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pietro
08-03-02, 12:16
da www.voceoperaia.it

Lettera di un compagno sardo

Sono europeo, grasso e ignorante

n° 14

24 Febbraio 2002

Editoriale
In Italia
Nel Mondo
Noi e Loro

"La rabbia che ho è perché non capisco. Vedo solo la semplicioneria interessata dietro la leggerezza con cui tutti additano i kamikaze islamici come dei fanatici senza cultura.
Vedo e non capisco, né capisco perché io invece visceralmente li rispetti.
Non è perché si immolano (la teoria dell'agnello sacrificale mi é estranea): li rispetto profondamente perché sanno scegliere l'unica cosa che nessuno di noi saprebbe scegliere.
Vorrei che la mia cultura fosse tanto potente da farmi perdere la paura della morte.
Vorrei poter credere così intensamente in una causa da regalarle la mia vita."
Sono vecchio, europeo, grasso e arrabbiato.
Ho visto quello che mai avrei voluto vedere. Ma il suo senso mi è chiaro. Non mi è difficile capire il terrorismo e le sue radici: avevo sui ventitré anni alla nascita delle Brigate Rosse.
Vorrei invece essere giovane e arabo, adesso, per capire il senso che costoro danno alla morte (la propria morte intendo, non quella altrui) mentre io, di contro, pavento i miei ultimi giorni incannulato in un ospedale e pervicacemente attaccato alla vita.
La rabbia che ho è perché non capisco. Vedo solo la semplicioneria interessata dietro la leggerezza con cui tutti additano i kamikaze islamici come dei fanatici senza cultura.
Vedo e non capisco, né capisco perché io invece visceralmente li rispetti.
Non é perché si immolano (la teoria dell'agnello sacrificale mi é estranea): li rispetto profondamente perché sanno scegliere l'unica cosa che nessuno di noi saprebbe scegliere.
Vorrei che la mia cultura fosse tanto potente da farmi perdere la paura della morte.
Vorrei poter credere così intensamente in una causa da regalarle la mia vita.
Sono europeo, grasso e ignorante.
Finora sapevo solo, dal catechismo, della storiella di "Muoia Sansone con tutti i Filistei", ma, cavolo! Sansone era incatenato, non aveva alternative. Cristo era addirittura inchiodato: anche volendo (a meno che non fosse un dio) non aveva scampo. Mica ci è salito con le sue forze sulla croce. Ce lo hanno portato anche se non di mala voglia: sapeva anche lui di avere un destino da compiere, come un qualunque Hassad che segua un corso di pilotaggio di Boeing 767.
Quei giovinetti palestinesi che hanno la freddezza di attraversare i check point, percorrere chilometri con indosso la bomba, e infine farsi esplodere per un'idea, mi attraggono misteriosamente proprio per l'assurdo ed esiziale coraggio che mostrano.
Posso pensare che uno di loro sia pazzo, forse due, ma tutti, insomma: cos'è? Una follia contagiosa. Un virus. La pazzia non è una categoria che qui aiuta.
No, non capisco e forse non capirò mai.
Certo che vi è in loro una forma di sacralità ben più intensa di quella del mio popolo che raggiunge l'acme allo scioglimento del sangue di San Gennaro per giocare gli opportuni numeri al lotto.
Beh! Si, insomma: che vi è di meno nel sacrificio per Allah di ciò che possiamo trovare nel sacrificio per il dio cristiano? E questo varrebbe se fosse vero che si sacrificano al loro dio, cosa di cui dubito.
Di un unico Cristo in croce se ne è fatto un vangelo bimillenario: che dovremmo scrivere per questi sconosciuti che appaiono dieci minuti alla CNN e scompaiono? Credo niente. Ma almeno rispettarli. Accettare l'ignoranza che ci nega di comprenderli, ma rispettarli.
Sono un europeo vecchio e grasso; probabilmente anche stupido.
Ho creduto a suo tempo nell'immaginazione al potere, ho creduto nel comunismo fino a Piazza Tien An Men; ho vissuto per la solidarietà e l'uguaglianza. Ora tutti ridono di me dietro la loro Visa Golden Oro. Lasciatemi scivolare verso una morte qualunque con l'interrogativo, e l' "invidia, per chi riesce addirittura ad uccidersi per il suo stupido ideale".

Roberto Virdis