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Visualizza Versione Completa : La Politica dell'Amore contro la Politica della Diffamazione.



brunik
12-03-02, 10:31
Bene fa Silvio Berlusconi a lamentarsi delle diffamazioni che gli tocca di subire.

L'Ulivo è solo capace di inveire, urlare, diffamare.

La politica dell'odio contro la politica dell'amore.

Ma la gente capisce.

<body bgcolor=white text=black link=blue vlink=purple alink=red><TABLE cellSpacing=0 cellPadding=0 width=100% border=0><TBODY><TR bgColor=#ededed><TD class=tbl height=15>notizia del 02/03/2002</TD></TR></TBODY></TABLE><TABLE cellSpacing=0 cellPadding=0 width=100% border=0><TBODY><TR><TD colSpan=4 height=5></TD></TR><TR><TD width=5><FONT size=5><B>&nbsp;</B></FONT></TD><TD class=tbl14 vAlign=top width=60><B><font size="5">14:51</font></B></TD><TD class=lancio2 vAlign=top><FONT size=5><B>BERLUSCONI SU ULIVO: &quot;SOFFIA VENTO DI ODIO GIACOBINO&quot;</B></FONT></TD><TD width=5><FONT size=5><B>&nbsp;</B></FONT></TD></TR><TR><TD colSpan=4 height=5>&nbsp;</TD></TR></TBODY></TABLE><TABLE cellSpacing=0 cellPadding=0 width=100% border=0><TBODY><TR><TD width=5>&nbsp;</TD><TD vAlign=top><P class=textb>''Oggi non c'e' solo il vento di chi vuol fare, ma soffia anche il vento dell'odio giacobino, del livore ideologico, delle piazze che urlano, inveiscono, diffamano, condannano''.<SPAN class=tbl>&nbsp;</SPAN></P><P><SPAN class=tbl>Manfredonia, 2 mar. - (Adnkronos) - ''Oggi non c'e' solo il vento di chi vuol fare, ma soffia anche il vento dell'odio giacobino, del livore ideologico, delle piazze che urlano, inveiscono, diffamano, condannano''. C'e' in giro -attacca- chi non accetta le regole della democrazia e si augura una spallata al governo che avvenga con moti di piazza o con atti di malagiustizia. La sinistra si e' tolta di dosso la vernice di democrazia che aveva tentato di darsi negli anni precedenti. Ma cio' che si augura, non accadra' -assicura il premier- perche' gli italiani sanno distinguere tra bene e male, tra AMORE e odio''.</SPAN></P></TD></TR></TBODY></TABLE><p>&nbsp;</p><p>&nbsp;</p><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=right><IMG src=http://mithril.corriere.it:9100/images/small_cs.gif></TD><td></td></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><B>martedi , 27 febbraio 2001</B></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right>VARIE</TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><HR></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><FONT size=+2><B>Diffamazione Ds, condannato Berlusconi</B></FONT></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=left><B><I>Il leader: sentenza gravissima, si porta in tribunale la lotta politica per demonizzare gli avversari</I></B></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=left><B><I>Zuccolini Roberto</I></B></TD></TR></TBODY></TABLE><P>Veltroni e Folena avevano intentato una causa civile contro l' affermazione di un legame tra Procure e partito Diffamazione Ds, condannato Berlusconi Il leader: sentenza gravissima, si porta in tribunale la lotta politica per demonizzare gli avversar i ROMA - Silvio Berlusconi viene condannato dal tribunale civile di Roma per avere diffamato i Ds e subito scoppia la guerra totale tra il leader della Casa delle Libertà e la Quercia. La vicenda risale al 30 novembre 1999 quando, ai microfoni di Rad io Anch' io, il Cavaliere accusò Walter Veltroni, Pietro Folena, Fabio Mussi e Gavino Angius di essere i mandanti delle trame giudiziarie di cui ripete da sempre di essere vittima e per le quali ha parlato più volte di «procure rosse e giacobine». Il segretario dei Ds annuncia di avere vinto la causa alla fine di un' assemblea del partito: «Abbiamo avuto ragione: si trattava di affermazioni gravi». Ma il leader del centrodestra va al contrattacco e definisce la sentenza, che obbliga anche al risarcimento dei danni, di «una gravità inaudita». Il progetto sarebbe quello di «imbavagliare gli avversari politici». Ribatte il numero due della Quercia Pietro Folena: «Berlusconi deve imparare a rispettare gli avversari». LA SENTENZA - Il giudice Marta Ienzi ha spiegato che «<span style="background-color:yellow;">la critica politica, accettabile anche se tesa a una &quot;demonizzazione&quot; dell' avversario, non può spingersi sino ad attribuire a persone determinati fatti e comportamenti specifici estremamente riprovevoli». E ha concluso che è stato commesso «il reato di diffamazione» che obbliga al risarcimento dei danni (con cifra da liquidarsi «in separata sede») perché Berlusconi «ha chiaramente detto che la magistratura o alcuni magistrati sono stati autori di un disegno teso a eli minare una parte politica a vantaggio di un' altra».</span> Il leader del Polo viene anche condannato a pagare la pubblicazione della sentenza nei principali quotidiani e alla sua divulgazione sulla testata radiofonica «Radio Anch' io». Per ora si è pronunc iato solo il tribunale di Roma per le accuse rivolte a Veltroni e Folena. Deve invece ancora emmettere il suo giudizio quello di Milano per l' attacco a Mussi e Angius. Secondo la sentenza già emessa «l' articolo 68 della Costituzione non è certament e applicabile non essendovi corrispondenza tra le dichiarazioni» di Berlusconi e «atti tipici della funzione parlamentare». In altre parole in questo caso non varrebbe per il Tribunale civile di Roma l' «insindacabilità» spesso concessa ai parlamenta ri di fronte a scontri verbali più o meno accesi di cui sono protagonisti. Precisa il presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere, Ignazio La Russa (An): «Berlusconi non ha ritenuto di rivolgersi al nostro organismo, ma può sempre farlo prima che la vicenda sia conclusa».</P><P>&nbsp;<TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=right><IMG src=http://mithril.corriere.it:9100/images/small_cs.gif></TD><td></td></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><B>mercoledi, 24 dicembre 1997</B></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right>CRONACHE</TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><HR></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><FONT size=+2><B>Sgarbi condannatoper diffamazione</B></FONT></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY><TABLE width=100%><TBODY></TBODY></TABLE><P>BRESCIA - Vittorio Sgarbi è stato condannato ieri dal Tribunale di Brescia a due mesi di reclusione per diffamazione nei confronti del magistrato Fabio De Pasquale, per la vicenda Cagliari (l'ex presidente dell'Eni morto suicida in carcere).<table><TR VALIGN=TOP><TD ALIGN=LEFT><B></B></TD><TD ALIGN=LEFT><B></B></TD></TR></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=right><IMG src=http://mithril.corriere.it:9100/images/small_cs.gif></TD><td></td></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><B>sabato , 14 giugno 1997</B></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right>METROPOLI</TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><HR></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><FONT size=+2><B>Diffamazione a Di Pietro <BR>Vittorio Feltri condannato</B></FONT></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY><TABLE width=100%><TBODY></TBODY></TABLE><P>MONZA - Quaranta milioni di risarcimento ad Antonio Di Pietro. È quanto dovranno versare all'ex magistrato Gianluigi Nuzzi e Vittorio Feltri, direttore de «Il Giornale», condannati ieri dal Tribunale per diffamazione. L'articolo che aveva indotto D i Pietro a sporgere querela perché «accusato» di avere divulgato i documenti degli interrogatori legati all'inchiesta di Tangentopoli risale al 30 gennaio '96. Nel pezzo, firmato da Nuzzi, si affermava che<span style="background-color:yellow;"> «negli anni d'oro di Mani pulite timonata da Antonio Di Pietro tutto era diverso: i verbali finivano direttamente in edicola e, soprattutto, sull'Espresso».</span><table><TR VALIGN=TOP><TD ALIGN=LEFT><B></B></TD><TD ALIGN=LEFT><B></B></TD></TR></TABLE><P><P>&nbsp;<p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><IMG src=http://mithril.corriere.it:9100/images/small_cs.gif></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><B>sabato , 12 gennaio 2002</B></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right>VARIE</TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><HR></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><FONT size=+2><B>Diffamò sul «Foglio» Antonio Di Pietro Condannato Giuliano Ferrara</B></FONT></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY><TABLE width=100%><TBODY></TBODY></TABLE><P>MONZA Diffamò sul «Foglio» Antonio Di Pietro Condannato Giuliano Ferrara Condannato a risarcire Antonio Di Pietro per averlo definito <span style="background-color:yellow;">«ministro ai Favori pubblici».</span> Per il tribunale di Monza, Giuliano Ferrara è colpevole di diffamazione nei confronti dell' ex magistrato e dovrà pagargli un risarcimento provvisionale di circa 15 mila euro (29 milioni di lire). Ferrara era stato querelato per alcuni editoriali pubblicati nel ' 96. In quegli articoli, il direttore de «Il Foglio» <span style="background-color:yellow;">aveva accusato Di P ietro (all' epoca ministro ai Lavori pubblici )di aver riservato trattamenti di favore a personaggi indagati nell' ambito di Mani Pulite</span>, quando era ancora Pm. Ha osservato Di Pietro:«Gli articoli hanno offeso la mia dignità di magistrato».</P><P>&nbsp;<TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=right><IMG src=http://mithril.corriere.it:9100/images/small_cs.gif></TD><td></td></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><B>sabato , 01 aprile 2000</B></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right>VARIE</TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
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<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><FONT size=+2><B>Mani pulite, diffamò il pm Colombo Un mese di condanna a Tiziana Parenti</B></FONT></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY><TABLE width=100%><TBODY></TBODY></TABLE><P>Mani pulite, diffamò il pm Colombo Un mese di condanna a Tiziana Parenti Un mese di reclusione con la condizionale e 50 milioni di risarcimento dei danni. Questa la condanna che la prima sezione penale del tribunale di Brescia ha inflitto ieri all' onorevole Tiziana Parenti al termine del processo che la vedeva imputata di diffamazione aggravata ai danni del pm di Mani pulite Gherardo Colombo. I fatti risalgono all' estate del ' 97 quando la Procura milanese aveva chiesto il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi per la vicenda Lentini. Intervistata da un quotidiano,<span style="background-color:yellow;"> Tiziana Parenti aveva commentato: «Per Colombo e gli altri Berlusconi è un nemico da colpire e da tre anni, con le loro teorizzazioni, lavorano solo per abbatterlo».</span> Affermazio ni che le erano poi costate una denuncia per diffamazione.</P><P>&nbsp;<p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><IMG src=http://mithril.corriere.it:9100/images/small_cs.gif></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><B>martedi , 09 novembre 1999</B></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right>&nbsp;</TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
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<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><FONT size=+2><B>Bobo Craxi diffamo' Borrelli: condanna a un mese di carcere</B></FONT></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY><TABLE width=100%><TBODY></TBODY></TABLE><P>----------------------------------------------------------------- Bobo Craxi diffamo' Borrelli: condanna a un mese di carcere BRESCIA - Bobo Craxi e' stato condannato dal tribunale a un mese di reclusione (pena sospesa) per diffamazione aggravata ai danni del procuratore di Milano Saverio Borrelli. Il figlio dell' ex leader del Psi, inoltre, dovra' versare al magistrato 20 milioni di anticipo sui danni e altri 5 di &quot;riparazione&quot;. Bobo Craxi, in un' intervista al &quot;Corriere della Sera&quot; del ' 96, a veva sostenuto che <span style="background-color:yellow;">Borrelli &quot;busso' alla porta di Pillitteri perche' l' aiutasse a diventare procuratore&quot;. </span>&quot;Ora - ha commentato ieri Borrelli - e' accertato che non ho mai brigato per diventare procuratore&quot;. Il tribunale ha assolto l' inviato del &quot;Corriere&quot; Gianluigi Paracchini e l' ex direttore Paolo Mieli perche' , riportando fedelmente le parole di Bobo Craxi, esercitarono il diritto di cronaca.</P><P>&nbsp;<TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=right><IMG src=http://mithril.corriere.it:9100/images/small_cs.gif></TD><td></td></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><B>martedi , 24 marzo 1998</B></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right>CRONACHE</TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><HR></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><FONT size=+1><B>Condanna in appello a Brescia</B></FONT></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><FONT size=+2><B>Diffamo un pm disabile: a Bossi cinque mesi <BR>e 400 milioni di<MULTA></B></FONT></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=left><B><I><I>&lt;UNA <BR sentenza>politica <BR>e razziale <BR>Il Nord <BR>ora si svegli&gt; <BR></I></I></B></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=left><B><I><B>Nunzia Vallini,</B></I></B></TD></TR></TBODY></TABLE><P>BRESCIA - Sulle spalle tre condanne di primo grado e ieri, a Brescia, la prima conferma in Appello: a Umberto Bossi quel <span style="background-color:yellow;">«gli raddrizzeremo la schiena» </span>datato 10 novembre 1993 e rivolto al pm varesino Agostino Abate con la minaccia diretta: «R<span style="background-color:yellow;">icordalo bene, noi non siamo gente che scherza»</span>, costa 5 mesi di cella (già inflitti nel '95 dal Tribunale bresciano) con l'aggiunta di una provvisionale decuplicata: 400 milioni di lire al posto dei 40 stabiliti in primo grado. «È una cifra astronomica che non sta né in cielo né in terra, non si riconosce neppure nei casi di omicidio» scrive il «procuratore della Padania» Matteo Brigandi in una nota rovente diffusa da Agepadania. E lui, il senatur, dal set di Telelombardia tuona: «È una sentenza polit ica e razziale: non c'è più possibilità di scherzare. Il Nord si deve svegliare e il congresso federale che si riunirà nel fine settimana a Milano dovrà decidere quali strategie adottare contro giudici razzisti e politicizzati». Unico a tacere, come sempre, è il pm Abate che ieri ha lasciato l'aula della Corte d'appello regalando solo un timido sorriso. È il suo avvocato, Alberto Scapaticci, a sottolineare come quella cifra sia invece «doverosa (il legale ne aveva chiesti addirittura 500 subito, di milioni, come anticipo di 2 miliardi complessivi) a fronte di danni morali difficilmente calcolabili e subiti da un magistrato che ha fatto coscienziosamente il suo dovere». Dovere tradotto in 128 avvisi di garanzia («Quindi a garanzia degli stes si indagati», osserva l'avvocato) per finanziamento illecito ai partiti: bruciava, a Bossi, che nell'elenco comparisse anche il nome del suo fedelissimo senatore Giuseppe Leoni. Bruciava al punto che da Legnano - ma anche dai palchi dei comizi succes sivi e nelle interviste a quotidiani e tv - ha confermato e addirittura arricchito le sue «opinioni». Per voce del suo avvocato Manuel Sarno però insiste: non ha mai avuto intenzione di diffamare o minacciare: per lui quel riferimento alla schiena de l dottor Abate (che porta i postumi della poliomielite) non contiene estremi per una vera minaccia; che le altre affermazioni - «losco», «tiene le cause nel cassetto», «balabiott» (stupidotto) - non miravano ad infangare la reputazione del pm. Giudic i del tribunale prima e giudici d'Appello poi non l'hanno però vista così: né hanno ritenuto sufficiente a sostenere il «legittimo impedimento» a partecipare all'udienza il fax inviato da Roma che chiedeva di giustificare l'assenza di Bossi per impeg ni parlamentari. «Motivazioni insufficienti - secondo la Corte -, dunque processo in contumacia». E in contumacia anche la condanna a 5 mesi. E non è la prima volta: a carico di Bossi ci sono anche gli 8 mesi in primo grado per l'inchiesta Enimont e la recente condanna di Bergamo ad un anno per istigazione a delinquere.</P><P>&nbsp;<p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><IMG src=http://mithril.corriere.it:9100/images/small_cs.gif></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><B>martedi , 28 gennaio 1997</B></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right>CRONACHE ITALIANE</TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
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<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><FONT size=+2><B><I>Bossi</I> <I>condannato <BR>&lt;DIFFAMO' <I>Di Pietro&gt;</I></I></B></FONT></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY><TABLE width=100%><TBODY></TBODY></TABLE><P>MONZA - Il Tribunale ha condannato Umberto Bossi, il leader della Lega Nord, a un milione e mezzo di multa, cinquanta milioni di lire di risarcimento dei danni e dieci milioni di lire di riparazione pecuniaria per diffamazione a mezzo stampa, assolvendo invece Enza Cusmai, redattrice del quotidiano il Giornale, e il direttore del quotidiano, Vittorio Feltri, quest'ultimo accusato di omesso controllo. A presentare la denuncia era stato Antonio Di Pietro, che ieri mattina si è presentato al Tribunale di Monza. La vicenda era relativa a un articolo pubblicato dal quotidiano il 17 dicembre 1995 con la cronaca di un comizio del segretario federale della Lega Nord. L'articolo riportava, fra l'altro, una frase di Bossi: <span style="background-color:yellow;">«Regaleremo a Di Pietro una valigia di cartone, perché fa rima con terrone».</span> «Quello che è importante è che oggi si è affermato il principio che sostenere che Di Pietro ha fatto indagini a fini politici costituisce reato, e di questo siamo molto soddisfatti - ha commentato il legale di Di Pietro, l'avvocato Massimo Dinoia -: questo era il primo dei duecentoquindici processi che è arrivato al dibattimento».</P><P>&nbsp;<p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><IMG src=http://mithril.corriere.it:9100/images/small_cs.gif></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><B>giovedi , 05 dicembre 1996</B></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right>CORRIERE MILANO</TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
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<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><FONT size=+1><B>IL PARLAMENTARE ACCUSO' LA GIORNALISTA DI ESSERE LA MANDANTE MORALE DEL DELITTO CALABRESI</B></FONT></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><FONT size=+2><B><I>Diffamazione via etere, Sgarbi condannato a pagare cento milioni alla Cederna <BR></I></B></FONT></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY><TABLE width=100%><TBODY></TBODY></TABLE><P>L'apparizione in una trasmissione televisiva di Canale 5 è costata salata a Vittorio Sgarbi, che è stato condannato dal Tribunale civile di Monza a versare 100 milioni di risarcimento alla scrittrice Camilla Cederna. Durante la puntata di «Domenica i taliana» del 17 novembre '91 Sgarbi, sollecitato da un telespettatore a esprimere un suo parere sul presidente della Repubblica Francesco Cossiga, era andato ben oltre la domanda e, facendo riferimento a un altro capo dello Stato, Giovanni Leone, aveva detto: «Leone fu una vittima. Non aveva fatto le cose che dicevano di lui, è stato ingiustamente incriminato da giornalisti poco attendibili come Camilla Cederna, così come in altri cas<span style="background-color:yellow;">i Camilla Cederna è stata quasi la mandante dell'omicidio Calabresi</span> perché ha scritto un libro contro Calabresi incriminandolo come se fosse l'assassino del famoso anarchico Pinelli». La scrittrice si era rivolta alla magistratura chiedendo 300 milioni di indennizzo e trascinando in giudizio anche R.T.I., ges tore di Canale 5. I giudici hanno ritenuto colpevole Sgarbi che, in quanto deputato, chiedeva di non essere perseguito senza l'autorizzazione della Camera. Ma hanno assolto la R.T.I. (alla quale Camilla Cederna dovrà pagare 10 milioni e mezzo per le spese processuali) perché, «essendo la trasmissione in diretta, non era possibile un controllo preventivo sulle dichiarazioni</P><P>&nbsp;<p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><IMG src=http://mithril.corriere.it:9100/images/small_cs.gif></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><B>domenica , 24 marzo 1996</B></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right>CRONACHE ITALIANE</TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
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<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><FONT size=+2><B>Feltri, condanna &quot;DIFFAMAZIONE&quot;</B></FONT></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY><TABLE width=100%><TBODY></TBODY></TABLE><P>MONZA (Milano) - Il direttore Vittorio Feltri e il giornalista del «Giornale» Giancarlo Perna sono stati condannati dal Tribunale di Monza per diffamazione a mezzo stampa nei confronti del giudice Antonino Caponnetto. Il procedimento si riferiva a un articolo, comparso sul quotidiano il 20 marzo del 1994, in cui tra l'altro venivano messi in discussione i rapporti tra Caponnetto e Falcone.</P><P>&nbsp;<p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><IMG src=http://mithril.corriere.it:9100/images/small_cs.gif></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right><B>sabato , 04 novembre 1995</B></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=right>IN PRIMO PIANO</TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><HR></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><FONT size=+1><B>Condanne per diffamazione, assenteismo, intimidazioni. In Tribunale anche per il riconoscimento di un figlio<BR></B></FONT></TD></TR><TR vAlign=top><TD align=left><FONT size=+2><B>Da Di Pietro al vigile Malizia, tutte le denunce contro Vittorio<BR></B></FONT></TD></TR></TBODY></TABLE><P><P><p><p><p>
<p><TABLE><TBODY></TBODY></TABLE><TABLE width=100%><TBODY><TR vAlign=top><TD align=left><B></B></TD><TD align=left><B><I>M. A. C.</I></B></TD></TR></TBODY></TABLE><P>ROMA - Più che «Sgarbi quotidiani», querele quotidiane. L'onorevole presidente della commissione Cultura della Camera, di cause ne ha collezionate ormai almeno una quarantina. E può fregiarsi già di alcune condanne. L'ultima in ordine di tempo ad otto mesi di carcere senza condizionale, su richiesta del pubblico ministero di Milano Paolo Ielo, quello delle intercettazioni telefoniche a Craxi. Prima ancora, una condanna ad un anno di reclusione per gli aggettivi non proprio qualificativi usati nei confronti di un «barone» che avrebbe truccato un concorso all'Università. «Così il barone si è preso otto mesi per truffa, e Sgarbi un anno per diffamazione: gli altri, invece, degli scandali all'Università se ne accorgono soltanto oggi... Un anno di carcere, è un'assurdità», protesta il segretario factotum dell'«immaginifico» Vittorio, Franco Corbelli. A Venezia, il professor Vittorio Sgarbi ha incassato una condanna per assenteismo, «pur essendo in aspettativa non retribuita» protesta di nuovo il portavoce Corbelli. I querelanti sono per lo più all'altezza della fama del querelato. Contro «la dialettica paradossale e parossistica» del professore hanno chiesto l'intervento della giustizia i procuratori Giancarlo Caselli di Palermo e Agostino Cordova di Napoli (soltanto da quest'ultimo sono partite tre denunce: Vittorio Sgarbi lo aveva persino accusato di aver scomodato i carabinieri per l'inchiesta sulla massoneria). E lo stesso<span style="background-color:yellow;"> Antonio Di Pietro si è rivolto alla giustizia quando dallo schermo di Canale 5 Sgarbi chiamò assassini i magistrati del pool Mani pulite.</span> Giù, giù, fino al pubblico ministero Paolo Ielo che non ha gradito le critiche dell'esteta sulle sue camicie a quadrettoni sfoggiate in udienza. Anche l'e x ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ed il leader leghista, Umberto Bossi, hanno fatto ricorso alla carta bollata contro di lui. L'onorevole Sgarbi «litiga» in Tribunale anche per le sue faccende private. Una sua ex compagna lo ha dovuto trascinare in «giudizio» per chiedergli il riconoscimento di un figlio. Contro il vigile urbano Malizia, il professore ha perso tre cause su tre. Il fatto risale al 1991 quando Vittorio Sgarbi aveva cercato di forzare un blocco stradale con la sua potent e Saab turbo. Fermato dal vigile Malizia, l'onorevole aveva cercato di intimorirlo. Risultato: ha ottenuto soltanto di essere portato immediatamente in questura.</P><p>&nbsp;</p><p>&nbsp;</p></body>

MrBojangles
12-03-02, 12:00
La vorresti, una qualsiasi di queste "amorose" persone, come vicino di casa??

Non per diffamazione; ma anche Borghezione è li li per essere rinviato a giudizio.
Per una bazzecola come l'incendio doloso.

Quanto amore, quanto amore!!!