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Attenzioneimbelli
13-03-02, 17:07
AL-JAZIRA(1): UN PUNTO DI VISTA DALL’INTERNO

di Ahmad Kamel, corrispondente di Al-Jazira dall’Europa
Traduzione di Claudia Labarbera
Gli eventi dell’11 settembre e il periodo immediatamente successivo hanno portato con se la “scoperta” della maggior parte del mondo di Al-Jazira per i suoi servizi dalla guerra. Il mondo arabofono certamente sapeva della sua esistenza già da 5 anni e si è già posto le domande che ora si sta ponendo l’Occidente: qual è il ruolo di Al-Jazira? Chi finanzia il canale? Quali sono i metodi di lavoro, lo stile dei servizi, specialmente in rilevanti avvenimenti politici? Qual è la sua influenza sugli spettatori? Quale sarà il suo futuro?

Al-Jazira è un canale indipendente, specializzato in notizie, dibattiti politici e documentari. Creata nel 1996, esso comprende un gruppo di giornalisti originari di 20 paesi parlanti la lingua araba, la maggior parte dei quali provenienti da precedenti gruppi della sezione araba della BBC (TV e radio).

Al-Jazira fu lanciata con l’aiuto di un prestito governativo di 150 milioni di dollari assegnati dal governo del Qatar e stanziati su un periodo di 5 anni. Il primo novembre del 2001, il periodo dei 5 anni giunse al termine e Al-Jazira ora dipende da numerose risorse finanziare per ripagare il debito governativo e per continuare a trasmettere i programmi. Queste risorse vengono dalla pubblicità, dal reddito della TV via cavo di diversi paesi arabi, d’Europa e Nord-America (Al-Jazira è trasmessa via satellite e via internet gratuitamente in tutto il mondo), da servizi tecnici offerti ad altri canali e compagnie di produzione dagli uffici di Al-Jazira situati in tutto il globo, e dalla vendita sia di immagini esclusive e documentari, sia di programmi per il pubblico.

Sin dall’esordio, il suo “marchio di fabbrica” è stato l’alto livello di professionalità, obiettività, indipendenza e l’importanza data agli intellettuali e politici senza badare alle influenze che possono esercitare. Un’indagine settimanale offre al pubblico l’opportunità di esprimersi e di fare loro domande dirette. Gli ascoltatori partecipano al dibattito per telefono, fax, internet, o con la loro personale presenza al programma. I corrispondenti di Al-Jazira danno alle parti in questione, ma anche al pubblico, la possibilità di commentare eventi e spiegare i fatti di base.

Da un punto di vista socio-politico della comunicazione, la creazione di Al-Jazira rappresenta un’importante evento nella storia del mondo arabo. Dal punto di vista della comunicazione, il pubblico arabo ha ora una fonte araba di informazione indipendente.

Per i passati 50 anni, i cittadini arabi potevano scegliere o fra i media controllati da reggimi oppressivi, il che significa informazione al confine con la pura propaganda, o fra quelli stranieri (inglesi o francesi) in Arabo. I primi erano estremamente poveri di informazioni, i secondi rappresentavano la sola scelta per i milioni di persone che desideravano informazioni non distorte.

Dagli anni ’50, la sezione arabofona della BBC diventò la prima fonte di informazione per la popolazione parlante arabo, prima di condividere la sua posizione negli anni ’70 con Radio France Monte Carlo. Al-Jazira ha liberato i telespettatori arabi da questo monopolio occidentale dell’informazione.

Questioni socio-politiche
Al-Jazira ha lavorato per abolire la censura e la propaganda rafforzata dalle rappresentanze politiche e sociali, così come dagli intellettuali del mondo arabo.

Ha obbligato i governi arabi ad allargare la loro attenzione sulla libertà di espressione e in numerosi casi è diventata una fonte di influenza contro l’oppressione e la violazione dei diritti umani nel mondo arabo. Altri media arabi hanno dovuto compiere grandi sforzi per alzare il livello di professionalità insieme alla loro libertà di parola e in certi casi Al-Jazira è stata vista come un modello da seguire nell’ambito dei media arabi. La schiacciante popolarità del canale, il tono di libertà, e la parola data a tutti gli intellettuali e politici è stata una tempesta per molti paesi non-democratici del mondo arabo. E’ per tali motivi che questi paesi hanno tentato di colpire il canale attraverso tutti i mezzi disponibili, esercitando pressioni politiche e finanziarie sul Qatar e su Al-Jazira (4 paesi hanno cessato le loro relazioni diplomatiche con il Qatar). Abbastanza sorprendentemente né il Qatar né Al-Jazira hanno cambiato l’atteggiamento che hanno adottato, Al-Jazira continua ad essere libera e indipendente dando a ogni individuo il diritto di esprimere se stesso/a. E il governo del Qatar continua la sua politica di non-intervento nel lavoro del canale, così come per quanto riguarda la democratizzazione del paese – un processo che sarà sancito dalle elezioni legislative che si terranno il prossimo anno – in cui le donne avranno il diritto di presentarsi come elettrici e candidate.

Al-Jazira non solo ha subito pressioni dai governi ostili, ma ha dovuto affrontare anche le avversioni da parte suo stesso “audience”. Ci sono voluti anni affinché il pubblico accettasse il fatto che ci sarebbero stati politici israeliani e giornalisti con sentimenti anti-Arabi che avrebbero potuto andare in onda ed esprimere i propri punti di vista. Oltre alle ostilità di governi anti-democratici e i fraintendimenti dei propri telespettatori, Al-Jazira ha sopportato una quantità di pressioni internazionali.

L’ex.-presidente Bill Clinton criticò Al-Jazira per la sua copertura sull’Intifada palestinese e specialmente la messa in onda di certe scene violente sull’uso eccessivo della forza dell’esercito israeliano rispetto ai civili palestinesi. Immediatamente dopo l’11 settembre, la pressione internazionale è aumentata drammaticamente.

Al-Jazira, Afghanistan, e Bin Laden
Due anni fa il governo dei Talebani autorizzò due televisioni in Afghanistan: la CNN, essendo il canale più visto in occidente e Al-Jazira, il più visto dalla popolazione araba e musulmana. I due canali iniziarono a lavorare all’inizio del 2000 con gli uffici situati a Kabul. Qualche mese più tardi, la CNN decise di chiudere il suo ufficio per la mancanza di interessanti servizi in Afghanistan e per il costo del suo mantenimento. Persino Al-Jazira aveva avuto i suoi dubbi sull’utilità di una sua agenzia a Kabul, ma i sostenitori di questo ufficio hanno fatto in modo di convincere la sede centrale e Al-Jazira è rimasta l’unico canale attivo in un area controllata dai Talebani. Essa non è rimasta in Afghanistan per avere relazioni privilegiate con i Talebani o con Bin Laden, ma piuttosto per il fatto che è il canale più visto e più rispettato nel mondo arabo. La CNN ha perso una storica occasione di essere nel posto giusto al momento giusto.

I Talebani e Bin Laden non sono gli unici che hanno scelto di comunicare con il mondo musulmano attraverso Al-Jazira; anche Barak, Perez, Blair, Solana, Robertson, Powell, Ramsfield, Rice, Mayer, Arafat, Khatami, Saddam Hussein, Castro, Ghadafi, Heider, Vedrine, Gorge Mitchell and Kofi Annan hanno scelto Al-Jazira.

Certe persone dicono che il corrispondente da Kabul era pro-Talebani, ma la sua presenza a Kabul era necessaria. I suoi servizi e le sue immagini erano le uniche trasmesse dall’Afghanistan. Le telecamere di Al-Jazira erano le uniche che testimoniassero i bombardamenti americani. I telespettatori arabi e i telespettatori in tutto il mondo sono intelligenti abbastanza per capire che i giornalisti a Kabul non erano completamente “liberi”. E’ la stessa situazione per ogni corrispondente che lavora in un paese dove è applicata la censura. Gli spettatori hanno certamente visto che dopo ogni servizio trasmesso da Kabul, veniva dato anche il punto di vista americano e dell’Alleanza del Nord, per creare un certo equilibrio. Alcune critiche sostengono che Al-Jazira non ha un corrispondente in Afghanistan, tuttavia essa era nel Nord per mezzo di corrispondenti dalla CNN che stavano lavorando per Al-Jazira stessa sotto uno speciale accordo fatto con la CNN.

Al-Jazira ha dato ampie opportunità all’Alleanza del Nord di esprimere il suo punto di vista attraverso il telefono o durante viaggi fuori dall’Afghanistan.

Fedele alla sua politica - cioè la libertà di espressione per tutti - Al-Jazira non ha esitato a diffondere i video mandati all’ufficio a Kabul da Bin Laden, fin da quando era uno dei maggiori attori in questo conflitto. Al-Jazira non voleva trascinarsi in una disputa con gli Americani sul bene e sul male ma voleva mantenere la sua indipendenza e obiettività riportando semplicemente i fatti.

Ha trattato questa guerra come qualsiasi altra, ossia come un conflitto politico. Ha concesso ampi spazi di trasmissione agli Americani affinché esprimessero il loro punto di vista e ha trasmesso tutte le conferenze stampa di presidenti e ministri con traduzione in arabo. Moltissimi Americani sono stati ricevuti nelle trasmissioni quotidiane di notizie così come nei dibattiti dal vivo. Questa stessa opportunità è stata data ai musulmani anti-Talebani, agli anti-Bin Laden e ai politici di ogni opinione.

Avendo avuto problemi a trovare individui che potessero spiegare e difendere l’ideologia che sta dietro d Al-Qacida, è stato logico per Al-Jazira diffondere i video di Bin Laden. Sono stati ricevuti due video da Bin Laden e altri due da dei suoi collaboratori. Il primo video fu diffuso qualche ora dopo che iniziasse il bombardamento da parte degli americani. Gli altri tre vennero curati da Al-Jazira per tagliare alcune ripetizioni.

Il governo degli Stati Uniti si irritò per l’aver mostrato le immagini e applicò una pressione diretta al governo del Qatar. Alcuni giornali americani chiesero chiaramente che si bombardasse l’agenzia a Kabul. Questa intimidazione venne duramente condannata dalla stampa internazionale e dalle organizzazioni che difendono la libertà di espressione.

Molte domande sono state fatte sul bombardamento dell’agenzia da parte degli Americani qualche ora dopo la presa della città da Parte dell’Alleanza del Nord. Al-Jazira conferma che l’ufficio è ben conosciuto dagli Americani ed è difficile credere che sia stato soltanto un errore.

Al-Jazira fu una sorpresa per molti e, per i giornalisti che vi lavorano, stanno difendendo principi che sono considerati non compatibili con il rispetto per la loro patria di origine, cioè libertà di espressione, indipendenza e obiettività. Non così appoggiata da molti paesi arabi così come dal governo americano, Al-Jazira riceve un crescente supporto sia dal pubblico arabo sia da quello internazionale.

(fonte: ISIM2 newsletter n.9 gennaio 2002)

Note
1si è usata la traslitterazione italiana in luogo di quella inglese Al-Jazeera

2L’ISIM è un istituto per lo studio dell’Islam nel mondo contemporaneo con sede a Leiden, Paesi Bassi.