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Oscar
08-03-02, 23:36
Israele

Tocca all'Italia prendere l'iniziativa

Osservando la crisi israeliana, quel che sconvolge di più non è tanto la carneficina incrociata fra ebrei e palestinesi. E nemmeno la sua durata: più delle due guerre mondiali, più persino della guerra dei trent'anni che devastò l'Europa dal 1618 al 1648. E' piuttosto il senso di impotenza emanante da coloro che hanno in mano i nostri destini. Di Bush, che, dopo tante delusioni, rifiuta nuove mediazioni. Di Chirac, patetico nella sua grandeur. Di Ciampi, accorato e smarrito. Di Mubarak, l'equilibrista del mondo arabo.

Il fatto è che nessuno sa come arrestare le stragi in Terra Santa (santa a tre religioni, la cristiana, l'ebrea, la musulmana). Nessuno sa cosa proporre. E assiste impietrito a una tragedia senza fine.
Israele sanguina, è demoralizzato, economicamente al collasso. I palestinesi sembrano ormai vivere solo di odio. Il mondo non ricorda un conflitto più lungo e intrattabile. Dopo anni di massacri la pace è pur tornata nei Balcani delle pulizie etniche. E' tornata nel Libano, in cui tutti sparavano su tutti. E così in Vietnam, Cambogia, America Latina, eccetera.

Non in Israele. Da mezzo secolo gli ebrei della dispora, ricostituitisi in Stato, sprofondano nell'abisso della disperazione. Con franca brutalità Sharon afferma: combattiamo una guerra senza quartiere, siamo con le spalle al muro, o noi o loro Se quest'analisi è realistica, gli europei dovranno prepararsi a un'altra guerra. Una guerra generalizzata, con il ricorso Dio non voglia! all'arma nucleare.
Noi italiani in particolare dovremmo esserne consapevoli, a dispetto delle distrazioni dei Festival canori. Basta un'occhiata alla carta geografica.

Che fare? Una sola cosa: chiedere al nostro governo una robusta iniziativa di politica estera. Sappiamo bene che non è l'Italia a decidere sulle grandi crisi internazionali. Nondimeno è nostro vitale interesse darci da fare più degli altri, dentro e fuori l'Europa.
Punto di partenza: il piano ipotizzato dal principe ereditario saudita Abdullah. Gli arabi riconoscono Israele e in cambio Israele si ritira dalla totalità dei territori occupati nella guerra del 1967.
Il governo israeliano lo definisce una trappola. Quello americano non si esprime. Ma credo che al momento non ci siano alternative, se non l'attesa passiva e rassegnata del peggio.
Ecco dove inserire la nostra azione diplomatica. Non si tratta di sostituire gli Usa. L'intera UE non lo potrebbe. Si tratta di spingerli a tentare ancora, ad avviare la liquidazione parallela di Sharon e Arafat.
Solo senza i due vecchi, irriducibili nemici, Israele vedrà consacrato il diritto all'esistenza. I palestinesi il diritto a tornare padroni delle loro terre. L'Europa alla pace. L'America alla sicurezza.






di Cesare De Carlo