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Visualizza Versione Completa : Sfide: costruire la nuova Europa



Studentelibero
11-03-02, 23:33
Cari amici, vi invio un mio articolo sapendo già che provocherà un mare di polemiche. Credo sia giusto tuttavia difendere con coerenza le proprie opinioni, anche se scomode.

SFIDE: COSTRUIRE LA NUOVA EUROPA

Dicono che la nuova Europa poggerà le sue fondamenta sulla nuova generazione di figli e figlie del nostro continente. Dicono che saremo noi giovani a completare la costruzione di quella grande casa immaginata per la prima volta 50 anni fa dai nostri padri: Adenauer, Shauman, De Gasperi.
Ho paura tuttavia che quando la nuova generazione sarà chiamata direttamente in causa a prendere il timone di questa ambiziosa ma ancora fragile nave chiamata Europa Unita, potrebbe trovarsi di fronte a qualcosa di estremamente diverso da ciò che i nostri padri fondatori avevano sognato per noi.
L'Europa che vogliamo e per cui abbiamo lottato era l'Europa della pace, della solidarietà, della prosperità economica, delle Libertà. L'Europa che qualche squallido politicante rischia di far prevalere è quella della burocrazia e del giustizialismo. Oltre trecento milioni di persone governate da pochi individui scelti non dal popolo ma da istituzioni incerte e indefinite.
L'Italia di Silvio Berlusconi, per il bene del Paese e dell'Europa, deve fare un'ennesima scelta di campo: lottare per l'Europa della Democrazia e delle Libertà. Lottare in Europa per noi giovani!
Non si tratta di scegliere fra modello federale o confederale. Si tratta di scegliere fra sovranità popolare o potere agli organi intergovernativi; si tratta di scegliere fra rilanciare l'istituto del Parlamento Europeo o affossarlo definitivamente; si tratta di nominare il governo europeo attraverso la designazione diretta dei cittadini o attraverso trattative fra 25 governi nazionali con 25 interessi diversi da difendere.
Sono queste, amici della nuova generazione, le grandi questioni.
La nuova sfida che noi tutti, indipendentemente dalle nostre scelte politiche, dobbiamo affrontare è quello di favorire la nascita di un patriottismo europeo. Nella nostra piccola grande Italia ne sta nascendo uno nazionale dopo che per molti anni oscure forze della sinistra avevano somministrato massicce dosi di anti-italianità alle masse. Grazie al Presidente Ciampi non ci dovremo mai più vergognare di cantare il nostro inno, di innalzare il nostro Tricolore. Per tanti anni il patriottismo italiano era stato lasciato ai teppisti degli stadi o alle forze di una destra ancora impreparata ad accettare la sfida del governo del Paese.
Ora la nuova frontiera si chiama patriottismo europeo. Ma come unire sotto un'unica bandiera popoli che per anni si sono combattuti a suon di cannonate o di dollari? Come unire popoli divisi da lingue, culture e tradizioni diverse?
Come unire la pragmacità anglosassone al diritto latino? La pastasciutta con l'hamburger? La guida a sinistra con quella a destra?
E chi ha mai detto che dovevamo fare tutto questo? La forza della nuova Europa sarà nelle sue diversità. Il successo di questo progetto dipenderà esclusivamente da questo. Noi italiani, che tanti errori abbiamo commesso nell'unificare questo Paese nella seconda metà dell'800, dovremmo essere maestri in questo.
Ma come si fa a promuovere un'identità Europea se oggi l'unica politica che Prodi e Monti riescono ad attuare è quella delle regole e delle restrizioni? La maggior parte di questi trecento milioni di persone non si sente ancora del tutto europea perché vede dopo le amministrazioni comunali, provinciali, regionali, nazionali un nuovo "ostacolo", si badi bene al termine, chiamato Unione Europea. Eppure un'identità europea esiste: essa basa le sue radici nella cristianità dei suo valori ma al tempo stesso nella laicità delle sue istituzioni. Ecco quali sono le radici dell'Europa.
Noi oggi proponiamo di cambiare radicalmente politica. Noi vogliamo il cambiamento. Europa federale o confederale non importa. Ma che sia democratica, che sia il popolo il custode del potere.
C'è in Italia un partito che è stato massacrato da un certo tipo di stampa per aver espresso dei dubbi su questo tipo di Europa. C'è in Italia un leader che è stato linciato per aver denunciato i limiti di questo progetto. Vorrei ricordare ai professionisti della polemica, così bravi nel criticare meno nel lanciare proposte concrete, che nel 1992 la Democrazia Cristiana avviò una campagna denigratoria contro la Lega Nord, rea di rappresentare la domanda di federalismo degli italiani. Ebbene, dopo dieci anni siamo diventati tutti federalisti. Solo Bertinotti "resiste resiste resiste" nel suo fortino comunista, ispirato da quella stessa dottrina che aveva predicato per un secolo "statalismo statalismo statalismo".
Questo leader, Umberto Bossi, indubbiamente un po' folcloristico, ha avuto però il merito di "urlare" quello che pensa la maggior parte della gente. Quello che pensa ma non ha il coraggio di sostenere. È la favola del bambino che ingenuamente grida: "il re è nudo". Certamente il significato della parola "urlare" è profondamente diverso da quello di "sostenere", ma urlare è sempre meglio di rimanersene zitti subendo quello che altri, non si capisce poi con quale diritto, decidono per noi.
Dice bene Castelli: "la questione non è Europa sì o Europa no. La domanda invece è "quale Europa vogliamo?"
Noi giovani possiamo affermare senza dubbi: tutte ma non questa.
Noi giovani chiediamo un'Europa in grado di eliminare il mal funzionamento delle pubbliche amministrazioni non di aumentare il potere delle burocrazie. E questo in un momento in cui la nostra Italia timidamente fa dei passi in avanti per semplificare e avvicinare la pubblica amministrazione ai cittadini.
Noi giovani chiediamo uno spazio di giustizia comune ma sempre nel rispetto dei principi sanciti dalle singole Costituzioni dei paesi membri. Una giustizia comune certamente garantista e che non dia spazio a ondate emotive giustizialiste in seguito a quel o a quell'altro misfatto.
Noi giovani chiediamo una Europa che promuova un mercato del lavoro flessibile e la cooperazione dei tanti sistemi scolastici per poter finalmente rilanciare l'istruzione, lo scambio culturale, l'insegnamento delle lingue e l'approccio alle tecnologie.
Noi giovani vogliamo un'Europa di cui essere orgogliosi anche in campo internazionale, in grado di esprimersi con una sola voce in politica estera e nel campo della sicurezza comune. Non vogliamo tanti ministri degli esteri trattare con Cina e Stati Uniti in virtù del loro minuscolo e insignificante peso politico in ambito mondiale.
Quante di queste richieste saranno accolte? Eppure questo è il sale di una Democrazia liberale. Una Democrazia che si ordina dal basso, dove i cittadini esercitano costantemente la propria sovranità eleggendo i propri rappresentanti e incidendo quindi su ogni singola decisione.
Una Democrazia in cui, direbbe, Abraham Lincoln, per aiutare il forte non si abbatte il ricco. Per formare carattere e coraggio non si toglie iniziativa e sicurezza. Per aiutare la gente non si fa continuamente in sua vece quello che potrebbe e dovrebbe fare da sola. Una Democrazia in cui non si può promuovere la fratellanza predicando l'odio di classe.
È questa l'Europa di cui vorremmo si parlasse. È questa l'Europa per cui i padri fondatori hanno speso la loro vita politica. È questa l'Europa per cui siamo pronti a lottare, che vogliamo costruire e che difenderemo a ogni costo.



Renato Ibrido

O'Rei
11-03-02, 23:55
Ah Renato ma quanti forum c'hai da moderare!?!?:eek: :eek:

Studentelibero
11-03-02, 23:58
Originally posted by O'Rei
Ah Renato ma quanti forum c'hai da moderare!?!?:eek: :eek:

Tanti :o :o :o Tantissimi

O'Rei
12-03-02, 00:01
Originally posted by Studentelibero


Tanti :o :o :o Tantissimi

:D Non ti affaticare troppo...:D

imiani
16-03-02, 13:53
Caro Renato,

sottoscrivo PAROLA PER PAROLA quello che hai detto.
Io mi ero gia' espresso sull'argomento "Europa" qualche tempo fa e il mio intervento era stato pubblicato in "La Voce del popolo" ed ora mi ritrovo benissimo in quello che tu dici.
L'articolo e' molto ben articolato e rivela il punto di vista di una persona che ragiona con la propria testa.
Anche se fara' discutere, nessuno potra' accusarti di opportunismo o ideologismo perche' tu, oltre a fornire un'opinione, ne dai anche una motivazione ragionevole.
Vorrei pero' aggiungere una cosa: definisci Bossi un politico "folcloristico" ma che ha il merito di dire cose vere. Quest'immagine non corrisponde alla mia immagine. Ti dico come lo vedo io.
Bossi e' una persona colta, basta andare ad uno dei suoi comizi per notare che i suoi discorsi sono in pratica lezioni di storia e di politica. I comizi di Bossi sono molto tecnici e sono spesso piu' difficili da seguire di quelli di Fini, che privilegia l'argomentazione retorica, o di Tremonti, anche se trattano quasi esclusivamente di economia.
E' sorprendente? Purtroppo l'immagine che la gente ha di Bossi è creata dai media e, purtroppo, la Lega non ha la forza sufficiente per imporre la propria immagine.
Tu dici, riferendoti al modo di argomentare di Bossi:
"Certamente il significato della parola "urlare" è profondamente diverso da quello di sostenere".
Sono d'accordo con te, e' quello che penso anch'io, ma non posso farci niente se i media hanno creato l'immagine di un leader che sa solo urlare. Secondo me tu basi il tuo giudizio su quello che mostrano le tv. Ti invito a verificare di persona se quest'immagine corrisponde alla realta': vai a un suo comizio. Nei comizi che ho visto io Bossi non ha mai fatto gesti eclatanti, ma ha argomentato perentoriamente (e anche pazientemente) le sue ragioni.

Studentelibero
16-03-02, 14:15
Originally posted by imiani
Caro Renato,

sottoscrivo PAROLA PER PAROLA quello che hai detto.
Io mi ero gia' espresso sull'argomento "Europa" qualche tempo fa e il mio intervento era stato pubblicato in "La Voce del popolo" ed ora mi ritrovo benissimo in quello che tu dici.
L'articolo e' molto ben articolato e rivela il punto di vista di una persona che ragiona con la propria testa.
Anche se fara' discutere, nessuno potra' accusarti di opportunismo o ideologismo perche' tu, oltre a fornire un'opinione, ne dai anche una motivazione ragionevole.
Vorrei pero' aggiungere una cosa: definisci Bossi un politico "folcloristico" ma che ha il merito di dire cose vere. Quest'immagine non corrisponde alla mia immagine. Ti dico come lo vedo io.
Bossi e' una persona colta, basta andare ad uno dei suoi comizi per notare che i suoi discorsi sono in pratica lezioni di storia e di politica. I comizi di Bossi sono molto tecnici e sono spesso piu' difficili da seguire di quelli di Fini, che privilegia l'argomentazione retorica, o di Tremonti, anche se trattano quasi esclusivamente di economia.
E' sorprendente? Purtroppo l'immagine che la gente ha di Bossi è creata dai media e, purtroppo, la Lega non ha la forza sufficiente per imporre la propria immagine.
Tu dici, riferendoti al modo di argomentare di Bossi:
"Certamente il significato della parola "urlare" è profondamente diverso da quello di sostenere".
Sono d'accordo con te, e' quello che penso anch'io, ma non posso farci niente se i media hanno creato l'immagine di un leader che sa solo urlare. Secondo me tu basi il tuo giudizio su quello che mostrano le tv. Ti invito a verificare di persona se quest'immagine corrisponde alla realta': vai a un suo comizio. Nei comizi che ho visto io Bossi non ha mai fatto gesti eclatanti, ma ha argomentato perentoriamente (e anche pazientemente) le sue ragioni.


Guarda io Bossi lo seguo spesso su TELEPADANIA. Qualche giorno fa trasmettevano tutto il Congresso della Lega. E' indubbio che certi tratti della sua oratoria siano difficili da seguire. Con la parola folcrostico non credo ne di offenderlo né di insultarlo. Sicuramente è molto diverso da un Fini e un Berlusconi, da un Rutelli o da un Fassino anche perché fra tutti i politici è il più attaccato alla base.
Per quanto riguarda i gesti lì ti devo smentire perché a volte ne ha fatti alcuni clamorosi (ad esempio quando ha fatto qualche hanno fa alcuni gesti con le braccia) che da una parte gli hanno permesso di avvicinarlo alla base, ma dall'altra ha suscitato l'odio dei mass media. E ora i mass media, come dici giustamente tu, si divertono a dipingerlo come non è.
In ogni caso penso che non sia importante la forma ma la sostanza. E in questo caso ho spiegato perché condivido su varie tematiche il Bossi-pensiero.

pensiero
18-03-02, 01:08
Io da leghista, non posso far altro che ringraziare, e dire: meglio tardi che mai:

ciao pensiero:)

pensiero
18-03-02, 18:21
Ciao pensiero,
da parte mia spero che la Lega moderi certi toni nel senso che se deve presentare un messaggio alla gente, che poi è giustissimo, quello dell'Europa dei Popoli e contro le burocrazie, e che è condiviso anche da me, lo deve fare senza creare tante polemiche e tanti fraintesi come ce ne sono stati di recente. La stessa cosa vale per i rapporti con l'UDC e con una parte di Forza Italia: posso capire che magari ogni tanto possono esserci tensioni dentro la maggioranza, ma da qui a parlare di "maialoni" insomma non è che mi va tanto giù ... Cmq non me la prendo per i fischi contro Volonté visto che li ha presi anche Fini ...
Sono convinto che la Lega non è fatta di cafoni ma di gente che ha molti punti in comune con noi, gente che crede nei nostri stessi ideali e nello stesso nostro progetto, ma vorrei che "questa" Lega si facesse più voce rispetto alla parte un po' "cafona" e "folcloristica" che nella Lega cmq c'è sempre stata


Cara/o angelo di centro, sto in questo momento ascoltando radio padania libera, e sai chi c'è in diretta: l'antropologa Ida Magli, è una meraviglia ascoltarla, anche se sta delineando una prospettiva europea terrificante.
In poche parole ti vorrei rispondere riguardo alle parole troppo volgari di Bossi, se da un lato posso anche essere d'accordo con te, da una parte ti chiedo: Tremonti, Urbani, Marzano e qualche altro, stanno dicendo le stesse cose di Bossi, qualcuno ha forse dato peso a loro? No, perchè hanno parlato in modo elegante, e tutto è passato inosservato, l'avesse fatto anche Bossi, sarebbe stata la stessa cosa.
Purtroppo è destinato a dire le cose giuste e per essere sentito, urlarle in modo sbagliato, provocando quello che tutti i giorni si vede.
Vorrei, visto che sto postando qui, affrontare anche un altro tema di forte attualità, l'immigrazione, in questo momento la ns.marina sta trascinando una nave con circa un migliaio di clandestini, mi volete dare il vostro commento ? Penso che anche voi come me siate consapevoli che se la cdl ha vinto le elezioni, è stato in gran parte x la questione immigrazione, in questo caso io sono molto ma molto delusa, certe leggi sono state fatte presto e subito, questa importantissima per la ns. gente, sta ancora aspettando di passare alla camera, con l'interrogativo che venga modificata in modo peggiore.
Io spero che quanto affermato da Volontè al congresso della lega, anche se ingenerosamente fischiato, sia confermato, e cioè che la legge non si tocca.
Chiedo a Voi ancora una cosa, si può sapere che interesse ha la chiesa di far entrare tutti questi immigrati che per la maggior parte sono di religione musulmana? Ma non corriamo il rischio che la ns. civiltà cattolica e cristiana fra qualche anno scompaia, a causa della forte natalità degli immigrati?, spero di non avere la solita risposta retorica, che noi non facciamo + figli, che abbiamo bisogno di manodopera ....e così via....alla prossima, con simpatia
----pensiero------
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Studentelibero
24-03-02, 12:15
Cari amici, vi rispondo solo ora per esser stato fuori dai nostri confini per circa una settimana.
Rispondendo ad Erasmus, ma anche all'amico Angelo, voglio far notare che si sta facendo una forte confusione sul concetto di federazione e di confederazione. Ognuno vuol far passare un suo concetto di federazione o confederazione (anche io) ma in realtà nella storia ci sono state federazioni che sembravano delle confederazioni e confederazione che sembravano delle federazioni.

Pensiamo alla Jugoslavia degli anni 90 (che fra l'altro fra poco cambierà nome e struttura) che al contrario ha messo in comune tutto fuorché il ministro degli esteri e della difesa poiché il Montenegro ha suoi rappresentanti in questi settori. Gli Stati Uniti sono una Federazione ma non si sognerebbero mai di dare un ministro degli esteri all'Alabama o di dare in certi settori un forte potere di veto ad uno dei suoi stati. Due federazioni del tutto differenti fra loro.
Definire l'Unione Europea una Confederazione solo per la presenza del metodo intergovernativo può essere una interessante discussione ma sinceramente delle definizioni o dei nomi che vogliamo dare a questa comunità non mi interessa più di tanto. Ecco perché dico che il problema confederale-federale è solo di secondo piano: dobbiamo entrare all'interno della questione e non fermarci a generiche definizioni.
Andiamo alla sostanza: ho sempre sostenuto che i cittadini dell'Unione Europea dovessero designare direttamente il capo del governo europeo (attuale presidente della commissione tanto per intenderci) e che questo designasse i vari ministri (o segretari, commissari chiamateli come volete) non tanto in base alla loro nazionalità di appartenenza ma alla loro collocazione politica nello scenario europeo (popolari europei, socialisti europei, ecc..).
Ovviamente il Parlamento Europeo dovrebbe avere potere più forti, dovrebbero divenire il vero organo legislativo dell'Unione (oggi paradossalmente non lo è). Immagino un bicameralismo sul modello americano con una camera in cui ogni stato fosse rappresentato dallo stesso numero di parlamentari (nel senato americano il piccolo stato di New York ha 2 senatori proprio come l'immensa California) mentre nell'altra camera dovrebbe valere il criterio della popolazione: la Germania avrebbe più rappresentanti del Lussemburgo proprio come la California che alla Camera dei Rappresentanti ha più parlamentari dello stato di New York.
Non voglio abolire del tutto il metodo intergovernativo (potremmo immaginare che l'attuale Consiglio d'Europa, l'organo dei governi degli Stati) continuasse ad esistere magari svolgendo un ruolo di controllo che possiamo paragonare a quello del Presidente della Repubblica Italiana. Ma si tratta comunque di un forte ridimensionamento.
Capitolo "poteri da dare all'Unione": non bisogna secondo me legiferare sulle dimensione del cetriolo ma solo su alcuni precisi punti da stabilire. In primo luogo la politica estera comune (non è vero che l'Italia non si sta battendo su questo, perché francesi e inglesi si oppongono tanto al seggio unico presso le Nazioni Unite? Lo vedete che qui non è certo il governo Berlusconi che si fa gli affari suoi [che peraltro sono quelli dei suoi cittadini]); la politica di difesa comune (che non si fa con gli airbus cari amici ma con progetti veri); la politica economica comune (in cui comunque si tenga conto del federalismo fiscale e della devoluzione verso gli enti locali). Sono solo degli esempi ma ripeto, le misure del cetriolo lasciamole stare.
Capitolo burocrati di Bruxels: suggerisco ad Erasmus una buona lettura (io non l'ho ancora letto ma ne ho sentito molto parlare): si tratta del libro di Margaret Thatcer, ex primo ministro inglese che ha una visione fortemente critica dell'Unione Europea. Oltre alle solite tesi britanniche contrarie a qualsiasi messa in comune di sovranità da parte degli stati (che io ovviamente non condivido, questo è euroscetticismo non certo quello di Martino) ci sono anche interessanti spunti riguardanti questo tema.
Capitolo Prodi e Monti: mi dispiace che avete frainteso la mia frase. L'attacco non era certo rivolto alle persone che stimo e apprezzo e condivido il discorso di Erasmus sulle regole decise dagli stati che vengono solo applicate dalla Commissione. L'attacco non era a Prodi e Monti ma al GOVERNO EUROPEO (cioè a chi fa le regole e a chi le applica perché io alla fine giudico i fatti). Queste regole non mi piacciono e non ci posso fare niente. Essendo i due italiani in commissione Prodi e Monti e perciò i più conosciuti da parte dei lettori italiani ho citato loro due ma non era certamente un attacco personale.
Capitolo Castelli: il Ministro di Grazia e Giustizia dal punto dei visti dei poteri da dare all'Unione è abbastanza restrittivo perché vorrebbe salvaguardare il processo di devoluzione dagli stati alle regioni. Ma su politica economica comune, di difesa e estera è d'accordo con me. Dal punto di vista istituzionale non è vero che la Lega vuole il diritto di veto da parte dei governi ma sostiene che esso sia necessario finché non sarà attuato un processo democratico nell'Unione. In parole povere quando ci sarò un organo legislativo eletto dai cittadini questo diritto di veto verrà a cadere. Inoltre la Lega, finché rimarrà il metodo antidemocratico sostiene che il diritto di veto non dovrebbe appartenere tanto ai governi quanto ai parlamenti nazionali e meglio ancora ai cittadini tramite referundum. Io non condivido tutto quello che dice la Lega ma sinceramente l'attacco durissimo che ha subito da parte di certa stampa ma io ha lasciato molto perplesso.
Capitolo convenzione: ho francamente poca fiducia in questo nuovo organo. Mi chiedo: perché non eleggere una Costituente Europea da parte dei cittadini? Tanto la Convenzione non ha poteri decisionali ma solo consultivi. La decisione finale spetterà infatti al Consiglio d'Europa (purtroppo).
Visto che non si ha avuto questo coraggio sarebbe molto positivo, e spero che almeno su questo Erasmus sia in accordo con la Lega Nord, che la nuova Costituzione Europea sia approvata tramite un referendum dai cittadini e non solo dal Consiglio d'Europa, che è il consiglio dei governi.
Io voglio dire la mia sulla nuova Europa. E' un mio diritto!
Un ultima cosa: la firma di Erasmus.


«NO a nuovi trattati intergovernativi!»
«SI' alla "Costituzione Europea", federale, democratica, trasparente!»


Caro Erasmus, sottoscrivo in pieno. Questo è la mia grande prospettiva. Deve essere il nostro obiettivo. Mi dispiace che spesso le nostre ricette non coincidano ma l'importante secondo me è confrontarsi civilmente e con rispetto reciproco anche su questo forum. Magari scopriremo che qualcosa in comune c'è davvero…

Studentelibero
08-04-02, 22:57
Solo una precisazione. Visto che è giusto non fare confusione fra federale e confederale, come giustamente afferma Erasmus, anche se non è detto che un soggetto debba essere l'uno o l'altro ma una forma mista dei due, io non ho proposto un presidenzialismo europeo.
Io ho proposto un bicameralismo all'americana (una camera in cui la Germania ha gli stessi rappresentanti del Lussemburgo e una in cui vale il criterio della popolazione), con il capo del governo europeo eletto direttamente dai cittadini ma che sia espressione di una eurocoalizione (ad esempio PPE o PSE, ecc..) e un Presidente Federale (come il Presidente della Repubblica Italiana) che corrisponda all'attuale ruolo del Presidente del COnsiglio d'Europa. Perciò il Presidente Federale, che ha solo un ruolo di controllo, è a turno e cambia ogni 6 mesi. Attualmente sarebbe il premier spagnolo. Ogni stato decide autonomamente se questa figura deve essere il Presidente della Repubblica (ad esempio in Francia sarebbe il Chirac) o il capo del governo (esempio spagnolo Aznar).
Per quanto riguarda il modello non mi piace quello svizzero da voi proposto per lo meno non nell'immediato. In prospettiva futura è da prendere in considerazione.
Il problema secondo me riguarda la politica estera e di difesa comune, prerogative anche nella confederazione, anzi soprattutto della confederazione visto che mi sembra che siamo concordi nell'escludere il modello statunitense. Da quel punto di vista io penso che debba essere mantenuti i ministri degli esteri dei singoli stati ma che vada trovata l'equilibrio comune per una comune politica in questo settore. Mi piacerebbe una Europa seconda gamba della NATO. il fatto che chiedo la politica comune in campo di politica estera non significa che voglio estromettere gli stati ma che si possa prendere una linea guida che duri perlomeno 50 anni. Poi certo ci vuole un coordinatore (es. Solana).
Pensiamo alla Comunità degli Stati Indipendenti dove la Russia ha il controllo di quasi dieci eserciti. Sostituiamo la parola Russia con Europa (che non è un membro ma la nuova entità federale/confederale) e il gioco è fatto.
Alla fine viene fuori un soggetto politico che ha della federazione il principio di sovranità elettorale e di quello confederale la politica estera e di difesa. Piano piano raggiungeremo una maggiore integrazione anche dal punto di vista economico, sociale, ecc..