10-03-02, 16:11
Dunque aderisco subito all'nvito del Maestro (lo chiamo così anche perché il nome è troppo lungo e complicato).
Dunque la Legge 675/96 e sue successive integrazioni fu imposta dall'Europa visto che allora della nostra privacy si faceva carne di porco. Anche oggi ciò accade ma almeno c'è uno strumento per porre un qualche argine.
Dunque chiunque voglia conoscere la quantità e qualità di propri dati in possesso del proprio datore di lavoro, associazione, sindacato, e comunque di chiunque detenga dati del cittadino (si può fare anche nei riguardi delle forze dell'ordine). Può scrivere una lettera a chi tratta i propri dati facendo riferimento alla Legge 675/96 art. 13 (diritti dell'interessato).
Se il detentore dei dati non risponde o lo fa in modo evasivo ed incompleto si può fare Ricorso al garante della Privacy (Piazza di Monte Citorio, 121 - 00186 Roma - indirizzo e-mail garante@garanteprivacy.it - c'è anche un sito internet di cui al momento mi sfugge il nome, ma basta cercarlo in qualunque motore di ricerca). Il Garante chiederà al detentore dei dati di offrire un risontro confacente alla Legge entro termini assai ristretti (in genere pochi giorni). Si può replicar a quanto dichiara il detentore dei dati e/o farsi ricevere dall'Ufficio del Garante così come prescrivono le sue disposizioni.
Dopo qualche altro giorno il Garante si pronuncia accogliendo o meno il ricorso presentato e disponendo in merito.
Cosa importantissima. L'Ufficio del Garante equivale ad una Autorità giudiziaria e, se lo ritiene opportuno, può promuovere indagini, perquisizioni e quant'altro per verificare la conformità alla Legge.
Dunque la Legge 675/96 e sue successive integrazioni fu imposta dall'Europa visto che allora della nostra privacy si faceva carne di porco. Anche oggi ciò accade ma almeno c'è uno strumento per porre un qualche argine.
Dunque chiunque voglia conoscere la quantità e qualità di propri dati in possesso del proprio datore di lavoro, associazione, sindacato, e comunque di chiunque detenga dati del cittadino (si può fare anche nei riguardi delle forze dell'ordine). Può scrivere una lettera a chi tratta i propri dati facendo riferimento alla Legge 675/96 art. 13 (diritti dell'interessato).
Se il detentore dei dati non risponde o lo fa in modo evasivo ed incompleto si può fare Ricorso al garante della Privacy (Piazza di Monte Citorio, 121 - 00186 Roma - indirizzo e-mail garante@garanteprivacy.it - c'è anche un sito internet di cui al momento mi sfugge il nome, ma basta cercarlo in qualunque motore di ricerca). Il Garante chiederà al detentore dei dati di offrire un risontro confacente alla Legge entro termini assai ristretti (in genere pochi giorni). Si può replicar a quanto dichiara il detentore dei dati e/o farsi ricevere dall'Ufficio del Garante così come prescrivono le sue disposizioni.
Dopo qualche altro giorno il Garante si pronuncia accogliendo o meno il ricorso presentato e disponendo in merito.
Cosa importantissima. L'Ufficio del Garante equivale ad una Autorità giudiziaria e, se lo ritiene opportuno, può promuovere indagini, perquisizioni e quant'altro per verificare la conformità alla Legge.