PDA

Visualizza Versione Completa : Girotondi e uso privato della televisione pubblica



Pieffebi
11-03-02, 14:30
Una signora girotondista avvicinata dalle telecamere mentre "assediava" la sede milanese della RAI Tv, gridava contro le malefatte del Governo, il conflitto di interessi e quant'altro, in nome della democrazia e del Centrosinistra aggiungendo: "La Rai è sempre stata e deve restare UN NOSTRO STRUMENTO". Chissà che cosa voleva dire. Forse nessuno ha detto alla signora (o compagna?) che il canone lo paghiamo anche noi di Centrodestra, e che la democrazia non si misura, come credevano Gramsci e Togliatti, sulla base della quantità di EGEMONIA (per non dire...dittatura di classe) della parte SINISTRA dello schieramento politico e culturale.
Si ha l'impressione che la sinistra difenda in relatà l'USO PRIVATO del servizio pubblico che ha ostentato in tutti questi anni, come dimostrerebbero le dichiarazioni di funzionari, già MILITANTI e PROPAGANDISTI ufficiali dell'ULIVO, cooptati dal Centrosinistra, durante l'occupazione militare della RAI dallo stesso attuata, nella televisione "pubblica".

da www.corriere.it :

"
Tempo di nomine, il «partito della tv» resta nelle retrovie


ROMA - Roberto Morrione, direttore di Rai News 24 (probabilmente uscente causa arrivo dei nuovi vertici), ex responsabile della comunicazione dell’Ulivo ai tempi della vittoria di Prodi, ricorre al sarcasmo: «Ciascuno è libero di decidere secondo coscienza e secondo le proprie opportunità». Già, l’opportunità. Chissà quanta gente dell’antico «partito Rai» ha pensato alla «propria opportunità», per dirla con Morrione, e ha scelto di rimanere a casa e tradire il Girotondo di Moretti & Fassino intorno al palazzone di vetro di viale Mazzini 14. Dice ancora Morrione: «In realtà qui doveva esserci tutta la Rai, non era una manifestazione "contro" ma "per" una tv pubblica libera».
L’amarezza di Morrione ha le sue buone ragioni. Tra i «girotondisti» del 10 marzo il famoso «partito Rai», cioè quella base tradizionalmente vicina al centrosinistra e ostile alla privatizzazione e a ogni accordo di cartello con Mediaset, sembra svanito. C’è Morrione. Corre anche Alberto Severi, direttore di Televideo. Il Tg1 mostra il volto di Paolo Giuntella. Per il Tg3 c’è la barba di Santo Della Volpe (riconosciuto da diversi «girotondisti» che lo salutano e gridano «continuate così!») e Giuseppina Paterniti. Il gruppo di Santoro è rappresentato dal suo vice Sandro Ruotolo e da qualche collega della redazione di «Sciuscià». Poi c’è un nutrito drappello di redattori del Giornale radio, di Rai Sat e di Rai Educational. E c’è, nemmeno a dirlo, Roberto Natale, segretario dell’Usigrai, colonna portante del suddetto «partito» in quanto sindacato dei giornalisti Rai, da sempre fiancheggiatore dell’area progressista. Per il resto poca roba: una goccia nel fiume di «girotondisti» che corre. Come sono lontani i tempi di Demattè, quando nel dicembre ’93 una semplice minaccia alle tredicesime riempì l’intera sala mensa all’ultimo piano.
Soprattutto quanto è lontano il gennaio 1995 quando decine e decine di volti noti Rai si misero in piazza gridando lo slogan «Abbonato alza la voce» per chiedere un ricambio ai vertici della Rai guidata da Letizia Moratti.
Anche Ruotolo è sulla linea Morrione: «C’è la solita strana paura, tutta Rai, di esporsi e di pagare poi le conseguenze. Io invece sono qui e lo rivendico. Si respira aria di attesa, di imminenti cambiamenti. Il famoso corpaccione Rai ne risente, si apparta senza capire che stavolta la partita è ben più grossa di tutte le altre». Della Volpe si limita a una sola frase: «L’unica paura che non possiamo e non dobbiamo avere è proprio avere paura, altrimenti saremo perdenti su tutta la linea».
L’aria di attesa di cui parla Ruotolo è quella che porta verso mercoledì e poi alle prossime settimane. Dopodomani il Consiglio di amministrazione si riunirà per designare il nuovo direttore generale. La nomina di Agostino Saccà sembra scontata, anche se il presidente Antonio Baldassarre sostiene che non ci saranno rose né candidature precostituite. Forza Italia e An premono per una soluzione immediata e il direttore di Raiuno è candidato capace di tranquillizzare entrambi i partiti. Certo, c’è il centrosinistra che lo accusa di eccessivo filo-berlusconismo: ma con Baldassarre voteranno certamente Ettore Adalberto Albertoni e il cattolico-polista Marco Staderini. I due consiglieri di area Ulivo, cioè Carmine Donzelli (Ds) e Luigi Zanda (Margherita), potrebbero ripetere il voto già espresso durante l’elezione di Baldassarre: un «no» secco. Insediato Saccà cominceranno i grandi giochi di potere interno. Quasi certamente si comincerà dalla direzione delle Reti (lo ha preannunciato proprio Baldassarre parlando dei palinsesti da presentare in primavera). Forse dopo Pasqua si passerà ai direttori di Tg e Divisioni. Un clima incandescente e pieno di trabocchetti. Forse un Girotondo di troppo ne può spalancare tanti altri.

Paolo Conti "



Cordiali saluti

tony (POL)
11-03-02, 19:58
Agostino Sacca', Mauro Mazza, Anna La Rosa, Piero Vigorelli (ex rai ora fininvest), Paolo Francia, Clemente Mimun (direttore del tg2), Alda D'Eusanio, Francesco Giorgino(buon ultimo)..potrei continuare e non smetterei oggi...esponenti del Polo gia' in RAI ai tempi del governo comunista dell'Ulivo...con TG come TG2 palesemente berlusconiano, TG1 oscillante ma da un pezzo smaccatamente berlusconiano, rubriche come quella condotta da Anna La ROsa (quella che censuro' Olga D'Antona vi ricordate?) che sono tutto un lecca lecca per la Casa della LIberta'...
ora la RAI e' un servizio pubblico e tutti pagano il canone, quindi la RAI e' un "NOSTRO "( di cittadini) strumento...ma in Italia c'e un'anomalia e l'anomalia consiste non gia' nel fatto che meta' della televisione publica sia' gia' di fatto nelle mani dell'attuale maggioranza , ma nel fatto che il leader della maggioranza e' gia' proprietario di un network televisivo privato cioe' di altre 3 reti..
quindi 3/4 del sistema televisivo son nelle mani di berlusconi...di fronte a questa anomalia ogni altro discorso cade..o meglio e' ipocrita..
quando si sente un la loggia pontificare sul pluralismo del sistema televisivo pulico che verr'a garantito mi vine da ridere..perche' il sistema televisivo italiano comprende anche le reti Mediaset, di proprieta' del berlusconi..cioe', per essere piu' espliciti, non siamo piu' ai tempi in cui si confrontavano DC, PCI, PSI..etc..quelli erano partiti ..ora siamo di fronte ad un'azienda che si e' fatta partito con un leader che parte gia' avvantaggiato rispetto a tutti gli altri quanto a potenzialita' di comunicazione e in piu' esercita un controllo sul sistema televisivo pubblico.
e' inutile metterci il prosciutto negli occhi, la situazione, veramente grave, e' questa..e' un problema di democrazia che non ha raffronti in nessun altro paese occidentale..il discorso sul canone sarebbe correttissimo e condivisibile se si potesse prescindere da questo aspetto del problema....ma non si puo' a meno di essere ipocriti...

Pieffebi
11-03-02, 21:17
Il nuovo presidente della RAI è un presidente emerito della Corte Costituzionale. In qualsiasi paese al mondo ....questa nomina sarebbe stata considerata "di garanzia", salvo che dalla sinistretta massimalista italica che, evidentemente, ritiene che tutti i presidenti della Consulta siano stati faziosi e partigiani come il pipista Leopoldo Elia, in gioventù già esperto nel cercare del levare dagli impicci tal Francesco Moranino, stragista comunista del Biellese.....(essì, è proprio un'idea fissa).
Per il resto basta accendere la Radio e la Tv pubblica per rendersi conto...dei fatti. E non solo per il "caso Santoro", o quello dei vari signori della satira (che, anche quando la sinistra era al governo si rivolgeva apertamente contro la minoranza, riservando alla maggioranza battute secondarie, secondo la migliore tradizione dei BUFFONI DI CORTE), ma per l'impostazione generale dell'informazione. Ricordo giornalisti del SERVIZIO PUBBLICO definire i ministri "splendidi" ("Italia, istruzioni per l'Uso" - radio1) come neppure succedeva in Unione Sovietica! Ricordo ancora recentissimi "reportage", ad esempio sulla questione palestinese al limite dell'apologia dei "martiri" terroristi-suicidi ("inviato speciale" del sabato mattina, radio1). La cosa è incontrovertibile e sostenuta anche dai dati dell'osservatorio di Pavia sugli spazi della televisione pubblica, laddove vengono comunque imputati a favore del centrodestra, durante la gestione ulivista, anche ....i tempi per sberleffare, accusare e diffamare Berlusconi e i laeder del centrodestra.
Ma la sinistretta italica non se ne accoge. Ritiene fazioso solo ciò che non gradisce essendo tutto il resto....conforme alla "Verità" (parole di Santoro). Ed è appunto questa convinzione di possedere la Verità, e di esserne l'unica depositaria, di origine pseudo-religiosa (la "religione civile" giacobino-marxista) ad essere alla base della faziosità e intolleranza dell'attuale minoranza. La sinistra ha la verità ed è avversata per questo (come la definiscono gli strizzacervelli questo tipo di...personalità?) Per il resto....è la faccia di bronzo che aiuta. E a sinistra non manca per nulla.


Saluti liberali.

tony (POL)
12-03-02, 16:22
per prendere lezioni di faccia di bronzo occorre rivolgersi a berlusconi e soci e ai suoi sodali con trascorsi nella sinistra extraparlamentare dalla ben nota atavica avversione nei confronti della legalita' e della magistratura.
l'autorevolezza di baldassarre da cosa scaturirebbe?
dai suoi trascorsi ingraiani e dal successivo approdo craxian-berlusconiano o dalle sue frequentazioni previtiane?
quanto alla faziosità dell'informazione lei e' da molto che non sente Italia -istruzioni per l'uso, perche' altrimenti non tarderebbe a rilevare quanto sia prodiga di complimenti per le tante iniziative della maggioranza che lei sostiene, con toni da Radio Mosca...
ma noto , non con sorpresa, che lei glissa sulla diffamazione quella si', accertata! perpetrata da anni dalle televisioni del suo leader a danni di servitori dello stato (magistrati definiti assassini)e di chiunque possa recare fastidio anche solo in via ipotetica, al cav banana per opera, di suoi prezzolati sottosegretari (proprio oggi e' stato condannato sgarbi per diffamazione della ariosto)..le pare una situazione normale questa?? e mi dica, da fine e attento osservatore quale lei e', quale senso ha invocare pluralismo dal servizio pubblico (pluralismo gia' garantito peraltro a meno che non si scambi il pluralismo con l'inciucismo di dalemian memoria, il fingere di non sapere e il voler sorvolare sui plurimi conflitti di interesse , il volemose bene per stendere un velo pietoso anche sulle condanne gia' subite dal berlusconi o sui procedimenti in corso) quando, alla fin dei conti, il sistema televisivo privato e' totalmente asservito agli interessi del leader della coalizione di cdx (e gia' quello pubblico lo era al 50%?) e' una questione secondaria questa? lei dira' che quelle son le sue tv e fa quello che vuole? ma le pare una risposta?

nuvolarossa
19-03-05, 12:22
Ciampi, Berlusconi e la tv

Le tempeste in un bicchier d'acqua sono solo sciabordii, non c'è ragione d'allarmarsi. Semmai è bene cogliere il lato lieve di certe faccende, inducendo al sorriso anziché al corruccio. Insomma, da qualche tempo corre un certo nervosismo fra il colle più alto e Palazzo Chigi.
C'è di mezzo il giudizio su certe leggi. Ciampi ha ben ragione a non controfirmare quel che ritiene opportuno, perché questo è un potere che gli assegna la Costituzione (art. 87).

http://www.nuvolarossa.org/images/library/telecrazia20050319.jpg

Semmai si può osservare che tale potere si esercita sulle leggi già approvate dal Parlamento, mentre non è del tutto regolare che si manifesti nel corso delle discussioni parlamentari. Oggi la chiamano moral suasion, ma, in verità, a parte l'inglese che fa fino, è una variante non costituzionalmente prevista.
Adesso arriva anche la polemica sull'uso della televisione e la trascuratezza verso il Parlamento. Ciampi non ha gradito che Berlusconi abbia parlato del ritiro delle truppe italiane in Iraq, nel corso di una trasmissione televisiva, e gli ha ricordato (secondo me opportunamente) che tali questioni si affrontano prima di tutto in Parlamento. Ha anche aggiunto, a scanso d'equivoci: parlare al Parlamento è anche parlare alla popolazione. Ha ragione, peccato che è esattamente lo stesso errore in cui è caduto il Capo dello Stato.
Quando ha pronunciato quella che i giornali interpretano (ed è) una reprimenda nei confronti del presidente del Consiglio, Ciampi era all'estero, in Inghilterra, e trasmetteva il suo pensiero per il tramite di televisioni e giornali. Ora, a volere essere precisi, la Costituzione gli riconosce il diritto di manifestare il suo pensiero, ma, nello stesso articolo prima citato, per il tramite di “messaggi alle Camere”.

http://www.nuvolarossa.org/images/library/telecrazia20050318.jpg

In altre parole, per suggerire a Berlusconi di parlare al Parlamento, Ciampi ha preferito non dirlo al Parlamento, ma allo stesso pubblico cui si era rivolto Belusconi. Il che significa che i due la pensano esattamente allo stesso modo.

Davide Giacalone
www.davidegiacalone.it

19 marzo 2005

.................................................. ..........
tratto da "Il Portale di Nuvola Rossa"
http://www.nuvolarossa.org/modules/news/article.php?storyid=694