Studentelibero
10-03-02, 00:32
Carissimi Giovani di Forza Italia,
http://www.senato.it/leg/14/Immagini/Senatori/3939.jpg
è per me un piacere essere ospitato nella vostra Newsletter e quindi poter comunicare direttamente con il futuro azzurro del nostro Movimento. Il 13 maggio la Casa delle liberà ha vinto le elezioni. Sembrerebbe ovvio ricordarlo ma, ancora oggi, dieci mesi dopo quella data, la sinistra, una larga parte della sinistra non accetta pienamente il risultato elettorale. Fin dai primi giorni è iniziata una durissima campagna di delegittimazione politica del governo espressione della volontà popolare.
E' bene chiarire un concetto che la sinistra post comunista non sembra voler capire; in una democrazia liberale ovviamente ci sono limiti e regole nell'esercizio del potere politico, ma le decisioni politiche sono prese secondo l'aureo principio di maggioranza.
La sinistra italiana invece ha tradotto il concetto della democrazia maggioritaria a modo suo: se vince la sinistra, essa governa e sgoverna; se vince il centrodestra, allora il governo è illegittimo e deve essere aggredito a livello nazionale ed internazionale.
La campagna di delegittimazione in questi giorni ha assunto nuove forme: all'inizio ha riguardato specialmente la giustizia e le vicende del vertice di Genova del G8; oggi il conflitto d'interessi e il sistema dell'informazione, Rai in testa.
L'Ulivo, in ben sette anni di governo, non è riuscito a varare nessuna normativa per regolare i rapporti tra la funzione pubblica e le professionalità private: eppure nel 1998, la Camera, all'unanimità, aveva approvato una disciplina legislativa del conflitto d'interessi.
Il centrosinistra, per tre anni, ha tenuto nel cassetto quel progetto legislativo, con l'unico scopo di riscoprire il tema con una nuova proposta anticostituzionale di tipo espropriativo giusto in tempo per le elezioni del 13 maggio, per costruirci sopra una campagna propagandistica.
Dopo poche settimane di vita, il governo Berlusconi ha presentato la sua proposta di legge; dopo qualche settimana è stata posta in discussione nella competente commissione parlamentare, sono stati presentati alcuni emendamenti per tener conto del dibattito ed ora la approviamo, nonostante l'Aventino di D'Alema e compagni.
La verità è semplice: la sinistra post-comunista non vuole regolare il conflitto; vuole soltanto usarlo come un'arma impropria di polemica e di scontro politico contro l'avversario. Esattamente come continua ad usare impropriamente la giustizia e le decisioni dei magistrati. Il mezzo grazie al quale questa strategia diventa linea politica ovviamente è la televisione di Stato.
Anche qui vale la pena fare un breve remake: in campagna elettorale la Cdl e il suo leader Silvio Berlusconi sono stati selvaggiamente aggrediti da alcune trasmissioni di pura propaganda travestite da satira ed informazione.
Quella campagna ha contribuito a mobilitare a favore dell'Ulivo alcuni milioni di elettori che, altrimenti, sarebbero rimasti a casa disgustati dai sette anni di politica del centrosinistra o che erano orientati a votare per altre formazioni, lo stesso centrodestra o Rifondazione. Insomma, l'uso politico della Rai ha pesantemente condizionato l'esito e le scelte dei cittadini, forzosamente modificando quel risultato.
Forse per la sinistra degli eredi di Lenin tutto questo è assolutamente "normale"; per chi crede fermamente nella democrazia liberale, nel pluralismo delle opinioni, nello Stato di Diritto, tutto questo è semplicemente inaccettabile.
E' importante che i giovani azzurri facciano mente locale a questa situazione: è sempre bene conoscere a fondo l'avversario politico (sottolineo l'avversario, non il "nemico") per meglio combatterlo. Voglio soltanto fare un piccolo esempio: Al Gore ha perso le elezioni presidenziali americane per poche centinaia di voti in florida. Dopo qualche settimana negli Usa tutto ciò era stato dimenticato e nessuno ha mai contestato la legittimità dell'amministrazione Bush.
Che cosa sarebbe successo se, al posto di Clinton, Gore e Daschle, ci fossero stati i D'Alema, i Violante, i Rutelli?
La Casa delle libertà comunque va avanti per "cambiare l'Italia" secondo gli impegni presi con i cittadini.
I fatti parlano da soli: nei primi cento giorni di governo abbiamo approvato a tamburo battente, la Tremonti-bis, la legge per l'emersione del sommerso, la Lunardi, lo scudo fiscale, la riforma del diritto societario; abbiamo poi approvato la Finanziaria, con l'aumento delle pensioni minime, e il governo ha presentato in Parlamento le deleghe per le grandi riforme economiche liberali, il fisco, il mercato del lavoro e la previdenza.
In questi giorni stiamo varando la riforma elettorale del Consiglio superiore della magistratura, con la quale eviteremo il riprodursi delle correnti politiche al suo interno, e la nuova legge sull'immigrazione.
Fra pochi giorni sarà l'ora del "pacchetto giustizia" e della grande riforma della "devolution". Mai, ripeto, mai, nella storia della repubblica Italiana, il Parlamento aveva lavorato così tanto e così bene all'inizio di legislatura. Sembra quasi di essere nel "New Deal", lo storico periodo dell'amministrazione Roosevelt, che mise le basi della nuova economia "liberal" americana dopo il crollo del 1929; oggi il governo Berlusconi sta mettendo le basi della nuova economia liberale in Italia.
Ovviamente questo non fa piacere all'Ulivo senza identità, senza idee, senza programma.
La crisi di questo centrosinistra è devastante: questo fatto non fa bene alla democrazia italiana. Un sistema politico pluralista funziona decentemente soltanto se c'è un'opposizione rigorosa, dura e assolutamente corretta dal punto di vista istituzionale. Mentre l'opposizione dell'Ulivo è compromissoria, sempre pronta a chiedere consociazioni spartitorie e estremista nei toni e nelle aggressioni politiche.
Carissimi giovani di Forza Italia,
per anni ci hanno ripetuto che Forza Italia e Silvio Berlusconi fossero una "anomalia". La verità è un'altra: la "anomalia" italiana è rappresentata da una sinistra monca, una sinistra che ha perso la sua componente più aperta, innovativa, dinamica e riformista, e che è frutto del Pci berlingueriano. Questa sinistra non ha mai fatto i conti con la propria storia, anzi con il proprio disastro civile; è drammaticamente spaccata e frantumata; non ha una leadership riconosciuta.
Nanni Moretti è solamente il simbolo, potremo dire, la rappresentazione mediatica di questa devastazione civile.
Renato Schifani
Presidente Senatori Forza Italia
http://www.senato.it/leg/14/Immagini/Senatori/3939.jpg
è per me un piacere essere ospitato nella vostra Newsletter e quindi poter comunicare direttamente con il futuro azzurro del nostro Movimento. Il 13 maggio la Casa delle liberà ha vinto le elezioni. Sembrerebbe ovvio ricordarlo ma, ancora oggi, dieci mesi dopo quella data, la sinistra, una larga parte della sinistra non accetta pienamente il risultato elettorale. Fin dai primi giorni è iniziata una durissima campagna di delegittimazione politica del governo espressione della volontà popolare.
E' bene chiarire un concetto che la sinistra post comunista non sembra voler capire; in una democrazia liberale ovviamente ci sono limiti e regole nell'esercizio del potere politico, ma le decisioni politiche sono prese secondo l'aureo principio di maggioranza.
La sinistra italiana invece ha tradotto il concetto della democrazia maggioritaria a modo suo: se vince la sinistra, essa governa e sgoverna; se vince il centrodestra, allora il governo è illegittimo e deve essere aggredito a livello nazionale ed internazionale.
La campagna di delegittimazione in questi giorni ha assunto nuove forme: all'inizio ha riguardato specialmente la giustizia e le vicende del vertice di Genova del G8; oggi il conflitto d'interessi e il sistema dell'informazione, Rai in testa.
L'Ulivo, in ben sette anni di governo, non è riuscito a varare nessuna normativa per regolare i rapporti tra la funzione pubblica e le professionalità private: eppure nel 1998, la Camera, all'unanimità, aveva approvato una disciplina legislativa del conflitto d'interessi.
Il centrosinistra, per tre anni, ha tenuto nel cassetto quel progetto legislativo, con l'unico scopo di riscoprire il tema con una nuova proposta anticostituzionale di tipo espropriativo giusto in tempo per le elezioni del 13 maggio, per costruirci sopra una campagna propagandistica.
Dopo poche settimane di vita, il governo Berlusconi ha presentato la sua proposta di legge; dopo qualche settimana è stata posta in discussione nella competente commissione parlamentare, sono stati presentati alcuni emendamenti per tener conto del dibattito ed ora la approviamo, nonostante l'Aventino di D'Alema e compagni.
La verità è semplice: la sinistra post-comunista non vuole regolare il conflitto; vuole soltanto usarlo come un'arma impropria di polemica e di scontro politico contro l'avversario. Esattamente come continua ad usare impropriamente la giustizia e le decisioni dei magistrati. Il mezzo grazie al quale questa strategia diventa linea politica ovviamente è la televisione di Stato.
Anche qui vale la pena fare un breve remake: in campagna elettorale la Cdl e il suo leader Silvio Berlusconi sono stati selvaggiamente aggrediti da alcune trasmissioni di pura propaganda travestite da satira ed informazione.
Quella campagna ha contribuito a mobilitare a favore dell'Ulivo alcuni milioni di elettori che, altrimenti, sarebbero rimasti a casa disgustati dai sette anni di politica del centrosinistra o che erano orientati a votare per altre formazioni, lo stesso centrodestra o Rifondazione. Insomma, l'uso politico della Rai ha pesantemente condizionato l'esito e le scelte dei cittadini, forzosamente modificando quel risultato.
Forse per la sinistra degli eredi di Lenin tutto questo è assolutamente "normale"; per chi crede fermamente nella democrazia liberale, nel pluralismo delle opinioni, nello Stato di Diritto, tutto questo è semplicemente inaccettabile.
E' importante che i giovani azzurri facciano mente locale a questa situazione: è sempre bene conoscere a fondo l'avversario politico (sottolineo l'avversario, non il "nemico") per meglio combatterlo. Voglio soltanto fare un piccolo esempio: Al Gore ha perso le elezioni presidenziali americane per poche centinaia di voti in florida. Dopo qualche settimana negli Usa tutto ciò era stato dimenticato e nessuno ha mai contestato la legittimità dell'amministrazione Bush.
Che cosa sarebbe successo se, al posto di Clinton, Gore e Daschle, ci fossero stati i D'Alema, i Violante, i Rutelli?
La Casa delle libertà comunque va avanti per "cambiare l'Italia" secondo gli impegni presi con i cittadini.
I fatti parlano da soli: nei primi cento giorni di governo abbiamo approvato a tamburo battente, la Tremonti-bis, la legge per l'emersione del sommerso, la Lunardi, lo scudo fiscale, la riforma del diritto societario; abbiamo poi approvato la Finanziaria, con l'aumento delle pensioni minime, e il governo ha presentato in Parlamento le deleghe per le grandi riforme economiche liberali, il fisco, il mercato del lavoro e la previdenza.
In questi giorni stiamo varando la riforma elettorale del Consiglio superiore della magistratura, con la quale eviteremo il riprodursi delle correnti politiche al suo interno, e la nuova legge sull'immigrazione.
Fra pochi giorni sarà l'ora del "pacchetto giustizia" e della grande riforma della "devolution". Mai, ripeto, mai, nella storia della repubblica Italiana, il Parlamento aveva lavorato così tanto e così bene all'inizio di legislatura. Sembra quasi di essere nel "New Deal", lo storico periodo dell'amministrazione Roosevelt, che mise le basi della nuova economia "liberal" americana dopo il crollo del 1929; oggi il governo Berlusconi sta mettendo le basi della nuova economia liberale in Italia.
Ovviamente questo non fa piacere all'Ulivo senza identità, senza idee, senza programma.
La crisi di questo centrosinistra è devastante: questo fatto non fa bene alla democrazia italiana. Un sistema politico pluralista funziona decentemente soltanto se c'è un'opposizione rigorosa, dura e assolutamente corretta dal punto di vista istituzionale. Mentre l'opposizione dell'Ulivo è compromissoria, sempre pronta a chiedere consociazioni spartitorie e estremista nei toni e nelle aggressioni politiche.
Carissimi giovani di Forza Italia,
per anni ci hanno ripetuto che Forza Italia e Silvio Berlusconi fossero una "anomalia". La verità è un'altra: la "anomalia" italiana è rappresentata da una sinistra monca, una sinistra che ha perso la sua componente più aperta, innovativa, dinamica e riformista, e che è frutto del Pci berlingueriano. Questa sinistra non ha mai fatto i conti con la propria storia, anzi con il proprio disastro civile; è drammaticamente spaccata e frantumata; non ha una leadership riconosciuta.
Nanni Moretti è solamente il simbolo, potremo dire, la rappresentazione mediatica di questa devastazione civile.
Renato Schifani
Presidente Senatori Forza Italia