PDA

Visualizza Versione Completa : Considerazioni sulla manifestazione del 9 marzo



pietro
08-03-02, 12:09
da www.voceoperaia.it


La manifestazione della discordia

Considerazioni politiche sulla manifestazione del 9 Marzo per la palestina

n° 15

7 Marzo 2002

Editoriale
In Italia
Nel Mondo
Noi e Loro

La mattina del 19 gennaio, in seguito ad un appello lanciato dal Forum Palestina nell'ottobre 2001, a Roma si è svolta un'assemblea per organizzare una manifestazione nazionale di solidarietà con il popolo palestinese, in considerazione del fatto che l'ultima, nonostante il peggioramento della condizione nei Territori Occupati, risaliva al novembre del 2000. All'assemblea hanno partecipato diverse organizzazioni e singole personalità appartenenti alle più diverse aree dell'arcipelago sinistra , non c'è stata alcuna esclusione e chi non ha aderito all'invito o comunque non si è presentato lo ha fatto per propria decisione. Ha partecipato anche il Campo Antimperialista, di cui Direzione 17 è una delle componenti. Sappiamo che dopo un ampio, partecipato e ordinato dibattito è stata approvata la piattaforma di indizione della manifestazione incentrata sui seguenti punti, che sintetizzano il contenuto delle principali risoluzioni dell'ONU e corrispondono alle richieste minime del popolo palestinese per giungere ad una pace giusta anziché alla normalizzazione dell'occupazione: cessazione dell'occupazione mediante il ritiro immediato delle truppe e lo smantellamento degli insediamenti coloniali; diritto all'autodeterminazione e fondazione di uno stato palestinese sovrano con Gerusalemme capitale; diritto al ritorno dei profughi; invio di osservatori internazionali secondo le richieste palestinesi. Inoltre si richiede all'ANP il rilascio Ahmed Sa'dat, segretario generale del FPLP, e degli altri militanti dell'Intifada arrestati sotto le pressioni di Israele, degli Stati Uniti e dell'Unione Europea. Si è stabilita poi la data di sabato 9 marzo. Tutti i presenti hanno concordato sull'importanza di diffondere a larghissimo raggio la piattaforma e di organizzare iniziative nell'ambito dei rispettivi territori, per raccogliere il maggior numero possibile di adesioni e garantire una effettiva grande partecipazione alla manifestazione. Le adesioni sono arrivate fin dall'inizio in maniera massiccia: davvero ci sembrava che la piattaforma avesse condensato il minimo comune denominatore effettivamente condiviso da tantissime organizzazioni politiche e sociali solidali con la causa palestinese, da quelle istituzionali e più grandi fino ai più piccoli comitati cittadini, oltre che da molti singoli appartenenti a vari settori politici e sociali. Nel mese di febbraio abbiamo visto un'enorme attivizzazione in numerosissime città. L'unico punto che inizialmente ci lasciava perplessi era il deficit di comunicazione, rilevato dal Campo Antimperialista, fra il Forum Palestina e gli altri promotori della piattaforma: le notizie sui lavori in corso in vista del 9 marzo si potevano apprendere solo dalla stampa, dalla rete o tramite contatti personali con esponenti del Forum stesso. Il Campo, dopo essersi consultato con altre forze dell'area antimperialista, si è rivolto ad uno dei portavoce del Forum Palestina per proporgli l'intervento di un membro dell'Ufficio politico del FPLP, con cui sia il Campo che Direzione 17 hanno un saldo rapporto. Il portavoce ha sottolineato più volte che una tale presenza avrebbe provocato divisioni all'interno della comunità palestinese compromettendo l'unitarietà e quindi la riuscita della manifestazione. Il coordinatore del Campo ha spiegato la questione ai componenti del Campo stesso e alle altre forze antimperialiste e, sia pure con il mal di pancia per non essere riusciti a garantire l'agibilità politica del FPLP, la decisione è stata quella di rinunciare all'intervento e di accontentarsi di un saluto. Ciò per evitare che la manifestazione, e la stessa tragedia palestinese, diventassero l'arena della sfida "a chi ce l'ha più lungo" fra le forze promotrici ed aderenti, nonché il rischio che ci si allontanasse dalla piattaforma del 19 gennaio. Sappiamo che i compagni del Fronte, informati della vicenda, hanno concordato con la decisione proprio per non spaccare tutto. Però in seguito abbiamo saputo che il 22 febbraio due compagni del Campo hanno relazionato sulla questione palestinese ad un'iniziativa organizzata a Cesena, cui ha partecipato anche un noto compagno della comunità palestinese di Roma che ha smentito categoricamente che l'intervento di un membro del FPLP avrebbe costituito un problema per la comunità palestinese in Italia. Il Campo ha preso atto di essere stato imbrogliato e si è ripromesso di chiarire chi è che ha messo i bastoni fra le ruote, anche perché ha interpretato questo episodio come sintomo che dietro l'unitarietà qualcuno è al lavoro per condizionare in qualche modo la manifestazione e la sua piattaforma. Ciò non toglie che il Campo, insieme alle altre realtà antimperialiste, parteciperà alla manifestazione e lavorerà per salvaguardarne la piattaforma e la massima unitarietà possibile, cercando una collaborazione più stretta con il Forum Palestina. Necessità di fare chiarezza non significa infatti settarismo. Che la vicenda relativa alla partecipazione del FPLP fosse sintomatica di qualcosa di più grave è emerso dalla diffusione in rete, ma mai da comunicazioni del Forum Palestina agli altri promotori, di tentativi, riconducibili ai DS, ad una parte della CGIL e ad una del PRC e ad alcune loro articolazioni sociali o di movimento (sotto la pressione della comunità ebraica), alla rappresentanza dell'ANP in Italia nella persona di Al' Rashid, di ammorbidire la piattaforma conferendole un'impronta di equidistanza fra l'oppressore e il popolo palestinese sotto occupazione e di spostare la data della manifestazione, cioè praticamente di impossessarsene o, in alternativa, di boicottarla per farla fallire. Questi tentativi sono sostenuti da tutta una serie di interventi che qualificano i promotori "gruppazzi prepolitici" accusandoli di settarismo per aver cercato di escludere compagni ed organizzazioni, quali l'ARCI, la CGIL, SR e il Social Forum nazionale, che da sempre sarebbero al fianco del popolo palestinese. A riprova si adduce che l'assemblea promotrice è stata convocata artatamente il 19 gennaio, data prevista per la manifestazione in sostegno dei migranti. Invece il Forum Palestina aveva proposto il 19 gennaio mattina proprio perché tante organizzazioni quel giorno sarebbero confluite a Roma e, dividendo opportunamente i tempi, tutte avrebbero potuto partecipare la mattina all'assemblea per la Palestina e il pomeriggio al corteo pro migranti: un viaggio e due servizi. Tutte queste manovre sono culminate in un appello pubblicato da Liberazione, il cui direttore fra l'altro era stato uno dei primi ad aderire alla piattaforma del 19 gennaio, per un'altra grande manifestazione nazionale successiva a quella del 9 marzo. Però molti settori politici e sociali e molte singole personalità, riconducibili alle aree di questi guastatori, hanno ribadito il loro sostegno alla piattaforma del 19 gennaio e hanno difeso l'agibilità politica dei "gruppazzi prepolitici", mentre altri hanno cercato di conciliare il diavolo e l'acqua santa, per cui la manifestazione del 9 sulla piattaforma originaria e condivisa non è affatto in forse. La piattaforma alternativa proposta dai guastatori si caratterizza sostanzialmente per i seguenti punti: forza internazionale di interposizione; due popoli due stati; ritiro dell'esercito dai Territori Autonomi, blocco della costruzione delle colonie; soluzione giusta al problema dei profughi; applicazione delle risoluzioni dell'ONU e di quanto già sottoscritto in sede negoziale. Tale piattaforma è al di sotto delle richieste minime dei palestinesi, che proprio per queste richieste stanno combattendo la seconda Intifada. Infatti più che la pace richiama la normalizzazione dell'occupazione: qualifica "autonomi" i Territori palestinesi che in realtà sono occupati; auspica il blocco delle colonie e non lo smantellamento di quelle esistenti, mentre anche la continuità territoriale è fondamentale perché possa parlarsi di uno stato palestinese sovrano; non fa nessuna chiarezza sul destino dei profughi, così rafforzando quelle proposte negoziali che vogliono usarli come merce di scambio per salvaguardare la demografia colonialista israeliana; richiamando il processo negoziale per come si è effettivamente svolto fino all'inizio della seconda Intifada prefigura un "assetto per bantustan" destinato a durare all'infinito. La piattaforma dei guastatori inoltre è contraddittoria perché, accanto a questi punti, richiama le risoluzioni dell'ONU che in realtà corrispondono alle richieste minime dei palestinesi recepite dalla piattaforma del 19 gennaio, solo che non ne esplicita i contenuti per non urtare le diverse suscettibilità, soprattutto quella della comunità ebraica italiana che tradizionalmente vanta stretti rapporti con la sinistra istituzionale, principalmente i DS. Da tutto questo ci sembra chiaro che: le rivendicazioni minime dei palestinesi, e dunque quelle della piattaforma del 19 gennaio, oltre ad essere sostanzialmente giuste sono anche legittime sotto il profilo del diritto internazionale, solo che i guastatori hanno dei problemi politici e quindi un certo ritegno ad enunciarle esplicitamente; i guastatori non sopportano che i c.d. "gruppazzi prepolitici" abbiano sopperito alla loro mancanza di iniziativa promuovendo una manifestazione largamente condivisa anche da ampi settori e singole personalità riconducibili alla loro orbita. La realtà è che il negoziato di Oslo è morto ed è inutile tentare di risuscitarlo in barba alla lotta di liberazione del popolo palestinese. Riteniamo infine necessario restituire la giusta visibilità all'appello per la liberazione di Ahmed Sa'dat e di tutti i militanti dell'Intifada imprigionati che, guarda caso, è scomparso da quasi tutte le iniziative di promozione della manifestazione.

pietro
08-03-02, 12:13
La domanda sorge spontanea:chi è che trama nella sinistra per impedire la partecipazione dei compagni del FPLP e che la manifestazione di domani abbia una vera connotazione antiimperialista ed antisionista?I "soliti noti" venduti DS con qualche settore di RC?Non abbiamo ancora visto l'adesione della Segreteria Nazionale di RC alla manifestazione...forse per non irretire i sionisti ?