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Visualizza Versione Completa : Mani pulite è stato il 'braccio giudiziario' del Pci-Pds?...



Fecia di Cossato
07-03-02, 12:28
cari amici
a questa domanda criciale il Comandante Fecia di Cossato aveva iniziato a raccogliere elementi con lo scopo di fornire, nei limiti di quanto umanamente possibile s'intende, una plausibile risposta, fino a quando la 'crisi' del sito 'storico' di PoL ha interrotto il suo lavoro, proprio quando si stava entrando nella fase più interessante.
Augurandomi di fare cosa gradita agli amici e lettori interessati all'argomento, voglio cogliere l'occasione offerta da questo 'revival' di PoL per cercare di riaprire e se possibile portare a conclusione il discorso a suo tempo iniziato.
Senza perdere troppo tempo ad esaminare le vicende più note di Tangentolpoli, ossia la 'persecuzione giudiziaria' della quale furono oggetto i partiti politici che un paio di lustri or sono governavano il Paese [Dc, Psi, Pri, Pli e Psdi] e dalla quale 'miracolosamente' non venne toccato il Pci, mi soffermerò maggiormente invece su aspetti che di solito sono classificati come 'secondari' e che invece contribuiscono in modo essenziale alla ricostruzione obiettiva di quelle vicende.
Prima di 'rincominciare', allo scopo di fornire una generale comprensione del contesto, riporto qui di seguito la cronologia degli eventi di quello che fu certamente l'anno 'cruciale' di Tangentopoli: il 1993.

un cordiale benritrovato a tutti!...a risentirci!...

P.S. Vorrei rivolgere un cordiale preghiera all'utente Brunik, nel caso volesse intervenire nella discussione, ove naturalmente è il benvenuto, di evitare se gli è possibile di inondarci con le sue consuete migliaia di articoli del Corriere della Sera...

...ringrazio anticipatamente per la comprensione dimostrata...

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http://utenti.lycos.it/Submarine/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato



Gli avvenimenti dei 1993

Gennaio

4 - ‘Mani pulite’: suicidio del geometra Roberto Spallarossa dell'ospedale San Matteo di Pavia. è il sesto dall'inizio delle inchieste.

7 - Il comitato ristretto del Senato comincia la discussione per la riforma del finanziamento pubblico dei partiti.

8 - Secondo avviso di garanzia a Craxi per corruzione e violazione della legge sul finanziamento dei partiti. Craxi dichiara: mi vogliono eliminare dalla scena politica.

9 - ‘Mani pulite’ approda a Roma e scattano le manette per un appalto di pulizie ll'Ente Eur.

10 - La mozione di sfiducia del Pds prepara il confronto per il dopo Amato.

13 - 41 ipotesi di reato in un fascicolo di 122 pagine: è la richiesta di autorizzazione a procedere contro il segretario socialista Bettino Craxi.

14 - Via libera dal Parlamento per 12 autorizzazione a procedere. Tra gli inquisiti l'ex ministro dei Trasporti Carlo Bernini (Dc), il segretario amministrativo della Dc Severino Citaristi e il parlamentare socialista Sisinio Zito.

20 - Si comincia ad indagare sulla vicenda Eni-Montedison in seguito ad una dichiarazione di Giacomo Mancini relativamente ad interessi del Psi.

22 - Scoperto il ‘Conto protezione alla filiale dell'Unione delle Banche Svizzere di Lugano’ che, secondo un magistrato svizzero, serviva a finanziare il Psi.

24 - Craxi chiede che si apra un'inchiesta parlamentare sul finanziamento di tutti i partiti.

25 - La Corte d'appello svizzera decide di liberare il ‘Conto protezione’ dal segreto bancario

26 - I magistrati ordinano la perquisizione di casa e ufficio dell'ex presidente della Montedison Giuseppe Garofano.
Martelli rifiuta l'eventuale segreteria del Psi sotto tutela di Craxi.

27 - Decollano le inchieste su Enimont e Anas.

28 - L'ex ministro dei Trasporti Prandini coinvolto nell'inchiesta sull'Anas. Nuove prove contro Craxi.

29 - Perquisizione della sede amministrativa del Psi a Roma. A Milano Giovanni Manzi racconta la spartizione delle tangenti fra Psi, Dc, Pri e Psdi. Terzo avviso di garanzia. per Craxi, secondo per De Mchelis, settimo per Citaristi. Le accuse a Craxi riguardano denaro illecito dirottato su diversi conti esteri.

30 - Il Pm Gherardo Colombo descrive la mole di lavoro del Palazzo di Giustizia affermando: ‘qui tutti parlano’.
Si costituisce Giorgio Casadei, segretario di De Michelis. Craxi afferma: ‘l'atmosfera non è di rinnovamento, ma di disfacimento della democrazia’.

31 - Si costituisce Valerio Bitetto, socialista, ex Anas ed ex amministratore dell'Enel. E' l'arrestato n. 110.


Febbraio

1 - La segreteria del Psi non riesce a raggiungere accordi sul nome del nuovo segretario.

3 - Ottavo avviso di garanzia per Severino Citaristi, quarto per Bettino Craxi e secondo per Paolo Pillitteri.
A Milano il consigliare regionale repubblicano Antonio Savoia tenta il suicidio per timore di essere coinvolto nello scandalo tangenti. Occhetto illustra alla Camera la sua mozione di sfiducia contro il governo Amato.

4 - Il procuratore di Milano Borrelli dichiara che l'incursione della finanza alla Camera in cerca dei bilanci del Psi è stata solo un equivoco.

5 - Il governo Amato ottiene la fiducia con 321 voti contro 255 delle opposizioni. La Cassazione nega la libertà al dirigente del Sisde Bruno Contrada accusato da quattro pentiti di collusione con cosche mafiose.

6 - Scalfaro chiede al governo che si indaghi ancora sulla mancata ricostruzione dell'Irpinia. Il pentito Francesco Mannoia avrà stipendio e protezione negli Stati Uniti come Tommaso Buscetta in cambio della collaborazione con la giustizia.

7 - Si costituisce Silvano Larini latitante da 8 mesi considerato uomo chiave per ricostruire la mappa dei finanziamenti illeciti al Psi.

8 - A Isernia una lista che raccoglie la sinistra e i partiti laici sconfigge la Dc che scende dal 61 al 39%.
Ciampi voleva dimettersi a settembre. Piena fiducia al governatore da Giuliano Amato. Si apre la corsa alla successione. Secondo avviso di garanzia per Antonio Del Pennino e primo per Italico Santoro, entrambi repubblicani, per il caso Enel. Avviso di garanzia a Vittorio Sbardella, Dc, per mazzette concernenti la metropolitana di Roma.

9 - Il socialista Silvano Larini rivela di essere l'intestatario del 'conto protezione' e chiama in causa Craxi e Martelli.
Nel caso Enel spunta anche il nome dell'ex segretario Dc Forlani.

10 - Raggiunto da un avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta, il ministro della Giustizia Claudio Martelli si dimette dal governo e dal Psi.

11 - Travolto da ‘Mani pulite’ Craxi rimette il suo mandato di segretario dopo più di sedici anni all'assemblea socialista. Valdo Spini e Giorgio Benvenuto sembrano gli unici candidati a sostituirlo.

12 - L'assemblea socialista elegge Benvenuto segretario con il 56% dei voti. Valdo Spini ottiene il 41%.
Gli altri ministri inquisiti Carmelo Conte, Giovanni Goria e Francesco De Lorenzo per il momento rimangono al loro posto. Il Pm Di Pietro chiede nuove regole per moralizzare il paese.

13 - Avviso di garanzia a Gabriele Cagliari, presidente dell'Eni, per false comunicazioni sociali e peculato.
Avviso di garanzia per tangenti all'ex ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino. Altri avvisi di garanzia per la metropolitana romana, per l'Anas e per il cosiddetto ‘Irpiniagate’. Segni dichiara di voler creare un nuovo partito.

15 - Imminenti avvisi di garanzia per tutta l'ex giunta dell'Eni e per Raul Gardini. L'ex presidente dei Csm Ugo Zilleti in manette per bancarotta.

16 - Dal 1970 al 1980 l'Eni costituì fondi neri per rifornire i partiti: 40% a Dc e Psi, 10% a Psdi e Pri. Raggiunti da avvisi di garanzia i sottosegretari Vito Bonsignore, Dc, e Claudio Lenoci, Psi. Dopo 395 giorni Giainpiero Borghini si dimette da sindaco di Milano.

17 - Interrogato per sette ore a Milano sul ‘conto protezione’ Licio Gelli. Incarcerata la fedele segretaria di Craxi Vincenza Tomaselli per concorso in corruzione. Altri due avvisi di garanzia per De Michelis: cooperazione ed Enel.

18 - Previsioni in nero per l'economia. Rischi di instabilità per il governo dopo che Democrazia cristiana e Partito Liberale si oppongono ad un rimpasto desiderato da Amato e il ministro della Sanità De Lorenzo rifiuta di dimettersi.

19 - Il ministro delle Finanze, Giovanni Goria, e quello della Sanità, Francesco De Lorenzo, si dimettono. Le dimissioni di De Lorenzo causate dagli arresti domiciliari di suo padre accusato di aver intascato una mazzetta di 1 miliardo e 700 milioni. Tredicesimo avviso di garanzia per Severino Citaristi e primo per Giusi La Ganga per l'ospedale di Asti. La Ganga si dimette da capogruppo del Psi alla Camera. Arrestato Enzo Carra, ex portavoce di Forlani, per dichiarazioni false e reticenti sull'affare Enimont.

20 - Confermato l'arresto di Carra per timore di un inquinamento delle prove. Avviso di garanzia al presidente del Psdi Antonio Cariglia per concorso in corruzione.

21 - Ampio rimpasto del governo: il liberale Raffaele Costa alla Sanità, Franco Reviglio alle Finanze, Nino Andreatta al Bilancio e al liberale Gianfranco Ciaurro alle Politiche comunitarie. Arrestato Giorgio Medri, ex capo della segreteria del Pri, con l'accusa di corruzione e violazione della legge sul finanziamento dei partiti.

22 - Arrestati Francesco Mattioli, direttore finanziario della Fiat, e Antonio Mosconi, amministratore delegato

22 - Arrestati Francesco Mattioli, direttore finanziario della Fiat, e Antonio Mosconi, amministratore delegato della Toro Assicurazioni, con l'accusa di violazione della legge sul finanziamento ai partiti e corruzione aggravata.
Giuliano Amato dichiara di non voler imporre le dimissioni ai molti sottosegretari raggiunti da avvisi di garanzia.

23 - Il governo chiederà il voto di fiducia sul rimpastino ministeriale. L'intera giunta regionale veneta travolta da Tangentopoli. ‘Sparisce’ Sergio Castellari, ex direttore generale delle Partecipazioni statali.

24 - Conso prepara la soluzione politica per Tangentopoli: patteggiamento della pena, confessione, restituzione dei soldi e interdizione dai pubblici uffici per i corrotti.

25 - Raggiunto da un avviso di garanzia per violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, Giorgio La Malfa si dimette da segretario del Pri. Avviso di garanzia per Lorenzo Necci, amministratore delegato delle Ferrovie e presidente dell'Enimont fra il 1889 e il 1990, e arresti domiciliari per il finanziere Gianpiero Pesenti. Trovato morto nelle campagne romane Sergio Castellari, ex direttore generale delle Partecipazioni statali. Il governo fissa per il 18 aprile la data dei referendum.

26 - Avviso di garanzia per l'affare Enimont a Raul Gardini e Sergio Cragnotti.

27 - Si dice che anche il Pds avrebbe un conto svizzero sul quale si versavano finanziamenti illeciti.

28 - Interrogato Umberto Ortolani, finanziere della P2, già condannato a diciannove anni di carcere per il crack del Banco Ambrosiano, sulla vicenda del ‘conto protezione’ e sui rapporti fra Psi e Banco Ambrosiano.


Marzo

1 - Arrestato Primo Greganti, funzionario dei Pci, accusato di aver incassato una tangente di 621 mlioni per il partito, poi versati su un conto svizzero. Arrestato Michele De Mita, fratello di Ciriaco, con le accuse di associazione a delinquere, truffa e falso per la ricostruzione in Irpinia.

2 - Ciriaco De Mita si dimette da presidente della Bicarnerale. Craxi dichiara alla Giunta per le autorizzazioni a procedere di essere vittima di un complotto.

3 - Ancora scontri sulla soluzione politica per Tangentopoli. De Mita conferma le sue dimissioni, pur se respinte, dalla Commissione bicamerale. Si scopre che anche la ricostruzione in Valtellina venne fatta a colpi di mazzette.

4 - L'ex portavoce di Forlani Enzo Carra viene condotto in tribunale con le manette ai polsi. Forlani parla di ‘metodi da Gestapo’. Scoperto un conto bancario intestato a Enza Tomaselli, segretaria di Craxi, sul quale furono utilizzati 9 miliardi.

5 - Il Consiglio dei ministri vara la soluzione politica per Tangentopoli depenalizzando il reato di finanziamento illecito ai partiti e prevedendo sanzioni amministrative con la restituzione triplicata delle tangenti e un'interdizione dai pubblici uffici da tre a cinque anni.

6 - Forti polemiche sulla soluzione Conso. Altro avviso di garanzia per l'ex ministro dei Lavori pubblici Gianni Prandini.

7 - Il Presidente Scalfaro non fìrma i decreti dei governo in materia di Tangentopoli. Il procuratore capo di Milano Borrelli esprime a nome di tutti i giudici di ‘Mani pulite’ un netto dissenso ai decreti varati dal governo per uscire da Tangentopoli. In disaccordo con la soluzione politica voluta dal governo, si dimette il ministro dell'Ambiente Carlo Ripa di Meana.

8 - Gli studenti della Bocconi fischiano Giuliano Amato e gridano slogan di incitamento ai magistrati di ‘Mani pulite’.
Due anni di carcere senza condizionale a Giuseppe Ciarrapico per l'acquisto della Casina Valadier.

9 - Arrestato Gabriele Cagliari, presidente dell'Eni, per aver pagato una tangente di 4 miliardi al Partito Socialista.
Due anni di carcere a Enzo Carra per una tangente di 5 miliardi per l'affare Enimont. La Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dà il via libera alle richieste dei giudici di Milano nei confronti di Craxi per ricettazione, corruzione e violazione della legge sul finanziamento dei partiti. Primo Greganti sostiene che i 621 milioni sono suoi, così come il conto ‘Gabbietta’. Il socialista Valdo Spini è il nuovo ministro dell'Ambiente.

10 - Tumultuosa seduta al Senato sul decreto Conso; rinnovata la fiducia al governo Amato.

11 - I magistrati di ‘Mani pulite’ ipotizzano per Craxi e Martelli il reato di truffa ai danni del Banco Ambrosiano.
La Camera boccia il decreto che sblocca gli appalti pubblici, richiesto a gran voce dall'Associazione nazionale costruttori edili.

12 - Scalfaro dichiara che ‘chi incappa nel codice penale deve pagare’.

13 - L'ex direttore generale dell'Anas Antonio Crespo racconta di file di imprenditori che pagavano tangenti all'ex ministro Prandini portando i soldi in scatoloni e buste della spesa.

14 - Si apre la campagna per i referendum del 18 aprile. Contrari Rete, Msi e Rifondazione comunista. Una parte del Pds dà vita al Comitato del ‘no alla riforma’.

15 - Avvisi di garanzia per il segretario liberale Renato Altissimo e per il socialdemocratico Antonio Cariglia nell'inchiesta sull'Enel. Richiesta di autorizzazione a procedere per l'ex ministro del Mezzogiorno, il Dc Riccardo Misasi, con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e estorsione. Il neosegretario socialista Benvenuto parla di un passivo del partito di 180 miliardi.

16 - Il segretario del Pli Altissimo si dimette. Il presidente dimissionario dell'Eni Cagliari dichiara di aver ereditato il sistema dei fondi neri per finanziare i partiti, coinvolgendo così il ministro del Bilancio Reviglio, già presidente dell'Eni
L'Iri chiude il 1992 con una perdita di circa 4.400 miliardi, accumulando debiti per 74.000 miliardi.

17 - Reviglio nega ogni coinvolgimento nella gestione dei fondi neri dell'Eni. I magistrati romani accertano l'esistenza di un conto svizzero sul quale venivano versate le tangenti all'ex ministro Prandini.

18 - Avviso di garanzia per favoreggiamento a Vmcenzo Muccioli, fondatore della Comunità di San Patrignano.
Giuseppe Ciarrapico e Mauro Leone accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e di falso in bilancio per lo scandalo Safim Italsanità. La Camera concede l'autorizzazione a procedere per voto di scambio per il ministro liberale Francesco De Lorenzo, per il socialista Giulio Di Donato e per il democristiano Alfredo Vito.

19 - Arrestato Attilio Bastianini, vice segretario del Pli, con l'accusa di corruzione aggravata e violazione della legge sul finanziamento ai partiti.

21 - Accusato di concorso in ricettazione e violazione della legge sul finanziamento dei partiti si dimette Gianni Fontana, ministro dell'Agricoltura. E' il sesto ministro dimissionario del governo Amato. Si costituisce Giuseppe Ciarrapico.

22 - L'ex presidente della Confagricoltura Alfredo Luigi Diana nominato ministro dell'Agricoltura. Per i fondi neri dell'Assolombarda indagati Renato Altissimo e Egidio Sterpa del Pli e Antonio Del Pennino e Girolamo Pellicanò del Pri.

24 - Comincia l'inchiesta sulla Tangentopoli napoletana. Perquisite le sedi di tutti i partiti, ad eccezione di verdi e radicali. L'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino avrebbe cominciato a collaborare con la giustizia.

25 - Il Parlamento approva il sistema maggioritario e l'elezione diretta del sindaco per i comuni fino a 15.000 abitanti. Riserva del 30% dei posti nelle liste per le donne. Arrestato nell'ambito dell'inchiesta sulla cooperazione con i paesi in via di sviluppo l'ambasciatore Giuseppe Santoro.

26 - Sotto inchiesta 17 parlamentari napoletani, fra i quali Scotti, Pomicino, De Lorenzo e Galasso, per tangenti sulla ricostruzione post-terremoto e sui Mondiali del 1990.

27 - Clamoroso avviso di garanzia per Giulio Andreotti accusato da sei pentiti di concorso in associazione di stampo mafioso: il leader Dc sarebbe il garante di un patto politico-mafioso. Il sindaco di Napoli Nello Polese finisce in manette. Il pentito Pasquale Galasso accusa Antonio Gava di far parte della camorra.

28 - La magistratura napoletana accusa Antonio Gava, già ministro dell'Interno, di associazione camorristica.

29 - Mario Segni abbandona la Dc denunciando che ‘il tentativo di riformare questo partito dall'interno è senza speranza’. Il segretario Dc Martinazzoli replica ‘è finito il tormentone’. L'ex presidente della prima sezione penale della Corte di cassazione, Corrado Carnevale, accusato di associazione mafiosa da alcuni pentiti per aver deliberatamente annullato sentenze di condanna ai boss mafiosi. Il segretario del Psdi Carlo Vizzini si dimette non essendo più in grado di provvedere al sostentamento materiale del partito.

30 - Il ministro delle Finanze Franco Reviglio si dimette dopo aver ricevuto un avviso di garanzia nell'inchiesta sui fondi neri dell'Eni.

31 - Amato dichiara preoccupato che c'è il rischio di elezioni anticipate senza una nuova legge elettorale. Concessi al numero tre della Fiat Francesco Paolo Mattioli gli arresti domiciliari dopo 38 giorni di detenzione.


Aprile

2 - La Democrazia cristiana chiede di indagare su fantomatici personaggi che ‘avrebbero tenuto contatti con pentiti di mafia e camorra’ allo scopo di danneggiare la Dc con false rivelazioni. La Corte di Cassazione decide che la nuova legge sui sindaci non deve essere sottoposta a referendum in quanto ‘ha innovativamente sostituito la normativa’.

3 - La procura di Roma chiede l'autorizzazione all'arresto dell'ex ministro dei Lavori pubblici Prandini che avrebbe intascato tangenti per oltre 25 miliardi sugli appalti Anas. Il democristiano Francesco Tagliamonte eletto nuovo sindaco di Napoli da una maggioranza composta da Dc, Psi e Pli.

4 - Il socialista Francesco Carraro rieletto per la terza volta in extremis sindaco di Roma da una maggioranza nella quale sono molti gli inquisiti.

5 - Avvisi di garanzia a Giulio Andreotti per violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti e a Arnaldo Forlani per ricettazione nell'ambito dell'inchiesta Anas. Si dimettono a Roma i due vice-sindaci Oscar Mammì e Enzo Forcella.

6 - La relazione della commissione parlamentare antimafìa rivela collegamenti certi di Salvo Lima con Cosa nostra e solleva pesanti sospetti contro il capo corrente di Salvo Lima, Giulio Andreotti.

7 - Altro arresto eccellente nell'inchiesta ‘Mani pulite»’ Giorgio Garuzzo, direttore generale della Fiat Auto. Il segretario di Amaldo Forlani, Gaetano Amendola, confessa ai giudici di aver consegnato al deputato democristiano le tangenti avute dal direttore generale dell'Anas Antonio Crespo.

8 - Pesanti accuse dei giudici napoletani all'ex ministro dell'Interno Antonio Gava che si sarebbe accordato con la camorra per ottenere la liberazione dell'ex assessore regionale Ciro Cirillo, sequestrato dalle Br. Rapporti con la criminalità organizzata sono contestati anche all'ex ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino e ai parlamentari Dc Alfredo Vito e Vincenzo Meo e al socialista Raffaele Mastrantuono. In carcere per lo scandalo degli aiuti al Terzo mondo l'ambasciatore a Buenos Aires Claudio Moreno.

9 - Altre accuse per tangenti al ministro Prandini e nuovo arresto per l'ambasciatore Santoro.

l0 - Nuova richiesta di autorizzazione a procedere per l'ex ministro della Giustizia Claudio Martelli, accusato di aver riciclato certificati di deposito rubati. Arrestato il presidente dell'Agusta Roberto D'Alessandro, accusato di estorsione continuata per una tangente di due miliardi e mezzo.

11 - I pentiti Tommaso Buscetta e Marino Mannola accusano Giulio Andreotti di aver mantenuto rapporti personali con il boss Stefano Bontade.

12 - Secondo Mannoia, Andreotti incontrò Bontade nel 1979 per pianificare l'eliminazione del giornalista Mino Pecorelli e del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Segni chiede agli elettori almeno il 60% dei voti per il quesito sul sistema elettorale del Senato.

13 - L'ex consigliere d'amministrazione dell'Enel Valerio Bitetto indica nelle Coop il tramite attraverso cui giungevano finanziamenti illegali al Pci. Raggiunto dal terzo avviso di garanzia si dimette il sottosegretario al Bilancio, il Dc Vito Bonsignore.

14 - Per oltre due ore Andreotti si difende davanti alla commissione per le autorizzazioni e procedere del Senato.
Ordine di custodia cautelare per il finanziere Ferdinando Mach di Palmstein, vicino al Psi, accusato di concussione nell'inchiesta sulla cooperazione allo sviluppo. Ottaviano Del Turco si dimette da segretario generale aggiunto della Cgil e viene sostituito da Guglielmo Epifani.

15 - Chiamato in causa per tangenti anche il senatore socialista Francesco Forte. Il deficit accumulato dal Comune di Napoli è di 746 miliardi. Censura del Csm a Martelli invitato a contestare le accuse mossegli piuttosto che i giudici.

17 - Giovanni Agnelli riconosce l'esistenza di ‘episodi scorretti’ nei rapporti tra Fiat e politici italiani e annuncia la piena collaborazione con i giudici milanesi. Amato annuncia la sua intenzione di recarsi dal capo dello Stato subito dopo i referendum per decidere tempi e modi della crisi di governo.

18 - I primi dati sull'affluenza alle urne per i referendum sono i più alti dal 1985 per questo tipo di consultazione.

19 - Successo dei ‘sì’ per tutti gli otto i quesiti referendari. Il referendum sul sistema elettorale del Senato approvato con l'83% dei voti; quello per la depenalizzazione per il possesso di stupefacenti approvato con il 55% dei voti.
Positiva risposta dei mercati alla larga vittoria dei ‘sì’ nei referendum. Dimissionarie la giunta di Roma e quella del consiglio regionale del Lazio.

20 - Baldassarre Di Maggio, ex autista di Totò Riina, afferma di aver accompagnato nel settembre del 1988 il boss mafioso, allora latitante, a un incontro con Giulio Andreotti. Commissariato il consiglio comunale di Roma.
Il pidiessino Claudio Burlando è riconfermato alla guida della giunta di Genova, sostenuto da una maggioranza composita con Pds, Psi, Psdi, Pri, Verdi e Antiproibizionisti.

21 - Lungo colloquio fra l'amministratore delegato della Fiat Cesare Romiti e il pool di magistrati di ‘Mani pulite’.
Avviso di garanzia per il ministro della Difesa Salvo Andò indagato per voto di scambio e per legami con il clan mafioso di Nítto Santapaola. Nuovo avviso di garanzia per corruzione a Claudio Martelli.

22 - Dopo un lungo dibattito in Parlamento il presidente del Consiglio Giuliano Amato si dimette. Arrestato con l'accusa di concussione l'ex ministro dei Lavori pubblici, il socialdemocratico Emilio De Rose.

23 - Con una lunga lettera al Corriere della sera Cesare Romiti invita gli industriali a fare piena luce sul sistema delle tangenti ‘andando dal magistrato e confessando tutto’. Il Csm sospende Corrado Carnevale dal suo incarico in Cassazione e dallo stipendio.

25 - Il Presidente della Repubblica invita le forze politiche a favorire la nascita di un nuovo governo non legato ai partiti per realizzare la riforma elettorale e promuovere la ripresa economica.

26 Il presidente della Repubblica conferisce al governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi l'incarico di formare il Governo. La procura di Palermo decide di consegnare alla giunta per le immunità parlamentari del Senato gli omissis sugli interrogatori ai pentiti che accusano Andreotti.

27 - La Giunta per le immunità parlamentari del Senato dà parere favorevole alla concessione dell'autorizzazione a procedere contro Andreotti. L'ex presidente dell'Eni Gabriele Cagliari confessa ai giudici di Milano di aver versato tangenti per 26 miliardi a Dc e Psi.

28 - Il primo presidente dei Consiglio non parlamentare della storia della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, presenta la lista dei ministri del suo governo. Sono 24, di cui 9 tecnici e 3 ministri dei Pds. La maggioranza si allarga anche a Pri e Verdi.Coinvolto nell'inchiesta sulle tangenti delle Ferrovie dello stato l'ex segretario amministrativo del Pci Renato Pollini.

29 - La Camera dei deputati nega per quattro volte l'autorizzazione a procedere contro Craxi e la concede soltanto per violazione della legge sul finanziamento al partiti e corruzione richieste dalla Procura romana. I giudici di Milano decidono di presentare ricorso alla Corte costituzionale. A seguito del voto della Camera si dimettono i tre ministri del Pds e il verde Francesco Rutelli, ministro dell'Ambiente. Le opposizioni reclamano elezioni anticipate. Si costituisce il direttore generale della Fiat Giorgio Garuzzo insieme all'amministratore delegato della Fiat Avio Paolo Torricelli. Avviso di garanzia al deputato democristiano Giuseppe Santonastaso accusato di concussione per gli appalti dell'aeroporto di Capodichino.

30 - Manifestazioni di protesta in tutta Italia contro il voto della Camera su Bettino Craxi. Il ‘caso Craxi’ si fa sentire anche in borsa deprezzando la lira. Si costituisce il manager della Fiat Avio, Mauro Bertini, l'ultimo dei quattro dirigenti del gruppo torinese ancora latitante.


Maggio

1 - I vertici di Cgil, Cisl e Uil celebrano la festa del lavoro e invitano il governo a varare al più presto la riforma elettorale per andare a elezioni anticipate.

3 - Andreotti annuncia di rinunciare all'immunità parlamentare per consentire ai giudici di Palermo di indagare su di lui.
Avviso di garanzia per l'ex ministro socialista Rino Formica accusato di aver preso tangenti per gli appalti al porto di Manfredonia. Andrea Manzella, professore di diritto costituzionale alla Luiss di Roma, è nominato segretario generale della Presidenza dei consiglio, incarico che aveva già ricoperto nei governi Spadolini e De Mta.

4 - Rimpasto: il Presidente del Consiglio sostituisce i quattro ministri dimissionari, nominando Paolo Barile ministro per i Rapporti con il Parlamento, Livio Paladin ministro per le Politiche comunitarie, Franco Gallo ministro delle Finanze, Umberto Colombo ministro per la Ricerca scientifica, e Valdo Spini torna al ministero dell'Ambiente. Il consiglio superiore della Banca d'Italia nomina Antonio Fazio nuovo governatore. Il Psi sostituisce 11 membri della direzione inquisiti.

5 - Il presidente dei Consiglio completa l'organico del nuovo Governo con la nomina di 36 sottosegretari. Venti sono Dc, dieci Psi, tre Psdi e tre Pli. Senato e Camera modificano il loro regolamento per votare in modo palese su tutte le autorizzazioni a procedere. Il consiglio d'amministrazione dell'Iri approva il progetto di cessione della Sme.

6 - Ciampi dichiara che la riforma elettorale è l'impegno programmatico prioritario del governo. No al congelamento di Bot e titoli di stato, si alle privatizzazioni. Arrestati a Napoli per corruzione Antonio e Lucio Pomicino, fratelli di Paolo, ex ministro del Bilancio.

7 - La Camera vota la fiducia al governo Ciampi: 309 sì di Dc, Psi, Psdi e Pli, 185 astenuti di Pds, Verdi, Pri e Lega nord, e 60 no di Missini e Rifondazione. Formalmente indagato per abuso di atti di ufficio il presidente dell'lri Franco Nobili.

8 - Mario Segni annuncia la presentazione di una lista di Alleanza democratica alle prossime elezioni politiche.
Avviso di garanzia all'ambasciatore italiano a Varsavia, Giuseppe Balboni Acqua, per abuso di atti di ufficio nell'inchiesta sulla cooperazione allo sviluppo.

9 - Massimo D'Alema rifiuta a nome del Pds l'invito di Segni a confluire in Alleanza democratica.

10 - Raffica di arresti a Milano e a Roma per le tangenti alle Fs. Aumenta il deficit dell'Enichem.

11 - Arrestato Renato Pollini, ex segretario amministrativo del Pci per corruzione e violazione della legge sul finanziamento ai partiti. Il consiglio d'amministrazione della Fiat approva il nuovo codice etico che regolerà i rapporti dei dipendenti Fiat con gli interlocutori pubblici. Anche l'università ‘La Sapienza’ di Roma entra nell'inchiesta tangenti.

12 - 11 presidente dell'Iri Franco Nobili arrestato con l'accusa di corruzione e violazione della legge sul finanziamento ai partiti. Con 162 voti a favore, 50 astenuti e 36 contrari, 9 governo Ciampi ottiene la fiducia anche del Senato.

13 - Via libera del Senato all'autorizzazione a procedere per associazione a delinquere di stampo mafioso nei confronti di Giulio Andreotti. Avvisi di garanzia per fi ministro dell'Ambiente, il socialista Valdo Spini, e per l'ex ministro del Commercio estero, Claudio Vitalone, nell'inchiesta sulla cooperazione allo sviluppo.

14 - Un'auto bomba nel quartiere Parioli causa decine di feriti e danni per miliardi. Avviso di garanzia all'ex segretario del Psdi Carlo Vizzini che avrebbe intascato tre miliardi e mezzo per facilitare la concessione di appalti da parte dell'Azienda telefonica di stato.

15 - Il Consiglio dei ministri nomina Romano Prodi presidente dell'Iri, incarico che aveva già ricoperto dal 1982 al 1989. Ingrao lascia il Partito democratico della sinistra.

17 - Il presidente dell'Olivetti Carlo De Benedetti ammette di aver dovuto pagare tangenti per decine di miliardi a Dc e Psi per ottenere commesso dal ministero delle Poste e dall'Azienda telefonica di stato. Arrestati i massoni dirigenti del Monte dei Paschi di Siena per aver incassato tangenti da un imprenditore in cambio di finanziamenti.

18 - La polizia arresta a Catania Nitto Santapaola, numero due di Cosa nostra, latitante da 11 anni. La procura di Verona emette quindici ordini di custodia cautelare nei confronti di esponenti politici locali e amministratori delle Usl.

20 - Giorgio Benvenuto si dimette da segretario del Partito socialista in seguito a contrasti con la vecchia dirigenza del partito. Avvisi di garanzia ai deputati socialisti Bruno Landi, Raffaele Rotiroti, Agostino Marianetti e al senatore Dc Giorgio Moschetti per gli appalti all'Università La Sapienza. Nove magistrati napoletani inquisiti per aver aiutato con le loro sentenze esponenti della camorra.

21 - Il governo vara la manovra finanziaria per recuperare 12.500 miliardi. Avvisi di garanzia per il repubblicano Oscar Mammì, ex ministro delle Poste e per la socialdemocratica Vincenza Bono Parrino, ex ministro dei Beni culturali. Per entrambi l'accusa è ricettazione e violazione della legge sul finanziamento ai partiti.

22 - Avviso di garanzia per ricettazione e violazione della legge sul finanziamento ai partiti all'ex segretario repubblicano Giorgio La Malfa.

23 - A un anno dall'attentato che ne provocò la morte, centomila persone commemorano a Palermo Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della scorta.

24 - L'amministratore delegato della Fiat Cesare Romiti sotto inchiesta per concorso in corruzione e violazione della legge sul finanziamento ai partiti. Due avvisi di garanzia per concussione al socialista Giusi La Ganga.

25 - Avvisi di garanzia per concussione aggravata relativamente alla ricostruzione post terremoto in Campania per Ciriaco De Mita e Elveno Pastorelli, direttore generale della protezione civile. Arrestato Corrado Ferlaino, presidente del Napoli Calcio, per aver pagato tangenti per aggiudicarsi appalti nell'ambito dei Mondiali del 1990.

26 - Indagato Giulio Andreotti per concorso in omicidio del giornalista Mino Pecorelli, ucciso nel 1979.

27 - Un'auto bomba uccide a Firenze cinque persone. Il relatore della commissione Bicamerale, il Dc Sergio Mattarella, presenta alla Camera il testo base di discussione per la riforma elettorale. Il presidente della Confindustria Luigi Abete propone un grande contratto sociale per creare 500.000 posti di lavoro in due anni.

28 - La direzione del Psi elegge alla segreteria Ottaviano Del Turco, quella del Pli Raffaele Costa, ministro dei Trasporti. Si fa strada l'ipotesi che ad organizzare gli attentati di Roma e Firenze sia stata la mafia con l'aiuto di frange dei servizi segreti deviati.

29 - Il questore di Palermo Matteo Cinque, accusato di complicità con la camorra dal pentito Pasquale Galasso, viene trasferito.

31 - Crollo di Dc e Psi nelle elezioni in Valle D'Aosta. Avviso di garanzia per concussione all'ex ministro del Lavoro il democristiano Franco Marini.


Giugno

1 - Sigilli al ministero delle Poste per lo scandalo sulla spartizione delle frequenze TV. Ordini di arresto per concussione per tutti i componenti dell'ex giunta provinciale di Catania. Si chiude con un disavanzo di 4.146 miliardi il bilancio 1992 dell'Ente Ferrovie.

2 - I carabinieri scoprono e disinnescano un'auto bomba in pieno centro storico a Roma. Indagato l'amministratore delegato dell'Ifi Gianluigi Gambetti. I carabinieri arrestano a Catania il boss mafioso Giuseppe Pulvirenti, latitante da 11 anni, considerato successore di Nitto Santapaola. Si dimette il provveditore generale del Monte dei Paschi di Siena Carlo Zini, già colpito da avviso di garanzia per corruzione.

3 - Si costituisce Salvatore Randi, amministratore delegato dell'Italtel accusato di corruzione. Secondo avviso di garanzia con l'accusa di concussione per il deputato del Psi Giuseppe Garesio.

4 - Il presidente del Consiglio Ciampi nomina un comitato di ministri per riformare la legge Mammì. Mediobanca, Comit, Credit, Banco di Roma e San Paolo di Torino incaricate di definire e attuare il riassetto finanziario del gruppo Ferruzzi. Giro di cambiamenti ai vertici dei servizi segreti.

6 - Crollo delle forze di governo nel primo turno delle elezioni amministrative che coinvolgono 11 milioni di elettori.

7 - Crollo della Dc che tiene solo al sud, Psi decimato, buon successo del Pds e della Rete, trionfo della Lega nelle prime elezioni dirette dei sindaci.

8 - Avviso di garanzia per Fabiano Fabiani, amministratore delegato della Finmeccanica.

9 - Nuova richiesta di autorizzazione a procedere per Andreotti con l'accusa di essere stato il mandante dell'omicidio di Pecorelli, ucciso perché sapeva troppo sul caso Moro.

10 - La Commissione affari costituzionali della Camera boccia il sistema elettorale a doppio turno sostenuto da Mario Segni, dal Pds, dal Pri e dal Pli. Prevale il turno unico sostenuto da Dc, la maggioranza del Psi, Lega, Msi, Rete e lista Pannella. Al congresso dell'Associazione nazionale magistrati Di Pietro propone ‘incentivi’ alla collaborazione processuale e ‘provvedimenti al fine di consentire la ripresa delle attività delle imprese secondo regole di trasparenza’.

11 - Ciampi sottrae al ministro delle Poste, il socialdemocratico Maurizio Pagani, l'attribuzione delle frequenze televisive e l'affida al sottosegretario alla Presidenza del consiglio, il repubblicano Antonio Maccanico.

12 - I Giovani industriali chiedono subito la riforma elettorale, dicono no alla gerontocrazia, sì alla moralizzazione e alle privatizzazioni.

14 - La Lega nord chiede la sospensione del ballottaggio a Torino per brogli elettorali. Crollano i titoli Ferruzzi in borsa e viene annunciata la vendita della Fondiaria.


16 - L'aula della Camera boccia gli emendamenti favorevoli al doppio turno. Le banche soccorrono la Ferruzzi.

17 - Anche il Senato sceglie il turno unico. La Camera fissa al 25% la quota di recupero proporzionale.

18 - Bossi afferma che Nando Dalla Chiesa è «uomo di Cosa nostra» e che i giudici di Torino sono ‘delinquenti’.
La proprietà della Ferfin passa alle banche.

19 - L'ex presidente della Consob Guido Rossi nominato alla presidenza della Ferfin e della Montedison.
Abete dichiara di accettare il mantenimento dei due livelli contrattuali.

20 - Marco Formentini vince il ballottaggio su Nando Dalla Chiesa a Milano; a sorpresa Valentino Castellani supera Diego Novelli a Torino. Anche la Fininvest coinvolta nello scandalo tangenti per la campagna anti-aids.

21 - Enzo Bianco sindaco di Catania di stretta misura su Claudio Fava. Quindici sindaci della Lega al Nord. Affermazione del Pds che conquista 72 comuni su 145. Clamorosa sconfitta Dc: solo sette sindaci su 61 ballottaggi.
L'inflazione risale al 4,2%.

22 - L'amministratore delegato della Fininvest Fedele Confalonieri accusato di finanziamento illecito ai partiti per una tangente di alcune centinaia di milioni versata all'Avanti!. Posta sotto sequestro la casa napoletana di Paolo Cirimo Pomicino, forse comprata con una mazzetta di 4 miliardi.

23 - Il costruttore Vincenzo Lodigiani afferma di aver versato cento milioni a un collaboratore della Cisl e di aver concordato un contributo con un funzionario della Ug.

25 - Il segretario regionale della Dc veneta Rosy Bindi apre ufficialmente la fase di rinnovamento della Dc.

26 - Il ministro degli Esteri Nino Andreatta annuncia controlli sui fondi assegnati dalla Farnesina a Bettino Craxi nel periodo 1990-1991 per la sua attività di rappresentante dell'Onu. Arrestati due dirigenti del Sisde con l'accusa di peculato.

28 - All'apertura del congresso della Cisl D'Antoni si dichiara estraneo alle tangenti che l'imprenditore Lodigiani asserisce di aver versato a Cisl e Uil. Al processo d'appello sul caso Cirillo, Raffaele Cutolo parla di intrecci fra camorra, politici e servizi segreti. Scoperto un buco di 320 miliardi nel bilancio della Montedison.

29 - I presidenti di Camera e Senato nominano i cinque consiglieri di amministrazione della Rai: il prorettore della Bocconi Claudio Demattè, l'editore Elvira Sefierio, il presidente della Fondazione Palazzo Grassi Feliciano Benvenuti, l'ex presidente della Federazione nazionale stampa italiana Paolo Murialdi e il consigliere dell'Enciclopedia italiana Tullio Gregory. Ordine di arresto per Vittorio Ghidella, ex amministratore delegato della Fiat Auto e ora presidente della Graziano trasmissioni. Scoperto un altro buco di 118 miliardi nei conti della Montedison.

30 - Il presidente del Consiglio stabilisce con una direttiva che entro un mese deve essere pronto il calendario delle dismissioni. La Camera approva la riforma elettorale con un emendamento a sorpresa proposto dal missino Tremaglia sulla concessione del voto agli italiani all'estero.


Luglio

1 - Con un emendamento del senatore pidiessino Angelo Scivoletto il Senato limita a tre legislature e comunque a non più di quindici anni il mandato dei parlamentari. Il neosindaco leghista di Milano Marco Formentini inaugura il primo consiglio comunale.

2 - Incasso record dell'Irpef con un aumento del 37,7% sull'anno precedente.

5 - Sette nuovi arresti e 5 latitanti fra cui anche il fratello dell'ex ministro della Sanità De Lorenzo per lo scandalo del ritocco dei prezzi dei medicinali. Nuovo ordine di custodia cautelare per Salvatore Ligresti.

7 - Romiti interrogato per tre ore dai magistrati torinesi.

8 - Arrestato il numero due dei Beni culturali Francesco Sisinni per truffa allo stato, corruzione e falso ideologico.

10 - Rosy Bindi lancia la nuova ‘Cosa bianca’.

11 - Bossi annuncia lo sciopero fiscale se Scalfaro non scioglierà le Camere subito dopo l'approvazione della finanziaria

14 - La Consob dichiara falsi i bilanci della Ferruzzi. Arrestato a Ginevra l'ex presidente della Montedison Giuseppe Garofano.

15 - Il governo pone la fiducia sui decreti sull'occupazione e sulle misure urgenti a sostegno defl'economia.
Romano Prodi dichiara che sono 32.000, 9 100/o del totale, i dipendenti di troppo nel gruppo Iri.

16 - Fallimento delle privatizzazioni, naufragio del programma di vendita dei beni immobili dello stato, centinaia di opere pubbliche non completate e rimaste ‘autentici monumenti allo spreco e all'inefficienza’, migliaia di concessioni demaniali irregolari: è l'analisi della Corte dei conti.

18 - Confessione fiume di Garofano.

19 - Quattro ordini di arresto per alti funzionari del Sisde.
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20 - L'ex presidente dell'Eni Gabriele Cagliari si suicida nel carcere di San Vittore dove era detenuto dal 9 marzo. Di Pietro dichiara: ‘è una sconfitta’.

22 - Scontro sulla carcerazione preventiva fra il ministro della Giustizia Conso e i giudici milanesi.

23 - Si suicida alle 9 dei mattino nella sua casa milanese Raul Gardini. Si apre a Roma l'assemblea costituente democristiana per dare vita al Partito popolare.
25 - Tutti i democristiani transitano nella proposta di Partito popolare. Garofano confessa di avere dato 280 miliardi a Dc e Psi.

27 - Bombe a Milano, cinque morti e tre feriti, e a Roma, quattro feriti. Garofano e Sama fanno i nomi dei politici che incassarono la super tangente di 150 miliardi per l'affare Enimont.

28 - Il capo del Sisde Angelo Finocchiaro viene estromesso. L'ex presidente della Consob Bruno Pazzi agli arresti domiciliari per la vicenda Enirnont.

29 - Avvisi di garanzia per l'affare Enimont a Craxi, Forlani, Cirino Pomicino, Martelli e Citaristi. Informazioni di garanzia a La Malfa, Vizzini e Altissimo.

30 - Craxi annuncia di voler togliere il disturbo e di allontanarsi dall'ltalia. Martelli annuncia con una lettera al presidente della Camera di voler uscire dalla scena politica. Il presidente dei Consiglio annuncia che le prossime elezioni si svolgeranno nella primavera del 1994.

31 - Il ministro dell'Interno lancia l'allarme: ‘possibili sbocchi autoritari’. Accolto dal Tar il ricorso della Lega nord per irregolarità nelle elezioni del sindaco di Torino.


Agosto

1 - Continua la polemica sulla tassa della sanità applicata anche ai morti.

2 - Ciampi afferma la sua intenzione di riformare totalmente i servizi segreti.

3 - Il Senato approva la nuova legge elettorale per la Camera con 128 sì, 29 no e 59 astenuti. Il tribunale di Milano ordina il sequestro dei beni della famiglia Ferruzzi.

4 - La Camera approva la nuova legge elettorale per il Senato con 287 sì, 78 no e 153 astenuti. Secondo Mediobanca le principali imprese italiane hanno perso 11.000 miliardi e tagliato 80.000 posti di lavoro nel 1992.

6 - Vengono respinte dal governo le dimissioni del capo della Polizia Vincenzo Parisi. Si dimette dalla vicepresidenza della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali Sergio Mattarella accusato di aver ricevuto 50 milioni di finanziamento illeciti per la sua campagna elettorale.

7 - Il ministro dell'Interno decide lo scioglimento del consiglio comunale di Napoli.

10 - Le azioni Ferfin passano da 1.000 a 5 lire.

13 - Diego Curtò presidente vicario del tribunale di Milano accusato di favoreggiamento nell'inchiesta Enimont.

16 - La famiglia Ferruzzi accusa lo scomparso Gardini del dissesto finanziario.

17 - Il tasso di disoccupazione al Sud è triplo rispetto a quello del Centro e del Nord: 21,3% contro il 7,9%. Scendono i tassi di interesse, sale la borsa. La Federfarma ha raccolto 5 miliardi fra i farmacisti per ‘orientare’ le scelte legislative: quota minima 150 mila lire.

19 - L'ex ministro della Sanità De Lorenzo promette di restituire i 4 miliardi di contributi illegali presi per il partito.

20 - L'imprenditore Lodigiani afferma di aver pagato alcuni sindacalisti, in particolare della Cisl.

23 - Martinazzoli dice no alla Lega e alle elezioni anticipate nella primavera del 1994. Gallo raccomanda ai superispettori fiscali un'azione di accertamento più incisiva.

24 - Il Ministro dell'Interno teme che l'emergenza occupazionale causi gravi rischi per l'ordine pubblico. Avviso di garanzia al segretario amministrativo dei Pds Marcello Stefanini per corruzione e violazione della legge sul finanziamento ai partiti.

25 - Stefano Micossi, direttore del Centro studi della Confindustria, bolla le dichiarazioni di Mancino come ‘ingiustificate e irresponsabili’. Il Pds fa quadrato attorno a Stefanini.

26 - ‘Divergenza di vedute’ nel pool di ‘Mani pulite’ per l'avviso di garanzia a Stefanini.

28 - Ancora polemiche fra i magistrati milanesi sull'avviso di garanzia a Stefanini.

30 - Tutti gli amministratori del gruppo Ferruzzi accusati di pessima gestione dal nuovo presidente della Montedison, Guido Rossi.


Settembre

3 - Arrestato il giudice Curtò per avere incassato una tangente di 320 milioni per la custodia delle azioni Enimont.

5 - Nella finanziaria da risolvere il nodo dell'Inps che presenterà un buco di circa 10.000 miliardi.

6 - Diego Curtò ammette di aver intascato la tangente. Nello stabilimento Enichem di Crotone esplode la protesta degli operai contro la decisione di mettere in cassa integrazione 333 dipendenti.

7 - Il ministro del Lavoro Giugni condanna la rivolta degli operai Enichem di Crotone. Continua il giallo delle ‘penne pulite’, i giornalisti contattati da Sama per sostenere l'immagine della Montedison.

8 - Disgelo tra Segni e Martinazzoli che si ritrovano nello studio di Andreatta.

11 - Le amministrazioni locali riceveranno dallo stato 1.000 miliardi in meno rispetto al 1993. Potranno far lievitare le imposte su luce, gas, acqua, nettezza urbana.

12 - Scalfaro difende i magistrati dalle accuse generiche lanciate dall'avvocato americano che difende Andreotti.

13 - Raggiunto un primo accordo sui dipendenti Enichem di Crotone destinati alla cassa integrazione. Il segretario del Movimento Sociale Fini si candida a sindaco di Roma.

14 - La Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera con un voto controverso decide di respingere la richiesta di arresto per l'ex ministro De Lorenzo.

17 - Arrestata con l'accusa di corruzione la moglie del giudice Curtò, Antonia Di Pietro. Il pentito Pasquale Galasso accusa di collusione con la camorra Gava, Scotti e Cirino Pomicino.

18 - Arrestato Marco Fredda responsabile del patrimonio immobiliare del Pds e nuovo ordine di custodia cautelare per Primo Greganti. Il ministro della Giustizia Conso chiede al Csm la sospensione cautelare dalle funzioni e dallo stipendio dell'ex ministro, e magistrato, Claudio Vitalone.

20 - Il presidente del Consiglio mette il suo incarico a disposizione del Parlamento e del capo dello Stato. Wilfredo e Claudio Vitalone sono accusati di bancarotta e di estorsione per aver incassato una tangente di 2 miliardi e mezzo da una cooperativa agricola.

21 - Terzo mandato di cattura per Primo Greganti per corruzione e violazione della legge sul finanziamento ai partiti.
Andreotti ammette di aver dato 170 milioni a Radaelli per uno spettacolo elettorale e di averlo pregato di non parlarne ai giudici.

22 - Ordini di arresto per gli appalti di ‘Malpensa 2000’ a Roberto Cappellini, ex segretario del Pds milanese, e Giovanni Donegaglia, presidente della cooperativa di Argenta.

23 - Per due soli voti la Camera respinge la richiesta di arresto dell'ex ministro De Lorenzo. Sì all'autorizzazione a procedere contro l'ex ministro Gava accusato di associazione mafiosa. Rinvio a giudizio per l'ex ministro Giovanni Prandini.

25 - I conti in Svizzera attribuiti al Pds erano di due democristiani veronesi.

26 - Bossi lancia tre sfide: rivolta fiscale a novembre; plebiscito ad aprile per la scelta federalista; creazione di un parlamento per la Repubblica del Nord.

27 - Quindici miliardi sul conto intestato alla moglie di Duilio Poggiolini, ex direttore del servizio farmaceutico del ministero della Sanità. Il pool di ‘Mani pulite’ rimanda la decisione slla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Marcello Stefanini, tesoriere del Pds.

28 - Raddoppio del capitale per la Fiat: Giovanni Agnelli resta presidente e Cesare Romiti amministratore delegato.
Mario Segni abbandona ufficialmente Alleanza democratica respingendo qualsiasi accordo con il Pds.

29 - Lingotti d'oro, gioielli, monete antiche e dipinti: si scopre il tesoro accumulato da Duilio Poggiolini e da sua moglie nella loro abitazione napoletana. Avviso di garanzia per concorso in corruzione all'on. Barbara Pollastrini, ex segretaria del Pds milanese.


Ottobre

1 - Scalfaro dichiara che dopo il voto su De Lorenzo, se tutti gli adempimenti fossero già stati completati, avrebbe sciolto le Camere. Arrestati per tangenti l'ex vice presidente dell'Eni Alberto Grotti, i direttori dell'Assolombarda, Daniel Krausl e del ministero dell'Industria, Vittorio Barattieri, e l'ex segretario aggiunto della Uil, Ruggero Ravenna.

4 - La procura di Milano archivia le accuse contro il tesoriere del Pds Stefanini. Arrestato per riciclaggio il ‘re del grano’ Francesco Ambrosio. Si rende noto che nell'agosto 1993 la cassa integrazione ha registrato un aumento del 43 per cento rispetto allo stesso mese del 1992.

5 - Alcuni parlamentari protestano contro Scalfaro reo di esprimersi troppo spesso a favore di elezioni anticipate.
De Lorenzo 336 milioni, Cirino Pomicino 219 milioni, Citaristi 129 milioni: rese note le dichiarazioni dei redditi con alcuni dei parlamentari inquisiti nelle posizioni più basse.

6 - Altri quindici conti correnti per almeno dieci miliardi intestati a Duilio Poggiolini e a sua moglie.

7 - Il giudice per le indagini preliminari Italo Ghitti respinge la decisione del pool di ‘Mani pulite’ di archiviare le accuse contro Stefanini.

9 - Il capo di Stato maggiore dell'esercito Goffredo Canino dichiara, in aperta polemica con Miglio, che chi attacca lo stato unitario è un traditore.

11 - Scontro all'interno del pool ‘Mani pulite’: Tiziana Parenti vuole indagini più approfondite sul Pds. Il ministro Fabbri difende la reazione del generale Canino ma gli chiede di astenersi da ulteriori polemiche.

12 - Dieci alti ufficiali sotto inchiesta per presunta organizzazione di un golpe.

13 - La Camera riduce le fattispecie di immunità parlamentare: la richiesta di autorizzazione a procedere resterà solo per l'arresto, le perquisizioni e le intercettazioni. Il tribunale della libertà decide la scarcerazione di Marco Fredda, responsabile dei patrimonio immobiliare del Pds.

14 - Il tribunale della libertà ordina la scarcerazione anche di Primo Greganti. L'analisi di Mediobanca rivela un record di debiti sia per le aziende pubbliche che per quelle private. Si parla della presenza di un boss della 'ndrangheta nel commando Br durante fl sequestro di Aldo Moro.

15 - Richiesta di autorizzazione a procedere contro Marcello Stefanini per frode fiscale e violazione della legge sul finanziamento ai partiti.

16 - Il capo dei Sisde della Liguria, Augusto Maria Citanna, accusato di aver organizzato il falso attentato sul treno Siracusa-Torino del 21 settembre.

18 - Il Consiglio dei Ministri approva la riforma dei servizi segreti con la creazione di un centro unitario alle dirette dipendenze del presidente del Consiglio. Cinque magistrati sotto inchiesta a Palermo con l'accusa di associazione di stampo mafioso.

19 - Altri tre magistrati palermitani sotto inchiesta per presunti legami con le cosche. Il Gip Italo Ghitti ordina nuove indagini sui rapporti tra il tesoriere del Pds Marcello Stefanini e Primo Greganti.

21 - Il presidente della Confeommercio, Francesco Colucci, e il suo assistente, Aldo Antoniozzi, ricevono un avviso di garanzia per truffa, falso in bilancio, appropriazione indebita e irregolare partecipazione agli utili. Adriana Faranda afferma che Moro non fu ucciso da Prospero Gallinari, ma dal «quarto uomo» Germano Maccari insieme a Mario Moretti.

22 - Si dimette per protesta il Capo di Stato Maggiore Goffredo Canino immediatamente sostituito dal Generale di Corpo d'Armata Bonifazio Incisa di Camerana. Attentato al Palazzo di giustizia di Padova.

24 - Il ministro dell'Industria Paolo Savona sostiene che la criminalità organizzata è pronta ad investire anche nelle privatizzazioni italiane.

26 - Assalto dei senatori sul provvedimento di tagli alle pensioni previsti dalla finanziaria nel 1994.

28 - Anche il Senato approva la riduzione dell'immunità parlamentare. Si apre il processo a Sergio Cusani, assente in aula, consulente finanziario di Raul Gardini e legato al Psi. Arrestati Donatella Di Rosa e il marito, il Tenente Colonnello Aldo Michittu, autori del memoriale sul presunto golpe.

29 - Arrestato Riccardo Malpica, ex direttore del Sisde, accusato della gestione dei fondi neri. Anche l'ex ministro della Difesa, Salvo Andò, e il capo della Polizia, Vincenzo Parisi, erano, secondo Broccoletti, a conoscenza della gestione dei fondi. Coinvolto anche Scalfaro.

30 - La procura di Roma scagiona il capo dello Stato dalle accuse dell'ex tesoriere dei Sisde, Maurizio Broccoletti.
La procura di Roma emette un ordine di cattura per fi presidente della Olivetti, Carlo De Benedetti.


Novembre

1 - L'ex direttore del Sisde Riccardo Malpica ribadisce che tutti i Ministri dell'Interno sono stati al corrente della gestione dei fondi neri.

2 - Si costituisce De Benedetti accusato di aver versato una tangente di 10 miliardi al ministero delle Poste. Gli vengono concessi gli arresti domiciliari. Gianni Letta, vice presidente della Fininvest, e Adriano Galliani, presidente di Rete Italia, accusati di aver versato tangenti al ministero delle Poste per le frequenze televisive. Craxi sostiene che il sistema delle tangenti l'hanno voluto gli industriali, la cui partecipazione era ‘consapevole, volontaria, interessata’ e molto spesso ‘organizzata e pianifìcata’.

3 - Il capo dello Stato respinge il ‘gioco al massacro’ sui fondi neri del Sisde che lo riguarderebbero in quanto ex ministro dell'interno. Arturo, Franca e Alessandra Ferruzzi chiedono alla sorella Idina, moglie di Raul Gardirii, tremila miliardi di risarcimento per le perdite subite in seguito alla gestione del marito.

4 - Smentito dalla Banca d'Italia Andreotti che la accusava di aver informato il governo con 5 giorni di ritardo sull'irruzione dell'Fbi nella filiale della Banca nazionale del lavoro di Atlanta. Carlo Sama racconta che 93 miliardi di tangenti, pagate dalla Montedison per la vicenda Enimont, furono versate allo Ior, la Banca Vaticana. L'ex direttore del Sisde, Riccardo Malpica, insiste: ‘Scalfaro lo pagavo io’.

5 - La procura di Roma accusa di ‘attentato alla Costituzione’ gli agenti dei Sisde che hanno chiamato in causa il Presidente della Repubblica a proposito dei fondi neri.

6 - Arrestata Rosa Maria Sorrentino, ex vicedirettore di divisione dei Sisde con l'accusa di peculato e associazione a delinquere.

7 - Ordine di arresto per Matilde Paola Martucci, segretaria di Riccardo Malpica. Avrebbe investito in banche italiane e estere circa 12 miliardi.

8 - Il prefetto Alessandro Voci, ex direttore del Sisde e attuale commissario straordinario di Roma, sotto inchiesta con l'accusa di peculato.

9 - I titoli Sip, Stet e Italcable travolti da una ondata di vendite: perdono rispettivamente il 4,47%, il 4,09% e il 3,88%.
Il Senato approva il disegno di legge per stanare chi riceve illegittimamente una pensione di invalidità civile. Dovrà restituire allo stato i soldi ricevuti.

10 - Con notevoli assenze nella maggioranza e l'astensione di Pds e Lega, il Senato boccia la legge sul voto degli italiani all'estero. I magistrati di Napoli emettono 14 ordini di custodia cautelare per i rappresentanti delle maggiori industrie farmaceutiche: l'accusa è di corruzione. Avviso di garanzia per Adriano Galliani, consigliere di amministrazione della Fininvest.

11 - I responsabili dell'assassinio di Falcone sarebbero 18 mafiosi tra cui anche Totò Riina. I giudici della procura di Roma continuano le indagini su Vincenzo Scotti e Antonio Gava per concorso in peculato relativo ai fondi del Sisde e chiedono l'archiviazione per il ministro dell'Interno Nicola Mancino.

12 - Due pentiti raccontano l'attentato a Falcone. L'ordine di uccidere arrivò da Totò Riina a nome di tutte le famiglie corleonesi.

13 - Si rende noto che la produzione industriale nei primi nove mesi dell'anno è calata del 3,8%. La procura di Firenze avrebbe aperto un'indagine nei confronti dei giudici di Milano per il cosiddetto Autoparco della mafia.

15 - Occhetto annuncia una raccolta di firme per chiedere le elezioni anticipate.

16 - La corte d'appello di Milano scagiona De Benedetti. Non dovrà restituire gli 81 miliardi che ricevette dal Banco Ambrosiano dopo 65 giorni da vicepresidente.

17 - Mandato di cattura per Sergio Cragnotti, finanziere e attuale presidente della Lazio, con l'accusa di falso in bilancio per quando era consigliere di Montedison e amministratore delegato di Enimont.

19 - Buscetta accusa: ‘non c'è delitto della mafia che non sia stato ordinato da Riina’. Riina rifiuta il confronto perché Buscetta è immorale: ‘ha avuto troppe mogli’.

22 - Alle elezioni amministrative, Orlando vince a Palermo con il 75 per cento dei voti. Tutti i candidati progressisti vanno al ballottaggio nelle grandi città. A Roma e a Napoli i missini Fini e Mussolini sono secondi. Al Nord, i candidati della Lega sono secondi a Genova e Venezia. Sparisce il centro. Si scopre che Gardini pagò 100 miliardi ai partiti di governo per accreditarsi nei loro confronti.

23 - All'inaugurazione del suo supermercato Shopville, a Casalecchio, Berlusconi annuncia che pensa di entrare in politica. Dichiara che se fosse a Roma voterebbe per Fini. Cragnotti confessa di avere pagato l0 miliardi al trio Craxi-Andreotti-Forlani per sgravi fiscali sull'affare Enimont.

26 - Il direttore della Banca d'Italia, Lamberto Dini, accusa le banche italiane di inefficienze, sprechi, stipendi eccessivi.

29 - Cossiga rivela che esisteva un piano per isolare e intrnare in una casa di cura Moro, se fosse stato liberato.

30 - Nel suo lungo interrogatorio il segretario ammininistrativo della Dc Severino Citaristi dichiara che sia Forlani che De Mita erano al corrente delle tangenti.


Dicembre

1 - La Procura di Roma smentisce le rivelazioni di Cossiga sui piani per neutralizzare Moro. Cossiga afferma di avere prove documentali. L'ex ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino conferma di avere ricevuto cinque miliardi dall' affare Enimont come contributo alla campagna elettorale. Chiama in causa anche l'allora vicesegretario dei Psi Giuliano Amato.

2 - La Malfa ammette di avere preso trecento milioni da Sama. Arrestato Maurizio Broccoletti, uomo chiave dei fondi neri del Sisde.

3 - Intesa sulla finanziaria. Anche il Pds annuncia il suo impegno concreto per una rapida approvazione. Craxi annuncia di non potere testimoniare al processo Cusani 'per motivi di ordine pubblico'. Forlani sostiene di non avere ricevuto avvisi di garanzia.

5 - Le città scelgono i progressisti. I cinque candidati delle Alleanze di progresso: Rutelli (con il 53,1%), Bassolino (55,6/o), Sansa (59,2%), Cacciari (55,4%) e Illy (53%) vincono al ballottaggio contro i candidati del Movimento Sociale e della Lega.

6 - Il capogruppo del Pds alla Camera Massimo D'Alema dichiara che Ciampi potrebbe continuare a guidare il governo anche dopo le elezioni politiche. Dentro la Lega emergono le critiche alla strategia di Bossi. L'Osservatore romano dà un giudizio positivo sull'esito delle elezioni amministrative.

7 - L'ex segretario amministrativo della Lega Alessandro Patelli, accusato di avere ricevuto 200 milioni dalla Montedison, confessa.

8 - La costosa verifica dei voti chiesta dalla Lega per l'elezione del sindaco di Torino non rivela irregolarità di rilievo.

9 - La Confindustria formula un questionario socio-economico in dieci punti da sottoporre a partiti e candidati.

10 - Improvviso e lungo incontro fra Di Pietro e Occhetto. ‘Cordiale, molto importante, utile e positivo’, dichiara il segretario del Pds.

11 - Al Congresso della Lega Bossi rilancia la tripartizione dell'Italia: Padania, Etruria e Sud. Condannato a due anni con la sospensiva, dopo patteggiamento e con la restituzione di cinque miliardi, l'ex deputato dc Alfredo Vito.

12 - Bossi apre a Berlusconi che si dichiara disponibile senza escludere l'apporto di Fini.

13 - Anche Segni è disponibile a trattare con Bossi, mentre Scalfaro difende il sacro principio dell'unità nazionale.
Martelli confessa di aver ricevuto 500 milioni per la sua campagna elettorale da Sama (Montedison). 5 o 7 miliardi a Craxi?...

14 - Andreotti interrogato per dodici ore dal procuratore capo di Palermo Giancarlo Caselli è messo a confronto con il pentito che lo accusa.

15 - Ciampi dichiara che, con l'approvazione della finanziaria, il suo governo ha esaurito il programma. Bossi fa una piccola marcia indietro sul federalismo secessionista e Segni plaude.

16 - Il Psi si spacca. Del Turco vince contro i fedelissimi di Craxi e convoca un'assemblea per andare con i progressisti.
La Dc si spacca sulle prospettive di alleanze, con i neocentristi che premono per un accordo con Berlusconi.

17 - Al processo per le maxitangenti Enimont, Forlani non sa e non ricorda. Craxi; contrattacca ‘così facevan tutti’ e dichiara che dal 1987 al 1990 il Psi ha incassato ‘contribuzioni’ per 186 miliardi.

18 - La Camera approva la legge finanziaria anche con il voto favorevole del Pds. Ridda di incontri centristi. Martinazzoli riceve Berlusconi e Segni va da Agnelli.

19 - Il presidente Scalfaro, parlamentare ininterrottamente dal 1946, auspica che nel prossimo Parlamento ci siano pochi politici di professione.

20 - Bossi va da Di Pietro e restituisce la tangente di 200 milioni ricevuta da Sama. Poi incita alla raccolta di tutti i contributi possibili per contestare la legge sul finanziamento ai partiti.

21 - Sama sostiene di aver saputo che anche il Pci incassò contributi da Gardini. Di Pietro chiede la convocazione di D'Alema come testimone.

22 - Il Senato approva in via definitiva la finanziaria e la Lega abbandona il Parlamento. Berlusconi attacca Scalfaro reo di aver sostenuto che la democrazia italiana è in grado di far fronte ai cambiamenti politici. Pannella raccoglie le firme per imporre un dibattito sulla sfiducia al governo Ciampi e ritardare la data delle elezioni.

23 - Scarcerato dopo cinque mesi il finanziere socialista Cusani. Non ha parlato.

23 - 350 Parlamentari chiedono a Scalfaro di abbinare le elezioni politiche con quelle europee il 12 giugno 1994 per risparmiare, dicono, 1.000 miliardi, e per guadagnare ancora tempo.

24 - Il presidente della Camera fissa per il 12 gennaio la data del dibattito parlamentare sulla mozione di sfiducia a Ciampi.

25 - Gli auguri di Natale dei Papa per l'Italia unita che su ‘fondamenta forti e profonde’ potrà costruire il suo avvenire con coraggio, speranza e decisione. Nell'omelia di Natale, il parroco di una chiesa di Palermo, don Paolo Turturro, rivela di avere saputo in confessionale chi sono i killer di Capaci.

27 - Sequestrati sedici miliardi e mezzo di lire in titoli di stato a Licio Gelli. Il capo della P2 accusato di riciclaggio di denaro sporco. Secondo il Sole-24 Ore, Aosta, seguita da Parma, è la città dove si vive meglio. Fra le regioni, in testa l'Emilia-Romagna con quattro città, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Bologna, fra le prime dieci.

28 - Nella tradizionale conferenza stampa Ciampi fa il bilancio, tutto positivo, tranne la disoccupazione, problema ‘che angoscia’, del suo ‘governo di transizione’, e annuncia di volere ‘concludere ordinatamente la missione assunta’. Una decina di arresti in Sicilia per un intreccio mafia-massoneria che serviva ad ‘aggiustare’ i processi.

29 - Lunga visita di Martinazzoli nella villa di Berlusconi ad Arcore.

30 - Francesco Saverio Borrelli fa domanda per il posto di presidente della Corte d'appello di Milano. Lascerà il pool ‘Mani pulite’. L'indebitamento dell'Iri è di 75 mila miliardi. Pannella corre ad Arcore: ‘convergenza di valori e di obiettivi con Berlusconi’ contro la ‘bottega del Pds’.

31 - Nel suo messaggio di fine anno Scalfaro afferma che ‘l'Italia sta risorgendo’. Rivendica il suo ruolo di nomina del presidente del Consiglio.

Österreicher
07-03-02, 13:00
Ci hai fatto cosa graditissima.
Grazie!

Alberich
07-03-02, 13:00
Alcuni dati di fatto mi fanno pensare che la tua ipotesi, caro Fecia, sia erronea. Li elencherò brevemente.
-Il pool di Milano non era di ispirazione sinistrorsa: vi erano elementi di ogni tendenza.
-Ad Antonio Di Pietro fu offerto un ministero dal Polo.
-Berlusconi ebbe a dire, di Tangentopoli: "la magistratura ha svolto un compito per cui tutti dobbiamo esserle grati".
-I più "forcaioli" all'epoca furono lega e MSI.

Non sono prove inconfutabili, ma sono prove indiziarie che mi fanno pensare molto.
saluti

Fecia di Cossato
07-03-02, 15:24
Originally posted by Alberich:

Alcuni dati di fatto mi fanno pensare che la tua ipotesi, caro Fecia, sia erronea. Li elencherò brevemente:

- il pool di Milano non era di ispirazione sinistrorsa: vi erano elementi di ogni tendenza

- verissimo, in particolare è risultata in 'controtendenza' la dottoressa Tiziana Parenti, la quale aveva lavorato per otto mesi per 'far luce' sull'organizzazione delle 'tangenti' del Pci-Pds e per collezzionare le prove che avrebbero dovuto 'incastrare' Primo Greganti e Marcello Stefanini. Poi, al momento di decidere circa l'invio al Parlamento della richiesta di autorizzazione a procedere contro quest'ultimo, con un magistrale 'colpo di mano' la Procura di Milano, esibendo 'argomentazioni' ridicole e false risultanze saltate fuori non si sa bene come all'ultimo momento, bocciava con otto voti contro uno [quello della Parenti appunto] la richiesta e toglieva di fatto a quest'ultima l'inchiesta motivando la decisione con queste incredibili parole: '...la dottoressa Parenti non è in linea con la Procura...'

- ad Antonio Di Pietro fu offerto un ministero dal Polo

- verissimo, ministero che è stato offerto all'ex-magistrato da Berlusconi dopo la vittoria alle elezioni politiche del marzo '94, quando 'Mani pulite' non aveva ancora scatenato la 'persecuzione' contro il Cavaliere. Lo stesso di Pietro, come è noto, quella volta ha rifiutato il seggio di Ministro, cosa che invece si è guardato bene di fare quando da prima Romano Prodi gli ha offerto il Ministero dei Lavori Pubblici e poi D'Alema un seggio in Senato.

-Berlusconi ebbe a dire, di Tangentopoli: '...la Magistratura ha svolto un compito per cui tutti dobbiamo esserle grati...'

- verissimo, tale frase è stata però pronunciata al tempo della campagna elettorale del '94 e valgono quindi le stesse considerazioni che ho fatto al punto precedente

-i più 'forcaioli' all'epoca furono Lega e MSI

- verissimo per quanto riguarda l'MSI, che, come An del resto, a Tangentolpoli è sempre risultato estraneo nel modo più completo. Diverso è il caso della Lega Nord, la più 'forcaiola' di tutti [celebre è l'espressione 'tintinnio di manette' sparata da Bossi nel settembre del '93] fino alla [per lei] sciagurata vicenda dei famosi 200 milioni versati da Sama a Patelli, dopo di che Bossi, finito alla sbarra accanto a Craxi e Forlani, ha drasticamente cambiato 'prospettiva'

cordiali saluti!...

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http://utenti.lycos.it/Submarine/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

Fecia di Cossato
07-03-02, 16:01
http://www.repubblica.it/online/politica/quindici/quindici/storico00011e96cxw200h314c00.jpg

Circa due anni fa, era il gennaio 2000, moriva nella sua casa di New York Tommaso Buscetta, il più importante collaboratore di giustizia delle indagini antimafia, aveva 72 anni. Buscetta, soprannominato il ‘boss dei due mondi’, è passato alla storia delle indagini di mafia per essere stato il primo a raccontare al giudice Giovanni Falcone della struttura di Cosa Nostra e dell'esistenza di una ‘cupola’ dell'organizzazione malavitosa e le sue confessioni avevano costituito la base del primo ‘maxiprocesso’ contro le cosche di Palermo. Il suo ruolo di primo piano che lo stesso Falcone aveva più volte riconosciuto, come testimoniano le seguenti parole del giudice morto a Capaci: ‘...prima di Buscetta non avevamo che un'idea superficiale del fenomeno mafioso: con lui abbiamo cominciato a guardarci dentro: ci ha dato una visione globale, ampia, a largo raggio del fenomeno. Ci ha dato una chiave di lettura essenziale, un linguaggio, un codice...’
Delle connessioni fra mafia e politica ‘Don Masino’ non aveva mai voluto parlare con il giudice Falcone, al quale aveva sempre detto che si trattava di una faccenda ‘troppo grossa’. All’improvviso però, nella primavera del ‘93, il ‘superpentito’ improvvisamente si pente una volta di più, si reca a Palermo dal giudice Giancarlo Caselli e gli spiattella davanti una serie di ‘clamorose rivelazioni’ rigurado passate ‘collusioni’ tra la Mafia Siciliana ed i vertici della Democrazia Cristiana. Le vicende risalivano a quattordici anni prima. Il 20 marzo 1979 era stato ucciso a Roma, con quattro colpi di pistola calibro 7.65 poco dopo aver lasciato la redazione della rivista Op, Carmine ‘Mino’ Pecorelli. Veniva aperta dal magistrato di turno dottor Mauro e dal giudice Domenico Sica una inchiesta a carico di ignoti, inchiesta che, passata col tempo in mano a diversi Pm, vedeva coinvolti in successione la Loggia P2 di Licio Gelli, i Nar di Valerio e Cristiano Fioravanti e la banda della Magliana di Massimo Carminati. Dodici anni di inchieste non avevano tuttavia portato ad alcun risultato e così il 15 novembre 1991 il giudice istruttore Francesco Monastero proscioglieva tutti gli indagati per non aver commesso il fatto. Le ‘confessioni’ di Tommaso Buscetta fanno però riaprire clamorosamente il caso nel 1993 quando, interrogato dai giudici di Palermo, accusa ‘Cosa Nostra’ di essere l’esecutore e il leader Dc Giulio Andreotti di essere il mandante dell’omicidio di Pecorelli. Il 27 marzo scoppia la bomba; Giulio Andreotti riceve un avviso di garanzia per associazione a delinquere di stampo mafioso, e con lui il giudice Carnevale, sospettato di aver ‘pilotato’ molti processi
che vedevano imputati boss della Mafia. Dopo quindi il Partito Socialista dunque, è la volta della Democrazia Cristiana a finire nel ‘ciclone’ di Tangentopoli, e questa volta non per aver recepito tale o talaltra tangente, bensì, crimine assai più odioso agli occhi dell’opinione pubblica, per essersi alleata con la Mafia Siciliana. Che tutto questo facesse capo ad una unica e ben orchestrata ‘regia’ lo si doveva capire da lì a pochi giorni. Il 5 di aprile due nuovi ‘avvisi’ piovono sulla ‘nomenklatura’ democristiana, uno sempre a Giulio Andreotti per violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, l’altro al segretario Arnaldo Forlani per ricettazione nell’ambito dell’inchiesta Anas. Con magistrale tempismo il giorno dopo, 6 aprile, la Commissione Parlamentare Antimafia approva la relazione conclusiva dell'indagine sui rapporti tra Mafia e politica. Nel documento si afferma che ‘risutano certi alla Commissione i collegamenti di Salvo Lima con uomini di Cosa Nostra’ e che ‘egli era il massimo esponente in Sicilia della corrente democristiana che fa capo a Giulio Andreotti’. Due giorni dopo il verbale del ‘superpentito’ viene inviato dai Pm di Palermo a quelli di Roma che il 14 aprile iscrivono Andreotti nel registro delle notizie di reato. Il 9 giugno la Procura di Roma chiede al Senato l'autorizzazione a procedere contro il senatore a vita Giulio Andreotti ‘in qualita' di mandante’ dell'omicidio del giornalista Mino Pecorelli; il reato configurato e' omicidio premeditato in concorso con piu' persone. Dopo che lo stesso senatore Andreotti ha manifestato il desiderio di non valersi dell’immunità parlamentare, l'autorizzazione a procedere viene concessa il 29 luglio. In base alle dichiarazioni di Buscetta il Pm Giovanni Salvi indaga anche Gaetano Badalamenti e Giuseppe Calo'.

Dovranno passare sette lunghi anni prima che il processo, che doveva celebrarsi a Perugia, arrivasse alla conclusione che a tutti è nota: assoluzione con formula piena per Guilio Andreotti ed altri sei imputati. La Corte di Giiustizia di Perugia non aveva creduto dunque alle ‘dichiarazioni’ che Don Mino aveva ‘spontaneamente’ rilasciato ed aveva ribadito il concetto che ‘frequentare’ boss mafiosi non costituisce prova di ‘collusione’ con la Mafia. L’esito della sentenza non può che portare a domande che però difficilmente potranno trovare, ora che Buscetta è passato a miglior vita, completa ed esaudiente risposta: ‘...perchè Buscetta si è deciso solo nella primavera del ‘93 a rivelare i rapprti tra il senatore Andreotti e la ‘cupola’ di ‘Cosa Nostra’?...ha detto la verità oppure è stato, al pari di tanti altri ‘pentiti’, opportunamente pilotato?...’. Non potremo logicamente mai appurarlo con prove certe, così che dobbiamo accontentarci di qualche indizio...per esempio il fatto che Buscetta ha ricevuto dalla ‘giustizia’ un trattamento che definire ‘privilegiato’ è fortemente riduttivo, come dimostra il seguente articolo giornalistico:

http://www.repubblica.it/online/cronaca/buscetta/morto/storico00183430cxw200h231c00.jpg

E' l'agosto 1995: Tommaso Buscetta si concede una vacanza nel Mediterraneo con moglie e figli. Una vacanza programmata da tempo, si saprà in seguito, sulla nave da crociera ‘Monterey’, che dopo aver toccato molti porti del Mediterraneo [Egitto, Rodi e Gerusalemme] deve concludere il viaggio a Catania. A scoprire il pentito di Mafia è un giornalista del settimanale Oggi che il 22 agosto anticipa il servizio realizzato proprio dalla nave. Luigi Li Gotti, legale di Buscetta, dichiara: ‘Il mio cliente con il proprio denaro, guadagnato dalla moglie in anni di lavoro e i proventi di un recente libro, nello scorso mese di luglio ha acquistato biglietti per partecipare a una crociera, pur essendo stato sconsigliato dal farlo’. La notte del 23 agosto Buscetta interrompe la crociera prelevato, con la famiglia, da un mezzo militare. ‘Buscetta? Un vero galantuomo, un crocierista perfetto’. Così il Comandante della ‘Monterey’, Franco D'Esposito descriverà il viaggiatore. Scoppia la polemica sull'opportunità di quella gita. ‘Ma quale crociera con i soldi dello Stato! I soldi abbiamo dovuto spenderli per portarlo via, dopo che avete scritto sulle prime pagine di tutti i giornali dove stava e dove sarebbe stato il giorno dopo...’; così si sfoga uno dei funzionari che si occupano della sicurezza dei pentiti. I compagni di viaggio di Buscetta accusano il giornalista di essere ‘un giuda che ha venduto Buscetta per trenta denari’. Buscetta verrà diffidato dalla Commissione Protezione del Viminale che lo invita ad ‘attenersi scrupolosamente alle restrizioni’ previste dal programma che dispone il ritiro dei documenti con le generalità di copertura ormai pubbliche.

Nel modo che abbiamo descritto, le ‘fidate’ Procure di Milano e di Palermo , nel breve volgere di poche settimane, svolgevano perfettamente la missione che era stata loro affidata dai registi di Botteghe Oscure: annientare, usando l’arma giudiziaria, le due più forti formazioni politiche, che sino ad allora avevano ininterrottamente governato il Paese, la Democrazia Cristiana ed il Partito Socialista. Il ‘programma’ ancora non era completo, in quanto mancavano due requisiti essenziali al successo definitivo:

- ‘convincere’ la massima Autorità dello Stato ad assecondare i ‘desideri’ degli [ex]comunisti

- evitare nel modo più assoluto che la bufera coinvolgesse anche il Pci-Pds

Prossimamente vedremo come come questi due ‘aggiustamenti’ sono stati magistralmente ideati e impeccabilmente realizzati...

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http://utenti.lycos.it/Submarine/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

mustang
07-03-02, 18:49
Due volte grazie: per aver postato il tuo lavoro e per non aver chiamato il mezzo boss mafioso e assassino Buscetta, "don Masino".
Quasi fosse un buon parroco di campagna.

Mani pulite iniziò probabilmente come lotta contro la sinistra di Craxi. L'enorme favore raccolto tra i media e il popolo fece balenare nelle teste dei protagonisti milanesi l'idea che l'immenso vuoto politico che si stava creando poteva essere parzialmente occupato da magistrati. Ricordi le espressioni favorevoli di Borrelli rivolte al Capo di Stato in cerca di personaggi "papabili" a un ministero d'emergenza?
In pratica -fossimo chiamati dal Presidente della Repubblica- diceva Borrelli, - per puro spirito di servizio risponderemmo obbedisco, come Garibaldi-.
Erano pronti a riempire quel buco, in compagnia dell'ultimo e unico partito rimasto sulla piazza.

Ma venne Berlusconi!
saluti

Fecia di Cossato
08-03-02, 12:48
http://utenti.lycos.it/luposabatini/scalfaro1

cari amici
torniamo alla primavera del 1993, quando il ‘pentapartito’ [DC, PSI, PLI, PSDI, PRI] cadeva in pezzi sotto i colpi di maglio, accompagnati dal dolce ‘tintinnio di manette’, di ‘Mani pulite’, quando Antonio Di Pietro, nella famosa arringa del processo Cusani spiegava che:'...il sistema della corruzione alla base dell'illecito finanziamento era una ‘dazione ambientale’ [sic!...- n.d.r.] che riguardava tutti i Partiti...’, anche se, per pura fatalità s’intende, l'inchiesta aveva preso una unica direzione ed aveva investito l’ala moderata della DC, Craxi ed i suoi uomini del Psi, lasciando pressoché indenne il Pds...la formula del ‘non poteva non sapere’ valeva evidentemente allora soltanto per Bettino Craxi e Arnaldo Forlani, esattamente come più tardi sarebbe stata valida solo se applicata contro Silvio Berlusconi. E’ chiaro che in questo scenario il Pds, misteriosamente ‘graziato’ dagli ‘indipendenti’ Magistrati di ‘Mani pulite’, veniva a trovarsi, servita su di un piatto d’argento, la porta spalancata verso l’obiettivo che per oltre quarant’anni aveva invano sognato: sostituirsi alla Democrazia Cristiana e ai Partiti di sinistra ‘moderati’ nella guida del Paese. Se in tempi ragionevoli si fosse andati alle elezioni, dopo l’annientamento dei tradizionali avversari, il Pci divenuto nel frattempo Pds si sarebbe dovuto misurare solamente contro due formazioni politiche: il Msi, sul quale gravava sempre la tradizionale pregiudiziale di ‘incostituzionalità’ che nulla e nessuno sembrava poter rimuovere, e la Lega Lombarda, divenuta nel frattempo Lega Nord, movimento che era riuscito a riscuotere entusiasmo in alcune regioni settentrionali del Paese, ma ancora ‘acerbo’ e non dotato delle ‘infrastrutture’ necessarie per poter seriamente competere in una campagna elettorale a livello nazionale con la formidabile ‘locomotiva comunista’. Le elezioni politiche tuttavia si erano svolte l’anno prima, nella primavera del 1991, e pertanto, se si fosse attesa la scadenza ‘fisiologica’ della legislatura, per le elezioni politiche si doveva attendere il 1997...un arco di tempo più che sufficiente perchè i partiti coinvolti in Tangentopoli potessero ‘rifarsi il trucco’, rinnovando la vecchia classe politica ‘corrotta’, e perchè gli Italiani potessero ‘dimenticare’. Occorreva andare alle elezioni subito, senza perdere un solo attimo di tempo, poichè l’occasione che si presentava ai [post]comunisti non si sarebbe probabilmente presentata mai più!...E qual era mai l’ostacolo che stava fra loro e l’auspicato definitivo trionfo elettorale?...Molto semplicemente si richiedeva che il Capo dello Stato si degnasse di sciogliere le Camere ed indire nuove elezioni. E chi era in quel momento l’inquilino del Quirinale?...
Oscar Luigi Scalfaro era stato eletto alla suprema Carica Istituzionale della Repubblica anch’egli l’anno prima, dopo una estenuante maratona parlamentare al termine della quale era risultato essere il prescelto per la semplice ragione che tutti gli altri ‘pretendenti’ erano stati ‘segati’ da veti incrociati di tale o talaltro partito. Era una delle figure più ‘grigie’ del panorama della Prima Repubblica, da sempre militante nei settori più conservatori della Democrazia Cristiana, cattolico scrupolosamente osservante al punto da sconfinare nel più ottuso bigottismo, qualità che era emersa chiaramente nell’unico episodio con lui protagonista che in quarant’anni era finito sui giornali: una sera, in un locale di Roma ‘in’, aveva aspramente redarguito una signora per la scollatura troppo ‘generosa’ che essa portava. Francamente da un tipo così, legato a doppia mandata con i settori clerico-conservatori più tradizionalisti, non c’era ragionevolmente da aspettarsi che potesse arrivare alcun aiuto agli ambiziosi progetti dei [post]comunisti...se non fosse intervenuta una incredibile e miracolosa ‘metamorfosi’ che farà di quest’individuo il più servile e strisciante esecutore di ordini provenienti da Botteghe Oscure. Ecco i particolari della ‘metamorfosi’...

Tutto era cominciato il 3 dicembre dell’anno precedente, quando il Pm romano Antonino Vinci aveva firmato un ordine di esibizione con cui si chiedeva ‘...a tutte le banche di Roma gli estremi di tutti i libretti al portatore accesi a far tempo dal 1 gennaio e intestati ad agenti del SISDE...’. Iniziava così un capitolo tutto particolare di Tangentopoli, passato alla storia come ‘lo scandalo dei fondi riservati del SISDE’. Improvvisamente veniva alla luce quella che in fin dei conti era una vicenda arcinota a tutti e sulla quale in realtà nessuno aveva mai manifestato sorpresa o stupore, un'abitudine se vogliamo che perdeva le sue origini nella tradizione più remota dei Servizi Segreti Italiani: quella di utilizzare i fondi riservati dei Servizi Segreti [ossia quei fondi messi a disposizione degli ‘007’ per eventuali attività al ‘limite della legalità’ e dei quali ovviamente non si richiede la contabilità] per distribuire generosi ‘regali’ a ‘parenti, amici e protettori’. Nel caso specifico qualcosa come alcune decine di miliardi erano stati trasferiti dai fondi riservati del SISDE a fantomatiche ed inesistenti società di copertura, i cui ‘azionisti’ altri non erano che dipendenti del SISDE. Vengono sequestrati i libretti al portatore intestati a Maurizio Broccoletti , tesoriere e amministratore delle societa' di copertura del SISDE , Gerardo Di Pasquale , dell'ufficio di collegamento fra Polizia e SISDE , Michele Finocchi , capo di gabinetto del SISDE fino al '91, Antonio Galati , dal '90 responsabile dei fondi riservati del SISDE , Bernardo Antonelli [suocero di Di Pasquale], Santa Caroselli [madre di Broccoletti ], Assunta Caccese [moglie di Galati], Maria Antonia Bellissimo [madre di Galati], Lucia Febbraio [pseudonimo di Finocchi]. Le somme depositate si aggirano sui 14 miliardi. Il 19 dicembre la procura di Roma ascolta anche l'ex direttore del SISDE Riccardo Malpica. Anche stavolta da un caso quasi marginale di corruzione di pubblici funzionari, prende l’avvio una ‘valanga’ in grado di travolgere tutto e tutti. I telefoni di Michele Finocchi e Gerardo Di Pasquale , funzionari del SISDE , vengono sottoposti a intercettazione e i due vengono fatti pedinare su ordine del Pm Frisani. Il 26 marzo 1993 la Finanza trasmette gli atti, relativi all'inchiesta sui fondi riservati del SISDE , del Pm Antonino Vinci al Pm Leonardo Frisani. Si arriva così al 1 giugno del fatale anno 1993, quando il Pm Frisani chiede al Gip Terranova l'arresto di Broccoletti , Galati , Finocchi , Malpica , Di Pasquale e Sorrentino . Iscrive inoltre al registro degli indagati, con l'accusa di favoreggiamento, Finocchiaro . Viene concesso per il momento solo l'arresto di Broccoletti, il quale, interrogato, ripete: ‘...sono il depositario di somme del servizio...’. Il 28 giugno il Presidente del Comitato Parlamentare di Controllo sui Servizi Segreti, Pecchioli, annuncia l'apertura di un'inchiesta per lo scandalo dei fondi riservati del SISDE. A fine luglio viene arrestato Antonio Galati e si costituiscono Finocchi e la Sorrentino e Di Pasquale. Gli altri funzionari, nel frattempo, giocano allo ‘scaricabarile’, modificano la loro versione: ‘...quei soldi sono premi. A indurci alla falsa versione sono stati Malpica e Finocchiaro...’. Ad agosto il Pm Frisani , ricostruendo il tragitto di alcuni assegni della Carimonte, arriva al Credito Industriale di San Marino dove vengono sequestrati nuovi libretti al portatore intestati ai funzionari del servizio per un valore di circa 35 miliardi. A settembre l'ex direttore del SISDE, Malpica, viene messo a confronto con Broccoletti, Finocchi, Di Pasquale, Galati e Sorrentino...resta sulla sua posizione: ‘...nessun premio...erano soldi del SISDE ...’.
Ma è alla fine del mese successivo, il 28 ottobre, anniversario della Marcia su Roma, che esplode la ‘bomba’...Maurizio Broccoletti, interrogato e messo alle strette dai Pm Torri e Frisani, in un gesto disperato consegna ai magistrati copia del cosiddetto ‘libro paga’ del Servizio in cui figurano 76 nomi di prefetti, politici, carabinieri, poliziotti e giornalisti che avrebbero ricevuti soldi dal Servizio Segreto Civile...tra di essi gli ex-Ministri degli Interni Gava, Scotti, Mancino e...Oscar Luigi Scalfaro. Il giorno dopo l’ex-Direttore del SISDE, Riccardo Malpica conferma clamorosamente: Oscar Luigi Scalfaro, nella passata funzione di Ministro degli Interni, avrebbe avuto per quattro anni un appannaggio di cento milioni mensili in busta gialla fuori di ogni controllo.
L’Opinione Pubblica, pur essendo oramai avvezza a qualunque genere di notizia, è semplicemente frastornata: Tangentopoli è arrivata fino alla più elevata Carica Istituzionale del Paese!...A questo punto tutti capiscono che la corda potrebbe spezzarsi da un momento all’altro. Passano poche ore ed il Procuratore Mele interviene ‘scagionando’ di autorità [su quali basi però non è dato capire] tutti gli ex-Ministri degli Interni coinvolti... e il Quirinale, direttamente chiamato in causa, che cosa fa?...Senza alcun preavviso la sera del 3 novembre trasmette un messaggio in Tv a reti unificate, nel quale rivolgendosi ai Cittadini fornisce queste ‘tranquillizzanti rassicurazioni’: ‘...prima si e' tentato con le bombe [allusione agli attentati dinamitardi di Milano e Firenze del mese precedente - n.d.r.], ora con il piu' ignobile degli scandali!...ma il sottoscritto a questo gioco al massacro non ci stà!!!...’. Gli Italiani ovviamente non hanno capito nè allora nè in seguito non solo il motivo per il quale egli ‘non ci stava’, ma anche e soprattutto quale destinazione abbiano avuto quei fondi ad personam, se usati per esigenze istituzionali o altro. Come probabilmente non hanno capito, o non hanno voluto capire, la singolare iniziativa assunta dalla magistratura romana. Nelle settimane successive al Tribunale dei Ministri vengono devoluti gli atti concernenti le accuse di peculato per Scotti e Gava e di favoreggiamento per gli ex direttori del SISDE , il Ministro Mancino , l'ex capo di gabinetto Lauro e il capo della polizia Parisi. Non solo inoltre la posizione di Oscar Luigi Scalfaro viene [per sempre] ‘congelata’ , ma la Procura di Roma avvia una procedura di accusa per ‘attentato alla Costituzione’ contro gli agenti dei SISDE che hanno chiamato in causa il Presidente della Repubblica a proposito dei fondi neri.

Anche a conclusione di quest’altra vicenda di Tangentopoli le classiche due domande di rito:

‘...quale la causa dell’evidente diversità di trattamento riservato agli ex-Ministri Gava, Scotti e Mancino da una parte e a Oscar Luigi Scalfaro dall’altra?...’

‘...vi fu nella circostanza una qualche forma di ‘intesa’ tra l’allora Presidente della Repubblica e quello che era [ed è tuttora] il partito politico più influente presso i giudici?...’

Nell’attesa probabilmente assai lunga di ricevere risposta definitiva non resta altro che attenerci alle vicende successive, in ciascuna delle quali il Quirinale si rivelerà, nel modo più vergognoso e strisciante, servo assoluto delle direttive di Botteghe Oscure, a cominciare dallo scioglimento delle Camere già nel gennaio ‘94 al fine di arrivare subito alle elezioni che avrebbero dovuto decretare il trionfo dei [post]comunisti, per seguire con il ‘ribaltone’ di otto mesi dopo che rovesciava il governo democraticamente designato dai Cittadini il precedente 27 marzo, per arrivare a...

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http://utenti.lycos.it/Submarine/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

tony (POL)
08-03-02, 14:14
mani pulite non e' stato il braccio del PCI-PDS ma casomai, a ragion veduta lo si puo' senz'altro affermare, FI la sintesi politica di organizzazioni di colletti bianchi ammanicati con p2 e mafia.

Fecia di Cossato
08-03-02, 15:48
http://www.infosicilia.net/foto/parentitiziana/ingrandimenti/parenti_tiziana01.jpg


Si era all’inizio del fatidico anno 1993 e il Pm Antonio Di Pietro stava pazientemente conducendo l’indagine su quella che diverrà nota come la ‘madre di tutte le tangenti’ e sotto torchio era finito, tra gli altri, il manager della Ferruzzi Lorenzo Panzavolta. Al pari di tanti altri costui aveva deciso di vuotare il sacco e ad un certo punto del suo interrogatorio aveva fatto il nome di un certo ‘signor G’, un misterioso emissario del Pci intestatario di un conto in Svizzera denominato ‘gabbietta’ sul quale a più riprese egli aveva versato le tangenti spettanti al Pci-Pds, l’ultima delle quali di un importo pari a 621 milioni. Non ci è voluto molto all’astuto Pm per risalire all’identità del ‘signor G’, che veniva convocato in procura il 1 marzo. Si trattava di Primo Greganti, 49 anni, a lungo amministratore del Pci a Torino e in Piemonte. Dopo essersi rifiutato di rispondere al primo interrogatorio del magistrato, secondo la prassi era stato subito rinchiuso a San Vittore. Greganti era il primo ‘compagno’ a cadere nella rete di ‘Mani pulite’ e immediata era la reazione del Pds, colpito improvvisamente sul vivo, affidata al tesoriere del partito Marcello Stefanini: ‘Il Pds non ha conti in Svizzera, nè ha autorizzato alcuno ad aprirli. Posso affermarlo con assoluta certezza. Greganti è stato funzionario della federazione di Torino dal '70 all''87 e non è mai stato dipendente della direzione nazionale. Dopo aver risolto il rapporto di lavoro col Pci, ha avviato in proprio un'attività imprenditoriale in campo pubblicitario...’.
L’inchiesta su questo nuovo filone era affidata ad una ‘matricola’ della Procura milanese, il Sostituo Procuratore Tiziana Parenti, che in gioventù, al tempo delle contestazioni del ‘68, era stata soprannominata ‘Titti la Rossa’ , una ‘rossa’ che non avrebbe tardato a rivelarsi per il ‘compagno G’ un autentico ‘mastino’.
Tanto per cominciare subito venivano alla luce alcuni suoi ‘precedenti’, come la disavventura toccatagli nell'89 quando, incappato in un blocco di Polizia dalle parti di Firenze e perquisito, veniva trovato in possesso di una valigetta contenente quasi un miliardo di lire in contanti o giù di lì. Portato in caserma, Greganti aveva tranquillamente spiegato che si trattava di denaro destinato al Pci e che se avessero telefonato ad una ‘certa persona' di Botteghe Oscure questa poteva chiarire tutto...evidentemente era abitudine del Pci quella di mandare in giro persone con un miliardo di contanti in mano!!!...
Interrogato dal Sostituto Procuratore in gonnella sulla mazzetta di 621 milioni ricevuti da Panzavolta e sull’episodio dell’89, Greganti doveva rivelare tutta la faccia tosta di chi sa già che in ogni caso, grazie all’aiuto dei ‘compagni’ dentro e fuori la magistratura, ‘se la caverà’. Innazi tutto, resosi conto che negando e basta non avrebbe avuto scampo, confermava di aver ricevuto soldi da Panzavolta e di essere l’intestatario del conto ‘gabbietta’ ma affermava che il Partito non c’entrava nulla...evidentemente la Ferruzzi gli aveva elargito 621 milioni solo perchè lui aveva una bella faccia!!...
Per il ‘motivo’ per i quali egli se ne andava in giro con la ‘modica’ cifra di un miliardo di proprietà del Pci, è meglio, a scanso di problemi per il sottoscritto visto il tipo di macchina giudiziaria che funziona da noi, lasciare la parola allo stesso ‘compagno G’:

‘...ho spiegato io stesso nel primo interrogatorio a San Vittore, quello del 9 marzo 1993, otto giorni dopo il mio arresto, senza che nessuno me lo chiedesse, che qualche tempo prima ero stato fermato in autostrada dalla Polizia, e che in quell'occasione avevo con me una valigia con un miliardo. Spiegai che il denaro era l'anticipo che il gruppo Itinera, quello di Marcellino Gavio, versava al Pds in vista dell'acquisto della sede romana degli Editori Riuniti. La trattativa per la cessione dell'immobile poi si arenò, e il miliardo venne restituito da Botteghe Oscure al gruppo Itinera con un accordo alla luce del sole, alla presenza degli avvocati delle parti, e che portò a versare a Gavio anche centocinquanta milioni di interessi...sono stato dichiarato colpevole di violazione della legge sul finanziamento dei partiti unicamente per la parte di interessi non corrisposti, nel senso che hanno stabilito che i 150 milioni concordati tra il partito e il gruppo Itinera non coprivano per intero la svalutazione della lira in quel periodo...’

Circa un mese dopo il ‘mastino’ svelava lo zampino di Primo Greganti anche in un altro affare targato Enel, un'altra storia di presunte tangenti rosse. Veniva alla luce che era stato proprio Greganti il regista occulto della trattativa tra la Emit di Ottavio Pisante e l'Elettrogeneral, un'azienda che ruotava nella galassia della Lega delle cooperative. C'era stata la sua ‘garanzia’ su un pagamento di mezzo miliardo, soldi passati da Pisante all'impresa delle coop, partner in una commessa per la denitrificazione delle centrali Enel di Fusine e Tavazzano. In tal modo la ‘scatenata’ Tiziana Parenti, sollevava il coperchio su quello che era da sempre la via più utilizzata di finanziamento illecito per Botteghe Oscure: gli appalti delle cooperative. Quanto avesse colto sul vivo lo si deduce facilmente dalla rabbiosa reazione avuta della Lega delle Cooperative quando alcune notizie erano trapelate attraverso gli organi di stampa:

‘...chiamare deliberatamente in causa un'organizzazione cui aderiscono undicimila cooperative con oltre tre milioni di soci, invece di limitarsi a citare singole imprese aderenti eventualmente inquisite, evidenzia una chiara volontà di dimostrare il teorema secondo cui la Lega delle cooperative, nelle sue varie articolazioni organizzative, avrebbe rappresentato il canale attraverso il quale le cooperative avrebbero finanziato il Pci e poi il Pds. Ribadiamo con forza che l'organizzazione non ha mai intrattenuto relazioni di natura economica nè con il Pci-Pds, nè con altri partiti politici...’.

Incurante delle minacce di querele da parte della Lega, Titti la Rossa andava avanti come un carro armato. Pisante le aveva raccontato uno dei tanti ingegnosi sistemi con il quale il Pci era solito farsi finanziare dalle imprese. Nel 1990, Zorzoli, che allora rappresentava il Pci nel consiglio d'amministrazione dell'Enel [proprio così cari amici...allora nei cosigli di amministrazione delle Società a Partecipazione Statale il Pci aveva il proprio rappresentane], gli aveva imposto di consociarsi con l'azienda della Lega per i lavori alle due centrali: 45 per cento all'Emit, 40 all'Elettrogeneral, più un dieci per cento alla Ctip [pure del giro delle coop] e un cinque a un'altra piccola impresa. E qui viene il punto...Emit e Elettrogeneral avevano entrambe acquistato all'estero un brevetto per i lavori di denitrificazione e Pisante avrebbe dovuto sborsare mezzo miliardo perchè l 'Elettrogeneral vi rinunciasse, soldi che dovevano poi in realtà finire al Pci...geniale non è vero?...Nell'accordo era previsto anche che i ruoli fossero invertiti per l'appalto successivo, e Greganti era stato messo dal Pci a ‘sorvegliare’ l’intera operazione. Anche stavolta naturalmente il ‘compagno G’ si era affrettato a chiarire di avere agito in proprio, come un qualsiasi uomo d'affari: il partito non c'entrava nulla. E in sostanza la stessa versione che aveva dato di fronte alle accuse di Lorenzo Panzavolta, manager della Ferruzzi, per la storia dei 621 milioni pagati in Svizzera sul conto Gabbietta, sempre per un lavoro agli impianti Enel.

Gratta gratta, altre storie sul meccanismo delle cooperative saltavano fuori. Bruno Binasco, amministratore delegato della Itinera, già citata in precedenza a proprosito della ‘valigetta con dentro il miliardo’, alla domanda se era sicuro di non avere mai versato soldi al Partito Comunista, così rispondeva:

‘...con il Pci prima e con il Pds poi le qu estioni venivano regolate in altro modo. I rapporti erano mediati attraverso i quattro grandi consorzi di cooperative, e cioè Ccpl di Reggio Emilia, nella persona di Sacchetti Adorno, Cmb di Carpi nella persona di Balugani, Ccc di Bologna nella persona di Sabbioni e Coop Argenta nella persona di Donegaglia. Inoltre un ruolo importante era svolto dalla Cmc di Ravenna nella persona di Antolini. Le cooperative chiedevano costantemente che venisse loro riservata una parte dei lavori...’

Valerio Bitetto, ex consigliere Enel di targa socialista, aveva raccontato in precedenza:

‘...i consiglieri di designazione Pci-Pds avevano un ruolo diverso da quello dei loro colleghi indicati da Dc, Psi, Pri, Pli e Psdi, Per loro si trattava di far ricadere l'utile derivante dagli appalti Enel non direttamente sul Pci-Pds, ma sulla struttura del movimento delle cooperative...

Giulio Caporali, ex consigliere delle Fs, interrogato sempre da Tiziana Parenti, rivelava un altro dei meccanismi di ‘finanziamento alternativo’ comunista:

‘...dovevo indicare tempestivamente a Pollini [tesosiere del Pci fino al 1989, anch’egli all’epoca finito in carcere - n.d.r.] i lavori che le Fs avevano in programma e, subito dopo, informarlo su quali cooperative avevano ottenuto le commesse. Alle coop facevo capire che dovevano passare al secondo piano [della direzione del Pci - n.d.r.], sede della segreteria amministrativa. Quanto a Pollini, i nostri erano incontri periodici; facevamo il punto e lui, in linea di massima, mi diceva se andava bene...’

Non passava giorno senza che ne saltasse fuori una nuova su Greganti. Vincenzo D'Urso, collaboratore del defunto tesoriere socialista Vincenzo Balsamo, confermava il ruolo di Greganti nelle spartizioni. In particolare, nell'episodio contestato a Greganti, la Ferruzzi aveva versato prima la quota destinata al Pci, e solo in uns econdo tempo quella del Psi e della Dc. E il ‘compagno G’ che faceva?...Quando poteva [ossia quasi mai] negava, quando non poteva negare [ossia quasi sempre] scagionava in ogni caso il partito con motivazioni per dimostrare il valore delle quali è sufficiente citare un unico esempio. Contestatogli da Tiziana Parenti il versamento di 1.050 milioni effettuato alla tesoreria del Pci nel 1990, il ‘Compagno G’ dichiarava che quei soldi provenivano dalla vendita di una società del Pci nella Ddr:

‘...non ho alcuna documentazione al riguardo...ho fatto due viaggi a Berlino Est e ho parlato con una persona di cui non ricordo il nome...’

Il 24 di agosto i vertici del Pds si rendono conto che il ‘mastino’ non abbaia soltanto, ma morde e quando morde fa male. Un avviso di garanzia viene recapitato al senatore Marcello Stefanini, tesoriere del Pci-Pds, e a Botteghe Oscure non resta altro da fare che protestare per presunta violazione del segreto istruttorio. I termini di legge consentono al magistrato di indagare fino al 5 ottobre, termine oltre il quale non sarà più possibile presentare al Parlamento la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del tesoriere e senatore del Pds; verrebbe da pensare che oramai solo il tempo possa ostacolare Titti la Rossa, ma vedremo che non sarà così...
Il 19 settembre si ha il momento più importante dell’offensiva del ‘mastino Titti’: in un blitz nella sede di Botteghe Oscure i Carabinieri sequestrano quintali di documenti e arrestano il dirigente del Pds Marco Fredda. La notizia, giunta a Bologna nel bel mezzo della Festa dell'Unità, lascia i 'compagni' letteralmente sbigottiti. Qualcuno tenta di abbozzare qualche goffa reazione, come quella di un portavoce del Pds che ammette che nell’operazione con Bruno Binasco era stata prevista una larga parte di pagamenti in nero [almeno 900 milioni], ma questo era stato fatto ‘solo per frodare il fisco’:

‘...politicamente ce ne assumiamo la responsabilità ma, sia chiaro, la concussione, la corruzione e l'estorsione sono ben altra cosa...’

O come quella di Achille Ochetto, proprio lui che fino a quel momento non aveva perso occasione di appoggiare la campagna condotta dal pool di ‘Mani pulite’ contro le ‘logore figure del Caf’, che, dununciando un ‘complotto centrista’, se ne esce con queste parole:

‘...ma io dico che i giudici devono piantarla di arrestare la gente!...’

Il pomeriggio del 4 ottobre, il giorno dopo scade il termine per la richiesta a procedere contro il senatore Marcello Stefanini, alla Procura di Milano è in programma il ‘gran consiglio’ di tutto il pool di ‘Mani pulite’ nello studio del procuratore Borrelli: sul tavolo le 80 cartelle redatte da Tiziana Parenti con tutte le accuse contro Greganti e Stefanini. Le contestazioni ruotano intorno alla figura del ‘Compagno G’: e stato il ‘cassiere ombra’ del partito o ha soltanto millantato per agevolare le sue attività?...Lorenzo Panzavolta, presidente della Calcestruzzi, ha versato sui suoi conti svizzeri 1.245 milioni in tre rate. Una tangente, ha sempre sostenuto Panzavolta, per assicurarsi l'appoggio di Botteghe oscure negli appalti Enel. Panzavolta ha detto chiaramente che Greganti era l'uomo di Botteghe Oscure. Il presidente della Calcestruzzi ha aggiunto che anche Giovambattista Zorzoli, consigliere Enel di nomina Pci, gli aveva caldeggiato l'inserimento di una società ‘sponsorizzata’ pure dal ‘Compagno G’. E non è tutto: nelle relazioni di bilancio della Lubar non c'è traccia di rapporti con il gruppo Ferruzzi. Tiziana Parenti è convinta di avere ricostruito i movimenti dei primi 621 milioni dal Conto Gabbietta alle casse del partito. L'ipotesi di reato sarebbe quindi di corruzione e violazione della legge sul finanziamento. A sostegno della sua pista anche il passaggio dei 1.050 milioni dallo stesso deposito svizzero fino alla tesoreria del Pci. Ma nella bozza del documento figurerà anche l'altra vicenda: il finanziamento illecito di 400 milioni rivelato dal manager Bruno Binasco. Una storia che ha fatto finire in cella pure Marco Fredda, responsabile degli immobili della Quercia. E che rischia di far piovere su Stefanini altri due capi d'accusa: falso in bilancio e frode fiscale.

Di fronte a questa mole di elementi per mesi e mesi Primo Greganti non ha fatto altro che trincerarsi dietro la ‘muraglia cinese’: ha ripetuto fino alla nausea che quei soldi sono frutto della consulenza della sua compagnia, la Lubar, per l'espansione della Ferruzzi in Estremo Oriente. A prima vista si direbbe che il ‘Compagno G’ e tutto il Pds con lui sia irrimediabilmente segnato, quando all’improvviso uno sconosciuto avvocato all’ultimo momento costruisce una tesi difensiva e, perso per perso, prova a giocarla lì...gli accertamenti sulle proprietà del Compagno G., disposti in fretta e furia negli ultimi giorni, sembrano indicare un patrimonio non indifferente. Uffici a Torino e a Roma, nella prestigiosa via Veneto; due appartamenti a Cormayeur; la villetta a Marina di Ravenna e la sua casa di residenza in provincia di Torino. I soldi di Panzavolta possono essere finiti in questi investimenti?...Sulle prime questa ‘trovata’ fa un poco ridere, ma a questo punto subentra il classico ‘colpo di scena’...Nel primo pomeriggio, manca meno di un’ora alla riunione che deciderà la sorte di Marcello Stefanini, davanti a Gherardo D'Ambrosio, il più dichiaratamente ‘comunista’ dei collaboratori di Francesco Saverio Borrelli, si presenta un tal Mario Ferrari il quale afferma di aver ricevuto 200 milioni da Greganti proprio nel periodo del primo versamento sul conto ‘Gabbietta’ e quei soldi erano solo l'anticipo su un contratto di mezzo miliardo per l'acquisto di un appartamento a Roma, in via Tirso. Subito dopo, con un tempestività degna del tenente Colombo dei tempi migliori, il Procuratore D’Ambrosio tira fuori i documenti di un mutuo concesso a Greganti dal Monte dei Paschi di Siena del valore di 1200 milioni, su per giù lo stesso importo della presunta bustarella elergita da Panzavolta. E questo evento ‘imprevisto’ [o fin troppo ‘previsto’ a seconda dei punti di vista] ribalta completamente la situazione. Dopo tre ore di febbrile dibattito, il procuratore Capo Borrelli mette ai voti la proposta di archiviazione del primo fascicolo, quello più grave dal punto di vista ‘politico’ poichè comporta il reato di corruzione, aperto a carico del segretario amministrativo del Pds Marcello Stefanini: otto ‘si’ contro una sola astensione, quella di Tiziana Parenti.

E così il Pds, grazie ad una ‘brillante soluzione’, degna in tutto e per tutto della miglior tradizione del Kgb, escogitata dal ‘Compagno D’, sfuggiva al destino che era toccato al Psi, alla Dc e agli altri parttiti minori travolti da Tangentopoli. A febbraio Lorenzo Panzavolta aveva dichiarato ad Antonio Di Pietro: ‘...Greganti mi disse di essere il referente del Pci nella vicenda della desolforazione...’ e per questo Panzavolta aveva versato ‘Compagno G’ 1.245 milioni in tre rate, dal 1990 fino al settembre 1992, la stessa cifra consegnata agli emissari della Dc e del Psi. Greganti era stato arrestato il 1 marzo ed era rimasto in cella per tre mesi. Aveva sempre negato che il denaro fosse del partito: ‘...sono soldi miei - aveva sostenuto - frutto di una consulenza per Panzavolta...’, ma il ‘Compagno G’ non aveva mai spiegato come fosse stato utilizzato il tesoro. ‘...ho trasferito tutto sui miei conti...’, era stata la prima versione. E la prima raffica di controlli in banca lo aveva smentito. Scarcerato dopo tre mesi [Greganti non è stato in ‘galera’ per anni come vorrebbero far credere ora i [post]comunisti] e di nuovo arrestato a settembre per illecito finanziamento, subito dopo si era scoperta che anche la seconda parte dell'elargizione di Panzavolta era stata versata. Anche allora Greganti non aveva saputo dire come aveva utilizzato quei soldi. All’ultimo momento, guarda caso, il Procuratore D’Ambrosio scopre che erano stati spesi per l’acquisto di un immobile di valore superiore al miliardo, cosa che evidentemente il ‘Compagno G’ aveva ‘dimenticato’ di dire...E così la procura aveva ‘dimostrato’ che con quei soldi Stefanini non c'entrava...nessun elemento quindi...meglio archiviare...

Pochi giorno dopo, l’8 ottobre, il Gip Italo Ghitti rigetterà per manifesta infodatezza di argomentazioni la di archiviazione presentata dalla Procura di Milano e successivamente ordinerà nuovi accertamenti, decisione alla quale il procuratore Borrelli, pur controvoglia, dovrà necessariamente sottostare, dichiarando: ‘...siamo nei binari della dialettica processuale, non ci sono spaccature...’. Ciò nonostante il Pds aveva ottenuto, come una grazia piovuta dal cielo, quello che più gli stava a cuore: quale che fossero stati i successivi accertamenti giudiziari, davanti alla pubblica opinione esso era stato a tutti gli effetti ‘assolto’ dai giudici di ‘Mani pulite’ e poteva ben dire per bocca del segretario Ochetto, che più di ogni altro perorava presso il Presidente della Repubblica la causa delle elezioni anticipate:

‘...è un fatto veramente molto importante che finalmente, attraverso un'indagine condotta con serietà, sia apparsa la verità: non avevamo e non abbiamo conti in Svizzera, nè facciamo parte di Tangentopoli...’

Sicuramente i commenti più appropriati a tutta questa vicenda sono quelli che nel tempo sono venuti da chi più di ogni altro ha contribuito al trionfo della causa del Pci-Pds: Gherardo D’Ambrosio.
Appena dopo avere interrogato Mario Ferrari, il testimone che ha ‘ribaltato’ la situazione, s'era lasciato sfuggire una battuta in corridoio verso i giornalisti:

‘...abbiamo di mostrato che in quattro giorni si può fare quello che non si fa in un anno...quando io dicevo che non c'erano prove...ricordate?...’

seguita poi da un’altra quasi dello stesso tono, a proposito del suo gilè rosso:

‘...come mi sta questo colore?...’

Pochi giorni dopo, quando davanti al Tribunale della Libertà era prevista la discussione degli ultimi due mandati di cattura contro Primo Greganti, Tiziana Parenti doveva essere in quell'aula per sostenere le tesi dell'accusa, in quanto negli ultimi sei mesi era stata soprattutto lei a occuparsi di questo filone. Ma dal vertice della Procura all'ultimo momento arriva secco: contrordine compagni!!...meglio mandare un altro pubblico ministero!!...Perchè Tiziana Parenti è stata esclusa? La spiegazione viene fornita sempre da Gherardo D'Ambrosio:

‘...[i]la dottoressa non è andata in aula perchè non allineata con la Procura...si è astenuta al momento di votare la decisione per chiedere l'archiviazione nei confronti del senatore Stefanini e poi non ha sottoscritto la stessa richiesta...’

Ed è chiaro che poco ci è mancato perchè l’esimio Procuratore non dicesse :...perchè non allineata con la politica della Procura...

Ma di tutte le ’uscite’ del ‘Compagno D’, quella più deliziosa ce l’ha voluta riservare in tempi assai più recenti, dopo che la vicenda della ‘mazzetta’ dei 621 Milioni elargiti da Panzavolta a Greganti ha avuto, meno di due anni fa, il suo epilogo ‘naturale’: il ‘Compagno G’, condannato in primo grado a 3 anni e 7 mesi, ‘patteggiando’ ha ottenuto ‘solamente’ 3 anni di sconto della pena e pertanto non ha fatto un sol giorno di ‘galera’ in più. La dichiarazione rilasciata nella circostanza dal ‘Compagno D’ è di quelle che dovrebbero veramente essere incise nella pietra:

‘...stupisce che davanti a miliardi di finanziamenti illeciti ci si agiti tanto per 621 milioni...’

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http://utenti.lycos.it/Submarine/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

08-03-02, 15:51
...Fecia di Cossato per l'interessante materiale postato,e gli altri amici intervenuti per aver sviluppato una discussione molto interessante,cui mi riservo di prender parte non appena avrò più tempo a disposizione.

Cordiali saluti a tutti

brunik
12-03-02, 11:23
Originally posted by Fecia di Cossato

Senza perdere troppo tempo ad esaminare le vicende più note di Tangentolpoli, ossia la 'persecuzione giudiziaria' della quale furono oggetto i partiti politici che un paio di lustri or sono governavano il Paese [Dc, Psi, Pri, Pli e Psdi] e dalla quale 'miracolosamente' non venne toccato il Pci,

Per queste stesse parole qualcuno ha già subito delle condanne per diffamazione.


LA SENTENZA - Il giudice Marta Ienzi ha spiegato che «la critica politica, accettabile anche se tesa a una "demonizzazione" dell' avversario, non può spingersi sino ad attribuire a persone determinati fatti e comportamenti specifici estremamente riprovevoli». E ha concluso che è stato commesso «il reato di diffamazione» che obbliga al risarcimento dei danni (con cifra da liquidarsi «in separata sede») perché Berlusconi «ha chiaramente detto che la magistratura o alcuni magistrati sono stati autori di un disegno teso a eli minare una parte politica a vantaggio di un' altra». Il leader del Polo viene anche condannato a pagare la pubblicazione della sentenza nei principali quotidiani e alla sua divulgazione sulla testata radiofonica «Radio Anch' io».

brunik
12-03-02, 11:26
Originally posted by Fecia di Cossato
http://www.infosicilia.net/foto/parentitiziana/ingrandimenti/parenti_tiziana01.jpg



Mani pulite, diffamò il pm Colombo Un mese di condanna a Tiziana Parenti



Mani pulite, diffamò il pm Colombo Un mese di condanna a Tiziana Parenti Un mese di reclusione con la condizionale e 50 milioni di risarcimento dei danni. Questa la condanna che la prima sezione penale del tribunale di Brescia ha inflitto ieri all' onorevole Tiziana Parenti al termine del processo che la vedeva imputata di diffamazione aggravata ai danni del pm di Mani pulite Gherardo Colombo. I fatti risalgono all' estate del ' 97 quando la Procura milanese aveva chiesto il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi per la vicenda Lentini. Intervistata da un quotidiano, Tiziana Parenti aveva commentato: «Per Colombo e gli altri Berlusconi è un nemico da colpire e da tre anni, con le loro teorizzazioni, lavorano solo per abbatterlo». Affermazio ni che le erano poi costate una denuncia per diffamazione.

brunik
12-03-02, 11:29
Io vi ho avvisato.

State attenti a seguire certe persone sulla strada della diffamazione.

La storiella delle "Toghe Rosse al servizio dei komunisti" è già costata diverse centinaia di milioni di risarcimento ai vari Feltri, Ferrara, Berlusconi.

Solo che loro se lo possono permettere. L'importante per loro è che passi l'idea.

Voi non lo so se vi potreste permettere ina causa con Di Pietro.

Fecia di Cossato
12-03-02, 11:43
caro amico
per dissipare tutte le tue apprensioni riguardo alla mia persona, è sufficiente che riporti il titolo stesso del mio thread: 'Mani pulite è stato il braccio giudiziario del Pci-Pds?...'. Come può constatare anche un bambino di seconda elementare, tale titolo non rappresenta una affermazione bensì unicamente una domanda...alla quale ognuno è libero di rispondere 'si' oppure 'no' come meglio crede.
E lo scopo del mio intervento altro non vuole essere se non fornire materiale assolutamente ineccepibile dal punto di vista dei riscontri documentali [qualcuno oramai avrà capito che, piaccia o no, il sottoscritto ama fare così in ogni circostanza...] che possa aiutare ciascuno a farsi una esatta idea di quale può essere la risposta più appropriata alla suindicata domanda...

cordiali saluti!...

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http://utenti.lycos.it/Submarine/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

brunik
12-03-02, 12:28
Ti avevo già postato centinaia di casi in cui il tuo titolo che insinua che i magistrati possano essere stati assoldati da una parte politica contro un'altra, fatto che se vero sarebbe GRAVISSIMO, risulta palesemente falso. Il PDS fu indagato ed i suoi dirigenti arrestati esattamente come per gli altri partiti. In misura minore degli altri solamente perchè non avevano responsabilità dirette di governo. Non occorre essere geni per capirlo.

Solo chi è in malafede non capisce che la storiella delle Toghe Rosse è una diffamazione fatta girare da Silvio Berlusconi ed amplificata dai suoi dipendenti per delegittimare coloro che hanno scoperto suoi tramini.

Tutte le volte che i giudici si sono sentiti giustamente diffamati da tali insinuazioni hanno vinto la causa.

Se vuoi ti posto centinaia di casi in cui Berlusconi in persona e i suoi dipendenti disinformatori sono stati condannati per aver insinuato certe cose.

Silvio Berlusconi, nell'indifferenza dei media, è stato pochi giorni fa condannato per aver detto che i DS erano i mandanti di tangentopoli.

Ma vedo che voi agit-prop non sentite ragioni: insistere, insistere, insistere.

Almeno qualcuno vi pagasse come accade per Ferrara & C. No, lo fate pure gratis (forse).



Corriere della Sera, martedi , 27 febbraio 2001
VARIE


Diffamazione Ds, condannato Berlusconi



Il leader: sentenza gravissima, si porta in tribunale la lotta politica per demonizzare gli avversari
Zuccolini Roberto


Veltroni e Folena avevano intentato una causa civile contro l' affermazione di un legame tra Procure e partito Diffamazione Ds, condannato Berlusconi Il leader: sentenza gravissima, si porta in tribunale la lotta politica per demonizzare gli avversar i ROMA - Silvio Berlusconi viene condannato dal tribunale civile di Roma per avere diffamato i Ds e subito scoppia la guerra totale tra il leader della Casa delle Libertà e la Quercia. La vicenda risale al 30 novembre 1999 quando, ai microfoni di Radio Anch' io, il Cavaliere accusò Walter Veltroni, Pietro Folena, Fabio Mussi e Gavino Angius di essere i mandanti delle trame giudiziarie di cui ripete da sempre di essere vittima e per le quali ha parlato più volte di «procure rosse e giacobine». Il segretario dei Ds annuncia di avere vinto la causa alla fine di un' assemblea del partito: «Abbiamo avuto ragione: si trattava di affermazioni gravi». Ma il leader del centrodestra va al contrattacco e definisce la sentenza, che obbliga anche al risarcimento dei danni, di «una gravità inaudita». Il progetto sarebbe quello di «imbavagliare gli avversari politici». Ribatte il numero due della Quercia Pietro Folena: «Berlusconi deve imparare a rispettare gli avversari». LA SENTENZA - Il giudice Marta Ienzi ha spiegato che «la critica politica, accettabile anche se tesa a una "demonizzazione" dell' avversario, non può spingersi sino ad attribuire a persone determinati fatti e comportamenti specifici estremamente riprovevoli». E ha concluso che è stato commesso «il reato di diffamazione» che obbliga al risarcimento dei danni (con cifra da liquidarsi «in separata sede») perché Berlusconi «ha chiaramente detto che la magistratura o alcuni magistrati sono stati autori di un disegno teso a eliminare una parte politica a vantaggio di un' altra». Il leader del Polo viene anche condannato a pagare la pubblicazione della sentenza nei principali quotidiani e alla sua divulgazione sulla testata radiofonica «Radio Anch' io». Per ora si è pronunc iato solo il tribunale di Roma per le accuse rivolte a Veltroni e Folena. Deve invece ancora emmettere il suo giudizio quello di Milano per l' attacco a Mussi e Angius. Secondo la sentenza già emessa «l' articolo 68 della Costituzione non è certament e applicabile non essendovi corrispondenza tra le dichiarazioni» di Berlusconi e «atti tipici della funzione parlamentare». In altre parole in questo caso non varrebbe per il Tribunale civile di Roma l' «insindacabilità» spesso concessa ai parlamenta ri di fronte a scontri verbali più o meno accesi di cui sono protagonisti. Precisa il presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere, Ignazio La Russa (An): «Berlusconi non ha ritenuto di rivolgersi al nostro organismo, ma può sempre farlo prima che la vicenda sia conclusa».

Fecia di Cossato
12-03-02, 12:58
caro amico
la sentenza di condanna di Silvio Berlusconi da te riportata nel discorso da me impostato c'entra...proprio come i classici 'cavoli a merenda'...Se invece di postare come un forsennato copia-incolla di cui non sai neppure il contenuto, andassi a leggere quello che ho scritto ti accorgeresti che i fatti da me riportati sono avvenuti in gran parte nell'anno 1993, quindi prima della discesa in campo di Silvio Berlusconi, che se vogliamo è stato la 'sfiga' che ha mandato all'aria l'ingegnoso 'piano' dei [post]comunisti di prendere il posto, nella stanza dei bottoni, del 'pentapartito' travolto da Tangentopoli.

Morale della favola caro mio: meno copia-incolla e più materia grigia, se puoi!...

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Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

F.B.
12-03-02, 13:05
Buon giorno,

par di capire, quindi, che per il "Pool" di Milano il Sig. Panzavolta si sia fatto "infinocchiare" dal "Compagno G." Primo Greganti, il quale avrebbe millantato i suoi crediti presso il PCI/PDS, mentre, in realtà, lavorava esclusivamente pro bono suo.

Chiunque abbia avuto modo di conoscere il Sig. Panzavolta, può dire di trovare oltremodo difficile da credere che qualcuno possa riuscire ad infinocchiare il "Panzer", nomignolo con il quale era conosciuto il Sig. Panzavolta nel mercato ove operava (ed opera).

Se il "Panzer" ha "scucito" più di un miliardo di lire ad una persona significa non solo che quella persona poteva garantire la conclusione dell'affare ma anche che quella persona era chi diceva di essere.

Che poi non si sia riusciti a provare (i maligni potrebbero dire non si sia voluto) che fine abbiano fatto i soldi una volta in mano al Sig. Greganti, oppure che si siano trovate spiegazioni alternative per il loro uso... beh questo, tra "linee della Procura" seguite e non, GIP che rigettano le istanze di archiviazione ecc., rientra nel nebuloso mondo delle verità processuali.

Cordiali saluti

tony (POL)
12-03-02, 13:06
..e quella sentenza e' arrivata dopo le affermazioni di berlusconi che ricalcano esattamente le insinuazioni di partigianeria sull'operato della magistraturaa vantaggio della sinistra che si sono concluse con una condanna per diffamazione...
poi chiaramente uno e' libero di credere le cose piu' strampalate..pensate che c'e' perfino chi crede che berlusconi sia una persona onesta.

Fecia di Cossato
12-03-02, 13:18
caro amico
se persino Silvio Berlusconi è stato condannato per avere affermato simili 'mostruosità'...cosa mai potrà accadere al Comandante Fecia di Cossato?...

...non gli resterà altra via d'uscita che suicidarsi una seconda volta!...

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http://utenti.lycos.it/Submarine/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

tony (POL)
12-03-02, 13:27
niente.. e che dovrebbe accadere...?
ripeto c'e' persino chi pensa che berlusconi sia una persona onesta...e berlusconi afferma addiritura di non aver mai utilizzato la tv contro i suoi avversari politici....non solo, ma non molto tempo fa ha affermato che i suoi elettori sono degli stronzi...ora, chi potrebbe mai credere a una cosa del genere?

brunik
12-03-02, 13:44
Originally posted by mustang
Due volte grazie: per aver postato il tuo lavoro e per non aver chiamato il mezzo boss mafioso e assassino Buscetta, "don Masino".
Quasi fosse un buon parroco di campagna.

Mani pulite iniziò probabilmente come lotta contro la sinistra di Craxi.
Ma venne Berlusconi!
saluti

E tornò tutto come prima! Grazie Silvio, per aver restituito dignità ai ladri che ci stavano portando alla bancarotta!

brunik
12-03-02, 13:56
Originally posted by Fecia di Cossato
caro amico
la sentenza di condanna di Silvio Berlusconi da te riportata nel discorso da me impostato c'entra...proprio come i classici 'cavoli a merenda'...Se invece di postare come un forsennato copia-incolla di cui non sai neppure il contenuto, andassi a leggere quello che ho scritto ti accorgeresti che i fatti da me riportati sono avvenuti in gran parte nell'anno 1993, quindi prima della discesa in campo di Silvio Berlusconi, che se vogliamo è stato la 'sfiga' che ha mandato all'aria l'ingegnoso 'piano' dei [post]comunisti di prendere il posto, nella stanza dei bottoni, del 'pentapartito' travolto da Tangentopoli.

Morale della favola caro mio: meno copia-incolla e più materia grigia, se puoi!...

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Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

Vedo che tei miei copia incolla comunque te ne fotti.

Se me lo chiedi in ginocchio ti posso riportare i 200 articoli del corriere della Sera che l'ultima volta hanno causato le tue crisi di pianto al moderatore.

Ovviamente parlavano tutte di attacchi dei giudici al PDS e di come lega ed AN abbiano sfruttato questi attacchi per vincere le elezioni amministrative e nazionali del 92 e del 94 (queste ultime con l'altro furbacchione Berlusconi abile grazie ai suoi media a colmare il vuoto di potere che si era creato).

Morale della favole: le cose le sai. Se sei in malafede e continui a compiere il reato di diffamazione gratis per conto di Berlusconi sono problemi tuoi. Non capisco quale sia il tuo tornaconto.

Più materia grigia e meno antikomunismo ammuffito, caro Fecia, che siamo nel 2002.

brunik
12-03-02, 14:31
Originally posted by Fecia di Cossato
caro amico
se persino Silvio Berlusconi è stato condannato per avere affermato simili 'mostruosità'...cosa mai potrà accadere al Comandante Fecia di Cossato?...

...non gli resterà altra via d'uscita che suicidarsi una seconda volta!...

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Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

Ti dico solo una cosa: in media, nelle 200 cause per diffamazione che Di Pietro ha vinto contro quelli che dicevano le tue cose, il risarcimento è stato di 50 milioni.

Se te li paga Berlusconi, continua pure a diffamare.

Altrimenti vedi di in cominciare a ragionare col tuo cervello, e non con quello di Sgarbi, che lui tanto è protetto dall'immunità parlamentare, mentre tu non credo.

Fecia di Cossato
13-03-02, 13:32
caro amico
ti anticipo che la prossima 'puntata' dell'inchiesta [credo che oramai pressochè tutti sappiano che amo particolarmente comporre 'romanzi a puntate'...] sarà dedicata propio a Di Pietro.

Naturalmente tengo pronta la pistola per commettere nuovamente suicidio se disgraziatamente dovesse piovere sulla mia povera testa l'accusa di diffamazione da parte del 'campione' di Mani pulite...

prega per me, cario amico!...

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Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

13-03-02, 14:38
Una precisa strategia: ti "compro" ………. oppure ti "distruggo"

Il teorema è semplice: se una persona lavora per me e io la pago, difficilmente si scaglierà contro di me e i miei interessi. Avere un individuo alle dipendenze cioè pagarlo consente allora in qualche modo di limitarne la libertà.
Che la linea di pensiero del "Cavaliere" e dei suoi principali sostenitori sia questa, lo dimostra il contenuto di alcuni servizi "giornalistici" andati in onda di recente su reti Mediaset. In questi spazi televisivi venivano bollati come INGRATI una serie di personaggi tra cui Michele Santoro ed Indro Montanelli colpevoli di "aver bussato alla porta di Berlusconi che li aveva accolti a portafoglio aperto" ed ora di assumere (a loro avviso) un atteggiamento ostile nei confronti del "Cavaliere". Come dire:" non si sputa nel piatto da cui si è mangiato!".
Mi sembra veramente una visione ai limiti del paradossale!
Vi sembra forse corretto che le menti libere vengano insultate, ricondotte a figure vili e ingrate solo perché continuano a pensare con la loro testa piuttosto che con quella del loro ex datore di lavoro?………… avete ragione, sembra assurdo anche a me.
Vi sono poi alcune "conversioni" quanto meno curiose:

Tiziana Maiolo che negli anni settanta, sul Manifesto, scriveva articoli di fuoco accusando Berlusconi, 20 anni dopo è entrata a pieno diritto nelle file di Forza Italia.

Tiziana Parenti, titolare dell'inchiesta sulle Coop rosse, proprio mentre indagava sulle vicende relative ai presunti finanziamenti illeciti al PCI e al presunto coinvolgimento della Fininvest, si è fatta ingolosire dalla proposta del "Cavaliere" e si è candidata tra le liste di Forza Italia.
I giornali del tempo titolavano "il Pm Tiziana Parenti vuole vederci chiaro, …Sta indagando sui presunti finanziamenti illeciti al Pci ed è su questo che vuole sentire come testimone il "signor Tv" e Fedele Confalonieri".
Sul corriere della Sera del 9 Settembre 1993 si leggeva "Berlusconi testimone nell'inchiesta sulle mazzette rosse" ed ancora "Confalonieri voleva bloccare un libro scomodo, offrì denaro ad un editore vicino al Pci.
Non si è mai saputo se il Pm Tiziana Parenti abbia sentito Berlusconi. Quello che invece si sa è che quattro mesi più tardi diventò deputata di Forza Italia.

Per ultimo, ma non certo in ordine di importanza, vorrei ricordare il "tentativo" del Cavaliere con Antonio Di Pietro, e vorrei farlo citando un brano del libro "l'odore dei soldi" di Marco Travaglio:
L'8 Dicembre del 1994, si badi bene: due settimane dopo l'invito a comparire per le tangenti alla Guardia di finanza, Berlusconi ancora elogiava "l'ansia di verità che si è espressa anche con le inchieste di questi magistrati" (del pool di Milano) e definiva Di Pietro "un magistrato che si è conquistato con il suo lavoro il rispetto degli Italiani". Poi aggiungeva: "penso di incontrarlo molto presto[…]. Di Pietro in politica potrebbe essere un'ottima cosa […]. È un uomo di centro come me. Ho sempre riconosciuto il ruolo svolto dai magistrati nella lotta al sistema perverso della Prima Repubblica. La tv e i giornali della Fininvest sono sempre stati in prima linea nel difendere i magistrati, e in particolare Di Pietro […]. La sua spinta alla moralizzazione sarebbe un patrimonio prezioso per tutto il paese …".
In quei giorni il Cavaliere si illudeva ancora di tirare Di Pietro dalla sua parte, perciò trascurava quell'invito a comparire firmato anche da Di Pietro e parlava bene del pool di Mani pulite. Salvo poi rimangiarsi tutto poche settimane più tardi: "se sarò assolto vorrà dire che c'è ancora una giustizia in Italia; se sarò condannato vorrà dire che la democrazia ha ceduto il posto al regime contro il quale gli uomini liberi e i partiti che li rappresentano hanno il diritto di reagire in tutti modi, dalle dimostrazioni di piazza all'ostruzionismo parlamentare".

Fecia di Cossato
18-03-02, 17:27
http://utenti.lycos.it/luposabatini/gherardo3

Con il riassunto della incredibile vicenda Enimont e dell'altrettanto incredibile comportamento tenuto dal Pm Di Pietro in tale vicenda termina la prima parte di questa mia personale 'inchiesta' su Mani pulite, che ricopre i soli eventi accaduti nel decisivo anno 1993, quando la quasi totalità della classe politica che aveva sino ad allora governato il Paese è stata spazzata via e si sono, come abbiamo visto, create le premesse perchè a loro subentrasse il Pds, ex-Pci, che 'miracolosamente' era uscito indenne dalla tempesta giudiziaria. Tutti sappiamo poi che solo la discesa in campo all'ulimo minuto di un certo Silvio Berlusconi ha impedito agli strateghi comunisti di raggiungere, almeno nell'immediato, l'obiettivo che si erano prefissi. Logica conseguenza di questo 'imprevisto' ha dato luogo, a partire dal successivo anno 1994, alla [ampiamente prevista questa volta] 'seconda fase' della strategia offensiva di mani Pulite, intesa questa volta ad annientare il nuovo ostacolo che si era [temporaneamente] frapposto tra i [post]comunisti e quello che è stato da sempre il loro sogno, vale a dire il potere: Silvio Berlusconi. Questa 'seconda fase' della strategia di Mani pulite, che come sappiamo perdura ancora oggi, merita certamente l'apertura di uno spazio a parte, cosa che mi propongo quanto prima di fare. Prima però di concludere questa 'prima parte' ritengo doveroso pubblicare e commentare, anche e soprattutto di quello che avbbiamo visto in precedenza, alcune dichiarazioni rilasciate di recente da uno dei protagonisti più di rilievo tanto della prima quanto della seconda fase di Mani pulite: il sostituto procuratore Gherardo Colombo. Sapete che è mia abitudine non commentare le dichiarazioni dei [filo]comunisti in quanto in generale esse si commentano in modo esaudiente da se stesse, ma questa volta, vista la 'autorevolezza' del personaggio, ho deciso di fare eccezzione e i commenti miei saranno eriportati a piè di pagina.

cordiali saluti!...

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http://utenti.lycos.it/Submarine/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo fecia di Cossato


‘Mani pulite?...il 60% svanirà nella prescrizione...’

Nel giro di un paio d'anni il livello di prescrizione nei processi di Mani pulite arriverà più o meno al 60 per cento . La deduzione del cittadino è che la giustizia non funziona. E non funziona in un campo in cui sono particolarmente evidenti i danni provocati dai reati. In Italia, nel periodo su cui abbiamo indagato, circolavano ogni anno tangenti per migliaia di miliardi. Queste tangenti erano formalmente pagate dalle imprese, ma di fatto le pagava l'ente pubblico al quale apparteneva il funzionario infedele. Quante opere in Italia sono state iniziate e non sono state completate facendo uscire dalle casse dello Stato somme impressionanti? Quante volte è successo, o quanto meno viene il sospetto che sia successo, che siano state finanziate opere solo per ottenere la tangente? E quante volte si può pensare che la spesa pubblica sia stata indirizzata proprio in ragione della corruzione?

Noi di Mani pulite abbiamo complessivamente chiesto il rinvio a giudizio di oltre 3.200 persone . In effetti gli indagati sono stati molti di più: quasi 5 mila. Ma per circa 1.200 persone abbiamo ritenuto che la competenza fosse di altre procure e abbiamo trasmesso gli atti. I risultati finali? I tribunali hanno assolto nel merito soltanto il 14-15 per cento delle posizioni, a fronte di una media nazionale che si aggira intorno al 21-22 per cento. Però, oltre alle assoluzioni nel merito, c'è circa un 30 per cento di prescrizioni. E siccome tante sentenze non sono ancora definitive, la percentuale delle prescrizioni è destinata a raddoppiare.
Le indagini sulla corruzione cominciate nel febbraio del 1992 a Milano sono state accompagnate da due termini: sono diventate famose come inchieste di Mani pulite, mentre l’ambiente sul quale si investiga viene da allora definito Tangentopoli . I due termini hanno entrambi un’origine giornalistica. Tangentopoli, per la verità, è stato utilizzato prima ancora che iniziasse l’inchiesta Mani pulite. Si è cominciato a parlare di Tangentopoli a proposito delle indagini portate avanti sempre a Milano da Ilda Boccassini nel 1989 , note anche come Duomo connection . Mani pulite invece è un termine forgiato appositamente per le indagini sulla corruzione nate nel febbraio 1992. In questo caso, credo sia stato tratto lo spunto dal codice utilizzato dai carabinieri. La sigla iniziale, infatti, era 'MP' perché i carabinieri comunicavano tra loro utilizzando per riconoscersi i termini 'Mike' e 'Papa': 'MP', appunto, da cui Mani pulite.

Le indagini ebbero inizio il 17 febbraio 1992 , con un arresto da cui scaturì tutto. In realtà, era successa una cosa non eccezionale: uno di quei fatti che ogni tanto capitano, ma che prima di allora non avevano dato origine a risultati delle dimensioni di Mani pulite. Qualche giorno prima del 17, l’imprenditore Luca Magni , titolare di una società di pulizie in rapporti con il Pio Albergo Trivulzio , si era visto chiedere dal presidente del Trivulzio Mario Chiesa dei soldi per poter continuare a lavorare. Magni, invece di pagare, decise di rivolgersi ai carabinieri: Antonio Di Pietro fu incaricato delle indagini perché credo fosse il pm di turno.
Questa fase la conosco di riflesso, perché non sono entrato subito nell’istruttoria. Già ad aprile i dirigenti della Procura, in particolare Gerardo D'Ambrosio , ma anche Saverio Borrelli , vedendo che le inchieste stavano crescendo a vista d’occhio, mi contattarono prevedendo che nel giro di pochi giorni Di Pietro non sarebbe stato in grado di affrontare tutto da solo. In realtà, non avevo gran voglia di prendermi carico di questo lavoro: ho cominciato a essere scortato nel 1981, la tutela mi era stata appena tolta ed era prevedibile che se avessi accettato quell’incarico nel giro di poco tempo sarei tornato sotto protezione. Inoltre ero indirizzato verso un’opera di approfondimento piuttosto che verso una attività investigativa nella quale occorre essere disponibili dalla mattina alla sera. Ma poi ho risposto 'sì'' e sono entrato a far parte, insieme con Di Pietro, del 'duo' incaricato di investigare. Abbiamo cominciato però a svelare una quantità quasi incredibile di corruzioni e così nel giro di un altro mese decisero di affiancarci anche Pier Camillo Davigo.

Il dramma dei suicidi

Nel ‘92 sono accadute tante cose: le indagini sono cresciute, poi cresciute e poi ancora cresciute, in uno scenario che ha avuto momenti estremamente drammatici. Nel corso del 1992 infatti vennero uccisi in Sicilia Giovanni Falcone , la moglie e la scorta, e Paolo Borsellino con tutti gli agenti che lo proteggevano: fatti di una tragicità inenarrabile. Come altri fatti drammatici si verificarono sostanzialmente nel contesto delle indagini . Il 17 giugno 1992 si suicidò Renato Amorese , che era segretario del Psi a Lodi: aveva ricevuto soltanto una informazione di garanzia. Amorese si uccise lasciando una lettera indirizzata a Di Pietro, a cui si rivolse direttamente ringraziandolo per la sensibilità dimostata pur nel giusto rigore delle sue funzioni. Qualche mese dopo si suicidò, il 2 settembre, il deputato Sergio Moroni , che aveva responsabilità nel Psi a livello regionale. Abbiamo discusso tra noi di quegli episodi così tragici, che avevamo subìto molto pesantemente. Abbiamo parlato del dramma dell’uccisione di colleghi che conoscevamo. Giovanni Falcone lo avevo incontrato per la prima volta nel 1980, quando mi occupavo dell’istruttoria sull’omicidio di Giorgio Ambrosoli, per il quale era stato condannato all’ergastolo Michele Sindona . E tutti questi sono fatti che pesano addosso. Ma noi abbiamo l’obbligo costituzionale (e io credo che debba essere così) di esercitare l’azione penale obbligatoriamente tutte le volte in cui ci si trova di fronte a indizi tali da far ritenere che un reato è stato commesso. Nonostante ciò, abbiamo cercato con ogni nostra capacità di evitare che altri suicidi si potessero verificare: con una attenzione direi spasmodica a fare in modo che, se si avvertiva anche il sospetto che qualcuno potesse porre in essere un gesto di questo tipo, un gesto così drammatico e nello stesso tempo così crudele, a parer mio, si prendessero tutte le misure necessarie per evitarlo.

Dicevo delle indagini che seguirono: fu alla fine del 1992, esattamente il 15 di dicembre, che la Procura di Milano emise un’informazione di garanzia nei confronti dell’onorevole Bettino Craxi . Gli episodi contestati riguardavano soprattutto la metropolitana milanese. L’onorevole Craxi, mi pare nel luglio di quello stesso anno, aveva spiegato alla Camera come esistesse alla fin fine un rapporto tra il finanziamento dei partiti e le imprese: un finanziamento sostanzialmente nascosto che era, allora come ora, vietato dalla legge.

Io, riprendendo la battuta di un indagato, nel luglio 1992 buttai lì un’idea (perché già da allora si poteva intuire come sarebbe stato difficile arrivare a una conclusione di queste investigazioni): chi avesse riferito all’autorità giudiziaria i fatti nei quali era stato coinvolto, avesse restituito il denaro ricevuto illecitamente e si fosse allontanato per un certo periodo dalla vita pubblica avrebbe potuto avere in cambio l’esenzione dalla detenzione in carcere. Questa idea raccolse delle reazioni praticamente poco apprezzabili. Ma sono ancora convinto che se si fosse pensato di risolvere al di là del carcere la questione corruzione fin da allora, forse avremmo scoperto molto, molto di più e forse le nostre indagini si sarebbero concluse molto più rapidamente, credo con vantaggio per tutti.


La profezia di Zamorani

Ancora nel 1992 iniziò un fenomeno, che non ebbe una lunghissima durata ma fu ben percepibile: cominciarono a formarsi addirittura delle code di persone fuori dalle nostre porte. Persone che venivano a riferire, a raccontarci episodi di corruzione o di reati simili, che noi non conoscevamo. Chissà, questo forse può essere stato favorito dalle dichiarazioni che il manager Mario Zamorani fece nell’ottobre di quell’anno uscendo da San Vittore. Zamorani disse che noi sapevamo tutto, che avremmo arrestato mille persone, forse di più. Questo ingenerò un convincimento abbastanza diffuso secondo il quale saremmo arrivati a scoprire tutto quello che c’era da scoprire. Non credo che sia stato effettivamente così, penso che di cose da scoprire ce ne siano ancora tante. Noi siamo arrivati dove siamo potuti arrivare, tenendo conto anche alle resistenze che ci sono state nei confronti del nostro lavoro.

Nel 1993 siamo andati avanti nello stesso modo. Il 2 marzo venne arrestato Primo Greganti . Il nome di Greganti compare spesso nei resoconti di quel periodo, perché ritengo sia stata una delle persone che ha sofferto uno dei più lunghi periodi di custodia cautelare.[**] Greganti credo che fosse istituzionalmente legato a un partito della sinistra, non ricordo se ancora il Pci o forse già il Pds. Precedentemente erano stati arrestati anche esponenti del livello locale del Pci-Pds. Mi ricordo che così come eravamo progressivamente arrivati alle accuse contro i segretari amministrativi dei due maggiori partiti allora al governo, la Democrazia cristiana e il Partito socialista, si sarebbe poi giunti anche al coinvolgimento del segretario amministrativo nazionale del Pds, Marcello Stefanini . Il coinvolgimento dei tesorieri nazionali dava conferma del fatto che il sistema fosse effettivamente un 'sistema'. Marcello Stefanini è stato poi prosciolto proprio in istruttoria dalle imputazioni che gli sono state mosse. Evidentemente perché non si è riusciti a dimostrare una sua responsabilità effettiva [***].

Tiziana Parenti è stata forse l’unica persona, tra quelle che si sono occupate della corruzione nella Procura di Milano, con la quale non si è creato un legame effettivo. Tanto è vero che poi ha deciso di prendere un’altra strada[****]

Non è difficile immaginare il perchè il dottor Colombo voglia inserire la tragica morte dei giudici Falcone e Borsellino nel contesto di 'Mani pulite', anche se nel tempo non un solo riscontro è uscito ad avvalorare la tesi che tali omicidi abbiano avuto una sia pur minima 'valenza politica'. Si tratta di fatto l'applicazione del vecchio detto: '...calunniate, calunniate che qualcosa resterà!...'

[**] E' risaputo che ciò non corrisponde al vero in quanto Primo Greganti ha trascosrso in carcere solamente tre mesi, dagli inizi di maggio alla fine di luglio del '93, a differenza per esempio di Gabriele Cagliari che si è suicidato dopo una permanenza in carcere durata più di un anno. Questa rappresentazione di Primo Greganti come una specie di 'martire' è del resto prassi comune di [ex] e [filo]comunisti.

[***] Se si deve dire la verità egregio dottor Colombo, converrà che la vera ragione per la quale Marcello Stefanini è stato prosciolto in istruttoria è costituita dal fatto che nel frattempo egli era deceduto...e questo in ogni caso avrebbe estinto ogni possibile azione penale nei suoi confronti.

[****] Le parole del dottor Gherardo Colombo in questa circostanza ['...con Tiziana Parenti non si è creato un legame effettivo...' - il corsivo è mio] sono in sostanza le stesse del collega-omologo Gherardo D'Ambrosio in altra corcostaza che abbiamo visto ['...la dottoressa Parenti non è allinerata con la procura...' - idem]. Che essa fosse 'non allineata', dottor Colombo, questo lo abbiamo capito...quello che abbiamo tuttora difficoltà a comprendere è la questione sulla quale essa non era allineata.

Allanim
19-03-02, 12:51
Allora, le si riaprono le inchieste "Parenti", quelle PCI/PDS-RDT-Mosca (senza dimenticare i traffici via Malta)?!
Le inchieste sugli apparati di sicurezza/finanziamento del PCI e dell'ex-PCI sono connesse a reati di genocidio [la "soppressa" comunità italiano-pugliese di Odessa] e strage [Lehner, G., and F. Bigazzi, La tragedia dei comunisti italiani. Le vittime del Pci in Unione Sovietica, Mondadori, Milano, 2000].
Sono dunque reati senza prescrizione.
Altro che amnistie e pacificazioni!
Si facciano le inchieste!
E se ci sono procuratori complici del loro silenziamento e soppressione, li si incriminino!

Fecia di Cossato
19-03-02, 18:16
http://utenti.lycos.it/luposabatini/gherardo1

Come ho già preannunciato nell'ultimo mio intervento, è venuto il momento di orientare il discorso su quella che ho chiamato 'fase due' di 'Mani pulite', iniziata nell'anno 1994 e praticamente non ancora terminata, nella quale tutti i tentacoli della 'piovra giudiziaria' della sinistra sono stati diretti contro il nuovo nemico sbucato improvvisamente dal nulla: Silvio Berlusconi. Lascio in questo caso da prima la parola ancora una volta al Pm Gherardo Colombo, pubblicando l'ultima parte di una sua recente intervista nella quale rievoca la storia di 'Mani pulite' [la prima parte è stata pubblicata nel mio ultimo intervento]. La definizione data dal dottor Colombo alle vicende successive alla discesa in campo di Silvio Berlusconi è un poco diversa dalla mia; egli definisce questi eventi come 'terzo settore delle indagini' ma in sostanza sarà chiaro che entrambi parliamo della stessa cosa.
In questa circostanza mi sono permesso di aggiungere alle parole di 'Sua Autorevolezza' il Pm Gherardo Colombo solamente una piccola nota...sperando che non ne abbia a male...
In coda all'intervento ho ritenuto assai utile al fine di facilitare al lettore il compito di orientarsi nel discorso, pubblicare la cronologia politico-giudiziaria dell'altro 'anno fatale', il 1994.

cordiali saluti!...

Il terzo settore

Parlo di questo episodio perché l’abbandono della toga da parte di Antonio Di Pietro è strettamente connesso, almeno dal punto di vista cronologico, al procedimento sull’onorevole Berlusconi. L’interrogatorio del presidente del Consiglio era previsto per il 26 novembre 1994. Nei giorni immediatamente successivi (non ricordo esattamente quando, ma forse prima di quella data) Antonio Di Pietro ci fece sapere la sua volontà. Sta di fatto che Di Pietro, che sarebbe dovuto essere presente all'interrogatorio del 26 novembre, ci comunicò la sua intenzione di andarsene.

Era la fine del 1994 e questo allontanamento da parte di Di Pietro ci mise in difficoltà, perché Antonio lavorava molto e lavorava anche molto bene. E noi, che eravamo prima in tre o in quattro, a seconda degli affiancamenti che avevamo momento per momento, ci trovammo a rimanere in due, con qualche aiuto. Dovremo così aspettare fino all’autunno del 1995, quasi un anno, perché il gruppo venisse ricomposto con l’applicazione di Ilda Boccassini . Ilda Boccassini diventerà, assieme a Davigo e a me, una delle persone a cui è stato affidato molto del lavoro del terzo settore delle indagini, quello che nacque in seguito alle dichiarazioni di Stefania Ariosto e coinvolse i reati di corruzione in atti giudiziari.

C’è chi ha affermato che le indagini di Mani pulite sono terminate con l’allontanamento di Di Pietro dalla magistratura. In effetti non è così. Le indagini sono proseguite fin verso il 1997-98. Certo è che, per un complesso di fattori, progressivamente è venuta meno la materia delle nostre investigazioni. E’ difficile spiegare esattamente il perché. Sta di fatto che personalmente individuo intorno al 1997-98 la fine delle indagini conosciute generalmente con il nome di Mani pulite.

L'Italia ha uno spaventoso debito pubblico. Ho letto che ogni italiano, anche i neonati, dovrebbe restituire allo Stato circa 45 milioni di lire. Non credo che tutto questo debito dipenda dalla corruzione; ritengo però che una parte veramente consistente dipenda dalla corruzione. E faccio un solo esempio. Un istituto internazionale ha accertato che un chilometro del Passante ferroviario di Milano prima di Mani pulite costava più di 80 miliardi di lire. Dopo Mani pulite il chilometro successivo è venuto a costare circa 44 miliardi, poco più della metà. La corruzione ha fatto male alle imprese, che non competevano più sulla base delle capacità tecniche ma sulla base della capacità di pagare tangenti. E ha fatto male anche alla democrazia. Perché tanta gente si faceva strada all'interno dei partiti non per le capacità di analisi e di proposta, ma solo perché, avendo ricevuto tante tangenti, era in grado di comperare le tessere che facevano vincere le sue mozioni. E perché nei partiti qualche volta si apprezzava di più la capacità di avere i contatti per poter ottenere tangenti piuttosto che non quella di essere propositivi per la società.

Lo scrivente ritiene invece, in contrasto con la pur 'autorevole' opinione del dottor Colombo, che la 'fase due' di 'Mani pulite' non sia di fatto ancora esaurita, come chiaramente dimostrato per esempio dall'attualità del processo Sme-Ariosto, l'esito del quale appare tutt'altro che scontato.

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Comandante CC Carlo Fecia di Cossato


Gli avvenimenti del 1994

Gennaio

3 - Ciampi si difende dalle accuse di Berlusconi di aver aumentato il prelievo fiscale, riconfermandone una riduzione dell'1,2%.

4 - Al processo Cusani Marcello Portesi, accusa Bossi di aver chiesto, e ottenuto, 200 milioni dalla Montedison per finanziare la Lega nord.

5 - Bossi scarica ogni addebito sui presunti finanziamenti sull'ex tesoriere della Lega, Alessandro Patelli. Nuovi dissidi interni nella Dc: Martinazzoli si dissocia dai neocentristi Mastella, Casini e D'Onofrio, accusati di tenere contatti con gli altri partiti in modo indipendente dal resto del partito.

8 - Ciampi respinge le dimissioni del capo della polizia Parisi, accusato nell'ambito dello scandalo Sisde.

9 - Esplode a Roma un ordigno davanti agli uffici della Nato all'Eur.

10 - Appello del Papa all'unità dei cattolici in una lettera ai vescovi italiani.

11 - A causa di dissidi sulla linea politica del Giornale con l'editore Berlusconi, il fondatore del quotidiano, Indro Montanelli, rassegna le dimissioni.

12 - Dimissioni di Ciampi. Alla inaugurazione dell'anno giudiziario il procuratore generale presso la Corte di cassazione Vittorio Sgroi critica il protagonismo dei giudici di 'Mani pulite' e l'eccessivo peso dei Pm nei processi.

13 - Carlo Azeglio Ciampi rimette il suo mandato nelle mani del presidente Scalfaro, che indice le nuove elezioni per il 27 marzo.
Luigi Abete, presidente della Confindustria, prende le distanze da Berlusconi, dichiarando la neutralità degli imprenditori fino alla presentazione dei programmi e dei candidati.

14 - Il rabbino capo della comunità ebraica italiana Toaff chiede a Scalfaro di spostare la data delle elezioni dal 27 marzo, giorno della Pasqua ebraica. Fallisce la trattativa tra Fiat e sindacati sul piano industriale 1994-96.

16 - Scalfaro respinge le dimissioni di Ciampi.

17 - La protesta dei cittadini ebrei viene accolta dal governo con un decreto legge che dispone, in via eccezionale, di prolungare la data del voto anche a lunedì 28 marzo. Parte la cassa integrazione a zero ore per 1800 impiegati e tecnici Fiat.

18 - Si scioglie la Dc e nascono due nuove formazioni: il Partito popolare italiano (Ppi) guidato da Martinazzoli e il Centro cristiano democratico (Ccd) dei neocentristi Casini , D'Onofrio e Mastella.

19 - In seguito all'apertura di un'inchiesta sui lavori della centrale Enel di Gioia Tauro scattano gli arresti per i massimi vertici dirigenziali dell'azienda. Silvio Berlusconi lancia l'ultimatum alle forze moderate: se entro una settimana non si troverà un accordo per l'unione il suo ingresso in politica sarà inevitabile.

21 - Il ministro degli Interni Nicola Mancino si dimette in seguito al suo coinvolgimento diretto nelle inchieste sui fondi neri del Sisde. Ciampi respinge le dimissioni.

22 - Giorgio La Malfa è rieletto segretario del Pri. Fausto Bertinotti prende il posto di Armando Cossutta alla segreteria di Rifondazione comunista e il segretario del Msi, Gianfranco Fini, lancia il progetto di Alleanza nazionale, mentre Martinazzoli illustra le linee programmatiche del Ppi chiudendo al Pds e tenendo aperto il dialogo con la Lega.

24 - Segni e Maroni siglano un accordo per un'alleanza elettorale.

26 - Silvio Berlusconi si dimette dalla carica di presidente della Fininvest e annuncia le linee programmatiche del suo ingresso in politica per la costruzione di una coalizione alternativa alle sinistre. Salta l'accordo tra la Lega e Segni.

27 - Il Csm autorizza alcuni giudici, tra cui Tiziana Parenti del pool ‘Mani pulite’, a candidarsi per le elezioni politiche.
Martinazzoli commenta negativamente la decisione di Berlusconi di entrare direttamente in politica.

28 - Si inaugura la convention missina che deciderà l'adozione del simbolo di Alleanza nazionale per le future elezioni.

30 - Il Pri è diviso sulle coalizioni elettorali: con soli sei voti di scarto passa la linea di La Malfa di alleanza con Segni e Martinazzoli contro quella dei sostenitori di un accordo con le sinistre.

31 - Bossi si dichiara contrario ad un accordo con il Msi-An.

Febbraio

1 - A sinistra nasce l'accordo elettorale dei Progressisti che comprende Pds, Verdi, Rete, Rifondazione comunista, Ad, Psi, Rinascita socialista e Cristiano sociali.

3 - Un sondaggio della Doxa rivela che Berlusconi è considerato l'uomo politico più affidabile dal 26% degli italiani, seguito da Ciampi con il 10% e da Occhetto e Segni con il 7%. Sorgono contrasti nel neonato schieramento progressista sulle candidature: Ad e Verdi non partecipano alla presentazione del simbolo.

4 - Bossi al congresso della Lega a Bologna conferma il sì ad alleanze con Forza Italia e il no a Fini e Segni.

6 - Berlusconi annuncia a Roma le linee principali del programma elettorale all'insegna della lotta alla disoccupazione, della riduzione della pressione fiscale e del liberismo economico.

7 - Berlusconi e Fini concludono l'accordo per la presentazione di candidature comuni tra Fi e An al Centro-sud.

10 - Accordo Bossi Berlusconi per liste comuni al Nord.

11 - Viene arrestato Paolo Berlusconi, fratello di Silvio, con l'accusa di aver pagato una tangente per la vendita di tre palazzi di Milano 3. In serata gli vengono concessi gli arresti domiciliari.

13 - Due volontari italiani, Sergio Passadore e Gianfranco Stefani, vengono sequestrati in Somalia.

16 - Massimo D'Alema, numero due del Pds, viene iscritto nel registro degli indagati per l'inchiesta sui finanziamenti all'ex Pci, dopo la denuncia di Craxi.

17 - La Banca d'Italia riduce di mezzo punto il tasso di sconto portandolo al 7,5%. Mario Sarcinelli nuovo presidente della Bnl.

19 - Anche Achille Occhetto viene iscritto nel registro degli indagati in seguito alle accuse di Craxi, che viene a sua volta accusato di calunnia.

21 - Viene firmato l'accordo tra Fiat e sindacati che prevede oltre 6.000 prepensionamenti e 4.000 casse integrazioni.
Ciampi abolisce 13 comitati interministeriali tra cui il Cip (Comitato per i prezzi) e il (Comitato per la programmazione economica).

22 - Alcune liste vengono escluse per irregolarità con le norme della nuova legge elettorale: il Patto di Mario Segni viene escluso in 8 circoscrizioni al proporzionale e in tutti i collegi senatoriali del Lazio. Anche Lega, Ad, Verdi, Rifondazione comunista, Lista Pannella e Rete vengono escluse da alcuni collegi.

23 - Altre esclusioni vengono attuate dalla Corte d'Appello nei confronti del Patto di Segni (10 circoscrizioni), Forza Italia in Puglia e Marche, Lega in Umbria.

26 - Con la privatizzazione del 51% della Banca Commerciale Italiana l'Iri esce definitivamente dal settore creditizio. Il prezzo di vendita delle azioni viene fissato a 5.400 lire, il 5,3% in meno rispetto alle quotazioni di borsa.

28 - Nel primo giorno di vendita le azioni Comit vanno esaurite. Scalfaro, in un convegno a Roma suscita polemiche rivendicando la parità tra scuola privata e pubblica.

Marzo

2 - Berlusconi propone una aliquota unica Irpef al 30%.

5 - Intervento del Papa nella polemica sulla parità tra scuola privata e pubblica a favore delle tesi espresse da Scalfaro pochi giorni prima.

7 - Le rivelazioni di un pentito portano agli arresti di due magistrati napoletani (Alessandro Cono Lancuba, Procuratore di Melfi e Vito Masi, del tribunale di Napoli) e alla richiesta di arresti di due parlamentari.

8 - La procura di Milano indaga sulla Fininvest e perquisisce le sedi di Publitalia per accertare l'eventuale presenza di fondi neri nell'acquisto del giocatore Gianluigi Lentini da parte del Milan.

10 - Berlusconi reagisce alle inchieste sulla Fininvest accusando il pool di Milano di manovre politiche contro Forza Italia.

11 - Paolo Berlusconi conferma di aver pagato 1 miliardo e 300 milioni alla giunta Pci-Psi di Pieve Emanuele per ottenere la concessione per costruire un campo da golf.

13 - Vengono resi noti i nomi dei giornalisti che sarebbero coinvolti nelle tangenti distribuite dal gruppo Montedison: sono Giuseppe Turani, di ‘la Repubblica’, Ugo Bertone de ‘La Stampa’ e Osvaldo De Paolini, de ‘Il Sole 24 Ore’.

19 - In un agguato camorrista viene ucciso Don Giuseppe Diana, parroco anticamorra e testimone nei processi in corso a Napoli contro boss e politici.

20 - In Somalia vengono uccisi due giornalisti Rai: Ilaria Alpi, giornalista del Tg3 e Milan Hrovatin, cameramen di Trieste.

22 - La dichiarazione di Luciano Violante, presidente della Commissione antimafia, secondo cui il presidente di Publitalia Dell'Utri sarebbe indagato a Catania viene smentita dal parlamentare che querela il giornalista.

23 - La Digos perquisisce le sedi romane di Forza Italia, a seguito di un mandato firmato dalla procura di Palmi. Dimissioni di Violante da presidente dell'Antimafia.

27 - Prima giornata delle elezioni politiche: l'affluenza è del 57,3%.

28 - I risultati elettorali assegnano il 46% dei voti alla destra: Forza Italia è il primo partito e il Polo delle Libertà (Fi, An, Lega e Ccd) conquista la maggioranza assoluta alla Camera con 366 seggi e quella relativa al Senato con 154 seggi.

29 - Nelle prime trattative per la formazione del nuovo governo Bossi rivendica il ruolo primario della Lega che è il primo partito come numero di parlamentari eletti (118 deputati e 58 senatori).

30 - Dimissioni di Martinazzoli dalla segreteria del Ppi.

Aprile

1 - Bossi diserta l'incontro tra Lega e Forza Italia rallentando la formazione del governo.

4 - Nuovi contrasti tra Bossi e Berlusconi, che si appella ai parlamentari della Lega contro le dichiarazioni del loro leader.

5 - La Chiesa, per voce del cardinale Ruini, lancia un messaggio distensivo verso Forza Italia, suscitando la contrarietà del presidente del Ppi, Rosa Russo Jervolino.

6 - Bossi propone la formazione di un governo costituente che approvi il federalismo e faccia da staffetta ad un esecutivo guidato da Berlusconi.

8 - Nel giorno di congedo di Ciampi da Palazzo Chigi Bossi incontra Scalfaro per ribadire la pregiudiziale del federalismo alla formazione del nuovo governo.

9 - Alla convention dei Riformatori Pannella ribadisce il suo appoggio al Polo delle Libertà.

10 - Bossi a Pontida davanti a 30 mila sostenitori conferma l'ingresso della Lega solo ad un governo che approvi al più presto il federalismo.

12 - Tiziana Parenti, ex giudice del pool ‘Mani pulite’ e neoeletta di Forza Italia denuncia la possibilità di infiltrazioni mafiose all'interno dei club del suo partito.

15 - Insediamento del nuovo Parlamento della XII legislatura. Contrariamente alla prassi, la presidenza di entrambe le camere è rivendicata dalla maggioranza.

16 - Con un solo voto di distacco sul presidente uscente Spadolini, Carlo Scognamiglio, senatore di Forza Italia, è eletto alla presidenza di Palazzo Madama. Irene Pivetti, deputato leghista, viene eletta presidente della Camera con ampio margine, 347 voti. Viene arrestato Giulio di Donato (Psi): è il primo ex-parlamentare ad essere arrestato. Licio Gelli è condannato a 17 anni.

19 - A seguito delle dichiarazioni del pentito Antonio Galasso, a Napoli viene arrestato l'ex questore Matteo Cinque, con l'accusa di aver favorito il boss Carmine Alfieri.

20 - Escono dal Patto di Mario Segni 5 deputati favorevoli ad una intesa con Forza Italia: sono Michelini, Tremonti, Milio, Siciliani e Stajano.

23 - Fini e Bossi salgono al Quirinale per ribadire il loro assenso alla nomina di Berlusconi a Capo del Governo.

25 - Grande manifestazione a Milano per le celebrazioni del 25 Aprile; contestazioni a Bossi che vi partecipa.

26 - Scalfaro dichiara che sarà garante in prima persona nel conflitto di interessi tra Berlusconi imprenditore e futuro Presidente del Consiglio.

29 - Il giudice del pool ‘Mani pulite’ Piercamillo Davigo rifiuta le offerte di An per il ministero della Giustizia. Intanto il Gip di Milano Italo Ghitti lascia il suo incarico per candidarsi alle elezioni di luglio per il rinnovo del Csm.

Maggio

2 - Nella formazione del nuovo governo emerge il problema dell'incarico a ministri neofascisti, anche a seguito della vasta eco sulla stampa internazionale. Berlusconi dichiara di rivolgersi a tecnici di An, e non a vecchi esponenti del Msi.

4 - Una mozione del gruppo socialista a Strasburgo, approvata con un solo voto di scarto, chiede che non entrino nel governo italiano ministri fascisti. Scalfaro reagisce rivendicando l'autonomia del governo e Berlusconi dichiara di voler proseguire senza interferenze.

7 - Di Pietro rifiuta dopo un colloquio con Berlusconi l'offerta del ministero degli Interni.

10 - Nasce il governo Berlusconi. Vi fanno parte cinque ministri di Alleanza nazionale, tre dei quali sono dirigenti storici del Msi.

12 - Arresto a Napoli per l'ex ministro della Sanità Francesco De Lorenzo per le inchieste sulla malasanità.

13 - Vengono nominati i 37 sottosegretari, tutti parlamentari tranne Gianni Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

14 Dopo l'esclusione dalla compagine di governo Gianfranco Miglio, ideologo della Lega, rompe con Bossi e si iscrive al gruppo misto.

16 - Polemiche a Vicenza per una manifestazione di naziskin: Maroni rimuove questore e prefetto che avevano autorizzato il corteo. La Corte d'Appello di Bologna conferma la condanna all'ergastolo per Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Sergio Picciafuoco per la strage di Bologna.

18 - Passa la fiducia al Senato con 159 voti contro 153 dell'opposizione. Decisive sono, oltre ai voti di alcuni senatori a vita, le assenze di quattro senatori del Ppi: Cecchi Gori, Grillo, Zanoletti e Cusumano, che vengono espulsi dal gruppo.

20 - Anche la Camera approva la fiducia con 366 voti favorevoli e 245 contrari.

21 - La procura di Palermo chiede il rinvio a giudizio per Giulio Andreotti, accusato di complicità con boss mafiosi.

25 - Vengono assegnate le presidenze delle commissioni parlamentari: alla Camera nessun incarico viene dato a membri delle opposizioni. Si diffonde in Borsa la voce di un avviso di garanzia a Silvio Berlusconi con crollo dell'indice Mib del 2,6%.

28 - Scalfaro viene contestato dagli Autonomi a Brescia durante le celebrazioni per il ventennale della strage di Piazza della Loggia.

30 - Avvisi di garanzia della procura di Ravenna per i vertici di Mediobanca.

31 - Si dimette il presidente dell'Iri, Romano Prodi.

Giugno

1 - Visita in Italia del presidente degli Stati Uniti Bill Clinton in preparazione dell'incontro dei G-7 a Napoli.
Al Senato le opposizioni si aggiudicano numerose commissioni.

3 - Marco Taradash, presidente della Commissione di vigilanza sulla Rai, invoca indagini da parte della magistratura sulla lottizzazione e sulla precedente gestione della Rai.

4 - Berlusconi si dissocia dalle dichiarazioni di Taradash che avevano suscitato polemiche anche all'interno della maggioranza.

7 - Berlusconi attacca la Rai accusandola di pesare sulla collettività con bilanci fortemente in rosso e di essere ancora espressione di una parte politica sconfitta nelle elezioni.

8 - Vengono approvati i primi provvedimenti del consiglio dei ministri che prevedono sgravi fiscali (25% in meno Irpef) sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato e sconti del 50% sugli utili reinvestiti da parte delle aziende.

12 - Alle elezioni del Parlamento Europeo di Strasburgo Forza Italia raggiunge il 30%, tiene An, arretra leggermente la Lega. Sconfitti Pds, Ppi e Pattisti.

13 - Dopo la sconfitta elettorale del Pds (-1,2% rispetto alle politiche) si dimette il segretario Achille Occhetto. Dimissioni anche di Del Turco (Psi) e Bordon (Ad).

19 - Bossi affronta i contrasti sorti all'interno della Lega ristabilendo l'unità del partito nel raduno di Pontida e confermando il no al partito unico con Fini e Berlusconi.

23 - Per riparare alla fuga di notizie da parte di alcuni ministri Berlusconi nomina Giuliano Ferrara, ministro dei rapporti con il Parlamento, portavoce ufficiale del governo.

26 - Sei milioni e mezzo di elettori alle urne nel ballottaggio per le elezioni amministrative: i Progressisti conquistano a sorpresa la presidenza del Consiglio regionale sardo e aumentano i consensi rispetto alle Europee, facilitati anche da scontri al secondo turno tra candidati di Lega e Forza Italia.

29 - Il Consiglio dei ministri decide di reiterare il decreto di risanamento finanziario della Rai ma esprime parere contrario al piano presentato dal Consiglio di amministrazione dei ‘professori’. Sergio Cofferati sostituisce Bruno Trentin alla segreteria della Cgil.

30 - Dimissioni del Consiglio di amministrazione Rai e del direttore generale, Gianni Locatelli.

Luglio

1 - Il consiglio nazionale del Pds elegge il nuovo segretario: è Massimo d'Alema, che con 249 voti contro 173 supera Walter Veltroni .

4 - Vengono approvati i primi tagli di spesa che colpiscono soprattutto Sanità e Previdenza.

8 - Inaugurazione a Napoli del G-7, vertice tra i 7 paesi più industrializzati.

11 - Nomina del nuovo Cda della Rai. I consiglieri sono: Ennio Presutti, Letizia Moratti, Franco Cardini, Alfio Marchini e Mauro Miccio.

12 - Vengono nominati i nuovi vertici dei servizi segreti: a capo del Sisde va Gaetano Marino, al Sismi Sergio Siracusa, al Cesis Umberto Pierantoni.

13 - Il Consiglio dei ministri approva il decreto Biondi che prevede forti restrizioni ai poteri di arresto da parte dei giudici e la messa in libertà degli imputati di ‘Mani pulite’ in attesa di giudizio. Letizia Moratti viene eletta all'unanimità presidente della Rai.

14 - I giudici del pool di Milano minacciano di andarsene a seguito dell'approvazione del decreto Biondi. Anche Bossi esprime forti perplessità. Il consiglio di amministrazione nomina Gianni Billia, ex dirigente dell'Inps, direttore generale Rai.

16 - Maroni dichiara di essere pronto a dimettersi se il decreto Biondi non verrà ritirato.

17 - Berlusconi da l'ultimatum a Maroni: o smentisce le sue accuse o si dimette. Bossi conferma il suo appoggio a Maroni. L'Italia viene sconfitta dal Brasile, ai rigori, nella finale del campionato del mondo di calcio.

19 - Il governo abbandona il decreto Biondi. Borrelli congela la richiesta di trasferimento dei giudici del pool di Milano, che riprendono le indagini.

21 - La Camera boccia il decreto Biondi con 418 no, 33 sì e 41 astensioni.

22 - Il governo approva un decreto sul condono edilizio.

23 - Arrestati a Catania l'ex ministro della Difesa Salvatore Andò (Psi) e l'ex presidente regionale Rino Nicolosi (Dc).

25 - Arrestato a Milano il responsabile dei servizi fiscali della Fininvest, Salvatore Sciascia.

29 - Berlusconi presenta il piano di blind trust per separare i suoi interessi aziendali da quelli politici. Dopo alcuni giorni di latitanza, si costituisce Paolo Berlusconi, che ottiene gli arresti domiciliari.

30 - Bossi boccia il piano di Berlusconi e annuncia una proposta antitrust della Lega.

Agosto

4 - Muore Giovanni Spadolini ex presidente del Senato. Era stato il primo presidente del consiglio laico del dopoguerra, ministro in diversi dicasteri e senatore a vita.

5 - Tiziana Parenti viene nominata dai presidenti delle camere alla presidenza della Commissione antimafia.

11 - La Banca d'Italia aumenta il costo del denaro di mezzo punto, portandolo al 7,5%.

13 - Dopo giorni di polemiche, Berlusconi e Bossi si incontrano ad Arcore e ‘fanno pace’.

15 - Polemica per una dichiarazione di Berlusconi: ‘Se cade questo governo ci saranno disordini’.

16 - Il ministro degli Interni annuncia il trasferimento di De Gennaro dalla Dia e di Parisi da capo della Polizia dal 1995.

19 - Alleanza nazionale attacca Bankitalia accusando il governatore Fazio di abuso d'atti d'ufficio.

22 - Scalfaro difende l'autonomia della Banca d'Italia.

24 - Il ministro del Lavoro Mastella e il sottosegretario Letta dichiarano che non verranno toccati i diritti acquisiti sulle pensioni.

26 - Fernando Masone, questore di Roma, é il nuovo capo della Polizia a seguito delle dimissioni di Vincenzo Parisi.

27 - La presidente della Camera Irene Pivetti dal meeting di Cl a Rimini invita i cattolici all'unità in politica e rimprovera agli ex dc il voto a favore dell'aborto.

31 - Bossi dichiara che Berlusconi ha chiesto a Scalfaro le elezioni anticipate. Il presidente del Consiglio e il Quirinale smentiscono.

Settembre

2 - Divisioni all'interno del governo dopo la proposta dei democristiani tedeschi di creare un'Europa a due velocità, nella quale l'Italia occuperebbe la seconda fascia.

3 - Di Pietro ad un convegno sull'economia italiana espone una proposta di uscita da ‘Tangentopoli’ attraverso una soluzione giudiziaria per i reati passati ed un progetto legislativo per il futuro.

8 - Il ministro del Tesoro Dini assicura che, nel progetto di riforma delle pensioni, i diritti acquisiti non verranno toccati.

10 - Duri scontri di piazza a Milano tra Autonomi del Leoncavallo e polizia, con feriti da entrambe le parti. Polemiche tra Maroni e il sindaco Formentini.

13 - Primo accordo tra governo e sindacati sulla Finanziaria.

15 - Il ministro delle Finanze Tremonti interviene nelle polemiche sui tagli della Finanziaria affermando che il Fisco dovrà provvedere a 2.500 miliardi di entrate in più al fine di alleggerire i tagli alle pensioni.

17 - Il Cda della Rai nomina i nuovi direttori di rete e testata suscitando il parere contrario di Lega e opposizioni.

20 - Arresti per Antonio Gava, ex ministro degli Interni e leader della Dc napoletana, con l'accusa di complicità con la camorra.

24 - L'inchiesta ‘Mani pulite’ coinvolge anche il mondo della moda con avvisi di garanzia a Giorgio Armani e Gianfranco Ferrè.

26 - Vengono congelate le nomine Rai e il dibattito passa al Parlamento.

27 - Rottura tra governo e sindacati sulle pensioni.

28 - Il governo vara la Finanziaria '95 che prevede 50 mila miliardi tra tagli ed entrate da condoni, con blocco delle assunzioni per sei mesi nel pubblico impiego e spostamento dei limiti d'età per le pensioni dal 1995.

30 - La procura di Brescia iscrive nel registro degli indagati il nome di Di Pietro, a seguito delle denuncie di Cusani che ipotizzano abuso in atti d'ufficio e diffamazione.

Ottobre

1 - Scalfaro firma la Finanziaria dopo aver chiesto lo stralcio della riforma previdenziale dalla manovra.

4 - Berlusconi accusa i giudici di fare ‘uso della giustizia a fini distorti’.

5 - In un'intervista al Corriere della Sera Borrelli dichiara che nell'inchiesta su Telepiù si sta arrivando ‘a livelli molto alti’ e attacca Biondi. Dimissioni di Biondi (respinte dal governo) e annuncio di Ferrara di un esposto al Csm contro Borrelli da parte del governo.

6 - Il consiglio dei ministri approva all'unanimità una lettera-esposto contro Borrelli diretta al Procuratore generale di Cassazione Vittorio Sgroi.

7 - Scalfaro invia al Csm la lettera-esposto contro Borrelli assieme ad una seconda lettera nella quale il governo ridimensiona i toni della denuncia.

8 - La proposta dei saggi per i conflitti di interesse tra Berlusconi imprenditore e politico lascia al presidente del consiglio la proprietà dei beni, a patto della loro concessione in gestione ad un fiduciario autonomo.

9 - Bossi e le opposizioni bocciano le proposte per il blind trust.

14 - Allo sciopero generale proclamato dai sindacati contro la Finanziaria partecipano oltre 3 milioni di persone. Berlusconi da Mosca minimizza l'avvenimento dichiarando che non influirà sulla manovra economica.

15 - I sindacati proclamano un nuovo sciopero nazionale con manifestazione a Roma il 19 novembre.

17 - Il Csm propone l'archiviazione del caso Borrelli e il guardasigilli Biondi dispone un'ispezione ministeriale presso il pool di Milano per accertare presunti abusi denunciati dagli imputati di ‘Tangentopoli’.

18 - Vincenzo Desario è nominato direttore generale della Banca d'Italia.

20 - Rissa alla Camera: i deputati di An aggrediscono il deputato verde Mauro Paissan, relatore sul decreto ‘salva-Rai’. Il Csm vota contro il trasferimento del procuratore capo di Milano Borrelli.

23 - Nasce nella Lega nord un nuovo coordinamento guidato da Maroni, che intanto attacca duramente Alleanza nazionale.

24 - La procura di Palermo apre un'indagine sulle Coop rosse e i rapporti con il Pds in Sicilia.

25 - Scalfaro boccia la proposta di Previti di una commissione d'inchiesta su ‘Tangentopoli’, ribadendo l'autonomia dei giudici.

28 - Vengono nominati i commissari italiani per l'Unione europea: sono l'economista Mario Monti e la parlamentare radicale Emma Bonino.

30 - A Parigi viene arrestato l'ex finanziere del Psi Ferdinando Mach di Palmstein, accusato di essere il tesoriere occulto di Bettino Craxi.

Novembre

1 - Il Cda Rai vota le nuove nomine dei direttori di testata. In polemica con le decisioni si dimette il consigliere Alfio Marchini.

3 - Maroni apre un'indagine sugli speculatori che diffondono voci infondate sui mercati finanziari. Il ministro delle Finanze Tremonti finisce nel registro degli indagati della procura di Roma con l'accusa di abuso di atti d'ufficio nel caso Secit.

4 - Il Consiglio dei ministri approva un documento proposto dal leghista Speroni che prevede l'adozione del doppio turno per le elezioni regionali. Si astengono An e Ccd.

6 - Alluvione in Piemonte e Liguria: oltre 60 morti e 10mila miliardi di danni.

8 - Il governo stanzia 3mila miliardi per le regioni colpite dall'alluvione.

9 - Giuliano Amato viene nominato dai presidenti delle Camere alla guida dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust).

10 - Al Senato passa una mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni sul Cda della Rai.

12 - Oltre un milione di persone alla manifestazione di protesta sulla Finanziaria a Roma. Aperta una inchiesta sui ritardi dei soccorsi: il prefetto di Asti, Mario Palmerio, riceve un avviso di garanzia per strage colposa.

14 - Il governo ottiene alla Camera (321 sì, 134 no) la fiducia sul condono edilizio.

15 - Nuova rottura tra governo e sindacati sulle Pensioni: Cgil, Cisl e Uil proclamano un nuovo sciopero generale per il 2 dicembre.

19 - Maroni accusa Berlusconi per la mancanza di accordi con i sindacati: ‘Vuole lo scontro sociale’. In serata smentisce indirizzando le sue accuse verso altre componenti della maggioranza.

20 - Al primo turno per il rinnovo di 242 amministrazioni comunali ed il consiglio provinciale di Massa arretra Forza Italia e An, crescono Pds e Popolari le cui alleanze sono spesso premiate dall'elettorato.

21 - La camera approva la Finanziaria '95.

22 - Viene notificato a Berlusconi un avviso di garanzia per concorso in corruzione. Il presidente del consiglio dichiara che rimarrà al suo posto, respingendo ogni accusa.

23 - Berlusconi chiede la verifica della maggioranza di governo entro una settimana.

25 - Vertice al Quirinale tra Scalfaro e Berlusconi per scongiurare la crisi di governo.

27 - Manifestazione a Torino a sostegno di Berlusconi.

29 - La Corte di Cassazione toglie l'indagine sulla Guardia di finanza alla procura di Milano, inviando gli atti alla procura di Brescia.

Dicembre

1 - Dopo 24 ore di trattative viene firmato l'accordo tra governo e sindacati sulle pensioni: i punti principali dell'intesa riguardano la cancellazione delle penalizzazioni per le pensioni d'anzianità e lo sblocco delle pensioni dal giugno '95 per i lavoratori con 35 anni di retribuzione. Cgil, Cisl e Uil revocano lo sciopero previsto per il 2 dicembre.

2 - Il procuratore capo Borrelli invia due lettere di protesta a Catelani e Scalfaro per le ispezioni ordinate dal ministro Biondi.
Manifestazioni studentesche in tutt'Italia per la riforma della scuola superiore.

4 - Il secondo turno delle amministrative conferma il successo delle alleanze di centro-sinistra tra Popolari e Progressisti. Nei capoluoghi di provincia vincono infatti Martinazzoli a Brescia, Molteni a Sondrio, Pucci a Massa ed Errico a Brindisi. A Treviso viene eletto Gentilini, sostenuto da Lega nord e da una coalizione mista di centro. Solo a Pescara il candidato di area governativa Pace (Fi, An, Ccd) la spunta per poche centinaia di voti sull'ex sindaco Collevecchio, appoggiato dai progressisti.

6 - Antonio Di Pietro, giudice simbolo del pool ‘Mani pulite’, si dimette dall'incarico e lascia la magistratura. Nella lettera di commiato a Borrelli, sostiene di essere irritato per le crescenti accuse di protagonismo politico.

10 - Papa Wojtyla lancia da Loreto un appello per l'unità politica dei cattolici.

13 - Berlusconi viene interrogato per oltre 7 ore dal pool di Milano per le indagini sulle tangenti della Fininvest alla Guardia di finanza. Si dimettono gli 11 ispettori del ministero della Giustizia.

14 - Nelle votazioni per l'istituzione di una commissione speciale per la riforma televisiva i deputati leghisti votano con le opposizioni Ppi-Pds. Berlusconi chiede la verifica della maggioranza di governo per il 21 dicembre.

15 - Berlusconi incontra Scalfaro per avere rassicurazioni sul futuro del governo.

16 - Gli ispettori di Biondi ritirano le dimissioni e riprendono le indagini.

17 - Si apre la crisi di governo con l'annuncio della presentazione di due mozioni di sfiducia, una da parte del Pds e l'altra firmata da leghisti e popolari. Le mozioni sono firmate dalla maggioranza dei deputati.

21 - Nel dibattito alla Camera sulla sfiducia al governo Berlusconi attacca duramente Bossi, accusandolo di aver tradito la maggioranza e invoca le elezioni come mezzo di uscita dalla crisi.

22 - Berlusconi sale al Quirinale e si dimette dalla carica di presidente del Consiglio. La Lega nord si divide sulla sfiducia al governo dimissionario.

23 - Scalfaro inizia le consultazioni per la formazione di un nuovo governo. Ugo Dinacci, capo degli ispettori di Biondi, viene iscritto nel registro degli indagati della procura di Salerno con l'accusa di collusioni con la camorra.

28 - Dopo le iniziali aperture verso una soluzione istituzionale della crisi da parte del suo capogruppo alla Camera Dotti, Forza Italia si ricompatta sulla figura di Berlusconi: o il reincarico a Berlusconi o il ricorso ad elezioni anticipate.

30 - Dopo l'intervista televisiva in cui Berlusconi dichiara che il parlamento è delegittimato si accende uno scontro tra Scalfaro e Berlusconi sulle elezioni.

31 - Nel tradizionale messaggio di auguri di fine anno Scalfaro si rivolge direttamente a Berlusconi invitandolo alla collaborazione e al rispetto della costituzione, al fine di una rapida soluzione della crisi di governo.

Fecia di Cossato
03-04-02, 12:37
http://www.repubblica.it/online/politica/favaratre/borrelli/ap0029b94ccxw200h238c00.jpg

Sono le ore 12 dell’11 febbraio 1994, Paolo Berlusconi, fratello di Silvio Berlusconi, arrivato mezz’ora prima all'aeroporto di Linate, raggiunge da prima lo studio del suo difensore e si consegna poi ai militari della Guardia di Finanza, nella caserma di via Fabio Filzi, e qui gli viene consegnato il mandato di cattura firmato il giorno prima da Italo Ghitti e chiesto dai Pm Antonio Di Pietro e Raffaele Tito. L'accusa?... Corruzione: egli avrebbe pagato novecentodieci milioni di tangenti per vendere al Fondo pensioni della Cariplo tre palazzi di ‘Milano 3’ tra il 1983 e il 1986. In questo modo i giudici del pool ‘Mani pulite’ entravano pesantemente in gioco nel pieno della campagna elettorale, facendo sentire con durezza la loro mano a un mese e mezzo dal voto. Saverio Borrelli, gran regista dell'inchiesta , del resto lo aveva detto: ‘Chi vuole candidarsi guardi nei propri armadi, si presenti in lista solo se è pulito...’. A ‘mettere nei guai’ Paolo Berlusconi era stato Giuseppe Clerici, un ex dipendente Cariplo che, andato in pensione, s'è trasformato in postino di mazzette. Poco dopo le due arriva il Pm Tito e per Paolo Berlusconi, presidente della Edilnord, una delle società della galassia Fininvest, inizia ‘il giorno più lungo’; assistito dagli avvocati Vittorio Virga e Oreste Dominioni dovrà subire ore ed ore di interrogatorio. Egli ammette i pagamenti a Giuseppe Clerici, fornisce documenti e fatture, sostiene con vigore la legittimità dei versamenti. Dopo sei ore Ghitti e Di Pietro danno il cambio all’oramai ‘esausto’ Tito. Il martirio di Paolo Berlusconi termina dopo altre tre ore, quando i magistrati alla fine hanno pietà e ‘si accontentano’ degli arresti domiciliari; nei due anni di ‘Mani pulite’ questa ‘concessione’ è sempre stata il premio per gli inquisiti che ‘collaborano’. Berlusconi aveva ‘confessato’ i pagamenti: mezzo miliardo, lira più lira meno. ll castello di accuse fornite da Giuseppe Clerici aveva trovato riscontri nelle parole di Luigi Mosca, ex segretario del Fondo pensioni, si trattava di un vicenda che aveva avuto inizio nel ‘lontano’ 1983. ‘...trattai con Paolo Berlusconi, - aveva dichiarato Clerici - gli feci presente che il Fondo stava per pubblicare il bando di acquisto e io sapevo che stava costruendo il complesso residenziale di ‘Milano 3’. Gli proposi di cedere una parte alla Cariplo, dicendogli che mi sarei dato da fare con il Consiglio perchè l'affare andasse a buon fine...io presi per me l'uno per cento e, come mi aveva detto Mosca, dissi a Paolo Berlusconi che avrebbe dovuto dare loro, non a tutti loro, il quattro per cento del valore dell'immobile...’. Il primo ‘affare’ riguardava una palazzina del ‘Giunco’, valore sette miliardi e trecento milioni. ‘...la tangente complessiva - aveva spiegato Clerici - doveva essere del cinque per cento, di cui l'uno per cento a me: e infatti ho incassato 73 milioni, direttamente da Paolo Berlusconi. Gli altri trecento milioni li ho incassati io da Berlusconi e li ho consegnati a Mosca, che mi ha confermato di averli distribuiti ad alcuni consiglieri...’. Un anno dopo allo stesso prezzo, con lo stesso schema e le stesse percentuali era venduta un’altra palazzina dello stesso centro residenziale. Nel 1986 era poi la volta del complesso dei ‘Faggi’, altra zona di ‘Milano Tre’; questa la deposizione di Clerici: ‘...il denaro mi pervenne anche questa volta in nero, in contanti, in una busta. A me il denaro è stato consegnato personalmente da Paolo Berlusconi, nel suo ufficio di Foro Buonaparte’. ‘Anche in questa occasione la tangente era del cinque per cento. Io avrei dovuto trattenere l'uno per cento per la mia intermediazione... E in effetti in quell'occasione ho ricevuto circa 75 milioni da Paolo Berlusconi e, sempre da lui, ho ricevuto altri trecento milioni circa, che a mia volta ho consegnato a Mosca...’. A una domanda dei giudici riguardo al ruolo avuto da Silvio Berlusconi, Clerici aveva risposto: ‘...all'epoca ho trattato sempre con Paolo Berlusconi... Con Silvio Berlusconi, che pure ho conosciuto, e qualche volta incontrato, non ho mai parlato di problemi legati alle compravendite immobiliari in questione...’. Nei suoi verbali c'èra un'incongruenza significativa. Prima Clerici diceva di ‘avere dedotto’ che Paolo Berlusconi aveva pagato ‘perchè in caso contrario l'affare non si sarebbe concluso’, poi affermava di avere preso direttamente da lui i quattrini, anche quelli per Mosca. Paolo Berlusconi aveva da parte sua negato tutto, ammettendo di avere avuto con il pentito soltanto rapporti di lavoro e di avergli pagato solo mediazioni legali: ‘...mai dato tangenti a nessuno...’.
Le rivelazioni di Clerici seguite dall’interrogatorio e dagli arresti domiciliari di Paolo Berlusconi, avvenute nel clima arroventato di una campagna elettorale nella quale si sapeva che la posta in gioco era il futuro stesso del Paese, dovevano provocare come ovvio una vasta eco di polemiche al curaro.
Il fatto incontrovertibile era che questo procedimento contro il fratello del leader della neonata e frettolosamente allestita alleanza che avrebbe constrastato alle elezioni la strapotente ‘gioiosa macchina da guerra’ di Achille Ochetto, cadeva proprio nel momento in cui i sondaggi accreditati a ‘Forza Italia’, all’inizio intorno ad un risicato 6 per cento, erano balzati al 24 per cento. Sul numero del 13 febbraio 1994 del Corriere della Sera Gianfranco Piazzesi così scriveva:

‘...un mese fa, quando Forza Italia galleggiava sul sei per cento, Ochetto e i suoi amici giudicavano il Cavaliere, se non proprio una macchietta, un miliardario sciocco e presuntuoso, entrato in un gioco troppo serio per lui. Già da domenica scorsa, quando Forza Italia aveva triplicato i consensi, Ochetto aveva cambiato musica: dallo scherno alla demonizzazione...i ‘progressisti’ non hanno esposto con maggior forza le loro idee e con maggiore lucidità i loro programmi e hanno preferito denigrare sistematicamente l'avversario...nell’ultimo numero de L'Espresso si racconta, con abbondanza di particolari, le meste vicende del dottor Giuseppe Clerici, che dopo una vita dedicata alla Cariplo era diventato un intermediari o tra il vecchio istituto e il fondo pensioni della banca, grande acquirente di immobili a garanzia dei propri assistiti. Il dottor Clerici undici anni fa comprò tre stabili dal dottor Paolo Berlusconi. Oggi ammette di aver preteso e ottenuto una tangente del cinque per cento. Il ‘Berluschino’ come lo chiama l'Espresso, conferma l'esborso, ma sostiene di aver pagato una intermediazione e non elargito una mazzetta...mi siano consentite soltanto due osservazioni terra terra. Il Berluschino ha certamente offuscato l'immagine del fratello maggiore, non tanto per quel che ha fatto, ma perchè la sua ‘confessione’, come sempre accade, è stata tardiva. Ma Paolo Berlusconi è agli arresti domiciliari per un reato molto diffuso e commesso undici anni fa, nel giorno in cui il fratello maggiore insieme a Bossi annunciava la nascita del ‘Polo delle libertà’. Sarà stata anche una coincidenza. Ma se i magistrati si fossero decisi qualche annetto prima o avessero aspettato ancora per qualche settimana sarebbero stati assai più convincenti...’

A queste ed altre ‘insinuazioni’ rispondeva, sempre sul Corriere della Sera, due giorni dopo in tono particolarmente duro il procuratore Capo di Milano Francesco Saverio Borrelli, che respingeva, come dovrà in seguito fare in innumerevoli altre occasioni, ogni sospetto di ‘giustizia a orologeria’. Sottolineando che i giudici nel caso in questione miravano, come sempre, esclusivamente ad ‘accertare la verità’, aggiungeva con notevole ‘arguzia’: ‘...dalla società civile verranno comunque candidature valide...’. E agli attacchi di Tiziana Parenti, che dimessasi dal pool di ‘Mani pulite’ era divenuta nel frattempo candidata alle elezioni per ‘Forza Italia’, che aveva accusato i giudici di essere filocomunisti, rispondeva con calma olimpica: ‘...sfido chiunque a provare simili accuse!...’

Un fatto che se non proprio ‘prove’ poteva per lo meno dar adito a ‘sospetti’ riguardo alle ‘simpatie politiche’ dei più autorevoli membri di ‘Mani pulite’ doveva accadere di lì ad una settimana soltanto.
I lettori più attenti ricorderanno certamente che quattro mesi prima, era la prima settimana di ottobre del ‘93, il Gip Italo Ghitti aveva respinto la richiesta di archiviazione presentata dal pool di Milano, con la sola e significativa astensione di Tiziana Parenti, del fascicolo intestato al senatore della Quercia Marcello Stefanini e ordinato una serie di accertamenti su Stefanini e Greganti, dando per questo alla Procura quattro mesi di tempo. E la Procura di Milano in tutto questo tempo quali accertamenti aveva compiuto secondo voi?...Il 20 febbraio ‘94, il giorno prima che scadesse il termine, il pool si riuniva nell'ufficio del procuratore capo Francesco Saverio Borrelli. C'erano tutti: Gerardo D'Ambrosio, Antonio Di Pietro, Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo, Paolo Ielo, Francesco Greco e per la prima volta Raffaele Tito, il ‘sostituto’ della Parenti. Dopo due ore di discussione, i magistrati decidevano di rispedire tutto al Gip ripetendo la vecchia richiesta. La Procura ribadiva che i soldi del conto Gabbietta non erano mai arrivati nella tesoreria di Botteghe Oscure, e pertanto non c’erano elementi per procedere contro Marcello Stefanini. I 621 milioni versati da Lorenzo Panzavolta, presidente della Calcestruzzi, sul deposito ticinese indicato da Primo Greganti per gli appalti dell'Enel, erano stati utilizzati dal ‘Compagno G’ per comprare un appartamento nella capitale; a provarlo era la coincidenza degli importi e la corrispondenza tra i prelievi dai conti di Greganti e i pagamenti della casa, come aveva stabilito una indagine ‘personale’ realizzata dal procuratore aggiunto Gerardo D'Ambrosio...e questo era tutto...

Che l’inchiesta sulle elargizioni effettuate da Paolo Berlusconi al tempo dell’acquisizione di ‘Milano 3’ fosse solo l’inizio dell’offensiva scatenata dalla Procura di Milano contro Silvio Berlusconi e che bisognava stringere il più possibile i tempi in quanto la data delle elezioni [e della conseguente ‘resa dei conti’...] si stava pericolamente avvicinando, doveva divenire del tutto evidente dopo che, di lì a poco, il settimanale L’Espresso pubblicava l’iscrizione nel registro degli indagati di Marcello dell’Utri, amministratore delegato di Publitalia, ‘braccio destro’ di Berlusconi da oltre vent’anni e ‘mente strategica’ della campagna elettorale di Forza Italia. Secondo L’Espresso i vertici di Publitalia erano indagati per frode fiscale legata ad un giro di fatture e ricevute scambiate tra Publitalia e Mediolanum Vita, controllata dalla Fininvest all'87%, e una società cinematografica di Roma.
Passava solo un’altra settimana e improvvisamente ‘Mani pulite’ metteva a fuoco un altro ‘obiettivo strategico’: il Milan... Era risaputo che il calcio aveva costituito da sempre l’hobby preferito del Pm Gherardo Colombo e in un certo senso non sorprendeva il fatto che proprio lui, dopo mesi di affannoso e frenetico ‘setacciamento’ dei bilanci delle società del gruppo Finivest alla ricerca di un qualsiasi cavillo utile allo scopo, avesse alla fine trovato un ‘buco’ di alcuni miliardi nel bilancio della società rossonera, legato all’avvenuto ‘trasferimento’ dal Torino al Milan del giocatore Gigi Lentini. Per la società granata si trattava dell'ennesimo episodio di una situazione al limite del tracollo, per quella rossonera uno sviluppo inquietante. Il reato ipotizzabile era di ‘falso in bilancio’, relativo a pagamenti ‘in nero’. L'inchiesta sul Torino calcio era stata fino ad allora condotta dai magistrati torinesi Sandrelli e Prunas Tola, ma il giorno 3 marzo accanto ai due giudici recatisi ad interrogare Lentini al Comando della Guardia di Finanza in via Fabio Filzi a Milano c'era anche Gherardo Colombo, il quale non faceva mistero del fatto che l'obiettivo del pool ‘Mani pulite’ era, a partire dalla vendita del calciatore Lentini dal Torino al Milan nel 1992, risalire a un'eventuale ‘cassaforte parallela’ [leggi ‘fondi neri’] del gruppo di Silvio Berlusconi. Si trattava in fondo di ripetere un ‘gioco’ che altre volte era riuscito. Era stata infatti la scoperta di Pino Berlini, il ‘gnomo finanziere ombra’ dei Ferruzzi, a scardinare la holding ravennate. E dall'individuazione del banchiere svizzero Francesco Pacini Battaglia era stata messa a nudo la struttura ‘sommersa’ dell'Eni. Alle domande di Gherardo Colombo Lentini riferiva quello che sapeva, cioè che la sua ‘cessione’ era stata concordata al massimo livello, e la cosa era verosimile, viste le cifre dell'affare [secondo l'ex presidente granata Borsano, oltre ai 16 miliardi e mezzo registrati nel contratto c’erano stati 6 miliardi e mezzo ‘in nero’]. E in questa maniera i Pm della Procura di Milano segnavano un ‘goal’ importante, poichè questa volta risultava [finalmente] coinvolto direttamente Silvio Berlusconi, che così reagiva il giorno dopo:

‘...mi sento oggetto di una caccia alle streghe. Non ci sono ‘notitiae criminis’, ma una ricerca affannosa di irregolarità nelle centinaia di carte che sono state sequestrate nei nostri uffici. Ho la netta sensazione di vivere non in uno Stato di diritto ma in uno Stato di polizia. Ho la consapevolezza, però, che gli elettori capiscano e sono quindi sereno...’

All’inizio del fatale mese di marzo del ‘94, mentre era in corso l’avvincente partita elettorale tra Ochetto e Berlusconi, partita che doveva designare colui cui sarebbe toccato il governo del Paese, la Procura di Milano giocava una non meno avvincente partita ‘parallela’, quella giudiziaria nella quale nessuno poteva ragionevolmente a lei tenere testa, e la sua avversaria aveva un nome ben preciso: Fininvest. Il ‘commissario tecnico’ Francesco Saverio Borrelli aveva destinato all’indagine sui falsi nei bilanci di Publitalia ben tre ‘titolari’ di prim’ordine: i Pm Gherardo Colombo, Francesco Greco e Margherita Taddei, che dovevano firmare, a meno di tre settimane dal voto, la domanda di arresto per Marcello Dell'Utri, numero uno della società pubblicitaria e ‘mente’ della campagna elettorale di Forza Italia. Nell'ufficio del Procuratore si discuteva per quasi due ore e alla fine il ‘commissario tecnico' lanciava l'ordine: tirare tutti in porta e far ‘goal’. Montagne di verbali venivano spediti al Gip, per aumentare il più possibile il peso delle contestazioni. Tra questi era incluso pure il testo dell'interrogatorio di Dell'Utri, che si era presentato spontaneamente prima ancora che l’ordine di arresto venisse firmato dal Gip Anna Introini. Contro Dell'Utri v’era la sintesi di un anno di accertamenti condotti dalla polizia tributaria di Milano. Tutto era partito da una fattura emessa da una società di investigazioni private, la ‘G. Men’, in favore di Valerio Ghirardelli, ex di Publitalia diventato direttore di Telepiù. Il documento, individuato dal Pm Taddei in una retata per frodi fiscali, aveva subito attirato l'attenzione dei finanzieri: tra gli amministratori della ‘G.Men’ c'era Romano Luzzi, un uomo del gruppo di Segrate che si occupa della Grandi Eventi. Ed il sospetto era : quei passaggi di denaro servivano a nascondere un ‘fondo nero’?... Negli uffici della Procura c'era anche un rapporto del Secit, i super ispettori del ministero delle Finanze, che segnalava irregolarità nei rapporti tra Publitalia e la Pan Am, una società di produzioni cinematografiche romana. Alla fine, i nomi nel mirino sarebbero sei: Dell'Utri, Ghirardelli, Luzzi, più i titolari di alcune delle società sponda come i coniugi Lorenzo e Anna Onorati e un certo signor Lecci. Sull’altro fronte, quello ‘calcistico’ che riguardava il Milan, l’ex-presidente granata Borsano, dopo un colloquio di quasi due ore con il Pm Gherardo Colombo, dichiarava:

‘...è stato un colloquio cordiale nel corso del quale ho confermato quanto avevo già detto ai magistrati di Torino...Berlusconi controllava tutto...una cosa che tengo molto a ribadire: i soldi in nero non me li sono messi in tasca...sono il primo che ha cercato di fare chiarezza...’


Oggi il leader del Biscione va al Quirinale. Il procuratore capo: ‘Chi vuole impedire l'azione del Pm è contro lo stato di diritto’

In risposta ad una intervista televisiva rilasciata da Berlusconi il giorno dopo, nella quale il Cavaliere dichiarava essere sua intenzione la presentazione di un esposto al Presidente Scalfaro e al Csm, nel quale si denunciava la pesante intromissione di ‘Mani pulite’ nella campagna elettorale, Francesco Saverio Borrelli rilasciava al Corriere della Sera la seguente contro-intervista, dalla quale riporto ora alcuni sue dichiarazioni...

‘...noi siamo tranquilli. Piuttosto, questa iperagitazione del Cavalier Berlusconi non so come interpretarla. Si può prestare a molte interpretazioni, non tutte nel senso dell'assoluta tranquillità di coscienza da parte di chi si agita. Ripeto, siamo sereni. La prospettiva di un ricorso al Csm non ci turba. Mi pare evidente che le iniziative giudiziarie della Procura turbano invece chi se ne sente destinatario...ritengo un'infamia leggere in chiave politica delle iniziative giudiziarie che, tra l'altro, portano la firma non di uno ma di tre sostituti e l'avallo del Procuratore Capo. Mi duole essere trascinato in questo ping pong di battute, ma la tutela del mio Ufficio, dei miei Magistrati e della verità mi impone di rispondere ancora. Non è la prima volta che vengono attribuiti intenti politici a dei magistrati, al solo scopo di delegittimarli nell'interesse della difesa degli indagati. Prendo atto che all'ignoto magistrato, di cui parlava il cavalier Berlusconi in una precedente esternazione, sono stati dati un nome e un cognome. Un nome e un cognome, Gherardo Colombo, che sono onorati da vent'anni di servizio nella magistratura, durante i quali non si è mai potuto muovere a Colombo alcun rimprovero di parzialità o di scarsa indipendenza...dichiarazioni di Berlusconi?...piuttosto dire i urla!...non so se il Cavaliere abbia detto proprio così [Silvio Berlusconi nei tg della sera prima aveva parlato di ‘giustizia ad orologeria’...- n.d.r.]. Ma chiunque si proponga di impedire al Pm di esercitare l'azione penale, di condizionarla nei tempi e nei modi, è qualcuno che ha in mente una prospettiva opposta allo Stato di diritto, a uno Stato in cui tutti sono soggetti al diritto: non solo i normali cittadini, ma anche i cosiddetti potenti...devo dire semplicemente che non è vero [nella stessa circostanza Silvio Berlusconi aveva rilevato che ‘si indagava su fatti oramai retrodatati di parecchi anni’ ...- n.d.r.] . Nelle indagini in questione i fatti arrivano fino alla metà del gennaio '94...abbiamo ricevuto molti attacchi di questo genere anche in passato. Si è distorta la verità. Si è cercato di attribuire, a iniziative che rispondono all'esigenza di accertare la verità, intenti politici da varie provenienze. Io riconfermo a tutti i miei Pm la più totale fiducia nella loro indipendenza e lealtà. Per quanto mi riguarda, mi hanno detto di tutto. Prima m'hanno sospettato di essere un fiancheggiatore leghista, poi un simpatizzante della Rete di Orlando, infine d'essere un comunista o un criptocomunista...’

E perchè nessuno potesse avere il minimo dubbio riguardo alle sue ‘buone intenzioni’, lo stesso Borrelli la mattina dopo a Radiouno, nel corso della rubrica ‘Radio anch'io’, rivelava la precisa intenzione di dare seguito alle inchieste contro Berlusconi, la Fininvest e Forza Italia anche nelle ultime fasi della campagna elettorale. Con l’ipocrisia e l’arroganza che da sempre hanno distinto i veri comunisti anzi ci teneva a far sapere che la decisione gli era costata un ‘gran travaglio interiore’ e che era stata presa affinchè nessuno potesse insinuare che ‘Mani pulite’ facesse della ‘giustizia politica’ [sic!!!...]:

‘...mi rendo conto che questa è una decisione che può essere soggetta a delle critiche, tuttavia se noi in qualche modo condizionassimo i tempi e addirittura i contenuti delle nostre indagini alle circostanze politiche saremmo accusati di fare della giustizia politica...’

Un altro chiaro esempio del modo di fare ‘giustizia indipendente dalla politica’ di certi settori della magistratura in chiara collusione con certi settori della politica doveva venire di lì ad una settimana, allorchè mancavano solamente quattro giorni alla scadenza elettorale, ed in maniera oltretutto che definire clamorosa, almeno per quanto riguarda le conseguenze finali, semplicemente catastrofiche per la sinistra, è assai riduttivo.

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http://utenti.lycos.it/Submarine/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

Fecia di Cossato
04-04-02, 13:44
http://www.anpi.it/images/violante.jpg

Nell’ultima fatidica settimana della memorabile campagna elettorale del 1994, quando la vittoria dei ‘progressisti’, data fino a due mesi prima pressoché scontata dai tutti gli istituti di sondaggio, veniva ad essere rimessa seriamente in discussione, lo scontro doveva raggiungere un’asprezza che non si sarebbe mai più ripetuta. Non appena all’orizzonte della ‘gioiosa macchina da guerra’ che Ochetto aveva pazientemente messo in piedi si era profilata la prospettiva della sconfitta elettorale, nelle file dei Diessini si era scatenata una vera e propria ‘sindrome da disfatta’ e il panico che si accompagnava a questa doveva alla fine rivelarsi deleterio al punto da spingerli ad un vera e propria mossa da suicidio. Per la sera di giovedì 24 marzo era previsto di sperimentare per la prima volta un vero e proprio ‘faccia a faccia televisivo all’americana’ tra i due leader degli opposti schieramenti, Achille Ochetto e Silvio Berlusconi, e in previsione di questo gli [ex]comunisti tenevano pronto un vero e proprio ‘colpo segreto’, che alla fine si rivelerà invece un ‘karakiri’.
Per vibrare questo ‘colpo segreto’ i Diessini facevano conto su di una personalità di autentico prestigio: l’ex-magistrato nonchè accademico e Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Luciano Violante. Abbiamo già visto in precedenza che nel mirino della procura di Milano era finito anche Marcello Dell’Utri, amministratore delegato di Publitalia e ‘mente strategica’ dell’organizzazione della propaganda di Forza Italia. Un simile personaggio tuttavia era troppo importante perchè di esso si occupasse ‘solamente una Procura’ e così su di lui avevano iniziato febbrilmente ad indagare anche le Procure impegnate sul fronte della lotta alla criminalità organizzata del Meridione, in particolare quelle siciliane e calabresi. Non è un mistero per nessuno che condizione indispensabile per allestire una qualsiasi attività economica in Sicilia qualunque imprenditore, grande, medio o piccolo che fosse, dovesse per forza di cose mettersi sotto la ‘tutela’ della Mafia Siciliana, pagandole in pratica il ‘pedaggio’ in cambio della possibilità di operare in condizioni sicure. Queste ‘condizioni’ erano state naturalmente ‘imposte’ anche alla Fininvest, che solo così aveva potuto impiantare i propri trasmettitori televisivi, nonchè la catena di distribuzione Standa, in Sicilia. Era successo di conseguenza che alcune Procure erano riuscite a risalire ad alcuni di questi ‘contatti’ tra la Mafia Siciliana e la Fininvest, che a suo tempo avevano visto come ‘interlocutore’ proprio Marcello Dell’Utri. Tutto queste indagini erano naturalmente protette da ‘segreto istruttorio’, la cui violazione ovviamente costituisce reato perseguibile penalmente, ma è noto che gli [ex]comunisti nella loro ‘battaglia per la democrazia’ non si scoraggiano di fronte a nulla, tanto più che praticamente sempre possono contare sulla ‘collaborazione’ di certi settori ‘democratici’ della magistratura. E così, giusto una settimana prima delle tanto decisive elezioni, il presidente della Commissione Antimafia rilascia un’intervista al quotidiano La Stampa, nella quale rivela alcune ‘collusioni’ tra Forza Italia e la Mafia Siciliana. Ecco alcune testuali parole:

‘...la verità è che Dell’Utri è iscritto nel registro degli indagati della procura di Catania e non di Caltanissetta...il pentito Salvatore Cangemi ha riferito che la Finivest pagava alla Mafia 200 milioni l’anno per evitare che le proprie attrezzature in Sicilia venissero colpite...la somma, versata da un misterioso intermediario che agiva in nome di Marcello Dell’Utri, veniva incassata da Vittorio Mangano, uomo della stessa cosca mafiosa di Cangemi, probabilmente la stessa persona che che su segnalazione di Dell’Utri era stata assunta negli anni ‘70 nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore...’

Ora si deve presumere che un eminente professore di diritto quale è Luciano Violante conosca i motivi per i quali è stato istituito il ‘segreto d’ufficio’ riguardo alle indagini della magistratura, primo di tutti la necessità di tutelare l’integrità del materiale di riscontro, ma ben si può capire tuttavia lo stato d’animo del presidente dell’Antimafia, posto davanti al tragico dilemma: ascolto la mia ‘coscienza giuridica’ o le ‘direttive di partito’ che mi impongono di combattere la battaglia elettorale senza esclusione di colpi?...Era evidentemente successo che il ‘richiamo del partito’ in lui aveva avuto il sopravvento, solo che le sue ‘rivelazioni’ non erano state prese per nulla bene dai giudici della Procura di Catania, il cui imbarazzo era assai evidente nelle dichiarazioni da essi rilasciate il giorno dopo alla stampa.

‘...siamo di fronte ad una massiccia violazione del segreto d'ufficio - sosteneva Amedeo Bertone, uno dei sostituti del pool Antimafia di Catania...per poi ‘frenare’ subito dopo -... ammesso che la notizia sia vera...’

Dal canto suo il Pm Nicolò Marino, il magistrato tirato in ballo proprio da Violante, specificava meglio:

‘...dopo quello che hanno pubblicato i giornali, le indagini, anche se esistenti, risulterebbero definitivamente bruciate...’

In effetti da giorni riguardo alla Procura di Catania circolavano molte indiscrezioni su un'inchiesta, ancora alle primissime battute, relativa a strani traffici internazionali e misteriose società che si diceva facessero capo alle famiglie mafiose Ercolano e Santapaola. L’inchiesta era stata avviata circa un anno prima e in questo contesto era saltato fuori anche il nome di Dell'Utri...c’era però un ‘ma’: non si trattava infatti dell'amministratore di Publitalia Marcello Dell'Utri ma del fratello Alberto, responsabile di Forza Italia a Roma. Sulla vicenda il Procuratore capo Gabriele Alicata, riuniti tutti i sostituti, dopo due ore diffondeva una ‘smentita’... che tuttavia smentiva ben poco:

‘...con riferimento alle notizie apparse sulla stampa e attribuite all'onorevole Violante in ordine all'iscrizione del signor Marcello Dell'Utri nel registro degli indagati la Procura esprime sorpresa, allarme e disappunto anche per l'incauta propalazione di notizie attinenti ad indagini che, se esistenti, risulterebbero ormai definitivamente compromesse...su questa Procura è stato buttato dell'olio bollente...’

Di ben altro tenore, come facilmente si può arguire, era la reazione di Silvio Berlusconi, che si concretava in una richiesta, inviata ai presidenti di Camera e Senato, Giorgio Napolitano e Giovanni Spadolini, di ‘sospendere dall’incarico’ il presidente della Commissione Antimafia:

‘...è intollerabile che essi assistano nell'indifferenza a un uso così spregiudicato e di parte delle prerogative e del nome di una commissione che dovrebbe fare la lotta alla Mafia e non la campagna elettorale contro Forza Italia...il testo di quest'appello è stato trasmesso per conoscenza al Presidente della Repubblica che è anche il presidente del Csm e al ministro della Giustizia Conso...a tirare le fila di una macchinazione a tre stadi ci sono il Pds e i suoi apparentati che sono già nei gangli dello Stato e che ne fanno un uso liberticida...gli Elettori hanno di che riflettere: che cosa succederebbe se questi signori arrivassero fino a Palazzo Chigi?...l'onorevole Violante, che ricopre la carica istituzionale di presidente dell'Antimafia, con la imperdonabile faziosità dell'uomo d'apparato, è caduto miseramente nella trappola che aveva preparato...da mesi ha cercato in ogni modo, mettendo in opera una rete di relazioni costruita al riparo delle sue funzioni parlamentari, di scatenare una campagna contro Forza Italia, contro di me personalmente e contro i miei più stretti collaboratori...le accuse di Violante però si rivelano per quello che sono: una catena di falsi e di provocazioni politico elettorali che poggiano su un uso deviato e illegale di pezzi dell'apparato dello Stato e della burocrazia giudiziaria...il numero tre della gerarchia del Pds non demorde benchè magistrati autonomi e responsabili abbiano affondato come chiacchiera diffamatoria le presunte notizie di reato riguardanti Dell'Utri e la gestione della Standa di Catania...ha cercato di strumentalizzare un cronista della Stampa a Montecitorio, imbeccandolo con presunte rivelazioni che, se vere, sarebbero state comunque espressione di un uso illegale e di parte della magistratura, su inchieste riguardanti traffici di armi e droga presso la Procura di Catania. Una nuova smentita ha posto fine all'ennesima imboscata elettorale, di cui non è difficile individuare il mandante nel leader del cartello delle sinistre...mi domando con che faccia Ochetto si può presentare al faccia a faccia di domani con me su Canale 5!...in ogni caso il boomerang si è rivoltato contro chi l'ha lanciato!...’

E a tutto questo Ochetto che cosa ribatteva?...Poche balbettanti parole farfugliate:

‘...le sue accuse sono pretestuose ed arbitrarie. Berlusconi continua a non capire che non ho ordito nessun complotto...’

Le dichiarazioni rilasciate a La Stampa non erano tuttavia il solo ‘colpo segreto’ che Violante aveva in serbo per il rusch finale...il secondo ‘boomerang’, che si sarebbe dimostrato alla prova dei fatti devastante per chi lo aveva lanciato, era infatti già partito...

La sera di martedì 22 marzo 1994 un fonogramma ‘urgentissimo’ viaggiava da Palmi a Roma: la Procura della cittadina calabrese, che indagava da anni sull'area grigia criminalità organizzata massoneria politica, chiedeva alla Digos di ‘acquisire’ entro e non oltre 24 ore gli elenchi con le generalità dei candidati di Berlusconi e dei presidenti di tutti i club ‘Forza Italia’. A Roma la ‘bomba’ doveva scoppiare poco dopo le 9.30 del giorno dopo. Per consultare gli elenco dei candidati non vi era alcun bisogno di scomodare la Digos, dal momento che essi erano disponibili a chiunque presso il Viminale, e pertanto dalla Questura della capitale avevano chiesto spiegazioni a Palmi. Niente da fare!...la richiesta di acquisizione doveva essere eseguita immediatamente e senza spiegazioni di sorta !... Così si erano create le premesse di quello che a memoria d’uomo è ancora considerato uno dei più incredibili ‘autogoal’ della sinistra. Con un certo imbarazzo, due funzionari della Digos, vestiti in abiti casual, bussavano direttamente al quartier generale romano di Silvio Berlusconi, in via dell'Umiltà: a quell’ora l'ufficio era ancora deserto e toccava a Francesca Mariani, l'assistente dell'amministratore nazionale Mario Valducci, fare gli ‘onori di casa’. Sulle prime la richiesta dei funzionari della Digos creava un comprensibile lo scompiglio, ma quasi subito la Mariani, ripresasi dalla sorpresa, con notevole tempismo, avvisava chi di dovere e dopo pochi minuti le prime le troupe dei tiggì della Fininvest erano già sul posto. ‘...fateli uscire dal portone principale così la telecamera li riprende...’, sussurrava un'addetta alle pubbliche relazioni di Forza Italia, riferendosi ai poliziotti che stanno aspettando la consegna dei floppy disc. La stessa scena si ripeteva a Milano, nella sede di via Isonzo, dove sempre la Digos si era precipitata per chiedere gli elenchi con i nomi dei presidenti dei Club Forza Italia: ‘...consegneremo presto gli elenchi dei 5.157 club costituiti e degli 8.151 in via di formazione...’, aveva annunciato il segretario generale Angelo Codignoni. A Roma, intanto, si erano fatte le 10.30: il palazzo di via dell'Umiltà si era riempito e tutti attendevano qualche dichiarazione, che poco dopo era fornita da Cesare Previti, il legale di Berlusconi:

‘...naturalmente abbiamo fornito l'elenco a un funzionario della Digos che ce lo ha chiesto con estrema cortesia ma credo che qualche considerazione sia d'obbligo: l'elenco dei candidati si trova già da qualche tempo al Viminale, poteva essere acquisito con un'operazione meno spettacolare...prima è partito l'attacco sulle fatture false, poi quello sulla mafia, ora sulla massoneria e domani magari ci accuseranno di essere ladri di galline. E un disegno unico contro Forza Italia, una manovra orchestrata dal Pds...’.

Sulla 'opportunità’ dell'operazione voluta dalla Procura di Palmi la stessa Polizia aveva seri dubbi e di questi se ne era fatto interprete il Siulp, che in serata, attraverso il segretario generale Roberto Sgalla, aveva precisato:

‘...siamo consapevoli che in uno Stato di diritto occorre rispettare i ruoli e i vari poteri. Guai se così non fosse: ma non possiamo permettere che si facciano ricadere sugli uomini della Polizia di Stato fatti e comportamenti che sono addebitabili esclusivamente ad altri soggetti istituzionali...’.

Sempre in serata si era venuto a sapere che la ‘richiesta’ era stata avviata per ’iniziativa personale’ dal Sostituto Procuratore Maria Grazia Omboni, che però si rifiutava di parlare ai giornalisti. Ma perchè tanta fretta? Perchè il magistrato aveva imposto alla polizia di ‘essere informata entro il giorno 24 marzo’? Lei, che dal suo ex procuratore capo Agostino Cordova aveva ereditato i segreti sulle ‘logge coperte’, lasciava poi intendere che il suo ufficio ‘si stava preparando a una lunga veglia per accelerare i riscontri incrociati dei nomi’. Soltanto nel pomeriggio da Palmi arrivava la prima ‘risposta’ del Procuratore Aggiunto Salvatore Boemi e della Omboni, risposta nella quale, senza che nessuno vi avesse fatto riferimento, compariva, chissà perchè, il nome di Luciano Violante [ve lo ricordate il detto latino excusatio non petita...?...- n.d.r.] :

‘...non facciamo politica, facciamo solo i magistrati, non dipendiamo nè da Berlusconi nè da Violante...pensiamo di aver agito nella maniera giusta...’

L’inchiesta sulle cosiddette ‘ramificazioni delle logge coperte’ era stata avviata nel 1987 da Agostino Cordova [dal 1993 Procuratore Capo a Napoli], contava più di 200 indagati, decine di migliaia di pagine di verbali ed era seguito da un ‘pool’ di sei magistrati: Maria Grazia Omboni, Carlo Macrì, Dario Granieri, Caterina Sgrò, Enrico Capasso ed Emilio Trimarchi.

Che quella di Maria Grazia Omboni fosse stata una iniziativa un poco ‘avventata’, pilotata da qualcuno al di fuori dell’ambito della procura di Palmi [e da chi secondo voi?...- n.d.r.] era già nei sospetti di più d’uno, se non altro perchè la dott.ssa Omboni avrebbe da lì a poco lasciato quella Procura per essere trasferita a Verona, ma doveva divenire evidente a tutti dopo le dichiarazioni di Carlo Macrì, Sostituto Procuratore Generale di Catanzaro, con alle spalle un decennale curriculum di importanti inchieste sulla malavita organizzata, che si dissociava anche a nome dei colleghi da tale iniziativa:

‘...bisogna ammetterlo: da questa vicenda non ne usciamo bene. L'immagine che ne deriva all'esterno è quella di una magistratura non imparziale e non trasparente. Quanto a me, mi dissocio dall'operazione nei confronti di Forza Italia. E anzi...chiederò ufficialmente al Consiglio Superiore della magistratura di intervenire. Tutto ciò esige un chiarimento immediato. Altrimenti il nostro gruppo non potrà più continuare a lavorare...quello che è successo è grave, un'iniziativa del genere andava valutata e concordata da tutti; o, come minimo, comunicata. Invece la collega Maria Grazia Omboni non mi ha detto proprio nulla...sono rientrato martedì sera da Roma in Calabria senza che nessuno mi avesse avvertito che la Digos era stata incaricata di acquisire nomi e dati dagli elenchi degli iscritti al partito di Berlusconi...a tre giorni dalle elezioni e dopo le recenti polemiche a proposito di Forza Italia, c'era il rischio di strumentalizzazione, e dunque, consultarci era indispensabile...è vero, ognuno di noi si occupa di una certa parte del territorio gli elenchi in questione riguardano tutti i club, tutti i candidati di tutta Italia. E allora il nostro coinvolgimento doveva essere generale...occorreva stabilire, l'urgenza dell'operazione...se ci fossero stati di mezzo, per esempio, provvedimenti di custodia cautelare, è scontato che si dovesse agire tempestivamente. Al contrario, dovevamo ragionarci su...’

E alla domanda se intendeva smentire il Procuratore Boemi, così Macrì rispondeva:

‘...sì!...tanto più che lui stesso, qualche ora prima di presentarsi a Palmi di fronte ai cronisti per dare manforte alla collega Maria Grazia Omboni, mi aveva detto in una telefonata di essere all'oscuro della sua iniziativa. E non solo questo: mi aveva confidato di essere ignaro e perfino seccato. Dopo, ha cambiato evidentemente idea...’

Era del tutto ovvio che un episodio di tale portata, che aveva coinvolto nel sospetto di collusione con la Mafia l’intero movimento di Forza Italia alla vigilia delle elezioni, doveva suscitare violente reazioni ben al di fuori dell’ambito di un piccolo paese della Calabria...Alle prime avvisaglie dell’uragano che si andava addensando il Presidente del Consiglio Ciampi si affrettava a chiamare il Ministro della Giustizia Conso per esprimergli, in mancanza di meglio, la sua ‘preoccupazione’. E’ evidente però che tutto questo non sarebbe bastato allorchè la notizia della perquisizione eseguita nelle sedi di Forza Italia doveva deflagrare, come fosse stata un candelotto esplosivo gettato sulle braci incandescenti della polemica sorta a seguito delle dichiarazioni di Violante.

Il primo ‘petardo’ di quella che sarà ricordata come lo ‘spettacolo pirotecnico per la fine della Prima Repubblica’ era acceso da Ugo Intini:

‘...queste sono le prime elezioni non libere e non democratiche della storia della Repubblica. Gli eredi del comunismo che da due anni accusano gli avversari politici di essere ladri, adesso hanno alzato il tiro e li accusano di essere mafiosi...’.

Il secondo dal senatore ed ideologo della Lega Nord Gianfranco Miglio:

‘...una parte della magistratura fa di tutto per provocare una prossima riduzione di spazio dell'azione dei giudici stessi...’

E mentre il cronista di Studio Aperto evocava il fantasma del colpo di Stato in Cecoslovacchia del 1948, Alfredo Biondi, già vicesegretario liberale, alzava il tiro:

‘...la situazione in Italia sta degenerando e trasformando una Democrazia libera in uno Stato giustizialista e poliziesco...’.

Il federalista Marco Taradash, mettendosi ironicamente ‘a disposizione della Digos, della Direzione Nazionale Antimafia, del Sisde, della Stasi e del Kgb’, chiedeva l'immediato intervento del Capo dello Stato e denunciava ‘una minaccia gravissima alla libertà in questo Paese’. Che la misura fosse colma lo dimostrava più di ogni altra cosa il fatto che Alleanza Nazionale, tradizionalmente schiva dalle polemiche, tanto da aver ingoiato per anni senza protestare le accuse a lei rivolte di ‘golpismo’, si era decisa a scendere in campo per tramite di Giulio Maceratini e Maurizio Gasparri:

‘...a questo punto il pericolo per la Democrazia viene proprio da quelle forze della sinistra che non vogliono accettare il verdetto popolare e ricorrono a sistemi da regime di polizia...ricorrendo ai metodi usati dai partiti comunisti dell' Est...’

A queste roventi denunce le massime autorità dello Stato, ‘garanti dei più elementari diritti dei Cittadini’, che cosa rispondevano?...Il Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi, in una nota di poche righe, se la sbrigava spiegando:

‘...di essere stato informato della richiesta di acquisizione di documenti nella sede di Roma di Forza Italia, di avere incontrato il Ministro della Giustizia Conso esprimendogli la più viva preoccupazione e richiamando il dovere per tutti che, in questo delicato e importante momento della vita nazionale, si evitino iniziative che possano turbare la campagna elettorale...’

Era chiaro a tutti che Palazzo Chigi si defilava e pertanto la ‘patata bollente’ toccava a ‘lui’ , a Oscar Luigi Scalfaro, che era così costretto a regalare al ‘nemico irriducibile’ Silvio Berlusconi una vittoria politica di colossale valore: lo avrebbe ricevuto al Quirinale, dall’ingresso principale s’intende, per fornirgli i necessari ‘chiarimenti’. E i ‘chiarimenti’ , in piena sintonia con il personaggio, saranno un vero capolavoro di retorica vuota, oscura e sibillina, di cui qui riporto due passi assai ‘istruttivi’:

‘...i magistrati non devono guardare ai tempi, ma non possono stare fuori dal tempo...l’autonomia e l’indipendenza della magistratura dipendono da due cose: l’essere e l’apparire...’

Si... va bene!... ma in sostanza che si fa!?... e davanti agli ingrugniti, furibondi, nervosi, violacei componenti del Csm che da ore si stavano dilaniando sulla decisione del giudice di Palmi Grazia Omboni di spedire la Digos nelle sedi romana e milanese di Forza Italia e al cui interno esisteva una visibile lacerazione, il Presidente della Repubblica, con disarmante tranquillità, mandava a dire che se la sbrigassero come meglio credevano, purchè lo facessero in fretta e non dessero a pensare che volessero solo ‘guadagnare tempo’:

‘... il Csm non difende la politica da eventuali intromissioni errate, imprudenti, inopportune della magistratura. Difende la magistratura dall'apparire in qualsiasi modo schierata in una battaglia politica...’

Ricevuto in tal maniera il ‘ben servito’ dalla Massima Carica Istituzionale della Repubblica, il Csm, rimasto da solo alle prese con la ‘grana’ scatenata dalla ‘Pasionaria’ Maria Grazia Omboni, se la caverà con lo strumento solitamente usato per dirimere i casi particolarmente ‘delicati’: un bel procedimento di archiviazione. Così, senza troppo chiasso e soprattutto senza aver ricevuto alcun provvedimento disciplinare che potesse andare a discapito della carriera, il Pm Maria Grazia Omboni veniva trasferita pochi giorni dopo alla Procura di Verona e il suo nome non dovrà più comparire agli onori della cronaca. Se la Pm ‘Pasionaria’ se la cavava in maniera non troppo dolorosa, così non era all’interno del Pds, la cui immagine, soprattutto nei confronti del cosiddetto ‘elettore indeciso’, era stata irrimediabilmente compromessa dal doppio ‘autogoal’ e, come sempre era accaduto in passato e sempre accadrà in avvenire in simili circostanze, era urgente trovare un ‘generale traditore’ da ‘fucilare’...e costui chi poteva mai essere?...


La tempesta scatenata dall'intervista di Violante prima, e dall’iniziativa della Omboni poi, aveva procurato danni irrimediabili non solo al Pds, ma a tutti gli alleati della coalizione, di cui si doveva subire anche i mugugni. Ecco come ad esempio la pensava all’indomani il segretario del Psi Del Turco:

‘...Berlusconi era già bello, ricco e famoso, perchè dovevamo farlo passare pure per una vittima?... L'idea di attaccarlo in questo modo è stata folle e suicida: il merito è inattendibile, il metodo è insopportabile, conclusione...chi s'intende un pò di psicologia di massa sa che oltre un certo limite si rompe il rapporto. E questa è stata una pessima prova...’.

Anche i dirigenti di Ad imprecavano recriminazioni su recriminazioni, come si deduce dalle affermazioni di Bogi:

‘...accusare Berlusconi di essere Berlusconi è stato per noi è stato un grave handicap. Al messaggio emotivo proposto dalla destra dovevamo contrapporre il messaggio razionale della sinistra. Invece...invece ora a sinistra ci si interroga sul modo in cui è stata guidata la ‘gioiosa macchina da guerra’.

I Verdi poi erano ‘incavolati neri’, più di tutti il capogruppo alla Camera, Mattioli:

‘...passi per la cavolata dell'intervista ma perchè poi [Violante - n.d.r.] si è dimesso se aveva detto che l'intervista non era vera?... La correzione è peggiore di quelle dichiarazioni... noi siamo esposti quanto lui in questa campagna elettorale, e avremmo gradito essere consultati...nessuno ci ha informato, potevano almeno avvisare Ripa di Meana, che è il nostro portavoce...se qualcuno pensa di tornare indietro rispetto all'alleanza, si sbaglia perderemmo tutti la faccia. Ma proprio perchè il futuro della sinistra è l'alleanza, tutti devono capire che l'ottica della singola forza politica è finita, che si deve ragionare in termini collegiali...’

Che il ‘doppio autogoal’ avesse danneggiato oramai irreparabilmente, si era infatti a pochi giorni dalle elezioni, l’intera campagna elettorale dei ‘progressisti’ era oramai ammesso, più o meno esplicitamente, dall’intero fronte della sinistra, anche se Del Turco cercava in questo modo di ‘addolcire la pillola’:

‘...certo, quegli elettori che pensavano che i comunisti mangiano i bambini hanno visto uscire rafforzato il loro convincimento. Però non credo che l'elettorato medio ancora indeciso si sia fatto influenzare dal caso Violante. E comunque a Palermo non mi pare che questo fatto abbia segnato la campagna elettorale...può darsi che a Palermo prenderemo qualche voto in più ma il resto d'Italia non approva questi metodi...’

E’ chiaro che ‘addolcimenti’ più o meno illusori non erano sufficienti per placare la ‘base’ del Pds, che, nella prospettiva oramai quasi sicura di perdere le elezioni, reclamava a tutti i costi un ‘colpevole’ e questo non poteva che essere il presidente della Commissione Antimafia Luciano Violante, che, dopo aver realizzato di essere stato abbandonato da tutti, anche dal Presidente del Partito Massimo D’Alema, rassegnava le dimissioni dalla Commissione Parlamentare.

A conclusione di questo capitolo, perchè siano chiare a tutti le quattro cose seguenti, ossia:

- il motivo per il quale i ‘progressisti’ hanno perduto le elezioni del ‘94

- il modo con il quale gli [ex]comunisti sono soliti accettare la sconfitta elettorale

- l’assoluto ‘rifiuto’ da parte degli [ex]comunisti ad utilizzare la magistratura come strumento politico per assecondare i propri fini

- il fatto che gli [ex]comunisti siano sempre e soltanto ‘vittime di macchinazioni’, macchinazioni, guarda caso, che sono sempre e soltanto loro ad escogitare

riporterò, senza commenti ma con alcuni passi ‘interessanti’ evidenziati in corsivo, alcune ‘dichiarazioni’ rilasciate da Luciano Violante in occasione delle sue dimissioni, datate 24 marzo 1994, tre soli giorni prima dello scontro elettorale, il cui risultato, probabilmente in forse fino a soli due giorni prima, appariva oramai irrevocabilmente deciso...

‘...non voglio che nel tranello che mi è stato teso cadano anche i valori nei quali credo. Non posso tollerare che l'attacco scatenato contro di me getti un'ombra sul lavoro svolto collegialmente da la Commissione...un lavoro grazie al quale per la prima volta si è indagato sulle connessioni tra Mafia, politica e logge massoniche...un lavoro che ha turbato equilibri consolidati...l'offensiva di cui sono stato il bersaglio è il tentativo di rivincita di chi mira a delegittimare questo lavoro...la trappola è scattata su una menzogna e su menzogne si è costruito l'attacco, utilizzando oltre ogni accettabile limite la contingenza elettorale...ho voluto riacquistare la libertà di uomo politico onesto che si batte per il Paese per attaccare il Male, il manipolo di avanzi della P2 e del vecchio regime che hanno in Berlusconi il nuovo Andreotti...mi sono dimesso proprio perchè ho voluto fare un passo avanti, non un passo indietro...c'è un punto nodale della vicenda politica [ossia l’intervista da lui rilasciata a La Stampa - n.d.r.] che va chiarito, cioè chi sono i soggetti in campo...è stata un'imboscata, basta vedere com'è stata costruita. Prima si dice che la Fininvest ha me nel mirino , dopo viene fuori questa pseudo intervista, infine si scatena la campagna contro di me. Era evidentemente una cosa organizzata...la trappola è stata tesa da chi l'ha utilizzata, cioè da Forza Italia...da vent'anni in Italia si dice che i giudici che hanno indagato sulle tangenti del petrolio, sulla P2, sul banco Ambrosiano, su Sindona, sulle Br, sono tutti giudici comunisti. E non è un caso che queste accuse siano venute sempre da parte di chi aveva interesse a nascondere...parte di un certo tipo di potere che quando è messo in discussione grida al complotto perchè ha bisogno dell'illegalità...Berlusconi, quello che prende i voti della Mafia, quello che con la sua chiamata alle armi contro il comunismo usa la stessa parola d'ordine dei nazi-fascisti, di chi ha usato le carceri e i lager per sterminare Ebrei e socialisti, sindacalisti e libertari. Allora avanti compagni, sbattiamoli fuori questi piduisti. Viva Palermo liberata!...’

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http://utenti.lycos.it/Submarine/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

04-04-02, 15:57
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Fecia di Cossato
29-04-02, 10:01
...ad essere sincero avevo pensato di por fine a questa, chiamamola così, 'rievocazione storica' degli eroici quanto sfortunati combattimenti che 'resistenti' di 'Mani pulite' hanno sostenuto in nome della sacrosanta [e alla fine perdente] causa [ex]comunista, pesuaso che gli elementi addotti a sostegno della mia tesi ['Mani pulite' = 'braccio giudiziario degli [ex]comunisti'] fossero tanti e tali da segare in partenza qualsiasi ragionevole obiezione. La recente comparsa in libreria di 'Toghe Rosse', ultima 'fatica' di Elio Veltri, mi ha tuttavia persuaso che forse è il caso di continuare, giacchè è inammissibile che 'stronzate' come quelle che compaiono in quel 'libro-spazzatura' possano circolare senza che nessuno si preoccupi di valorizzarle per quello che meritano: la pattumiera. Ed è così, caro amico, che ho deciso, per il piacere tuo e di altri, di riprendere codesta 'narrazione', sicuro che quanto prima riceverò un tuo caloroso incitamento.
Ti vorrei prima però, beninteso se non ti spiace, chiedere una favore: potresrti 'decifrarmi' il significato recondito nascopsto dietro le 'faccine' che costituiscono l'unico 'contenuto' del tuo ultimo intervento?...

stammi bene amico!...

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http://utenti.lycos.it/Submarine/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

Fecia di Cossato
18-11-02, 12:45
Lo scorso 4 aprile Fecia di Cossato postava il seguente messaggio all'attenzione del lettore:


http://www.repubblica.it/online/politica/quindici/quindici/storico00011e96cxw200h314c00.jpg

Circa due anni fa, era il gennaio 2000, moriva nella sua casa di New York Tommaso Buscetta, il più importante collaboratore di giustizia delle indagini antimafia, aveva 72 anni. Buscetta, soprannominato il ‘boss dei due mondi’, è passato alla storia delle indagini di mafia per essere stato il primo a raccontare al giudice Giovanni Falcone della struttura di Cosa Nostra e dell'esistenza di una ‘cupola’ dell'organizzazione malavitosa e le sue confessioni avevano costituito la base del primo ‘maxiprocesso’ contro le cosche di Palermo. Il suo ruolo di primo piano che lo stesso Falcone aveva più volte riconosciuto, come testimoniano le seguenti parole del giudice morto a Capaci: ‘...prima di Buscetta non avevamo che un'idea superficiale del fenomeno mafioso: con lui abbiamo cominciato a guardarci dentro: ci ha dato una visione globale, ampia, a largo raggio del fenomeno. Ci ha dato una chiave di lettura essenziale, un linguaggio, un codice...’
Delle connessioni fra mafia e politica ‘Don Masino’ non aveva mai voluto parlare con il giudice Falcone, al quale aveva sempre detto che si trattava di una faccenda ‘troppo grossa’. All’improvviso però, nella primavera del ‘93, il ‘superpentito’ improvvisamente si pente una volta di più, si reca a Palermo dal giudice Giancarlo Caselli e gli spiattella davanti una serie di ‘clamorose rivelazioni’ rigurado passate ‘collusioni’ tra la Mafia Siciliana ed i vertici della Democrazia Cristiana. Le vicende risalivano a quattordici anni prima. Il 20 marzo 1979 era stato ucciso a Roma, con quattro colpi di pistola calibro 7.65 poco dopo aver lasciato la redazione della rivista Op, Carmine ‘Mino’ Pecorelli. Veniva aperta dal magistrato di turno dottor Mauro e dal giudice Domenico Sica una inchiesta a carico di ignoti, inchiesta che, passata col tempo in mano a diversi Pm, vedeva coinvolti in successione la Loggia P2 di Licio Gelli, i Nar di Valerio e Cristiano Fioravanti e la banda della Magliana di Massimo Carminati. Dodici anni di inchieste non avevano tuttavia portato ad alcun risultato e così il 15 novembre 1991 il giudice istruttore Francesco Monastero proscioglieva tutti gli indagati per non aver commesso il fatto. Le ‘confessioni’ di Tommaso Buscetta fanno però riaprire clamorosamente il caso nel 1993 quando, interrogato dai giudici di Palermo, accusa ‘Cosa Nostra’ di essere l’esecutore e il leader Dc Giulio Andreotti di essere il mandante dell’omicidio di Pecorelli. Il 27 marzo scoppia la bomba; Giulio Andreotti riceve un avviso di garanzia per associazione a delinquere di stampo mafioso, e con lui il giudice Carnevale, sospettato di aver ‘pilotato’ molti processi
che vedevano imputati boss della Mafia. Dopo quindi il Partito Socialista dunque, è la volta della Democrazia Cristiana a finire nel ‘ciclone’ di Tangentopoli, e questa volta non per aver recepito tale o talaltra tangente, bensì, crimine assai più odioso agli occhi dell’opinione pubblica, per essersi alleata con la Mafia Siciliana. Che tutto questo facesse capo ad una unica e ben orchestrata ‘regia’ lo si doveva capire da lì a pochi giorni. Il 5 di aprile due nuovi ‘avvisi’ piovono sulla ‘nomenklatura’ democristiana, uno sempre a Giulio Andreotti per violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, l’altro al segretario Arnaldo Forlani per ricettazione nell’ambito dell’inchiesta Anas. Con magistrale tempismo il giorno dopo, 6 aprile, la Commissione Parlamentare Antimafia approva la relazione conclusiva dell'indagine sui rapporti tra Mafia e politica. Nel documento si afferma che ‘risutano certi alla Commissione i collegamenti di Salvo Lima con uomini di Cosa Nostra’ e che ‘egli era il massimo esponente in Sicilia della corrente democristiana che fa capo a Giulio Andreotti’. Due giorni dopo il verbale del ‘superpentito’ viene inviato dai Pm di Palermo a quelli di Roma che il 14 aprile iscrivono Andreotti nel registro delle notizie di reato. Il 9 giugno la Procura di Roma chiede al Senato l'autorizzazione a procedere contro il senatore a vita Giulio Andreotti ‘in qualita' di mandante’ dell'omicidio del giornalista Mino Pecorelli; il reato configurato e' omicidio premeditato in concorso con piu' persone. Dopo che lo stesso senatore Andreotti ha manifestato il desiderio di non valersi dell’immunità parlamentare, l'autorizzazione a procedere viene concessa il 29 luglio. In base alle dichiarazioni di Buscetta il Pm Giovanni Salvi indaga anche Gaetano Badalamenti e Giuseppe Calo'.

Dovranno passare sette lunghi anni prima che il processo, che doveva celebrarsi a Perugia, arrivasse alla conclusione che a tutti è nota: assoluzione con formula piena per Guilio Andreotti ed altri sei imputati. La Corte di Giiustizia di Perugia non aveva creduto dunque alle ‘dichiarazioni’ che Don Mino aveva ‘spontaneamente’ rilasciato ed aveva ribadito il concetto che ‘frequentare’ boss mafiosi non costituisce prova di ‘collusione’ con la Mafia. L’esito della sentenza non può che portare a domande che però difficilmente potranno trovare, ora che Buscetta è passato a miglior vita, completa ed esaudiente risposta: ‘...perchè Buscetta si è deciso solo nella primavera del ‘93 a rivelare i rapprti tra il senatore Andreotti e la ‘cupola’ di ‘Cosa Nostra’?...ha detto la verità oppure è stato, al pari di tanti altri ‘pentiti’, opportunamente pilotato?...’. Non potremo logicamente mai appurarlo con prove certe, così che dobbiamo accontentarci di qualche indizio...per esempio il fatto che Buscetta ha ricevuto dalla ‘giustizia’ un trattamento che definire ‘privilegiato’ è fortemente riduttivo, come dimostra il seguente articolo giornalistico:

http://www.repubblica.it/online/cronaca/buscetta/morto/storico00183430cxw200h231c00.jpg

E' l'agosto 1995: Tommaso Buscetta si concede una vacanza nel Mediterraneo con moglie e figli. Una vacanza programmata da tempo, si saprà in seguito, sulla nave da crociera ‘Monterey’, che dopo aver toccato molti porti del Mediterraneo [Egitto, Rodi e Gerusalemme] deve concludere il viaggio a Catania. A scoprire il pentito di Mafia è un giornalista del settimanale Oggi che il 22 agosto anticipa il servizio realizzato proprio dalla nave. Luigi Li Gotti, legale di Buscetta, dichiara: ‘Il mio cliente con il proprio denaro, guadagnato dalla moglie in anni di lavoro e i proventi di un recente libro, nello scorso mese di luglio ha acquistato biglietti per partecipare a una crociera, pur essendo stato sconsigliato dal farlo’. La notte del 23 agosto Buscetta interrompe la crociera prelevato, con la famiglia, da un mezzo militare. ‘Buscetta? Un vero galantuomo, un crocierista perfetto’. Così il Comandante della ‘Monterey’, Franco D'Esposito descriverà il viaggiatore. Scoppia la polemica sull'opportunità di quella gita. ‘Ma quale crociera con i soldi dello Stato! I soldi abbiamo dovuto spenderli per portarlo via, dopo che avete scritto sulle prime pagine di tutti i giornali dove stava e dove sarebbe stato il giorno dopo...’; così si sfoga uno dei funzionari che si occupano della sicurezza dei pentiti. I compagni di viaggio di Buscetta accusano il giornalista di essere ‘un giuda che ha venduto Buscetta per trenta denari’. Buscetta verrà diffidato dalla Commissione Protezione del Viminale che lo invita ad ‘attenersi scrupolosamente alle restrizioni’ previste dal programma che dispone il ritiro dei documenti con le generalità di copertura ormai pubbliche.

Nel modo che abbiamo descritto, le ‘fidate’ Procure di Milano e di Palermo , nel breve volgere di poche settimane, svolgevano perfettamente la missione che era stata loro affidata dai registi di Botteghe Oscure: annientare, usando l’arma giudiziaria, le due più forti formazioni politiche, che sino ad allora avevano ininterrottamente governato il Paese, la Democrazia Cristiana ed il Partito Socialista. Il ‘programma’ ancora non era completo, in quanto mancavano due requisiti essenziali al successo definitivo:

- ‘convincere’ la massima Autorità dello Stato ad assecondare i ‘desideri’ degli [ex]comunisti

- evitare nel modo più assoluto che la bufera coinvolgesse anche il Pci-Pds

Prossimamente vedremo come come questi due ‘aggiustamenti’ sono stati magistralmente ideati e impeccabilmente realizzati...

Nulla allora lasciava presagire che il processo di appello, celebratosi a Perigia tra il generale disinteresse [si dava pressochè per scontata la conferma del giudizio di primo grado] e conclusosi ieri dopo oltre 50 ore di camera di consiglio, terminasse con la condanna del senatore Giulio Andreotti a 24 anni di carcere. Oltre ad Andreotti, la sentenza di ieri ha condannato come mandante anche il boss mafioso Gaetano Badalamenti, capovolgendo la sentenza di primo grado che li aveva assolti assieme agli altri imputati.

L' aspetto più sconvolgente della sentenza di ieri resta comunque il fatto che non solo sono stati [definitivamente] assolti gli altri 'mandanti', ovvero l'ex magistrato ed esponente della vecchia Dc Claudio Vitalone e il boss mafioso Giuseppe Calò, ma anche quelli che l'accusa aveva indicato essere gli 'esecutori materiali, dell'omicidio del giornalista Mino Pecorelli, Michelangelo La Barbera e Massimo Carminati. In sostanza quindi si è di fronte ad un caso goiudiziario la cui assurdità è così evidente da non richiedere alcun commento: per la prima volta nella storia della giustizia sono stati riconosciuti colpevoli i mandanti di un omicidio ignorando chi ne sia stato l'autore matreriale.

Torneremo naturalmente più avanti sui dettagli di questa sconceretante vicenda giudiziaria, ma sin da ora possiamo certamente affermare che con questa sentenza i giudici di Perugia [dinnnanzi ai quali potrebbero comparire anche Cesare Previti e Silvio Berlusconi dopo l'eventuale remissione del processo di Milano] hanno voluto lanciare un messaggio assai chiaro:

... tutte le volte che un processo ha una valenza politica, gli ordinari criteri di colpevolezza o innocenza di un imputato, basati sulla consistenza delle prove e sulla coerenza dei fatti riscontrati, cessano di avere una qualsiasi validità...


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http://utenti.lycos.it/luposabatini/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

Fecia di Cossato
18-11-02, 18:48
Vi è singolare analogia tra il processo per l'omicidio di Mino Pecorelli e il processo per la strage di Piazza Fontana. In entrambi i casi eventi lontani nel tempo, 'pentiti' le cui dichiarzioni sono tanto sorprendenti quanto inaffidabili, testimoni non ascoltati, accusati in paesi lontani e nell'impossibilità di poitersi difendere replicando alle accuse...

Sarà tutto questo un caso?...

Ecco a voi, tratto da Il Giornale, l'articolo di MariaTeresa Conti.

buona lettura!...


Don Tano, il boss inascoltato che smentì Buscetta

di MariaTeresa Conti

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Don Tano Badalamenti [a sinistra] in compagnia di un altro boss mafioso.


Palermo- Quell’incontro lui l’ha sempre smentito. E più volte, quando Tommaso Buscetta era ancora vivo, ha sollecitato invano dagli Stati Uniti, dove si trova in carcere da ormai quasi vent’anni, un confronto con lui. Per spiegare che no, con l’omicidio del giornalista Mino Pecorelli lui non c’entra affatto. Che mai ha confidato a Tommaso Buscetta né a chicchessia che l’uccisione del giornalista fu organizzata per fare un piacere ad Andreotti. E che mai a Roma ha incontrato il sette volte presidente del consiglio, né per cercare di aggiustare processi né per altri fini.
E’ un duro colpo anche per don Tano Badalamenti, il capo-mafia di Cinisi da decenni in carcere a Fairton, New Jersey, per scontare una condanna a 45 anni per traffico di stupefacenti, la condanna pronunciata ieri a Perugia. L’anziano boss, che in videoconferenza ha assistito praticamente a tutto il processo tanto in primo grado quanto in appello, ha sempre negato il coinvolgimento in questa vicenda, sostenendo che il suo accusatore, Tommaso Buscetta, per quanto lo riguarda ha detto solo fandonerie. ‘Sono stupefatta!…’, ha commentato uno dei difensori del boss, l’avvocato Silvia Egidi, riservando ogni commento alla lettura delle motivazioni. E l’avvocato Paolo Gullo: ‘… è una brutta pagina per la storia italiana. Nonostante tutto riesco a mantenere la mia freddezza. Le sentenze non si commentano ma vi si fa ricorso. Evidentemente però sono assai perplesso. Per il mio assistito vi sono una serie di nullità a mio parere insanabili sin dal processo di primo grado. I diritti della difesa sono stati violati…’.
Il coinvolgimento di Gaetano Badalamenti nel processo per l’omicidio di Pecorelli ruota tutto intorno alle dichiarazioni di don Masino Buscetta. Questi il 6 aprile ’93, interrogato dal magistrato di Palermo, indica il nome del senatore Andreotti come quello della ‘entità’ che sta dietro una serie di misteri d’Italia, dall’affare Moro al caso Dalla Chiesa e all’omicidio di Mino Pecorelli. Racconta anche alcune confidenze che, a suo dire, gli avrebbe fatto don Tano Badalamenti. L’omicidio Pecorelli sarebbe stato eseguito per fare un piacere al senatore Andreotti, secondo quanto lo stesso Andreotti gli avrebbe riferito a Roma in relazione all’aggiustamento del processo intentato a suo cognato Filippo Rimi. Dichiarazioni che hanno sollevato scalpore, ma che alla prova dibattimentale hanno fatto acqua da tutte le parti. Per quanto riguarda l’aggiustamento del processo Rimi, Buscetta cambia versione e si corregge più volte, modificando date e motivi dell’incontro tra Andreotti e Badalamenti, e lasciando fermo solo un presunto complimento di Andreotti al boss: ‘… di uomini come lei ce ne vorrebbe uno ogni angolo d’Italia!…’. Quanto alle presunte confidenze sull’omicidio Pecorelli, la marcia indietro di Buscetta subito dopo la sentenza assolutoria di primo grado ha del clamoroso: ‘… io non ho mai detto che Giulio Andreotti ha ordinato quel delitto, ho solo ricostruito lo scenario…’.


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http://utenti.lycos.it/luposabatini/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

Fecia di Cossato
29-11-02, 13:01
Con un tempismo veramente eccezionale, a neanche un mese di distanza dalla sentenza d'appello di Perugia, ecco saltare fuori un altro 'coniglio dal cilindro', un 'pentito' il quale ad un certo punto si è 'ricordato' di avere in serbo 'informazioni decisive' per i magistrati di Palermo riguardo ai 'presunti' rapporti da lui avuti con Cosa Nostra.

Ecco il comunicato trasmesso questa mattina dalla Reuters...

Al solito... buona lettura!...


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venerdì 29 Novembre 2002, 0:01

Andreotti al processo: 'I pentiti non sono oracoli'

PALERMO [Reuters] - Il procuratore generale al processo d'appello di Palermo in cui Giulio Andreotti è accusato di collusione con la mafia ha chiesto oggi di esaminare le dichiarazioni del nuovo pentito Antonino Giuffré, che potrebbero portare nuovi elementi contro l'imputato. Ma il senatore ha risposto in aula che i pentiti non vanno presi come oracoli. ‘Chiediamo che la corte voglia valutare l'ipotesi di riapertura dibattimentale per approfondire queste dichiarazioni, prendendo pure in ipotesi un esame del collaboratore’, ha detto in aula il Pg Anna Maria Leone, dopo avere annunciato l'acquisizione dei verbali di Giuffré. Verbali nei quali, secondo quanto riferito a Reuters da fonti giudiziarie, Giuffré avrebbe fatto nomi di presunti referenti romani di Cosa Nostra e annunciato che per un periodo la mafia intendeva uccidere Gianni De Gennaro, attuale capo della polizia. Andreotti, reduce da una condanna in appello a 24 anni di carcere perché avrebbe ordinato l'omicidio di Mino Pecorelli nel 1979, ha parlato davanti ai giudici per circa 40 minuti, in una sua dichiarazione spontanea. ‘Ho condiviso e condivido la legge sui pentiti, ma nessuno può ascoltarli come oracoli’, ha detto davanti ai giudici. La pubblica accusa aveva già chiesto per Andreotti, sette volte primo ministro, dieci anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, con uno sconto di cinque anni rispetto alla richiesta al processo di primo grado, dove Andreotti è stato assolto nell'ottobre del 1999, ‘uno sconto per vecchiaia’ aveva ironizzato in un'intervista il senatore a vita, che ha 83 anni. Ora la procura generale chiede un approfondimento sulla base di verbali sottoscritti nelle ultime settimane davanti ai magistrati palermitani da Giuffré, il pentito arrestato in aprile e a lungo ritenuto braccio esecutivo del super-boss latitante Bernardo Provenzano.


De Gennaro ‘persona scomoda’

Secondo indiscrezioni di stampa, Giuffré avrebbe fatto nuove rivelazioni sui rapporti tra mafia e politica con un accenno a presunti referenti romani di Cosa nostra, alludendo a politici di alto grado. Secondo fonti giudiziarie invece in alcuni stralci del verbali si legge che tra le persone ‘condannate a morte’ da Cosa Nostra, oltre allo stesso Andreotti, c'era anche Gianni De Gennaro, ‘perché ritenuta una persona scomoda ai Boss, in particolare a Totò Riina e Bernardo Provenzano’ per le sue indagini all'epoca delle stragi mafiose del 1992. Nel mirino della mafia erano caduti anche l'ex Guardasigilli Claudio Martelli e l'ex ministro Calogero Mannino, dicono le fonti. Uno degli avvocati di Andreotti, Franco Coppi, ha detto oggi ai cronisti che ‘l'esame di Giuffré è irrilevante e non necessario’, dopo avere ottenuto dal presidente della corte una sospensione di un'ora dell'udienza per visionare le carte. Al termine dell'udienza il processo è stato poi aggiornato al 13 dicembre.


’Quaggiù chiedo solo giustizia’

‘Per tante cose dovrò lassù fare affidamento sulla misericordia. Quaggiù chiedo soltanto giustizia e mi rifiuto di credere che i nostri ordinamenti non rendano sicura questa oggettività…’ ha detto il senatore a vita leggendo in aula la sua memoria difensiva, 39 cartelle scritte al computer. Alla fine della lettura Andreotti è apparso provato e ha chiesto di sedersi e che la stampa fosse allontanata dall'aula. Poi, ripresosi, ha invece acconsentito a parlare coi giornalisti. ‘Non accetto di essere coinvolto con questa gente per cui provo il disprezzo più assoluto’, ha detto l'ex presidente del Consiglio riferendosi alle accuse che i magistrati di Palermo gli contestano. A chi gli chiedeva se abbia mai preso in considerazione di appellarsi al legittimo sospetto, ha risposto: ‘Non ho mai pensato al legittimo sospetto, anche quando sono apparsi testimoni da fantascienza. Ho sempre avuto grande rispetto per la magistratura, anche se ci sono fatti che mi hanno impressionato’. Laconico infine sul fatto che due giorni fa il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si sia rifiutato di rispondere ai giudici di Palermo che stanno processando il senatore forzista Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa: ‘Ognugno fa quello che crede’.


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http://utenti.lycos.it/luposabatini/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

Fecia di Cossato
15-01-03, 12:20
cari amici
a quanto pare l'istituzione della commissione parlamentare destinata a far luce su Tangentopoli è in dirittura d'arrivo...

Ecco a voi, tratto da ilNuovo.it, un interessante articolo di Gianni Cipriani. Perdonatemi se non ho resistito alla tentazione di inserire tra le righe qualche nota personale...

Ora più che mai... buona lettura!...


http://utenti.lycos.it/luposabatini/Di Pietro2.bmp

Antonio di Pietro durante un 'girotondo' con annessa 'fiaccolata'... sarà contento dell'istituzione della commissione parlamentare su Tangentopoli?...


mercoledì 15 gennaio 2003, 6:41

Tangentopoli, la commissione mette nel mirino i magistrati

di Gianni Cipriani

Roma - Poteva essere una delle ultime occasioni di dialogo tra maggioranza e opposizione, anche perché - a differenza della Mitrokhin o della Telekom Serbia - anche nel centro-sinistra c'era chi non si opponeva, anzi auspicava, una commissione d'inchiesta su Tangentopoli. Una commissione che fornisse un quadro storico-politico della corruzione dei partiti e del mondo dell'imprenditoria e che mettesse a fuoco le principali inchieste.

Invece è rottura totale. Una lacerazione che, forse, metterà in discussione anche l'esile dialogo sulle riforme istituzionali. Infatti il Polo ha deciso di adottare come testo base un disegno unificato messo a punto da Nitto Palma di Forza Italia, che è un magistrato, e da Enzo Fragalà, che è avvocato, di Alleanza Nazionale. Tre sono le principali questioni che, secondo il disegno polista, dovranno trovare una risposta: i magistrati che hanno indagato su Tangentopoli hanno lavorato a 360 gradi?… oppure ci sono state omissioni o disparità di trattamento?… e se queste ci sono state sono dipese da un intento persecutorio o dal perseguimento di obiettivi di natura politica?… Insomma, il Polo vuole che si indaghi sulla cosiddetta ‘magistratura politicizzata’ e sul perché il Pci-Pds sarebbe stato ‘risparmiato’ dalle indagini.
Immediata la reazione dell'Ulivo. A finire sul banco degli accusati non ci saranno i corrotti o coloro che elargivano o intascavano mazzette miliardarie, ma i magistrati che hanno semplicemente fatto il loro dovere, facendo venire alla luce un sistema miliardario di tangenti che aveva strangolato economicamente il paese e, anche, molti imprenditori. Insomma, siamo di nuovo allo scontro frontale.

Ma cosa dice esattamente il testo approvato dal Polo?… Oggetto dell'indagine della Commissione è il ‘fenomeno degli illeciti rapporti tra sistema politico e sistema economico finanziario’ e anche ‘l'uso politico della giustizia’. In pratica dovrà accertare se c'è stato un uso politico della magistratura. La commissione d'inchiesta dovrà, secondo il testo base, anche far luce sulle cause e le forme del finanziamento illecito dei partiti e dovrà chiarire se gli accertamenti che ci sono stati da parte della magistratura abbiano riguardato o meno ‘tutte le forze politiche con omogeneità ed uniformità di trattamento o se vi siano state invece incompletezze o lacune’.

Chiaro dove si vuole andare a parare: al Pci-Pds che, secondo il Polo, non è mai stato attaccato fino in fondo dai magistrati. Infatti, prosegue il testo, nel caso fosse accertata una ‘parzialità’, si dovrà chiarire se queste siano o meno da correlare ‘al perseguimento di obiettivi di natura politica o ideologica’. Si deve insomma capire ‘se i procedimenti penali avviati nei confronti dei parlamentari a partire dal 1992 rivelino intenti persecutori’ e se ‘sussistano oggettivi collegamenti tra le correnti interne della magistratura associata e partiti od organizzazioni politiche sia parlamentari, sia extraparlamentari’. La commissione, secondo le intenzioni dei relatori, dovrà infine spiegare se la normativa vigente ‘risulti idonea alla efficace repressione degli illeciti disciplinari o paradisciplinari eventualmente commessi dai magistrati’.

Secondo il testo, quindi, la nuova commissione avrebbe una durata di 24 mesi [alla Mitrokhin ne sono stati concessi solo 12…- n.d.r.] e sarebbe composta da 20 deputati e 20 senatori. Altra scelta oggetto di polemiche: la commissione potrebbe richiedere copie di atti e documenti anche di procedimenti in corso che la magistratura interessata non potrebbe rifiutare. E potrebbe anche avvalersi della collaborazione di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria.

Secondo l'Ulivo, questo sarebbe un metodo per interferire con le indagini ancora nel loro svolgimento, ancora più grave tenuto conto l'elevato numero di parlamentari con precedenti e quello di avvocati che, nelle loro vesti, potrebbero avere direttamente o non interessi privati. Altri conflitti di interessi, insomma. Le reazioni non sono mancate: ‘… è un fatto davvero gravissimo - ha dichiarato il presidente del gruppo misto Marco Boato al termine della seduta del comitato ristretto - e un segnale politicamente molto importante. Il primo atto che fa il Parlamento dopo la relazione di ieri del Pg Favara e prima dell'inaugurazione dell'anno giudiziario nelle vari sedi delle Corti d'Appello è quello di varare un testo di questo tipo con i soli voti della maggioranza. È un atto di forza davvero sbagliato. Ieri Berlusconi e Fini hanno giudicato seria ed equilibrata la relazione di Favara che auspica un rapporto meno conflittuale tra politica e magistratura e oggi la maggioranza ha approvato un testo base di questo tipo che trasforma la commissione di inchiesta sulla corruzione politica in una commissione di inchiesta sulla magistratura. Imponendo di fatto al Parlamento di instaurare un vero processo alla magistratura. Siamo sul piano della schizofrenia politica [autorevole parere di un noto esperto di neuropsichiatria…:D- n.d.r.]...’.

Altrettanto duro il commento del capogruppo dei Ds in commissione affari costituzionali Carlo Leoni: ‘… il centrodestra impone in sede di comitato ristretto delle due commissioni come testo base una proposta di commissione di inchiesta non sul fenomeno della corruzione, ma sull'operato della magistratura negli anni '90. E tutto questo avviene nonostante la contrarietà e le proteste dei deputati dell'opposizione. L'anno nuovo è appena iniziato e già si comincia a vedere alla prova dei fatti che la famosa volontà di dialogo e del tutto inesistente…’. ‘…nulla è cambiato - aggiunge Leoni - il metodo e la filosofia della Cirami, delle rogatorie e di tutte le altre leggi-vergogna continua ad ispirare il centrodestra. L'opposizione di questo non può non tenerne conto [sai quanto siamo preoccupati per questo, caro Carletto!… :D- n.d.r.]...’.

Il coro di proteste comunque è unanime. Anche la Margherita, con Pierluigi Mantini esprime ‘indignazione’ per quanto avvenuto oggi in comitato ristretto. ‘… il rifiuto di ogni nostro emendamento e di ogni dialogo su un argomento di questo genere - dichiara - è davvero gravissimo. L'oggetto dell'inchiesta che loro vogliono fare lo ha indicato chiaramente il deputato di Forza Italia Fabrizio Cicchitto. La scomparsa dei cinque partiti della prima repubblica ad opera della magistratura. Tutta l'opposizione ha manifestato la propria contrarietà, ma loro non ne hanno tenuto conto [da quando in quà una maggioranza tiene conto delle 'contrarietà' dell'opposizione, caro Luigino?... :D- n.d.r.]. Se l'oggetto dell'inchiesta resterà davvero questo l'unica cosa da fare è quella di andare a manifestare in piazza [accomodatevi!... :D- n.d.r.]. È di fatto una vendetta contro Mani pulite…’.

Di avviso opposto il Polo. Soddisfatto è Fabrizio Cicchitto vicepresidente del gruppo di Forza Italia alla Camera: ‘…è questo un testo di mediazione tra la proposta presentata da me e da Michele Saponara che riguarda essenzialmente l'uso politico della giustizia e quelle di altri dell'opposizione che riguardano solo il fenomeno della corruzione. Questo testo consentirà di fare una analisi a 360 gradi di quanto è successo negli anni '90 e di verificare se c'è stato un settore della magistratura che ha svolto la sua azione usando due pesi e due misure…’. Sulla stessa lunghezza d'onda Francesco Nitto Palma: ‘… il dibattito in commissione non ha fatto emergere alcun punto di convergenza. Nella stesura del testo unificato io devo prendere atto dell'assenza di convergenza e riunire le varie proposte presentate sull'argomento. E quindi devo fare un proposta che punti a fare luce sul finanziamento illecito, ma anche sull'uso politico della magistratura. Per me era un passo obbligato in assenza di convergenza, ma sono disposto a prendere in considerazione tutti gli emendamenti che arriveranno al testo in commissione…’.

Sarà la fine di ogni possibile dialogo?… bisogna attendere. Certo che quella di oggi è stata una lacerazione. E all'orizzonte si profilano più girotondi che tavoli istituzionali.



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Comandante Cc Carlo Fecia di Cossato

Fecia di Cossato
17-01-03, 17:34
Chi ieri a Milano si era forse aspettato dal nuovo 'pentito ad orologeria' Antonino Guffrè rivelazioni nella sostanza 'nuove' credo sia stato quanto meno deluso...

E' il solito copione 'vecchio' al quale oramai nessuno crede più. Ogni qual volta vi è stato un 'passaggio di consegne' tra le classi politiche che hanno governato l'Italia, chi riceveva il 'testimone' ha sempre avuto la 'benedizione' dalla Mafia Siciliana. Con un'unica eccezione però: il Pds e l'Ulivo [quando si dice il caso!!!... :D :D...]. L'ultima volta è stato nell'anno 1993, quando [alcuni mesi prima che Berlusconi scendesse in campo e formasse il suo movimento] il boss Totò Riina già aveva organizzato tutto addirittura nei dettagli. Eh sì perchè all'epoca già sapeva il nome che la sua nuova 'marionetta' avrebbe preso: Forza Italia [quando si dice il caso!!!... :D :D...]


giovedì 16 gennaio 2003, 14:01

Giuffré: 'Salvo e Lima i tramite fra Mafia e Andreotti'

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MILANO [Reuters] - Nell'aula bunker del carcere di San Vittore a Milano, al processo che vede imputato per associazione mafiosa il senatore a vita Giulio Andreotti, presente in aula, il pentito Antonino Giuffrè ha detto ai giudici che tutti in Cosa Nostra, non solo i vertici, sapevano che gli esattori Salvo e l'onorevole Dc Salvo Lima fossero il tramite fra Andreotti e la mafia. Il pentito ha aggiunto che, secondo quanto riferitogli da due ‘uomini d'onore’, Michele Greco e Ciccio Intile, Andreotti negli anni Ottanta avrebbe incontrato direttamente il boss Stefano Bontade. Questi due dei passi più significativi della deposizione del pentito, che si svolge tra oggi e domani, decisa dalla Corte d'Appello di Palermo, trasferitasi per l'occasione a Milano. Andreotti, al termine della prima parte dell'udienza, ha detto di trovare ‘contradditorie’ le parole di Giuffré, aggiungendo di non aver ascoltato nulla che lo coinvolga ‘direttamente’. Nelle prime battute Giuffrè aveva fatto riferimenti al tramite fra Cosa Nostra e le istituzioni, all'inizio degli anni Ottanta, parlando di incontri fra il boss Michele Greco, all'epoca ancora latitante, Nino Salvo, potente esattore delle tasse siciliano, e Luigi Gioia, fratello dell"ex ministro Dc Giovanni.


‘Tutti sapevano che il tramite era Andreotti’

Giuffré ha poi detto che era noto a tutti che i Salvo e l'onorevole Lima fossero il tramite tra Andreotti e Cosa Nostra. ‘… e quando dico tutti, non dico solo i vertici di Cosa Nostra ma anche i livelli più bassi…’, ha precisato il pentito, aggiungendo che ‘… queste persone hanno permesso insieme a Cosa Nostra a [quella di] Andreotti di diventare una tra le correnti più importanti in seno alla Dc…’. Giuffrè ha poi sostenuto che Michele Greco e Ciccio Intile gli riferirono che il boss Stefano Bontade negli anni Ottanta avrebbe incontrato direttamente il senatore Andreotti, ‘mettendo i punti sulle i e dicendo in Sicilia comanda Cosa Nostra’. La difesa del senatore a questo punto attraverso il professor Franco Coppi ha contestato le dichiarazioni di Giuffrè in quanto non contenute nel verbale depositato agli atti e reso il 7 novembre alla Procura di Palermo. Giuffrè in precedenza aveva ricostruito gli incontri nel mandamento di Caccamo tra Greco, Nino Salvo e Luigi Gioia, in cui Greco avrebbe chiesto di intercedere presso il senatore Andreotti perché si allentasse la morsa della magistratura e delle forze dell'ordine contro Cosa Nostra. Il Pm ha chiesto a Giuffrè se sapesse che i due avessero poi parlato direttamente con Andreotti. Il pentito ha risposto che secondo quanto detto a lui da Michele Greco e altri esponenti di Cosa Nostra, Salvo, che era uomo d'onore, [cioè affiliato alla mafia e pertanto tenuto a rispettare un codice che prevede di non mentire mai agli altri affiliati] parlava direttamente con il senatore Andreotti.


Dissidi tra Lima e Ciacimino

Giuffrè ha anche parlato di forti dissidi tra i due referenti politici di Cosa Nostra, Lima e Vito Ciancimino, e che Andreotti, secondo il pentito, sarebbe dovuto intervenire direttamente per risolvere la questione, affermando che nell'87 Riina decise di non puntare più sulla Dc ma sul Psi, malgrado Provenzano fosse contrario, e che successivamente, sempre Riina dal '93 puntò sul nuovo soggetto politico, accennando a Forza Italia. ‘… in molte ore di deposizione ho sentito tante cose ma nulla che mi coinvolga direttamente. Su molti punti trovo le parole di Giuffré contraddittorie…’, è stato il commento di Andreotti. Reduce da una condanna in appello a 24 anni di carcere perché avrebbe ordinato l'omicidio di Mino Pecorelli nel 1979, per il senatore la pubblica accusa aveva già chiesto dieci anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa, con uno sconto di cinque anni rispetto alla richiesta al processo di primo grado, dove Andreotti è stato assolto nell'ottobre del 1999. L'udienza riprende alle 15 con le domande della difesa.


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Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

Fecia di Cossato
31-10-03, 10:19
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giovedì 30 ottobre 2003, 19:59

Assolto Andreotti. Non ha commesso il fatto

[AGI] - Roma, 31 ott. - La Cassazione ha annullato definitivamente la sentenza di condanna per Giulio Andreotti e Gaetano Badalamenti ‘per non aver commesso il fatto’. Le sezioni unite penali hanno anche rigettato il ricorso della Pg di Perugia contro l'assoluzione di Claudio Vitalone, Pippo Calo', Massimo Carminati e Michelangelo La Barbera. Il Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ha telefonato al senatore a vita Giulio Andreotti appena appresa la notizia. ‘Finalmente - afferma Casini – anche la magistratura italiana ha reso giustizia all'onesta storia di milioni di democratici cristiani’


giovedì 30 ottobre 2003, 20:38

Andreotti: sapevo che finiva così

[ANSA] - Roma, 30 ott - 'Sapevo che finiva così'. Andreotti commenta la sentenza della Cassazione che lo ha visto assolto per l'uccisione di Mino Pecorelli. Un commento e' giunto anche da Rosita Pecorelli, la sorella del giornalista sulla cui morte ora resta il giallo: 'Mino è un cadaverino qualsiasi - ha detto - Mi aspettavo l'assoluzione di Giulio Andreotti, ma non quella di Gaetano Badalamenti. Lasciamo stare e mettiamo una pietra sopra a tutta questa vicenda'


Così, dopo la sentenza 'inappellabile' della Suprema Corte, la vicenda di Carmine Pecorelli esce definitivamente dalle aule giudiziarie e diviene esclusivo campo di indagine per gli storici.
Con tutta probabilità, come afferma Rosita Pecorelli, i 'colpevoli' della morte del fratello non saranno mai nè individuati nè condannati. Pecorelli altri non è [come già Aldo Moro, il generale Alberto della Chiesa, i morti di piazza Fontana, Ustica e Bologna e tanti altri ancora...] che una delle tante vittime sacrificate allo scopo di far sopravvivere la classe politica di allora. Certo però non si può fare a meno di domandarci una cosa: possiamo essere d'accordo con PierFerdinando Casini e proclamare innocenti e senza macchia milioni di onesti democratici cristiani? :rolleyes:...


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Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

svicolone
01-11-03, 00:08
da brunik
"Io vi ho avvisato.

State attenti a seguire certe persone sulla strada della diffamazione.
"

ed eccolo qua : si parla di un argomento scomodo e lui che fa?
minaccia la querela
ma si vergogni, ribatta con le sue argomentazioni, e la pianti con questo modo di di NON argomentare