aggressori proprio perché non ci sono aggrediti, nello spirito di quella Perdonanza cui ci richiama Giuliano Ferrara. Non c'è bisogno infatti del conflitto violento neppure nella contesa più aspra, e da parte mia ti prometto che quanto di fondamentale non farà spontaneamente capolino davanti all'opinione pubblica, emergerà civilmente e pacatamente in un tribunale della Repubblica, cui i miei avvocati già lunedì si presenteranno per la querela.

2) Tu e, molto più modestamente io, siamo ormai direttori di lungo corso. Non so tu, ma io ho passato gran parte dei miei quindici anni da direttore a incontrare persone che volevano fare il giornalista, a verificare i loro percorsi, a ragionare sulle loro ipotesi interpretative. Non tutti i contatti sono finiti bene e, non so a te, ma a me è capitato che qualcuno di essi sia tecnicamente finito male, nel senso che alla fine io abbia ritenuto (indovinando, sbagliando? non lo so) che quel dato giovane collega, magari abile, non fosse tuttavia adeguato ad Avvenire. Ecco, permettimi un suggerimento: cerca in questi giorni di non fare del male al tuo giornale e ai tuoi lettori concedendo la ribalta a chi forse appare molto informato (si spiegherà anche lui in tribunale), ma potrebbe mirare soltanto a saldare qualche vecchio conto.

Grazie

Avvenire (http://www.avvenire.it/Lettere/boffo+feltri_200908300617275930000.htm)

trilex
31-08-09, 07:48
Boffo dovrebbe tacere, il suo casellario parla per lui, e pare non sia finita qui secondo dagospia, ci sarebbero fatti ben piu' gravi sempre legati alla sue preferenze sessuali, di cui nel settore giornalai saprebbero in molti.


Speriamo non sia vero.

Rollingstone
31-08-09, 07:57
La "Nota informativa" si è rivelata una patacca e Berlusconi prende "sapientemente" le distanze dal suo prezzolato Feltri affermando "di non averlo in alcun modo contattato" (qualcuno glielo aveva chiesto ?:D).

Berlusconi si dimostra quello che è e che tutti (anche i suoi elettori tranne Emilio Fede) sanno.

Feltri anche, ossia quello che il grande Indro Montanelli (che aveva tutti i titoli per farlo) ha sempre detto : un mediocre privo di spina dorsale che occupa il posto che occupa solo per essere un fedele cane da guardia.

Povera Italia. Ora aspettiamo le piroette e i volteggi dei fans del nano
per giustificare st'ennesima ridicolaggine. Intanto l'Europa ride di noi,
come al solito.

Io sto sempre aspettando una destra seria per cui votare.

Mappo
31-08-09, 10:26
Caro Rollingstone, forse sarebbe il caso di limitarsi negli insulti, non credo che l'esposizione delle tue legittimissime opinioni ne verrebbe ridotta, anzi potrebbe essere base per una seria riflessione anche per chi, come nel mio caso, non condivide uno solo dei tuoi giudizi negativi su Berlusconi, ma al tempo stesso è duramente critico nei confronti di Feltri per come ha condotto l'Affaire Boffo.

Augustinus
31-08-09, 13:03
30 Agosto 2009

Il direttore risponde

Non un’“informativa”, ma un’emerita patacca

Il mitico Feltri sventola il giorno dopo un foglio e dice che lui ha in mano i documenti. E, perdinci, cosa fa un giornalista quando gli arriva in mano un documento? Nell'Italia della sprovvedutezza e dell'ignavia, almeno lui agisce e pubblica, punto e chiuso. Già, ma perché prima che sia troppo tardi, non c'è qualcuno che si prende la briga di informarlo che quella che sventaglia come la provvida sciabola della giustizia è solo una traccia contorta e oscura che qualcuno ha confezionato e fatto girare in attesa che un allocco si presti al gioco?

È sorprendente che proprio il Mourinho dei direttori, il più mediatico dei mediatici, il più elegantone degli eleganti, il principe dei furboni, non si sia peritato di sottoporre previamente a qualche conoscitore di cose giuridico-giudiziarie quel cosiddetto documento - e se si trattasse di una banale lettera anonima, degna di ritornare tra quella spazzatura da cui proviene? - per smascherarne eventuali aporie, incongruenze, o addirittura strafalcioni. Nella congerie di insinuazioni di cui si raccontava sul Giornale di venerdì, non avevo neppure fatto troppo caso a dove si diceva che sarei stato da tempo «già attenzionato dalla Polizia di Stato per le mie frequentazioni» (ora, a scriverla, mi manca il fiato).

Le cose assurde erano talmente tante, che onestamente questa non mi aveva colpito più di altre. Fino a quando non mi ci ha fatto tornare Roberto Maroni allorché, con una telefonata per me assolutamente inattesa, ha voluto manifestarmi la sua solidarietà e il senso di schifo che gli nasceva dalle cose lette. Ma il ministro dell'Interno teneva anche ad assicurarmi di aver ordinato un'immediata verifica nell'apparato di pubblica sicurezza che da lui dipende, e che nulla, assolutamente nulla di nulla era emerso.

È solo un esempio, appunto. Ma si potrebbe spulciare riga per riga di quel fantomatico documento (vera «sòla») e controbattere, e far emergere di quel testo anzitutto l'implausibilità tecnica, poi magari quella sostanziale. Lo faremo, se necessario. Fin d'ora però, a me non interessa polemizzare istericamente con Feltri, per allertare invece l'opinione pubblica su qualche altra porcata che puntualmente verrà fuori, e che magari Feltri stesso ha «prudentemente» tenuto per un eventuale secondo tempo. Poi, si sa, una perla cattiva attira l'altra, come le ciliegie.

Rimane però il mistero iniziale: come avrà mai fatto il primo degli astuti a non porsi una domandina elementare prima di dare il via libera alla danza (infernale): questo testo che ho in mano è realmente un'«informativa» che proviene da un fascicolo giudiziario oppure è una patacca che, con un minimo appiglio, monta una situazione fantasiosa, fantastica, criminale? Perché, collega Feltri, questa domandina facile facile non te la sei posta? Ma se te la fossi fatta, sei proprio sicuro di avere vicino a te le persone e le competenze giuste per compiere i passi a seconda della gamba? Non sei corso troppo precipitosamente a inaugurare la tua nuova stagione al timone di quello che non è più un foglio corsaro ma il quotidiano della famiglia del presidente del Consiglio, che ti paga credo lautamente? Ad un certo punto, nella giornata di venerdì, nel sito del Giornale è comparso il testo di un lettore non certo mio amico (alfo.m., che ha trovato spazio anche sul sito dell'Uaar).

Spulciando i vostri articoli, costui annotava «l'incredibile quantità di strafalcioni ed inesattezze giuridiche», e didatticamente li elencava (riproduciamo questa lettera, riquadrata, qui sotto). Peccato che quel contributo sia prontamente sparito dall'online, avrebbe potuto far aprire gli occhi a quelli ancora ingenui che in buona fede credono a quello che scriviamo, e non sanno invece con quanta leggerezza talora impegniamo le nostre truppe in campagne tanto veementi quanto malaccorte.

Un divertissement, per noi lo scrivere, come per qualche volpone o volpina lo era - non più tardi di giovedì sera - aggirarsi per gli stand dell'ignaro Meeting menando vanto per l'imminente cannoneggiamento del tuo giornale. Non importa se il divertissment ammazza moralmente una persona, l'importante è il sollazzo. Una scuola di giornalismo anche questa. Già, ma attento, tu naturalmente sai più cose di me, e tuttavia potresti non esserti accorto che si sta restringendo l'area dei lettori che a noi credono sempre e comunque. L'area di quelli che scorgono, dentro la nostra sciagurata categoria, gli intemerati cavalieri senza macchia e senza paura. Quando anche costoro si desteranno, per quelli di una certa scuola sarà la fine. Peccato che nel frattempo - temo - avranno definitivamente ammazzato la professione. Per ora sappi che hai pestato una cacca ciclopica. Auguri.

Post scriptum:

1) Ho visto che i tuoi amici (Sgarbi, Capezzone, Renato Farina...) sono preoccupati per un'aggressione ai tuoi danni che vedono profilarsi all'orizzonte: essi hanno la mia stima, li condivido e li ringrazio, dobbiamo infatti riuscire a vivere in modo che non ci siano aggressori proprio perché non ci sono aggrediti, nello spirito di quella Perdonanza cui ci richiama Giuliano Ferrara. Non c'è bisogno infatti del conflitto violento neppure nella contesa più aspra, e da parte mia ti prometto che quanto di fondamentale non farà spontaneamente capolino davanti all'opinione pubblica, emergerà civilmente e pacatamente in un tribunale della Repubblica, cui i miei avvocati già lunedì si presenteranno per la querela.

2) Tu e, molto più modestamente io, siamo ormai direttori di lungo corso. Non so tu, ma io ho passato gran parte dei miei quindici anni da direttore a incontrare persone che volevano fare il giornalista, a verificare i loro percorsi, a ragionare sulle loro ipotesi interpretative. Non tutti i contatti sono finiti bene e, non so a te, ma a me è capitato che qualcuno di essi sia tecnicamente finito male, nel senso che alla fine io abbia ritenuto (indovinando, sbagliando? non lo so) che quel dato giovane collega, magari abile, non fosse tuttavia adeguato ad Avvenire. Ecco, permettimi un suggerimento: cerca in questi giorni di non fare del male al tuo giornale e ai tuoi lettori concedendo la ribalta a chi forse appare molto informato (si spiegherà anche lui in tribunale), ma potrebbe mirare soltanto a saldare qualche vecchio conto.

Grazie

Avvenire (http://www.avvenire.it/Lettere/boffo+feltri_200908300617275930000.htm)

Non ho capito ma Boffo nega questo? Cioè nega l'autenticità di questo estratto del casellario giudiziario?

http://images.corriere.it/Media/Foto/2009/08/31/bof1.jpg

codino
31-08-09, 13:11
Boffo:
1 - non nega di essere omosessuale;
2 - non nega di aver molestato qualcuno;
3 - non nega di essere stato condannato;
4 - mette "le mani avanti" per ulteriori documenti "porcata" che potrebbero essere pubblicati...

Augustinus
31-08-09, 13:14
Boffo:
1 - non nega di essere omosessuale;
2 - non nega di aver molestato qualcuno;
3 - non nega di essere stato condannato;
4 - mette "le mani avanti" per ulteriori documenti "porcata" che potrebbero essere pubblicati...

Esatto. :chefico:

UgoDePayens
31-08-09, 13:17
Infatti io ancora non ho capito: come mai Boffo ancora non si è dimesso? E' o non è vero che è stato condannato per molestie, e che la sua condotta morale oggettivamente cozza con le responsabilità che il suo ruolo editoriale comporta? :conf:

Supermario
31-08-09, 13:43
Infatti io ancora non ho capito: come mai Boffo ancora non si è dimesso? E' o non è vero che è stato condannato per molestie, e che la sua condotta morale oggettivamente cozza con le responsabilità che il suo ruolo editoriale comporta? :conf:

Sono fatti che riguardano la sua vita privata... no ?

Rollingstone
31-08-09, 15:16
Non ho capito ma Boffo nega questo? Cioè nega l'autenticità di questo estratto del casellario giudiziario?

http://images.corriere.it/Media/Foto/2009/08/31/bof1.jpg

Quale estratto di quale casellario giudiziario ?
La lettera anonima maldestramente scritta inviata ad alcuni vescovi due mesi fa ?

Ah..ho capito...

Malandrina
31-08-09, 15:19
Infatti io ancora non ho capito: come mai Boffo ancora non si è dimesso? E' o non è vero che è stato condannato per molestie, e che la sua condotta morale oggettivamente cozza con le responsabilità che il suo ruolo editoriale comporta? :conf:

Infatti io ancora non ho capito: come mai Berlusconi non ancora non si è dimesso? È o non è vero che la sua condotta morale oggettivamente cozza con le responsabilità che il suo ruolo istituzionale comporta? :conf:

Rollingstone
31-08-09, 15:22
Infatti io ancora non ho capito: come mai Boffo ancora non si è dimesso? E' o non è vero che è stato condannato per molestie, e che la sua condotta morale oggettivamente cozza con le responsabilità che il suo ruolo editoriale comporta? :conf:

Cosa della sua condotta morale cozza con le sue responsabilità editoriali e cosa invece impedisce al Capo del Governo di dimettersi dato i suoi trascorsi girudiziario/goderecci a luci rosse (pubblicamente stigmatizzati dalla consorte e dalla prole e non solo dalla stampa) cozzano pesantemente con il ruolo che occupa ?

Ha dato fastidio che la stampa cattolica se ne sia occupata.
Ha dato fastidio che sia stato additato come esempio da non seguire.
Ha dato fastidio anche a tanti cattolici questo.
Che dovrebbero chiedersi se il loro modello è Cristo o Berlusca.

Si. Che i cattolici si facciano gli affari loro e pensino a pregare.
Di nascosto magari.

Che a mandare avanti il paese ci pensa Fabrizio Corona...

...opsss, pàrdon : Vittorio Feltri.



"Il Giornale di Feltri confesso che non lo guardo nemmeno, per non avere dispiaceri.
Mi sento come un padre che ha un figlio drogato e preferisce non vedere.
Comunque, non è la formula ad avere successo, è la posizione:
Feltri asseconda il peggio della borghesia italiana.
Sfido che trova i clienti!".

Indro Montanelli 12 aprile 1995

codino
31-08-09, 15:46
Infatti io ancora non ho capito: come mai Berlusconi non ancora non si è dimesso? È o non è vero che la sua condotta morale oggettivamente cozza con le responsabilità che il suo ruolo istituzionale comporta? :conf:

sono d'accordissimo, già per il fatto stesso di essere divorziato e risposato non avrebbe dovuto fare il capo del governo in Italia!!! :chefico:

Prinz Eugen
31-08-09, 17:20
Intervista a Mario Adinolfi, esponente PD ed ex collaboratore de L'Avvenire

«Le carte su Boffo? Sono tutte vere»

Appena ha letto la risposta ai lettori di Dino Boffo su Avvenire si è riconosciuto subito nell’identikit del «molto informato» ex collaboratore di Avvenire che per «saldare qualche vecchio conto» sparge fango sul suo ex direttore. «Parlava di me, ho collaborato con la pagina politica del suo giornale per tre anni e mezzo, senza contratto, e per primo sul mio blog ho scritto della sua condanna per molestie. Ma è tutto vero, altro che patacche o veline. Invece di parlare di attacchi disgustosi Boffo dovrebbe raccontarci la verità. La privacy per un uomo pubblico come lui non può diventare un paravento da ipocriti». Mario Adinolfi, esponente Pd di fede franceschiniana, non è né un mangiapreti né un berlusconiano. Cattolico (militava nella Margherita, ha lavorato per la Radio Vaticana), feroce sostenitore del Noemi-gate, ora assiste con imbarazzo alla fulminea conversione anti gossip del suo partito sul Boffo-gate: «Il Pd dovrebbe difendere la libertà di informazione sempre, non solo per la stampa amica. Feltri ha scritto di fatti incontrovertibili e ha rotto il muro di omertà sulle relazioni omosex del direttore di Avvenire. La sentenza di Terni è un fatto, una notizia che in qualsiasi paese del mondo sarebbe finita immediatamente in pagina».
Ma come Adinolfi? Anche lei, già aspirante segretario del Pd, si mette a spacciare patacche?
«Macché patacche, qui c’è una sentenza di un tribunale e di quella si deve parlare. L’ho scritto il 20 settembre del 2005, raccontando il fatto. Nessuno allora mi diede del pataccaro, non ebbi querele né atteggiamenti di risentimento. Forse perché pensavano che la cosa potesse rimanere sotto silenzio».
Lei chiese quei documenti al gip di Terni, Augusto Fornaci.
«Formalmente, per iscritto. Andai di persona a Terni e la cancelleria identificò gli estremi della sentenza. Ma poi, quando capirono a chi si riferiva, mi negarono il documento».
Con che motivazioni?
«Dicendo che quella vicenda coinvolgeva “relazioni interpersonali pregresse” e che quindi gli atti non potevano essere resi pubblici».
Anche se c’è un articolo di legge per cui gli atti di un procedimento penale dovrebbero essere accessibili.
«Certo, e questo dice qualcosa sulla magistratura italiana».
Boffo risponde: è una montatura giornalistica.
«Invece il decreto penale di condanna è un fatto. E l’informativa, che non conosco e che ho appreso dal Giornale, corrisponde sicuramente a quel che è noto dei comportamenti di Boffo».
Vuole forse vendicarsi di Boffo perché non l’ha mai assunta all’«Avvenire»?
«Ma per favore. Lo dico pasolinianamente: non è una battaglia sulla persona ma sulle idee. A Boffo va il mio pensiero cristiano, perché immagino la sua vergogna e il suo dolore. Quello che è inaccettabile è che in Italia la verità diventi sempre pirandelliana, per cui ce n’è una, nessuna e centomila. Non è così, la verità è una sola e in questo caso è molto chiara. E poi, tirare in ballo i morti mi è sembrato una difesa sconvolgente da parte di un cristiano».
I morti?
«Boffo dice che le telefonate moleste partivano dal suo cellulare ma non era lui a farle, bensì un ragazzo, che guardacaso però è morto di overdose e non può più smentire».
Lei è colpevolista.
«No, ma quella è una giustificazione che mi inquieta molto. Boffo, per fugare i dubbi, invece di sbraitare potrebbe raccontare in prima persona quella vicenda. Spiegare perché nei confronti di quella donna sono stati pagati dei soldi. È lei la vera vittima in tutta questa vicenda».
Si parla di privacy violata.
«La privacy dei personaggi pubblici non esiste, hanno dei doveri di coerenza che ho reclamato molto duramente per Berlusconi. E se uno predica moralità e sobrietà dei costumi deve essere sobrio nei costumi. È un’ovvietà».
Libertà di inchiesta per tutti, non solo per «Repubblica», quindi?
«Certo, pretendo che la mia parte politica sia onesta e difenda la libertà di informazione di tutti, anche dei giornali non schierati con noi. C’è un problema intellettuale a sinistra, questa ipocrisia va superata».
La Cei ha reagito duramente.
«L’ipocrisia invece fa male soprattutto alla credibilità della Chiesa. Se si comporta come un potere, perde di forza. È questo il male che stanno facendo Dino Boffo e chi lo copre. Quando si sale su una cattedra morale bisogna essere degni di quella cattedra».

Il Giornale (http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=378669&START=1&2col=)

31 agosto 2009

Prinz Eugen
31-08-09, 19:28
L'Osservatore romano contro Dino Boffo

"Non si è forse rivelato imprudente ed esagerato paragonare il naufragio degli eritrei alla Shoah, come ha suggerito un editorialista del quotidiano cattolico?"

Lunedí 31.08.2009 11:52

"E' vero, sulle vicende private di Silvio Berlusconi non abbiamo scritto una riga. Ed è una scelta che rivendico, perché ho ottime ragioni". Gian Maria Vian, direttore dell'Osservatore romano, prende le distanze da un giornalismo che "pare diventato - osserva in un colloquio pubblicato dal Corriere della sera - la prosecuzione della lotta politica con altri mezzi. Segno che la politica, in tutti i suoi schieramenti, è piuttosto debole. Infatti da alcuni mesi la contesa tra partiti - spiega - sembra svolgersi soprattutto sui giornali, che hanno assunto un ruolo non soltanto informativo, come mostrano anche le vicende degli ultimi giorni". Sulla solidarietà a Dino Boffo non si discute, ma Vian esprime qualche perplessità sulle scelte di Avvenire: "Non si è forse rivelato imprudente ed esagerato - chiede - paragonare il naufragio degli eritrei alla Shoah, come ha suggerito un editorialista del quotidiano cattolico?".

E "come dar torto al ministro degli Esteri italiano - insiste il direttore dell'Osservatore romano - quando ricorda che il suo governo è quello che ha soccorso più immigrati, mentre altri, penso per esempio a quello spagnolo, proprio sugli immigrati usano di norma una mano molto più dura? Mi sembra davvero un caso clamoroso, nei media, di due pesi e di due misure". Peraltro, assicura Vian, i rapporti tra Italia e Santa Sede "sono buoni. Berlusconi è stato il primo a chiarire che non sarebbe andato a Viterbo per la prossima visita del Papa quando ha capito che la sua presenza avrebbe causato strumentalizzazioni". E l'incontro all'Aquila "é saltato per non alimentare le polemiche", ma "si è trattato di un gesto concordato, di responsabilità istituzionale da entrambe le parti. Tanto più che i rapporti tra le due sponde del Tevere - insiste Vian - sono eccellenti, come più volte è stato confermato". Insomma, "nelle relazioni tra Repubblica italiana e Santa Sede non cambia nulla".

Affari Italiani (http://www.affaritaliani.it/politica/dino-boffo-avvenire-osservatore-romano-silvio-berlusconi310809.html)

Mappo
31-08-09, 21:54
Comincio a pensare che nè Feltri nè Boffo mangeranno il panettone seduti davanti alle loro rispettive scrivanie direttoriali.
Nel caso di Feltri il mio sogno nel cassetto il sostituto sarebbe Amicone, attuale direttore di Tempi.

Augustinus
31-08-09, 21:56
Quale estratto di quale casellario giudiziario ?
La lettera anonima maldestramente scritta inviata ad alcuni vescovi due mesi fa ?

Ah..ho capito...

Questa non è la lettera, ma è l'estratto del certificato del casellario di Terni. E, comunque, per tua conoscenza, sul casellario finiscono i reati che un soggetto possa aver commesso ognidove in Italia. :chefico:

Augustinus
31-08-09, 22:01
L'Osservatore romano contro Dino Boffo

"Non si è forse rivelato imprudente ed esagerato paragonare il naufragio degli eritrei alla Shoah, come ha suggerito un editorialista del quotidiano cattolico?"

Lunedí 31.08.2009 11:52

"E' vero, sulle vicende private di Silvio Berlusconi non abbiamo scritto una riga. Ed è una scelta che rivendico, perché ho ottime ragioni". Gian Maria Vian, direttore dell'Osservatore romano, prende le distanze da un giornalismo che "pare diventato - osserva in un colloquio pubblicato dal Corriere della sera - la prosecuzione della lotta politica con altri mezzi. Segno che la politica, in tutti i suoi schieramenti, è piuttosto debole. Infatti da alcuni mesi la contesa tra partiti - spiega - sembra svolgersi soprattutto sui giornali, che hanno assunto un ruolo non soltanto informativo, come mostrano anche le vicende degli ultimi giorni". Sulla solidarietà a Dino Boffo non si discute, ma Vian esprime qualche perplessità sulle scelte di Avvenire: "Non si è forse rivelato imprudente ed esagerato - chiede - paragonare il naufragio degli eritrei alla Shoah, come ha suggerito un editorialista del quotidiano cattolico?".

E "come dar torto al ministro degli Esteri italiano - insiste il direttore dell'Osservatore romano - quando ricorda che il suo governo è quello che ha soccorso più immigrati, mentre altri, penso per esempio a quello spagnolo, proprio sugli immigrati usano di norma una mano molto più dura? Mi sembra davvero un caso clamoroso, nei media, di due pesi e di due misure". Peraltro, assicura Vian, i rapporti tra Italia e Santa Sede "sono buoni. Berlusconi è stato il primo a chiarire che non sarebbe andato a Viterbo per la prossima visita del Papa quando ha capito che la sua presenza avrebbe causato strumentalizzazioni". E l'incontro all'Aquila "é saltato per non alimentare le polemiche", ma "si è trattato di un gesto concordato, di responsabilità istituzionale da entrambe le parti. Tanto più che i rapporti tra le due sponde del Tevere - insiste Vian - sono eccellenti, come più volte è stato confermato". Insomma, "nelle relazioni tra Repubblica italiana e Santa Sede non cambia nulla".

Affari Italiani (http://www.affaritaliani.it/politica/dino-boffo-avvenire-osservatore-romano-silvio-berlusconi310809.html)

Ogni buon cattolico dovrebbe astenersi dal leggere Avvenire. :chefico:

Augustinus
31-08-09, 22:11
Cosa della sua condotta morale cozza con le sue responsabilità editoriali

E' evidente che uno, nella sua condizione, è la persona meno adatta a fare paternali a chiunque esso sia. Se non ricordo male, un tale diceva: chi è senza peccato, scagli per primo la pietra .... . E certamente un soggetto come Boffo, forse, dico forse, da quel che sembra, doveva essere la persona indicata a parlare di morale "godereccia". :chefico:


e cosa invece impedisce al Capo del Governo di dimettersi dato i suoi trascorsi girudiziario/goderecci a luci rosse (pubblicamente stigmatizzati dalla consorte e dalla prole e non solo dalla stampa) cozzano pesantemente con il ruolo che occupa ?

Di grazia: che influenza hanno fatti privati nella vita pubblica? Torno a dire che non siamo puritani-calvinisti. Non so tu ..... . :chefico:


Ha dato fastidio che la stampa cattolica se ne sia occupata.
Ha dato fastidio che sia stato additato come esempio da non seguire.
Ha dato fastidio anche a tanti cattolici questo.
Che dovrebbero chiedersi se il loro modello è Cristo o Berlusca.

Non ha dato fastidio il fatto che la stampa c.d. "cattolica" (le virgolette sono d'obbligo) si sia occupato della vita privata di un personaggio pubblico. Non è questo il punto. Il punto è che questa stampa c.d. "cattolica", e segnatamente Avvenire, si sia spinta a fare paternali e predicozzi moralistici proprio provenienti da un soggetto che, si è scoperto oggi, quanto a moralità ..... beh .... lascerebbe a desiderare ..... .


Si. Che i cattolici si facciano gli affari loro e pensino a pregare.
Di nascosto magari.

Che a mandare avanti il paese ci pensa Fabrizio Corona...

...opsss, pàrdon : Vittorio Feltri.

Certo che fai un bel po' di confusione. Che c'emtra Feltri con Corona e soprattutto che c'entra in questa vicenda? Questi paragoni e parallelismi li capisci solo tu ..... .


"Il Giornale di Feltri confesso che non lo guardo nemmeno, per non avere dispiaceri.
Mi sento come un padre che ha un figlio drogato e preferisce non vedere.
Comunque, non è la formula ad avere successo, è la posizione:
Feltri asseconda il peggio della borghesia italiana.
Sfido che trova i clienti!".

Indro Montanelli 12 aprile 1995

Da quando in qua Indro Montanelli, che aveva aderito intellettualmente al protestantesimo, è il tuo vangelo? :D

Mappo
31-08-09, 22:21
Ogni buon cattolico dovrebbe astenersi dal leggere Avvenire. :chefico:

Avvenire resta comunque un ottimo quotidiano, da circa un anno lo leggo quotidianamente assieme al Giornale e pur talvolta non condividendo al 100% alcune sue prese di posizione ho sempre apprezzato sia il quotidiano che gli interventi del suo direttore.
Vogliamo forse paragonare Avvenire con Famiglia Cristiana?
Se la CEI dovesse ritenere che questi fatti (sempre che risultino incontestabilmente veri) incrinino il rapporto di fiducia con Boffo provvederanno in merito, ma mi auguro che lo facciano solo quando il clamore di questa disgraziata vicenda si sarà spento. Certo non ora.
Come ho già detto in precedenza il metodo usato da Feltri per sbattere in prima pagina il caso, impedisce un giudizio, è come in quei sistemi giudiziari dove le prove che vengono fornite in violazione delle leggi non possono essere utilizzate ai fini del giudizio.
Francamente ritengo molto più urgenti le dimissioni di Feltri che quelle di Boffo e lo dico da lettore ultraventennale de "Il Giornale"

Augustinus
31-08-09, 22:37
Avvenire resta comunque un ottimo quotidiano, da circa un anno lo leggo quotidianamente assieme al Giornale e pur talvolta non condividendo al 100% alcune sue prese di posizione ho sempre apprezzato sia il quotidiano che gli interventi del suo direttore.
Vogliamo forse paragonare Avvenire con Famiglia Cristiana?

Beh .... non è che ci sia tantissima differenza .... o differenze insormontabili ..... .
Per questo, ogni buon cattolico dovrebbe astenersi dal leggere certi quotidiani e settimanali "cattolici".


Se la CEI dovesse ritenere che questi fatti (sempre che risultino incontestabilmente veri) incrinino il rapporto di fiducia con Boffo provvederanno in merito, ma mi auguro che lo facciano solo quando il clamore di questa disgraziata vicenda si sarà spento. Certo non ora.

La CEI, rinnovando la fiducia a questo direttore, sta facendo una pessima figura, visto che sono stati coinvolti nomi di "vescovi" e "prelati".... che sapevano .... eppure hanno taciuto e non hanno smentito. Solo il card. Ruini si è limitato ad una difesa formale (affermando di non essersi pentito della scelta di Boffo .... ma nulla più). Gli altri, pur tirati in ballo, hanno preferito tacere ... . A questo punto, la CEI, già tanto sfiduciata per certi suoi giudizi, cadrà ancor più in disgrazia.


Come ho già detto in precedenza il metodo usato da Feltri per sbattere in prima pagina il caso, impedisce un giudizio, è come in quei sistemi giudiziari dove le prove che vengono fornite in violazione delle leggi non possono essere utilizzate ai fini del giudizio.

Il casellario è un documento pubblico e che chiunque, avendo i dati del soggetto, può reperire. Se è pubblico, ergo nessuna legge è stata violata. Al limite, può essere stata violata una norma - non scritta - di buon gusto e di opportunità. Ma non è stata violata la legge. Visto poi che si tratta di una risposta ad un soggetto che millantava dare lezioni di moralismo proprio quando egli stesso era incorso in un peccato - presumibilmente - della stessa natura, o, meglio, se non peggiore .... beh ..... vale il detto "chi la fa l'aspetti" ..... .


Francamente ritengo molto più urgenti le dimissioni di Feltri che quelle di Boffo e lo dico da lettore ultraventennale de "Il Giornale"

Francamente non ne vedo nè il motivo nè l'opportunità. Ha fatto il suo lavoro: uno scoop, che ha messo nell'angolo un censore della vita altrui, ma non della propria. :chefico:

Prinz Eugen
31-08-09, 22:47
Si dimetta chi ha innescato una spirale di fango di cui non si sentiva il bisogno.

E chi gli succederà veda di attaccare il governo nel merito delle decisioni politiche (avversando esplicitamente le misure di contrasto all'immigrazione se lo ritiene opportuno) invece di appendersi alla vita privata del premier.

codino
02-09-09, 00:19
ERA TUTTO VERO!!!

pagò ammenda di 516 euro. Testimoni: «direttore avvenire Conosceva donna molestata»
Boffo, ecco il decreto penale di condanna
Il giudice ha autorizzato i giornalisti a farne copia ma ha vietato l'accesso indiscriminato agli atti del procedimento


TERNI - La data è quella del 9 agosto del 2004. L'oggetto è il decreto penale che condannò cinque anni fa il direttore di Avvenire Dino Boffo al pagamento di un'ammenda di 516 euro per molestie personali. Le due pagine di provvedimento, emesso allora dal gip di Terni, Augusto Fornaci, e con il nome della parte offesa che compare cancellato, è stato messo a disposizione dei giornalisti, come disposto dal gip Pierluigi Panariello. Il giudice per le indagini preliminari ha sì autorizzato i cronisti a fare copia del decreto, vietando però un accesso indiscriminato agli atti del procedimento.

IL DECRETO - Nel decreto penale si legge che Dino Boffo è stato imputato «del reato di cui all'articolo 660 c.p. perché, effettuando ripetute chiamate sulle sue utenze telefoniche nel corso delle quali la ingiuriava anche alludendo ai rapporti sessuali con il suo compagno (condotta di reato per la quale è stata presentata remissione di querela) per petulanza e biasimevoli motivi recava molestia a '...omissis...'. In Terni dall'agosto 2001 al gennaio 2002». Il gip Panariello, parlando con i giornalisti, ha specificato che la frase relativa ai rapporti sessuali fa riferimento a quelli tra la denunciante e il proprio compagno e che nel fascicolo processuale non c'è alcun riferimento alle inclinazioni sessuali del direttore di Avvenire. Sempre secondo quanto riferito dal gip nel fascicolo conservato al tribunale di Terni sono presenti anche le deposizioni di alcuni testimoni che confermavano la conoscenza tra Boffo e la donna della denuncia. Il direttore di Avvenire ha sempre sostenuto di non essere l'autore delle telefonate «ma questa tesi - ha detto Panariello - non è stata approfondita poiché evidentemente non ritenuta attendibile da chi indagava».

LA DECISIONE - L'omissis nel testo è quello relativo al nome della donna molestata: il gip ha infatti disposto che dal decreto penale di condanna venga cancellato il nome della persona offesa. Panariello ha reso noto che il procuratore della Repubblica di Terni Fausto Cardella aveva invece espresso parere favorevole alla messa a disposizione dei giornalisti di tutti gli atti del fascicolo, celando comunque il nome della persona offesa. «Ritengo - ha detto il gip - che il diritto di cronaca possa essere soddisfatto attraverso la divulgazione del fatto, cioè di come si è concluso il procedimento». Secondo Panariello la conoscenza degli atti processuali va riservata alle parti coinvolte che, «se lo vogliono possono poi metterli a disposizione». Panariello ha tra l'altro detto che «in questi giorni» i difensori di Boffo hanno chiesto copia degli atti del fascicolo.

SALVAGUARDATO DIRITTO DI CRONACA - «Considerato che il diritto di cronaca deve essere inteso come libertà di divulgare e pubblicare fatti - ha scritto il gip nel dispositivo con il quale ha disposto l'accesso per i giornalisti al solo decreto penale di condanna e non a tutti gli atti - e che, pertanto, tale diritto nella fattispecie appare salvaguardato attraverso il rilascio di copia del decreto penale di condanna conclusivo del procedimento, con la cancellazione delle generalità della persona offesa e del suo difensore, a tutela del diritto alla riservatezza di questi ultimi, trattandosi di un fatto oggettivo accertato con decisione irrevocabile e, quindi, suscettibile di essere divulgato anche a mezzo di cronaca giornalistica, nell'interesse generale alla conoscenza di fatti di pubblico interesse, mentre i presupposti per l'esercizio di tale diritto non appaiono ricorrere con riferimento ai singoli atti processuali, suscettibili di varie interpretazioni e che quindi non appare opportuno fare uscire dalla più appropriata sede giudiziaria».

TESTIMONI: CONOSCEVA LA DONNA MOLESTATA - Panariello ha spiegato che nel corso dell'indagine che a Terni ha coinvolto Boffo sono stati sentiti alcuni testimoni che hanno «confermato» la conoscenza tra il direttore di Avvenire e la donna che lo denunciò per molestie personali. Il giudice ha confermato che agli atti non ci sono intercettazioni ma i tabulati telefonici relativi alle udienze di Boffo.

«DONNA MOLESTATA VICINA ALLA CURIA TERNANA» - A tracciare un identikit della donna al centro della vicenda che portò alla condanna per molestie di Boffo ci pensa Panorama. Il settimanale parla di una giovane all'epoca dei fatti poco più che ventenne, appartenente ad una nota famiglia ternana che ha legami molto stretti con la curia cittadina, allora non sposata ma fidanzata con un giovane più grande di lei. Nel numero in edicola giovedì Panorama racconta i retroscena della vicenda che sta infiammando il mondo politico, ricostruendo momento per momento, attraverso testimonianze e documenti, la genesi e l'evoluzione della vicenda che portò alla condanna di Boffo a Terni.


01 settembre 2009

Boffo, ecco il decreto penale di condanna - Corriere della Sera (http://www.corriere.it/cronache/09_settembre_01/terni_boffo_gip_decreto_penale_d85fd2ac-96e5-11de-864c-00144f02aabc.shtml)

Supermario
02-09-09, 01:01
Berlusconi è un mito :D non solo incassa con menefreghismo le critiche di parte dei Cattolici sulla sua vita privata e non si dimette... ma riuscirà a far dimettere un "prete" per il solito motivo.. :D

Chapeau!.

Rollingstone
02-09-09, 11:13
Questa non è la lettera, ma è l'estratto del certificato del casellario di Terni. E, comunque, per tua conoscenza, sul casellario finiscono i reati che un soggetto possa aver commesso ognidove in Italia. :chefico:

A quell'estratto, allegato, c'e' un "curriculum" chiaramente scritto con terminologia non giuridica e da mano non "esperta". Tutto il pacchetto è stato spedito da fonte anonima a molti vescovi qualche mese fa.

Chissa da chi e perchè....

Rollingstone
02-09-09, 11:25
La CEI, rinnovando la fiducia a questo direttore, sta facendo una pessima figura, visto che sono stati coinvolti nomi di "vescovi" e "prelati".... che sapevano .... eppure hanno taciuto e non hanno smentito. Solo il card. Ruini si è limitato ad una difesa formale (affermando di non essersi pentito della scelta di Boffo .... ma nulla più). Gli altri, pur tirati in ballo, hanno preferito tacere ... . A questo punto, la CEI, già tanto sfiduciata per certi suoi giudizi, cadrà ancor più in disgrazia.



La CEI, per tua informazione, è l'assemblea di tutti i vescovi italiani.
Sostenere, quindi, che sarebbe già tanto sfiduciata e che
cadrà ancor di più in disgrazia è affermazione bislacca e
senza capo nè coda. Ossia senza senso.
Può cadere in dissgrazia rispetto a te, ma questo non ha importanza.
L'opera di propaganda anticattolica così fatta è il proseguo del lavoro iniziato da Feltri ed è migliore di quello dei laicisti.

La "sottile" equazione che ne scaturisce è : Boffo-delinquente-la CEI lo sostiene ed è quindi sfiduciata-il Papa sostiene la CEI indi la Chiesa cattolica è un covo di delinquenti e il Papa un abusivo sul trono di Pietro.

Sempre lì intorno giriamo (anzi, girate).

Nemmeno all'uaar riescono a fare lavoretti così sopraffini....:chefico:



01/09/2009 - Il Santo Padre alla Conferenza Episcopale Italiana
Comunicato stampa dell'Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali


Nel pomeriggio di oggi martedì 1° settembre è intervenuta una telefonata tra il Santo Padre, Benedetto XVI, e il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova.

Il Santo Padre ha chiesto notizie e valutazioni sulla situazione attuale ed ha espresso stima, gratitudine ed apprezzamento per l’impegno della Conferenza Episcopale Italiana e del suo Presidente

http://www.chiesacattolica.it/pls/cci_new/bd_home_cci.vis?id_n=2004

Ginny
02-09-09, 12:54
Credo che tutta questa faccenda faccia parte del programma di dismissione del Berlusca che la Chiesa italiana sta portando avanti. Probabilmente Boffo è stato considerato sacrificabile e "mandato avanti". Era prevedibile che i valletti di Berlusconi avrebbero usato tutti i mezzi per vendicare l'affronto di disubbidienza.
A me comunque può solo far piacere se finalmente la CEI ritrova il senno e la decenza e la smette di far finta di credere che il Silvio è un Grande Difensore della Cristianità...:sese:

Mappo
03-09-09, 00:05
Credo che tutta questa faccenda faccia parte del programma di dismissione del Berlusca che la Chiesa italiana sta portando avanti. Probabilmente Boffo è stato considerato sacrificabile e "mandato avanti". Era prevedibile che i valletti di Berlusconi avrebbero usato tutti i mezzi per vendicare l'affronto di disubbidienza.
A me comunque può solo far piacere se finalmente la CEI ritrova il senno e la decenza e la smette di far finta di credere che il Silvio è un Grande Difensore della Cristianità...:sese:

Spero ce ti renderai conto che hai tirato in ballo la Chiesa in qualcosa in cui essa non ha nulla a che fare. Un brutto vizio che di questi tempi troppi (a volte anche il sottoscritto) tendiamo ad avere, ma il fatto che sia un vizio comune non cancella il fatto che sia una cosa pessima, se scherzavi OK, se lo dici anche solo con un minimo di credenza allora fermati e riflettici. E' appena il caso di notare che avrei detto lo stesso se qualche fan di Berlusconi avesse fatto la stessa ricostruzione in modo speculare.

Lasciamo in pace la Chiesa, poi alle elezioni tu sei libera di non votare Berlusconi ed io di votarlo.

Ginny
03-09-09, 09:55
Spero ce ti renderai conto che hai tirato in ballo la Chiesa in qualcosa in cui essa non ha nulla a che fare.
La Chiesa non fa "anche" politica, Mappo? Avvenire non è il quotidiano della CEI? Non mi piace l'ipocrisia, e, se fanno politica, anche gli uomini di Chiesa si sottopongono a giudizi politici. Diversamente crediamo nell'omertà (che non è un valore cristiano).

Popolare
03-09-09, 11:15
Infatti io ancora non ho capito: come mai Boffo ancora non si è dimesso? E' o non è vero che è stato condannato per molestie, e che la sua condotta morale oggettivamente cozza con le responsabilità che il suo ruolo editoriale comporta? :conf:
non si è dimesso il presidente del consiglio, perchè dovrebbe farlo un povero direttore di giornale?
Comuque sia spero che si torni a parlare di politica al più presto!

Mappo
03-09-09, 11:26
La Chiesa non fa "anche" politica, Mappo? Avvenire non è il quotidiano della CEI? Non mi piace l'ipocrisia, e, se fanno politica, anche gli uomini di Chiesa si sottopongono a giudizi politici. Diversamente crediamo nell'omertà (che non è un valore cristiano).

Se occuparsi dell'uomo è far "politica" la Chiesa fa e deve fare politica, altro, se mi permetti, è immaginarsi la CEI, o il Vaticano impegnarsi in machiavellici complotti con o senza agnelli sacrificali. Non si tratta di essere degli ingenui fiorellini, come cristiani dobbiamo avere fiducia filiale nei confronti della Chiesa e dei suoi pastori e pregare Dio perchè mai permetta che a qualcuno venga in mente di usare la Chiesa per giochini come quelli che tu teorizzavi, chiunque ne dovesse essere il bersaglio.

codino
03-09-09, 15:18
http://forum.politicainrete.net/cattolici-politica/21778-boffo-si-e-dimesso.html#post415282

msdfli
03-09-09, 15:34
Saranno anche patacche ma intanto si è dimesso.

Ricordatevi cosa scrisse Messori 2 gg fa

codino
03-09-09, 15:36
LE RIFLESSIONI DELL’INTELLETTUALE CATTOLICO
La prudenza mancata
e le conseguenze di un danno enorme
«Sconcerto per la gestione del caso mediatico»

Come a tutti, nel milieu, pure a me, da tempo, giungevano voci su una compari zione davanti a un giudice di «Boffo dottor Dino, da Asolo» per una storia omosessua le. Ma perché a Terni? Perché, rispondeva no con un sorrisetto malizioso, da quelle parti sta la comunità di don Gelmini, sul quale pure correvano voci e che fu poi ri dotto allo stato laicale perché accusato di abusi pederastici. Seppi in seguito che alcu ni avevano cercato di ottenere dal tribuna le gli atti: documenti pubblici, secondo la legge, ma non concessi a tutela della repu tazione dell’imputato. Ma neanche così, da cattolico, ero tran quillo. Prima o poi, c’è sempre qualcuno che (per avversione politica, per vendetta, per ricerca di scoop) porta alla luce i dos sier imbarazzanti. È puntualmente avvenu to, con l’enorme danno d’immagine che paventavo, per la Chiesa, quale che sia lo svolgimento futuro della vicenda. Sia chia*ro: confermo a Dino vicinanza fraterna per il momento durissimo che sta viven do, augurando a lui — e a noi — di potere tutto chiarire. Mi sia permessa, tra l’altro, una testimonianza che conferma la sua onestà professionale. Tra i cattolici molti sono convinti (malgrado le mie smentite) che si debba a lui l’interruzione della rubri ca bisettimanale, «Vivaio», che tenni per anni su Avvenire e che, assieme ad avver sari, contava anche lettori appassionati.

La fine di quella rubrica fu una mia deci sione del tutto autonoma che, anzi, mi pro vocò le lagnanze risentite e sincere di Bof fo. In ogni caso, grazie a lui abbiamo ammi rato il salto di qualità e di autorevolezza di un giornale che, in certi periodi, pareva un grigio bollettino ufficioso.

Questo precisato, onestà ci induce a con fessare lo sconcerto per la condotta dei ge rarchi ecclesiali da cui dipende il media-sy stem cattolico. Di questo, Boffo è il cardi ne: responsabile di Avvenire ; di Sat2000, la tv sulla quale la Cei ha riversato e riversa milioni; di InBlu, il network radiofonico con ben 200 emittenti. Un uomo-istituzio ne, ai vertici sensibili, seppur laico, della istituzione ecclesiale. Praticando la storia della Chiesa, ne ammiravo una costante: cardinali e vescovi hanno sempre accom pagnato a ogni virtù quella della pruden za, vegliando occhiutamente per stornare i pericoli.

Ci chiediamo che sia successo ora. In ef fetti, dopo la sentenza del 2004, la pruden za tradizionale avrebbe suggerito di chiede re al «condannato» di defilarsi, assumen do altre cariche, meno esposte a ricatti e a scandali. E questo anche se si fosse tratta to di un equivoco, di una vendetta, di un errore giudiziario.

Plutarco loda Cesare che ripudiò la mo glie sulla base di sospetti inconsistenti, di cendo che il prestigio del Capo di Roma non tollerava ombre, pur se inventate. La sentenza di Terni è contestabile? Tutto è davvero una «patacca»? Se sarà dimostra to, come crediamo e speriamo, tireremo un sospiro di sollievo. Ma, intanto, un uomo immagine della Chiesa italiana ha campeggiato e campeggerà a lungo sulle prime pagine, sospettato dei gusti «diversi» la cui ombra grava oggi, più che mai, sugli ambienti clericali.

Il caso prima o poi sarebbe venuto alla luce, e in modo malevolo: perché, allora, attendere 5 anni senza cautelarsi, diminuendo la visibilità? E questo, pure in caso di coscienza limpida. Se un giornale ha «sbattuto il mostro in prima pagina», è perché car dinali e vescovi cui competeva non lo han no destinato ad altri incarichi, lontani dalle aggressioni politiche. Domande difficili, certo.

Ma domande di un credente che sa che l’immagine della Chiesa non aveva biso gno di un altro caso che permettesse a mol ti di scuotere il capo borbottando, magari ingiustamente: «Tanto, lo sappiamo: i preti e i loro amici fanno i moralisti con noi ma loro, di nascosto, fanno anche peggio…». Comunque vada, l’ombra e il sospetto reste ranno. Costa caro, l’oblio della virtù della prudenza.

di VITTORIO MESSORI corriere.it
Messori Boffo :: VIP (http://www.vip.it/messori-boffo/)

Augustinus
04-09-09, 08:35
A quell'estratto, allegato, c'e' un "curriculum" chiaramente scritto con terminologia non giuridica e da mano non "esperta". Tutto il pacchetto è stato spedito da fonte anonima a molti vescovi qualche mese fa.

Chissa da chi e perchè....

E tu che ne sai? Come fai a giudicare se quella "nota" sia scritta in termini giuridici? :gratgrat:
A me interessa, comunque, il documento, non la nota che ha, al più, valore esplicativo del fatto.

parossitona
04-09-09, 18:14
A me interessa, comunque, il documento, non la nota che ha, al più, valore esplicativo del fatto.
Certo, la nota è più falsa della donazione di costantino!

Augustinus
04-09-09, 21:17
Certo, la nota è più falsa della donazione di costantino!

Sinora la nota non è stata smentita, almeno per i FATTI che racconta e cioè che Boffo ha una condanna penale per molestia alle persone nè d'altronde lo stesso Boffo ha contestato che abbia tendenze omosessuali e che la condanna riguardi il caso della molestia ad una donna ternana, che si opponeva alla frequentazione sentimentale del marito col Boffo stesso. Questi fatti non sono stati contestat nè negatii. :chefico:

Ginny
04-09-09, 23:23
Se occuparsi dell'uomo è far "politica" la Chiesa fa e deve fare politica, altro, se mi permetti, è immaginarsi la CEI, o il Vaticano impegnarsi in machiavellici complotti con o senza agnelli sacrificali. Non si tratta di essere degli ingenui fiorellini, come cristiani dobbiamo avere fiducia filiale nei confronti della Chiesa e dei suoi pastori e pregare Dio perchè mai permetta che a qualcuno venga in mente di usare la Chiesa per giochini come quelli che tu teorizzavi, chiunque ne dovesse essere il bersaglio.

Caro Mappo, premesso che io amo abbastanza la mia Chiesa da non aver bisogno di immaginarmela migliore di quel che è, non posso esimermi dall'avere un paio di occhi e dall'usarli. Ovviamente senza pretendere di dare giudizi infallibili, ma ci sono alcune cosette accadute negli ultimi anni che secondo me dicono chiarissimamente quanto la Chiesa italiana abbia prima blandito (e si sia lasciata blandire) e attualmente stia scaricando il premier Berlusconi e la coalizione di governo. Sulle questioni di bioetica (pillola Ru486, testamento biologico), sui finanziamenti alla scuola cattolica, sulle esenzioni fiscali per i beni ecclesiali questo governo ha dimostrato di voler/poter dare alla Chiesa più di quanto non voglia/possa dare il centrosinistra. E Berlusconi, ce ne siamo accorti tutti, tiene tantissimo a corteggiare l'elettorato cattolico e a farsi gran vanto dei suoi buoni rapporti con i vescovi.
D'altra parte, chi può negare che di recente l'idillio s'è incrinato? Anche questo è evidente. E non può essere perché alla CEI si siano improvvisamente accorti che il nonnetto è un vecchio satiro poco raccomandabile, mentre prima lo credevano un sant'uomo. Probabilmente, Berlusconi non fa più comodo, forse perché ormai sta arrivando a fine carriera ed è ora di propiziarsi nuove alleanze, non saprei dire.
Non so perché immaginarsi Bagnasco che studia tattiche politiche ti debba impressionare tanto. Gli uomini di Chiesa lo hanno sempre fatto, puoi pensare da te a un migliaio di esempi in tutte le epoche storiche; senza stare a scomodare il cardinale Richelieu basti pensare alla diplomazia vaticana che è (era, pare che adesso sia un po' più maldestra) proverbiale per sottigliezza e astuzia.
Questo non sminuisce affatto la missione divina della Chiesa. Ci sono stati i peggiori peccatori alla sua guida ma ciò non è bastato a distruggerla. Io sono dell'idea che a danneggiare la Chiesa sono molto di più le brave persone che i peccatori. :)

albiy
05-09-09, 10:02
Sinora la nota non è stata smentita, almeno per i FATTI che racconta e cioè che Boffo ha una condanna penale per molestia alle persone nè d'altronde lo stesso Boffo ha contestato che abbia tendenze omosessuali e che la condanna riguardi il caso della molestia ad una donna ternana, che si opponeva alla frequentazione sentimentale del marito col Boffo stesso. Questi fatti non sono stati contestat nè negatii. :chefico:

Ma secondo te dovrebbe smentire una nota anonima che non si sa da dove provenga?

Inoltre Boffo non ha il dovere di spiegare urbi et orbi le sue vicende private.

Pieralvise
05-09-09, 10:05
ERA TUTTO VERO!!!

pagò ammenda di 516 euro. Testimoni: «direttore avvenire Conosceva donna molestata»
Boffo, ecco il decreto penale di condanna
Il giudice ha autorizzato i giornalisti a farne copia ma ha vietato l'accesso indiscriminato agli atti del procedimento

[.....]

01 settembre 2009

Boffo, ecco il decreto penale di condanna - Corriere della Sera (http://www.corriere.it/cronache/09_settembre_01/terni_boffo_gip_decreto_penale_d85fd2ac-96e5-11de-864c-00144f02aabc.shtml)

Ma questo articolo non lo commenta nessuno?

Augustinus
06-09-09, 09:50
Ma secondo te dovrebbe smentire una nota anonima che non si sa da dove provenga?

Non è tanto la nota, quanto la condanna penale che dovrebbe giustificare. Le cose son diverse.


Inoltre Boffo non ha il dovere di spiegare urbi et orbi le sue vicende private.

Beh .... Boffo è un personaggio pubblico e come altri deve spiegare la propria condotta morale privata, altrettanto Boffo deve spiegare, anche in ragione del fatto che lui, come cattolico, si è spinto a formulare giudizi morali sulla vita privata altrui. :chefico:

Ginny
06-09-09, 10:02
Beh .... Boffo è un personaggio pubblico e come altri deve spiegare la propria condotta morale privata, Esattamente come Berlusconi, perciò....:ciaociao:

Prinz Eugen
06-09-09, 10:12
Esattamente come Berlusconi, perciò....:ciaociao:

OmuJAOiR74c