Colombo da Priverno
12-03-02, 14:51
http://www.la-discussione.it/vignetta/vignetta_45_02.jpg
da "la Discussione"
Ei fu. Le esequie del Ppi sono state dunque celebrate. Soprattutto, niente nostalgia. E’ l’invito dei padri nobili per conferire a questa eutanasia caratteristiche evangeliche: se il seme non muore non porta frutto. Una rigogliosa Margherita potrà nascere da questo sacrificio. Il fronte dei perplessi alla fine si adegua. Nonostante il nome che promette strenua resistenza, anche Ercolino Duilio alza bandiera bianca arrendendosi al futuro che attende. Poteva essere altrimenti? No. Potevano antichi uomini d’onore far violenza all’innata indole legalitaria rifiutandosi di pagare la cambiale che giungeva all’incasso? Certo che no, anche se non è stato facile rimuovere quella istintiva diffidenza che, talora ammessa apertamente, talora riposta dentro le pieghe dell’inconscio, alberga nel corpaccione molle del Ppi verso Francesco Rutelli. Consegnare una storia gloriosa nelle mani di uno la cui caratteristica principale è quella di essere un post, senza sapere cos’è adesso, non dev’essere facile. Ma la cambiale era stata firmata alle ultime elezioni non in qualche sottoscala, ma coram populo, ben stampata su tutte le schede elettorali sulle quali ai caratteri cubitali del Piacione facevano riscontro le dimensioni da francobollo del simbolo del Ppi. L’ex sindaco di Roma aveva pagato pure bene. Se nel 1996 era stato il Pds a tenere a galla una intera classe dirigente popolare nonostante tante traversie, offrendo collegi blindati in cambio di una legittimazione presso ceti medi diffidenti verso i post-comunisti, nel 2001 la ciambella di salvataggio l’aveva gettata lui accettando di contrapporre la sua faccia allo strapotere berlusconiano. E bisogna pure riconoscere a Rutelli una certa eleganza. Aveva la cambiale in mano, ma invece di sventolarla con arroganza ha preferito accarezzare la platea, toccando le corde della sensibilità e dell’orgoglio con citazioni ad ampio raggio che spaziavano da Sturzo a De Gasperi a Dossetti passando - non si sa mai - per De Mita. Marini con la ruvidezza del sindacalista ha sottotitolato per i non udenti riottosi: volete tornare al 3%? Via libera dunque alla Margherita pressoché all’unanimità. Il problema è per andare dove. Rutelli assicura che non è all’orizzonte il partito unico del centrosinistra. Ma, come osserva il non sprovveduto Bodrato, appena una settimana fa Parisi aveva avuto assicurazioni di segno opposto. Abbiamo dunque un Rutelli dalla lingua biforcuta, com’è del resto naturale visto che è ad un tempo leader della Margherita e dell’ Ulivo. Non sarebbe qui il caso di piantare una bella grana sul conflitto d’interessi? Marini si ripropone la riconquista dei ceti medi “obnubilati dalle promesse di Berlusconi”, ma l’ovazione ottenuta da Cofferati confrontata con l’accoglienza più fredda riservata a Pezzotta è utile allo scopo? Mancino assicura di andare nella Margherita “per difendere una patrimonio ideale della dottrina sociale della Chiesa”, ma al congresso non sono stati teneri né con i vescovi né con l’Osservatore Romano e avranno pure qualche problema a spiegarlo poi a Realacci. Letta riapre la questione del sistema elettorale riproponendo un sistema elettorale proporzionale alla tedesca in un’alleanza dove l’opzione maggioritaria è largamente prevalente. Entrarono in un vicolo cieco e lo chiamarono Viale della Rimembranza.
da "la Discussione"
Ei fu. Le esequie del Ppi sono state dunque celebrate. Soprattutto, niente nostalgia. E’ l’invito dei padri nobili per conferire a questa eutanasia caratteristiche evangeliche: se il seme non muore non porta frutto. Una rigogliosa Margherita potrà nascere da questo sacrificio. Il fronte dei perplessi alla fine si adegua. Nonostante il nome che promette strenua resistenza, anche Ercolino Duilio alza bandiera bianca arrendendosi al futuro che attende. Poteva essere altrimenti? No. Potevano antichi uomini d’onore far violenza all’innata indole legalitaria rifiutandosi di pagare la cambiale che giungeva all’incasso? Certo che no, anche se non è stato facile rimuovere quella istintiva diffidenza che, talora ammessa apertamente, talora riposta dentro le pieghe dell’inconscio, alberga nel corpaccione molle del Ppi verso Francesco Rutelli. Consegnare una storia gloriosa nelle mani di uno la cui caratteristica principale è quella di essere un post, senza sapere cos’è adesso, non dev’essere facile. Ma la cambiale era stata firmata alle ultime elezioni non in qualche sottoscala, ma coram populo, ben stampata su tutte le schede elettorali sulle quali ai caratteri cubitali del Piacione facevano riscontro le dimensioni da francobollo del simbolo del Ppi. L’ex sindaco di Roma aveva pagato pure bene. Se nel 1996 era stato il Pds a tenere a galla una intera classe dirigente popolare nonostante tante traversie, offrendo collegi blindati in cambio di una legittimazione presso ceti medi diffidenti verso i post-comunisti, nel 2001 la ciambella di salvataggio l’aveva gettata lui accettando di contrapporre la sua faccia allo strapotere berlusconiano. E bisogna pure riconoscere a Rutelli una certa eleganza. Aveva la cambiale in mano, ma invece di sventolarla con arroganza ha preferito accarezzare la platea, toccando le corde della sensibilità e dell’orgoglio con citazioni ad ampio raggio che spaziavano da Sturzo a De Gasperi a Dossetti passando - non si sa mai - per De Mita. Marini con la ruvidezza del sindacalista ha sottotitolato per i non udenti riottosi: volete tornare al 3%? Via libera dunque alla Margherita pressoché all’unanimità. Il problema è per andare dove. Rutelli assicura che non è all’orizzonte il partito unico del centrosinistra. Ma, come osserva il non sprovveduto Bodrato, appena una settimana fa Parisi aveva avuto assicurazioni di segno opposto. Abbiamo dunque un Rutelli dalla lingua biforcuta, com’è del resto naturale visto che è ad un tempo leader della Margherita e dell’ Ulivo. Non sarebbe qui il caso di piantare una bella grana sul conflitto d’interessi? Marini si ripropone la riconquista dei ceti medi “obnubilati dalle promesse di Berlusconi”, ma l’ovazione ottenuta da Cofferati confrontata con l’accoglienza più fredda riservata a Pezzotta è utile allo scopo? Mancino assicura di andare nella Margherita “per difendere una patrimonio ideale della dottrina sociale della Chiesa”, ma al congresso non sono stati teneri né con i vescovi né con l’Osservatore Romano e avranno pure qualche problema a spiegarlo poi a Realacci. Letta riapre la questione del sistema elettorale riproponendo un sistema elettorale proporzionale alla tedesca in un’alleanza dove l’opzione maggioritaria è largamente prevalente. Entrarono in un vicolo cieco e lo chiamarono Viale della Rimembranza.