PDA

Visualizza Versione Completa : Bossi: basta insulti da Mediaset



Der Wehrwolf
12-03-02, 19:50
Il segretario federale della Lega reagisce alle battute razziste
della “Gialappa’s” contro la Padania
Bossi: basta insulti da Mediaset
Calderoli: sceneggiata sgradevole. Cè: Berlusconi si decida a chiarire
Il segretario federale della Lega reagisce con fermezza agli insulti arrivati dalle trasmissioni delle reti Mediaset diffuse domenica sera.
Onorevole Bossi, ha sentito delle trasmissioni Mediaset?
«Non le ho viste direttamente, ma mi riferiscono che ci sono state evidenti battute razziste contro la Padania e volgari insulti contro di me».
E come pensa di reagire?
«Chiederò la registrazione e toccherà ai legali fare querela alla Mediaset. Mi dicono che il programma in questione sia condotto dalla “Gialappa’s Band”, tre squinternati di sinistra che imperversano nelle tv di Berlusconi».
Ma non sono i soli che lavorano lì...
«Appunto. È un problema che abbiamo. E cioè che l’informazione, ma anche lo spettacolo e le tv sono dominate da una “cupola” di sinistra che promuove e sostiene solo giornalisti e artisti di sinistra. È un circolo vizioso che, in nome della democrazia, va spezzato...».
Ma le reti Mediaset sono dell’alleato di Governo...
«Beh. Se la Mediaset permette che vadano in onda queste schifezze, si beccherà una o più querele...».
Oltre al singolo episodio, che giudizio ne ricava ?
«Fa proprio specie che la TV sia in mano a gente del genere. Questo tipo di televisione inquina la società, rovina i giovani, distorce l’opinione pubblica e diffonde un nichilismo assoluto che contagia il pubblico più indifeso. Hai voglia di fare le riforme per tutelare i valori della società, per dare alla famiglia il ruolo che merita, al centro della convivenza civile. Così invece abbiamo il risultato opposto...».
Eppure i programmi della “Gialappa’s” sono molto popolari tra i giovani e la tv commerciale pensa anche all’audience e al profitto...
«Ma gente del genere va messa al bando. Mi hanno riferito che questi hanno dedicato un’intera canzone alla merda, che viene replicata spesso. Allora al bando ci finisca anche la Mediaset, se continua a trasmettere simili porcherie...».
Però la Mediaset è presieduta e guidata da Fedele Confalonieri, che pure Lei conosce...
«Ma se è così che anche Confalonieri vada a quel paese...». Fin qui l’intervista al segretario che segue altri commenti indignati di autorevoli esponenti del Carroccio affidati alle agenzie di stampa. Ha cominciato il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli che accusava la puntata di “Mai dire domenica” di razzismo per una serie di battute sulla Lega e su Bossi.
«Nel programma “Mai dire domenica” di Italia 1 - ha affermato infatti Calderoli in una nota - abbiamo visto in trasparenza il razzismo peggiore, portato avanti da un male in arnese che, scimmiottando il motto del nostro ultimo congresso “Fermate il mondo la Padania vuol salire” e deformandolo in “fermate il mondo la Padania vuole scendere”, biascicava contro il diritto alla libertà del Nord».
Calderoli sottolinea che «nella stessa trasmissione, poco prima, era stato insultato il segretario federale Umberto Bossi definito testualmente “Europirla”. Al di là della querela civile e penale che mi auguro il segretario Bossi faccia - afferma Calderoli - resta il fatto che quella televisione è di Mediaset, della quale Berlusconi è maggiore azionista. E questo rende doppiamente sgradevoli la sceneggiata razzista e gli insulti. Dopo la prassi della Dc - conclude il senatore della Lega - che ci rese schiavi dicendo “Tu Nord lavora che noi mangiamo e beviamo”, adesso c’è anche Mediaset contro la Padania? Di bene in meglio, insomma!».
Ha poi rincarato la dose il capogruppo del Carroccio alla Camera, Alessandro Cè. «Al Congresso della Lega Nord Padania - ha osservato Cè - Berlusconi ha confermato la sintonia con le posizioni della Lega sull’Europa mentre poi negli incontri internazionali, agli attacchi strumentali alla Lega, ha risposto che Bossi non è un problema, quasi volesse attribuire scarso valore alla sua posizione nel Governo. In questo modo - ha sottolineato l’esponente della Lega - il presidente Berlusconi ha svilito il significato politico della scelta confederale, cioè rispettosa dei popoli e dei parlamenti nazionali, propugnata dalla Lega in contrapposizione all’idea di Europa Superstato. La Lega - ha aggiunto Cè - non ha bisogno di tutori bensì di alleati con le idee chiare, impegnati con lealtà e decisione nel progetto di un’Europa rispettosa della sovranità popolare e dei diritti dei cittadini». «Come è possibile poi - si è chiesto Cè - che proprio dalle Tv di Berlusconi, in un momento tanto delicato, sotto la maschera della satira, partano attacchi politici durissimi a Bossi, alla Lega e all’idea di Padania. Noi siamo per il pluralismo e la più ampia libertà di espressione, ma quello che si è sentito domenica sera su Italia 1 appartiene a ben altro repertorio. Sono state trasmesse - ha aggiunto Cè - vergognose battute e gag razziste tese a delegittimare l’azione politica del movimento della Lega Nord Padania e il suo leader, con l’intento palese di sostenere le vecchie logiche democristiane secondo le quali è giusto che il Nord lavori e paghi ed altri decidano le sue sorti. Non basta la Tv di Stato, che fino a oggi ci ha sistematicamente denigrato, ora anche Mediaset lavora in questa direzione». «A che gioco giochiamo? Così - ha aggiunto Cè - si va al massacro della coalizione. La Lega non teme la battaglia politica, esige però il massimo rispetto dagli alleati sia nelle dichiarazioni, ma ancor più nei comportamenti. È chiaro che, se ciò non dovesse avvenire, dovremo rivedere le scelte fatte dal movimento e riaffermare sin dalle prossime elezioni amministrative la nostra identità».