Catilina
10-03-02, 19:12
Un' altra domenica di girotondi, questa volta intorno alle sedi Rai, organizzati dalla sinistra giustizialista per garantire- dicono- il "pluralismo dell' informazione". Ovunque artisti, politici, intellettuali. La star più attesa era Nanni Moretti, che non si è smentito, partecipando in prima fila.
Insomma hanno girato stringendosi per mano volti noti, vecchi e nuovi, strapagati dal servizio pubblico. L' Ulivo- nel suo decennio di potere (1992-2001) non ha frenato la disoccupazione in Italia, ha invece ottenuto la piena occupazione della Rai con centinaia di nomine e decine e decine di assunzioni a senso unico. Adesso, giustamente dal suo punto di vista, i giustizialisti non vogliono perdere i posti, ma per favore la smettano di tirare in ballo ogni volta la Resistenza e il regime totalitario di Berlusconi !
Questa è l'occasione per fare una riflessione di più ampio respiro, che ci consenta di discutere del nocciolo della crisi della sinistra.
Bisogna partire dalla scelta che il vecchio Pci, sotto la pressione di circoli culturali come quello di Eugenio Scalfari e di ambienti economici della grande borghesia di origine azionista, fece agli inizi degli anni Novanta. Vista l'implosione del comunismo internazionale, la sinistra comunista italiana optò per un' alleanza con centri di potere in gran parte estranei alla sua tradizione. Come non ricordare che nel 1992-1993 gli Agnelli, i De Benedetti, i Pirelli, i Cuccia e poi, via via, i sindacati confederali, le punte più avanzate delle Procure della Repubblica, tecnocrati, parti importanti di forze dell' ordine, la grande stampa e le reti televisive statali costituirono un nuovo modello di governo del Paese? Quel modello prevedeva una testa pensante fornita dai circoli elitari della grande borghesia capitalistica (i famosi "tecnici" tipo Ciampi) e una forza elettorale costituita dalle masse sbandate del vecchio Pci ormai privo di una linea politica e di una parte di quelle cattoliche opportunamente preservate dalle inchieste di Mani Pulite.
L' ex-Pci al potere si fondava sul principio aprioristico della corruzione degli avversari e della onestà propria. Il tutto per servire quegli ambienti economici che pure la sinistra aveva combattuto per anni. Responsabili di quella scelta furono tutti. I dirigenti di partito con la propria azione politica e gli intellettuali alla Nanni Moretti con la propria assenza o condiscenza. Sola eccezione Bertinotti e i suoi compagni, che infatti alla fine (1998) furono spinti ai margini.
Conclusione: l' ex-Pci e il resto della sinistra giustizialista divennero i guardiani della più grande manovra recessiva della storia repubblicana in Italia, con un milione di posti di lavoro perduti tra il 1992 ed il 1998 e della più violenta ristrutturazione del capitalismo delle grandi famiglie. Quest' ultimo si potenziò ulteriormente grazie alle massicce privatizzazioni le quali si risolsero in una pesante colonizzazione della nostra economia. I conti di quell' accordo di potere li pagarono gli operai, il Mezzogiorno respinto nell' Inferno di una più forte e drammatica disoccupazione e di una criminalità dilagante, i lavoratori intellettuali subordinati, le piccole e medie imprese.
Battuta da Berlusconi, la sinistra giustizialista oggi si ritrova senza potere, senza politica, sempre sull' orlo di essere mollata dai centri capitalistici che contano (si veda in proposito l'atteggiamento oscillante della Fiat).
Quindi, secondo i comunisti nazionalitari, manifestazioni come quelle del 15 febbraio contro la politica economica della destra e del 9 marzo per la liberazione della Palestina sono fenomeni democratici che possono aiutare la sinistra a ritrovare una sua politica. Gli autoconvocati di Nanni Moretti, Paolo Flores D' Arcais, Dario Fo e compagnia girotondante, spingono al contrario verso una pericolosa deriva autoritaria.
Se i simboli della "Resistenza" diventano Borrelli, Di Pietro e altri Procuratori della Repubblica- insieme a qualche raccomandato Rai strapagato- significa che la sinistra giustizialista si dirige ormai su obiettivi repressivi che sono insiti nella natura stessa dei simboli che sceglie. La conseguenza di questa deriva autoritaria è l' antiberlusconismo mistico, ossia l' odio viscerale per un leader politico dipinto come la fonte di tutti i mali e contro il quale vanno attivati i simboli della repressione borghese. In questo modo si perdono le elezioni del 2006, perché "la ggente" proprio stupida non è.
Saluti comunisti e nazionalitari
Insomma hanno girato stringendosi per mano volti noti, vecchi e nuovi, strapagati dal servizio pubblico. L' Ulivo- nel suo decennio di potere (1992-2001) non ha frenato la disoccupazione in Italia, ha invece ottenuto la piena occupazione della Rai con centinaia di nomine e decine e decine di assunzioni a senso unico. Adesso, giustamente dal suo punto di vista, i giustizialisti non vogliono perdere i posti, ma per favore la smettano di tirare in ballo ogni volta la Resistenza e il regime totalitario di Berlusconi !
Questa è l'occasione per fare una riflessione di più ampio respiro, che ci consenta di discutere del nocciolo della crisi della sinistra.
Bisogna partire dalla scelta che il vecchio Pci, sotto la pressione di circoli culturali come quello di Eugenio Scalfari e di ambienti economici della grande borghesia di origine azionista, fece agli inizi degli anni Novanta. Vista l'implosione del comunismo internazionale, la sinistra comunista italiana optò per un' alleanza con centri di potere in gran parte estranei alla sua tradizione. Come non ricordare che nel 1992-1993 gli Agnelli, i De Benedetti, i Pirelli, i Cuccia e poi, via via, i sindacati confederali, le punte più avanzate delle Procure della Repubblica, tecnocrati, parti importanti di forze dell' ordine, la grande stampa e le reti televisive statali costituirono un nuovo modello di governo del Paese? Quel modello prevedeva una testa pensante fornita dai circoli elitari della grande borghesia capitalistica (i famosi "tecnici" tipo Ciampi) e una forza elettorale costituita dalle masse sbandate del vecchio Pci ormai privo di una linea politica e di una parte di quelle cattoliche opportunamente preservate dalle inchieste di Mani Pulite.
L' ex-Pci al potere si fondava sul principio aprioristico della corruzione degli avversari e della onestà propria. Il tutto per servire quegli ambienti economici che pure la sinistra aveva combattuto per anni. Responsabili di quella scelta furono tutti. I dirigenti di partito con la propria azione politica e gli intellettuali alla Nanni Moretti con la propria assenza o condiscenza. Sola eccezione Bertinotti e i suoi compagni, che infatti alla fine (1998) furono spinti ai margini.
Conclusione: l' ex-Pci e il resto della sinistra giustizialista divennero i guardiani della più grande manovra recessiva della storia repubblicana in Italia, con un milione di posti di lavoro perduti tra il 1992 ed il 1998 e della più violenta ristrutturazione del capitalismo delle grandi famiglie. Quest' ultimo si potenziò ulteriormente grazie alle massicce privatizzazioni le quali si risolsero in una pesante colonizzazione della nostra economia. I conti di quell' accordo di potere li pagarono gli operai, il Mezzogiorno respinto nell' Inferno di una più forte e drammatica disoccupazione e di una criminalità dilagante, i lavoratori intellettuali subordinati, le piccole e medie imprese.
Battuta da Berlusconi, la sinistra giustizialista oggi si ritrova senza potere, senza politica, sempre sull' orlo di essere mollata dai centri capitalistici che contano (si veda in proposito l'atteggiamento oscillante della Fiat).
Quindi, secondo i comunisti nazionalitari, manifestazioni come quelle del 15 febbraio contro la politica economica della destra e del 9 marzo per la liberazione della Palestina sono fenomeni democratici che possono aiutare la sinistra a ritrovare una sua politica. Gli autoconvocati di Nanni Moretti, Paolo Flores D' Arcais, Dario Fo e compagnia girotondante, spingono al contrario verso una pericolosa deriva autoritaria.
Se i simboli della "Resistenza" diventano Borrelli, Di Pietro e altri Procuratori della Repubblica- insieme a qualche raccomandato Rai strapagato- significa che la sinistra giustizialista si dirige ormai su obiettivi repressivi che sono insiti nella natura stessa dei simboli che sceglie. La conseguenza di questa deriva autoritaria è l' antiberlusconismo mistico, ossia l' odio viscerale per un leader politico dipinto come la fonte di tutti i mali e contro il quale vanno attivati i simboli della repressione borghese. In questo modo si perdono le elezioni del 2006, perché "la ggente" proprio stupida non è.
Saluti comunisti e nazionalitari