pietro
07-03-02, 18:41
da www.ecn.org
DEDICHIAMO L¹8 MARZO, GIORNATA INTERNAZIONALE ALLE NUOVE COMBATTENTI
PALESTINESI.
Dedichiamo l¹8 marzo a queste nuove combattenti palestinesi che ogni giorno
sempre di più vanno a rafforzare le fila della nuova Intifada, che
dimostrano a Sharon e Bush che nonostante gli armamenti e uno degli esercito
più attrezzato e potente del mondo lo stato sionista-terrorista di Israele
non ce la fa a piegare un popolo. Uno stato che oggi deve avere paura anche
delle tante Wafa Idris che scrivono la storia della propria liberazione
anche col proprio sangue, che danno la vita per la causa del popolo
palestinese.
I giornali, la televisione, gli opinionisti al servizio dell¹imperialismo
non possono e non vogliono capire, per loro la morte di Idris, di Darine Abu
e delle altre ragazze e donne che ogni giorno si vanno ad aggiungere, è solo
un fenomeno curioso, scioccante, da mobilitare analisti e psicologi per
scandagliare perchè per la prima volta in Palestina le donne sono disposte a
sacrificare la loro vita in un¹attentato.
Ma il popolo palestinese che viene massacrato e lotta ogni giorno contro gli
assassini del boia Sharon; ma soprattutto le donne palestinesi che ogni
giorno vengono uccise, ferite, che sono costrette dai carri armati
israeliani a rimanere imprigionate nei campi profughi senza poter neanche
avere qualcosa da mangiare, che vedono ammazzati i loro mariti, i loro
figli, spesso bambini sparati anche mentre vanno a scuola, bambini che non
hanno diritto di ridere, giocare, che devono imparare presto a difendersi
dalle pallottole con le mani nude, con le pietre, le donne che vedono
bombardate le loro case, le donne che muoiono per il parto ai posti di
blocco israeliani o che vedono i loro bambini, anche appena nati, morire
nelle loro braccia perchè è vietato dall¹esercito assassino attraversare
anche poche decine di metri per andare in ospedale, le migliaia di donne a
cui i boia Sharon e Bush negano anche il diritto di vivere, questo popolo,
queste donne capiscono benissimo e sicuramente oggi le piangono e le onorano
- la madre di Wafa Idris ha detto ³sono orgogliosa di lei².
Dedichiamo questo 8 marzo alle donne che in Perù, Nepal, in Turchia nella
guerre popolari, asciugano le loro lacrime e trasformano il dolore,
l¹oppressione, la rabbia, in forza poderosa per la rivoluzione, fino alla
vittoria.
Gli imperialisti, i governanti di tutti i paesi, che ogni giorno opprimono,
sfruttano, uccidono, violentano milioni di donne, che le costringono in
condizioni di vita terribili, per un giorno, nell¹8 marzo, fanno scrivere ai
loro pennivendoli, possibilmente donne, parole di commiserazione, di
comprensione, di ³umana solidarietà², auspici di ³emancipazione²,
auspici/impegni ad esportare la loro ³libertà occidentali²...parole sporche!
parole che nascondono nuove oppressioni e nuove guerre in nome della loro
³civiltà². Ma il loro sorriso compassionevole e ipocrita si trasforma in un
ghigno di paura appena le donne prendono in mano le armi per fare la
rivoluzione. E ancora di più quando le donne non si limitano ad azioni
combattenti isolate, ma si organizzano nei partiti comunisti per sviluppare
la guerra popolare, che, come in Perù e ora in Nepal, sta spazzando via i
nemici da intere zone del paese e liberandole costruisce la vera possibilità
di ³emancipazione² per le donne.
Dedichiamo l¹8 marzo a queste nostre sorelle che mostrano a tutte le donne
anche alle donne dei paesi occidentali, che l¹unica vera liberazione, dalla
Palestina a Kabul, non passa da mettere qualche esponente femminile ai posti
di governo, nè tantomeno dalla mobilitazione dei movimenti borghesi e
piccolo borghesi delle donne occidentali, ma dall¹essere in prima fila nella
lotta rivoluzionaria che metta fine a questo sistema imperialista di guerre,
oppressione, miseria.
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
e-mail: mfpr@libero.it
Rif.: Palermo T/F 091/6165857 - Taranto T/F 099/4792086 - Bergamo T/F
035/217792 - Milano T/F 02/69016398
DEDICHIAMO L¹8 MARZO, GIORNATA INTERNAZIONALE ALLE NUOVE COMBATTENTI
PALESTINESI.
Dedichiamo l¹8 marzo a queste nuove combattenti palestinesi che ogni giorno
sempre di più vanno a rafforzare le fila della nuova Intifada, che
dimostrano a Sharon e Bush che nonostante gli armamenti e uno degli esercito
più attrezzato e potente del mondo lo stato sionista-terrorista di Israele
non ce la fa a piegare un popolo. Uno stato che oggi deve avere paura anche
delle tante Wafa Idris che scrivono la storia della propria liberazione
anche col proprio sangue, che danno la vita per la causa del popolo
palestinese.
I giornali, la televisione, gli opinionisti al servizio dell¹imperialismo
non possono e non vogliono capire, per loro la morte di Idris, di Darine Abu
e delle altre ragazze e donne che ogni giorno si vanno ad aggiungere, è solo
un fenomeno curioso, scioccante, da mobilitare analisti e psicologi per
scandagliare perchè per la prima volta in Palestina le donne sono disposte a
sacrificare la loro vita in un¹attentato.
Ma il popolo palestinese che viene massacrato e lotta ogni giorno contro gli
assassini del boia Sharon; ma soprattutto le donne palestinesi che ogni
giorno vengono uccise, ferite, che sono costrette dai carri armati
israeliani a rimanere imprigionate nei campi profughi senza poter neanche
avere qualcosa da mangiare, che vedono ammazzati i loro mariti, i loro
figli, spesso bambini sparati anche mentre vanno a scuola, bambini che non
hanno diritto di ridere, giocare, che devono imparare presto a difendersi
dalle pallottole con le mani nude, con le pietre, le donne che vedono
bombardate le loro case, le donne che muoiono per il parto ai posti di
blocco israeliani o che vedono i loro bambini, anche appena nati, morire
nelle loro braccia perchè è vietato dall¹esercito assassino attraversare
anche poche decine di metri per andare in ospedale, le migliaia di donne a
cui i boia Sharon e Bush negano anche il diritto di vivere, questo popolo,
queste donne capiscono benissimo e sicuramente oggi le piangono e le onorano
- la madre di Wafa Idris ha detto ³sono orgogliosa di lei².
Dedichiamo questo 8 marzo alle donne che in Perù, Nepal, in Turchia nella
guerre popolari, asciugano le loro lacrime e trasformano il dolore,
l¹oppressione, la rabbia, in forza poderosa per la rivoluzione, fino alla
vittoria.
Gli imperialisti, i governanti di tutti i paesi, che ogni giorno opprimono,
sfruttano, uccidono, violentano milioni di donne, che le costringono in
condizioni di vita terribili, per un giorno, nell¹8 marzo, fanno scrivere ai
loro pennivendoli, possibilmente donne, parole di commiserazione, di
comprensione, di ³umana solidarietà², auspici di ³emancipazione²,
auspici/impegni ad esportare la loro ³libertà occidentali²...parole sporche!
parole che nascondono nuove oppressioni e nuove guerre in nome della loro
³civiltà². Ma il loro sorriso compassionevole e ipocrita si trasforma in un
ghigno di paura appena le donne prendono in mano le armi per fare la
rivoluzione. E ancora di più quando le donne non si limitano ad azioni
combattenti isolate, ma si organizzano nei partiti comunisti per sviluppare
la guerra popolare, che, come in Perù e ora in Nepal, sta spazzando via i
nemici da intere zone del paese e liberandole costruisce la vera possibilità
di ³emancipazione² per le donne.
Dedichiamo l¹8 marzo a queste nostre sorelle che mostrano a tutte le donne
anche alle donne dei paesi occidentali, che l¹unica vera liberazione, dalla
Palestina a Kabul, non passa da mettere qualche esponente femminile ai posti
di governo, nè tantomeno dalla mobilitazione dei movimenti borghesi e
piccolo borghesi delle donne occidentali, ma dall¹essere in prima fila nella
lotta rivoluzionaria che metta fine a questo sistema imperialista di guerre,
oppressione, miseria.
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
e-mail: mfpr@libero.it
Rif.: Palermo T/F 091/6165857 - Taranto T/F 099/4792086 - Bergamo T/F
035/217792 - Milano T/F 02/69016398