Colombo da Priverno
08-03-02, 14:34
http://www.info-regenten.de/regent/regent-d/pictures/italia-forlani.jpg
Democristiani divisi? Non serve a niente
Caro Direttore, la lettera aperta che l’amico Raffaele Reina mi ha indirizzato su “la Discussione” oltre ad esprimere cordiale solidarietà, della quale ringrazio, mi invita “a partecipare all’iniziativa che deve portare Cdu, Ccd e Democrazia Europea di D’Antoni a fondersi in un solo partito”. Ecco in breve la mia opinione. Prendere parte attiva nel senso di assumere ruoli di diretta responsabilità sarebbe ora da parte mia inopportuno se non altro per il trascorrere delle stagioni che riguarda tutto e tutti. Se invece per “partecipare” si intende il concorrere con le proprie idee, e per quel tanto di esperienza fatta, ad un obiettivo che condivido, come potrei tenermi fuori?! Sono stato per molti anni, in fasi diverse, un segretario impegnato sempre a salvaguardare l’unità della Dc e da quando è stata divisa e sciolta vado ripetendo in ogni occasione che in una alleanza politica ha poco senso la presenza differenziata di gruppi che derivano dalla stessa esperienza e muovono da una comune ispirazione ideale. In un sistema, poi, bipolare e maggioritario la cosa è ancora più singolare e addirittura incomprensibile. Già c’è nella Casa delle Libertà un movimento come Forza Italia che raccoglie la gran parte dell’elettorato che per cinquant’anni ha votato Dc e che Berlusconi con felice intuito ha portato nel partito popolare europeo. Se è assai impegnativo dunque come afferma anche Reina, caratterizzare in questo scenario un ruolo autonomo collegato ad una identità e ad una tradizione più propriamente democristiani è certo del tutto inutile penare di riuscirvi con una frammentazione di piccoli partiti. Non bisogna poi dimenticare che oltre ai tre che già hanno una loro rappresentanza parlamentare, altri gruppi si muovono con la stessa ispirazione. Ci sono allora solo due possibilità realistiche: o la confluenza in Forza Italia per consolidarne la connotazione di partito popolare, europeista e di centro o la unità dei diversi gruppi democristiani in un rapporto di alleanza chiara e leale con gli altri partiti della colazione. La terza soluzione, quella di rimanere distinti pur essendo la stessa cosa, non è razionale. Con viva amicizia e auguri cordiali.
Arnaldo Forlani
Democristiani divisi? Non serve a niente
Caro Direttore, la lettera aperta che l’amico Raffaele Reina mi ha indirizzato su “la Discussione” oltre ad esprimere cordiale solidarietà, della quale ringrazio, mi invita “a partecipare all’iniziativa che deve portare Cdu, Ccd e Democrazia Europea di D’Antoni a fondersi in un solo partito”. Ecco in breve la mia opinione. Prendere parte attiva nel senso di assumere ruoli di diretta responsabilità sarebbe ora da parte mia inopportuno se non altro per il trascorrere delle stagioni che riguarda tutto e tutti. Se invece per “partecipare” si intende il concorrere con le proprie idee, e per quel tanto di esperienza fatta, ad un obiettivo che condivido, come potrei tenermi fuori?! Sono stato per molti anni, in fasi diverse, un segretario impegnato sempre a salvaguardare l’unità della Dc e da quando è stata divisa e sciolta vado ripetendo in ogni occasione che in una alleanza politica ha poco senso la presenza differenziata di gruppi che derivano dalla stessa esperienza e muovono da una comune ispirazione ideale. In un sistema, poi, bipolare e maggioritario la cosa è ancora più singolare e addirittura incomprensibile. Già c’è nella Casa delle Libertà un movimento come Forza Italia che raccoglie la gran parte dell’elettorato che per cinquant’anni ha votato Dc e che Berlusconi con felice intuito ha portato nel partito popolare europeo. Se è assai impegnativo dunque come afferma anche Reina, caratterizzare in questo scenario un ruolo autonomo collegato ad una identità e ad una tradizione più propriamente democristiani è certo del tutto inutile penare di riuscirvi con una frammentazione di piccoli partiti. Non bisogna poi dimenticare che oltre ai tre che già hanno una loro rappresentanza parlamentare, altri gruppi si muovono con la stessa ispirazione. Ci sono allora solo due possibilità realistiche: o la confluenza in Forza Italia per consolidarne la connotazione di partito popolare, europeista e di centro o la unità dei diversi gruppi democristiani in un rapporto di alleanza chiara e leale con gli altri partiti della colazione. La terza soluzione, quella di rimanere distinti pur essendo la stessa cosa, non è razionale. Con viva amicizia e auguri cordiali.
Arnaldo Forlani