AIACE TELAMONIO
12-03-02, 16:34
(Del 12/3/2002 Sezione: Torino cronaca Pag. 51)
NON SOLO DANNEGGIAMENTI NEL ROGO SOTTO IL PONTE DORMITORIO
Borghezio accusato di incendio doloso
Nuova inchiesta per l´europarlamentare e altri sette leghisti
Nuove e più gravi accuse per l´europarlamentare Mario Borghezio ed altri sette militanti leghisti, processati per il rogo scoppiato il 1° luglio del 2000 sotto un ponte sulla Dora, al termine di una manifestazione antidroga nella zona del Balon. Gli otto imputati dovevano rispondere di danneggiamento seguito da incendio e il processo era ormai alle battute finali, ma il giudice Giovanni Macchioni - anziché emettere la sentenza - nei giorni scorsi ha rinviato gli atti alla Procura invitandola a procedere per il reato di incendio doloso, punito con il carcere da tre a sette anni. Il processo, in sostanza, era quasi terminato. Il pm aveva proposto di condannare Borghezio a 6 mesi e 5 giorni, e le altre persone chiamate in causa a pene variabili tra i 7 mesi e mezzo e i 5 mesi e 20 giorni. Il giudice, però, ha ritenuto che dovesse essere contestato un reato più grave. Una decisione che ha scatenato le reazioni della difesa, che definisce «illegittima e abnorme» l´ordinanza del giudice e parla apertamente di processo politico. Il legale di Borghezio, Antonio Forchino, ha presentato un´istanza di illegittimità alla Corte di Cassazione e un esposto per «fumus persecutionis» al Parlamento Europeo, sostenendo che la Procura ha violato l´articolo 6 del regolamento interno di Strasburgo, che sancisce l´immunità dei parlamentari e regola le modalità per chiedere l´autorizzazione a procedere. In attesa di decidere se stralciare o meno la posizione dell´europarlamentare, il pm Onelio Dodero ha di nuovo depositato gli atti, ha inviato agli indagati il rituale «avviso di chiusura indagini» e si prepara a chiedere il loro rinvio a giudizio. Essendo cambiato il reato, questa volta la richiesta di processare Borghezio e gli altri sette militanti leghisti dovrà essere vagliata da un giudice per l´udienza preliminare. «Speriamo che il Gup riconduca il processo nei binari della legalità - spiega l´avvocato Forchino - perché quest´ordinanza ha tanto l´aspetto di una sbandata di carattere politico, che nessuno voleva dare a questo procedimento, né la Procura né tanto meno la difesa». Secondo Forchino la decisione del giudice Macchioni è illegittima perché lo stesso magistrato, accettando di svolgere il processo con rito abbreviato, aveva di fatto accolto l´imputazione minore avanzata dalla pubblica accusa. Alla manifestazione leghista presero parte una settantina di manifestanti e il rogo scoppiò alla fine dei corteo, quando un gruppetto di persone - secondo la Digos e la Procura - scese sotto il ponte Principessa Clotilde, sul fiume Dora. Un immigrato che si trovava sul lungofiume disse di aver notato un militante scagliare una torcia accesa sulle masserizie.
g. bal.
NON SOLO DANNEGGIAMENTI NEL ROGO SOTTO IL PONTE DORMITORIO
Borghezio accusato di incendio doloso
Nuova inchiesta per l´europarlamentare e altri sette leghisti
Nuove e più gravi accuse per l´europarlamentare Mario Borghezio ed altri sette militanti leghisti, processati per il rogo scoppiato il 1° luglio del 2000 sotto un ponte sulla Dora, al termine di una manifestazione antidroga nella zona del Balon. Gli otto imputati dovevano rispondere di danneggiamento seguito da incendio e il processo era ormai alle battute finali, ma il giudice Giovanni Macchioni - anziché emettere la sentenza - nei giorni scorsi ha rinviato gli atti alla Procura invitandola a procedere per il reato di incendio doloso, punito con il carcere da tre a sette anni. Il processo, in sostanza, era quasi terminato. Il pm aveva proposto di condannare Borghezio a 6 mesi e 5 giorni, e le altre persone chiamate in causa a pene variabili tra i 7 mesi e mezzo e i 5 mesi e 20 giorni. Il giudice, però, ha ritenuto che dovesse essere contestato un reato più grave. Una decisione che ha scatenato le reazioni della difesa, che definisce «illegittima e abnorme» l´ordinanza del giudice e parla apertamente di processo politico. Il legale di Borghezio, Antonio Forchino, ha presentato un´istanza di illegittimità alla Corte di Cassazione e un esposto per «fumus persecutionis» al Parlamento Europeo, sostenendo che la Procura ha violato l´articolo 6 del regolamento interno di Strasburgo, che sancisce l´immunità dei parlamentari e regola le modalità per chiedere l´autorizzazione a procedere. In attesa di decidere se stralciare o meno la posizione dell´europarlamentare, il pm Onelio Dodero ha di nuovo depositato gli atti, ha inviato agli indagati il rituale «avviso di chiusura indagini» e si prepara a chiedere il loro rinvio a giudizio. Essendo cambiato il reato, questa volta la richiesta di processare Borghezio e gli altri sette militanti leghisti dovrà essere vagliata da un giudice per l´udienza preliminare. «Speriamo che il Gup riconduca il processo nei binari della legalità - spiega l´avvocato Forchino - perché quest´ordinanza ha tanto l´aspetto di una sbandata di carattere politico, che nessuno voleva dare a questo procedimento, né la Procura né tanto meno la difesa». Secondo Forchino la decisione del giudice Macchioni è illegittima perché lo stesso magistrato, accettando di svolgere il processo con rito abbreviato, aveva di fatto accolto l´imputazione minore avanzata dalla pubblica accusa. Alla manifestazione leghista presero parte una settantina di manifestanti e il rogo scoppiò alla fine dei corteo, quando un gruppetto di persone - secondo la Digos e la Procura - scese sotto il ponte Principessa Clotilde, sul fiume Dora. Un immigrato che si trovava sul lungofiume disse di aver notato un militante scagliare una torcia accesa sulle masserizie.
g. bal.