Gianduiotto
10-03-02, 12:12
La trama è inesistente, a parte la pretesa di cirolarità: Redmond Barry, un giovane contadino irlandese, viene coinvolto in un duello per gli occhi della sua bella, amazza il rivale e fugge per arruolarsi nell'esercito inglese (in realtà successivamente si scoprirà che il duello era stato una truffa architettata ai suoi danni per allontanarlo). Viene trasferito sul Continente col suo reggimento per combattere la Guerra dei Sette Anni e diserta, dopo alcune peripezie si mette al servizio di un ricco Chevalier, incontra una donna ricchissima prossima alla vedovanza e la sposa. Una volta raggiunto l'apice inizia, inevitabile, la decadenza: il neo signore di Lyndon finirà i suoi giorni come povero miserabile in Irlanda.
Ma le ambientazioni sono sontuose, ogni singolo fotogramma è un quadro settecentesco, gli splendori e le miserie di un'epoca sono tutti lì, l'aria è trasparente, i boschi e i campi ricoprono l'Europa a perdita d'occhio (provate a prendere oggi un'aereo da Roma ad Amsterdam e vedrete cosa ne resta, un'informe ed unico agglomerato urbano), la luce delle candele trasfigura le forme sia nelle case signorili che in quelle rurali. Il nostro Ulan ha ragione (tra l'altro lo immagino a sbavare guardando le ricostruzioni dei reggimenti di Sua Maestà che si muovono ordinatamente a ritmo di fanfare) e rimpiangere gli idilli agresti di arminio e tusnelda è doppiamente illusorio (non solo non torneranno mai più, ma mai potranno farlo, essendo un'invennzione ottocentesca), ma più volte guardando il film di Kubrick mi sono chiesto se valesse di più vivere trent'anni in un'epoca incontaminata o ottant'anni coll'unica consolazione del segreto rimpianto di quella.
Cerea!
Ma le ambientazioni sono sontuose, ogni singolo fotogramma è un quadro settecentesco, gli splendori e le miserie di un'epoca sono tutti lì, l'aria è trasparente, i boschi e i campi ricoprono l'Europa a perdita d'occhio (provate a prendere oggi un'aereo da Roma ad Amsterdam e vedrete cosa ne resta, un'informe ed unico agglomerato urbano), la luce delle candele trasfigura le forme sia nelle case signorili che in quelle rurali. Il nostro Ulan ha ragione (tra l'altro lo immagino a sbavare guardando le ricostruzioni dei reggimenti di Sua Maestà che si muovono ordinatamente a ritmo di fanfare) e rimpiangere gli idilli agresti di arminio e tusnelda è doppiamente illusorio (non solo non torneranno mai più, ma mai potranno farlo, essendo un'invennzione ottocentesca), ma più volte guardando il film di Kubrick mi sono chiesto se valesse di più vivere trent'anni in un'epoca incontaminata o ottant'anni coll'unica consolazione del segreto rimpianto di quella.
Cerea!