PDA

Visualizza Versione Completa : Il "Los Angeles Times" cita documenti del Pentagono



Der Wehrwolf
10-03-02, 12:49
Tra i possibili bersagli Russia, Cina e Iraq

"Bush prepara i piani
per l'uso di armi nucleari"




--------------------------------------------------------------------------------
WASHINGTON - L'America si starebbe preparando all'evenienza di dover utilizzare armi nucleari contro sette Paesi. Lo scrive oggi il Los Angeles Times citando un rapporto che il Pentagono ha consegnato al Congresso l'8 gennaio e che doveva restare segreto. L'amministrazione Bush avrebbe dunque dato disposizione al dipartimento della Difesa di preparare piani per l'impiego di armi nucleari contro Cina, Russia, Iraq, Corea del Nord, Iran, Libia e Siria. La stessa fonte aggiunge che i militari hanno avuto istruzioni per fare costruire piccoli ordigni nucleari da impiegare in particolari teatri di battaglia.

I tre scenari per un'eventuale ricorso a tali ordigni, scrive il giornale, sono stati così indicati: "contro obiettivi in grado di sostenere attacchi non nucleari, in rappresaglia a un attacco con armi nucleari, chimiche e biologiche e nel caso di sviluppi militari inattesi". Più specificatamente, prosegue il giornale, "il rapporto afferma che il Pentagono dovrebbe essere preparato a impiegare armi nucleari nel caso di un conflitto arabo-israeliano, di una guerra tra Cina e Taiwan, o di un attacco della Corea del Nord contro la Corea del Sud".

Così come "in presenza di un attacco dell'Iraq contro Israele o contro altri Paesi della regione". I dirigenti dell'amministrazione americana, continua il giornale, "sono stati sempre al corrente dell'esistenza di piani particolareggiati per un attacco contro la Russia, ma questo 'Riesame della posizione nucleare' (così si chiama il rapporto, ndr) porta alla luce, probabilmente per la prima volta, l'esistenza di un elenco di Paesi che sono potenziali bersagli".

Il commento di un esperto a Washington di armi nucleari della Carnagie Endowment for International Peace, è stato di sbalordimento. "Questa è dinamite", ha affermato Joseph Cirincione, "posso immaginare che cosa diranno questi Paesi in sede di Nazioni Unite".

I fautori del controllo sulle armi hanno spiegato al giornale che "le direttive del rapporto sullo sviluppo di piccole armi nucleari potrebbero indicare una maggiore disponibilità dell'amministrazione Bush a superare una vecchia riserva contro l'impiego di armi nucleari, se non come ultima risorsa".

Gli osservatori più conservatori, ha proseguito il Los Angeles Times, ritengono invece che il Pentagono debba essere comunque preparato a tutte le possibilità, così come fanno altri Paesi e alcuni gruppi terroristici a sviluppare programmi di armamenti. Gli stessi sostengono che armi più piccole hanno un ruolo di deterrenza, perché le cosiddette "nazioni canaglia" o i terroristi potrebbero non credere che gli Stati Uniti siano disposti a ricorrere ad armi più distruttive da molti chilotoni. Jack Spencer, esperto di difesa alla Heritage Foundation di Washington, ha detto al giornale che il contenuto del rapporto non lo sorprende e rappresenta "la via giusta per assumere una posizione in materia nucleare nel mondo del dopo-guerra fredda".

(9 marzo 2002)

http://www.repubblica.it/online/mondo/ombra/nucleare/internetlatcxw200h170c00.jpg