PDA

Visualizza Versione Completa : Gela: tutto finisce con un decreto?



MrBojangles
11-03-02, 20:37
Gela, il decreto che ha permesso la riapertura dell’impianto
(Dl 22/2002)
E' con un decreto legge, approvato su proposta del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro dell'Ambiente il 7 marzo 2002, che il Governo ha risolto i problemi che avevano bloccato il funzionamento del petrolchimico di Gela. Un provvedimento che aggiorna la classificazione dei combustibili derivanti dalla lavorazione del petrolio, e inserisce il pet-coke, utilizzato dall'Agip dal 1995, e classificato come rifiuto dal decreto Ronchi del '97, tra i combustibili. In questo modo l'impianto di Gela è autorizzato a proseguire nella sua attività.
Per il Governo, proprio l'inserimento del sistema di desolforazione e denitrificazione della centrale di produzione di energia elettrica di Gela in un documento comunitario che descrive le migliori tecniche attualmente disponibili, è la garanzia di un'attività rispettosa dell'ambiente.
Ma per le associazioni ambientaliste il problema resta aperto: il pet-coke, sostengono, è un residuo di raffinazione ad alta concentrazione di zolfo e metalli pesanti, come nickel, vanadio, cromo: cancerogeni per la salute umana, idonei ad arrecare gravi danni all'ambiente. E decisamente in contrasto con la normativa comunitaria su rifiuti e combustibili. (11 marzo 2002)

DECRETO-LEGGE 7 marzo 2002, n.22 Disposizioni urgenti per l'individuazione della disciplina relativa all'utilizzazione del coke da petrolio (pet- coke) negli impianti di combustione.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 77 e 87, quinto comma, della Costituzione;
Visto il decreto del Ministro dell'ambiente in data 12 luglio 1990 [1], pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 174 del 30 luglio 1990, recante linee guida per il contenimento delle emissioni inquinanti degli impianti industriali e la fissazione dei valori minimi di emissione;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 2 ottobre 1995 [2], pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 276 del 25 novembre 1995, recante disciplina delle caratteristiche merceologiche dei combustibili aventi rilevanza ai fini dell'inquinamento atmosferico nonche' delle caratteristiche tecnologiche degli impianti di combustione;
Visto il documento di riferimento della Commissione europea sulle migliori tecniche disponibili (BREF) per il settore delle raffinerie, elaborato in conformita' all'articolo16, paragrafo 2, della direttiva 96/61/CE [3] sulla protezione e controllo integrato dell'inquinamento, approvato nel dicembre 2001;
Considerato che il citato documento della Commissione europea, al punto 2.7. relativo al processo di coking, definisce come "prodotto di raffineria e combustibile" il coke da petrolio (cosi' detto "pet-coke");
Considerato inoltre che il citato documento, al punto 5.2.10, descrive come migliori tecniche disponibili il precipitatore elettrostatico per l'abbattimento delle emissioni di polveri e la desolforazione per la riduzione delle emissioni di ossidi di zolfo, corrispondenti a quelle installate e funzionanti presso la raffineria di Gela, e tenuto conto, in particolare, che il sistema di desolforazione e denitrificazione della centrale di produzione di
energia elettrica di Gela - unico impianto di questo tipo esistente in Italia - assicura, visto l'elevato livello tecnologico, una combustione ambientalmente sicura di "pet-coke";
Ritenuta la straordinaria necessita' ed urgenza di chiaramente individuare, in relazione a quanto indicato nel citato documento della Commissione europea, la disciplina applicabile al coke da petrolio e di stabilirne le modalita' di utilizzazione, in considerzione dell'importanza strategica di tale prodotto per l'occupazione e l'economia nazionale;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 7 marzo 2002;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con i Ministri delle attivita' produttive e del lavoro e delle politiche sociali;
E m a n a
il seguente decreto-legge:
Articolo 1
1. Al decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 [4], sono apportate le seguenti modifiche:
a) all'articolo 7, comma 3, la lettera c) [5] e' sostituita dalla seguente: "c) i rifiuti da lavorazioni industriali, fatto salvo quanto previsto dall'articolo 8, comma 1 [6], lettera f-quater)";
b) all'articolo 8, comma 1, dopo la lettera f-ter) e' aggiunta la seguente: "f-quater) il coke da petrolio utilizzato come combustibile per uso industriale.".
Articolo 2
1. Negli impianti di combustione con potenza termica nominale, per singolo focolare, uguale o superiore a 50 MW, e' consentito l'uso di coke da petrolio con contenuto di zolfo non superiore al 3 per cento in massa.
2. L'uso del coke da petrolio nel luogo di produzione e' consentito in deroga a quanto previsto all'allegato 3 parte B, punto B4, del decreto del Ministro dell'ambiente in data 12 luglio 1990 , pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 174 del 30 luglio 1990.
3. Negli impianti in cui durante il processo produttivo i composti dello zolfo siano fissati o combinati in percentuale non inferiore al 60 per cento con il prodotto ottenuto e' consentito l'uso del coke da petrolio con contenuto di zolfo non superiore al 6 per cento in massa.
4. E' in ogni caso vietato l'utilizzo del coke da petrolio nei forni per la produzione della calce impiegata nell'industria alimentare.
Articolo 3
1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sara' presentato alle Camere per la conversione in legge.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi' 7 marzo 2002
CIAMPI
Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri
Matteoli, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio
Marzano, Ministro delle attivita' produttive
Maroni, Ministro del lavoro e delle politiche sociali
Visto, il Guardasigilli: Castelli

alessandro74
28-03-19, 23:51
Gela l’esempio della città abusiva gestita da talebani o qualche clone simil africano.
“ I distruttivi”


https://www.repubblica.it/cronaca/2010/09/20/news/case_gela-7239813/

alessandro74
29-03-19, 09:35
Gela l’esempio della città abusiva gestita da talebani o qualche clone simil africano.
“ I distruttivi”


https://www.repubblica.it/cronaca/2010/09/20/news/case_gela-7239813/

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/2/25/DNA_simple2_%28it%29.svg/310px-DNA_simple2_%28it%29.svg.png

MrBojangles
29-03-19, 09:40
Mìnchia!

Un thread di 17 anni fa.
Non mi dire che, come sempre, avevo ragione io anche in questa faccenda ... :rolleyes:

gladiator82ct
29-03-19, 11:13
Quando si nomina Gela mi piange il cuore. Stidda, abusivismo, massiccio inquinamento, degrado.
Gela è una città con una storia millenaria, una delle più antiche città italiane (citata addirittura da Virgilio nell'Eneide come la "grandissima Gela"). Gela oggi dovrebbe avere spiagge prese d'assalto dai turisti come succede alle vicine (e splendide) Marina di Ragusa e Scoglitti. I turisti dovrebbero venire per vedere il castello svevo, l'acropoli o il suo centro storico. Invece è tutto abbandonato, tutto imbruttito, tutto ormai irrecuperabile. Un tesoro meraviglioso completamente bruciato. L'antico splendore di Gela è andato definitivamente a puttane.
Immaginate una città con un lunghissimo lungomare che si affaccia su un'enorme spiaggia sabbiosa. A pochi passi da quella spiaggia meravigliosa un centro storico che mostra al mondo la sua storia millenaria con architetture di epoche e stili diversi, l'acropoli, il museo archeologico. A pochi km di distanza il Castello che svetta sopra il centro abitato.
Nel giro di pochi decenni tutto è stato annientato. Che scempio :(

anticomunista
29-03-19, 11:16
Quando si nomina Gela mi piange il cuore. Stidda, abusivismo, massiccio inquinamento, degrado.
Gela è una città con una storia millenaria, una delle più antiche città italiane (citata addirittura da Virgilio nell'Eneide come la "grandissima Gela"). Gela oggi dovrebbe avere spiagge prese d'assalto dai turisti come succede alle vicine (e splendide) Marina di Ragusa e Scoglitti. I turisti dovrebbero venire per vedere il castello svevo, l'acropoli o il suo centro storico. Invece è tutto abbandonato, tutto imbruttito, tutto ormai irrecuperabile. Un tesoro meraviglioso completamente bruciato. L'antico splendore di Gela è andato definitivamente a puttane.
Immaginate una città con un lunghissimo lungomare che si affaccia su un'enorme spiaggia sabbiosa. A pochi passi da quella spiaggia meravigliosa un centro storico che mostra al mondo la sua storia millenaria con architetture di epoche e stili diversi, l'acropoli, il museo archeologico. A pochi km di distanza il Castello che svetta sopra il centro abitato.
Nel giro di pochi decenni tutto è stato annientato. Che scempio :(

Maledetto salvini e di maio !!!!

MrBojangles
29-03-19, 12:02
Quando si nomina Gela mi piange il cuore. Stidda, abusivismo, massiccio inquinamento, degrado.
Gela è una città con una storia millenaria, una delle più antiche città italiane (citata addirittura da Virgilio nell'Eneide come la "grandissima Gela"). Gela oggi dovrebbe avere spiagge prese d'assalto dai turisti come succede alle vicine (e splendide) Marina di Ragusa e Scoglitti. I turisti dovrebbero venire per vedere il castello svevo, l'acropoli o il suo centro storico. Invece è tutto abbandonato, tutto imbruttito, tutto ormai irrecuperabile. Un tesoro meraviglioso completamente bruciato. L'antico splendore di Gela è andato definitivamente a puttane.
Immaginate una città con un lunghissimo lungomare che si affaccia su un'enorme spiaggia sabbiosa. A pochi passi da quella spiaggia meravigliosa un centro storico che mostra al mondo la sua storia millenaria con architetture di epoche e stili diversi, l'acropoli, il museo archeologico. A pochi km di distanza il Castello che svetta sopra il centro abitato.
Nel giro di pochi decenni tutto è stato annientato. Che scempio :(

Vale lo stesso per Augusta, Taranto, Bagnoli, Piombino, Rosignano e le centinaia di altri siti che dal dopoguerra s'è preferito IMPESTARE di veleni invece che esaltarne la natura, la storia, l'arte, la bellezza.

gladiator82ct
29-03-19, 12:35
Vale lo stesso per Augusta, Taranto, Bagnoli, Piombino, Rosignano e le centinaia di altri siti che dal dopoguerra s'è preferito IMPESTARE di veleni invece che esaltarne la natura, la storia, l'arte, la bellezza.

Scelte devastanti. Quei territori ormai sono insanabili. Perle perdute :(